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Meglio non essere un aviatore nella seconda guerra mondiale. Un'avventura da evitare
Non verresti essere... un aviatore nella seconda guerra mondiale! Preparati... per il volo della tua vita! Da pilota americano in servizio presso la Royal Air Force britannica, ti accorgerai presto che non è tutto rose e fiori essere un aviatore nella Seconda guerra mondiale. Età di lettura: da 8 anni. -
L' esercito italiano nella seconda guerra mondiale
L'edizione italiana riunisce in un testo unico i tre volumi usciti per la casa editrice Osprey, dedicati all'analisi sistematica dell'esercito italiano durante il secondo conflitto mondiale. Lo sforzo bellico fu tale da impegnare due milioni e mezzo di soldati italiani, che furono impiegati dall'Asse nell'Africa settentrionale, in Africa orientale, nei Balcani e in Russia. L'autore approfondisce anche la situazione creatasi all'indomani dell'8 settembre 1943 con la divisione del Paese tra il Regno d'Italia e la Repubblica di Salò, senza trascurare le forze dei partigiani. Il ricco corredo iconografico che accompagna il testo consente inoltre una disanima delle uniformi e dell'equipaggiamento delle varie unità, complemento visivo della ricca messe di informazioni offerte al lettore in questa esaustiva panoramica. -
L' Italia a Trieste. L'operato del governo militare italiano nella Venezia Giulia 1918-1919
In questo testo, attraverso lo studio di un ampio repertorio di fonti archivistiche e di stampa, l’autore documenta l’insediamento del governo militare, le sue articolazioni nella società civile, la logica degli indirizzi politici e amministrativi dei centri militari, l’impulso dato alla ricomposizione del fronte politico patriottico, senza trascurare la crisi del dopoguerra nei suoi risvolti sociali ed economici -
Augusto in guerra. La lotta per la «pax romana»
L'espressione pax romana (o pax augusta) evoca un periodo di pace ininterrotta nei vasti domini sottoposti all'autorità romana: Lindsay Powell decostruisce questa immagine non congruente con la realtà storica, ripercorrendo il lasso di tempo dal 31 a.C. al 12 d.C., durante il quale quasi ogni anno vide l'esercito romano in azione da qualche parte, si trattasse di combattere nemici oltre le frontiere per raid punitivi o di vere e proprie conquiste, oppure di contrastare banditi o sopprimere rivolte interne. E nello stesso tempo Augusto riuscì quasi a raddoppiare le dimensioni dello Stato, pur essendo un comandante di seconda categoria, noto per la salute precaria che lo accompagnò anche nel corso delle campagne cui prese personalmente parte. Come fu possibile? Aveva davvero una grande strategia? L'autore mette in luce mirabilmente proprio le capacità di Augusto come stratega e comandante in capo, in grado di cambiare le istituzioni militari per implementarne l'efficacia e concentrare il potere nelle sue stesse mani, anche attraverso una cerchia di collaboratori devoti e abilissimi, capaci di conseguire importanti obiettivi e disponibili a lasciarne il merito all'imperatore. Prefazione Karl Galinsky. -
I Vandali
Il 31 dicembre 406 un numeroso gruppo di tribù germaniche passò il Reno, penetrò oltre le difese romane e cominciò a razziare la Gallia, mettendo a sacco le odierne Metz, Arras, Strasburgo. Tra queste tribù vi erano i vandali che, alla ricerca di una nuova patria, intrapresero un'odissea dai tratti davvero epici. I romani erano incapaci di frenarli e, in marcia attraverso la Gallia con i loro alleati alani, valicarono i Pirenei e si resero signori della penisola iberica. Ma presto questo nuovo regno si trovò sottoposto all'intensa pressione dei visigoti, alleati di Roma. Nel 429 il nuovo re Genserico condusse dunque il suo popolo al di là dello stretto di Gibilterra, in Africa. Rapidamente la ricca provincia romana fu conquistata e divenne sede di un regno stabile, che si posizionò con forza nel Mediterraneo occidentale, giungendo con facilità a saccheggiare l'Italia, come accadde nel celebre sacco di Roma del 455. Nel 533 la conquista del bizantino Belisario avrebbe cancellato dalla storia questo regno di guerrieri, che l'autore riporta alla memoria attraverso analisi approfondite e una narrazione brillante, con particolare attenzione per l'evoluzione degli eserciti dei vandali e la loro strategia bellica. -
Veneto 1866. Il generale Karl Möring e la Terza guerra d'indipendenza
I giorni che in quel 1866 videro l'epilogo del Risorgimento italiano raccontati da un punto di vista privilegiato: è questo il dono prezioso offerto dalla pagine dei diari di Karl Möring, generale austriaco e commissario imperiale nelle trattative per la cessione del Veneto e del Friuli occidentale all'Italia. Uomo complesso e affascinante, il generale era senz'altro un'anomalia per gli standard reazionari dei vertici militari asburgici, il che lo pose con frequenza nella condizione di un outsider, critico ma sempre patriottico. All'impegno militare e alle convinzioni politiche si intrecciano inevitabilmente le passioni della vita amorosa (segnata dalla relazione con la giovane attrice Leontina Papà) e i fatti di una vita quotidiana ricca di spunti per comprendere un milieu da tempo perduto, quello della presenza asburgica nel nord-est d'Italia. -
Venezia contro Napoleone. Morte di una repubblica
La ricostruzione del biennio 1796-97 come mai è stata tentata finora: al di fuori di qualunque visione di parte, riflettendo su come e perché la repubblica Serenissima sia finita nell'occhio del ciclone dei grandi conflitti euro-mondiali. Verità certe e lezioni utili oggi per noi, che occupiamo la medesima posizione geografica e siamo eredi della sua vicenda millenaria. Perché la geopolitica non è uno strano gioco di società bensì lo strumento necessario per analizzare i fatti e compiere scelte consapevoli partendo dalla realtà geografica e storica. Esistono delle costanti di lungo periodo, infatti, indispensabili da conoscere per poter agire. Le stesse dominate dai grandi statisti veneziani dal Duecento al Quattrocento per costruire un impero e di cui i discendenti nel Settecento, invece, sono rimasti vittime. -
La storia dei Medici
Diversamente da altri centri italiani Firenze, incarnazione della città ""libera"""" e centro di fioritura della cultura e delle arti rinascimentali, non si mise mai nelle mani di un condottiero, finendo invece in quelle di una famiglia di semplici cittadini. A lungo nell'oscurità, sufficientemente abili per sopravvivere alle convulsioni di una città in preda a pericolosi disordini, i Medici unirono il loro destino a quello di Firenze, esercitando il potere con raffinatezza e violenza. Conflitti tra fazioni, corruzione, tumulti, assassinii, sentenze d'esilio politico e manipolazione del popolo: sono alcune dinamiche politiche nella Firenze medicea, tratteggiate con sapienza e rigore dall'autore, che ricostruisce una società complessa e affascinante, muovendo dal Duecento per giungere sino alla fine del XV secolo."" -
La battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C. La fine di Varo e delle sue legioni
Nel 9 d.C. Publio Quintilio Varo, legato imperiale in Germania, varcò il Reno con tre legioni e si addentrò nella Germania Magna, occupata oltre vent'anni prima dai soldati romani. Varo e i suoi uomini non sarebbero mai più tornati indietro: furono massacrati da guerrieri germanici nel Teutoburger Wald, l'area coperta da dense foreste in cui oggi sorge il centro di Kalkriese. Attirati in una trappola dal nobile cherusco Arminio, i legionari si trovarono attaccati su ogni lato da una coalizione di tribù germaniche, insorte contro il dominatore straniero. In seguito i Romani compirono varie spedizioni punitive contro i Germani e recuperarono le loro aquilae, ma la tragica fine di Varo e delle sue legioni li indusse ad abbandonare l'idea di trasformare la Germania Magna in una provincia romana e a stabilire lungo il fiume Reno il confine fra il mondo romano e quello delle tribù germaniche. -
Breve storia dell'umanità. Dall'homo sapiens all'homo oeconomicus
Parte dai primi passi dell'homo sapiens questa storia dell'umanità di Emmanuel Todd, maitrê à penser in grado di presentare nei più vari contesti storici e geografici l'istituzione cardine dell'esistenza dell'uomo, la famiglia, svelandone sfaccettature inattese, aspetti poco noti e permanenze nella lunga durata. Un'assoluta capacità di padroneggiare dati demografici e statistici, impostazioni storiografiche e scuole antropologiche, consente all'autore di evitare i passi falsi a cui oggi le élite intellettuali sono spesso indotte da una visione economicista dell'uomo e del mondo. E infatti anche al presente e al futuro che si dischiude con ampiezza di risvolti la prospettiva del libro, nel desiderio di porre al lettore domande ineludibili per chi voglia affrontare con lucidità il disordine del nostro quotidiano. La famiglia si pone così al centro di un discorso che intreccia sistemi educativi, crescita economica, crisi delle democrazie liberali e contraddizioni solo in apparenza inspiegabili. L'inattesa vittoria elettorale di Trump e la Brexit diventanto dunque dei modelli paradigmatici che è possibile interpretare alla luce di questo nuovo determinante contributo alla storiografia e all'analisi della contemporaneità. -
Il genio civile dell'esercito romano
Come trascorrevano il loro tempo i soldati dell'esercito romano tra una guerra e l'altra? Potevano dedicarsi a una vita di riposo o erano soggetti viceversa a altre incombenze? In realtà i documenti ci raccontano che erano spesso obbligati dagli imperatori di turno a dare man forte agli uomini del genio civile nella costruzione di strade, templi ed edifici le cui vestigia ancora oggi possiamo apprezzare e la cui grandezza impressiona da tutti i punti di vista. Ciò avveniva sia a Roma che nelle terre conquistate di campagna in campagna fino a formare il più grande impero dell'antichità. Le opere che venivano avviate contribuivano da un lato ad affermare la potenza imperiale, dall'altra ad arricchire il tessuto economico, civile, logistico delle province. In questo libro, dedicato a un tema assai poco presente nella storiografia italiana sull'impero romano, Gérard Coulon e Jean-Claude Golvin realizzano un intreccio tra parola e disegno ricostruttivo a tre dimensioni e in particolare Golvin conclude con questo volume una sua ricerca iniziata con la pubblicazione di ""Viaggio nel Mediterraneo romano"""", proseguita con """"Viaggio nell'antichità"""" e """"Viaggio nell'antico Egitto""""."" -
Gli etruschi. Una storia militare. IX-II secolo a. C.
L'antica Roma aveva profonde radici nella cultura etrusca, una civiltà la cui origine può essere fatta risalire al 900-750 a.C. nell'Italia nord-occidentale. Gli etruschi furono un popolo che commerciava via mare e si trovava anche in competizione con popoli greci e fenici, compresi i cartaginesi, ma divennero anche una grande potenza terrestre, specialmente nel periodo ""classico"""", espandendosi a nord nella pianura padana e a sud nel Lazio. Nel VI secolo a.C. una dinastia etrusca governò Roma ed estese la propria influenza verso sud fino alla costa amalfitana. Nel 509 a.C. i romani insorsero per espellere i loro re, dando inizio al lungo """"tramonto etrusco"""". Questo studio completamente illustrato esamina uno dei primi grandi rivali dell'antica Roma in un'ottica militare, presentando con dovizia di particolari l'evoluzione dell'equipaggiamento offensivo e difensivo alla luce di prove archeologiche come le tombe di guerrieri, i dipinti e le sculture, nell'intento di illuminare il lato meno conosciuto di un popolo tra i più misteriosi e affascinanti dell'antichità."" -
Le origini della guerra del 1914. Vol. 1-3
"Siamo negli anni Trenta del Novecento, poco più di dieci anni dopo la fine del conflitto. Molti attori del dramma sono ancora vivi e alcuni di essi hanno pubblicato le loro memorie. Albertini le conosce, ha letto i libri """"colorati"""" con cui ogni governo all'inizio della guerra ha cercato di addossare agli altri la responsabilità del conflitto, ha studiato le raccolte dei documenti diplomatici e le corrispondenze giornalistiche. Da questa grande documentazione emergono contraddizioni che nessuno sino a quel momento ha voluto o potuto riempire. Come accadde più tardi a Renzo De Felice quando cominciò a scrivere la biografia di Mussolini, l'opera di Albertini crebbe in dimensioni a mano a mano che l'autore si addentrava nella materia delle sue ricerche. Ogni documento di cui entrava in possesso esigeva nuove verifiche, schiudeva nuovi orizzonti, allargava la cerchia degli attori a persone di cui occorreva esplorare le intenzioni e conoscere il ruolo. Mentre gli storici tradizionali ricercano le loro prove fra le carte degli archivi, Albertini completò la ricerca archivistica con una sorta di geniale indagine giornalistica - condotta insieme al giornalista triestino Luciano Magrini - che assume in alcuni momenti il carattere dell'indagine giudiziaria."""" (Dalla prefazione al primo volume di Sergio Romano)" -
Le origini della guerra del 1914. Vol. 1: relazioni europee dal Congresso di Berlino all'attentato di Sarajevo, Le.
"Siamo negli anni Trenta del Novecento, poco più di dieci anni dopo la fine del conflitto. Molti attori del dramma sono ancora vivi e alcuni di essi hanno pubblicato le loro memorie. Albertini le conosce, ha letto i libri """"colorati"""" con cui ogni governo all'inizio della guerra ha cercato di addossare agli altri la responsabilità del conflitto, ha studiato le raccolte dei documenti diplomatici e le corrispondenze giornalistiche. Da questa grande documentazione emergono contraddizioni che nessuno sino a quel momento ha voluto o potuto riempire. Come accadde più tardi a Renzo De Felice quando cominciò a scrivere la biografia di Mussolini, l'opera di Albertini crebbe in dimensioni a mano a mano che l'autore si addentrava nella materia delle sue ricerche. Ogni documento di cui entrava in possesso esigeva nuove verifiche, schiudeva nuovi orizzonti, allargava la cerchia degli attori a persone di cui occorreva esplorare le intenzioni e conoscere il ruolo. Mentre gli storici tradizionali ricercano le loro prove fra le carte degli archivi, Albertini completò la ricerca archivistica con una sorta di geniale indagine giornalistica - condotta insieme al giornalista triestino Luciano Magrini - che assume in alcuni momenti il carattere dell'indagine giudiziaria."""" (Dalla prefazione al primo volume di Sergio Romano)" -
Le origini della guerra del 1914. Vol. 2: crisi del luglio 1914. Dall'attentato di Sarajevo alla mobilitazione generale dell'Austria-Ungheria, La.
"Siamo negli anni Trenta del Novecento, poco più di dieci anni dopo la fine del conflitto. Molti attori del dramma sono ancora vivi e alcuni di essi hanno pubblicato le loro memorie. Albertini le conosce, ha letto i libri """"colorati"""" con cui ogni governo all'inizio della guerra ha cercato di addossare agli altri la responsabilità del conflitto, ha studiato le raccolte dei documenti diplomatici e le corrispondenze giornalistiche. Da questa grande documentazione emergono contraddizioni che nessuno sino a quel momento ha voluto o potuto riempire. Come accadde più tardi a Renzo De Felice quando cominciò a scrivere la biografia di Mussolini, l'opera di Albertini crebbe in dimensioni a mano a mano che l'autore si addentrava nella materia delle sue ricerche. Ogni documento di cui entrava in possesso esigeva nuove verifiche, schiudeva nuovi orizzonti, allargava la cerchia degli attori a persone di cui occorreva esplorare le intenzioni e conoscere il ruolo. Mentre gli storici tradizionali ricercano le loro prove fra le carte degli archivi, Albertini completò la ricerca archivistica con una sorta di geniale indagine giornalistica - condotta insieme al giornalista triestino Luciano Magrini - che assume in alcuni momenti il carattere dell'indagine giudiziaria."""" (Dalla prefazione al primo volume di Sergio Romano)" -
Le origini della guerra del 1914. Vol. 3: epilogo della crisi del luglio 1914. Le dichiarazioni di guerra e di neutralità, L'.
"Siamo negli anni Trenta del Novecento, poco più di dieci anni dopo la fine del conflitto. Molti attori del dramma sono ancora vivi e alcuni di essi hanno pubblicato le loro memorie. Albertini le conosce, ha letto i libri """"colorati"""" con cui ogni governo all'inizio della guerra ha cercato di addossare agli altri la responsabilità del conflitto, ha studiato le raccolte dei documenti diplomatici e le corrispondenze giornalistiche. Da questa grande documentazione emergono contraddizioni che nessuno sino a quel momento ha voluto o potuto riempire. Come accadde più tardi a Renzo De Felice quando cominciò a scrivere la biografia di Mussolini, l'opera di Albertini crebbe in dimensioni a mano a mano che l'autore si addentrava nella materia delle sue ricerche. Ogni documento di cui entrava in possesso esigeva nuove verifiche, schiudeva nuovi orizzonti, allargava la cerchia degli attori a persone di cui occorreva esplorare le intenzioni e conoscere il ruolo. Mentre gli storici tradizionali ricercano le loro prove fra le carte degli archivi, Albertini completò la ricerca archivistica con una sorta di geniale indagine giornalistica - condotta insieme al giornalista triestino Luciano Magrini - che assume in alcuni momenti il carattere dell'indagine giudiziaria."""" (Dalla prefazione al primo volume di Sergio Romano)" -
Gli eserciti napoleonici italiani 1800-1815. Repubblica Italiana, Regno italico e Regno di Napoli
II testo,propone un'analisi dettagliata degli eserciti attivi in Italia nel corso dell'epoca napoleonica, appartenenti a tre diversi Stati: la Repubblica Italiana (fino al 1803), il Regno Italico ed il Regno di Napoli. Benché influenzati dai modelli imperiali francesi, gli eserciti italiani ebbero per tutta la loro esistenza un'identità ben definita. I soldati del Regno Italico e del Regno di Napoli si batterono con valore al fianco dei loro omologhi francesi in alcune delle principali campagne militari napoleoniche. Le loro uniformi mantennero sempre delle peculiarità molto interessanti: i soldati italici furono sempre vestiti con i colori della loro bandiera, ovvero quelli del ""tricolore""""; i soldati napoletani, invece, ebbero divise molto variopinte in cui a dominare erano i colori brillanti. Sia il Regno Italico che il Regno di Napoli ebbero delle Guardie Reali che potevano rivaleggiare con la Guardia Imperiale Francese per eleganza ed efficienza bellica. Le uniformi di tutte le unità militari descritte sono analizzate nel testo, con un ampio corredo di tavole uniformologiche e di immagini a colori."" -
Porzûs. «Guerra totale» e Resistenza nel Nord-Est
L'eccidio di Porzûs consistette nell'uccisione, fra il 7 e il 18 febbraio 1945, di diciassette partigiani (tra cui una donna, loro ex prigioniera, Francesco De Gregori, zio del cantautore, e Guido Pasolini, fratello di Pierpaolo) della Brigata Osoppo, formazione di orientamento cattolico e laico-socialista, da parte di un gruppo di partigiani - in prevalenza gappisti - appartenenti al Partito Comunista Italiano. L'evento - considerato uno dei più tragici e controversi della Resistenza italiana - fu ed è tuttora fonte di numerose polemiche in ordine ai mandanti dell'eccidio e alle sue motivazioni. Le vicende legate a Porzûs hanno travalicato il loro contesto locale fin dagli anni in cui si svolsero, entrando a far parte di una più ampia discussione storiografica, giornalistica e politica sulla natura e gli obiettivi immediati e prospettici del PCI in quegli anni, nonché sui suoi rapporti con i comunisti jugoslavi e con l'Unione Sovietica. -
Gorizia tra le nuvole. Un itinerario tra monti e città. Ediz. illustrata
Gorizia e i ""Tre monti goriziani"""" (San Gabriele, Sabotino, Monte Santo) sono i protagonisti di questo libro, scritto da Andrea Bellavite e illustrato dalle fotografie di Massimo Crivellari per presentare il territorio attraverso i luoghi della bellezza e dell'arte, i campi di battaglia e i cimiteri di guerra, te reti che hanno diviso i popoli e i muri abbattuti in una nuova stagione di concordia e di pace, il verde dei boschi, il grigio delle pietraie carsiche, il colore smeraldo dei corsi d'acqua. Risuonano tra le righe le voci dei filosofi, il passo cadenzato dei soldati, il mormorio della preghiera dei pellegrini, il sommesso brusio degli studiosi, la bellezza delle diverse lingue. Si tratta di una guida per chi può e vuole cimentarsi in un trekking originale e istruttivo; per ogni lettore sarà un manuale per essere introdotti net mondo della conoscenza di una realtà complessa e affascinante come quella di Gorizia."" -
Il giro del mondo in 50 mappe. Ediz. a colori
Mettiti in viaggio per il mondo: un'eccitante avventura dalle rovine azteche in Messico al tempio d'oro in India. Con le sue cartine, illustrazioni e fotografie ""Il giro del mondo in 50 mappe"""" offre un'introduzione visiva al nostro pianeta e ai suoi tesori. Età di lettura: da 6 anni.""