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Psicosoma. Fenomenico e materia dalla scena all'atto
Il sistema omeodinamico psicosoma ha proprietà biologiche casualmente emergenti ed è modulato da strutture dinamiche complesse. Tra queste vi è la coscienza, un campo fenomenico olistico, generata da aggregati funzionali neurali i cui contenuti serializzati sono riferibili a una realtà interna e/o esterna, la mente, ossia un sistema d’elaborazione computazionale d’input, con processi basali quali la percezione, la memoria, la motricità e le emozioni, che sono una sindrome reattiva multidimensionale. Vi è poi l’attenzione-consapevolezza, una funzione che a livello fenomenico pone in interrelazione il sé nucleare-proto-sé e i suoi elementi corporei con i contenuti della coscienza; sé come totalità delle istanze psichiche con contenuti autobiografici. Cambiamenti strutturali e funzionali dello psicosoma producono stati come quello ipnagogico, il sogno lucido, la meditazione e l’ipnosi. I contenuti altri della coscienza sono divenuti, nel tempo, elementi di venerazione, persecuzione e cura, ove le immagini, l’immaginario e i simboli hanno assunto finalità catartiche e terapeutiche, utilizzati anche nelle psicoterapie immagitive quali il Rêve Éveillé Dirigé, l’Oniroterapia, la Psicosintesi, l’Ipnosi Fantasmatica e l’Analisi Immaginativa, l’EMDR, la Mindfulness e le Tecniche Cognitive. -
Non pensare a niente. Carmelo Bene e l'abbandono del soggetto
Il teatro di Carmelo Bene fa a pezzi il soggetto come categoria del pensiero e dell'azione. Questa operazione radicale non si risolve in astrazioni teoriche, al contrario si inserisce nella scena del suo tempo, si lega a tradizioni teatrali minori e si sviluppa attraverso sperimentazioni innovative. Per farla finita con la rappresentazione attraverso la rappresentazione, Bene disarticola la grammatica simbolica del teatro. Dalla parodia del Grande Attore alla scoperta della phoné, fino al divenire minore della macchina attoriale, il gesto di Bene si fa lorenzaccio, deformazione in atto dei corpi, invocazione di noluntas, abbandono al femminile, rinuncia al potere. Bene prende così le sembianze di un Narciso senza più desiderio, sottratto a se stesso e perso nel puro godimento, vita nella vita, mondo nel mondo. -
«Chi tace non dice nulla». Il silenzio nell’esperienza giuridica romana
Nell’esperienza giuridica romana è presente l’idea, frutto della speculazione della giurisprudenza classica, che il silenzio, per i suoi significati, le sue funzioni e applicazioni, avesse delle importanti implicazioni sul divenire storico e sociale di alcuni istituti giuridici e sul formarsi dei principi che li governavano. Questi ultimi dovevano essere enunciati in via interpretativa e attraverso specifiche tecniche di “decodificazione” del silenzio che ne ricostruissero il significato e di “decifrazione” delle soluzioni polivalenti in esso insite, in riferimento a esigenze pratiche. Quindi senza enunciare una “teoria generale del silenzio”, che è rifiutata dal giurista Paolo, il quale, affermando “Chi tace non dice nulla”, si limita a constatare l’ambiguità primordiale del silenzio senza pretendere però di interpretarlo. -
Il silenzio del noi
Il silenzio non abita più qui, per queste strade. Lo abbiamo rotto, violato, smarrito. Era dentro un pomeriggio d’estate: nell’aria immobile di giorni brucianti, al confine fra un’epoca e l’altra – Moro era morto da poco, ma in breve l’Italia sarebbe tornata a far festa, la paura sarebbe stata dimenticata. Era fra le mani dei nostri padri, che solo molti anni più tardi avremmo capito; di padri che non avevano bisogno di parlare, né intendevano farlo. Ma non è forse vero che altrove si parlava comunque tantissimo? Si parlava nelle riunioni di partito, nelle aule e nelle palestre scolastiche, nei dibattiti pubblici. Ciascuno parlava per sé, naturalmente, ma anche per un’idea. Erano idee messe al servizio non di sé stessi, come individui, ma di un soggetto comune, di un “noi”, nel quale le individualità potevano e dovevano confluire. Da un certo momento in avanti ciascuno ha preso a parlare solo per sé, senza più pretendere né desiderare di parlare anche per altri; senza più aspirare alla condivisione delle parole, dentro un silenzio che le accogliesse. Ed ecco dove e quando è sparito il silenzio dei nostri padri: è sparito insieme a noi, è crollato insieme al “noi”. -
La città del sole-La percezione magica del mondo e l'utopia
Alla nuova edizione della Città del Sole di Campanella si affianca un saggio introduttivo da cui traspare una visione per più versi inedita del filosofo di Stilo, la cui utopia conduce anche ad una riflessione sul ""Principio Speranza"""" centrale nel pensiero di Ernst Bloch. Chi fu Campanella? Certo non fu un sognatore di belle città ideali. Fu un frate ribelle e un filosofo rivoluzionario che sulla base di una visione messianica e apocalittica della storia intese realizzare uno Stato al tempo stesso teocratico e comunista - la Città del Sole - che avrebbe dovuto rovesciare l'ispanico Regno di Napoli. Ma, fallita quell'esperienza, fu anche, successivamente, un grande teorico della Controriforma. Fu un pensatore ambiguo uso alla dissimulazione, un demone dostoevskijano interiormente scisso «che sentiva voci e il """"sibilare di venti"""" nella propria testa e affermava di vedere demoni travestiti da angeli». Importante rimane, al di là del pensiero politico, l'ontologia e la metafisica campanelliana e, soprattutto, la teoria dell'alienazione strutturalmente insita nella relazionalità umana, che richiama le più radicali tesi della psicopatologia moderna."" -
C'è un'aria
"Quanto oggi ci viene offerto di vivere non ha altro scopo che porci di fronte a un’autentica iniziazione, allo stesso tempo individuale e collettiva. Non possiamo più rimanere ancorati a concetti e virtù che non hanno più valore alcuno. Tutte le strutture fin qui conosciute sono destinate a crollare, non certo nel sangue, ma per inedia, se saremo capaci di non offrire loro il concime di cui si nutrono. Ognuno di noi è così chiamato a vivere la propria autenticità, senza più trucchi e abbandonando ogni sorta di pretesto e di calcolo. Un altro grado di trasparenza è destinato a rivelarsi, come conseguenza del progressivo innalzarsi dei veli che offuscano lo sguardo, affinché si possa sprigionare quel “vapor acqueo umano” di cui parlava Colui che è venuto a risvegliare l’umanità… e insieme a quest’ultima un altro modo di stare al mondo.""""" -
Al di qua del logos. Logica delle idee estetiche tra Baumgarten e Kant
L’idea che l’opera d’arte sia dotata di una specifica pregnanza – di un surplus di senso rispetto a quanto si possa logicamente esprimere a parole – è uno dei cardini della concezione estetica moderna e contemporanea. Da dove deriva questa tesi? Quando si è imposta nel dibattito filosofico? Il presente studio ricostruisce la genealogia di tale concetto, focalizzandosi su due autori cruciali nel dibattito illuministico, Alexander Gottlieb Baumgarten (1714-1762), l’inventore della parola “estetica”, e Immanuel Kant (1724-1804), tra i massimi pensatori di tutti i tempi. Attraverso un percorso dalla retorica antica alla logica moderna, dall’ermeneutica biblica alla psicologia, il volume tesse una fitta rete concettuale che aiuta a decifrare l’origine e la rilevanza storica di un’idea che ancora oggi modella la nostra concezione dell’arte. -
L'esperienza del teatro. Tessere cinqucentesche
Agli esordi del sedicesimo secolo la galassia della socialità cova in grembo il teatro: un oggetto ""ritrovato"""" filologicamente sulla scorta dell'antico ma anche definito e riconosciuto in progress attraverso le difformi reazioni dei soggetti che imparano a goderne l'esperienza, separando il piano della finzione da quello della realtà e accettando di disporsi all'attitudine """"passiva"""" di visione e di ascolto richiesta da una rappresentazione, che è cosa diversa dalla condivisione agita della festa laica o religiosa. Fra il teatro pensato e sperimentato dagli intellettuali seguendo l'auctoritas dei classici e il bacino ludico della tradizione si intreccia così un dialogo niente affatto lineare né progressivo, e sono i committenti e i destinatari a orientare in modo decisivo l'avventura collettiva che, nel giro di pochi decenni, produce la cosiddetta """"invenzione"""" rinascimentale del teatro moderno attraverso un itinerario ricettivo idealmente disposto dal protagonismo della brigata partecipe di un evento comunitario alla visione silenziosa del pubblico in sala."" -
Platone in Inghilterra. Pater, Symonds, Wilde, Rolfe
Il testo, attraverso l’analisi di alcune opere narrative e saggistiche, tratta il tema dell’omosessualità e la figura dell’ermafrodito in quattro autori del movimento estetico inglese di fine Ottocento: Pater, Symonds, Wilde, Rolfe (Baron Corvo). In questa analisi di classici della letteratura inglese emergono così aspetti stilistici, simbolici e tematici che non solo hanno un chiaro rimando alla cifra stilistica del singolo autore trattato, ma rappresentano una componente dell’immaginario che pervade le loro opere. -
Determinismo e giustizia sociale
Chi voglia cambiare il mondo senza metterne in discussione il suo principale pilastro concettuale – il libero arbitrio – è destinato a fallire sistematicamente. Qualsiasi ipotesi di progresso sociale che non parta da una visione rigorosamente determinista degli esseri umani non è altro che un ennesimo “belato filosofico”; qualsiasi impegno, attività o pratica politica che voglia contrapporsi all’esistente senza trattarlo come un gioco di forze, di azioni e di reazioni chimiche non è che lotta contro i mulini a vento. -
Lógoi. Sul sentiero «orfico-pitagorico» di María Zambrano
Accanto al Logos, su un binario parallelo alla storia dell’Essere, vi è un logos sommerso, altro, un sentiero “orfico-pitagorico” che rivendica le proprie istanze. Non già parola, discorso e definizione, ma numero, rapporto, musica. La complessa relazione della filosofa spagnola María Zambrano con la tradizione dell’“orfismo” e del “pitagorismo” è qui indagata tanto in una prospettiva storico-filosofica, volta a sondare la legittimità della formula da lei stessa adottata per descrivere il proprio percorso intellettuale, quanto in una prospettiva capace di superare le ambiguità e contraddizioni di questo riferimento, al fine di esplorarne l’eredità in termini di figure, simboli e metafore operanti sul piano filosofico-esistenziale, nonché etico-politico. Perché discontinuità e molteplicità del reale non possono che essere colti da un logos plurale (lógoi) in grado di esercitare, nel suo darsi musicale, nel riassumere la sua doppia radice di numero e parola, la capacità poietica, demistificante ed essenzialmente politica di una Ragione non assoluta. -
L'illusione dell'immagine in movimento. L'influenza del cinema nelle esposizioni della Pinault Collection di Venezia
In un universo contemporaneo costellato da una miriade di immagini sia fisse che in movimento e caratterizzato da un loro influenzarsi, attirarsi e scontrarsi reciprocamente come da un loro proliferare, circolare e migrare da una galassia di implicazioni all’altra, ciò a cui si assiste è una perdita di un senso univoco non solo per la singola immagine, ma anche per i collegamenti che si vengono a instaurare tra di esse. Si tratta di un fenomeno interdisciplinare che soprattutto rompe l’isolamento del cinema, per farlo entrare in collisione con l’arte e creare così un nuovo tipo di contatto dinamico che va a squarciare l’illusione statica e conservativa che vuole le diverse sfere culturali divise. Un’erosione, o meglio uno scioglimento, di tali confini che è stato rintracciabile in una delle raccolte d’arte contemporanea più vasta del mondo: la Pinault Collection. -
Nel vuoto. Tra filosofia e senso dell'esistenza umana
L’evento del primo confinamento, a seguito della pandemia da Covid-19, ha portato molti a confrontarsi con una nuova esperienza di sé. In questo frangente la dimensione del vuoto, nel senso ampio del termine, è sicuramente emersa come la più perturbante. Il libro si misura con tale dimensione e la relazione che questa ha con il processo di costruzione della nostra soggettività, attraverso un’analisi anzitutto storiografica di come il vuoto sia stato principalmente tematizzato dal pensiero filosofico occidentale, ma non solo, provando a ragionare attorno a cosa esso abbia rappresentato e cosa possa ancora significare, quale dispositivo di istituzione della nostra identità e della nostra esperienza. Gli atomisti antichi, gli epicurei, il pensiero orientale e il moderno pensiero occidentale, a partire da Blaise Pascal e Pierre Gassendi, fino alle riflessioni degli ultimi anni possono ancora dirci qualcosa su di noi, a partire dal nostro vuoto? -
La libertà dell'arte. Carteggio (1941-1961)
Un confronto franco e leale, talora venato da animati dissensi sempre improntati a una stima reciproca e a una eticità intellettuale condivisa, segna i venti anni del carteggio tra Gianfranco Contini e Giovanni Battista Angioletti. Uno scambio epistolare che evidenzia tre fasi salienti: gli anni dell’insegnamento di Contini a Friburgo coincidenti con la presenza a Lugano di Angioletti (1941-1945); il difficile rientro in Italia di Angioletti espulso dalla Svizzera (1945-1948); e l’ultimo tratto con l’attività di Angioletti presso la Rai, e la direzione della rivista «L’Approdo letterario» (1948-1961), quasi in concomitanza (dal 1953) con la chiamata a Firenze di Contini. Tra letteratura e impegno civile, emerge insieme alla statura intellettuale precocemente europea di Contini la personalità di Angioletti nel ruolo di un eccezionale operatore culturale. -
Darshanim. Contributi a «Interpretazione. Reti di relazioni generate da un'opera d'arte». Vol. 2
Il presente lavoro raccoglie alcuni contributi legati al progetto Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Tale progetto, nato dalla collaborazione tra il Conservatorio di Trento e il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, invita studiosi di discipline diverse a confrontarsi sul tema dell’interpretazione. La riflessione su questo tema ha attraversato specifiche aree filosofiche novecentesche, ma tale progetto mira ad ampliare lo spettro del suo campo d’indagine: la musica gioca qui un ruolo fondamentale, con tutte le determinazioni specifiche che il concetto di interpretazione assume nella creazione, nell’analisi e nella pratica musicale. A sua volta, la questione dell’interpretazione musicale viene fatta interagire con i campi d’indagine più diversi: l’interpretazione biblica, l’ermeneutica dei testi letterari, l’estetica, la musicologia, la psicologia, la storia, la teoria della cultura. L’idea di fondo è quella di restituire alla musica una fondamentale centralità epistemica, mostrando che essa – attraverso il prisma dell’interpretazione – sta alla convergenza dei saperi più diversi, costituendo l’anima invisibile di una enciclopedia a venire. Contributi di: Margherita Anselmi, Alessio Bergamo, Salvatore Cardone, Flavia Casari, Federico Costa, Paolo Costa, Roberta De Monticelli, Jean-Paul Dufiet, Franco Farina, Massimo Giuliani, Manuela Moretti, Enrico Piergiacomi, Davide Pigozzi, Pier Alberto Porceddu Cilione, Marina Rossi, Samir Thabet, Piero Venturini, Anna Vildera, Simone Zacchini. -
Coercizione e diritto
Dopo Herbert Hart, la filosofia del diritto specie angloamericana ha espunto senza troppi complimenti la coercizione dal diritto, almeno come sua caratteristica “essenziale”, oppure ne ha preservato il ruolo e l’importanza, ma conferendo a essa una posizione servente rispetto ai requisiti morali che il diritto, come tale, dovrebbe soddisfare. Negli scritti qui raccolti, l’autrice mostra l’insostenibilità di queste tesi e riafferma, in tema di rapporti tra diritto e forza, l’attualità della tradizione giuspositivista, alla luce della quale il monopolio e l’amministrazione della forza fisica sono il tratto saliente del fenomeno giuridico. Sostiene altresì, anche attraverso una critica all’interpretazione corrente del pensiero di Hart, che la centralità della coercizione nel (concetto di) diritto si integra pienamente col programma di separazione tra il diritto e la morale, e con la visione strumentale del diritto: vale a dire con i due aspetti basilari dell’anzidetta tradizione. -
La filosofia e la crisi ecologica. Atti della Winter School 2021-2022
La questione ecologica è ormai entrata con forza tra i problemi più urgenti che i decisori politici sono chiamati ad affrontare. Rispetto a qualche decennio fa, quando il pensiero ecologico era appannaggio di climatologi e di naturalisti, di intellettuali e di movimenti minoritari, oggi si può riscontrare una più ampia e diffusa attenzione per l’attuale condizione di degrado del pianeta. Qualsiasi progetto d’intervento volto a limitare l’impatto delle attività umane sulla Terra, richiede però una profonda revisione della relazione che l’uomo intrattiene da secoli con essa, fondata sullo sfruttamento economico massiccio delle risorse naturali e sulla modificazione irreversibile e distruttiva degli ecosistemi, a cui è sottesa un’ideologia del dominio tecnico profondamente iscritta nella cultura occidentale. Ecco perché l’urgenza dei problemi attuali chiama in causa la filosofia come disciplina critica, in grado di mettere a fuoco i limiti di quell’ideologia e di quel modello di sviluppo, offrendo delle ipotesi per una trasformazione radicale del rapporto uomo-natura. -
Se continua così. Cinema e fantascienza distopica
Da Metropolis di Fritz Lang alle saghe di Blade Runner e Mad Max in tutte le loro derivazioni, fino a Matrix e al cyberpunk, un'analisi del cinema di fantascienza che più è riuscito a trasformare in immaginario la visione di un futuro peggiore del presente. In costante confronto e dialogo con i maggiori autori letterari del filone (Jack London, George Orwell, Philip K. Dick, William Gibson e altri), un viaggio attraverso l'evoluzione del genere forse più contemporaneo, come dimostra la narrazione distopica del regista ucraino Valentyn Vasyanovych nel suo film Atlantis (2019). Suddiviso per argomenti, il testo considera paure collettive quali la minaccia nucleare, le epidemie, la tecnofobia e la catastrofe ambientale che i film, nel corso di quasi un secolo, hanno saputo elaborare e raccontare. Un'apposita appendice è riservata alle distopie dello scrittore Valerio Evangelisti, al quale il libro è dedicato. -
Dal realismo scientifico al realismo interno. Putnam verso il pragmatismo
Il volume indaga l’evoluzione del pensiero di Hilary Putnam nei primi decenni della sua carriera intellettuale, con particolare attenzione al tema del realismo. Il rapporto tra il “realismo scientifico”- maturato nell’arco degli anni Sessanta attraverso il confronto con le questioni epistemologiche ereditate dal neopositivismo - e la successiva concezione del “realismo interno”, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, è stato studiato evidenziandone per lo più i punti di discontinuità. Tale impostazione ha prodotto frequenti interpretazioni unilaterali, secondo cui il realismo scientifico rappresenterebbe una concezione riduzionista della realtà d’ispirazione neopositivista e il realismo interno un’opposta reazione antirealista. Una maggiore attenzione ai punti di continuità e alle linee di progressività tra le due concezioni del realismo, risulta dunque interessante non solo per ampliare le prospettive di ricerca degli studi sul pensiero putnamiano, ma anche per immaginare una sintesi tra le principali istanze della filosofia contemporanea e, infine, per riflettere sulla complessità della conoscenza umana. -
L'alchimia del potere. La filosofia politica di Hannah Arendt
Il libro tiene conto di come il pensiero di Hannah Arendt si inserisca a pieno titolo nell’attuale dibattito sull’idea di democrazia e sulle sue derive totalitarie. Gli autori hanno affrontato alcuni temi cruciali del pensiero arendtiano, come la sua visione della storia, intesa come evento, contingenza e imprevedibilità, e la sua concezione della politica, con la quale Arendt segnala il rischio di una riduzione del politico all’economico. Da questo punto di vista è stato necessario ricostruire i suoi rapporti con il pensiero di Karl Marx, riferimento imprescindibile sempre presente nelle tesi arendtiane, benché critiche e con il tema centrale del lavoro. Il percorso analitico prosegue nel confronto con alcune autrici come Cavarero e Butler, che permettono di approfondire alcuni argomenti quali la democrazia, la corporeità, la soggettività. Infine, il confronto costante con il pensiero di Michel Foucault per mettere in luce gli aspetti più spinosi che oggi riguardano l’idea stessa di potere e politica.