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Pedagogia degli oppressi
Cosa significa educare? perché educare? chi educa chi? quali rapporti esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? A cinquantacinque anni dall'uscita di Pedagogia degli oppressi, concluso da Freire nel 1968 (anno - come il libro - di radicalità e di liberazione) le domande restano prepotentemente attuali. E le risposte di Freire, ispirate al principio fondamentale che non c'è educazione se non attraverso la liberazione degli uomini dall'oppressione, continuano a essere un punto di riferimento nel mondo. Come scrive Gustavo E. Fischman in una delle interviste, «L'effetto principale del lavoro di Freire credo sia stato quello di aver dimostrato che il perseguire anche brevi esperienze di scuola democratica - in una singola classe, fuori o dentro la scuola, con bambini o adulti - è di per sé un valore. Tali esperienze insegnano a educatori e studenti ad aspettarsi di più da se stessi e inoltre a collegare gli atti individuali e sociali agli obiettivi dell'uguaglianza e della solidarietà». Oggi come cinquant'anni fa. -
Animalicomio. Ediz. illustrata
Che ci fa un cormorano in tangenziale? E una pantera tra i sassi di Matera? E un cavalluccio marino a Portofino? Una compagine esilarante di animali da ogni ambiente naturale e di tutte le dimensioni, protagonisti delle 46 filastrocche pirotecniche che state per leggere. Provate a mettere insieme fantasia, animali e giochi di parole: il risultato è divertentissimo! Età di lettura: da 5 anni. -
Confini. Realtà e invenzioni
«Per dare un senso nostro allo spazio, occorre chiuderlo e separarlo da qualcosa che diventa altro; nel momento in cui ci troviamo a definire uno spazio, siamo quindi costretti a ritagliarlo dal tutto. Solo in questo modo possiamo classificarlo. Dobbiamo perciò tracciare una linea, reale o immaginaria, che lo delimiti: ecco il confine». Marco Aime e Davide Papotti – attingendo rispettivamente all'antropologia culturale e alla geografia senza cercare di definire i due approcci – propongono nel testo un appassionante e inedito viaggio attraverso la nozione di confine, applicata ai più svariati ambiti dell’esistenza umana: il genere, il colore della pelle, la religione, l'appartenenza a una classe; ma anche il cibo, il turismo, l'arte e la natura. -
Lavorare meno. Se otto ore vi sembran poche
«Lavorare meno è per molti un sogno e per alcuni un obiettivo, ma una pratica per pochi. Da queste basi nasce l’idea di fondo del volume: oggi lavorare meno è un traguardo che, forse a differenza di un tempo, non si può raggiungere ex lege normando la durata della giornata lavorativa, ma richiede una trasformazione radicale che va ben oltre i confini del mercato del lavoro. [...] È infatti indispensabile un cambiamento di paradigma che crei innanzitutto spazi di legittimità politica per questa opzione al di là della sua mera sostenibilità economica. Una trasformazione verso un modello di società in cui il lavoro rivesta un ruolo meno centrale non solo in termini di organizzazione della vita quotidiana e gestione del tempo, ma anche in termini di costruzione delle identità individuali, politiche e sociali». Condizioni imprescindibili per realizzare questa “rivoluzione”, insieme all’emancipazione e al rifiuto del lavoro insostenibile, sono nuove e radicali forme di redistribuzione del reddito: «Esistono a oggi le condizioni perché il lavoro esca dall’orizzonte della necessità e dell’obbligo». -
Toc toc! Avventure a Bosco piccolo. Ediz. a colori
L’aria è fredda a Bosco piccolo, e tutto è coperto di neve. Coniglietto va a far merenda a casa del suo amico Volpe. ci sono i biscotti appena sfornati e la cioccolata calda nelle tazze. Quando all’improvviso… toc, toc! Bussano alla porta: chi sarà? Forse Tasso, forse Anatra. e se invece fosse Cinghiale? Tornano le avventure di Coniglietto e Volpe, questa volta in compagnia del più generoso tra gli amici del bosco. Maria Gianola, autrice e illustratrice, vive e lavora a Venezia. Ha pubblicato albi illustrati e racconti con numerosi editori in Italia e all’estero. Con Edizioni Gruppo Abele e per la stessa serie ha scritto e illustrato anche ""Un giorno perfetto"""" e """"Amico buio"""". Età di lettura: da 3 anni."" -
La vita dei bambini negli ambienti digitali
Le tecnologie e i dispositivi digitali fanno parte delle nostre vite. Anche di quelle dei bambini. Ed è bene che sia così: l’utilizzo della rete e delle opportunità di conoscenza che ne derivano, purché in contesti controllati e privi di rischi, è un diritto al quale tutti i bambini e le bambine dovrebbero avere accesso. A partire da questa premessa si sviluppa la riflessione proposta da Alberto Rossetti: la relazione tra bambini e bambine, da un lato, e uso dei dispositivi tecnologici, dall’altro, non ha ragione di essere demonizzata. Al contrario, occorre attraversare il tema con onestà e chiarezza, e cercare un equilibrio che superi i facili schieramenti di chi è “pro o contro” le tecnologie. Occorre indagare in che modo i più piccoli vi hanno accesso nelle loro vite, quali significati sono in grado di attribuirvi e quali no, e con quali conseguenze sul mondo delle relazioni e sullo sviluppo. Ma i bambini sono sempre più spesso anche i protagonisti del racconto che i loro stessi genitori portano quotidianamente in scena sui social network. Fino a che punto è corretto che gli adulti condividano pubblicamente contenuti riferiti ai figli? In questa pratica, nota con il nome di sharenting, il bisogno di raccontare l’esperienza di genitorialità si piega alla logica dei like, delle visualizzazioni e dunque del mercato. E i figli rischiano di diventare un contenuto come tanti, che scorre sulle bacheche di tutti noi, perfetti sconosciuti. -
Non un uomo nè un soldo. Obiezione di coscienza e servizio civile a Torino
La legge che ha riconosciuto nel nostro Paese l’obiezione di coscienza al servizio militare ha 50 anni. Marco Labbate ripercorre qui le tappe della lotta che ha portato alla sua approvazione, una lotta iniziata nel 1949 a seguito della condanna da parte del Tribunale militare di Torino di Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza italiano capace di imporre all’attenzione della società civile un fermo rifiuto della violenza. Nei decenni successivi si sviluppò a Torino un forte attivismo antimilitarista particolarmente rilevante negli anni Sessanta e Settanta. Da allora la storia dell’obiezione di coscienza è entrata in connessione con la storia dell'Italia repubblicana, sino alla nascita del servizio civile nazionale. Questa vicenda si lega alla storia sociale e istituzionale di Torino dove ha prodotto anche la costituzione di un centro di documentazione per la pace e la nonviolenza, il Centro Studi Sereno Regis. La dettagliata e appassionata ricostruzione di Labbate è accompagnata e contestualizzata dalle voci di Guido Ceronetti, Aldo Capitini, Bruno Segre e da numerosi stralci di giornali pacifisti e anarchici. Premessa di Enzo Ferrara. Prefazione di Anna Tonelli. -
Il malinteso della vittima. Una lettura femminista della cultura punitiva
Il termine «sicurezza» si è spogliato, ormai da parecchi anni, delle caratteristiche sociali cui era legato (lavoro, salute, diritti): oggi ci si sente al sicuro con condizioni che ci proteggono individualmente dal rischio di diventare «vittime» di comportamenti dannosi. Da qui l’assunto che tutte e tutti siamo vittime potenziali; quindi fenomeni sociali complessi vengono governati con il codice penale e, di fatto, si criminalizza la povertà, la marginalità sociale, l’immigrazione. Ma com’è successo tutto questo? E soprattutto, com’è successo che a questa deriva securitaria aderiscano «movimenti politici il cui obiettivo è la libertà dallo sfruttamento, dall’oppressione, dalla violenza dei gruppi di cui si fanno portavoce? Perché, in particolare, questo succede in un movimento come quello femminista, che è ri-nato (in Italia, ma non solo) contro la rappresentanza (ognuna parla per sé, a partire da sé), nel contesto delle spinte antiautoritarie degli anni Sessanta?». -
Osservazioni sulla questione sociale
«Sì la questione sociale sarà antica come il mondo. Ma quello che è nuovo è la gigantesca potenza accumulatasi con l'oro in mano di cittadini privati, che s'alzano come sovrani in mezzo a popoli liberi, che posseggono parti della loro patria vaste come Stati, che tengon nella propria borsa la sorte di centinaia di migliaia d'uomini, che possono turbare a vantaggio proprio gl'interessi d'un'intera nazione e corrompere scopertamente moltitudini e poteri.» È il 1892, Edmondo De Amicis esorta gli studenti universitari a riconoscere e combattere le diseguaglianze che attanagliano la società. Oggi, come allora, la ricchezza del mondo è nelle mani di pochissimi, contro le condizioni disagiate dei più. Ma non c'è vero progresso sociale senza uguali diritti per tutte le persone. Introduzione di Francesco Pallante -
La nostra salute. Promemoria controcorrente per il dopo pandemia
«Il diritto alla cura (cioè a divenire soggetto di una presa in carico umana, a misura dei bisogni di riconoscimento, accoglienza e accompagnamento) è qualcosa che non passa obbligatoriamente dalla istituzione-tecnologia. È visibilità e richiesta di tempo, di intelligenza non solo medica, ma anche culturale e di contesto. È un vero e proprio test dell'essenza della salute come diritto umano esigibile, al pari della libertà, della parola, della dignità». -
Giornalisti da marciapiede. Intervista a cura di Elena Ciccarello
Le edicole chiudono, le vendite dei giornali crollano, le testate licenziano. Ridotte a prodotto di consumo, le notizie sembrano ""funzionare"""" solo se sintetiche, meglio se frivole, comunque semplici. Ma come è possibile, in un simile scenario, il racconto della realtà? della sua complessità? E, ancora, se l'informazione risponde essenzialmente a logiche di mercato, come può essere libera, democratica, utile a formare il pensiero critico dei cittadini? Gad Lerner, maestro del giornalismo d'inchiesta, con alle spalle una lunga esperienza che va dalla carta stampata alla tv, in questa appassionata intervista condotta dalla giornalista Elena Ciccarello propone ai lettori un viaggio dietro le quinte di quel che resta del quarto potere. Senza peli sulla lingua riguardo alla crisi che attraversa il settore, ma guardando al futuro con la speranza di chi ancora ama profondamente il suo lavoro."" -
Insubordinati. Inchiesta sui rider
Tre anni da rider e un riassunto che sgrana come un rosario: mille giorni di lavoro, 46mila chilometri e ben sette incidenti. Senza quasi prender fiato, Enrico ne racconta due, e a sentirlo gira la testa. Ma il suo non è solo un mestiere di gambe, ci sono tempi folli da rispettare ed emozioni da saper gestire. La tecnologia, che pervade ogni spazio tra Enrico e il suo datore di lavoro, permette gradi di controllo nuovi e mai così invasivi. Quanti ordini, in quanto tempo, con quanta efficienza e soddisfazione per il cliente: gli algoritmi - e dietro di loro le aziende del food delivery - elaborano migliaia di dati e finiscono per essere responsabili di decisioni automatiche e importanti per la vita dei fattorini. Un'inchiesta attualissima, quella condotta dalla giornalista Rosita Rijtano, per descrivere tutto ciò che accade prima che il sushi arrivi alla porta di casa. Una questione che non riguarda solo i rider, anzi. Nel nuovo mercato del lavoro la lotta dei ciclofattorini per il riconoscimento di diritti e tutele per un impiego sicuro e dignitoso è un banco di prova decisivo. Da come sarà regolata o non regolata quest'attività dipende il domani di tutti noi. -
Lo Stato siamo noi. Ediz. ad alta leggibilità
Che sia una classe, una squadra o una città intera, ogni gruppo di persone per vivere in pace ha bisogno di darsi delle regole, e di rispettarle. Noi cittadini italiani ne abbiamo di bellissime e molto importanti. Sono i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Con sapienza e allegria il maestro Carlo e i suoi alunni hanno letto e trasformato i primi dodici articoli della Carta in divertenti filastrocche. Libertà, democrazia, eguaglianza: una rima dopo l'altra scopriamo insieme le basi dell'educazione alla cittadinanza per la scuola elementare. Età di lettura: da 7 anni. -
Propaganda Europa
Siamo all'impasse: l'Europa poggia su solidi principi e buone intenzioni, ma la sua realizzazione è in una situazione di completo stallo, un (auto)sabotaggio che ne mina dall'interno lo sviluppo. I sintomi del malessere, descritti nel saggio e accompagnati da numerose interviste e testimonianze dirette, sono evidenti. Alcuni esempi? La comunicazione ufficiale dell'Unione sull'immigrazione trasmette messaggi rassicuranti e predica la tutela dei diritti fondamentali, ma i fatti mostrano politiche disumanizzanti e lesive di quegli stessi diritti. La tutela dello Stato di diritto non è da meno: solenni dichiarazioni di principio, ma sostanziale abbandono delle donne polacche e del loro diritto all'autodeterminazione. E ancora il welfare, fiore all'occhiello dell'Europa, non riesce ad assolvere al proprio ruolo, a causa dei vincoli imposti dai Trattati e dalla gestione delle crisi economiche e finanziarie. Se si vuole salvare il processo di integrazione europea bisogna cambiare passo e promuovere un europeismo critico, che superi la dicotomia fuorviante europeisti/sovranisti. Occorre entrare nel merito dei problemi specifici, ascoltare e valorizzare il lavoro dei movimenti sociali. E dare vita a un dibattito pubblico sulla tutela effettiva dei diritti delle persone e sulla partecipazione dei cittadini alla crescita di un'Europa davvero di tutte e di tutti. -
Isole carcere. Geografia e storia
La storia, la funzione sociale e le peculiari caratteristiche della detenzione penitenziaria sulle isole. Quale significato ha assunto nei secoli, e ha tutt'ora, la reclusione su territori lontani dalla terraferma? Quali vicende storiche e quale immaginario (letterario, cinematografico, culturale etc.) si legano a questa condizione? Che ruolo hanno oggi questi penitenziari, da quelli ancora attivi a quelli che ormai fanno parte del patrimonio storico-paesaggistico? Di questo e molto altro racconta Valerio Calzolaio nel suo saggio, attraversando mari e bacini oceanici di tutti i continenti. Da l'Asinara e Procida nel Mediterraneo a El Frontón e Alcatraz nel Pacifico, all'Isola del Diavolo e Robben Island nell'Atlantico, passando anche per isole fluviali e lacustri. -
Segreti nel bosco. Ediz. illustrata
Il morbido Coniglio è andato via senza salutare. Rimaste senza sogni né segreti, le città sono diventate luoghi tristi. Ma ecco che a un tratto una nuova avventura si prospetta per la giovane protagonista di questa storia: quale sarà il suo prossimo viaggio attraverso i sogni? Età di lettura: da 4 anni. -
A un metro dal futuro. Speranze e paure di una gioventù sospesa
Come stanno i giovani? Che cosa pensano di questo tempo così difficile? Quali sogni e progetti coltivano per il futuro? E poi: hanno ancora voglia di cambiare il mondo? Marco David Benadì li ha incontrati, città per città, paese per paese, attraversando lo Stivale da Nord a Sud e ritorno. Così, i giovani protagonisti di questo libro hanno scelto di raccontare speranze e paure della loro età. Introduzione di Luigi Ciotti. -
La droga in testa. Una nuova narrazione
«Le droghe sono considerate da tutti i genitori il maggiore pericolo in cui incorrono i figli quando iniziano la strada dell'autonomia.»Sono le parole d'esordio di questo saggio, scritto da uno psichiatra esperto di dipendenze che qui approfondisce il tema del rapporto tra consumo, dipendenza e cervello, con l'obiettivo di sfatare alcune convinzioni. A lungo si è stati convinti dell'esistenza nel cervello di una particolare struttura suscettibile di essere messa ""in tilt"""" dal consumo di sostanze stupefacenti. Le più recenti scoperte in campo di neuroscienze, tuttavia, hanno messo in discussione questo approccio. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello sta nel modo in cui questo apprende continuamente a interagire con il contesto esterno, l'attenzione va posta, invece, sul modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, condizionano questa interazione sino alla dipendenza, e interferiscono con la formazione della personalità."" -
Trovare le parole. Abbecedario per una comunicazione consapevole
I rapporti sociali sono fondati sulle parole, senza le quali si ridurrebbero a poca cosa. Da sempre. Ma oggi il peso delle parole è accresciuto dalla moltiplicazione e dalla pervasività dei mezzi di comunicazione e, soprattutto, dei social. Accade così che le parole, sganciate dal contatto fisico tra le persone, diventino incontrollate. Ciò ne favorisce un uso improprio e, talora, aggressivo. Con conseguenze gravissime, sul piano personale e su quello sociale, quando sfociano in ""discorsi d'odio"""". Riappropriarsi delle parole, del loro senso, delle loro implicazioni, della loro portata comunicativa è, dunque, l'imperativo della nostra epoca. Per farne un uso consapevole, anche ricorrendo a un abbecedario ragionato."" -
Un giorno perfetto. Avventure a Bosco piccolo. Ediz. a colori
È una splendida giornata d'autunno a Bosco piccolo e, mentre passeggia tra gli alberi, Volpe pensa che sarebbe proprio un giorno perfetto da trascorrere insieme al suo amico Coniglietto. Potrebbero giocare a nascondino, inventare scherzi spaventosi... ma a Coniglietto oggi non va di scherzare, non è dell'umore adatto. Non vuole giocare né cantare: sembra che non gli importi di nulla! E allora? Che si fa in questi casi? Forse, la sola cosa che Volpe può fare è starsene lì seduto accanto al suo amico e regalargli un abbraccio.