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L'ombra di quel che eravamo
Tre amici si danno appuntamento in un magazzino di Santiago del Cile. Li accomuna l'antica militanza tra i sostenitori di Salvador Allende e uno sguardo amareggiato sulla vita. La città è molto cambiata, e anche loro non sono più gli stessi: c'è chi ha una valvola saltata in seguito a un soggiorno obbligato in un centro di tortura, chi ha perso la splendida chioma alla Jimi Hendrix, chi ha messo su una ragguardevole pancia. Convocati dall'anarchico Pedro Nolasco, detto l'Ombra, per compiere insieme un'ultima, audace azione rivoluzionaria, Lucho Arancibia, Lolo Garmendia e Cacho Salinas hanno però deciso di scrollarsi gli anni di dosso e attendono l'arrivo del loro leader. Invano: perché il destino cieco e beffardo ci mette lo zampino, prendendo le forme di un mitico giradischi che si trasforma in un micidiale proiettile, riservando a Nolasco la più musicale delle uscite di scena. Chi prenderà il suo posto, in una vicenda che è una girandola di coincidenze, se non il più sprovveduto tra i militanti delle molte correnti di un tempo, quel Coco Aravena a cui il destino offre finalmente una possibilità di riscatto? E dove condurranno le indagini dell'ispettore Crespo, alle prese con l'identificazione di un cadavere e con un furto di elettrodomestici? -
Il ritorno del pellerossa. Mito e letteratura in America
Qual è l'origine dei miti americani? In che modo la storia antropologica del Nuovo mondo, a partire dalla scoperta di Colombo fino ai nostri giorni, si intreccia al suo racconto letterario e, in tempi più recenti, cinematografico? Questo saggio di Leslie A. Fiedler, uscito nell'edizione italiana all'inizio degli anni Settanta e ormai diventato un classico, indaga a fondo ""quella peculiare forma di follia che consiste nel sognare e raggiungere il West"""": gli archetipi della frontiera, della corsa all'Ovest, della contrapposizione violenta fra """"pellerossa"""" e """"visopallido"""", ma anche dell'incontro con """"l'altro"""" come conoscenza e iniziazione. Risalendo all'antichità, passando per Dante e Shakespeare, fino a Fenimore Cooper, Twain, Hemingway e Frost, Fiedler ridisegna la figura dell'""""indiano"""", anomalia antropologica che mai si è lasciata tradurre nei termini dell'Occidente europeo e poi americano, e per questo additata con orrore e poi sterminata, anche se la letteratura ci offre opzioni più sfaccettate e ambivalenti. La letteratura e il cinema western hanno tentato - invano, come dimostra Fiedler attraverso una carrellata di figure emblematiche, Pocahontas su tutte - di trasfigurare i miti fondatori dell'America e di cancellarne le premesse innominabili. Come incubi che riemergono dall'inconscio collettivo di un popolo, parole e immagini non possono reprimere la tragedia del genocidio, la distruzione dei """"selvaggi"""". Introduzione di Claudio Gorlier."" -
Il paese dei misteri buffi
Era il 1969 quando Dario Fo e Franca Rame portarono in scena per la prima volta quel Mistero Buffo nato per irridere i santi e i fanti secondo lo stile delle rappresentazioni medievali, secondo lo sguardo dei diseredati e dei dimenticati. Negli anni il Mistero è cresciuto e si è moltiplicato, si sono aggiunte molte storie, attinte dalle cronache ""di giornata"""". Così Giuseppina Manin ha proposto a Dario Fo di ripensare ai tanti altri """"misteri"""", pochissimo buffi ma terribili e grotteschi, che in questo mezzo secolo hanno scosso, minato, devastato il nostro paese. E insieme sono partiti per un viaggio nella memoria attraverso una serie di """"giullarate"""" per narrare un'Italia di nuovo """"in gran tempesta"""". Punto di partenza, l'improvvisa e inspiegabile scomparsa del cavaliere Silvio Berlusconi, che avviene qualche tempo dopo la giubilazione del suo governo. Sconcerto, sollievo, cordoglio, confusione, finché l'ex premier riappare e racconta di essere stato, novello Dante, niente meno che all'Inferno, tra i protagonisti dei grandi misteri d'Italia, dalla strage alla Banca dell'Agricoltura al DC9, dal rapimento Moro allo scandalo delle escort. Un percorso lietamente sgangherato, grottesco e paradossale, che improvvisa gli andamenti a seconda dello spasso che ogni storia riesce a procurare. Per scovare, alla maniera di Fo, fra tante menzogne, uno squarcio di verità."" -
Una canzone che ti strappa il cuore
Nella Dublino oscurantista di inizio Novecento, la diciassettenne Molly Allgood muove i primi passi nel mondo del teatro e sogna un futuro da star in America. Ribelle, irriverente, bella, corteggiata da tutti, diventa l'amante di John Synge, il più importante drammaturgo irlandese, un genio inquieto, un poeta dal linguaggio forte e dalle passioni tempestose. Il loro è un amore tormentato, a volte crudele, spesso tenero, che sfida le convenzioni rigide dell'età edoardiana, la differenza di età e di estrazione sociale. Molti anni dopo, Maire O'Neill è una ""reliquia del passato"""", un'anziana attrice logorata dalla malinconia, dalle ambizioni e dai rimpianti di una vita. """"Molly"""", così l'hanno sempre chiamata, ormai si aggira sola e smarrita per le frenetiche strade di Londra. Nel suo mondo trasognato le figure reali si confondono con i fantasmi, con il vago chiarore dei luoghi e delle presenze che avverte intorno a sé: Dublino, le colline della contea di Wicklow, Londra, New York attraversano il tempo e lo spazio, come lo scenario di un immobile atto unico. L'antica storia d'amore proibita che Molly non ha mai dimenticato si riverbera negli oggetti e nei ricordi, """"in strane irruzioni diurne"""". Come in un lungo monologo a mezza voce, o in una vecchia canzone appena sussurrata, """"lo sgattaiolare del passato fuori dalle credenze"""" dà vita a un romanzo struggente, intessuto di una luce magica, una storia di abbandoni e riconciliazioni che è un omaggio all'arte stessa di narrare."" -
44 Scotland Street
Quando spinge il portone del 44 di Scotland Street, nel centro di Edimburgo, Pat non vede l'ora di cominciare tutto daccapo. È al suo secondo anno sabbatico e una casa e un lavoro nuovi sono quello che ci vuole per ripartire. Da lì in poi dividerà l'appartamento con l'insopportabile Bruce, agente immobiliare bello e vanitoso; troverà lavoro nella galleria d'arte di Matthew, un giovane delicato ma inconcludente che di arte non capisce nulla; trascorrerà piacevoli serate con l'eccentrica vicina di casa Domenica, un'anziana antropologa dispensatrice di storie esotiche e saggi consigli sugli uomini. Intanto al piano di sotto Bertie, inquieto bambino prodigio, cerca di far capire alla madre, Irene, che preferirebbe rugby e trenini elettrici ai corsi di yoga, sassofono e italiano. A unire tutti un misterioso tentativo di furto e la caccia a un quadro che potrebbe essere una crosta o valere una fortuna... -
Che animale sei?
Quando uno nasce, non sa chi è. E se non c'è nessuno che glielo dice, la vita diventa una bella complicazione. Lei, per esempio, non sapeva chi era, perché quando era nata, la notte di Natale, rotolando giù dal camion di Jack il camionista, si era ritrovata completamente sola e aveva scambiato per sua madre una pantofola di pelo. E tutto sarebbe rimasto per sempre così, se non avesse avuto il desiderio di conoscere il mondo e sulla sua strada non avesse continuamente incontrato qualcuno che le chiedeva: ""Che animale sei?""""..."" -
Shakespeare scriveva per soldi. Diario di un lettore
Una lettura tira l'altra, almeno secondo Nick Hornby, che ancora una volta ci guida tra gli scaffali della sua personalissima biblioteca, dispensando con tono cordiale dubbi, consigli e confidenze. Ci sono classici e novità, opere di amici e di esordienti, alcuni volumi acquistati e poi subito riposti in un canto, ma soprattutto libri letti, divorati o lasciati a metà, magari ripresi o abbandonati per sempre. Nel suo nuovo diario di letture Hornby non segue un copione prestabilito. In accordo con la sua idea di letteratura, si lascia guidare da passioni ed entusiasmi profondamente radicati nella vita, senza badare ai pareri della critica ufficiale. Si passa da un saggio su Shakespeare a un graphic novel, da Henry Miller alla letteratura per l'infanzia e ai libri per gli adolescenti, un genere, quest'ultimo, di cui Hornby si è recentemente infatuato. Non manca una parte dedicata ai film, sempre visti con l'occhio dello scrittore appassionato di storie mai banali, specie se ruotano attorno alla vita di un genio della musica come Bob Dylan. E durante i Mondiali di calcio, per guardare ogni giorno le partite assieme ai suoi amici e fare qualche scommessa via Internet, Hornby riesce persino a passare un mese senza libri. Per poi rituffarvisi subito. -
Chi non muore
Angela detta Angie è una studentessa fuorisede a Bologna, molto carina, aspirante cantante, anche se troppo pigra per impegnarsi seriamente nella musica. Divide un appartamentino con quattro odiate coinquiline, è convinta che il suo migliore amico Lucio sia gay, e ha messo in crisi la propria band intrecciando relazioni sia col batterista che con il chitarrista. Si innamora degli uomini in cinque secondi, ha un talento insospettabile per la meccanica, ha curiosità lesbiche mai verificate, ed è stata la bambina-immagine di una famosa merendina. La sua vita cambia il giorno in cui, in sala prove, incontra Mizar: tastierista bellissimo, triste e solitario, di cui, come sua abitudine, si innamora in cinque secondi. Indagando su Mizar, viene a conoscenza di una storia misteriosa e irrisolta: Mizar è l'unico superstite di una band i cui membri, molti anni prima, sono stati uccisi uno dopo l'altro, nella stessa notte, in tre punti diversi della città. Mizar si è salvato (e allo stesso tempo ha un alibi di ferro) perché stava suonando a quattrocento chilometri da Bologna, Angie e Lucio iniziano a indagare su questa torbida vicenda, mentre Angie cerca di conoscere meglio il fascinoso Mizar, che viene marcato stretto dalla bellissima, ambigua e seduttiva Valentina. Mizar, che ha un segreto terribile, legato a un pomeriggio d'estate di molti anni prima, in una discarica in mezzo alle campagne. Che vive isolato, in fondo a un sentiero che porta a due case gemelle... -
Carlo Braccesco
Il ""Carlo Braccesco"""" è da considerarsi davvero uno degli apici della scrittura d'arte del Novecento; destinato, tanto per la sua iperletterarietà, quanto per la soluzione rabdomantica del finale e per l'ossatura e l'articolazione dell'indagine, a diventare rapidamente oggetto privilegiato di culto e, allo stesso tempo, simbolo totemico da abbattere. Ma il saggio finale del 1942 è il frutto di una lunga gestazione, che l'edizione critica di Facchinetti (arricchita anche da un Dossier di appunti, prime stesure e lettere) documenta con attenzione e precisione, riportando insieme al testo finale anche la testimonianza completa delle due fasi che lo hanno preceduto e costruito. Non subito infatti a Longhi si delineò con chiarezza la soluzione dell'enigma attributivo: nella prima versione del testo, che risale al 1925 e che porta il titolo di Maestro Raro, il problema dell'identificazione dell'autore del trittico del Louvre viene impostato, ma non risolto."" -
L'arte di dimenticare
Jak è uno studioso di cicloni che porta i capelli a spazzola, vestiti comodi e un orecchino di diamante; Mira una perfetta padrona di casa che scrive galatei per mogli di manager e vive in una vecchia casa lilla piena di ricordi. Da un giorno all'altro Mira si ritrova senza punti di riferimento: il marito se n'è andato, i conti non tornano, e tutto, improvvisamente, dipende da lei: i figli, la madre e la nonna arroccate nelle loro abitudini, la casa amatissima e ingombrante. È l'inizio traumatico di una nuova vita, che la obbliga a riconsiderare il proprio ruolo e il proprio passato, a riscoprire in sé risorse e ambizioni sepolte. Anche la vita di Jak deve ripartire: rientrato in India dagli Stati Uniti, assiste disperato la figlia diciannovenne, vittima di un terribile incidente, e non riesce a darsi pace, tra il bisogno di appurare la verità su quanto le è accaduto, e il senso di colpa per non averla saputa proteggere. Il cuore della storia è l'incontro sommesso eppur decisivo tra Mira e Jak in un paese in cui convivono con qualche stridore il peso delle tradizioni e la complessità del presente, e insieme la loro capacità di «accettare l'inevitabile» e guadagnarsi nuove prospettive... Una storia che è una riflessione sulla famiglia, sull'essere moglie, marito, genitori e figli, ma anche una rivisitazione delicata e sorprendente del tema amoroso. -
Da Parigi alla luna
Corrispondente da Parigi per il ""New Yorker"""", in questa sorta di diario sentimentale Adam Gopnik ripercorre i cinque anni trascorsi nella Ville Lumière insieme alla moglie Martha e al piccolo Luke. Con gli occhi dell'americano a Parigi, esplora e osserva la città fin nei suoi angoli più intimi, cogliendo appieno la dicotomia tra la pomposità della cultura ufficiale e """"la più splendida civiltà dei luoghi comuni mai esistita"""": quell'amalgama unico e irripetibile creato dai café, dai parchi, dai musei, dall'alta moda, dalla luce sui tetti e dalla ritrosa cortesia degli abitanti. O dalla cucina intesa come un rito che ha inizio con la spesa mattutina. In pagine pervase dall'ironia e dalla sottile tensione tra due culture che si guardano con reciproco sospetto e ineffabile attrazione, Gopnik racconta quanto sia complicato procurarsi un tacchino per il giorno del Ringraziamento durante uno sciopero generale, o un appartamento in affitto ai tempi di uno scandalo immobiliare; di come gli addobbi natalizi francesi risultino incomprensibili a un newyorkese, o di come lo stesso newyorkese finisca per promuovere una rivolta fra i clienti di una brasserie minacciata dalla globalizzazione. Come in una chiacchierata tra vecchi amici, l'autore di """"Una casa a New York"""" ci fa riscoprire una città romantica, ingarbugliata, fragile, ma anche moderna, concreta e, soprattutto, orgogliosamente viva."" -
Spettri di Nietzsche. Un'avventura umana e intellettuale che anticipa le catastrofi del Novecento
"In fondo la tua vecchia creatura adesso è un animale straordinariamente famoso"""" scrive Nietzsche alla madre, da Torino, nel dicembre 1888. Vuole illudere lei e se stesso: non è vero, nessuno lo conosce, è costretto a pubblicare i libri a proprie spese. Ma nel 1900, quando muore, ignaro di tutto dopo il tracollo che lo ha ridotto alla demenza, è davvero la star che aveva sognato di essere, celebrato da D'Annunzio e Thomas Mann, messo in musica da Strauss e dipinto da Munch. Soprattutto, per uno strano sortilegio, la volontà di potenza sembra uscire dalle pagine dei libri per farsi storia, dalle tempeste di acciaio della Prima guerra mondiale alla catastrofe di Hitler a Berlino. """"Io sono Marlow, il testimone secondario. Lui è Kurtz"""" scrive Maurizio Ferraris, e risale la vita di Nietzsche come un fiume - il Congo di Cuore di tenebra o il Mekong di Apocalypse Now - ripercorrendone i vagabondaggi, tra l'Engadina e la Riviera, dalla fatale Torino alla Sassonia delle origini. Così a ogni stazione corrisponde un contenuto di pensiero - dal dionisiaco all'Eterno Ritorno, dal nichilismo alla morte di Dio - e insieme uno spaccato della storia intellettuale del Novecento." -
La macchina della morte. Notize da un mondo in cui le persone sanno di che morte morire
La macchina è stata inventata quasi per caso qualche anno fa. Con un semplice esame del sangue sa predire il modo in cui lasceremo questo mondo. Nessuna data. Nessun dettaglio. Solo un foglietto di carta con poche parole, insieme precise e insopportabilmente vaghe. Un oracolo infallibile, criptico e beffardo. Spaziando dall'umorismo alla fantascienza, dall'horror all'avventura, trentaquattro racconti di autori diversi immaginano mondi in cui il fatale responso della Macchina della Morte diviene il fondamento di una nuova gerarchia sociale o una semplice voce del curriculum, un mostro pervasivo contro cui lottare o una moda passeggera, il dato che può bruciare la carriera di un politico o il centro di nuovi giochi di società. Trentaquattro voci diverse per indagare come cambierebbero i rapporti umani e il lavoro, gli ospedali e le scuole, la giustizia e il crimine. Saremmo più liberi o vivremmo incatenati a quella sentenza ineluttabile, condizionati in ogni scelta da un destino che può materializzarsi in qualsiasi momento? Saremmo morbosamente attratti da ciò che ci ucciderà o cercheremmo di fingere con noi stessi di non sapere nulla? Sfideremmo la macchina per smentire il suo verdetto o cambieremmo la nostra vita nel tentativo di allontanare il più possibile un finale già scritto? Da un'idea nata sul web, un libro che può sembrare un gioco, ma che è anche un modo per riflettere sulla nostra ossessione di voler sapere tutto, di svelare anche l'ultimo mistero. -
Ultime notizie dal sud
Nel 1996, a Parigi, due amici seduti davanti a un mate progettano un libro sul Sud del mondo. Sono uno scrittore e un fotografo, girano per il pianeta e lo ritraggono per quello che è: uno strano miscuglio di crudeltà e tenerezza, di verità e leggenda. Muovendosi nella steppa patagonica, «dove si sta tra la terra e il cielo», armati di una Moleskine e di una Leica, i due amici vanno a caccia di storie da ultima frontiera. Forse le ultime storie di frontiera: le Ultime notizie dal Sud. Laggiù, lungo strade spazzate dal vento, capita di incontrare un virtuoso liutaio che si aggira in cerca del legno più adatto per costruire un violino. In un bar di San Carlos de Bariloche si può far amicizia con un ubriaco che afferma di essere il discendente di Davy Crockett. E nella pampa brulla, una vecchietta con il dono di rendere fertile tutto ciò che tocca diviene il simbolo del legame con una terra su cui troppi vorrebbero allungare le mani. Il tempo passa, alle storie si aggiungono altre storie, e il libro vede la luce anni dopo, quando le cose che voleva raccontare hanno acquisito «il sapore dell'inesorabilmente perduto». Questo perché il Sud del mondo è una regione minacciata dall'avidità di predatori potenti, ma anche un luogo popolato di fantasmi, dove ancora echeggiano le gesta di Butch Cassidy e gli spari dello sceriffo Martin Sheffields; magicamente abitato da sedicenti folletti con un passato misterioso, e attraversato da un treno mitico, il Patagonia Express, in un estremo viaggio d'addio. -
Democracy
Grecia, 490 a.C. È la vigilia della battaglia di Maratona, e tra gli ateniesi che cercano un po' di riposo prima della lotta c'è anche Leandro. La posta in gioco è ben più preziosa di un pezzo di terra o della vita stessa. Se i persiani vincessero, sarebbe la fine per il popolo ateniese e per la democrazia. Leandro, consapevole dell'importanza della vittoria ma anche della disparità di forze in campo, cerca di motivare i compagni. Per ricordare loro quello per cui combattono, racconta la storia della propria vita, che si intreccia a quella della democrazia stessa, partendo dagli anni della tirannia. La sua è una narrazione popolata da dei, profezie, miti, azioni memorabili e personaggi fuori dal comune. Perché se è vero che la democrazia è nata da una fortunata combinazione di caso e contingenze storiche, molto fecero anche l'astuzia, il coraggio, l'impegno di uomini dalle capacità straordinarie... Tornano gli autori di Logicomix, per un nuovo, affascinante esperimento di narrativa a fumetti, in cui storie e Storia si incontrano e si fondono. -
La mano che teneva la mia
Nella vitale Londra del secondo dopoguerra, la giovane Lexie Sinclair, appena arrivata dalle campagne del Devon, sente che tutto è possibile. Mentre cerca di realizzare il sogno di diventare giornalista, viene in contatto con un mondo pervaso da uno straordinario fermento culturale: la Soho degli anni Cinquanta. Quartiere bohème di locali rumorosi, prostitute, immigrati, e di artisti e intellettuali, come Francis Bacon, Lucien Freud o John Deakin. Qui Lexie trova anche l'amore in un uomo più grande di lei, un importante editore. Nella Londra di oggi, Elina, una giovane artista finlandese, ha in comune con la sua coetanea di cinquant'anni prima la grande attrazione per questa città e la voglia di affermarsi nel proprio lavoro. Ma Elina è diventata mamma da poco e fatica a superare le difficoltà delle prime settimane a casa con un neonato. Ted, il padre del bambino, le sta accanto in questo momento delicato e anche lui fa i conti con la paternità. Guardando il figlio, la mente di Ted corre alla propria infanzia, ma riaffiorano immagini, ricordi, pensieri che non coincidono con quello che lui sa del proprio passato... Un romanzo cinematografico e insieme poetico che avvicina sino a fonderle due storie unite da un legame segreto. -
L'apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe!
«Il dramma dell'inarrestabile surriscaldamento terracqueo non sembra sollevare timori e preoccupazioni eccessivi nella gran parte della popolazione del pianeta. Esiste però un certo numero di cittadini per i quali al contrario il problema sta diventando una disperata ossessione. Io personalmente, lo devo ammettere, faccio parte da tempo di quest'ultima tormentata categoria.» Inizia così questa accorata riflessione di Dario Fo sulla catastrofe ecologica a cui andiamo incontro in una quasi totale, e colpevole, mancanza di consapevolezza. Ma ecco il capovolgimento del comico... E se la catastrofe si rivelasse in realtà una salvezza, addirittura una rinascita per il pianeta? Un bel mattino, a Milano, a Roma, o in qualsiasi altra città del mondo, le lampadine non si accendono, il frigorifero è spento, niente caffè al bar, niente benzina alle pompe. In un batter d'occhio crollano banche e assicurazioni, il denaro non vale più. Il panettiere con forno a legna è preso d'assalto, tornano in auge le biciclette e l'energia prodotta dal sole, dal vento e dai combustibili vegetali finalmente si afferma. Le guerre del petrolio non hanno più ragione di esistere. I potenti di turno rimangono intrappolati nelle loro ville superprotette e superaccessoriate, mentre i politici e i religiosi paludati smettono di fare chiacchiere inutili e razzolano insieme agli altri affamati. Le città si svuotano e si riempiono di nuovo le campagne. E ovunque si ritorna spontaneamente a riunirsi, a discutere... Fantasie? La nuova, geniale «opera buffa» di un grande e imprevedibile Premio Nobel? «Mi rendo conto solo ora che, trascinato da una specie di catarsi immaginifica, mi sono lasciato trasportare dentro una simulazione di follia» dice Fo. Ma — ed è questa la vera conclusione — l'apocalisse verrà, per quanto ci rifiutiamo di vederla. Se l'umanità non rinsavisce, nella sua corsa cieca va dritta verso la fine. -
La Bibbia dei villani
Esiste una Bibbia degli imperatori, splendidamente miniata, ed esiste, meno appariscente e meno nota, anche se non meno preziosa, una Bibbia dei villani. È la Bibbia dei contadini, degli straccioni, dei poveracci, che la tradizione orale e scritta di ogni regione d'Italia ci ha tramandato, e che Dario Fo e Franca Rame hanno scoperto in anni di ricerche sulle tradizioni popolari e ricreato sulla scena e, in una versione inedita e arricchita, in questo libro. Sono tabulazioni tragiche, miste al grottesco e alla sempre presente autoironia, inventate nei secoli dai siciliani, dai calabresi, dai napoletani e dai contadini di tutta la valle del Po. In questa Bibbia dei villani Dio è nella brocca del vino, nell'agnello che nasce o che stanno ammazzando. Da sempre i villani mangiano Dio, lo amano e discutono con lui, perché sono certi che Dio sia il bene ma in parte anche il male, la vita ma anche la morte. Dio per loro è gioia ma anche sofferenza, godimento e pianto, sorriso e sghignazzo. Ecco perché la Bibbia dell'imperatore è solenne e spesso ridicola, mentre quella dei villani è commossa e piena di risate. -
In marcia con i ribelli
Nitido e scritto a macchina, il biglietto in busta sigillata infilato sotto la porta confermava l'appuntamento. Arundhati Roy aspettava questa notizia da mesi, era pronta: doveva farsi trovare al tempio di Ma Danteshwari nell'orario e nel giorno stabiliti, con la macchina fotografica, il tika e una noce di cocco. In questo modo il pericoloso ribelle adivasi che avrebbe incontrato, a sua volta provvisto di cappellino, rivista hindi ""Outlook"""" e banane, avrebbe potuto riconoscerla. Ad accoglierla, però, c'era un ragazzino dall'aria tutt'altro che minacciosa, e per giunta senza giornale né banane, veloce spuntino consumato per ingannare l'attesa. Molto poco professionale per chi costituiva """"la più grande minaccia per la sicurezza interna"""" dell'India, come sostenuto senza mezzi termini dal primo ministro Chidambaram in persona. Comincia così questa coraggiosa e sorprendente ricognizione attraverso un'India sconosciuta, il cui orizzonte fisico ed economico negli ultimi decenni è stato completamente ridisegnato dalle multinazionali. Con la connivenza del governo, le grandi aziende si sono impadronite delle terre, delle foreste, delle vite delle popolazioni locali in maniera del tutto illegittima e anticostituzionale. Ma i poveri di questi villaggi hanno deciso di fare fronte comune e di unirsi alla ribellione maoista per guidare la più grande democrazia del mondo verso un futuro alternativo al capitalismo selvaggio e all'avidità dilagante."" -
Un giorno d'estate
Dick Jewell, magnate dell'editoria nel fiore degli anni, è morto: il cadavere, orrendamente mutilato, giace riverso nell'ufficio sopra le scuderie nella sua tenuta di campagna, il fucile ancora stretto tra le mani. All'apparenza parrebbe un suicidio, ma qualcosa non torna: Diamond Dick, come lo chiamavano i suoi detrattori, non era proprio il tipo da commettere atti inconsulti e non ha lasciato neanche un messaggio di commiato. D'altro canto, nessuno tra famigliari, dipendenti, concittadini e rivali in affari sembra particolarmente affranto per la sua scomparsa. Per l'anatomopatologo Quirke e l'ispettore Hackett, strappato suo malgrado a un placido pomeriggio domenicale di pesca, il bandolo da dipanare è quantomai intricato, perché tutto ciò che ruota intorno a Jewell e alle sue presunte attività benefiche rivela, a uno sguardo più attento, un lato oscuro, corrotto. E coloro che ne hanno a vario titolo condiviso l'intimità appaiono avvinti in un'inestricabile spirale di odio, vendetta e senso di colpa. Un gorgo che arriverà a sfiorare persino Phoebe, la figlia di Quirke, ancora una volta sua involontaria e preziosa alleata nelle indagini; David Sinclair, lo schivo e ignaro assistente; e in cui rischierà di cadere lo stesso anatomopatologo, fatalmente attratto dall'algida e fascinosa moglie di Jewell, la misteriosa Françoise d'Aubigny. E la verità, inseguita fino a Cap Ferrat, sarà per Quirke la conferma di un presentimento: di chi, pur sapendo, ha scelto di «passare dal lato della notte».