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Peccato o crimine. La Chiesa di fronte alla pedofilia
Lo scandalo della pedofilia rappresenta una delle più gravi crisi che la Chiesa si sia trovata ad affrontare da alcuni secoli. Ma da cosa nasce un terremoto che non accenna tutt’oggi ad avere fine? Come mai la Chiesa fatica a far fronte a un fenomeno che le ha causato discredito, disaffezione e un’acuta crisi spirituale? Una ricostruzione originale e spiazzante di due grandi storici.A partire dagli anni Ottanta, migliaia di sacerdoti in tutto il mondo sono stati inquisiti per aver abusato sessualmente di minori. Decine di vescovi e di cardinali sono stati accusati di aver coperto e insabbiato le inchieste. Ma come mai la Chiesa ha faticato a reagire e non ha saputo affrontare lo scandalo della pedofilia? Le molte spiegazioni offerte sinora sono parziali e nel complesso insoddisfacenti. Davvero la responsabilità è attribuibile al clericalismo o alla libertà sessuale della nostra società? Questo libro propone una chiave di lettura diversa che parte dalla storia della Chiesa e dalla sua tradizione dottrinale. Per molto tempo, infatti, la pedofilia è stata considerata dalla Chiesa un peccato e posta sullo stesso piano dell'omosessualità. Ma mentre l'opinione pubblica del mondo occidentale ha preso a considerarla come il crimine peggiore, il più irredimibile, la Chiesa ha continuato a giudicare l'abuso di minori come qualcosa di emendabile, attraverso la confessione e la penitenza. Un caso clamoroso e molto significativo della difficoltà di adattarsi al mutamento storico. -
Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune
«L’Africa ci insegna, o almeno a me ha insegnato, che il lamento serve poco; ciò che fa la differenza è passare dal lamento al rammendo. E trovare strade nuove per dare valore a quanto ci sembrava perduto. Mi ha insegnato a mettere alla prova tutti gli schemi fissi, compreso un certo delirio di onnipotenza occidentale. Mi ha insegnato che la frugalità non è un limite, ma può diventare un’opportunità per far leva più sull’intelligenza e lo studio che sul denaro. E a non avere paura dei figli: sono vita, coraggio, sfida, futuro, entusiasmo.»Un ragazzo della provincia veneta, laureato in medicina, sceglie di diventare sacerdote, impegnandosi nelle parrocchie di periferia. Poi incontra l'Ong Medici con l'Africa Cuamm e nel 1995 fa il suo primo viaggio in Africa, nel Mozambico da poco uscito dalla guerra civile. È l'inizio di un'avventura personale che si affaccia in quella comunitaria della più grande organizzazione italiana in Africa. In oltre 70 anni, attraverso programmi di cura e prevenzione in 41 Paesi, interventi di sviluppo dei sistemi sanitari, attività dedicate ai malati, formazione di medici, infermieri, ostetriche e altre figure professionali, il Cuamm si spende - come scrive Claudio Magris nell'introduzione a questo libro - per la crescita dell'Africa, il «parto epocale» di una nuova civiltà. In un continente in cui il 70% della popolazione ha meno di trent'anni, c'è molto da fare ma c'è anche molto da imparare. Su noi stessi, sulla precarietà dei confini che pretendiamo stabili, sul rapporto con l'ambiente, sulla connessione strettissima fra il tema della salute e quello della giustizia sociale, sulle scelte etiche e politiche attraverso cui è possibile abbattere barriere geografiche, economiche e culturali. E sulle risorse inaspettate che gli esseri umani riescono a trovare nelle situazioni più estreme. -
20 settembre 1870
Il 20 settembre 1870 non è soltanto una giornata fondamentale per l'Italia che completa la sua unità con la conquista di Roma. È anche un evento memorabile della storia mondiale perché decreta la fine del millenario potere temporale dei papi e segna l'inizio di una diversa presenza della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo. Gli italiani si muovono dopo le sconfitte francesi nella guerra contro la Prussia. Dopo il crollo dell'impero di Napoleone III, infatti, la Francia non intende intervenire più a difesa del papa. A questo punto, ci sono le condizioni per la conquista di Roma, obiettivo finale del Risorgimento. Fino all'ultimo si cerca una soluzione pacifica. Ma Pio IX respinge le profferte italiane e acconsente alla difesa armata chiesta dai suoi soldati, pronti a battersi come nuovi crociati. Il libro ricostruisce in dettaglio l'avvicinarsi delle truppe italiane a Roma, l'organizzazione delle difese pontificie e l'assalto alla città. Segue poi gli sviluppi successivi, dai festeggiamenti al plebiscito di annessione, all'avvio di una nuova politica nel quadro del sistema costituzionale rappresentativo italiano. A 150 anni da una data chiave della storia nazionale, una ricostruzione affascinante di 24 ore che hanno cambiato per sempre il corso degli eventi. -
Dal mostro al principe. Alle origini di Roma
Un racconto mitico, sacrale, rituale e storico che svela il significato più profondo del luogo dove Roma è stata fondata.I misteri delle origini di Roma si annidano nei 31 ettari del Palatino che si affacciano sul Tevere, lì dove un tempo si ergeva il monte Germalus: prima villaggio dei Velienses, poi centro 'proto-urbano' del Septimontium e infine urbs Roma. Tre abitati forse tutti fondati tra il 1050 e il 750 a.C., nel giorno di un capodanno pastorale anteriore alla città fissato al 21 aprile. Metà di questo monte è rimasta un luogo di culti e di memorie, l'unico risparmiato dai palazzi dei principi; l'altra metà è stata occupata dal primo palazzo di Augusto, che ha rifondato la città nella casa-santuario da cui governava l'impero come principe e pontefice massimo. ""Dal mostro al principe. Alle origini di Roma"""" indaga l'essenza mitica e storico-archeologica del monte Germalus, con una ricerca nuova e sistematica: dal ritrovamento dell'altare e del penetrale di Pales ai nuovi studi sui templi di altri culti femminili e sulle capanne prima dei capi locali, poi del primo re; dal riesame del palazzo di Augusto, che ne propone una ricostruzione nuova sotto numerosi aspetti, alla riconsiderazione delle diverse fondazioni dell'abitato sul Tevere."" -
La filosofia contemporanea. Dal paradigma soggettivista a quello linguistico
Una ricostruzione del discorso filosofico dell'epoca contemporanea che ha l'intento di offrire al lettore un quadro interpretativo unitario dello sviluppo della filosofia dalla crisi del sistema hegeliano a Habermas. Delineando un itinerario attraverso una serie di scuole, autori e testi, Lucio Cortella rende evidente il passaggio dal paradigma del soggetto, dominante nella modernità, al paradigma centrato sul linguaggio, che ha caratterizzato la riflessione contemporanea. -
Lo studente che sfidò il papa. Inquisizione e supplizio di Pomponio de Algerio
Una storia drammatica – tra Padova, Venezia e Roma, nel cuore del Cinquecento – di uno studente eretico che, probabilmente per primo, non si piega al volere del Papa creatore dell'Inquisizione romana: il contributo di una grande università italiana e dei suoi scolari per l'affermazione della libertà di pensiero.Prima di Giordano Bruno, nel 1555, Pomponio de Algerio, anch'egli nolano e studente dell'Università di Padova, viene processato presso il Tribunale locale dell'Inquisizione perché sospettato di essere protestante. A nulla gli valse l'appello ai giudici per il rispetto della particolare libertas di cui godevano gli studenti a Padova. Grida più e più volte che il Papa è l'anticristo e i vescovi e i cardinali un'accolita di ladri e corrotti. Papa Paolo IV fa tutto ciò che è in suo potere per averlo dinanzi a sé, a Roma. Condannato a morte per eresia, Pomponio verrà arso vivo a Piazza Navona nel 1556. -
Cambiamo il sistema, non il clima!
Pensi che la borraccia che porti sempre con te possa salvare il pianeta? Che riciclare diligentemente possa fare la differenza? O forse credi che le nuove tecnologie ci salveranno? Sono tutte false soluzioni che ci raccontano un'enorme bugia, e cioè che possiamo tranquillamente continuare a consumare, produrre, inquinare come abbiamo fatto finora. E come noi, le grandi aziende di combustibili fossili. In altre parole, che possiamo seguitare ad alimentare il modello capitalista. Ma non è affatto così. Emma torna con un fumetto semplice e potente che in tre storie ci arma contro la disinformazione e le false soluzioni sul cambiamento climatico, mostrandoci che possiamo salvare il pianeta oppure il capitalismo. -
I cambiamenti nel mondo tra XX e XXI secolo
Oggi siamo di fronte a una grande frattura, a uno dei momenti storici che segnano una cesura del tempo e che in futuro continueremo a ricordare come una data fondante. E questo non soltanto per la dimensione epocale di quanto ci siamo trovati a vivere, ma anche perché la pandemia ha marchiato la fine di un tempo, i 75 anni che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale al 2020, che ha spostato definitivamente l'asse del mondo. Un tempo storico di un'intensità eccezionale, che ha conosciuto almeno quattro fasi di profonda trasformazione. La prima, dal 1945 ai primi anni '70, è la più nota e può definirsi 'l'età dell'oro'. La seconda fase, da metà anni '70 al 1991, si caratterizza per il dominio della finanza e la rivoluzione informatica. La terza, dal 1992 al 2010, è all'insegna dell'unificazione del mercato mondiale, la 'globalizzazione', con il grande sviluppo della Cina e dei paesi asiatici. La quarta fase, il secondo decennio del XXI secolo, inizia con la crisi profonda delle politiche neo-liberistiche che avevano dominato per un trentennio: è il tempo della seconda rivoluzione digitale. Il 'capitalismo dell'informazione' cede il campo al 'capitalismo della sorveglianza'. A Occidente si riducono e degradano il lavoro umano e la democrazia, crescono la disuguaglianza e il malessere diffuso. Con il bipolarismo Usa/Cina, le grandi entità statali riprendono potere a scapito del mercato. Al principio del 2020 esplode la pandemia da coronavirus: è il cambiamento più grande dalla seconda guerra mondiale. -
Storia del bosco. Il paesaggio forestale italiano
Faggi, castagni, querce, larici, abeti... Oltre il 35% della penisola è coperto da boschi, un paesaggio che spesso percepiamo come primigenio e 'naturale'. In realtà, come il resto del nostro paesaggio, i boschi sono un prodotto della storia, sempre legata all'opera dell'uomo che ne ha modificato tutte le caratteristiche. Nell'antichità il bosco è già largamente utilizzato, tanto che le foreste naturali nel primo secolo d.C. sono meno di una decina. Il bosco di alto fusto e il bosco ceduo, la forma più diffusa, hanno contribuito al bisogno di legna da fuoco, carbone e legname da costruzione, consentendo allo stesso tempo il pascolo del bestiame. Dal medioevo all'Ottocento sono le costruzioni navali che modellano gran parte dei boschi, legando strettamente il mondo dei commerci mediterranei a quello della montagna. Da nord a sud, poi, esiste una 'civiltà del castagno', vero e proprio 'albero del pane' a cui intere popolazioni devono la propria sopravvivenza. Oggi l'esodo dalle campagne e dalle montagne ha portato alla ricomparsa di macchie e foreste in territori antropizzati da secoli. E il desiderio di ricercare nel bosco valori naturalistici si è sovrapposto alla realtà storica di un paesaggio forestale come prodotto culturale. Un viaggio alla riscoperta dello straordinario rapporto che ci lega alle 'selve oscure'. -
La fatica più bella. Perché correre cambia la vita
La corsa sulle lunghe distanze è una disciplina dura. Richiede costanza, capacità di sopportare la fatica e superare soglie di sofferenza a cui la nostra vita sedentaria non ci prepara. Ma è l'attività più naturale che sia possibile praticare; un'attività nella quale milioni di anni di evoluzione della specie ci hanno reso imbattibili. E, soprattutto, la corsa ci rende felici. Non soltanto più magri e forti, più sani e soddisfatti: riesce a toccare qualcosa di misterioso, che ci avvicina alla nostra natura più profonda e ci fa sentire liberi. Se l'uomo è un perfect runner, la maratona è la distanza perfetta. Rappresenta infatti il giusto compromesso tra resistenza ed efficienza: mette alla prova la capacità fisica e mentale di 'tenere duro', ma consente di esprimere un gesto atletico efficace, limpido, 'bello'. Può essere un'avventura splendida o fallimentare; può lasciare stanchi e felici, o frastornati, svuotati e delusi. Non tutto dipende dal risultato. Come insegnano i filosofi orientali, la strada è più importante del traguardo, ed è il cammino a dare un senso alla meta. -
Quando la vita ti viene a trovare. Lucrezio, Seneca e noi
Per una meravigliosa e tremenda ambiguità linguistica, la morte e la vita sono iscritte nella stessa parola bios: bíos è vita, biós è arco. Noi siamo così un cerchio incompiuto, imperfetto, un arco, in cui inizio e fine non coincidono. Solitari restare a riva a osservare le tempeste della vita o salire a bordo senza troppo curarci dei compagni di viaggio? Seguire le leggi del cosmo o le leggi dell'io? Scegliere la politica o l'antipolitica? Il negotium o l'otium? Credere o capire di fronte a Dio e alla morte? Seguire la lezione dei padri o la rivoluzione dei figli? Basta volgere lo sguardo al mondo classico di Atene e Roma per trovare i nostri più naturali interlocutori, coloro che ci hanno preceduti nelle nostre stesse domande. Lucrezio e Seneca hanno fatto il controcanto al presente ponendosi le domande ultime. Non importa quali risposte abbiano dato, importa invece la loro allergia al pensiero unico, tanto da averci prospettato concezioni diverse e rivali del mondo. Importa il coraggio di sperimentare, in solitudine e in autonomia, cosa significa sopportare la verità quando la vita ti viene a trovare. A loro dobbiamo rivolgerci per ricordarci come eravamo e come potremmo essere. -
L' età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale
Grazie alla rivoluzione digitale e allo sviluppo di Internet è oggi disponibile online una sterminata quantità di risorse e contenuti, molti dei quali utili anche per la scuola, l'apprendimento, la formazione personale e professionale di ciascuno di noi. Nonostante l'enorme complessità orizzontale della rete, questi contenuti sono però in genere granulari e frammentati: la complessità verticale che era tipica della cultura del libro sembra almeno in parte sacrificata. L'età della rete è necessariamente anche l'età della frammentazione? Quali strategie e quali strumenti possono essere usati per favorire una maggiore attenzione alla capacità di costruire e utilizzare - anche in digitale - contenuti strutturati e complessi? Come cambia il ruolo del libro e della lettura nella scuola di oggi e di domani, in cui ogni studente ha in mano anche, e a volte solo, uno smartphone? Gino Roncaglia prova a rispondere a queste domande proponendo, con uno stile sempre chiaro e discorsivo, una visione del digitale e della rete assolutamente originale. -
Lo spartito del mondo. Breve storia del dialogo tra culture in musica
Giovanni Bietti ci accompagna, pagina dopo pagina, in un viaggio in quella sorta di lingua cosmopolita che è la musica: una lingua capace di mescolare, intrecciare, fondere le diverse tradizioni a qualsiasi latitudine. Da Orlando di Lasso agli ideali pacifisti e universali che hanno ispirato musicisti settecenteschi come François Couperin, ottocenteschi come Beethoven o novecenteschi come Béla Bartók, fino alle sperimentazioni contemporanee che coinvolgono le culture e le sonorità extraeuropee, la musica si rivela un mezzo di scoperta del mondo. Un modo per imparare a valorizzare le differenze, un'esperienza di sintesi e di arricchimento. Perché la musica può dirci molto su di noi, sugli altri, sul mondo. -
Everest. Una storia lunga 100 anni
Negli ultimi cento anni molti sono stati gli alpinisti che hanno tentato di sfidare l'ignoto della più alta vetta del mondo l'Everest. Stefano Ardito ricostruisce le loro storie e quelle di tutti i protagonisti delle spedizioni organizzate da ogni parte del mondo per confrontarsi con il ""Big E"""": non solo professionisti delle scalate ma anche avventurieri, sognatori, scienziati e figure eccezionali come quelle degli sherpa.«Non è una punta, ma una massa prodigiosa. Il lungo braccio della cresta nord-ovest, con i suoi speroni secondari, sembra la cattedrale di Winchester dopo una nevicata». Scrive così George Mallory, l'alpinista inglese che nel 1921, insieme a Guy Bullock, è uno dei primi due occidentali a posare gli occhi sull'Everest da vicino. Il monte Everest, che in Nepal si chiama Sagarmatha e che per i tibetani e gli sherpa è il Chomolungma, è prima di tutto una meraviglia naturale della terra. Severo e opprimente per chi lo vede dai due campi base, nella valle di Rongbuk a nord e in quella del Khumbu a sud, diventa un etereo castello di neve e ghiaccio quando lo si osserva da oriente, dai belvedere di Darjeeling e dalle alture al confine tra il Nepal e l'India. Sui pendii del gigante da un secolo si cimentano i migliori alpinisti del mondo, da Eric Shipton a Reinhold Messner, da Krzystof Wielicki ad Anatoli Boukreev, Doug Scott, Simone Moro e Alex Txikon. Stefano Ardito racconta in queste pagine l'affascinante storia dell'Everest attraverso le spedizioni più importanti o che sono state colpite dalle tragedie più dolorose. È una storia fatta di coraggio, intelligenza, paura, ma anche di elementi come l'evoluzione tecnologica delle attrezzature, le trasformazioni politiche che hanno influito sull'alpinismo, la storia degli sherpa, il popolo di fede buddhista che da cent'anni accompagna gli alpinisti. Si parte dalla primavera del 1921, quando la prima spedizione britannica per l'Everest lascia le piantagioni di tè di Darjeeling per dirigersi verso la base della montagna più alta del mondo; vengono poi raccontate vicende scolpite nella memoria storica dell'alpinismo, come la scomparsa di George Mallory e Andrew Irvine nel 1924, la prima ascensione da parte di Edmund Hillary e Tenzing Norgay nel 1953 o le imprese solitarie e senza ossigeno di Reinhold Messner nel 1978 e nel 1980; si arriva infine al fenomeno delle spedizioni commerciali dei giorni nostri, che vede centinaia di persone pagare alte cifre per raggiungere la cima, e al racconto dei protagonisti odierni delle scalate, come il bergamasco Simone Moro, il basco Alex Txikon o lo sherpa Kami Rita."" -
Storia del conflitto israelo-palestinese. Nuova ediz.
"Il conflitto tra israeliani e palestinesi in questi ultimi anni è di nuovo andato avvitandosi su di sé, dopo gli spiragli degli anni Novanta. Delle speranze trascorse rimane ben poco mentre delle antiche diffidenze tutto sembra essere stato riconfermato. Alla radice rimane il mancato riconoscimento reciproco, la tragica finzione per cui, affinché l'uno possa esistere, l'altro debba scomparire una volta per sempre"""". Una terra, due popoli, ma non ancora due Stati. Claudio Vercelli affronta, attraverso un'analisi dell'evoluzione del confronto tra arabi ed ebrei, dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri, gli elementi prioritari cosi come i nodi problematici che sono a tutt'oggi sul tavolo della discussione: le identità nazionali, le risorse materiali e simboliche, la demografia, il ruolo delle religioni." -
Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale
Finalista Premio Estense 2021Francesca Nava è stata la prima giornalista italiana a indagare sull'epidemia di Covid-19 a Bergamo e sulle tragiche conseguenze della mancata zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro. I suoi articoli hanno dato origine a una serie di altre inchieste e sono stati fondamentali per dare voce ai protagonisti di una vicenda che da locale è purtroppo diventata nazionale. Questo libro rimette in fila tutti i passaggi, le testimonianze, i documenti riservati e le responsabilità politiche che hanno determinato la più grave crisi sanitaria ed economica della storia d'Italia del nostro tempo. Tutto ha inizio in un ospedale in provincia di Bergamo, in Val Seriana, in una delle regioni più sviluppate ed efficienti d'Italia. Il primo, gravissimo errore: il focolaio del virus non viene isolato. Segue una catena di altre negligenze, sanitarie e non solo. La superficialità della politica locale, regionale e nazionale. Le pressioni del mondo industriale. Il fallimento della medicina territoriale lombarda. L'incapacità di tutelare le fasce più deboli della società. Da lì deriva il dilagare incontrollato della malattia, con la sua scia di morti, e la chiusura di un intero Paese. Un libro-inchiesta documentatissimo che è insieme un accorato tributo alla memoria delle tantissime persone che avrebbero potuto essere salvate. -
Quel mondo diverso. Da immaginare, per cui battersi, che si può realizzare
«Sono passati dodici anni dalla grande crisi finanziaria del 2008 e il mondo intero è di nuovo investito da una crisi persino più devastante, che ha attaccato la nostra stessa possibilità di sopravvivenza. Erano questi eventi imprevedibili? Quel che è certo è che la crisi generata dal Covid-19 sta facendo saltare i meccanismi fragili sia del sistema economico sia di quello istituzionale, ovvero sta mettendo sotto gli occhi di tutti i guasti del nostro sistema di vita nella sua totalità.»Alle tante vittime del Covid-19 se ne aggiunge un'altra: il sistema. Il virus ha messo a nudo le fragilità e l'inadeguatezza del modello sociale, economico e politico su cui il mondo ha lungamente scommesso alla cieca, confidando in un una classe dirigente neoliberista certa di poter risolvere qualsiasi tipo di crisi senza cambiare rotta. Eppure le crisi che si sono succedute dal 2008 in avanti hanno dimostrato l'inadeguatezza di tale modello nel garantire alle persone un mondo più giusto e sostenibile. Fatto sempre più brutalmente evidente con l'esplosione della pandemia: il vecchio modello neoliberista è superato, non è più replicabile in questa nuova fase della nostra storia.rnGli economisti Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini dialogano e ripercorrono la strada che ha portato il modello neoliberista a schiantarsi. Indicano il sentiero stretto e in salita che la società civile e una nuova classe politica progressista dovranno percorrere per ripensare il mondo secondo altri principi. Non sarà un percorso facile perché il capitalismo sfrenato degli ultimi quarant'anni, nell'imporsi su tutto e tutti, non si farà strappare il potere facilmente. Le azioni da compiere sono molte: bisognerà reinventare il modo di calcolare le diverse forme di capitale andando oltre l'inappropriata misura del prodotto interno lordo; sarà indispensabile imparare a governare la trasformazione digitale in direzione di una conoscenza accessibile a tutti e indirizzarla alla giustizia sociale e ambientale; sarà anche necessario trovare un nuovo sistema di tassazione, che tenga conto del valore dei big data nelle mani di Facebook e delle altre big company del digitale; bisognerà ridare voce ai cittadini e ai lavoratori, così come prevede la nostra Costituzione, affinché scelgano e non subiscano il futuro; sarà necessario azzerare i privilegi delle multinazionali: il caso della pandemia ci ha mostrato quanto questo sia vitale nel settore farmaceutico. Per fare tutto ciò serve mettere in campo forze nuove, giovani, con una visione e la determinazione al cambiamento. -
Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno
Sono i classici i competenti in umanità, i contemporanei non ci sono attuali. Guardano il cielo stellato ma non si meravigliano, sono angosciati dall'esistenza ma non sono tragici, elaborano ricette ma non redigono nuove tavole della legge, parlano di tutto ma non di noi. Il demone della modernità non ci è amico. È la classicità la forza antagonista del presente. Ci appassionano perché sono diversi e lontani da noi; perché valgono come resistenza culturale e antidoto etico per i nostri giorni.Obbedire al tempo (parere tempori), seguire il demone (deum sequi), conoscere se stessi (se noscere), non eccedere in nulla (nihil nimis): racchiusi in otto parole latine che sfidano la brevitas di Twitter, sono questi i quattro punti cardinali attorno ai quali ruota tutta la saggezza classica legata ai grandi nomi di Sofocle e Socrate, Platone e Aristotele, Cicerone e Orazio, Seneca e Agostino; e alla quale farà costante riferimento la riflessione letteraria e filosofica della nostra Europa. Sono quattro precetti che mirano a rispondere alla domanda di Agostino: «Tu chi sei?» (Tu quis es?). Il libro spinge la riflessione fino ai nostri giorni e intercetta le domande dei nostri giovani, chiamati a una missione supplementare e difficile: arrivati in un mondo vecchio fatto su misura per i loro padri, devono ora costruirne uno nuovo per loro stessi e per i loro figli. Torna così attuale l'invito che Max Weber rivolse ai giovani nei giorni che seguirono le macerie della prima guerra mondiale. Alla loro domanda: «Professore, cosa dobbiamo fare?», il professore non seppe andare oltre questa risposta: «Ognuno segua il demone che tiene i fili della sua vita». -
La voce delle sirene. I Greci e l'arte della persuasione
La voce delle sirene ci accompagna – tra storia, mito, poemi e filosofia – alla scoperta della forza e del fascino della parola nella Grecia antica, sulle tracce di coloro che hanno dato forma al nostro modo di pensare, dibattere e argomentare.Forse non tutti sanno che per gli antichi le sirene erano mostri orripilanti, per metà uccelli e per metà donne. Eppure, esse avevano qualcosa che le rendeva irresistibili. Era la voce: suadente, ammaliatrice, ingannevole. Insieme ad altre figure mitologiche a loro affini come Circe, Calipso ed Elena, le sirene sono le protagoniste della prima tappa di un cammino circolare che questo libro percorre: un viaggio che, partendo da Omero e a Omero ritornando, si concentra sull'Atene del V secolo, la città della democrazia e della parola. Ripercorrendo storie gustose e celebri pagine di poesia e letteratura, Laura Pepe indaga fin tra le pieghe più nascoste le incredibili potenzialità di peithó, persuasione, la parola che insieme seduce e convince. Ma perché Omero e perché Atene? Perché per l'uno e per l'altra la parola, il logos, è un sovrano potentissimo, capace di compiere le imprese più divine e dunque di convincere del vero e del giusto, ma anche di illudere e di ingannare. Le sirene di Omero, con la loro voce che incanta, conquista e trascina, continuano a fare capolino nell'Atene del suo secolo d'oro: non è difficile intravederle tra i protagonisti della politica che arringano il popolo riunito in assemblea, tra gli accusatori e gli accusati che si industriano a convincere i giudici del tribunale e, ancora, tra quei maestri di persuasione che furono i sofisti. -
Didattica a distanza. Com'è, come potrebbe essere
La didattica a distanza ha cent'anni di storia, ma – malgrado l'accelerazione impressa dall'avvento dell'era digitale – ancora agli inizi del 2020 occupava un ruolo marginale. Barbara Bruschi e Alessandro Perissinotto – esperti di comunicazione e didattica speciale – ci guidano alla scoperta delle potenzialità insospettate del distance learning con un'analisi critica e libera da pregiudizi.Sembrava solo un ripiego, un ""piano B"""" dettato dalle necessità di una crisi senza precedenti, ma – dopo poche settimane dall'avvio generalizzato della didattica a distanza nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado – si è assistito a uno strano flusso migratorio, quello di coloro che, abbandonata la schiera degli scettici e degli apocalittici, sono passati a quella dei possibilisti, per non dire degli entusiasti. La didattica a distanza è accusata di impoverire il rapporto docente-studente, di dequalificare il corpo insegnante, di mercificare la conoscenza. Tutte queste accuse sono il cavallo di battaglia di molti docenti; tuttavia non sono pochi quelli che, praticando la nobile arte del fare di necessità virtù, hanno scoperto nel distance learning potenzialità insospettate dai più (ma ampiamente previste dagli studiosi). Questo è dunque un libro di parte, un libro che sta dalla parte di quanti hanno scelto di capire meglio le possibilità della didattica in rete. """"Di parte"""" non significa """"acritico"""" e non significa """"contro"""" (contro coloro che osteggiano la didattica a distanza), significa solo liberarsi del pregiudizio che oppone distanza a presenza (concetti questi moderatamente conciliabili tra loro) per valutare le esperienze positive degli ultimi anni e, soprattutto, di questi ultimi mesi. La trattazione si articola in tre parti: nella prima, Una cornice chiamata """"didattica a distanza"""", si analizzano, con gli strumenti della didattica, della sociologia e della semiotica, le trasformazioni introdotte dal distance learning, ma anche le sostanziali continuità con l'insegnamento tradizionale; nella seconda, In pratica come faccio?, vengono forniti modelli pratici di organizzazione della didattica a distanza; nella terza parte, E gli altri come hanno fatto?, viene fornita una raccolta di """"buone pratiche"""" messe in atto durante l'emergenza Covid-19 in realtà differenti (scuole elementari, secondarie di primo e secondo grado, atenei, formazione professionale ecc.).""