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Sabbie mobili. L'Africa tra autoritarismo e democrazia
Le tendenze autocratiche non si manifestano esclusivamente con l'avvento di regimi militari. Nel continente africano l'accentramento di poteri in un leader si realizza più spesso nella prolungata permanenza al vertice di un Presidente con poteri esecutivi, eletto poi per molti mandati. E tuttavia, fra il 2020 ed il 2022 è tornato in auge il golpe militare, riportando indietro lo scenario politico di alcuni Stati dell'Africa Occidentale agli anni Sessanta del secolo scorso. Il fatto che cinque paesi africani abbiano sperimentato un vero e proprio colpo di stato ha riacceso il dibattito sulla praticabilità ed efficacia della democrazia in Africa. L'incapacità di scalfire la povertà di ampie fasce della popolazione, l'inefficienza e la corruzione delle classi dirigenti, la vulnerabilità di fronte al terrorismo jihadista e la grave mancanza di infrastrutture sono alla base di una rilevante fragilità delle democrazie e del ritorno a soluzioni militari e autoritarie. Che Africa nascerà da questo scontro tra democrazia e autoritarismo? Quale ruolo potranno avere l'Italia e l'Europa in un tale contesto? In questo libro Giuseppe Mistretta risponde a simili quesiti, suggerendo possibili scenari d'intervento e di cooperazione per far uscire parte dell'Africa dalle sue sabbie mobili. -
Modelli di condivisione. La mobilità sostenibile dallo sharing al metaverso
In Italia più di metà degli spostamenti quotidiani sono sotto i 5 Km. Si può quindi affermare che l'uso dell'auto privata sia una scelta dettata più dall'abitudine che da reali necessità. Proprio per questo occorre spostare l'attenzione sulle esigenze di spostamento e sulla definizione di servizi che possano garantire una risposta efficace ed efficiente limitando, allo stesso tempo, l'impatto che tali spostamenti determinano sull'ambiente e sul territorio. La tecnologia alla base della sharing mobility è riconducibile a strumenti di uso comune. Le piattaforme di gestione dei servizi di sharing sono liberamente raggiungibili tramite smartphone e consentono di accedere alle opzioni di mobilità disponibili nel territorio in modo immediato e tempestivo. La definizione di sharing mobility finisce per identificare le modalità con le quali le persone si spostano utilizzando mezzi condivisi piuttosto che mezzi privati, siano essi un'automobile, un monopattino o uno scooter. Grazie all'impiego della tecnologia, la sharing mobility permette agli utenti di condividere sia i veicoli che i tragitti, realizzando servizi scalabili, più efficienti e vicini alle esigenze degli utenti finali. La sharing mobility è un fenomeno che sta cambiando la mobilità in tutto il mondo. Introduzione di Enrico Giovannini. Postfazione di Paola Severino. -
La staffetta. Il ricambio generazionale nelle imprese italiane
Il ricambio generazionale è un momento decisivo e necessario per l'azienda. Perché sia realmente tale, il cambiamento non può coinvolgere unicamente la 'testa' e i vertici dell'impresa, ma anche il 'corpo', il suo cuore pulsante, cioè, ogni sua risorsa a partire da quelle 'umane'. Un processo che deve avvenire, inoltre, a un livello tanto gestionale quanto 'culturale', di visione. Secondo Mario Benedetto solo in questo modo è effettivamente possibile affermare un modello socio-economico moderno, una cultura d'impresa diffusa e lo sviluppo di un'azione economica efficace, capace di generare il miglior benessere collettivo. Quello tra impresa e nuove generazioni, infatti, è un rapporto che non riguarda solo il successo di realtà imprenditoriali, ma il valore che esse sono in grado di produrre per l'intera collettività. È questo l'asse portante della riflessione qui condotta, il cui obiettivo è preciso: fornire un'analisi completa, per suggerire e favorire proposte e comportamenti consapevoli. A favore di un processo che non riguarda solo il presente di una comunità economica, ma il futuro della società tutta. Un futuro semplicemente migliore, che passa dalla 'staffetta'. Prefazione di Luigi Abete. Con un'intervista a Riccardo Di Stefano. -
Solo i più ricchi come i tecnomiliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui
La storia di questo libro inizia il giorno in cui Douglas Rushkoff, noto studioso e popolare divulgatore sui temi dell'innovazione e dell'hi-tech, riceve un singolare invito: in cambio di un'ingente somma, dovrà raggiungere una località segreta nel deserto e qui fornire una consulenza a cinque delle persone più ricche del pianeta, che intendono verificare la bontà dei diversi piani di fuga da loro elaborati in vista di quello che chiamano l'Evento - la catastrofe di natura incerta ma che, ne sono sicuri, sta per abbattersi sul nostro pianeta. Sembra un film, ma è tutto vero. Del resto, se i multimilionari non si curano degli allarmi della comunità scientifica rispetto alla crisi ambientale né intendono ripensare una corsa indiscriminata al profitto divenuta ormai insostenibile è proprio perché, da lungo tempo, stanno progettando di fuggire al momento opportuno, lasciandoci qui, in un mondo divenuto invivibile. Che si tratti di una catastrofe climatica, di un meteorite che si abbatte sul pianeta o di un'esplosione nucleare, gli ultraricchi hanno già costruito esclusivi bunker sotterranei - resort in località remote e protette - e astronavi pronte a partire per Marte - a bordo delle quali, naturalmente, nessuno di noi sarà ammesso. Tanto appassionante quanto sconvolgente, Solo i più ricchi racconta una storia incredibile ma vera e ricostruisce ciò che l'autore definisce il Mindset - quel particolare atteggiamento mentale diffuso tra i ""vincenti"""" che li ha convinti di essere molto al di sopra dei comuni mortali e di potersi impunemente sbarazzare dello stesso mondo che hanno contribuito a distruggere. Eppure, come dimostra l'autore, l'idea di poter ricominciare da capo altrove, come in un gigantesco videogioco, è pura follia: l'unico modo che abbiamo per evitare la catastrofe è iniziare a lavorare perché non avvenga."" -
Le terribili quattro. La politica economica alla prova di crisi, stagnazione, povertà, globalizzazione
La politica economica è chiamata ad affrontare numerose crisi. Con gli effetti dell'ultima crisi finanziaria che ancora si fanno sentire, la politica economica si trova ora a dover affrontare anche le nuove sfide della ripresa economica post-Covid e degli effetti negativi del sovra-consumo sul clima. Questo libro esplora il futuro della politica economica in relazione a quelle che Nicola Acocella vede come le quattro terribili sfide politiche della prima metà del XXI secolo: i postumi dell'ultima crisi finanziaria e l'impatto catastrofico della pandemia, la stagnazione secolare, la crescente povertà e disuguaglianza, la globalizzazione mal diretta. L'esistenza di questi problemi economici è diventata sempre più rilevante in quanto alcuni degli strumenti teoricamente a disposizione dell'azione pubblica sono ormai insufficienti o inutilizzabili. In attesa che gli economisti trovino i giusti mezzi per affrontare le terribili quattro, questo libro fornisce al lettore gli strumenti per comprendere la natura dei fatti economici che tanto pesano sulle generazioni attuali e, con grande probabilità, anche su quelle future. -
Storia transgender. Radici di una rivoluzione
Scrivere la storia è un gesto importante, capace di connettere la comprensione del passato con il futuro che si intende costruire. È proprio questa l'impresa tentata da Susan Stryker in questo libro già classico che ricostruisce, con rigore e poesia, la storia e le battaglie di soggettività e movimenti transgender, dalle discriminazioni mediche, sociali e politiche, alle lotte per i diritti civili, passando per la Millennial Wave fino agli sviluppi più recenti. Storia transgender, affermatosi come un testo fondamentale nell'ambito dei gender studies, non è tuttavia un libro per persone addette ai lavori: il suo taglio narrativo e il suo tono appassionato lo rendono adatto a chiunque abbia a cuore quella che Walter Benjamin definiva la ""tradizione degli oppressi."""" Studio, racconto, memoir e molto altro ancora, """"Storia transgender"""" è, soprattutto, un manifesto dedicato a tutte le persone che ritengono la lotta alle ingiustizie un compito inderogabile, e la conoscenza l'arma giusta per combatterla. Prefazione e postfazione di Antonia Caruso."" -
La verità del male. Eichmann prima di Gerusalemme
Accolto con clamore in tutto il mondo, e cinquant'anni dopo ""La banalità del male"""", questo libro capovolge l'immagine di Eichmann e del nazismo data da Hannah Arendt. Il gerarca nazista Adolf Eichmann, dopo la fine della seconda guerra mondiale, fuggì in Argentina e lì visse nascosto finché non venne catturato dai servizi segreti israeliani e portato a Gerusalemme per il celebre processo. Bettina Stangneth, filosofa tedesca esperta di inganno e manipolazione, ne ha seguito le tracce lasciate durante la sua latitanza, rintracciando i suoi nascondigli e portando alla luce documenti segreti e dettagli inediti, svelando così le abili macchinazioni con cui uno dei principali architetti della Shoah, che egli riteneva """"il suo capolavoro"""", definì se stesso """"funzionario d'ordine"""" e """"piccolo ingranaggio nella macchina di annientamento nazista"""". Stangneth dimostra che l'immagine di grigio burocrate, inetto e poco intelligente, della quale si convinse Hannah Arendt, che così lo raccontò a milioni di lettori, fu in realtà studiata a tavolino dallo stesso Eichmann, abile manipolatore sociale che sperava in questo modo di aver salva la vita. Non ci riuscì, ma riuscì - fino a oggi - a perpetrare un inganno ancora più terribile: farci credere che il diavolo non esiste."" -
La conoscenza e i suoi nemici. L'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia
"Se le competenze di settore non sono morte, sono però nei guai. Qualcosa è andato terribilmente storto. Oggi l'America è un Paese ossessionato dal culto della propria ignoranza. Il punto non è soltanto che la popolazione non ne sa molto di scienze, di politica o di geografia (di fatto è così, ma è un vecchio problema). E, in verità, non è neanche un problema, poiché viviamo in una società che funziona grazie alla divisione del lavoro, sistema ideato per liberare ciascuno di noi dalla necessità di sapere tutto. I piloti fanno volare gli aeroplani, gli avvocati dibattono le cause legali, i medici prescrivono farmaci. Nessuno di noi è Leonardo da Vinci, che dipingeva la Gioconda al mattino e progettava elicotteri di notte. E così dev'essere. No, il problema più grande è che siamo orgogliosi di non sapere le cose. Gli americani sono arrivati a considerare l'ignoranza, soprattutto su ciò che riguarda la politica pubblica, una vera e propria virtù. Per gli americani rifiutare l'opinione degli esperti significa affermare la propria autonomia, un modo per isolare il proprio ego sempre più fragile e non sentirsi dire che stanno sbagliando qualcosa. È una nuova Dichiarazione di indipendenza: non riteniamo più ovvie queste verità, le consideriamo tutte ovvie, anche quelle che vere non sono. Tutte le cose sono conoscibili e ogni opinione su un qualsiasi argomento vale quanto quella di chiunque altro. Non siamo di fronte alla tradizionale avversione americana per gli intellettuali e i sapientoni. Sono un professore e lo capisco bene: alla maggior parte delle persone i professori non piacciono. Quel che è peggio, oggi a colpirmi non è tanto il fatto che la gente rifiuti la competenza, ma che lo faccia con tanta frequenza e su così tante questioni, e con una tale rabbia. Di nuovo, forse gli attacchi alla competenza sono più evidenti per via dell'onnipresenza di internet, dell'indisciplina che governa le conversazioni sui social media o delle sollecitazioni poste dal ciclo di notizie ventiquattr'ore su ventiquattro. Ma l'arroganza e la ferocia di questo nuovo rifiuto della competenza indicano, almeno per me, che il punto non è più non fidarsi di qualcosa, metterla in discussione o cercare alternative: è una miscela di narcisismo e disprezzo per il sapere specialistico, come se quest'ultimo fosse una specie di esercizio di autorealizzazione.""""" -
L'invenzione della natura. Le avventure di Alexander Von Humboldt, l'eroe perduto della scienza
Descritto dai suoi contemporanei come ""l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone"""", Alexander von Humboldt fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo. Nato nel 1769 in una ricca famiglia aristocratica prussiana, rinunciò a una vita privilegiata per scoprire come funzionava il mondo. I suoi viaggi e le sue esplorazioni in ogni angolo del globo ne plasmarono il pensiero e ne fecero un personaggio leggendario, ammirato e citato come diretta influenza non solo da studiosi come Charles Darwin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e John Muir, ma anche da letterati come Goethe, Coleridge e Wordsworth; Thomas Jefferson scrisse che Humboldt era """"tra i principali artefici della bellezza"""" della sua epoca. Tuttavia, questa straordinaria personalità, a cui dobbiamo il nostro stesso concetto di natura e l'idea moderna di ambientalismo, sembra oggi pressoché dimenticata, e mentre il suo nome resiste ovunque - piante, animali, fiumi e città prendono il suo nome -, le sue opere prendono polvere sugli scaffali delle librerie. Andrea Wulf, acclamata storica e autrice di numerosi bestseller internazionali, si è immersa nelle opere, nei diari e nei documenti personali di Humboldt, ne ha seguito le tracce in tutto il mondo, visitando gli stessi luoghi e scalando le stesse montagne, per restituire a Humboldt, con questo libro, il posto che egli merita nel pantheon della natura e delle scienze. “L'invenzione della natura” è anche un tentativo di capire come è nato e come si è formato il modo stesso in cui pensiamo il mondo."" -
Sogni su misura. Come la moda ha cambiato il tessuto sociale italiano
Si può raccontare una storia di protagonisti internazionali, self-made man e innovatori, grandi sarti e geniali interpreti del presente, a partire da una semplice intuizione materiale? Si può pensare di concentrare in un pezzo-icona un'industria leader a livello globale, cruciale e strategica per il nostro Paese? In Sogni su misura, Nicoletta Polla-Mattiot racconta dell'immaginazione, del talento, della sensibilità e, soprattutto, del grande lavoro che sta dietro la produzione della moda italiana. Un viaggio attraverso l'eccellenza creativa e imprenditoriale, che lascia agli abiti (o meglio alla giacca, al nylon, al gommino, al cashmere, al jeans, al corsetto, al cappotto, allo chiffon) il compito di raccontare. Ogni capo diventa moda se è capace di captare l'aria del tempo, di essere istante e misura del presente. Per questo basta interrogarlo perché restituisca la storia e il contesto. Qui prendono la parola dieci abiti e un intero tessuto sociale e culturale, che riportano la narrazione a persone e numeri, genialità e occupazione, all'idea che li ha concepiti, all'ambiente che li ha nutriti, a quel passaggio di mano in mano che li ha disegnati, modellati, tagliati, confezionati, fatti conoscere, distribuiti, al sogno che li ha comprati, all'abitudine che li ha usati, interpretati e poi dimenticati, dismessi e magari ritrovati, riciclati e oggi anche rigenerati. Dieci invenzioni uniche e collettive, puntuali e per sempre, effimere e persistenti: i loro creatori, stilisti e manager, sono i protagonisti di queste pagine. È attraverso di loro e per loro tramite che ciascuna icona prende vita e trasforma l'attualità in movimento e orizzonte. Con un'intervista ad Antonio Belloni. Prefazione di Milovan Farronato. -
Inter pares. L'Unione europea e il problema dell'autonomia strategica
Secondo Carl Schmitt, Behemoth e il Leviatano sono i due mostri che si contendono il dominio del mondo. Allo stesso modo, Cina e Stati Uniti sono oggi le due potenze che si contendono l'influenza sullo scacchiere globale e rivaleggiano per dominare sull'imminente futuro. Ma nello scontro tra i due titani, esiste uno spazio per altri attori? In questo senso quale ruolo può rivestire l'Europa? Ha l'Unione europea la forza di porsi come un tertium datur, come una possibilità completamente alternativa rispetto allo scontro delle due superpotenze? Secondo Valerio Castronovo è questa la reale sfida davanti cui si trovano gli Stati membri dell'Unione, a patto che si inizi davvero a pensare un'autonomia strategica e, cioè, un'autonomia sul piano della difesa, della cooperazione energetica, dello sviluppo tecnologico e delle normatività. Una sfida che prevede che gli stati dell'Unione si riuniscano, come soci e pari, come cittadini della stessa polis, per definire obiettivi condivisi e politiche concretamente comuni. -
Il disfacimento del demos. La rivoluzione silenziosa del neoliberismo
L'opera di Wendy Brown rappresenta una forma rigorosa di vigilanza sullo stato della democrazia. In tempi come i nostri in cui pare sia sufficiente il rispetto delle procedure per assicurare il buono stato della democrazia, i suoi libri registrano come un preciso sismografo le crepe che si aprono all'interno della democrazia - a partire dal suo angolo di osservazione, l'Occidente e in particolare gli Stati Uniti - sul piano dei discorsi, delle pratiche, delle istituzioni. Politologa e filosofa della politica, a differenza dell'approccio analitico predominante negli Stati Uniti in queste discipline accademiche, Brown pone come criterio di analisi il concetto stesso di ""democrazia"""": """"governo del popolo"""". La questione dirimente è allora se - mediante le istituzioni e le procedure - un popolo effettivamente governi sé stesso; per stabilirlo, non basta restare sul piano della democrazia formale, dove il discrimine tra come un popolo si governa e come un popolo è governato è labile. Anzi, la democrazia formale può finire per configurare un kratos che si rende autonomo dal suo demos, le cui procedure formalizzano poteri non democratici, che non derivano cioè dall'autodeterminazione del demos. Prefazione di Dario Gentili."" -
Le storie infinite. Comunicazione e racconto nell'era digitale
Da quando esiste il web, nel mondo sono stati pubblicati circa due miliardi di siti internet. Del resto, grazie a un sito internet oggi si può fare pressoché qualsiasi cosa: presentare la propria persona o attività, comprare oggetti o ordinare una pizza, disegnare la maglietta da indossare alla prossima serata con gli amici o prenotare un viaggio. Tutte cose che, in un certo senso, riempiono integralmente le storie della nostra vita. Eppure, il fatto che il web sia diventato pervasivo nella quotidianità non è più una novità. Secondo Francesco Gavatorta, l'aspetto inedito e curioso è piuttosto il fatto che l'umanità digitalizzata si scopre come l'umanità della narrazione assoluta. A essere cambiato non è solo cosa possiamo fare attraverso il digitale, bensì, soprattutto, come ci raccontiamo attraverso di esso. Secondo Gavatorta, da quando il digitale è entrato nella nostra vita, il genere umano si è reso conto di essere una specie che affonda la propria peculiarità nel gesto del raccontare. Nell'epoca di internet e del digitale lo storytelling è ormai un'arte onnicomprensiva e necessaria in contesti e mansioni diverse: il racconto è fondamentale pur venendo interpretare sul digitale come una commodity, una gestualità indistinguibile, sia che si parli di un contenuto a tempo come una story sia che si costruisca una diretta in live streaming. ""Le storie infinite"""" è un breviario sulle infinite possibilità e modelli di racconto che si dischiudono nell'epoca della digitalizzazione globale, un libro che è anche un prontuario per apprendere le forme del racconto digitale, come """"meme"""" e """"stories"""", ma anche per proteggersi dalle false narrazioni, come """"fake news"""" e """"troll""""."" -
La meraviglia del possibile. Vol. 4: Guarire. Riparare, rinascere, prendersi cura
La copertina di Nick Blinko e le 24 sue opere a colori all'interno ci portano in un numero che dal concetto di ""guarigione"""" ha ramificato i suoi ragionamenti verso la malattia fisica e mentale, verso i mali del nostro tempo, le storture di internet e l'arte come cura per tutti i mali dell'anima. Un numero che è la sintesi e il manifesto dell'approccio LMDP alla realtà che ci circonda."" -
Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell'umanità nell'era dei nuovi poteri
L'era che stiamo vivendo, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti della tecnologia, porta con sé una grave minaccia per la natura umana: un'architettura globale di sorveglianza, ubiqua e sempre all'erta, osserva e indirizza il nostro stesso comportamento per fare gli interessi di pochissimi - coloro i quali dalla compravendita dei nostri dati personali e delle predizioni sui comportamenti futuri traggono enormi ricchezze e un potere sconfinato. È il ""capitalismo della sorveglianza"""", lo scenario alla base del nuovo ordine economico che sfrutta l'esperienza umana sotto forma di dati come materia prima per pratiche commerciali segrete e il movimento di potere che impone il proprio dominio sulla società sfidando la democrazia e mettendo a rischio la nostra stessa libertà. Il libro di Shoshana Zuboff, frutto di anni di ricerca, mostra la pervasività e pericolosità di questo sistema, svelando come, spesso senza rendercene conto, stiamo di fatto pagando per farci dominare. Il capitalismo della sorveglianza, un'opera già classica e un libro imprescindibile per comprendere la nostra epoca, è l'incubo in cui è necessario immergersi per poter trovare la strada che ci conduca a un futuro più giusto - una strada difficile, complessa, in parte ancora sconosciuta, ma che non può che avere origine dal nostro dire """"basta!"""""" -
Mitologie italiane. Idee che hanno deviato la storia
Le mitologie politiche offrono agli Stati una visione grandiosa e confortante del proprio destino e la diffondono per assicurarsi una facile presa sul popolo. In Mitologie Italiane, Riccardo Pugnalin e Antonio Pilati analizzano alcuni dei miti dell'Italia unita che a tutt'oggi sono duri a morire, influenzando la percezione pubblica e suggestionando le scelte del popolo sovrano. Il primo e più radicato di questi falsi miti è l'idea secondo cui l'Italia, in virtù di un secolare primato culturale, esprime una missione di civiltà a raggio universale. Roma con il suo carico di eventi e di gloria è il principale catalizzatore di questo mito. Eppure, oltre il mito, l'attuale cultura italiana, i suoi intellettuali e la formazione proposta dalle università sono ben lontane dalla gloria e dai fasti di un tempo. Il secondo mito è quello secondo cui l'unità economico-politica dell'Europa espanderebbe le chance di sviluppo dell'Italia, rafforzando il suo primato internazionale e assicurando la sua tenuta sociale. Entrambe queste leggende, forgiate ad hoc da politici tutt'altro che disinteressati, hanno solamente un contenuto sentimentale che attribuisce alla nazione un'immagine desiderata con poca o nulla attinenza con la verità dei fatti: mancano l'analisi dei rapporti di forza e la percezione della realtà effettuale. La politica vera, la politica che sa operare per il bene della nazione e del popolo, inizia lì dove si sostituisce l'analisi al mito, la capacità tecnica alle credenze, la forza delle analisi alle facili suggestioni e agli incanti della ragione: lì dove la politica si fa comunicazione, certamente, ma della verità. -
Furor. Quando la violenza sconfigge la ragione
Gli antichi norreni chiamavano berserksgangr lo spirito che trasformava i guerrieri in uomini orso. Accecati da un'ira animale, indotti in uno stato confusionale, i berserkr si gettavano nella battaglia senza patire dolore e senza provare alcuna pietà. È di un simile furore, brutale e irrazionale, confuso ed emotivo, che scrive Carlo Bordoni, il cui sguardo analitico non tratta però di epoche antiche ma dipinge piuttosto la nostra società occidentale; una società in cui la ragione, la scienza e il pensiero, soli antidoti all'erompere della forza bruta, sono ormai venuti meno. Ma come si è arrivati a tutto ciò? In che modo la ragione è stata sconfitta? Senza fare facili moralismi, Bordoni propone un'idea tanto paradossale quanto suggestiva: la violenza e l'irrazionalismo non hanno a che fare con qualche spirito antico e magico, ma con l'etica. Occorre infatti tornare a riflettere sul rapporto, spesso sottaciuto, della violenza con l'etica. Dalle considerazioni di Benjamin, Foucault e Derrida sulla violenza in quanto creatrice di diritto, passando per quelle di Aristotele e Bourdieu sulla mutevolezza dell'habitus, fino alle critiche di Adorno e Butler sull'anacronismo etico come forma d'imposizione, Bordoni dipinge la nostra epoca come quella in cui si concretizza una tendenza alla violenza etica, cioè al tentativo di giustificare la violenza sulle basi di reazioni e argomenti emotivi. È quando questa emozione condivisa diventa ""etica"""", cioè moralmente accettabile, che dobbiamo iniziare a temere che la società crolli in un irrazionalismo diffuso e pericoloso."" -
L'ineluttabilità dell'uguaglianza
La disuguaglianza è uno dei temi chiave del presente. Sociologi, economisti, politologi e filosofi hanno raccontato come le disuguaglianze siano connaturate alle società umane, e che ciò che chiamiamo ""civiltà"""" è inevitabilmente collegato alle brutali differenze di status, reddito, persino etnia e cultura. In questo saggio che rimanda direttamente, per taglio, acume e veemenza, ai grandi scritti dei polemisti dell'Illuminismo, David Tozzo sottolinea come, invece, gli esseri umani abbiano vissuto per 200.000 anni - il 95% della nostra storia - in società egualitarie non stratificate, in cui la cooperazione ma anche la condivisione erano norma unica e universale. L'autore, spaziando dalla storia politica alla letteratura, dimostra come il percorso della nostra società, a dispetto degli avvenimenti imprevedibili e spesso brutali, non assomigli a una traiettoria di rovina. Tutt'altro: la nostra epoca, che favorisce reciprocità e redistribuzione, compassione e compensazione, conoscenza e collaborazione porterà, ineluttabilmente, a un futuro più uguale per tutti."" -
La guerra tiepida. Il conflitto ucraino e il futuro dei rapporti tra Russia e Occidente
"Molti analisti hanno teorizzato un ritorno a una sorta di 'nuova Guerra fredda'. Noi siamo persuasi che quel genere di contesto politico e strategico basato su un confronto bipolare statico e simmetrico non sarà ripetibile. Invece, in futuro, il confronto geopolitico globale potrebbe essere caratterizzato, in un sistema sempre più multipolare, da un moltiplicarsi di conflitti ibridi, locali e asimmetrici, da una competizione agguerrita per l'egemonia e da una crescente centralità assunta dalle dimensioni informativa e cibernetica. Questa competizione tra potenze potrebbe rendere il 'clima' molto più caldo e instabile di quanto registrato in passato. Una 'guerra tiepida', appunto.""""" -
La signora delle merci. Dalle caravelle ad Amazon. Come la logistica governa il mondo
Dall'e-commerce alla guerra, dalla grande distribuzione ai vaccini: è la logistica a pensare come si muovono le nostre vite. Dietro ogni oggetto c'è una storia: com'è nato, su quali strade ha viaggiato, per quali infrastrutture è transitato. Cesare Alemanni ci racconta l'affascinante mondo della logistica. Che cosa hanno in comune i mattoncini Lego e i container? Perché Amazon ha cominciato vendendo libri? In che modo l'evoluzione logistica è connessa all'incremento delle disuguaglianze economiche? Perché la Cina è stata definita un ""impero logistico""""? Qual è il ruolo dei porti nella storia del mondo? Ricostruendo le vicende di idee e personaggi incredibili, La signora delle merci ci restituisce il senso profondo del viaggio delle merci, permettendoci di capire meglio passato e presente delle nostre società.""