Sfoglia il Catalogo feltrinelli019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6261-6280 di 10000 Articoli:
-
Viaggio al termine della scrittura: Calvino Pasolini Bazlen Parise Cattafi
«Il problema puramente letterario del finale - scrive Jurij Lotman - ha un analogo nella realtà nel problema della morte». Nessun secolo come il Novecento ha saputo nutrire meglio questa analogia, ritualizzando la scrittura ed esorcizzando la sua fine a tal punto da mettere in crisi la relazione tradizionale fra opera e testo. Discutendo autori fra loro distanti per impostazione e indirizzi, questo studio analizza un campione eterogeneo di testi in un periodo specifico della letteratura italiana che va dal 1973 al 1979. In forme e modi tra loro diversi, Calvino, Pasolini, Bazlen, Parise e Cattafi (cui sono dedicati i cinque saggi che compongono il volume) si pongono al limite tra ciò che è e non è ancora un'opera, dove la vita del testo e quella di chi scrive si avvicinano senza mai toccarsi, attraverso un movimento asintotico che offre la possibilità di una definizione nuova di quel processo incolmabile che è la scrittura. -
La «special relationship» anglo-americana e la guerra delle Falkland
Nel 1982 l'Argentina - paese alleato degli Stati Uniti attraverso il Patto di Rio - invase le isole Falkland, un territorio d'oltremare del Regno Unito, rivendicato da Buenos Aires sin dal XIX secolo. Margaret Thatcher, l'allora Primo Ministro britannico, rispose con vigore e la Gran Bretagna - alleato NATO degli USA - riuscì a riconquistare le isole e a ristabilire lo status quo ante. Il conflitto va inquadrato nella cornice della ""seconda Guerra Fredda"""". Il confronto tra USA e URSS fu particolarmente aspro nei primi anni Ottanta e la logica bipolare influenzò le dinamiche diplomatiche della guerra del 1982. Da un lato, l'Emisfero occidentale era al centro della rinnovata strategia americana anti-comunista, della quale l'Argentina era il pilastro nel Cono Sud. Dall'altro lato, il rafforzamento della """"speciale relazione"""" anglo-americana costituiva la pietra angolare della strategia statunitense in Europa. Con questo sfondo, è naturale domandarsi quale ruolo Washington scelse di giocare nella guerra delle Falkland tra due dei suoi alleati."" -
Yeghishe Charents. Vita inquieta di un poeta
Yeghishe Charents è stato un uomo, un patriota e un poeta che ha vissuto pienamente, in un periodo storico buio, le sue speranze e fragilità, le sue illusioni e delusioni. Questo racconto della sua vita, che viene pubblicato nel 125° anniversario della sua nascita, è la testimonianza diretta degli orrori che Charents ha vissuto in prima persona, e che la Prima guerra mondiale ha inferto a tutto il popolo armeno. Vittima delle repressioni staliniste, Charents è stato dapprima un rivoluzionario a fianco dei bolscevichi, e poi un anti-rivoluzionario, disilluso da quello stesso partito comunista che aveva inizialmente appoggiato. La parabola della sua breve vita è ripercorsa, in questo intenso racconto, attraverso lettere, testimonianze dirette e opere, che mostrano il temperamento di uno dei più grandi esponenti della letteratura armena di tutti i tempi. A più di 80 anni dalla sua morte le opere di Yeghishe Charents suscitano un interesse sempre crescente, anche oltre i confini nazionali, mantenendo tutta l'energia, e la forza del sentimento ma anche zone d'ombra sulla sua vita di uomo e di grande letterato dell'Armenia Sovietica. Prefazione di Carlo Verdone. -
Tra corpo e mente. Questioni di confine
La ricostruzione storica di temi e problemi oggi molto discussi, come il significato dell'empatia, i rapporti tra emozione e conoscenza, il concetto di valore e quello di naturalismo, consente di mettere in luce nuovi significati e relazioni di termini spesso considerati invece come contrapposti o ridotti l'uno all'altro. L'unità tra corpo e mente è analizzata da diverse prospettive, attraverso la dottrina hegeliana della libertà, attraverso la dottrina dell'empatia di Lipps, che non la considera soltanto come una manifestazione neurofisiologica, attraverso il modo in cui Meinong attribuisce una funzione cognitiva alle emozioni; ma anche, più in generale, attraverso la relazione tra soggetto e oggetto, intesi come regioni che si determinano a vicenda e vengono definite nei loro reciproci rapporti attraverso categorie e forme della coscienza in Avenarius, Husserl, Hartmann. Intrecci e zone di confine tra corpo e mente risultano così temi privilegiati della filosofia da Kant agli sviluppi contemporanei della fenomenologia. L'analisi e l'approfondimento di essi mostrano come sia impossibile prescindere dalle componenti morali, culturali e valutative delle motivazioni ad agire e separare natura e cultura. -
Le piante magiche. Viaggio nel fantastico mondo delle droghe vegetali
Le conoscenze e l'uso delle sostanze psicotrope e allucinogene ricavate dalle piante accompagnano l'uomo sin dalle epoche più primitive; frutto di una completa immedesimazione con il mondo naturale, hanno costituito nell'evoluzione di ogni civiltà uno stadio di grande tensione magico-religiosa, rivelando tra l'altro una sorprendente capacità di intuire le proprietà ""chimiche"""" delle diverse specie vegetali. Attraverso le cospicue tracce rimaste nel mito e nelle testimonianze storiche, questo saggio compie una organica e affascinante ricognizione sull'importanza e il significato che l'assunzione delle droghe ha avuto nel corso dei tempi e presso i vari popoli. Seguendo una prospettiva rigorosamente storico-scientifica, gli autori operano una distinzione tra l'oggetto delle loro indagini e il moderno ricorso agli stupefacenti, sia esso provocato da una banalizzazione consumistico-edonistica o,'all'opposto, da una rivalutazione in chiave alternativa come quella tentata negli anni Sessanta da """"profeti dell'LSD"""" come Timothy Leary o William Burroughs e sottolineano quanto sia irrecuperabile e tutt'altro che paradisiaco quello """"stato di natura"""" in cui le """"uscite dal mondo"""" provocate dalla droga potevano realmente avere senso. In appendice uno schedario illustrato censisce le piante allucinogene più importanti e usate nel mondo, indicando per ognuna l'area di diffusione, il nome scientifico e le denominazioni locali, gli impieghi e i significati magico-religiosi, le modalità di assunzione, i principi attivi e gli effetti sulla mente. Presentazione di Giovanni Serpelloni."" -
Paolo e Adele
Prima di essere Pietro Rosi, il realistico e quotidiano figlio dell'oste del Pesce Azzurro di ""Con gli occhi chiusi"""", Federigo Tozzi si era letterariamente proiettato in Paolo e, attingendo alle risorse dell'autobiografismo en travesti, in Adele: un superomistico eroe sconfitto in chiave biblico-simbolista e un'isterica di accertata autorizzazione scientifica, protagonisti tragici ma tra loro diversissimi di un """"poema in prosa"""" e di un romanzo che annoverano pagine tra le più belle dell'autore. Un Tozzi della cultura poliedrico e complesso, segreto e per molti aspetti sorprendente, e due testi - Paolo e Adele - già straordinariamente significativi della sua precoce maturità artistica, utili a smantellare, ad apertura di percorso e una volta per tutte, l'immagine di un presunto scrittore naïf."" -
Un musicologo inconsapevole. Le parole per musica di Italo Calvino
Lo studio esplora la produzione di canzoni e libretti d'opera di Calvino dal 1958 al 1982, coprendo gran parte della sua carriera e tentando di contestualizzare queste opere all'interno della sua più vasta - e conosciuta - produzione letteraria. Nelle canzoni del Cantacronache degli anni '50, come nelle azioni sceniche del Berio più sperimentale, Calvino porta tutti gli interessi e le tematiche che ritroviamo nella sua narrativa: un'ulteriore e splendida iterazione dell'""infinito intrattenimento"""" della letteratura. In fondo, se c'è una costante nell'opera calviniana, questa è proprio l'interesse per la contaminazione della letteratura con altre forme d'arte e media: il teatro, la radio, la televisione, e, certo, la musica."" -
Il plinto. Testo spagnolo a fronte
Il poeta cileno David Rosenmann-Taub, nato a Santiago del Cile nel 1927 e attualmente residente negli Stati Uniti, è autore di una vasta opera accolta dalla critica fin dall'inizio come una rivelazione. Il suo primo libro, pubblicato nel 1949, si presenta oggi al lettore italiano con il nuovo titolo voluto dall'autore: El Zócalo, in italiano Il Plinto. E già in quest'opera, come nel resto della sua produzione, egli propone un linguaggio poetico di rinnovata impostazione linguistica e di profonda riflessione filosofica. La strada aperta da lui sta già dando frutti, sia nella ricchissima critica che ha generato, sia nell'attrazione che esercita sui giovani scrittori. La sua poesia poi, per quanto molto elaborata, affascina i lettori, in particolare i giovani, probabilmente perché, se da una parte esprime l'angoscia esistenziale, dall'altra è insieme un'elegia vitale e un canto alla fratellanza, al di là delle divisioni razziali o religiose. -
Firenze sotterranea. Appunti, Ricordi, Descrizioni. Bozzetti
Firenze sotterranea (1884, ristampata fino all'alba del secolo nuovo) è l'elaborazione, di stampo naturalista, del reportage di un itinerario attraverso il degrado, la miseria, la malattia, il crimine dell'antico cuore della città - Oltrarno, il Mercato Vecchio con il «canchero» del Ghetto - prima della ridefinizione borghese avviata con l'arrivo della capitale. Il libro, fin dal suo primo apparire, suscitò intersse, scandalo e controversie, nonché l'accusa al suo autore di aver ""romanzato"""" il lato oscuro «sotterraneo» della vita cittadina. Alle accuse Jarro rispose rivendicando la positiva funzione di denuncia del libro nella promozione di un ormai indilazionabile risanamento e la propria missione di apostolo di redenzione civile. Testimone partecipe di intollerabili condizioni di vita, ma anche narratore ispirato alla narrativa popolare dei «misteri» a partire da quelli di Parigi di Eugène Sue, Jarro documenta, con intento umanitario che non esclude appelli alla repressione, la vita segreta di una Firenze «sotterranea» e ignorata ormai scomparsa."" -
Dell'uno e dei molti. Henologia e henofania da Platone a Schelling
«Forse, infatti, camminiamo nel vuoto, protesi verso il nulla assoluto» (Damascio, De Principiis). Ripercorrendo l'evoluzione storica dei diversi paradigmi con cui la filosofia ha pensato il nesso uno-molti, il volume traccia itinerari topologici, nel tentativo di snodare l'aporetica che investe l'Inizio: il Principio trascende il mondo o è a esso immanente? Come pensare la loro relazione? Dal confronto tra Platone e Aristotele sino a Schelling, operando un fecondo dialogo con la tradizione patristica e rinascimentale, il testo mostra come la filosofia, nel suo apex, si sublimi da teologia apofatica in teologia aporetica, investendo i temi portanti del Cristianesimo. -
Filosofia in Italia (1800-1950). Uno sguardo dall'esterno
Il volume di Brian e Rebecca Copenhaver costituisce un’importante testimonianza della ricezione di una porzione fondamentale della filosofia italiana – quella compresa tra Ottocento e prima metà del Novecento – al di fuori dei confini nazionali. Si tratta di un’opera riconosciuta come una delle prime e più importanti tappe del “passaggio a nord-ovest” di temi e motivi della filosofia italiana. Ai due autori, infatti, va il merito di avere presentato e reso fruibile a un pubblico internazionale l’opera di filosofi spesso poco conosciuti al di fuori dei confini della Penisola. Ma il loro lavoro ha contribuito anche ad arricchire trasversalmente un dibattito che ad oggi continua a interessare e dividere gli studiosi italiani e non solo: quello relativo alla possibilità o meno di definire una specificità della tradizione filosofica italiana. Offrendo al lettore il loro angolo visuale di autori stranieri e che all’estero lavorano e si sono formati, Brian e Rebecca Copenhaver, attraverso una ricostruzione che è insieme storica e filosofica, mettono a fuoco ciò che – a parer loro – ha contribuito a rendere «la storia della filosofia moderna in Italia diversa da qualunque cosa si sarebbe potuta osservare a proposito dei professionisti di questa disciplina in Inghilterra o negli Stati Uniti», lasciando così emergere quei tratti caratteristici che sono inscindibili dalle vicende storiche particolari in cui essa si è sviluppata. Prefazione di Fabrizio Meroi. -
Giordano Bruno e la filosofia moderna. Linguaggio e metafisica
«Qua Giordano parla per volgare, nomina liberamente, dona il proprio nome a chi la natura dona il proprio essere»: aprendo lo Spaccio de la bestia trionfante, Giordano Bruno afferma a chiare lettere l'intenzione di impiegare un linguaggio aderente alla realtà delle cose, ponendo fine alla frattura tra res e verba che ha trascinato il mondo nel caos e nella decadenza. Il messaggio rinnovatore di cui il Nolano si sente portatore implica quindi la necessità di plasmare una lingua nuova, capace di esprimere l'infinita ricchezza di una natura divina e in perenne mutamento. Frutto di un'indagine a tutto campo sull'intero corpus bruniano e sulle sue fonti - antiche, medievali, rinascimentali - le pagine che seguono si propongono di ripercorrere, attraverso venti voci concepite come veri e propri saggi monografici, i concetti cardine dell'indagine filosofica bruniana, consentendo al contempo di illuminare il ruolo decisivo che la Musa Nolana occupa nella nascita del lessico metafisico moderno. -
Note
Un catalogo sui generis, realizzato in occasione dl una mostra che si terrà in contemporanea in varie librerie italiane: un omaggio a Guido Scarabottolo, illustratore e grafico che da alcuni anni cura e crea le copertine Guanda. In questo 'bloc-notes' si alternano disegni che i lettori hanno appena imparato a conoscere, perché già diventati copertine; e altri che invece apprezzeranno in futuro, perché destinati a diventare il volto di un libro, o forse no... Una raccolta prefata da importanti autori italiani e segnata dall'inconfondibile estro artistico di Scarabottolo, dalla sua sconfinata fantasia, che lascia spazio, però, alle 'note' di chi vorrà sfogliare questo catalogo, pagine bianche da riempire con frasi tutte da inventare. -
Un corpo sulla spiaggia
Il commissario Van Veeteren, distrutto dal dolore per l'assassinio del figlio si è ritirato dalla polizia e gestisce una libreria antiquaria, mentre continua, forse, a scrivere il suo romanzo... Così a salire alla ribalta è l'ispettrice trentaduenne Ewa Moreno, unica donna in forze alla polizia di Maardam. Seppure in partenza per una romantica vacanza al mare con il fidanzato, a Ewa viene chiesto di andare a interrogare un criminale che dice di voler parlare solo con lei. Durante il viaggio in treno per svolgere questo incarico, Ewa si trova seduta di fronte una ragazza in lacrime e mentre tenta di consolarla, riceve le sue confidenze. Mikaela, diciotto anni appena compiuti, sta andando a conoscere il padre per la prima volta nella sua vita. L'uomo è ricoverato in un ospedale psichiatrico, e la figlia è turbata per l'incontro che la aspetta. Questo banale episodio si rivelerà una fatale coincidenza: dopo la visita al padre la ragazza scompare ed Ewa Moreno comincia a indagare. Il caso a poco a poco la coinvolge sempre di più e quella che doveva essere una vacanza si trasforma in un'indagine nel passato, sulle tracce di una ragazza trovata cadavere sedici anni prima, proprio quando il padre di Mikaela era stato rinchiuso in manicomio... -
Un medico all'opera
Racconti di provincia, tra il Po e la città di Parma. Le storie accadono durante la piena del fiume e sono tanto incredibili da non sembrare vere: presenza di fantasmi di preti nelle chiese; bare aperte che galleggiano; personaggi che vivono segregati in casa mentre l'acqua ristagna per giorni. Questi eventi si verificano nella Bassa, mentre in città, a Parma, rivivono racconti dove lo scherzo o la burla feroce sono all'ordine del giorno. Una prostituta nana deve sbarazzarsi del cadavere di un suo facoltoso cliente, uno dei maggiori industriali della città, morto in circostanze imbarazzanti; il medico del Teatro Regio racconta fatti e misfatti di cantanti e musicisti prima dello spettacolo... -
La città del diavolo
Nei giorni dell'autunno del 1975, mentre la Spagna intera segue con trepidazione il susseguirsi dei bollettini medici che scandiscono l'agonia del generalissimo Francisco Franco, a San Esteban, piccolo villaggio della Mancha vicino a Toledo, un giovane sacrestano appena giunto in paese, don Alberto, ritrova, fuori dalla porta della chiesa il cadavere di una giovane donna nuda. Si tratta di Clara, una ragazza madre anticonformista e spregiudicata, sospettata di far parte del clandestino Partito Comunista. Con l'aiuto del suo chierichetto Ricardo, compagno di classe di Mercedes, figlia dell'assasinata Clara, don Alberto darà vita a una sua indagine privata e dilettantesca, parallela a quella della Guardia Civil; e finirà per mettere a soqquadro il piccolo villaggio, smascherandone meschine ipocrisie e grandi orrori, ambiguità e vizi segreti. In questo modo, mentre dall'estero arrivano le notizie dell'assassinio di Pasolini e della Marcia Verde nel Sahara, l'omicidio di Clara assume lentamente i contorni di un sacrificio quasi rituale, una cerimonia espiatoria che vuole essere anche metafora di un'epoca che finisce e di un'altra (quella della Spagna di oggi) che comincia all'insegna di un mistero e di un'incognita. -
Corpo di donna
"Amare i corpi... amare la vita"""": è il messaggio lapidario che apre questo libro di Alina Reyes che, nello stile vivace e anticonformista che le è proprio, racconta le sue passioni, le sue esperienze, i suoi incontri con altri corpi. Ne emerge la riflessione di una donna, piena di ironia, sul piacere, l'amore, la scrittura, la sofferenza, oltre che su pulsioni e fantasie spesso inconfessabili. In queste pagine Alina Reyes indaga senza tabù l'intimità e il desiderio e guarda al corpo non come a una macchina, a un oggetto che possediamo, ma a quel complesso di carne, sangue, pelle che noi siamo: tutto dev'essere amato e """"animato"""", affinchè prenda vita e non resti solo un'illusione. Per questo l'autrice da voce ad alcune parti del suo corpo che, lungi dall'essere pezzi intercambiabili e muti, raccontano i loro sogni, rivelandoci desideri nascosti e gioie, ai nostri occhi familiari e insieme sorprendenti. Alina Reyes si fa esploratrice di questa terra per certi versi ancora sconosciuta e ne ricostruisce via via la storia, rifiutando un'idea di piacere stereotipata, in una ricerca che spazia di volta in volta dall'intimo all'universale." -
Cronache dal Cono Sud
In questi brevi e densi testi, scritti tra la primavera del 2005 e il dicembre del 2006, quando muore Pinochet, a tratti pare di procedere lungo una galleria degli orrori. L'ombra cupa del Generale e della sua famiglia rapace aleggia ancora sul Cile e sui ricordi di chi ha conosciuto in prima persona la crudeltà del tiranno, e ora assiste alla sua scomparsa. Fantasmi di intolleranza serpeggiano per le strade della pur civile Francia e sollevano la protesta degli emigrati, a testimonianza del fatto che nessun luogo geografico ha l'esclusiva sulle prevaricazioni. Fanno rabbia l'ingiustizia e la prepotenza a chi si è sempre battuto per una società a misura d'uomo. Tuttavia, in questa lucida disamina del mondo attuale, all'autore non viene mai meno la voglia di recuperare l'ottimismo. La speranza di una svolta c'è sempre. La incarnano un presidente donna alla guida del Cile, Michelle Bachelet; gli studenti in lotta, che rivendicano un sistema d'istruzione basato sulla qualità dell'insegnamento; i cileni che, dai più sperduti angoli del paese, hanno esercitato il diritto al voto, dando prova di maturità nelle scelte. -
Absurdistan
Ecco a voi Misha Vainberg, il figlio dell'uomo che occupa la milleduecentotrentottesima posizione nella classifica dei più ricchi della Russia: le sue passioni sono il cibo e l'alcol, la musica rap e tutto ciò che ha a che fare con New York, la città che ha dovuto lasciare per ragioni legate al comportamento violento di suo padre. Misha è un uomo troppo grasso, che dall'America - dopo essere transitato nel paese natale del padre -approda in una nazione troppo piccola, l'Absurdistan; il suo è un assai strano esilio, lontano dalla sua patria adottiva, con sempre meno speranze di riuscire a tornarci. Proprio mentre sta cercando di procurarsi un passaporto di nazionalità belga per fuggire da lì, nella piccola nazione dell'Absurdistan scoppia anche una guerra civile e Misha si trova catapultato in un mondo grottesco, in cui gli tocca diventare Ministro degli affari interculturali, alle prese con il petrolio, con l'amore, con un mondo in cui sembra impossibile aspirare a una vita normale... -
Lavorare piace
Un libro sulla poesia del lavoro, questo il filo rosso che attraversa il nuovo libro di Alain de Botton. Nell'introduzione l'autore ci offre una sorta di dichiarazione d'intenti, paragonando la sua opera a uno di quei dipinti settecenteschi che ritraevano scene di vita quotidiana, città brulicanti di uomini e donne al lavoro. De Botton, come dichiara lui stesso, vuole scrivere un inno all'intelligenza, alla peculiarità, alla bellezza e all'orrore dei moderni luoghi di lavoro e del lavoro in sé che, ambiziosamente, si pone, insieme all'amore, come una delle principali fonti del senso della vita. Capitolo dopo capitolo de Botton ci offre dunque una panoramica di lavori più o meno avventurosi, dall'impiegato al ricercatore scientifico, mostrandocene aspetti positivi e negativi, sempre mosso dalla curiosità di scoperta di un mondo che, dietro una facciata semplice, se non banale, nasconde aspetti vari e complessi.