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La commedia dell'arte
Il volume, grazie anche a una ricchissima documentazione iconografica, approfondisce la storia della commedia dell’arte italiana, tradizione teatrale che esercitò un’influenza fondamentale per le opere di grandi autori europei come Marivaux e Goldoni. Un affascinante viaggio nel passato delle più famose compagnie (i Gelosi, i Confidenti, i Fedeli), e una vasta rassegna di testimonianze dei contemporanei – dalle lodi degli ammiratori alle stroncature dei denigratori – in cui emergono i ritratti dei grandi mattatori e protagonisti di un’epoca che hanno segnato la storia del teatro europeo. -
Il sistema e l'eccezione. Taccuini, lettere, diari
La vita di Vachtangov fu una lotta col tempo e con la morte. Morì a trentanove anni, braccato da un male incurabile, costretto a frequenti interventi e a lunghe degenze in ospedali e case di cura. Nel tempo che restava, prove, spettacoli, lezioni a ritmo forsennato. Tuttavia, Vachtangov si afferma come uno dei grandi maestri della regia russa del Novecento, accanto a Stanislavskij, Mejerchol'd e Tairov. Entra al Teatro d'Arte di Stanislavskij e il maestro gli affida corsi di studio e lezioni di sperimentazione del suo ""sistema"""". Accanto all'attività nel Teatro d'Arte, Vachtangov lavora con entusiasmo alla creazione di uno Studio, questa volta composto da non professionisti. Con questo gruppo realizza alcuni tra gli spettacoli più importanti della sua carriera, ed elabora un nuovo stile dove la teatralità e il libero gioco della fantasia diventano fondamentali. Di questo regista leggendario restano l'arte e la gioia del fare teatro, rievocate nei suoi scritti (diari, taccuini, lettere) che, raccolti in questo volume, rappresentano per il lettore contemporaneo un'autentica miniera creativa."" -
Alberto Sordi
Alberto Sordi, ovvero sessant’anni di attività cinematografica e di costume di casa nostra. Il volume rende omaggio all’attore e all’uomo, con un saggio introduttivo-biografico e una lunga intervista. Il libro contiene anche uno studio a più facce sugli aspetti gestuali della personalità di Sordi e una completa filmografia della sua lunga carriera. Lo arricchiscono una serie di ‘testimonianze’ di critici, attori e registi: hanno dato il loro contributo Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Nanni Loy, Enrico Montesano, Morando Morandini, Dino Risi ed Ettore Scola. La storia di un italiano in un viaggio attraverso alcuni generi di cinema, che sono anche i graffiti della nostra epoca. Uno dei classici della letteratura cinematografica, in una nuova edizione riveduta e ampliata. -
La figlia di Ibsen. Lettura di Hedda Gabler
Hedda Gabler, protagonista del dramma omonimo ibseniano, è uno dei personaggi più controversi dell’autore norvegese e di tutto il teatro europeo fine Ottocento. È una donna malata di estetismo, piena di paure e di nevrosi, che si uccide per non restare vittima delle trame da lei stessa ordite e per liberarsi dalla terribile noia in cui soffoca. Non potendo realizzare la bellezza di cui delira, esce di scena brutalmente, mentre le sopravvivono i protagonisti del mondo quotidiano, angusto, ipocrita e piccolo-borghese. Hedda è un’eroina antipatica, dunque, che brucia i libri agli scrittori suoi spasimanti e vede quale massimo rischio per lei l’ipotesi di restare incinta. Donna sterile per eccellenza, priva di futuro, patetica e impotente, questo personaggio consente nondimeno una critica radicale della società del suo tempo e del teatro che la rappresenta, divenendo una sorta di simbolo angoscioso della morte dell’arte (anche teatrale) nella cultura organizzata su basi di massa, testamento luttuoso sull’impossibilità di essere autori e attori tragici nel salotto della chiacchiera e dell’intrigo. Lo studio ripercorre tutta l’opera ibseniana, sezionandola per temi fissi e per archetipi, dall’eroe dell'ascesi all’eroe della caduta nei sensi, dalla Valchiria, divoratrice d’uomini, alla Ninfa Egeria, al contrario umile e febbrile ancella dell’intellettuale, ritrovando in Hedda Gabler una paradossale sintesi di tali ruoli e nel suo torbido rapporto col padre una metafora cifrata sul mistero della scrittura. -
Schermo delle mie brame
Attraverso testi che vanno dalla recensione al saggio teorico, ma legati fra loro da un filo rosso, quasi «frammenti di un discorso d’amore», Enzo Ungari ricostruisce in questo libro la storia del suo sodalizio con il cinema. ’Cinéphile‘ vorace e insaziabile, il suo rapporto con lo schermo si configura come una passione violenta e aberrante, che brucia sé stessa nel giro di dieci anni liberi e avventurosi. Nel buio delle sale della sua adolescenza come davanti alle immagini dei film della giovinezza e della prima maturità, le figure del Desiderio assumono le forme di una riflessione personalissima, mai vergognosa del piacere che la produce. Libro insieme autobiografico e critico, ’Schermo delle mie brame‘ si illumina di immagini lontane fra loro: Hollywood e le nuove ondate del cinema degli anni Sessanta, l’underground americano e il cinema d’animazione, road movies con gli anni Settanta e l’ ’expanded cinema‘, la scena industriale e quella del Super8, i film mai usciti in Italia e i generi deprezzati dalla critica idealista, come la fantascienza, l’orrore e il cinema pornografico. Vi si incontrano Hitchcock e Warhol, Antonioni e Disney, Resnais e Brakhage, Kubrick e Bargellini, Buñuel e Wenders, in una parata dove i mostri sacri del cinema internazionale stanno accanto a cineasti più anonimi, o meno conosciuti. Tutto nel segno di una lucida parabola personale, di un’amorosa follia. -
Fantasmi contro giganti. Scena e immaginario in Pirandello
Una compagnia teatrale fallita, che vaga fuori dalla Città, che l’ha praticamente espulsa, alla ricerca di nuovi pubblici. La dirige un’attrice, Ilse, ossessionata dai fantasmi del Poeta, che per lei si è suicidato, e del personaggio di Madre, del testo poetico che si ostina a voler recitare. Il gruppo si imbatte, nel suo peregrinare, in una strana Villa, nascosta tra i monti, abitata da mostruose ed enigmatiche creature che si danno, la notte, a pratiche esoteriche di magia e a giochi oniroidi, per esempio quello di vedere sui muri interni proiettati i prodotti allucinati delle proprie fantasie. I due mondi si contrappongono, si riconoscono, si fondono per un attimo. Poi la compagnia, inutilmente invitata a restare per sempre nel misterioso Ospizio, riprende il cammino, per andare a rappresentare la Poesia davanti ai giganteschi lavoratori della Città Nuova. Qui Ilse verrà sbranata. Questa è la fabula dei Giganti della montagna, testo mitico-allegorico, mai terminato da Pirandello, testamento incompiuto, pieno di catastrofiche intuizioni sul futuro del teatro nell’industria culturale e nella società di massa. Questo studio intende decifrare le ambiquità contraddittorie del testo, leggendolo come una formidabile metafora del percorso che dalla scena teatrale porta allo schermo cinematografico, non solo all’interno dell’opus pirandelliano, ma entro gli orizzonti tragici-normalizzati della società novecentesca dello spettacolo. -
Il teatro e la città. Saggi sulla scena italiana
Tre capitali dello spettacolo italiano tra il Quattro e il Settecento, Ferrara, Firenze e Venezia, sono analizzate in un'approfondita indagine capace di coniugare teatro, architettura e arte figurativa: dalla ricognizione dei «semi» teatrali presenti nel ciclo di affreschi ferraresi del Palazzo di Schifanoia, al rapporto con la complessità della cultura rinascimentale fiorentina che prende le mosse dalle esperienze prospettiche e meccaniche maturate nell'orbita del razionalismo brunelleschiano, fino all'esame dell'esperienza veneziana e la prepotente emersione del teatro di Goldoni, che anticipa nel proprio microcosmo la vasta crisi della coscienza europea, in bilico tra ancien régime e ideali democratici, il volume, un autentico classico degli studi teatrali, rappresenta, anche grazie a un ricco apparato iconografico, tra i più importanti contributi intorno alla nozione di luogo teatrale nella scena italiana. -
La scuola delle scimmie
Tennessee, 1925. John Scopes, professore supplente di biologia, viene processato per aver violato una legge che vieta l’insegnamento della teoria di Darwin nelle scuole di stato. Italia, 2015. Un professore di scienze naturali torna ad insegnare nel suo quartiere di origine. Ha idee innovative e se la dovrà vedere con la rigidità conservatrice di una Preside che non tollera un approccio alla religione in chiave evoluzionistica. Lo spettacolo è un dialogo tra i fondamentalismi di due epoche lontane nel tempo ma più vicine di quanto s’immagini, messe a confronto con spiazzante ironia da Fornasari che ancora una volta s’ispira, come già con N.E.R.D.s - sintomi, Il Turista e La prova, alla realtà che ci circonda. Contributi di Lluis Pasqual. -
Animali da bar
Un bar abitato da personaggi strani: un vecchio malato, misantropo e razzista che si è ritirato a vita privata nel suo appartamento; una donna ucraina dal passato difficile che sta affittando il proprio utero ad una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla Grande Guerra. Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle. -
Lettere
Quella di Strindberg fu una vicenda umana psicologicamente lacerata, ricca di intensi e complessi rapporti sentimentali e intellettuali. Franco Perrelli propone qui una biografia del grande scrittore e drammaturgo svedese presentando e commentando allo stesso tempo una scelta di centosettantasei lettere tratte dal suo immenso epistolario e finora inedite nel nostro paese. Nella lettura di questa corrispondenza con i familiari, gli amici, altri intellettuali (fra cui anche Nietzsche e Gauguin), si osserva l’affiorare di una sensibilità spasmodicamente attenta alle sottili sfumature dei rapporti umani (il contrasto e la lotta fra i sessi, il fondamento primitivo e brutale della personalità umana), la tensione costante verso l’elaborazione di una scrittura che, aperta alle suggestioni delle avanguardie artistiche del primo decennio del Novecento, cerca di liberarsi dalle pastoie e dai vincoli dello stile di fine Ottocento per costruire una diversa maniera espressiva e cogliere il reale nella narrazione e sulla scena. -
Hollywood film industry. Produzione, economia e circolazione del cinema americano nell'era globale
Un volume prezioso che affronta, in tutte le sue sfaccettature, l’attuale organizzazione dell’industria cinematografica hollywoodiana: passando dall’attento esame del sistema di distribuzione e di proiezione dei film in un’ottica di internalizzazione, fino a un’approfondita analisi dello star system come promozione su scala globale delle celebrità del grande schermo, gli autori costruiscono un ritratto rigoroso ed esaustivo della più grande «industria dei sogni» contemporanea. -
Cous Cous Klan
In un mondo distopico dove l’acqua è stata privatizzata e le sorgenti idriche sono militarizzate, una piccola comunità di senzatetto, in una periferia degradata, combatte la sua tragicomica lotta per la sopravvivenza: un ex prete nichilista e depresso, un giovane sordomuto e irrequieto, una donna obesa e con un occhio solo, un immigrato musulmano che per vivere seppellisce rifiuti tossici, un piccolo borghese rimasto senza casa e una ragazza ribelle e indomabile. Una sgangherata commedia umana, tenera ed esilarante, ambientata in un universo fatto di confini, recinzioni, telecamere di sicurezza, diseguaglianze sociali, conflitti razziali, che assomiglia molto al nostro (peggior) futuro… -
The Yalta Game
Scritto da Friel nel 2001, The Yalta Game è una rielaborazione del celebre racconto di Anton Čechov La signora col cagnolino. Fulcro della narrazione è la gabbia sociale in cui due personaggi – Dimitri e Anna, entrambi infelicemente sposati – si trovano rinchiusi. Si incontrano in vacanza, si innamorano ma devono tornare alle proprie vite e per questo si lasciano. All’interno di una trama ordinaria, Čechov inserisce un guizzo geniale, il tema da cui prende spunto il testo di Friel. Il «gioco di Jalta» creato da Friel è proprio questo: inventare le vite degli altri, per arricchire la propria. Il problema può nascere quando il confine tra il gioco e la vita reale si assottiglia sino a svanire. E se anche la breve ma appassionante storia d’amore fosse stata anche quella parte di un’invenzione, di un gioco immaginario? -
Vedere non vedere
Una raccolta di opere teatrali: otto anni di lavoro teatrale e drammaturgico della coppia. Le opere sono attraversate dal filo poetico del dubbio e della crisi che l’essere umano vive nell’epoca attuale, l’epoca dell’insicurezza. Il grande riferimento è l’Amleto shakespeariano i cui dubbi sono rivisitati in chiave contemporanea. «Vedere o non vedere. Affrontare con coraggio la realtà che mi circonda e mi spaventa o tenere tutto quanto ben nascosto dietro un velo che mi copra gli occhi e mi impedisca di soffrire?» È ciò che si chiede il protagonista del testo dedicato a Domenico Modugno, ’Io provo a volare‘. «Avere o non avere» è l’interrogativo di ’In fondo agli occhi‘, sintomo della crisi di una società consumistica che conduce al fallimento. «To be or Fb» è il dubbio che attanaglia il protagonista di ’Amleto take away‘, riflessione amara e ironica sulla contemporaneità. Tutti i testi affrontano la tematica del conflitto che l’individuo ha con sé stesso e con la realtà che lo circonda: un teatro che interroga il presente e che in maniera ironica e metaforica ne evidenzia storture, paradossi, ossimori e contraddizioni. -
Nelle case, nelle fabbriche, in scena. Il teatro fatto a mano di Mariella Fabbris
Mariella Fabbris raggiunge gli amici nelle case oppure è ospite di festival di cui conosce gli organizzatori. Arriva sempre con una valigia carica di patate e farina, pomodori, formaggi, pesto e cannella. Sono gli ""ingredienti"""" dello spettacolo Cibo angelico, il risultato di una bella storia cominciata qualche anno fa in una libreria torinese. Qui Fabbris incontrò lo scrittore Antonio Tabucchi che le """"affidò"""" il suo testo su Beato Angelico e le strappò una promessa: far vivere quella storia, divulgarla, ma soprattutto, non stancarsi mai di raccontare storie, di infilare parole come perle su un filo lunghissimo, e di «dar voce ai tanti ronzii» a cui spesso, per distrazione, non diamo più peso. Nelle scuole, nei teatri, nei festival. Tra le tanti voci del volume ci offrono uno speciale contributo Roberta Gandolfi, Gerardo Guccini, Laura Mariani."" -
Mete
In uno spazio qualunque di un tempo qualunque, due bambini fanno un gioco. Nel gioco assumono tante forme, tanti colori, tante dimensioni, età, nomi e identità. Alternandosi in continue metamorfosi, si inseguono, si accavallano, si sollevano, si innamorano, poi si spaventano e allora si odiano e allora si prevalgono e allora si detestano e si allontanano e si uccidono. Attraverso un gioco tra due bambini due attori due esseri umani, il testo si interroga su cos’è che succede quando si incontra l’altro, su com’è che succede che si risponde all’altro mai in termini di responsabilità, su quand’è che succederà di interrompere la regola prima di te ci sono io. -
La voce scenica dalla lirica alla prosa
Il viaggio all’interno del complesso mondo della vocalità non riguarda soltanto la tecnica, ma soprattutto la sua relazione con il palcoscenico, la combinazione che si crea tra la voce e il suo mondo interiore. Il canto, per diventare lingua scenica, ha bisogno di una pratica continua, di disciplina, di maturazione. Il volume descrive un itinerario che parte dalle origini della voce scenica fino ai nostri giorni, dalla scoperta della voce come medium, alla voce concepita come vero e proprio strumento. -
Ricomporre l'infranto. Due pezzi teatrali: Non mi ricordo più tanto bene-Scene di violenza coniugale
Antoine D ha novantasei anni e non ricorda più il suo cognome. Ricorda tutti gli eventi della storia con la S maiuscola ma poco o niente ormai della sua. È questo il tema attorno al quale si sviluppa la prima delle due pièce qui raccolte. Nella seconda, due coppie si sistemano in un appartamento ammobiliato. Lentamente ma inesorabilmente, la violenza domestica si insinua nelle loro relazioni fino a quando le cose sfuggono al controllo. Nel volume sono contenute le seguenti opere teatrali: Non mi ricordo più tanto bene; Scene di violenza coniugale. -
Le mie regie. Le tre sorelle
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi čechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Čechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Čechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro. -
Bartleby lo scrivano
Wall Street, più di un secolo fa. Una giornata qualunque nello studio di un avvocato, gentile e anonimo. Un giorno viene assunto un nuovo scrivano ed è come se in quell’ufficio fosse entrato un vento che manda all’aria il senso normale delle cose, e della vita. Bartleby si chiama, e fa lo scrivano. Copia e compila diligentemente le carte che il suo padrone gli passa. Finché un po’ di sabbia finisce nell’ingranaggio e tutto si blocca: un giorno Bartleby decide di rispondere a qualsiasi richiesta con una frase che è rimasta nella storia: «Avrei preferenza di no».