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Vita ardimentosa di una prof
«FIT, TFA, PAS, GAE, TIC, PTOF, PON, BES: l'iniziazione alla setta scolastica è innanzitutto di tipo linguistico. Poi ci sono le circolari ministeriali e i bandi da decifrare. Le zie presidi connesse anche di notte a orizzontescuola.it. I gruppi di ansiogeni su Facebook informatissimi su tutte le mosse del ministero. Lo scritto e l'orale. Le infinite ore di tirocinio...». Chiunque voglia fare dell'insegnamento il proprio mestiere deve prepararsi all'esercizio della resistenza. Per poter finalmente fare quello che, soprattutto grazie agli studenti, rimane il lavoro più bello del mondo. -
L' autunno della sinistra in Europa
Dall'inizio degli anni Novanta l'Occidente vive una concatenazione di grandi eventi politici, di mutazioni economiche e di cambiamenti strutturali. La formazione di un universo multipolare insieme a una reviviscenza di nazionalismi e di conservatorismi autoritari; la rivoluzione tecnologica del digitale e le conseguenze di una lunga recessione; una massiccia immigrazione verso il Vecchio Continente e l'irruzione del terrorismo islamista. In questo contesto, segnato da svolte epocali, la sinistra europea avrebbe dovuto dar vita a una nuova cultura politica e progettuale, capace di incanalare le innovazioni emerse su ogni versante in funzione dell'interesse collettivo e dell'inclusione sociale. Invece essa, oltre a subire una trafila di sconfitte elettorali, dà l'impressione di aver smarrito la bussola, cosicché i 'perdenti' e i 'marginalizzati' dai drastici mutamenti di scenario vengono attratti dal populismo. -
L' «invenzione» del diritto
Il diritto non piove dall'alto sulle teste dei cittadini. Al contrario, è qualcosa che si trova nelle radici di una civiltà, nel profondo della sua storia, nell'identità di una coscienza collettiva. Deve essere identificato negli strati profondi della società, laddove allignano i valori fondamentali. La riflessione originale di un grande Maestro sul ruolo cruciale del diritto per la convivenza umana. -
La laurea negata. Le politiche contro l'istruzione universitaria
In un mondo in cui i livelli di istruzione superiore sono decisivi per il progresso economico e l'inclusione sociale, l'Italia sta operando da dieci anni un forte disinvestimento sull'università. Per la prima volta dall'Unità si sono ridotti gli immatricolati. È cresciuto il costo degli studi. L'università italiana è diventata ancora più povera nel confronto europeo. Un'intera generazione di studiosi è stata costretta alla precarietà o alla fuga. Inoltre, processi di valutazione estremamente discutibili stanno riconfigurando il sistema, principalmente a danno degli atenei del Centro-Sud. Tutto questo ha gravi conseguenze per i giovani italiani di oggi e di domani. Una vicenda che deve interessare tutti i cittadini, non solo gli esperti. -
Risvolti di copertina. Viaggio in 14 case editrici italiane
Sellerio, E/O, L'orma, Giunti, il Mulino, Zanichelli, Einaudi, Bao, Il Castoro, NN, La nave di Teseo, Feltrinelli, GeMS, Mondadori: un viaggio in 14 case editrici italiane, per scoprire come e chi progetta i libri, ne cura i testi e le immagini, ne disegna le copertine, li promuove presso i lettori.rn«La giornalista Cristina Taglietti ci porta nel cuore di 14 tra i nostri principali editori per mostrarci come vivono, di cosa parlano e come pensano uomini e donne del libro. E che cosa significa il fiuto per il mercato, l'orgoglio per le scelte coraggiose, la difesa dell'identità del marchio...» - Il Venerdìrn«Un articolato percorso storico delle case editrici italiane per leggere segmenti fondamentali del processo culturale, sociale e civile del nostro Paese» - Il Mattinorn Le case editrici sono, prima di tutto, case. I tavoli per le riunioni sostituiscono i tavoli da pranzo, gli sgabuzzini diventano piccole cucine, le cantine archivi, biblioteche o studi di registrazione per gli audiolibri. Piccoli marchi in appartamenti di poche stanze, holding che occupano interi palazzi o che occupano sedi pensate su misura. Questo libro parte da qui: accompagna il lettore dietro quei portoni, mostra chi abita quelle stanze, in quali spazi si pensano e si realizzano i libri che leggiamo, come arrivano i grandi bestseller internazionali sui tavoli degli editor o qual è la strada che percorre un dattiloscritto per arrivare nelle librerie. Da Palermo a Milano, da Roma a Bologna e Torino, un viaggio per raccontare dall'interno marchi storici o sigle appena nate, piccole imprese artigianali e grandi gruppi editoriali. -
La famiglia è in crisi. Falso!
La famiglia in Italia gode di ottima salute, e questa è decisamente una buona notizia: siamo stati descritti come il paese del 'familismo amorale' e i forti legami di sangue che caratterizzano la nostra società sono stati spesso visti come un segno di arretratezza. In realtà, l'eccezionale ricchezza degli scambi interni alla famiglia italiana è un vero e proprio generatore della qualità della vita del nostro paese, e contribuisce al benessere economico nonché alla coesione sociale. -
Una pace necessaria. I rapporti italo-albanesi nella prima fase della guerra fredda
Il volume esplora le relazioni bilaterali italiano-albanesi nell’arco di tempo che abbraccia i primi vent’anni (1945-1965) della cosiddetta Guerra fredda. Una fase storica che ha profondamente segnato i rapporti tra Roma e Tirana, divenute componenti di due inconciliabili contesti geopolitici che avevano assunto, per la prima volta nella storia, caratteristiche globali. Dopo la parentesi dell’occupazione dell’Albania da parte italiana e all’indomani del secondo conflitto mondiale, le relazioni tra i due Paesi ripresero lentamente vigore per essere edificate ancora una volta nel solco dell’amicizia e della prossimità.rnSulla base dello studio della documentazione archivistica – nella quasi totalità inedita – conservata nelle rispettive istituzioni poste sui due lati dell’Adriatico e del materiale custodito presso l’archivio del Dipartimento di Stato a Washington, in queste pagine si contestualizzano, ricostruiscono e analizzano i principali eventi e le scelte politiche compiute in quegli anni dai due Paesi. -
Immigrazione. Cambiare tutto
L'immigrazione non vista come un problema episodico, ma come un fenomeno su ampia scala e a lungo termine, con problematiche, critiche e riflessionirnrnrn«Un testo che è l’esito di ricerche quasi trentennali sul tema, ricchissimo di dati di prima mano molto aggiornati, analizzati alla luce di un paradigma interpretativo fortemente innovativo, cercando di rispondere ai timori di parti crescenti dell’opinione pubblica, offrendo soluzioni concrete e pragmatiche, al di là delle divergenze politiche sul tema» - Permadaily.iyrnrnrnL'immigrazione è un fenomeno strutturale da decenni. Tuttavia è sempre stato affrontato in termini di emergenza, come fosse un fatto episodico. Ma l'estensione, la qualità e la quantità del processo sono tali da esigere una soluzione complessiva al nostro sistema di convivenza che non sottovaluti il malessere diffuso nell'opinione pubblica. Le recenti polemiche intorno al ruolo delle ong nei salvataggi sono l'ultimo degli esempi. Per non dire della crescente xenofobia che rischia di indebolire la coesione sociale del nostro paese. L'immigrazione irregolare, il trafficking (i suoi costi e i suoi morti), i salvataggi, i respingimenti, la gestione dei richiedenti asilo con le sue inefficienze, le forme dell'accoglienza. E ancora, i problemi legati ai rimpatri, alla cittadinanza, alle implicazioni delle diverse appartenenze religiose: è urgente e necessaria una riflessione critica onesta su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose, con il coraggio di proposte radicali. -
Cosa c'entra l'anima con gli atomi? Introduzione alla filosofia della scienza. Ediz. ampliata
La scienza può spiegare tutto? Qual è il rapporto tra ipotesi e osservazioni? Che differenza c'è tra una teoria scientifica e una filosofica? Se le teorie scientifiche mutano nel tempo, come possiamo definirle vere? In questa introduzione alla filosofia della scienza si mettono in evidenza con chiarezza e sistematicità gli snodi concettuali e i punti di contatto tra scienza e filosofia, due modalità inseparabili di interpretazione del mondo. -
L' ordine giuridico medievale
L'esperienza giuridica medievale si pone come un pianeta separato e distinto da quello moderno: un insieme di valori fortemente incisivi e largamente diffusi creano una particolare mentalità giuridica e impongono precise scelte e soluzioni per i grandi problemi della vita associata. Su questa base Paolo Grossi ricostruisce magistralmente tale mentalità, assumendo a sue fedeli cifre espressive in primo luogo i vari istituti che organizzano la vita di ogni giorno, ciò che oggi noi chiameremmo 'diritto privato'. Ne emerge una civiltà intimamente giuridica, perché fondata su un ordine che è offerto dal diritto e che sul diritto si incardina. A fronte di una tumultuosa superficie politico-sociale, fa spicco la saldezza e la stabilità della costituzione sottostante, l'ordine giuridico appunto, garanzia e salvataggio della civiltà medievale. E, per questo, uno dei suoi messaggi storici più vivi e vitali. -
La questione italiana. Il Nord e il Sud dal 1860 a oggi
Dopo 150 anni di unità nazionale, da più versanti vengono messe in discussione sia la validità che la prospettiva del processo unitario. Già la fine del sistema politico italiano nato con la Repubblica ha prodotto, sul finire del Novecento, sentimenti e riflessioni che ponevano in dubbio la saldezza del vincolo nazionale in una crisi acuta delle istituzioni, della rappresentanza politica, delle relazioni sociali. In un panorama tempestoso, solcato da processi disgreganti, può essere utile allontanarsi per un momento dall'informazione in tempo reale e tornare a riflettere sui tempi e le forme che hanno caratterizzato la formazione e l'evoluzione dello Stato nazionale italiano. Per provare a capire meglio, se possibile, qualche vecchia ragione dei problemi attuali. Poi, visto che la contrapposizione Nord-Sud pare l'unico punto capace di saldare una discorde concordia nazionale, si può tornare anche su tale questione, che molti hanno dato per superata e risolta trent'anni fa. Ma non è così. La centralità del Mezzogiorno nella storia dell'Italia unita non è stata una invenzione dei meridionalisti, tanto meno dei meridionali. Non per caso, il Sud è stato al centro della politica nazionale per tutto il quindicennio del dopoguerra, che ha visto l'Italia emergere dalla disfatta nazionale e ascendere tra i paesi più sviluppati del mondo. Oggi il Mediterraneo non è più un mare di retorica, ma è di nuovo al centro dei traffici globali. -
Dizionario di archeologia. Temi, concetti e metodi
Mai come in quest'ultimo ventennio l'archeologia storica ha subito evoluzioni e cambiamenti strutturali tanto profondi. Nel corso dell'Ottocento e del Novecento si è andata consolidando, soprattutto nell'Europa centro-settentrionale, una simmetrica tradizionale che ha allargato al Medioevo il raggio di interesse. Il volume, che non si presenta come manuale ma con una sua organica e ordinata articolazione, vuole dare un'immagine della complessità delle tematiche dell'archeologia contemporanea, organizzato per voci e aggiornato che tiene conto dell'evoluzione e dei profondi cambiamenti strutturali che l'archeologia storica ha conosciuto negli ultimi decenni. -
Diritto d'amore
Le parole diritto e amore sono compatibili o appartengono a logiche conflittuali? Nell'esperienza storica, il diritto si è impadronito dell'amore. Lo ha chiuso in un perimetro, l'unico giuridicamente legittimo: il matrimonio. Un contratto di diritto pubblico, sorvegliato dallo Stato, basato sulla stabilità sociale, la procreazione, l'educazione dei figli e portatore di una morale ritenuta prevalente, quella cattolica. Obbedienza e subordinazione per le donne, logica autoritaria e patrimonialistica, un blocco compatto nel quale l'amore riusciva con fatica ad aprire qualche breccia. Oggi troviamo il futuro declinato in modo ben diverso dal passato e sembriamo prendere congedo da un diritto ostile all'amore. La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta ogni discriminazione e legittima, in condizioni di parità, unioni diverse da quella matrimoniale. La Corte costituzionale italiana ha cominciato a riconoscere alle persone dello stesso sesso il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia. Ma se rivolgiamo lo sguardo alla società italiana, cogliamo ancora troppe tracce di una politica del disgusto che continua a ritenere inaccettabili i diritti dell'amore. Una politica che si nutre di pregiudizi, sorda ai richiami dell'Europa, ostacola l'abbandono delle discriminazioni e nega alle persone diritti fondamentali, come l'accesso paritario di tutte le coppie al matrimonio. -
Tucidide. La menzogna, la colpa, l'esilio
Tucidide - uomo politico ateniese, comandante militare, appaltatore delle miniere d'oro che Atene occupava in Tracia - è stato il principale testimone e narratore della 'grande guerra' che oppose Atene a Sparta (431-404 a.C): un immane conflitto che segnò l'inizio del declino della Grecia classica. Tucidide non amava la democrazia ma seppe convivere col secolare regime democratico, fino al momento in cui, nel 411 a.C, un sanguinoso colpo di Stato portò al potere i suoi amici oligarchi. Cosa accadde allora a Tucidide? Si schierò con l'oligarchia? Dovette eclissarsi al crollo del breve regime oligarchico? Certo è che, proprio con i fatti di quel terribile 411 a.C, la sua Storia - narrazione giorno per giorno della lunga guerra tra Spartani e Ateniesi - si interrompe. Questa coincidenza è il punto di partenza, e forse la chiave, per dipanare la sua vera vicenda biografica, offuscata da una massiccia leggenda che fa di lui o un incompetente mentitore o la vittima di una colossale, inspiegabile ingiustizia, culminata in una improbabile condanna a morte. -
La filosofia e le sue storie. L'età moderna
Un viaggio appassionante attraverso la storia del pensiero filosofico che unisce le idee alla cultura materiale, le forme del ragionare alla società e al modo di vivere, la filosofia alla storia, all’arte, alla scienza. I filosofi che incontreremo sono colonne portanti del pensiero filosofico: da Marsilio Ficino e Pico della Mirandola a Giordano Bruno e Francesco Bacone; da Cartesio e Locke a Spinoza e Leibniz; da Hume a Kant. -
L'incontro e il caso. Narrazioni moderne e destino dell'uomo occidentale
L'incontro tra Leopold Bloom e Gerty MacDowell, l'incontro di Lucia con l'Innominato e quello tra Emilio e Angiolina in Svevo: nelle narrazioni di ogni genere e tempo l'incontro non è solo tema molto vitale dell'intreccio ma anche artificio della trama, contenuto e forma. Da Manzoni a Joyce, da Flaubert a Proust, da Maupassant a Svevo, Pirandello e Kafka, Romano Luperini guida il lettore in una suggestiva indagine sul motore capriccioso che governa l'esistenza dell'uomo occidentale e le sue rappresentazioni narrative. -
Populismo e stato sociale
Interruzione del processo di integrazione europea, chiusura delle frontiererna persone e prodotti provenienti da altri Paesi, taglio delle tasse, aumentorndella spesa pubblica: queste sono alcune delle soluzioni del populismo alrnsenso di vulnerabilità generato dalle sfide alla globalizzazione. A questernsoluzioni semplicistiche e pericolose, Tito Boeri – economista e attualernPresidente dell’INPS – contrappone una seria analisi dei fatti, delle solidernrisposte e una proposta. -
Caporetto
In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.rnrnDa cent’anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l’esercito italiano si rivelò all'improvviso così fragile? L’Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell’esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti – contadini o operai – che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell’iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto così tutti problemi. -
Il metodo della paura. Terrorismi e terroristi
Non esiste categoria più universale e controversa del terrorismo. Vi sono terrorismi e terroristi in ogni pagina della storia, ma ciascuno definisce il 'proprio' terrorista arbitrariamente. In origine la ferocia veniva somministrata e dosata da dittatori e cortigiani come cinico sistema di governo, poi il metodo della paura è stato utilizzato anche da persone 'comuni' contro altre persone 'comuni': arma di liberazione, strategia eversiva, tattica geopolitica, tecnica mafiosa, sublimazione del martirio. Questo libro ricostruisce i tempi, i contesti e i sistemi di valori e disvalori nei quali è stato sperimentato il metodo della paura. Dal Terrore nella Rivoluzione francese ai movimenti di liberazione, dallo stragismo nazista in Italia a piazza Fontana, dal jihadismo afgano-pakistano fino al nichilismo autodistruttivo dei tempi del 'califfato'. Prefazione di Lucio Caracciolo. -
Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l'Occidente
L’ascesa e la caduta dell’Isis, ilrnruolo dei tiranni mediorientalirnraccontati da uno dei protagonistirndelle primavere arabe, esule inrnEuropa.rn«Palestinese cresciuto negli Emirati ora in esilio in Norvegia, Iyad el-Baghdadi ci mostra, da attivista più che da freddo analista, i tre grandi nemici della pace: terroristi, tiranni e l'Occidente che li appoggia» - Francesca Caferri, Robinsonrn«Nonostante si oppongano gli uni agli altri, RArntiranni e terroristi hanno una relazionernsimbiotica: i terroristi hanno bisogno deirntiranni per reclutare e radicalizzare; i tirannirnhanno bisogno dei terroristi per legittimarernil loro potere; i governi occidentali, invece,rnhanno bisogno sia degli uni che degli altrirnper giustificare i loro interventi militari e irnconseguenti vantaggi economici e politici. Sirntratta di un ‘triangolo vizioso’»rnrn«Il 17 dicembre 2010 un venditore ambulante di nomernMohamed Bouazizi si diede fuoco in un atto di protestarnestremo contro una vita fatta di umiliazioni sotto un regimerndittatoriale. Nel giro di poche settimane un incendio si erarnpropagato in tutto il mondo arabo, ispirando proteste ernribellione da parte di una generazione che non conosceva altrornche la tirannia.rnQuella finestra di opportunità non è rimasta aperta a lungo.rnNell’agosto 2013 venne versato così tanto sangue da far caderernla regione in una spirale di violenza: la mattina del 14 agostornil regime egiziano massacrò al Cairo più di ottocento civili,rnsostenitori del deposto Presidente Mohamed Morsi. Unarnsettimana dopo il regime di Assad colpì due sobborghi ribellirndi Damasco con razzi riempiti di sarin, uccidendo più di millerncivili. Il Medio Oriente entrava così in una nuova fase dellarnsua storia, caratterizzata da una ribellione più ostinata, da unarntirannide più vendicativa e da un terrorismo più sanguinario.rnOggi i cittadini della regione mediorientale sono bloccati inrnun falso e opprimente dilemma: sono costretti a sostenere glirnautocrati in cambio di sicurezza e stabilità oppure a schierarsirncon gli estremisti islamici per spezzare il giogo dei tiranni ernvendicare le loro angherie. Questo triangolo vizioso non è vuoto.rnAl suo interno giacciono i comuni cittadini che sopportano ilrnpeso della repressione, perdono i diritti, la capacità di agire e, inrnmolti casi, le loro vite.rnEl-Baghdadi esprime in queste pagine la sua idea per scardinarernil triangolo vizioso: dotare la società civile araba – che esisterned è composta da una grande maggioranza di giovani molto piùrncolti e liberi dei genitori – di una autonoma cultura democratica.rnChe non può essere copiata dall’Occidente, ma può esserernappoggiata alla tradizione migliore e più aperta del mondornislamico. È per mancanza di una comune cultura libertariarnche sono fallite le primavere arabe ed è attraverso un pensierornnuovo e originale che il mondo arabo potrà rompere il triangolornvizioso.