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Storia dello Stato italiano. Dall'Unità al XXI secolo
Lo Stato italiano celebra nel 2018 un doppio anniversario: i 170 anni dalla proclamazione dello Statuto albertino e i 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana.rnrn«Una ricca capitolazione e sintesi degli apporti di una ormai abbondante storiografia dello Stato, che mette al suo centro gli apparati, specialmente quello amministrativo, ma con un'attenzione prevalente al governo e agli uffici che da esso dipendono, pone un primo problema: che cosa intendiamo per Stato?» – Il Sole 24 OrernrnÈ giunto il tempo di fare un bilancio, di analizzare quanto e come lo Stato abbia inciso nella storia italiana.rnQuesto libro ha l’ambizione di tracciare, per la prima volta, una storia della costruzione dello Stato nelle sue strutture fondamentali: da quelle monarchico-liberali a quelle autoritario-fasciste; da quelle repubblicano-democratiche a quelle dello Stato decentrato. Nel contempo vengono delineati il consolidamento e la mutazione degli organi, degli enti e degli apparati politici, sociali e ‘imprenditoriali’. Al termine della lettura, ci saranno più chiare le ragioni che hanno reso lo Stato italiano così resistente alle riforme e incline allo sviluppo per giustapposizione delle proprie funzioni. -
Noi, esseri ecologici
Non leggi libri che parlano di ecologia? Allora questo fa al caso tuo.rnrn«Il filosofo inglese Timothy Morton, docente alla Rice University, è uno dei pensatori più originali e provocatori sui temi ambientali.» – la Repubblicarn rnrnL’oceano che si acidifica! Il riscaldamento climatico! Le specie che si estinguono! Hai appena fatto in modo di non essere mai ecologico. Ti sei fatto schiacciare dall’afflusso dei dati, sei caduto nella trappola dell’orrore dell’estinzione e del riscaldamento globale. Hai davanti a te solo lo spettro della decisione finale, disperata, a pugni e denti stretti. Senti che devi essere o fare qualcosa di totalmente diverso. Ecco scavato il baratro: da questo momento in poi non farai che mostrare a te stesso e agli altri quanto è largo e profondo questo baratro. Essere ecologici comporta un cambiamento imponente, ma di segno differente da quello seguito fin qui: se hai una vaga idea che ci sia un dentro di te e un fuori di te, sei sulla buona strada. Non affogare nella paura della minaccia esterna, non c’è nulla di esterno, noi siamo parte della natura, noi siamo ecologici. -
Primo: non maltrattare. Storia della protezione degli animali in Italia
Rispettati, coccolati e umanizzati, oggi gli animali sono parte integrante della nostra vita quotidiana e affettiva. Ma quando si è cominciato a pensare a come trattiamo gli animali? Chi sono stati gli uomini e le donne che in Italia si sono occupati della loro tutela? Questo percorso iniziò a Torino nel lontano 1871, quando venne fondata la prima società protettrice degli animali grazie all'interessamento di Giuseppe Garibaldi. Sul modello di quella torinese, associazioni zoofile nacquero in tutte le principali città. Mussolini, poi, si impossessò di questa causa per metterla al servizio degli obiettivi più generali del regime e celebrare la 'modernità' fascista. Nella storia del protezionismo animale la vera svolta si ebbe tra gli anni Settanta e Ottanta. Fu allora che si coniò il termine 'animalismo', nacquero moltissime nuove leghe animaliste e antivivisezioniste, cambiarono radicalmente le modalità di propaganda e sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Da allora il mondo dell'animalismo italiano si è sviluppato in una straordinaria varietà di associazioni, interessi e legami con altri movimenti politici e sociali. Una ricostruzione originale del percorso, accidentato e tortuoso, che ha rivoluzionato il nostro modo di pensare e di relazionarci con il mondo animale. -
Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia
Va di moda assegnare le bandiere ai luoghi. C'è chi assegna la bandiera blu alle migliori località di mare e chi quella arancione ai paesi più belli. Franco Arminio assegna la bandiera bianca ai paesi più sperduti e affranti, i paesi della resa, quelli sulla soglia dell'estinzione. Ce ne sono tanti e sono i meno visitati. Non hanno il museo della civiltà contadina, non hanno il negozio che vende i prodotti tipici, non hanno la brochure che illustra le bellezze del posto, non hanno il medico tutti i giorni e la farmacia è aperta solo per qualche ora. Sono i paesi in cui si sente l'assenza di chi se n'è andato e quella di chi non è mai venuto. Non hanno neppure stranezze particolari: non fanno processioni coi serpenti, non fanno la festa degli ammogliati, non hanno dato i natali a una famosa cantante o a un politico o a un calciatore. Non hanno neppure particolari arretratezze, hanno l'acqua calda in tutte le case, hanno le macchine e il televisore, tutti hanno di che mangiare e un tetto dove dormire. In questi paesi della bandiera bianca ci sono i lampioni, ci sono i marciapiedi, c'è sicuramente almeno un bar e un piccolo negozio di alimentari, c'è un sindaco e una piazza, c'è qualche bambino, ci sono molti anziani, ci sono case nuove e case un po' più vecchie. -
Il mare di pietra. Eolie o i 7 luoghi dello spirito
Prenotate una stanza alle Eolie soltanto se non avete paura quando appoggiate l'orecchio contro un petto al cui interno batte un cuore. Perché questo è ciò che fa un vulcano per tutta la notte, pulsa e respira. Sappiate che il mare può insegnare moltissime cose di vitale importanza e che una volta imparate non c'è modo di dimenticarle. Insegna l'attaccamento alla vita e a guardare lontano. Ogni isola delle Eolie ha un mezzo congeniale per essere visitata. Stromboli chiede di essere circumnavigata sui gozzi da pesca. Lipari vuole essere scoperta in motorino, percorrendo la strada ad anello che la avvolge e ne svela l'intimità una curva alla volta. A Panarea circolano solo golf car, le auto elettriche tipiche dei campi da golf. Perlustrate Filicudi in autostop e Alicudi su un mulo. Scalate il cratere dell'isola di Vulcano a piedi, e scoprite Salina esaminandola dai suoi mezzi di linea. Spostatevi da una all'altra quanto più potete. Perché le Eolie sono sette. E per sentire il loro racconto completo bisogna visitarle tutte e tornare e ritornare anche dove si è già stati. La storia delle Eolie è una storia che non ha un inizio e non ha una fine. È una storia che ha la forma perfetta dell'arcipelago. -
Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne
Per molti, che a stare seduti su una panchina provano imbarazzo, è l'immagine della provvisorietà, della precarietà, forse del declino. Stare in panchina, nel lessico attuale, è il contrario dello scendere in campo. Eppure una buona panchina fa sentire al riparo chi vi siede e fa apparire il suo ozio come un'attività di qualità superiore, da intenditore - un po' come quando al ristorante uno ordina un piatto molto semplice e il cuoco gli fa capire di considerarlo un buongustaio. Una panchina perfetta è come una piega del mondo, una zona franca, liberata o salvata, dove il semplice sedersi è già in sé una meditazione. Non è necessario che sia sullo Stelvio o sulla Promenade des Anglais o davanti allo skyline di Manhattan: è la panchina che definisce il centro dell'universo. -
Nanorazzismo. Il corpo notturno della democrazia
Achille Mbembe, uno dei maggiorirnintellettuali contemporanei, si addentrarnnelle dinamiche che rendono l’identificazionerndell’altro come nemico la modalità dominanterndi relazione nella società contemporanea.rnrn«Il nanorazzismo è il razzismo fatto cultura ernrespiro, nella sua banalità e nella sua capacitàrnd’infiltrarsi nei pori e nelle vene della società,rnnell’ora dell’ammaliamento di massa.»rnrnIl mondo è divenuto piccolo: se quello delle grandirn‘scoperte’ e, successivamente, del periodo colonialernsembrava senza limiti, oggi possiamo percepirne la finitezza. Larnconsapevolezza di questo mondo delimitato e attraversatorncostantemente da flussi di persone, di capitali e di dati, alimentarnla convinzione di dover proteggere noi stessi dagli altrirncostruendo muri, frontiere, sbarramenti. Gli ‘altri da noi’rnvengono interpretati come nemici che minacciano i nostrirnvalori, per quanto vagamente essi siano definiti, e il razzismo sirninfiltra nella cultura di massa, nella buona società, nel nostrornfuturo prevedibile. Da qui il titolo del libro di Achille Mbembe: ilrnNanorazzismo è «quella forma narcotica del pregiudizio dirncolore che si esprime nei gesti in apparenza neutri di ognirngiorno, nello spazio di un nulla, di una frase in apparenzarninconsapevole, di una battuta, di un’allusione o dirnun’insinuazione, di un lapsus, di una barzelletta, di un sottintesorne, bisogna pur dirlo, di una cattiveria voluta, di un intentornmalevolo, di uno sgambetto o di un placcaggio intenzionali, dirnun’oscura voglia di stigmatizzare e soprattutto di fare violenza,rnferire e umiliare, di infangare chi non si considera dei nostri.»rnRintracciando nella tirannia dei regimi coloniali e schiavisticirnil seme di queste dinamiche di ostilità e sopraffazione, AchillernMbembe esamina i vettori di una violenza planetaria chernoggi si manifesta nel risorgere dei nazionalismi atavici, nellarnguerra contro ‘il terrorismo’ e nel razzismo di stato che, conrnil pretesto della difesa della civiltà, spazza via gli elementirndella democrazia e sospende i diritti dei cittadini. È così chernprogressivamente accettiamo uno scivolamento autoritario nelrnnome della sicurezza e della protezione della nostra libertà. -
Il potere della cucina. Storie di cuochi, re e cardinali
Chi l'ha detto che in cucina si elaborano solo ricette? Nelle storie raccontate in questo libro la cucina è al centro di un gioco di cultura e di potere. Maestro Martino, Bartolomeo Scappi, François Vatel: tre cuochi - dell'Umanesimo, del Rinascimento e del Barocco - capaci di fare la storia del loro tempo, e non solo per la squisita sapienza delle loro preparazioni... Maestro Martino è cuoco al servizio del cardinale e condottiero Ludovico Trevisan. Vive in prima persona la grande rivoluzione culturale dell'Umanesimo e, involontariamente, ne diventa uno dei protagonisti. Il suo libro di ricette, tradotto in latino ed edito dall'umanista Platina, diventa la base della rivalutazione del buon cibo e della buona cucina, dopo secoli di condanna al girone della golosità. Bartolomeo Scappi è il secondo maestro. Cuoco di tre cardinali e di due papi, dovrà vedersela col furore ascetico e controriformatore del suo ultimo datore di lavoro, il papa santo Pio V, che abolirà il carnevale e introdurrà a Roma leggi feroci contro le prostitute, gli adulteri e il lusso. All'apice della carriera dovrà rinunciare a cucinare dato che il suo padrone è un austero digiunatore, ma avrà così il tempo di scrivere il più importante libro di cucina della sua epoca. François Vatel è il terzo celebre cuoco, nonché l'interprete - tragico - della nouvelle cuisine di Luigi XIV. Per Luigi II di Borbone, l'Alessandro Magno di Francia, vincitore a 22 anni delle invincibili armate spagnole, organizza un grande ricevimento al castello di Chantilly - ospite d'eccezione Luigi XIV - di cui però non vedrà la fine. Muore suicida, apparentemente per un'assurda mancanza di... pesce. Percorrendo le vite di questi tre celebri cuochi attraverso Umanesimo, Rinascimento e Barocco, scopriamo la cucina, il gusto, le ricette del tempo, ma anche i raffinati giochi di potere che presero vita, come accade ancora oggi, sulle tavole di allora. -
Eros e virtù. Aristocratiche e borghesi da Watteau a Manet
Watteau e Manet con due loro famosi quadri, ""L'insegna di Gersaint"""" e """"Il balcone"""", ci mettono sotto gli occhi il mutamento fondamentale che ha luogo tra XVIII e XIX secolo nella cultura europea. Nel Settecento le nobildonne godono di molte libertà, sessuali, intellettuali e politiche. Una parte influente della più qualificata cultura d'opposizione (con Jean-Jacques Rousseau in testa) scatena un durissimo attacco contro queste libertà, direttamente collegato all'attacco politico contro i nobili e i sovrani. Il nuovo mondo che esce dall'esperienza della Rivoluzione fa tesoro di questa elaborazione, e di conseguenza mette le donne 'al loro posto': 'angeli del focolare', chiuse nella loro prigione domestica, questo sono le nipoti ottocentesche delle gentildonne di ancién régime, di cui non hanno più né le libertà sessuali, né quelle intellettuali, né quelle politiche. Per questo si può dire che la nuova società, nata dalla Rivoluzione, non viene costruita tanto senza le donne, ma piuttosto contro le donne. E così, nell'Ottocento borghese, il potere maschile trionfa. È un potere moralisticamente severo. E tuttavia è anche un potere pronto ad abbandonarsi a fantasie di dominio sessuale: è ciò che ci viene documentato dalla pittura di nudo, molto di moda per tutto l'Ottocento, e tutta concentrata sulle nudità di donne giovani e attraenti."" -
Le virtù cardinali. Prudenza, temperanza, fortezza, giustizia
Viviamo il tempo dell'incertezza, dell'intolleranza, della paura, dell'ingiustizia. Tornare ai classici e riflettere sulla natura delle virtù cardinali - prudenza, temperanza, fortezza e giustizia - da sempre al centro della riflessione filosofica oltre che teologica, può orientare il nostro agire sia personale che collettivo. Da Aristotele a Machiavelli, da Locke a Hobbes, da Freud ad Arendt fino a Rawls scopriamo come la prudenza, la virtù deliberativa per eccellenza, sia l'unica capace di discernere il bene dal male e orientare le nostre decisioni; come la temperanza consenta agli uomini e alle donne di vivere in una società in cui nessuno impone la propria regola contro le altre; come il coraggio sia conoscenza dei propri limiti e condizione per vincere la paura; e infine come la giustizia faccia sì che i diritti non restino inchiodati entro i confini di comunità politiche chiuse. -
Il libro delle foreste scolpite. In viaggio tra gli alberi a duemila metri
"Il libro delle foreste scolpite"""" è un viaggio nel tempo alla scoperta di sé scandagliando quei luoghi dove le conifere resistono alle avversità d'un ambiente estremo e d'una terra rocciosa, là dove il resto dei viventi ha smesso di sopravvivere. Lariceti, pinete e cembrete dispersi fra quota 1900 e 2200 lungo l'arco alpino, ma anche le cortecce contorte e scolpite dei pini loricati che abitano le creste del Massiccio del Pollino, fra Calabria e Basilicata. E, infine, i pini longevi o Bristlecone Pines sulle Montagne Bianche in California, fra quota 3000 e 3900 metri, gli esemplari più antichi del pianeta (oltre 5000 anni). Un viaggio in paesaggi lunari dove la vita cerca a suo modo la strada per l'eternità. Luoghi dove l'anima si riveste di radici, di sogni, d'immaginazione." -
I cognomi degli Italiani. Una storia lunga 1000 anni
Tutti hanno un cognome: oggi è un fatto così scontato che lo si potrebbe quasi considerare naturale. In realtà si tratta dell’esito di una lunga storia.rnrn""Questo non è l’ennesimo repertorio etimologico-linguistico sull’origine dei Rossi, dei Messina o dei Parodi, ma un libro che ragiona di una storia lunga mille anni e si addentra con curiosità nella giungla dei cognomi italiani."""" - Sergio Luzzatto, “Il Sole 24 Ore”rnrn""""Un’indagine appassionata lungo i secoli alla ricerca della nascita e dell’affermazione della funzione sociale del cognome."""" - Francesca Bolino, “la Repubblica”rnrnNel corso del tempo gli Italiani si sono chiamati fra loro in tanti modi, e quello che noi chiamiamo cognome si è sviluppato molto lentamente, come risultato dell’interazione di vari fattori: la coscienza di sé degli individui e delle famiglie (a cominciare da quelle nobili), la necessità di distinguersi e riconoscersi all’interno delle comunità di appartenenza, la spinta proveniente dalla Chiesa e dagli Stati verso la regolamentazione dell’identità onomastica di ognuno… È una storia non del tutto finita e che non finirà mai."" -
Il corrotto. Un'inchiesta di Marco Tullio Cicerone
Da più di duemila anni le Verrine, cioè le orazioni con cui Cicerone riuscì a inchiodare Gaio Verre alle sue malversazioni in Sicilia, sono state presentate come un modello in tutte le storie della letteratura latina. Da quel 70 a.C. mai si è avuta una denuncia per casi di corruzione in cui l’accusatore non abbia provato a riprodurne argomenti e stile incalzante. L’imputato fu descritto come un maiale incapace di porre limiti alla propria voracità. Ma adesso Luca Fezzi in questo straordinario libro cambia registro e in merito a quella vicenda esprime espliciti dubbi. - rnPaolo Mieli, “Corriere della Sera”rnrnConcussione, peculato, appropriazione indebita, furto, vendita di sentenze, manipolazione di appalti, corruzione elettorale, sequestro di persona, frode, intimidazione, tortura, omicidio: l’accusatore Marco Tullio Cicerone lancia una fulminante requisitoria, seguita da una tempesta di testimonianze e prove contro l’imputato, Gaio Verre, ex governatore della Sicilia.rnrnDi fronte, una giuria sempre più attonita. Attorno, un pubblico sempre più infiammato. Cicerone attacca Verre. Quale lavoro d’inchiesta aveva reso possibile un’accusa così spettacolare da intrattenere il popolo romano per giorni? Seguiamo passo dopo passo Cicerone, tenace ma non certo candido raccoglitore di prove e orchestratore di testimonianze. -
La forza dell'empatia. Una storia dei diritti dell'uomo
«I diritti umani sono difficili da definire, perché la loro definizione e addirittura la loro esistenza dipendono tanto dalle emozioni quanto dalla ragione. L'affermazione dell'ovvietà si fonda, in ultima istanza, su un richiamo emotivo: è convincente se fa risuonare qualcosa in ogni persona. Abbiamo la piena certezza che un diritto umano sia in discussione quando la sua violazione ci fa inorridire». Ma come nacquero i diritti umani e in che modo la loro storia tumultuosa ne influenza la comprensione e la nostra capacità di salvaguardarli oggi? Con questo resoconto culturale e intellettuale, che fa risalire le radici dei diritti umani al rifiuto settecentesco della tortura quale strumento di ricerca della verità, Lynn Hunt ricostruisce la loro genesi, dimostra come le idee di relazioni umane descritte nei romanzi e raffigurate nelle opere d'arte abbiano contribuito a diffondere i nuovi ideali e richiama l'attenzione su come i diritti umani continuino ad avere vita difficile. -
Figli fragili
«Una madre esce dal colloquio con gli insegnanti. Pare che la figlia di otto anni sia irrequieta, incostante, faccia continue battute e si distragga. Lei come decine d'altri nella scuola. Ma per qualche motivo le maestre hanno pensato che proprio per lei potrebbe essere indicato un consulto psicologico. Dicono che potrebbe essere iperattiva, avere 'quella cosa' che va molto adesso e che si chiama ADHD. La madre è incerta. Non saranno le maestre ad aver travisato i segnali della bambina? Non sarà solo una moda, questa dei problemi psichici? » Il mondo di bambini e adolescenti sembra essere diventato una corsa a ostacoli tra possibili malanni psicologici: ansia, depressione, attacchi di panico, iperattività... Sono i nostri figli a essere diventati più fragili o forse è il mondo degli adulti a nascondere i suoi diversi fallimenti sotto l'alibi di un'etichetta clinica? Quale è il confine tra un comportamento desiderabile e un comportamento anormale? In che modo la psichiatria aiuta a orientarci in questo campo? A partire dalla ricca esperienza clinica dell'autore e con moltissimi esempi tratti dalla vita quotidiana, il libro è un contributo prezioso sia per i genitori sia per gli educatori, spesso in difficoltà nel comprendere esigenze e paure dei ragazzi. -
Faites vos jeux! Gioco pubblico e società contemporanea: storia, implicazioni, prospettive
Negli ultimi anni è cresciuto il dibattito sul gioco pubblico in Italia, alimentato dagli studiosi, dai diversi operatori del settore e dall'avvento delle nuove tecnologie che permettono oggi inedite modalità di raccolta ed elaborazione dei dati sul consumo di giochi. Questo libro raccoglie i contributi di studiosi di più discipline - storiche, filosofiche, giuridiche, economiche, letterarie, sociali - che analizzano da diversi punti di vista il gioco pubblico, proponendo percorsi interpretativi che spaziano dalla ricerca sociale fino a giungere alle nuove frontiere del mercato. Il risultato è un quadro aggiornato e completo che fa il punto sul gioco pubblico in Italia oggi. -
Maometto papa e imperatore
Un evento epocale, la caduta di Costantinopoli del 1453rnnelle mani dei turchi. È la fine di un Impero bimillenario e dirnun potere che si riteneva universale. Ma è anche l’origine dirnsogni, aspirazioni, leggende, profezie, progetti fallimentari,rnvoci incontrollate e incontrollabili. Nel segno di un dialogorntra Islam e cristianesimo, tra Oriente e Occidente.rnrnLa caduta di Costantinopoli nel 1453 apparve ai contemporanei come un evento epocale. Mentre gli eserciti turchi sembravano ormai destinati a conquistare Roma e a instaurare un nuovo impero islamico, in tutta l'Europa dilagò un clima di terrore in cui presero a diffondersi profezie che annunciavano conseguenze terribili e perfino la fine del mondo. Con la conquista della capitale imperiale, il sultano Maometto II poteva, a buon diritto, sostenere di essere l'erede del titolo di imperatore romano, e perciò l'unico candidato a ricostituire l'antico impero. Questa volta sotto il segno dell'islam. A nulla valse la lettera di papa Pio II, in cui gli prometteva il titolo e le terre dell'impero romano d'Oriente, a patto che si battezzasse e abbracciasse il cristianesimo. Ciò non impedì, tuttavia, la circolazione della leggenda secondo la quale Maometto il profeta sarebbe stato non solo cristiano, ma papa in pectore. Segno di quanto forte fosse il desiderio di porre fine alle violenze e realizzare un dialogo interreligioso fra cristianesimo e islam. -
Storia del Mediterraneo in 20 oggetti
Finalista Premio Costa Smeralda 2019, sezione SaggisticaSeguiamo 20 oggetti e larnloro storia. Ci racconterannornl’anima di uno spaziorngeografico e culturalernricchissimo: il Mediterraneo.rnrnDove arriva il Mediterraneo? Sarebbernlimitante dire che si arresta allernsue coste. La sua influenza, i suoirncaratteri, la sua anima, come i suoi sapori e irnsuoi odori, invece, spaziano. Si spingono oltre.rnC’è Mediterraneo in Scozia e nell’Inghilterrarnpost imperiale romana. C’è Mediterraneornsulle vie della seta. C’è Mediterraneo neirngaleoni spagnoli come su quelli olandesi erninglesi che solcano nel Cinquecento l’Atlanticorne il Pacifico. C’è Mediterraneo dappertutto,rnappendice ultima dell’estrema grandezza erncomplessità del continente-mondo asiatico.rnSi può raccontare la storia di questornMediterraneo globale senza disperdersi neirnmille rivoli del racconto? Lo si può fare, arnpartire da ciò che ha reso questo Mondornglobale consueto e la sua azione civilizzatricernuniversale e costante: bisogna partire daglirnoggetti. Dei semplici oggetti – che narranornuna storia millenaria, di lungo, lunghissimornperiodo – che consentono di scandire irntratti di questo mare che si frappone fra lernciviltà, spesso legandole e mischiandole.rnL’elenco sarebbe infinito: in queste pagine cirnsoffermiamo su alcuni di essi, venti, che cirnsembravano esemplari, a partire da quello, airnnostri occhi, più antico e più rivoluzionario: ilrnremo. E poi ancora: la bussola, la moneta d’oro,rnil container, la chitarra, la paella, il corallo,rnl’abaco, gli ex voto, i vestiti di seta… -
Dante. Una vita in esilio
A partire dal racconto tragico dell'esperienza dell'esilio, riprendono vita le vicende biografiche e poetiche di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale.rnrn""In Dante. Una vita in esilio soffia un vento forte che racconta di un intellettuale coraggioso nemico dei potentati fiorentini, che viene ingannato, infangato, esiliato. Chiara Mercuri sottrae Dante alla gabbia confortante del vate e costruisce il profilo di un uomo vitale, odiato dal potere che coraggiosamente provò a riformare. Dante si oppose alla politica fondata sulla manipolazione, sull'inganno, sull'agguato. Venne condannato dal Tribunale di Firenze per concussione, estorsione e peculato. In realtà, aveva solo provato a mutare il potere fiorentino, a sottrarlo alle lame arroganti di Corso Donati e ad affidarlo a un consiglio di competenza e talenti.rnDante come primo nemico del populismo ante litteram"""" - Roberto SavianornrnrnrnL'esilio è come il mar Rosso che si richiude dietro alle spalle, senza aprire alcuna Terra Promessa; ti lascia lì in mezzo al guado, impossibilitato ad andare avanti, impedito nel tornare indietro. Mandare qualcuno in esilio nell'Italia del Trecento, significava volergli fare terra bruciata intorno, distruggergli il nido, buttargli giù la casa pietra a pietra, sasso a sasso, trave a trave. A partire dal racconto tragico dell'esperienza dell'esilio, riprendono vita le vicende biografiche e poetiche di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale."" -
Magistratura e società nell'Italia repubblicana
Edmondo Bruti Liberati, già procuratore della Repubblica di Milano ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, traccia un quadro ampio e non privo di ombre del difficile percorso di attuazione dei valori democratici nella magistratura e nella società.rnrnrn«La magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere»: così recita la Costituzione. E nei fatti? Edmondo Bruti Liberati, già procuratore della Repubblica di Milano ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, traccia un quadro ampio e non privo di ombre del difficile percorso di attuazione dei valori democratici nella magistratura e nella società. Dalla caduta del fascismo all’entrata in funzione della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura; dai difficili anni del terrorismo alla stagione di Mani pulite, per arrivare ai più recenti tentativi di riforma del sistema della giustizia.