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Bari calling
Bari calling è un racconto generazionale, una irriverente ballata rock ispirata dall'unica città al mondo che può vantare una squadra di calcio declinata al maschile e al femminile: il Bari o la Bari.rnrn«E se fossimo la generazione fuori tempo massimo rispetto a tutti i grandi eventi della storia? Nel 1968 avevo quattro anni, ne avevo cinque quando andammo sulla luna, sei la notte di Italia-Germania, dieci quando ci fu il referendum sul divorzio. Avevo sempre dieci anni al tempo dell'austerity e delle domeniche a piedi, ancora meno quando a Bari ci fu il colera e nessuno dei grandi mangiò più le cozze crude. Nel 1977, nel periodo dei movimenti studenteschi, avevo tredici anni. Non ero nato quando Elvis andò per la prima volta in televisione, né quando ammazzarono Kennedy, avevo quattro anni quando Tommie Smith alzò il pugno guantato di nero. Ne avevo solamente due, forse meno, quando Bob Dylan scrisse Like a Rolling Stone. Tutte cose che mi sono perso e che avrei voluto vivere da adulto. E invece non c'ero. Mi riconosco il solo merito di aver visto tutte le partite di Totti e aver urlato in tutti gli stadi del mondo con Bruce Springsteen.» -
Le radici del populismo. Disuguaglianze e consenso elettorale in Italia
Trasformare il disagio sociale in consenso politico è da sempre la cifra di ogni forma di demagogia: solo affrontando i problemi che sono all'origine della disuguaglianza, la nostra democrazia potrà vincere la sfida populista. Negli ultimi anni movimenti e partiti populisti hanno registrato, in Italia come in Europa, un costante aumento di consensi. Certo, pesano il risentimento contro le élites e le ansie provocate dall'insicurezza, l'immigrazione e la paura della perdita delle tradizionali identità 'culturali', ma sono le disuguaglianze il vero, potente, motore del loro successo: disparità economiche, sociali e culturali, sia tra i ceti che tra i territori, che hanno creato una 'classe dimenticata'. Analizzando il nostro paese da nord a sud e dai centri alle periferie, mettendo insieme risultati elettorali e peculiarità economiche e demografiche, Pier Giorgio Ardeni arriva a un'evidenza incontestabile: che il successo dei populismi trae linfa da divari di condizione a cui non è stata data risposta. I poveri contro i più ricchi, i ceti 'non protetti' contro quelli 'garantiti', le aree interne e periferiche contro quelle urbane. Scopriremo che se vogliamo salvaguardare la nostra democrazia non c'è altra strada che affrontare il problema alla radice: ridurre le disuguaglianze. -
La strada smarrita. Breve storia dell'economia italiana
Un’indagine che ripercorre le fasi dellornsviluppo economico italiano dal 1861 arnoggi, mettendo in luce le cause dellerndifficili condizioni attuali e le forze sullernquali si può contare per tornare a crescere.rnNell’ultimo decennio dell’Ottocento l’Italia inizia larnrincorsa dei paesi più avanzati e alla fine del ventesimornsecolo raggiunge un reddito per abitante non dissimile da quellorndi Germania, Francia e Regno Unito. È un percorso di grandernsuccesso che permette la creazione di un’economia moderna.rnDa un quarto di secolo, tuttavia, l’economia italiana cresce assairnmeno della media europea. Sono tornati a pesare alcuni dei malirnantichi del paese: bassi livelli di istruzione, prassi burocraticherne giudiziarie obsolete, gestioni aziendali poco trasparenti. Irnfattori di crescita che avevano funzionato nel dopoguerra sirnsono rivelati inadatti all’economia globale e il clima di continuarnincertezza politica, finanziaria e istituzionale ha alimentato larnsfiducia nella stabilità del paese.rnIn seguito alla crisi del 2008 l’Italia non ha più saputornrecuperare il reddito perduto. La differenza tra il benessererneconomico degli italiani e quello degli altri europei e deirnnord americani è tornata ai livelli degli anni Settanta. Larncrisi di credibilità della politica, l’altorndebito, le opportunità perdute e i dubbirnintermittenti sul ruolo internazionalerndel paese hanno prodotto un ambienternostile alla crescita, che infatti si èrnazzerata.rnCon questo libro, Carlo Bastasin e GiannirnToniolo indagano le cause antiche ernpresenti della debolezza economicarnitaliana per trovare le strategie chernvi pongano rimedio -
Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico
L’acqua è elemento essenziale per gli esserirnumani. La nostra stessa vita è condizionatarndalla sua presenza o dalla sua assenza,rndalla sua purezza o dal suo inquinamento,rndalla sua forza incontrollabile o dalla suarnricerca.rnNove storie da tutto il mondo ci raccontanornil nostro bene più prezioso nell’epoca deirncambiamenti climatici.rnrnUn pianeta più caldo significa ghiacciai che si sciolgono,rnpiogge meno prevedibili, alluvioni più frequenti, desertirnche avanzano. Nell’acqua vediamo gli effetti del riscaldamentornglobale. Ma anche se l’acqua è protagonista di questirncambiamenti, non ci appassiona. Forse perché la tocchiamo, larnbeviamo e la sprechiamo ogni giorno. Forse perché ci fa paura:rnsappiamo che sta finendo e perciò congetturiamo che le guerrerndel futuro si combatteranno per lei. Oppure, anche peggio, chernci annegherà tutti a causa dei cambiamenti climatici.rnAttraverso nove storie di persone la cui vita è profondamenternlegata all’acqua – in un viaggio che attraversa la Sicilia, ilrnBangladesh, l’Olanda, il Brasile, l’Iraq, l’Inghilterra, Singaporerne la Nuova Zelanda – Oro blu ci fa scoprire come l’acqua sirnintrecci all’economia, alla storia, alla cultura e alla vita dirnciascuno di noi. Una narrazione-reportagernche, unendo interviste, episodi storicirne dati scientifici, trasforma la nostrarnvisione.rnLa tesi di questo libro è semplice: larngestione dell’acqua non è solamenterncompito di ingegneri, economisti ornecologi, ma è compito di tutti. Perchérnsenz’acqua niente è possibile ed è nostrorncompito difenderla, conservarla, evitarernche venga sprecata o inquinata. -
Red mirror. Il nostro futuro si scrive in Cina
Questo libro prefigura il nostro futuro prossimo. Quello quotidiano delle nostre case, delle città in cui abitiamo, fino ai nuovi e pervasivi usi che faremo degli smartphone. Ma questo futuro sta già accadendo in Cina: intelligenza artificiale, veicoli a guida autonoma, tecnologie green, smart city, riconoscimento facciale... Lì, chi progetta il nostro mondo di domani è già all'opera. -
Il Corano e la sua interpretazione. Nuova ediz.
Le vicende della composizione, la struttura, i temi portantirne, soprattutto, l’interpretazione del libro sacro dell’Islam,rn‘il Libro’, il Logos di Dio, dai molti nomi e dalle tanternletture.rnrn«Non sono molti i libri seri sull’Islam che si possono trovarernin libreria. Per questo al lettore non avvertito occorrernsegnalare con forza questo di Massimo Campanini:rnnonostante la sua brevità e l’estrema sintesi deglirnimportanti argomenti trattati, è un’ottima introduzionernnon solo al testo sacro dei musulmani, ma anche allarnreligione islamica stessa» - rnFabrizio Vecoli, “L’Indice”rnrnIl Corano è il libro sacro dell’Islam, anzi nella culturarnislamica è, per antonomasia, ‘il Libro’. Testo religioso,rnspirituale e pratico a un tempo, Logos di Dio, inimitabile per suornstesso assunto, libro dai molti nomi e dai molteplici modi dirnlettura, ‘mare profondo’ che non può essere esaurito: accostarsirna esso rappresenta per noi occidentali un’impresa irta dirndifficoltà.rnQuesta nuova edizione rivede e aggiorna le prospettivernstoriografiche e di esegesi che hanno portato il testo arnconfrontarsi con la modernità. Negli ultimi anni, non solornl’orientalistica euro-americana ha aperto nuove prospettivernper la ricostruzione della composizione della Scritturarnislamica oltre che della vita del Profeta, ma soprattutto si èrnmanifestato, all’interno dello stesso mondo musulmano, unrnfervore ermeneutico che ha potenzialmente indicato straderninnovative. Tenendo conto di questi sviluppi, Campaninirnelabora un percorso di conoscenza e comprensione del Corano,rnconservando al contempo l’impianto descrittivo e analitico chernintroduce il lettore alla conoscenza dei fondamenti dell’Islam,rnattraverso l’analisi puntuale della forma e del contenuto del suornlibro rivelato. -
Crimini a Nord-Est
Le trame oscure della criminalità organizzata nella locomotiva economica nazionale. Un pezzo del mondo imprenditoriale che ha scelto la piovra per fare affari. Le misure necessarie per contrastare la pericolosa avanzata del crimine a Nord-Est. «Droga, armi, esseri umani. E soldi, tanti soldi. Basta uno sguardo alla carta geografica per capire come il Nord-Est sia al centro dei traffici che alimentano il crimine internazionale che a sua volta foraggia il crimine locale. Qui la rotta balcanica della droga si congiunge a quella dal Meridione. Convergono da Est i carichi di armi serbi e croati via terra e via mare e le vittime della tratta di esseri umani attraverso il confine orientale. Nel bel mezzo di tutto ciò, l'unica mafia nata al di fuori delle regioni meridionali, la mafia del Brenta.» -
Quello che alle donne non dicono. La salute al femminile
Un libro che tutte le donne dovrebbero leggere.È utile assumere integratori per stare meglio? Gli ormoni in menopausa sono l'elisir di giovinezza? Con quale periodicità bisogna sottoporsi ai controlli per ottenere il massimo dalla prevenzione? È vero che ci si può disintossicare con una tisana? L'infarto è un rischio solo per gli uomini? E la cellulite è una malattia? Questo libro è uno strumento prezioso per rispondere a queste e a tante altre domande: non è facile infatti orientarsi nel labirinto dei consigli, delle terapie, delle promesse miracolose che ci arrivano ogni giorno da mezzi di informazione superficiali o dalle pubblicità a volte poco trasparenti delle aziende farmaceutiche. Le donne sono quasi sempre più attente degli uomini alla propria salute, ai controlli, alle visite, e questo va a loro vantaggio. Il rischio da evitare è però quello di diventare vittime privilegiate di un eccesso di ""medicalizzazione"""" in tutte le fasi della vita. Salvo Di Grazia, ginecologo di solidissima esperienza, ci aiuta a fare chiarezza per affrontare serenamente i piccoli e i grandi problemi delle ragazze e delle donne. Perché la medicina ci salva la vita, ma bisogna saperla usare!"" -
La pianta del mondo
Tutto comincia e finisce con le piante. Dalla possibilità di vivere su questo pianeta al piacere di ascoltare la vocerndi un violino, all’inizio di ogni storia c’è sempre una pianta. La maggior parte di queste rimangono per sempre sconosciute – come l’abete rosso che regalò a Stradivari il legno per i suoi 14 violini. Altre, per caso o perché legate a persone o avvenimenti che hanno colpito l’immaginario degli uomini, hanno avuto per fortuna una storia diversa che stiamo qui a raccontare.«Il libro è un mix di narrativa e divulgazione scientifica. Uno dei capitoli più spassosi è ""La buccia di banana"""" dedicato alla scivolosità della buccia di banana con una serie di racconti del passato.» - Elisa Nicoli per MaremossoUn giorno al compositore inglese Sir Edward Elgar venne chiesto da dove provenisse la sua musica. La risposta fu: «La mia idea è che ci sia musica nell'aria, musica dappertutto intorno a noi, il mondo ne è pieno e ne puoi prendere ogni volta tutta quella di cui hai bisogno». Lo stesso accade per le piante che, come la musica per Elgar, sono letteralmente dappertutto e per scriverne non si deve far altro che ascoltare le loro storie e raccontarle. Tutte quelle di cui abbiamo bisogno. È così che è nato questo libro, scrivendo storie di piante che intrecciandosi agli avvenimenti umani si legano le une alle altre nella narrazione della vita sulla Terra. Perché le piante costituiscono la nervatura, la mappa (o pianta) sulla base della quale è costruito l'intero mondo in cui viviamo. Non vederla, o ancora peggio ignorarla, credendo di essere al di sopra della natura, è uno dei pericoli più gravi per la sopravvivenza della nostra specie."" -
Lezioni di fantastica. Storia di Gianni Rodari
Alzi la mano chi, nella sua vita, da bambino o da adulto, non ha mai avuto tra le mani un libro di Gianni Rodari. ""Filastrocche in cielo e in terra"""", """"Favole al telefono"""" e """"Il libro degli errori"""" fanno parte dei ricordi e dell'immaginario di moltissimi di noi e non soltanto in Italia, visto che Rodari è uno degli scrittori più tradotti in tutto il mondo, oggetto di culto in Russia come in Brasile. Ma Gianni Rodari non ha 'soltanto' inventato favole e filastrocche, ha fatto molto di più: ha inventato un nuovo modo di guardare il mondo e l'ha fatto rivolgendosi ai bambini e, usando gli strumenti della lingua, della parola e del gioco, ha portato l'elemento fantastico nel cuore della crescita democratica dell'Italia repubblicana. """"Lezioni di Fantastica"""" ricostruisce la vita di questo grande intellettuale a partire dai grandi 'insiemi' che l'hanno riempita - la politica, il giornalismo, la passione educativa, la scrittura e la letteratura - con l'ambizione di raccontare un Gianni Rodari tutto intero, di sottrarlo allo stereotipo dello scrittore 'facile'. Un uomo il cui gioco di invenzioni e parole, come ha scritto lui stesso, «pur restando un gioco, può coinvolgere il mondo»."" -
Pochi contro molti. Il conflitto politico nel XXI secolo
Nadia Urbinati esplora il cuore del meccanismo democratico: la scossa conflittuale tra i ‘pochi’ e i ‘molti’, le élites e il popolo.rnrnIl XXI secolo è punteggiato da una serie ininterrotta di manifestazioni popolari che hanno portato in piazza un diffuso scontento: le primavere arabe, Occupy Wall Street, gli indignados, i Vaffa Days, i gilet gialli, le manifestazioni sul clima, le rivolte in Cile, a Hong Kong, in Libano. Quello a cui assistiamo è un conflitto nuovo rispetto a quello rappresentato e organizzato da partiti e sindacati: è contrapposizione tra pochi e molti, tra chi detiene il potere e chi sente di non contare nulla. La frattura sociale profonda che questi antagonismi evidenziano mette in crisi l’idea stessa di democrazia e la espone al rischio di pulsioni autoritarie. Ma questo non è un esito scontato: come scriveva Machiavelli, il conflitto tra pochi e molti può essere anche un lievito di libertà, se il nuovo ordine che ne può risultare riequilibra il potere nella società. -
Chi vince e chi perde. I nuovi equilibri internazionali
L'emergenza Covid-19 ha rappresentato uno spartiacque epocale proprio mentre eravamo immersi in un'età di profondi mutamenti: l'affermazione della tecnoscienza nella sfera dell'economia e della società; l'avvento, nell'età del web e dei Big Data, di nuovi strumenti di potere e di gestione del consenso; l'emergenza ambientale. In questo scenario, denso di pesanti incognite, si stanno giocando diverse partite volte a ridefinire gli equilibri mondiali. Da un lato gli Stati Uniti e la Cina si stanno scontrando per stabilire chi avrà l'egemonia globale. Allo stesso tempo, una risorgente Russia e alcune potenze regionali (come l'India, il Giappone, l'Arabia Saudita, l'Iran e la Turchia) stanno assumendo un ruolo di rilievo e una autonomia fino a ora sconosciuta. Intanto l'Unione Europea si trova in grande difficoltà. Il suo indebolimento non si deve solo a cause di ordine strutturale e agli effetti della globalizzazione, ma al fatto che s'è inceppato il processo d'integrazione nei versanti nevralgici della politica estera e della sicurezza, del welfare e delle innovazioni di sistema. Un libro in cui un grande maestro della storia economica presenta un'analisi penetrante dello stato di salute del pianeta e dei rischi che ci troviamo ad affrontare. -
Il grifo e il leone. Genova e Venezia in lotta per il Mediterraneo
Luogo d'incontri e contaminazioni, nel basso Medioevo il Mediterraneo fu, anche e soprattutto, un luogo di aspri scontri. Genova e Venezia - così come Pisa o la corona catalano-aragonese - si resero protagoniste d'una lotta senza quartiere, ricorrendo a ogni mezzo, lecito o illecito, per assicurarsi il controllo delle principali rotte di trasporto. Sin dalla fine dell'XI secolo, le due città, grandi potenze navali e commerciali, erano andate imponendo il proprio predominio sul Mediterraneo orientale, moltiplicando i propri insediamenti. Le loro attenzioni s'erano volte all'Egitto e alla costa siro-palestinese, divenuti dopo le crociate una parte essenziale del mondo. La conquista veneziana di Costantinopoli, nel 1204, rivoluzionò il quadro politico, dando avvio ai primi scontri tra le due marine. Con la cosiddetta guerra di San Saba, conclusasi con la cacciata dei genovesi da Acri, capitale del regno di Gerusalemme, si giunse per la prima volta allo scontro aperto. Da questo momento, il Grifo e il Leone esprimeranno un'accesa rivalità, scandita da innumerevoli battaglie navali, che si protrarrà per oltre un secolo e mezzo. -
Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata
Una ""leggenda nera"""", ormai dimenticata, vuole che siano stati gli ebrei medievali cacciati dal re di Francia a inventare le lettere di cambio, lo strumento fondante del capitalismo finanziario. Dove nasce questo mito e perché ha avuto tanta diffusione fino a diventare senso comune? Questo libro, innovativo e rivoluzionario, smonta pezzo per pezzo le teorie complottiste su cui, per secoli, l'antisemitismo ha costruito la propria fortuna e mostra come lo sviluppo del mercato sia stato sempre legato alla definizione di gerarchie giuridiche e sociali di inclusione ed esclusione.Una leggenda ebbe grande diffusione in tutta Europa tra la metà del Seicento e i primi del Novecento. Nascosta tra le righe di un trattato di diritto marittimo pubblicato a Bordeaux nel 1647, questa mitologia attribuiva agli ebrei l'invenzione delle lettere di cambio – strumento in apparenza simile al moderno assegno, che consentiva il movimento di grandi somme di denaro senza alcuno spostamento di monete o lingotti e che, in mano a banchieri esperti, agevolava forme di speculazione del tutto avulse dallo scambio delle merci. Storicamente infondata, questa leggenda ebbe tuttavia un successo enorme. Se ne trova menzione in una miriade di testi oggi poco noti, nonché in grandi autori come Montesquieu, Marx e Sombart. Perché? Come le lettere di cambio attraversavano mari e monti senza lasciare traccia, così gli ebrei apparivano indistinguibili dai mercanti cristiani. In questa """"invisibilità"""" non era facile riconoscere il mercante onesto dall'ebreo usuraio. Ben prima della mano invisibile di Adam Smith, l'invisibilità degli ebrei fu dunque una tra le metafore predilette dei pensatori europei e diede voce a timori profondi legati ai lati più oscuri e ingovernabili del nascente capitalismo finanziario."" -
Storia del paesaggio agrario italiano
Dall'epoca della colonizzazione greca ed etrusca fino ai tempi nostri, la storia del paesaggio agrario italiano nella quale, con un magistrale lavoro di sintesi, gli elementi storici, sociologici e tecnici si integrano con l'immaginario letterario e visivo. Un classico della storiografia italiana che continua ad affascinare per la ricchezza delle intuizioni e la gradevolezza del racconto e che trova un continuo riscontro visivo nella riproduzione di mosaici, tele, affreschi, dipinti e disegni. -
La dottrina morale
«Nella dottrina di Senaca ""il problema morale è un 'problema di forza': costituire una forza intima e personale contro le forze naturali e sociali che ci premono e ci urtano da ogni parte e munire l'anima propria come una fortezza in cui si racchiuda la nostra vita e da cui muova il nostro amore per la vita degli altri"""".» (Dall'introduzione di Concetto Marchesi)"" -
La guerra della memoria. La Resistenza nel dibattito politico italiano dal 1945 a oggi
In Italia l'esperienza della seconda guerra mondiale, dell'occupazione tedesca e della lotta partigiana contro la Repubblica sociale ha inciso sulle memorie individuali e collettive producendo numerose fratture. Al di sopra di un universo di memorie frammentate è esistita però anche una memoria pubblica della guerra di liberazione, impostasi come narrazione dominante. Contestata fin dall'immediato dopoguerra, questa memoria si è trovata negli ultimi anni al centro di un confronto sempre più acceso che ha toccato temi nevralgici: la resa dei conti con i fascisti dopo il 25 aprile, la riconciliazione fra 'ragazzi di Salò' e partigiani, la giornata della memoria in ricordo della Shoah, le foibe, Cefalonia. ""La guerra della memoria"""" analizza le caratteristiche del dibattito politico italiano sulla memoria della Resistenza. Un libro che affronta, in maniera rigorosa e documentata, il tema 'caldo' della Resistenza, dalle prime celebrazioni della Liberazione al dibattito storico-politico italiano degli ultimi anni."" -
1284. La battaglia della Meloria
Il 6 agosto del 1284 è la festa di San Sisto: un giorno solitamente fausto per Pisa. Quel giorno, al largo di Livorno, nei pressi delle secche della Meloria, Genovesi e Pisani si affrontarono in una delle più grandi battaglie navali del Medioevo. La causa immediata è la contesa per il controllo della Corsica. In realtà, al centro v'è soprattutto il tentativo di affermare la propria supremazia su tutto il Tirreno al fine di salvaguardare le rotte per la Sicilia, l'Africa settentrionale e il Levante mediterraneo. In effetti, le due città giunsero allo scontro al culmine di una serie di rivolgimenti - dalla caduta dell'Impero Latino di Costantinopoli all'ascesa della potenza angioina, allo scoppio della guerra del Vespro - che mettevano in discussione gli equilibri raggiunti a fatica. La ricostruzione del volto di questa battaglia e della sua lunga preparazione consente di riportare alla luce, oltre alla brutalità del combattimento sul mare, il profilo di un Medioevo diverso: quello marittimo e navale, dove gli orizzonti improvvisamente si allargano e dove piccole città si rendono protagoniste di rivoluzioni - da quella commerciale a quella nautica, a quella finanziaria - capaci di mutare il corso della storia. -
Io, Agrippina
Con un racconto in prima persona, Andrea Carandinirnconduce il lettore nelle memorie di una delle figurernfemminili più controverse e affascinanti della storia dirnRoma.rnrn«Un libro davvero affascinante su una delle stagioni piùrnspietate della storia dell’umanità» - Paolo Mieli, “Corriere della Sera”rn«Finalmente un po’ di giustizia per Agrippina minore. Cirnvoleva uno studioso dello spessore di Andrea Carandinirnper restituire ai lettori il temperamento di un’imperatricerngiustamente definita ‘una donna antica che anticipa ilrnfuturo'» - Claudia Gualdana, “Il Foglio”rn«Un affresco grandioso. Come in una pittura elegiaca deirnfratelli Carracci, sfilano tra le pagine imperatori crudeli,rnpazzi e megalomani, prefetti senza scrupoli, liberti scaltri,rndonne determinate, vendicative o licenziosamente ribelli.rnIl potere immaginifico che l’autore riesce a suscitare èrnsorprendente» - Valentina Porcheddu, “Il Manifesto”rnrn«Sono Giulia Agrippina Augusta e ho raggiunto ilrnquarantesimo anno di età. Ho imparato molto da miarnmadre, ma disgrazie innumerevoli mi hanno indotto ad agirerncon meno testardaggine, imitando la diplomazia in cui miornpadre eccelleva. L’arte più importante è quella che insegna arnvivere. Si ottiene una vita di potere solo imparando a usare glirnuomini come mezzi. Il fuoco che nel cuore arde, fatto di pulsionirne debolezze, va nascosto nel ghiaccio. Una passione genuflessarnal rigore delle regole di corte mi ha recato ormai un dominiornindiscusso, nonostante le resistenze di chi a me tutto deve: miornfiglio Nerone.»rnUna biografia scritta come l’autobiografia di una donna che furnnobildonna e imperatrice. -
La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio
Chi sono i banditi? Criminali comuni, assassini, ladri, disperati. E ancora: nobili decaduti, artigiani, contadini, giovani ribelli che non accettano il giogo attorno al collo, sia quando viene da un aristocratico del luogo sia quando arriva da un invasore straniero. La loro presenza causa incertezza nelle strade, difficoltà nelle comunicazioni, violenza diffusa. E tuttavia, quando c'è aria di mutamenti di regime essi rappresentano un'opportunità per i potenti che li utilizzano contro i propri nemici. Il libro offre un ampio affresco della reazione ai fenomeni di banditismo dagli albori dell'età moderna fino alla repressione messa in atto nei primi decenni dell'Italia Unita. Emerge un quadro complesso che vede al centro questioni sociali legate alla terra. La lotta del regno sabaudo contro il brigantaggio propriamente detto è quindi solo l'ultimo capitolo di una secolare storia di sanguinose repressioni, in cui i poteri statali che si sono via via avvicendati non sono stati in grado di trovare altra risposta che non fosse il sangue. Certo, è soprattutto in uno stato che si definisce liberale che colpisce la delega assoluta concessa ai militari che governano con leggi eccezionali, stati d'assedio e tribunali militari. Ma Enzo Ciconte ci ricorda che quanto è accaduto nel Mezzogiorno non può essere attribuito alla responsabilità dei soli piemontesi: le truppe venute dal Nord sono state aiutate con le armi da tanti meridionali espressione di una borghesia in ascesa.