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E adesso?
"Questa sera Claude è morto. L'amavo."""" Inizia così il viaggio della protagonista nei meandri del dolore. Il dolore indicibile provocato dalla morte del marito, vittima di un incidente in moto. Per la voce femminile narrante - l'autrice stessa -, pudica e piena di dignità, la vita si ferma e comincia nello stesso tempo. Da quel momento in poi ci saranno un """"prima"""" e un """"adesso"""". E in questa parentesi quasi atemporale l'autrice prova a raccontare il dolore, l'adesso del lutto, quando più niente resta di essenziale, eppure bisogna continuare a vivere: telefonare, scegliere la bara, la musica per la cerimonia funebre... ma anche dire al figlio di otto anni della morte del padre." -
L'amore e lo sghignazzo
Eretici, giullari, provocatori e trasgressori, ma anche sante e angeli: sono i personaggi che popolano i racconti di Dario Fo, voci fuori del coro che compongono le vicende di una storia ""alternativa"""". Eretica sarà dichiarata Mainfreda, della famiglia dei Visconti di Milano, colei che nel tredicesimo secolo raccolse l'eredità di una donna e di un angelo gigantesco, capaci da soli di difendere l'abbazia di Chiaravalle dal saccheggio furioso dei mercenari lanzichenecchi. Non eretica, ma pur sempre trasgressiva nel nome dell'amore, è Eloisa, quando ormai invecchiata racconta il suo incontro con il famoso Abelardo, la loro folle e irresponsabile passione, la terribile punizione che a lui toccherà in sorte. Trasgressori e provocatori furono senz'altro gli autori comici dell'antica Grecia, da Aristofane a Luciano di Samotracia. Ed è dunque sui loro testi, non su quelli della storia ufficiale che Fo cerca la verità della civiltà classica a cui altrimenti non si potrebbe accedere: parole di un teatro lontano, ma che parla di tirannia e di falsa democrazia, della loro mistificazione."" -
La sparizione
Natalia ha diciassette anni, studia al liceo, è una ragazza graziosa, con una vita normale. Ma il dolore bussa alla sua porta: il padre, un medico di Lugano, muore d'infarto e lei, per affrontare il lutto, si rifugia con la madre nella loro casa di Corvesco, tra le montagne del Canton Ticino. E lì un delitto sconvolge il suo già difficile equilibrio. Natalia, di colpo, smette di parlare. I suoi ricordi sono confusi, forse ha visto qualcosa, ma non riesce a esprimersi: lo shock le ha chiuso la bocca. Suo padre ha lasciato in giro delle carte che nascondono un mistero inquietante, e nel paese cresce la tensione. Natalia ha paura, non sa più di chi fidarsi, fugge. Ma poi fa uno strano incontro. Il caso vuole che a Corvesco abiti anche Elia Contini, il protagonista dei precedenti romanzi di Andrea Fazioli. Il fatto che abbia smesso di fare il poliziotto privato e si arrabatti in un giornale di provincia non toglie nulla alla sua curiosità e alla sua vocazione a tuffarsi nei guai. Così, suo malgrado, Contini si trova alle prese con un nuovo enigma: cosa faceva Natalia nel bosco, da chi si sentiva minacciata? Attorno all'ex detective e alla ragazza che tace si muovono personaggi soltanto in apparenza irreprensibili: poliziotti, medici, avvocati. È nella geografia circoscritta del Canton Ticino che si succedono i colpi di scena di una storia il cui sottile filo d'ironia non cancella i risvolti drammatici. -
Una vita da eroe
Sono i primi anni '50, quando Henry Smart, volontario nella guerra d'indipendenza uomo di fiducia di Michael Collins, militante dell'IRA, fa ritorno al paese d'origine dopo un lungo esilio negli Stati Uniti. È un uomo solo, mutilato, soffre di perdite di memoria ed è certo della morte dell'amatissima moglie e dei figli. Ingaggiato dal regista John Ford come ""consulente IRA"""", Smart prende parte alla stesura della sceneggiatura del film che Ford intende girare proprio sulla sua vita. Ma si tratta di un """"polpettone"""" hollywoodiano, depurato da episodi cruenti. L'Irlanda di Ford è un artificio, dove la lotta per l'indipendenza e la Guerra Civile fanno solo da sfondo all'avventura sentimentale dei protagonisti. Conclusa dunque in maniera poco soddisfacente la parentesi cinematografica, Smart si trasferisce in un paese a nord di Dublino, dove conduce un'esistenza molto tranquilla, lavorando come bidello in una scuola e come giardiniere, finché per caso scoprirà che sua moglie e sua figlia sono ancora vive. La stampa nazionale però lo cerca e svela il suo passato rivoluzionario; la Provisional IRA inizia a interessarsi a questo """"vecchio leone"""", vede in lui un eroe dimenticato e decide di farne il proprio simbolo. In un romanzo che abbraccia mezzo secolo di storia irlandese, Doyle racconta con grande sensibilità i profondi mutamenti di un paese alla ricerca di normalità dopo anni di conflitti."" -
Un favore personale
Dublino, metà anni Cinquanta. Non è un bel periodo per l'anatomopatologo Quirke: una sua ex fiamma muore, un uomo che in passato stimava è in fin di vita e la figlia con la quale sta cercando di ricostruire un rapporto fa ancora fatica ad accettarlo. E quando Billy Hunt, una vecchia conoscenza del college, lo cerca e gli chiede un favore personale legato all'apparente suicidio della moglie Deirdre, Quirke non sa tirarsi indietro, nonostante senta che l'incontro gli porterà solo guai. Guai che non tardano ad arrivare: l'anatomopatologo si trova lentamente risucchiato in un mondo tenebroso dove droga, perversioni sessuali, ricatti e omicidi sono la normalità. Un mondo dove nulla è come sembra. -
Le ragazzacce
Ci sono i carnefici e ci sono le vittime, i carcerieri e le carcerate. C'è la cella d'isolamento con i suoi tentati suicidi, le regole ferree della convivenza tra le detenute e la stretta sorveglianza delle guardie; tanto stretta da arrivare spesso fino al sopruso e alla violenza. E poi, naturalmente, c'è il fuori, la città con le sue strade, i suoi pub e i suoi appartamenti, le persone libere, la vita che dovrebbe essere normale. Louise Forrest appartiene a questa vita, alla città: ma per il suo lavoro di psichiatra appartiene anche un po' al carcere in cui lavora da qualche mese. L'incontro con Helen, la più fragile delle detenute, con un passato misterioso e terrificante fatto di indicibili violenze prima subite e poi perpetrate, che emergono lentamente dalla memoria, cambia la vita della psichiatra: per Louise diventa sempre più complicato nascondersi, sempre più difficile anche solo affidarsi alla protezione del capitano Bradshaw che si è innamorato di lei. Quando la vicenda delle due donne comincia a incrociarsi, a coinvolgere l'ex marito e il figlio della psichiatra e la storia famigliare della detenuta, quando uno spiraglio di affetto e di solidarietà sembra aprirsi tra le mura del penitenziario, tutto improvvisamente precipita. Non c'è più nulla del passato che si possa tacere: nessuna crudeltà, nessuna sofferenza, nessuna orribile bugia. -
Latitudine dei sogni. Testo spagnolo a fronte
In questa raccolta di poesie, Carmen Yáñez sembra attraversare in un solo movimento l'ampio atlante che comprende la sua vita, dal Sud America all'Europa, senza mai staccarsi dai tenaci ricordi che la seguono. Forse non ricorre a caso l'immagine della lumaca, animale antico che si porta addosso la sua casa e la sua storia, tutto quello che ha, e al suo passaggio depone ""la scia della traversata, schiuma brillante della fuga"""". Ma i ricordi, in queste liriche meditative, sospese in un'atmosfera quasi trasognata (""""acque profonde, in cui si moltiplicano gli arcani""""), sembrano proiettare ombre discrete, finalmente pacificate, che si allontanano dai demoni consueti - la dittatura, l'esilio - di questa poetessa capace di rara fermezza morale come di inconsuete vibrazioni d'amore. Così nascono versi che sarebbero piaciuti a García Lorca: """"Era piena la luna quando tacque il suo amante? In quale pantano conficcò la spada?"""", sinopie che si aprono al colore, con un suggestivo rigore formale: """"Davanti a questo mare acceso di malve"""". Su tutto, un'attenzione paziente alle cose, ai gesti, ai sentimenti quotidiani (""""le onde piccole della pena""""), che sono il segno di una riconciliazione con la vita, scrutata in una perplessa lontananza."" -
Un posto perfetto
Una grande villa edoardiana nella provincia inglese: il nido di una famiglia felice. Cuore di Allersmead è Alison, madre archetipa, custode del focolare e cuoca meravigliosa; Charles è invece un padre distante e sarcastico, assorto in se stesso e nei libri che scrive; poi ci sono Ingrid, la ragazza alla pari che è rimasta trent'anni, e loro, i bambini, certo ora cresciuti, ma la casa è così piena di ricordi - le foto nelle cornici, le tazze con il nome - da far pensare che non se ne siano mai andati. E invece ognuno ha preso la propria strada: Gina reporter televisiva, Sandra con la sua boutique in Italia, Roger e Katie oltreoceano, Clare in giro per l'Europa con la compagnia di danza. Solo Paul è rimasto, il figlio più grande, sempre in bilico tra un nuovo lavoro precario e le ricadute nella droga. Allersmead è la casa dell'infanzia, delle feste di compleanno in giardino, degli anniversari intorno al tavolo della cucina. Di tanto in tanto, però, sui ricordi, e sulla vita presente, si allunga l'ombra di un fatto del passato - una nota stridula nell'allegria di Alison, una battuta inaspettata dell'enigmatica Ingrid - rimasto chiuso per anni in un cassetto come i vecchi vestiti di Carnevale, custodito dall'enorme casa ora un po' trascurata e malmessa, muta testimone di una famiglia che forse non è come tutte le altre. -
Una vita da lettore
Libri ricevuti, libri recensiti, libri comprati e mai letti, libri che prima o poi bisognerà leggere, libri letti davvero, finalmente: un labirinto di letture di tutti i generi, dai classici alle biografie degli sportivi, dalle raccolte di versi ai graphic novel, dai romanzi appena usciti a quelli imperdibili dell'800... Schiacciato dal mucchio delle letture a cui non si può rinunciare, Nick Hornby prova, con leggerezza e ironia, a trovare qualche criterio per orientarsi nel dedalo delle letture, racconta le sue preferenze e le sue antipatie e soprattutto restituisce una gioiosa voglia di leggere. Perché è vero che ogni tanto è meglio una partita di calcio... ma è anche vero che se il libro è bello, non c'è partita né concerto rock che tenga. -
Cosmofobia
Cosmofobia è ambientato nel quartiere multietnico di Lavapiés, a Madrid, dove l'autrice vive, e si basa su esperienze personali e sui racconti degli operatori sociali che lavorano nel Centro Social del Parque del Casino. Sono venti vite che si incrociano, amori e destini immersi nella più reale attualità, ritratto di una nuova società multietnica. Ci sono i bambini di varie nazionalità che giocano insieme nella ludoteca, e c'è il centro di auto-aiuto per le donne, dove si incontrano ecuadoregne, marocchine, senegalesi e spagnole, divise da differenze di etnia, lingua e religione, ma con un tratto in comune: il fatto di aver subito maltrattamenti fisici o psicologici. Tra i bambini della ludoteca, le loro famiglie e gli altri abitanti del quartiere si crea una sorta di ""circolo sociale"""" che unisce persone di varie età, razze e classi sociali: professori universitari e immigrati poverissimi, piccoli spacciatori e attricette disoccupate, giovani donne manager rampanti, impiegate frustrate, musulmane che rinnegano il velo, stiliste, modelli. C'è chi non sa se il giorno dopo avrà da mangiare e chi ha appesi nell'armadio vestiti da 1800 euro."" -
Un miracolo nel Botswana
Non è solo la siccità che affligge il suo Botswana a impensierire Precious Ramotswe. Sembra impossibile, ma qualcuno ce l'ha con la più famosa detective dell'Africa. La sua assistente, la valida Grace Makutsi, ha scoperto nella corrispondenza una lettera minatoria, rigorosamente anonima. Benché preoccupata, la signora Ramotswe non può perdere troppo tempo e si tuffa nelle indagini di un nuovo caso, quello di una giovane donna adottata che vuole scoprire se qualche suo consanguineo è ancora vivo. E poi c'è un dolore di fondo. Il signor JLB Matekoni, buon marito e bravo meccanico, è perso dietro a un sogno: si aggrappa alla speranza che, grazie a un costoso miracolo, Motholeli, la figlia adottiva, possa tornare a camminare. Precious, però, riesce a muoversi con grazia anche in mezzo ai problemi, sa prendersi i suoi tempi, seduta a meditare, ma sa anche sfrecciare sul mitico e scalcagnato furgoncino bianco, se occorre. Ed è in grado di riconoscere i miracoli, quando li vede. Non quelli grandiosi, ma quelli più terreni e altrettanto meravigliosi: sentirsi amata come una mamma, l'incontro tra due anime gemelle e la terra che ritorna verde dopo una pioggia attesa e rinfrancante. -
Il mio nome è Jamaica
Tel Aviv, autunno 2006. A un congresso di storici dell'ebraismo Dana incontra l'amico e collega Santiago, che non vedeva da un paio d'anni. L'uomo è trasandato e particolarmente inquieto: del resto è comprensibile, considerata la sua tragica situazione familiare. Dopo la morte della moglie, infatti, Tiago ha perso anche il figlio ventenne in un incidente d'auto. Qualche giorno dopo il loro incontro, Santiago annuncia la decisione di partire per la città santa di Safed e la sera tardi Dana riceve una telefonata da un posto di frontiera israeliano. L'uomo ha superato senza autorizzazione i controlli, è nei guai e dà di matto. Le sue condizioni sono davvero preoccupanti: è convinto di essere un ebreo, esige di essere chiamato Jamaica, inveisce contro tutto e tutti. Dana riesce a portarlo via e i due vanno insieme a Parigi, dove si ritrovano coinvolti nella rivolta delle banlieues, con Tiago che non accenna a smettere di farneticare. Ma le frasi che lui ripete ricordano qualcosa a Dana, una vecchia cronaca del Seicento nella quale il figlio di uno spagnolo e di una inca racconta la propria vita, lui che si finge cristiano vejo ma in realtà è ebreo. E allora alla donna viene da chiedersi quanta follia ci sia davvero in Tiago... -
Buio d'amore
Ha tanti aspetti l'amore in questa raccolta di racconti dal titolo esplicativo che evoca il buio, il buio come mistero insondabile, come vuoto di certezze dove la ragione si smarrisce e rimane solo la forza inesplicabile della passione. L'amore è ricerca e perdita, tormento ed estasi, gelosia e confusione, ma soprattutto paura. Paura di non farcela, di non essere amati, di essere lasciati, di non capire e non essere capiti, di non saper scegliere... Come nel racconto intitolato ""Valentina"""": una ragazza bella e disinvolta non sa decidersi tra un grande amore del passato e il suo rapporto del presente, fino alla sorprendente, bizzarra, soluzione finale. O ancora in """"Ci amavamo"""", nel quale una promessa d'amore porta la protagonista, dopo la morte del suo amore clandestino, a seminare sconcerto e dolore tra chi ha conosciuto l'uomo per onorare una promessa che gli aveva fatto. Ma l'amore è anche la saggezza centenaria della brillante nonnina del protagonista di """"Una"""", che sa che il nipote """"prende fuoco come un fiammifero e dopo una settimana corre già dietro a un'altra topina"""" e che legge nelle carte il complicato intreccio di relazioni fallimentari del ragazzo. Un """"diario intimo"""" provocante e originale, che esplora tutte le sfaccettature dell'essere in due, dell'amarsi e del perdersi."" -
Il vero è un momento del falso
In una pineta alla periferia di Madrid viene ritrovato il corpo di Pumuky, cantante e leader di uno dei gruppi rock del momento. Morto per un colpo alla testa, a ventisette anni. Tutto fa pensare a un suicidio, ma qualcuno ipotizza che sia stato ucciso: magari dal suo migliore amico, o forse dalla sua ex, o da un pusher a cui doveva dei soldi. Il mondo di Pumuky era segnato da fragilità ed eccessi: il grande vuoto per la perdita della madre, l'abuso di cocaina, l'attrazione per donne spesso più mature, l'amicizia quasi morbosa con Mario e Romano con cui ha poi fondato la band dei Sex and Love Addicts. A raccontare la sua vita e a dare conto della sua morte vengono chiamati tredici ""testimoni"""", le persone che più gli erano vicine, legate a lui e fra loro da una fitta rete di relazioni, professionali e affettive. Donne soprattutto, una sventagliata di archetipi femminili che incarnano altrettante maniere di vivere l'amore e il sesso. C'è Olga, donna manager; Valeria, modella con ambizioni intellettuali; Sabina, psicologa affermata e affascinante; ci sono l'ambiziosa, la rassegnata, l'invidiosa... Ciascuna crede di possedere l'elemento decisivo per risolvere l'enigma, per ricostruire la verità. Ma Lucía Etxebarria sa che, oggi più che mai, in un mondo in cui è facile nascondersi dietro l'immagine, """"il vero è un momento del falso"""" e che solo il lettore può ricomporre il puzzle e scegliere la propria versione dei fatti."" -
Un tipo tranquillo
Una vita normale, quella del ragionier Mario Rossi, contabile in una ditta di imballaggi a Scandicci. Un'esistenza tranquilla, scandita dal tran tran quotidiano, una moglie, due figli, le domeniche in collina o al cinema se piove. Un tran tran che l'ha portato, quasi senza accorgersene, a sessantatré anni, alle soglie della pensione. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa sembra tormentarlo, un'insoddisfazione di fondo, un malumore che nemmeno lui sa spiegarsi, una specie di rabbia, di rivalsa contro il mondo. Ma poi, un venerdì sera qualsiasi, un evento tragico sembra aprire a Mario tutte le porte rimaste chiuse, tutte le meravigliose possibilità prima solo intuite e vagheggiate. E la sua mente si affolla di fantasie, mescolate a episodi dell'infanzia lontana, sempre più pericolosamente vicino a quel confine labile che separa il malessere dall'orrore. Dall'autore del commissario Bordelli, la storia ""nera"""" di un uomo come tanti, desideroso di indipendenza ma condannato a non viverla."" -
L' amore, un'estate
È un'estate sul finire degli anni Cinquanta a Rathmoye, cittadina nella campagna irlandese, e tutto scorre come sempre, tra la fiera del bestiame e qualche acquisto sulla via principale. Ma basta poco per spezzare l'equilibrio. La presenza in paese di un giovane sconosciuto che si aggira in bicicletta con la macchina fotografica al collo genera sospetti e chiacchiere. Il suo nome è Florian Kilderry ed è giunto a Rathmoye per vendere la vecchia villa di famiglia. Un'attempata signorina decide di tenerlo d'occhio, ed è proprio lei che, da poche parole innocenti scambiate per strada sotto gli occhi di tutti, intuisce il fiorire di un sentimento tra il misterioso Florian e Ellie. Ellie è sposata da qualche anno con Dillahan, un agricoltore che vive tormentato dal dolore per una tragedia che l'ha colpito in passato e che si dedica solo al suo lavoro per attutire lo strazio. Il silenzio assordante della vita solitaria che conduce, la nostalgia di un amore vero mai sperimentato, la monotonia della quotidianità accendono nell'animo innocente di Ellie una scintilla di passione verso Florian. E l'estate acquista nuovi, pericolosi colori. -
Senza vergogna
Nell'aprile del 2009 un uomo politico di settantadue anni, l'uomo più ricco del Paese, nonché Presidente del consiglio in carica, si presenta in un ristorante della periferia di Napoli per partecipare ai festeggiamenti dei diciotto anni di una ragazza. La notizia, corredata di foto, sarà riportata su tutti i giornali. Dovrebbe essere ""scandalo"""", e invece nessuno, o quasi, parla di vergogna. Perché? Che si tratti di un sentimento in via di scomparsa? Ma cos'è esattamente la vergogna, che tipo d'affetto costituisce? Perché differisce dalla colpa e dal pudore? Il libro di Marco Belpoliti parte da questo fatto di cronaca per poi allargarsi e diventare subito un'indagine a tutto campo sulla vergogna stessa nell'attuale società, segnata dalla cultura del narcisismo e dal dominio delle immagini. Scritto come un racconto, questo saggio ci conduce nel carcere iracheno di Abu Ghraib, a Tokyo, nelle camerette degli hikikomori, a Città del Capo in compagnia di J.M. Coetzee, a New York con Andy Warhol, e nella Londra multietnica di Salman Rushdie; ritorna a Nagasaki, ritratta da un fotografo giapponese subito dopo l'esplosione atomica e visitata da Gunther Anders, e poi va nella Las Vegas del porno di David Foster Wallace. Due scrittori attraversano le pagine con le loro riflessioni: Primo Levi e Franz Kafka."" -
Il teorema di Almodovar
Per avere una vita è necessario avere un volto, perché un uomo senza volto non è altro che un pronome indefinito. Lo sa bene Antoni, rimasto sfigurato a vent'anni in seguito a un incidente, la notte in cui un cervo, bellissimo ed enigmatico, è sbucato all'improvviso dal bosco e si è parato davanti alla sua macchina. Da allora, per non mostrare a nessuno la sua faccia cubista, Antoni vive recluso in un abbaino genovese, da lezioni di matematica su Internet e coltiva una grande passione per la lettura, soprattutto per Newton. Per riemergere da una solitudine che dura ormai da quindici anni, interrotta solo dai continui traslochi, dalle passeggiate notturne e dall'intenso rapporto con la madre, Antoni decide di scrivere la propria autobiografia, convinto che sarebbe un soggetto perfetto per un film di Pedro Almodóvar. A dargli il coraggio di affrontare nuovamente il mondo è proprio l'incontro con il grande regista, ma soprattutto l'amore di Lisa, uno splendido trans brasiliano, i cui occhi appassionati riescono a guardare senza timori il suo viso picassiano, anzi a ricrearlo, a consentirgli di mostrarsi di nuovo alla luce del sole. Alla ricerca di una difficile riconciliazione col mondo, Antoni scopre grazie a Lisa che può esserci bellezza al di là dell'armonia, e persino nel deforme; e che lo sguardo del desiderio può modificare un volto, coglierne l'essenza. -
Una stella di nome Henry
È il lunedì di Pasqua del 1916, a Dublino, quando un manipolo di rivoluzionari indipendentisti, asserragliato nell'edificio delle poste centrali della città, viene decimato dall'esercito britannico. Proprio dietro quelle barricate il giovanissimo Henry Smart ' figlio di un losco buttafuori di bordello e di una madre consumata dalle troppe gravidanze ' conosce la sua iniziazione alla politica, alla lotta armata, alla vita. Scampato alle fucilazioni che seguirono la repressione, Henry diventerà uno degli uomini di fiducia del celebre Michael Collins e unirà il proprio destino a quello di un'indomita maestra rivoluzionaria. Sospeso tra invenzione e realtà Una stella di nome Henry è un romanzo politico, ma è anche una storia d'amore e di grande passione. -
Un corpo nel lago. I casi dell'ispettore Erlendur Sveinsson. Vol. 4
Uno scheletro spunta dalle acque del lago Kleifarvatn, a sud di Reykjavík, nel punto in cui il bacino si sta prosciugando per cause non chiarite e la sabbia rivela i suoi segreti. A trovarlo è una giovane idrologa addetta ai rilevamenti: la polizia, al telefono, inizialmente pensa a uno scherzo. Si tratta dei resti di un uomo, databili intorno agli anni Sessanta del Novecento. Lo scheletro è legato a uno strano apparecchio di fabbricazione sovietica, in apparenza una ricetrasmittente. Nel cranio c'è un foro, grande come una scatola di fiammiferi. Omicidio o suicidio? Delle indagini è incaricato il solitario e spigoloso agente Erlendur Sveinsson, che per ragioni personali è ossessionato dai casi di persone scomparse, soprattutto se ignorati dai più e lontani dai clamori della stampa. Come sempre, Erlendur è affiancato dai colleghi Sigurður Óli ed Elínborg, mentre nell'ombra lo aiuta il suo ex capo, Marion Briem, ormai in pensione. Gli indizi sono scarsi, le tracce confuse, tuttavia un elemento decisivo emerge con forza: la scomparsa dell'uomo è collegata in qualche modo a una rete spionistica del Patto di Varsavia, che operava ai tempi della Guerra fredda, quando il territorio islandese era considerato strategico dal punto di vista militare e ospitava una grande base NATO americana. Ma lo spettro del comunismo si aggira ancora per l'Islanda? Per trovare la risposta, Erlendur dovrà disseppellire rancori mai sopiti, ideologie tradite e amori indimenticati.