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Quaderno dell'Istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente. Vol. 56: Momenti e ambienti decisivi per lo sviluppo del bambino
Questo numero della rivista si apre con due ricche giornate seminariali relative all'attività culturale e di ricerca dell'Istituto. Il filo rosso che guida i variegati contributi offerti dagli autori è la connessione profonda e intricata tra mente-corpo e ambiente, che si dipana creativamente nel corso delle tappe di sviluppo del bambino e ne definisce l'Io. È lo stesso Winnicott che prima di tutti ha riconosciuto il ruolo cruciale dell'ambiente nella definizione del Sé, mettendo in luce come l'interazione con esso fosse costitutiva del Sé del bambino. Il nucleo del Sé, come emerge dal rapporto del bambino con la madre, presuppone in un processo continuo l'integrazione tra il soma e la psiche. Così, la mente, il soma e l'ambiente si definiscono come gli attori fondamentali di questo scenario. L'ambiente e i suoi attori eserciteranno in modo decisivo i propri stimoli che plasmeranno e daranno forma allo sviluppo del bambino nella sua unità psicosomatica. -
Autonomia e relazione. Conoscere la disabilità per conoscere noi stessi
Dal confronto con un modello di società capace di offrire solo luoghi e attività standardizzate a coloro che non rientrano in un concetto di normalità, nasce il tentativo, in queste pagine, di suggerire gli strumenti necessari a un percorso di crescita personale, attraverso un bilanciamento tra autonomia e dimensione relazionale. Il tema della disabilità permette di comprendere come la società definisca le appartenenze e le differenziazioni, anche in relazione all’orientamento sessuale, al genere, all’etnia; al contempo, di maturare un pensiero critico nei confronti di una logica binaria, che contrappone abile e non abile, uomo e donna, cittadino e straniero. È in questa prospettiva che la disabilità può consentire di raggiungere la consapevolezza dei limiti della condizione esistenziale e, rispecchiandoci negli altri, di cambiare la nostra visione del mondo. -
Me ne scappo, me ne vengo, vado via. Voci dall’ospedale neuropsichiatrico di Arezzo raccolte da Anna Maria Bruzzone
Nell’estate del 1977 Anna Maria Bruzzone si trova ad Arezzo, con un registratore a cassette, nell’ospedale neuropsichiatrico diretto da Agostino Pirella, stretto collaboratore di Franco Basaglia. Sono anni di importanti cambiamenti, in cui i “matti” cominciano a prendere parola. Il libro presenta interviste inedite che, attraverso voci di uomini e di donne, raccontano le condizioni di vita nel manicomio, la paura del futuro, il dolore che accompagna le esistenze tra quelle mura. In queste pagine è possibile leggere gli interventi di Anna Maria Bruzzone (le sue domande, i suoi commenti, le sue riflessioni) che permettono, anche al lettore non specialista, di apprezzare l’immediatezza e la complessità dello scambio dialogico che ha avuto luogo dentro il manicomio. -
Erbario. Una guida del selvatico a Milano
Erbario è un progetto del gruppo di lavoro del Politecnico di Milano che partecipa alle attività dell'unità di ricerca dell'Università Iuav di Venezia . Il volume è una guida ragionata ai luoghi del selvatico che popolano la storia e la geografia milanese, costruita a partire dall'osservazione della realtà di ogni giorno, dalla riscoperta di luoghi smarriti e dalla lettura di alcune ipotesi progettuali, interpretative e trasformative che riguardano la selva urbana. -
Cartografie sociali. Rivista di sociologia e scienze umane (2022). Vol. 13: Lavorare con... Esperienze, expertise e saperi nel mercato che verrà
Cartografie Sociali è una rivista di sociologia, semestrale e peer reviewed, che si colloca nel panorama delle scienze sociali contemporanee come uno spazio di riflessione aperto a diversi contributi della disciplina e luogo di divulgazione del sapere per coloro che, a vario titolo, operano nel sociale, nelle istituzioni, nell'accademia, nel mondo della politica e dell'associazionismo. -
Studi politici (2022). Vol. 1
La rivista Studi Politici pubblica lavori originali di ricerca con una prospettiva ampia e interdisciplinare, proponendosi di diffondere conoscenze trasversali e di aprire un confronto tra studiosi di diverse impostazioni e discipline. -
La metodica di Rosmini tra filosofia, teologia e pedagogia. Prospettive interdisciplinari
L’Università di Modena e Reggio Emilia nel 2021 è stata tra i patrocinatori di un Convegno Internazionale sul pensiero di Antonio Rosmini, e il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore ha ospitato una delle sue sessioni, proprio quella inerente alle prospettive interdisciplinari sulla pedagogia del Roveretano. La presente curatela costituisce la pubblicazione ragionata degli atti di questa sessione, integrati da altri saggi opportunamente tratti da altre sessioni del medesimo Convegno, e confluiti nella presente curatela a motivo della loro pertinenza con l’approccio e i contenuti del volume. La necessità, non solo metodologica ma anche epistemologica, della contemporanea svolta affettiva delle Scienze umanistiche, nella molteplicità dei loro approcci, può rinvenire alcune delle sue più significative coordinate nella (ri-)scoperta e ripresa performativa di almeno due aspetti centrali del rosminianesimo, tra loro intrinsecamente correlati: la teoresi politico-morale della logica – naturale e soprannaturale – dell’appagamento, e la teoresi filosofico-teologica – precipuamente pedagogico-giuridica – basata sugli ordini di affezione della cognizione (e, conseguentemente, della riflessione), propria del “sintesismo nel sintesismo” di affezioni (essere reale), intellezioni (essere ideale) e volizioni (essere morale). -
Sid e le otto sfere di luce. Come insegnare la meditazione mindfulness ai bambini
Sulla scorta della saggezza orientale sappiamo che gli esseri umani - fin da bambini - sono abituati a reagire a qualsiasi cosa accada nella loro mente attraverso reazioni inappropriate. Queste reazioni inevitabilmente alimentano il dolore, la paura e altre emozioni negative. Tuttavia, la liberazione da queste emozioni è possibile. Questo volume si prefigge l'obiettivo di insegnare a ragazzi e bambini il metodo della ""meditazione mindfulness"""" (o """"meditazione di consapevolezza"""") per mantenere un particolare stato di equilibrio mentale. Il migliore metodo di addestramento per i giovani deve basarsi su un percorso simbolico, che qui è strutturato mediante una storia, nella quale un bambino (Sid) compie un """"viaggio meditativo"""" per diventare un """"eroe"""", cioè un essere umano che ha salvato se stesso e che, per questa ragione, può salvare anche il resto del mondo! Il percorso contenuto in questo volume è stato progettato per bambini di età tra gli 8 e gli 11 anni ed è utilizzabile sia dai genitori con i propri figli sia dagli insegnanti con i propri alunni. La storia di Sid è articolata in ventiquattro puntate, ciascuna delle quali è corredata da esercizi di meditazione e da alcune domande per guidare la condivisione dell'esperienza. Gli esercizi di meditazione sono presentati in modo progressivo per durata e complessità. Questo strumento è frutto dell'esperienza decennale del gruppo MOM (Meditazione Orientata alla Mindfulness, www.medita-mom.it), coordinato dai professori Franco Fabbro e Cristiano Crescentini presso l'Università degli Studi di Udine. L'impegno del gruppo MOM per la pratica, lo studio e l'insegnamento della meditazione mindfulness è stato accompagnato da un costante lavoro di ricerca e pubblicazione sui benefici di questa tecnica per bambini, ragazzi, giovani, professionisti e persone con problematiche fisiche e psicologiche."" -
Metafisici torinesi. Quaderni di «Filosofia»
Il presente volume raccoglie sette saggi dedicati ai pensatori di area torinese che, nel corso del Novecento, hanno indagato con originalità e senso critico le profondità della metafisica. Il testo appare nella collana editoriale dei Quaderni di «Filosofia»: inaugurata nel 2021, la serie di volumi nasce come naturale sviluppo della storica rivista «Filosofia», che proprio da uno dei ""metafisici torinesi"""" qui convocati (Augusto Guzzo) era stata fondata nel 1950."" -
A la minga. Salinas de Guaranda. Un altro mondo è (altrove) possibile
Quando, nel 2019, sono arrivato per la prima volta a Salinas de Guaranda, un paese sulle Ande dell’Ecuador, a 3.550 metri di altitudine sul livello del mare, non vi era nemmeno una capanna, ma solo case di cemento. Alla fine degli anni Sessanta, però, quando arrivarono i missionari dell’operazione Mato Grosso, Salinas era un piccolo paese fatto di abitazioni di paglia. La maggioranza dei salineros viveva in zone isolate: non c’erano strade, luce elettrica, telefono, fognature, dispensario medico e tutti i campesinos erano sfruttati da una famiglia di latifondisti. A inizio anni Settanta, un gruppo di volontari italiani accompagnati dai salesiani istituirono una cooperativa che permise di ridistribuire la proprietà della terra a tutti i salineros attraverso piccoli prestiti: nacquero, in questo modo, un’economia comunitaria e diverse micro-imprese che non avevano proprietari se non gli stessi salineros. In che modo il “modello” Salinas, che si autodefinisce “comunitario”, “alternativo” e “critico” rispetto ai modelli economico-politici oggi dominanti in Occidente ci costringe a riflettere circa determinate problematiche connesse al fare un’“antropologia delle politiche”? -
Giunte rosse. Genova, Milano, Torino 1975-1990
Genova, Milano e Torino, nelle loro irriducibili singolarità, sia pure all’interno dello stesso orizzonte industrialista, si sono trovate allineate dal punto di vista della lotta politica-amministrativa quando, in seguito alla clamorosa avanzata elettorale delle sinistre alle amministrative del 15 giugno del 1975, furono governate da giunte rosse. Nel ricostruire questo periodo, che nella dimensione urbana qui assunta a terreno di indagine privilegiato, fu anche stagione di generose illusioni, oltre che punto di approdo di una storia che aveva lontane radici nel municipalismo di inizio Novecento, il volume assume e intreccia tre prospettive: muove da un’analisi del mutamento strutturale, per vedere poi se e in che misura questo interagisca con le dinamiche dell’amministrazione e le scelte di policy in campo urbanistico. Ne esce un ritratto originale delle tre capitali del triangolo industriale e un ambizioso tentativo di ripensare una stagione politica remota con tagli analitici originali. -
Dimostrare l'esistenza dell uomo
Da vari anni Evandro Agazzi viene pubblicando alcuni volumi che presentano in forma sistematica e articolata le aree fondamentali della sua ampia riflessione filosofica. La scaturigine di questo vasto programma di ricerca è il grande rispetto per la conoscenza scientifica, accompagnato da un rifiuto del pregiudizio positivista che riduce alle percezioni sensoriali la capacità di apportare conoscenza e attribuisce alla ragione solo la capacità di elaborare schemi formali incapaci di apportare autentica conoscenza. Tutta l’opera di Agazzi invece scandaglia il vasto mondo di concetti e principi astratti necessari per comprendere e spiegare il mondo della vita e dargli un senso. Questa sfera dell’invisibile (ossia di ciò che non si capta con la percezione sensoriale) costituisce una realtà accessibile ad altre forme di esperienza (quali l’esperienza morale, estetica, erotica, religiosa). Il presente volume è dedicato all’antropologia filosofica, ossia a una riflessione attorno alla natura umana, tema attualissimo in un momento in cui l’infatuazione per le conquiste di scienza e tecnologia rischia di far considerare l’uomo come una macchina (sia pure pensante) o un semplice mammifero un poco più evoluto di un orango o di uno scimpanzé. Il superamento di queste limitazioni permette di riconoscere nell’uomo una componente non materiale e immortale, sfruttando anche le analogie con il perdurare dei prodotti culturali. Qui appare un’inattesa amplissima presentazione di esempi tratti dalla musica, che di per sé rappresentano una novità in seno alla discussione filosofica e si alimentano a una pratica e conoscenza diretta del mondo musicale attraverso cui è passato l’autore. Di qui il titolo di quest’opera, Dimostrare l’esistenza dell’uomo, il cui contenuto analizza il cammino faticoso lungo il quale si è giunti a riconoscere la pari dignità umana a tante categorie di esseri della nostra specie che ne erano esclusi. -
Città e paesaggi urbani. Tra geografia e letteratura
La città è uno dei luoghi più rappresentativi della modernità, ma è anche profondamente radicata nella storia. Dalla fine del Settecento a oggi, i centri urbani sono cresciuti fino a diventare metropoli e megalopoli, dove convivono classi diverse e si verifica l’ibridazione etnico-culturale. Manifestazione delle forze politiche, economiche e sociali che plasmano il mondo, i paesaggi urbani sono anche organismi viventi, dotati di pulsante vita propria. In questa raccolta di saggi, la città si fa testo o, meglio, palinsesto, configurandosi come l’esito di un processo continuo di scrittura e riscrittura. Tra i più affascinanti prodotti della civiltà umana, la metropoli non è solo dotata di un’evidente materialità, ma è altresì un’entità simbolica. Anche la sua dimensione iconografica è un esempio significativo dello straordinario impatto generato dallo spazio urbano sulla cultura collettiva e sull’immaginario degli individui. Contributi di: Nicoletta Brazzelli, Giuseppe Gambazza, Alessandra Lavagnino, Martino Marazzi, Giuseppe Rocca, Anna Maria Salvadè, Guglielmo Scaramellini, William Spaggiari. -
Essere adulto nella società 5.0
Nella società 5.0, l’ex-adolescente ha bisogno di guide mature (genitori, maestri, formatori, consulenti filosofici, ecc.) che – tenendo ben a mente il processo di trasformazione in atto – lo aiutino ad ampliare le sue mappe interne per raggiungere/consolidare l’adultità e iniziare il cammino verso la maturità. In quest’opera, l’autore affronta la ricerca di senso dell’esistenza e spiega – in primis a se stesso – come la Pedagogia e la Filosofia pratica possano favorire il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, ovvero essere porte di accesso alle plurime identità che caratterizzano la persona nelle diverse tappe della vita. -
Il lascito lirico di Corrado Govoni. Dai crepuscoli sul Po agli influssi emiliani
Una rilettura dell’opera crepuscolare di Corrado Govoni (1903-1958) attraverso le ultime due generazioni di autori emiliani, con un’attenzione particolare all’atmosfera ferrarese dal primo Novecento a oggi, si è imposta nello studio di Matteo Bianchi nel momento in cui la cifra elegiaca e l’abbassamento dei toni e del registro lessicale si sono rivelati tratti somatici imprescindibili; con la premessa che la vena intimista di stampo pascoliano sia pulsante lungo l’intera produzione lirica del poeta di Tamara – anche a detta sua – e sia sconfinata per mezzo delle descrizioni paesaggistiche nelle prose poetiche de La santa verde (1919), rendendo Govoni un punto di riferimento per le tendenze letterarie della provincia di Ferrara e di quelle limitrofe. Govoni subì l’esistenza e spesso ne fu travolto, ma i versi cominciarono a registrarlo con nitidezza dopo l’uccisione del figlio Aladino (1944) nelle Fosse Ardeatine per mano dei nazisti. Accadimento che gli fece ritrattare davanti allo specchio ogni cosa, persino quel suo minimo legame alla politica nazionale, rinnegando tutto e ritirandosi in definitiva dalla mondanità erudita mal sopportata. Allora recuperò in veste ancora malinconica, ma senza perdere l’entusiasmo di fondo per la scoperta, il mondo agreste che mai avevo smesso di mancargli. Se la curiosità lo aveva accomunato a Filippo de Pisis, il ritorno nei dintorni ferraresi lo aveva distanziato da coloro che avevano scelto di abbandonare “la musa pentagona” per porti più sicuri, così lo stesso de Pisis e Giorgio Bassani. -
Dall'uomo esposto al soggetto esposto. Il concetto di interfaccia in alcuni filoni di riflessione sulla tecnica dal Settecento a Marcel Mauss
La nozione di ambiente non è una nozione recente: compare oggi in maniera sempre più diffusa nei dibattiti, negli spazi di divulgazione e molto spesso entra all’interno degli spazi affettivi individuali. L’ambiente entra nel campo dei valori come elemento fragile, indissociabile dall’azione antropica, attraverso la nozione di “crisi ambientale”. È proprio a partire dal nostro presente, in cui il cambiamento climatico e i suoi effetti sono ormai parte della nostra quotidianità, che è possibile rintracciare figure che, a partire dal ’700, hanno descritto l’inerenza degli enti con il loro ambiente e, tra questi, dell’uomo con il suo ambiente di vita. Due figure concettuali sono centrali: la figura della relazione di esposizione, tramite la quale si possono pensare forme di soggettività vulnerabili, esposte alle relazioni e ai concatenamenti nei quali sono inserite, e la figura dell’interfaccia, intesa come ciò che demarca un rapporto di inerenza e di separazione tra un interno e un esterno, rapporto allo stesso tempo necessario e contingente: figure che ancora oggi utilizziamo in molti contesti per pensare al rapporto con l’ambiente mediato dalla tecnica. -
Creatività ed esistenza. Dialogo sul ruolo della creatività in terapia esistenziale
«Come il sentiero che si crea camminando poetato da Machado, è l’opera d’arte che fa l’artista […]; potremmo anche dire che creare arte pian piano modifica l’habitus del creatore, così come dialogare con l’altro pian piano trasforma l’habitus del terapeuta. In realtà tutti, come l’artista anche il fruitore, come il terapeuta anche il cliente, hanno bisogno di apprendere, di sollecitare la propria conoscenza e la propria sensibilità attraverso il costante e pervicace lavorio dell’esperienza». Prefazione di Raffaele De Luca Picione. -
Dèi respinti. Metafisica degli scarti
Guardando alla storia e in modo particolare al momento storico in cui è ambientato il film La vita è bella, ci accorgiamo che il tema dello scarto non riguarda solo la nostra contemporaneità ma ha radici antiche, se non addirittura perse nella metafisica e nell’ontologia degli antichi. Tuttavia, si tratta prima di una concezione di pensiero, poi di un paradigma che viene assunto come verità e, infine, di scelte politiche messe in atto quando ciascuno di noi non fa più caso alla verifica etica delle azioni e non mette più neanche in discussione la verità metafisica presente dietro alcune decisioni. -
La formazione dei medici. Scienza e relazione
Trattata come tema fine a sé stesso, avulso dall’impronta scientifica delle professioni sanitarie, la relazione medico-paziente è stata spesso svalutata sul piano di un rapporto di tipo filantropico, non solo improbabile, ma anche fuorviante. La medicina occidentale è una scienza, così come è stata teorizzata dal suo fondatore riconosciuto. Una relazione che abbia un grado accettabile di comprensione reciproca è indispensabile alla natura scientifica delle professioni sanitarie. Medico (e infermiere) e paziente dovrebbero essere coinvolti in un'esperienza di apprendimento reciproco, dialettico, non astrattamente convergente. L'ammalato ha bisogno del medico perché lui stesso, prima di chiunque altro, capisca cosa gli sta succedendo; al tempo stesso il medico, se non vuole rinchiudersi in un sapere tautologico, deve accettare la sfida che si cela nell'unicità del soggetto che si rivolge a lui, poiché è questa sfida che lo porta a varcare la soglia ""di ciò che sa già"""", per puntare allo sviluppo delle sue conoscenze, in definitiva per essere scienziato della salute."" -
Prime pagine. Piccola antologia di incipit letterari
Come ci ha insegnato Erich Auerbach in Mimesis, ai maestri della critica novecentesca bastava uno specimen per carpire i segreti dei capolavori e accenderli di nuova luce. Suggestionato da così alti exempla esegetici, ma senza alcuna velleità di emulazione, l’autore di questo volume ha scelto e commentato 30 incipit di scrittori italiani, dal Duecento al Novecento. Il risultato è un’agile antologia che vorrebbe riprodurre il gesto compiuto da ognuno di noi almeno una volta: provare a farsi un’idea di un libro leggendone soltanto la prima pagina.