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Antologia del grande attore
Dopo il tramonto della commedia dell’arte, si apre il secondo grande periodo del teatro italiano, in cui il grande attore emerge come personalità dominante, intrepretando sia i classici, sia i drammi della nuova letteratura straniera: da Metastasio e Alfieri si passa a Pellico e Niccodemi, fino alla riscoperta di Shakespeare, a Verga e Pirandello. Dal Modena alla Duse, da Salvini a Zacconi, lo spettacolo teatrale italiano è improntato sui nuovi sentimenti di indipendenza e libertà. Sorse inoltre il teatro dialettale con i suoi grandi attori popolari in stretta relazione con il varietà (Viviani e Petrolini) e il cinema degli esordi (Fregoli, Musco, fino a De Sica e Totò). In questa antologia, composta da scritti di critici e degli stessi attori, viene rievocata un’epoca felice dello spettacolo teatrale, in cui campeggia il grande attore, figura che rispecchia e incarna i sentimenti, le convinzioni, gli atteggiamenti della nazione. -
The Monster Show. Storia e cultura dell'horror. Nuova ediz.
In una nuova edizione italiana, 'The Monster Show' è ormai un classico della saggistica sul genere horror, tema esaminato, non solo dal punto di vista cinematografico, ma in tutte le sfaccettature che contraddistinguono le forme dello storytelling del macabro. Lungo pagine dense di gustosi aneddoti e iconiche citazioni, si ripercorre con ironia e arguzia un secolo di intrattenimento della paura: da Bela Lugosi nelle vesti di Dracula, agli spettri di Lynch. Dal tentativo di esorcizzare sul grande schermo il pericolo dell’Aids delineando protagonisti «dal sangue infetto», alla fenomenologia del nuovo yuppie sociopatico della grande metropoli ritratto in 'American Psycho' di Bret Easton Ellis, Skal analizza per immagini e testimonianze la passione per il grottesco, un collage di episodi in cui cinema e realtà si fondono, costruendo l’attraente disegno dell’estetica dell’orrido. -
Vittorio De Seta. Il mondo perduto
L'intera vita artistica di Vittorio De Seta è incentrata sulla ricerca di un linguaggio che sappia restituire, tra il realismo del documentario e la finzione del mezzo cinematografico, il racconto genuino dell'Italia, in particolare meridionale (pietre miliari rimangono il reportage ""Isole di fuoco"""" del 1954 o la pellicola neorealista """"Banditi a Orgosolo"""" del 1961). Questo volume intende costituire un'antologia in grado di rappresentare un ritratto a tutto tondo dell'artista Vittorio De Seta: dalle riflessioni personali alla lunga intervista sullo sviluppo del proprio stile artistico, fino agli autorevoli giudizi pronunciati da altri autori (in particolare si veda il contributo di Pasolini), ne emerge la figura di un artista poliedrico sensibile al mondo che lo circonda eppure portatore di un'estetica del tutto unica e personale."" -
Cinema e teatro del Fronte Popolare. Negli anni Trenta del Novecento in Francia
Il Fronte Popolare francese degli anni Trenta non è stato soltanto il tentativo di costituire una coalizione politica socialista come alternativa all’egemonia del capitale, ha rappresentato anche un inesauribile laboratorio culturale. Lungo le pagine del volume, Fofi rievoca con ironia, ma anche filologia storica, le tensioni e i sogni di quel breve ma intenso periodo. Al centro la vivace attività cinematografica e teatrale. Vengono così alla luce gli aspetti e le controversie di una parentesi politica e artistica che risulterà fondamentale per «il nuovo Rinascimento» dello scenario culturale francese del dopoguerra. -
Tunisi. Piccola guida performativa
Quante volte, visitando una capitale europea, vi siete chiesti: ma dove saranno i loro teatri? Quali saranno gli spettacoli più adatti ai miei gusti? Quali gli artisti? Finalmente una ‘guida turistica’ del teatro! Una serie diretta da Andrea Porcheddu che ci porterà attraverso i luoghi dove si consuma il rapporto con la cultura materiale, nello spazio vivo della comunità. Poi, quando lo spettacolo finisce, saremo pronti a consigliarvi, locali e ottimi ristoranti.Benvenuti a Tunisi! Sospesa tra profumi e colori della tradizione e le contraddizioni e forme dell’epoca contemporanea, a Tunisi il teatro è divenuto il più importante ʻportavoce culturaleʼ dei cambiamenti radicali che hanno interessato il Paese dal secolo scorso fino ad oggi. -
Jean Vigo. Vita e opere del grande regista anarchico
Jean Vigo, morto ventinovenne di tisi nel 1934, nonostante l'esiguo numero di film e l'accanimento censorio di politici e produttori contro le sue pellicole, è tuttora uno dei miti della storia del cinema. Da ""À propos de Nice"""", violento pamphlet sul mondo borghese, a """"Zero in condotta"""", poema di straordinaria libertà creativa sul mondo dell'Infanzia, fino a """"L'Atalante"""", canto all'amore e alle possibilità di una liberazione che, malgrado le costrizioni sociali, coinvolge tutte le età, l'opera di Vigo rappresenta un'eccezione nell'evoluzione delle avanguardie artistiche. Sales Gómes, in questa biografia, ricostruisce con minuziosa precisione un appassionato ritratto del giovane regista, inserendolo nella storia politica e culturale della Francia del tempo, dall'esplosione anarchica alla Prima guerra mondiale, e la nascita delle avanguardie, alle origini del Fronte Popolare. Neri saltano l'attualità e la modernità di un'opera indimenticabile, che oltrepassa i limiti della storia del cinema."" -
Poesie e pensieri
Le poesie di Giorgio Albertazzi si offrono come le sue interpretazioni a teatro: intime e pubbliche allo stesso tempo. Un diario in versi che attraversa una vita. L’infanzia evocata, la campagna fiorentina,i legami familiari, le relazioni sentimentali e professionali, la costante presenza della compagna e poi moglie Pia, le figure umane e gli animali della Pescaia emergono qui come un’enciclopedia delle emozioni. Si compone così il ritratto di un uomo, e di un attore, contraddistinto dalla libertà intellettuale, dall’intensità delle sue passioni e del suo talento. -
Gli sposi
Gli sposi, pièce teatrale interpretata con grande successo in Italia da Elvira Frosini e Daniele Timpano (curatori della presente edizione), è la messa in scena della storia del Presidente Nicola e Ceausescu e sua moglie Elena Petrescu, ordinaria coppia nella vita privata, cinico e sanguinario duo nella gestione del potere nella Romania Comunista. Entrambi di estrazione contadina, pur apparentemente meno dotati dei loro compagni, scalano le gerarchie del Partito Comunista, fino a diventare, nel loro Paese, autentici tiranni: ne emerge, nelle taglienti battute di Lescot, un racconto grottesco,dove a farsi strada, in un orizzonte cupo e irrazionale, è nuovamente la «banalità del male», il cui apice si manifesta nella tragica fine dei due sposi. -
Il teatro di Totò. 1932-46
Prima di divenire nel cinema un impareggiabile attore comico, Totò fu, negli anni Trenta, uno dei massimi interpreti del teatro della tradizione popolare napoletana. In questo volume che raccoglie esilaranti sketch e scene che attingono direttamente alla «farsa urbana e sottoproletaria di Pulcinella», al genere del varietà innovato dal café-chantant, fino alla «rappresentazione comica di un certo piccolo borghese italiano, timido, aggressivo, pauroso e alla fine ridicolo», viene restituito lo spirito più genuino della comicità di Totò: irriverente nella satira politica (e, per questo, vittima della censura fascista), irresistibile quando ridisegna i luoghi comuni sulla napoletanità. Questi testi svelano la completezza artistica di Totò, qui investe di assoluto mattatore della scena, lungo una variegata galleria di personaggi in cui spiccano le sue inconfondibili doti di ironica maschera. -
Il Verbo
Scritto nel 1925, Il Verbo fu uno dei più clamorosi successi del teatro danese, dal momento in cui, nel 1932, a Copenaghen, fu messo in scena dalla regista Betty Nansen. L’evocazione di un moderno miracolo di resurrezione, nel contesto della profonda provincia danese, animata da aspri conflitti religiosi, non solo sollevò attenzione e un lungo strascico di polemiche teatrali e persino teologiche, ma impressionò in particolare il regista Carl Theodor Dreyer che, a distanza di molti anni, avrebbe tratto dal copione di Munk l’omonimo capolavoro cinematografico Ordet, premiato con il Leone d’Oro alla Biennale veneziana del 1955. Il film di Dreyer ha quasi oscurato il testo di Munk, che pure presenta interessanti diversità rispetto alla pellicola e che, negli ultimi anni, ha comunque conosciuto un certo revival su palcoscenici prestigiosi (memorabile, nel 2008, la fascinosa messinscena di Lars Norén al Teatro Reale di Copenaghen). -
Kubrick e il cinema come arte del visibile
L’esperienza cinematografica di Kubrick ha segnato la storia culturale del Novecento, diventando, di fatto, vero e proprio termine di paragone per tutti i registi successivi: da Orizzonti di Gloria a Spartacus e 2001: Odissea nello Spazio, da Shining a Barry Lyndon e Arancia Meccanica, fino alla ""pellicola-testamento"""" Eyes Wide Shut, il cineasta britannico ha saputo reinterpretare i temi e generi più disparati realizzando sempre autentici capolavori. Nel presente volume, Bernardi, seguendo spesso originali chiavi di lettura, ci accompagna in un’approfondita analisi del lavoro del grande regista, dove personaggi, trama, ambientazioni e luci si compongono in un mosaico perfetto, in cui regna il perfezionismo stilistico di Kubrick."" -
Making an entrance. Teoria e pratica per danzatori disabili e non disabili
"Making an entrance"""" è la prima introduzione pratica per insegnare danza ad allievi disabili e non disabili considerati su un piano paritario. Questo manuale, benché a tratti provocatorio nel suo approccio radicale al rapporto tra danza e disabilità, è una lettura essenziale per chiunque desideri approfondire il tema della diversità attraverso l’arte della danza. Benjamin individua nell'improvvisazione il focus centrale del suo studio e si chiede come possa essere utilizzata tale tecnica al meglio per rispondere ai bisogni mutevoli che si esprimono nell'educazione alla danza e nel mondo della performance professionale. L’autore prende in considerazione la storia dell’integrazione, il luogo che questa può occupare nell'ambito della danza e il suo ruolo nel quadro di una società fortemente disgregata. Il libro comprende oltre cinquanta esercizi e improvvisazioni studiati per stimolare e ‘sfidare’ studenti di danza di tutti i livelli. Inoltre evidenzia gli aspetti pratici relativi all'organizzazione di workshop, esaminando tematiche specifiche come le dimensioni dei gruppi, gli aspetti relativi alla sicurezza dei partecipanti in sedia a rotelle e dell’accessibilità degli spazi di danza." -
33 svenimenti. L'ultimo spettacolo di Mejerchol’d
Tra il 1934 e il 1935, pur all’inizio del terribile periodo della persecuzione staliniana, Mejerchol’d torna alla leggerezza del teatro di Anton Čechov, mettendo in scena tre brevi atti unici (L’anniversario, La domanda di matrimonio e L’orso): sarà l’ultimo spettacolo prima del suo assassinio. Accomunati dal leitmotiv dello svenimento (di cui Mejerchol’d ne conta appunto trentatré), questi tre testi di mirabile comicità e dinamismo divengono nuove occasioni per veicolare un credo teatrale in cui attore, scena e testo creano un’armonica unione nella recitazione sul palcoscenico. Il presente volume alterna gli atti unici di Čechov ai resoconti delle prove di Mejerchol’d con i suoi allievi, appunti che ci consegnano la voce e gli insegnamenti di uno dei più influenti registi teatrali del Novecento. -
The Global city
The Global City è il diario di un viaggio nello spazio e nel tempo per ricostruire un’avventura teatrale e di vita. Sette anni di lavoro ed esperienze a cavallo di quattro continenti, gli incontri e il dietro le quinte di un progetto multidisciplinare di respiro internazionale, che Instabili Vaganti hanno costruito per step, cercando di indagare il presente distopico della globalizzazione attraverso le sue megalopoli, i suoi abitanti e le centinaia di performer con cui sono venuti in contatto. A cavallo tra narrazione, diario, studio antropologico e analisi teatrale – grazie al contributo delle note di regia di Anna Dora Dorno, della presentazione del filosofo Enrico Piergiacomi, del testo dello spettacolo firmato da Nicola Pianzola e di una ricca sezione iconografica – The Global City vuole restituire il senso di quell’avventura umana che appartiene a mistici ed esploratori, teatranti e artisti. -
Cross the Gap. Attraversamenti nei teatri del possibile con Factory Compagnia Transadriatica
Cross the Gap è un progetto che sperimenta molteplici modalità di inclusione nel campo teatrale, una buona pratica portata avanti dalla compagnia Factory Transadriatica, la testimonianza di un progetto europeo di ampio respiro. Cross the Gap è un’esperienza di vita e di teatro che nasce all’interno di un programma di integrazione che unisce Italia e Grecia, teso all’abbattimento delle barriere sociali e architettoniche, affinché la cultura sia universalmente accessibile. -
Dire luce. Una riflessione a due voci sulla luce in scena
Il presente volume è la traccia di un dialogo tra riflessione sulla luce e la sua dimensione operativa, come naturale esito di un confronto che si è svolto nelle pagine di un’ininterrotta corrispondenza, e nella forma viva e condivisa di seminari e incontri. Due punti di partenza distinti che, nella loro rispettiva specificità, condividono lo stesso orizzonte. Due voci che, nella distanza, incrociano le stesse coordinate di riferimento, condensandole in dodici parole-mondi (Invisibilità, Materia, Scrittura, Polvere, Buio, Colore, Movimento, Voce, Trasparenza, Atmosfera, Botanica, Aria). Le riflessioni intrecciano rimandi puntuali al lavoro di scena e considerazioni di tipo storico-critico aperte su territori contigui alle arti performative come fotografia, cinema e arti figurative; uno sguardo che si posa a cadenza regolare su immagini che vengono proposte come parte integrante del tessuto discorsivo. -
Titina De Filippo. L'artefice magica
Titina De Filippo intraprese fin da bambina la strada dell’arte, assaporando i primi applausi all’ombra di Scarpetta e trasformando in mestiere quel gioco che condivideva con i fratelli più piccoli, Eduardo e Peppino. Trascorse la sua giovinezza pronta ad afferrare ogni insegnamento e a convertirlo in esperienza e profitto, arrivando infine a conquistare le platee grazie alla sua serietà e autenticità d’arte. Il volume si occupa di indagare e, per quanto possibile, di ricostruire nella sua complessa eterogeneità, il percorso artistico di Titina senza disperdere quell’alone di magia che ha ammantato la sua figura di attrice, e che qui diviene la chiave di molteplici percorsi di indagine. A Titina la parola quasi non occorreva, le bastava il silenzio – come sempre fu per le grandi attrici – per esprimersi tutta. -
In flagrante delicto. Gesualdo da Venosa. Principe dei Musici
Il libro non è soltanto un testo teatrale, ma anche un lavoro di ricostruzione e riproposizione poetica, fra storia, mito e leggenda sulle tracce di Gesualdo da Venosa. Il tentativo di sottrarre all’oblio un personaggio pieno di contraddizioni e turbamenti, in un contesto storico, quello tra fine Cinquecento e inizio Seicento, cupo e violento, eppure ricco di scoperte rivoluzionarie. E, come in un quadro di Caravaggio, tra luce e ombra, provare a ricostruirne il mosaico: la vita, l’epoca, i sentimenti, la religione, la colpa, il dovere, la forma e la musica. Come in un madrigale, tessere la trama delle mille voci della mente di Gesualdo, la polifonia dissonante della sua coscienza e delle sue passioni, esplorando il confine tra narrazione e teatro drammatico proprio come, all’inizio del Seicento, la composizione musicale oscillava tra polifonia e monodia, tra la pittura musicale dei testi e la nascita del melodramma. -
Stanislavskij alle prove. Gli ultimi anni: il metodo delle azioni fisiche
In questo particolare diario di scena Toporkov ripercorre gli ultimi anni di Stanislavskij al Teatro d'Arte. In una continua e fedele rievocazione delle parole del Maestro, viene delineato il ""sistema di Stanislavskij"""" applicato ai testi di autentici classici come Le anime morte di Gogol' o il Tartufo di Molière. Un metodo per cui la naturalezza e la verosimiglianza nella recitazione, necessari imperativi per l'attore, passano attraverso «un processo graduale e consequenziale di assimilazione e consolidamento della linea trasversale del personaggio» interpretato."" -
La performance controversa. Tra vocazione rituale e vocazione teatrale
Quella di performance è una nozione certamente controversa e anche per questo motivo di inesauribili suggestioni esegetiche, compreso il rischio proprio della modalità pervasiva di un termine che ha allungato le sue spire in direzioni molteplici, rendendosi noto e, talora, contraddittorio o addirittura inviso proprio per effetto della sua esasperata fama. A tal riguardo, pur riconoscendo la congerie complessa dei saperi implicati in tale fenomenologia, i due studiosi hanno preferito calibrare la loro attenzione su alcuni nodi teorici diversi e specifici, facendo riferimento prevalentemente all’orizzonte degli studi teatrali, intendendo conferire spessore ad uno strumento metodologico che può e deve essere certamente discusso, ma non eluso.