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Il domani incerto del sindacato. Fenomenologia della CGIL tra autoreferenzialità e pedagogia
L'ideologia liberista ha conquistato il mondo e lo ha ""rieducato"""" alle disuguaglianze è penetrata molecolarmente anche in chi continua a contrastarla, come la CGIL, deformandone le pratiche con la diffusione dell'autoreferenzialità l'Autore, usando le sue esperienze di dirigente sindacale nazionale, propone una osservazione fenomenologia, dall'interno e da vicino, degli schemi con cui si esprimono queste """"deformazioni"""", e pratiche pedagogiche sindacali per correggerle."" -
Cercando l'anima smarrita. Il sussurro dello spirito
Questo libro è rivolto a chi è interessato ad approfondire la conoscenza di sé con un metodo nuovo qual è la psicoanalisi Dialettica della Memoria. La Dialettica della Memoria tiene conto del fatto che l'essere umano è unità di corpo, anima, spirito, anche se l'ambito della sua ricerca è e rimane quello della psiche con la sua dimensione inconscia. Lo spirito ci sussurra la Parola: eternità, divenire, unità della realtà che è oltre le sue opposizioni e i suoi conflitti, ma non l'ascoltiamo o subito la dimentichiamo. Per ritrovare questa parola, dobbiamo analizzare noi stessi: conoscerci. -
Verso una PNL dell'essere. Un nuovo approccio alla PNL per fare la differenza in un mondo che cambia
Lo scopo di questo libro è cominciare a costruire un nuovo reame di possibilità per la PNL. Una PNL in grado di riprendere i contatti con il più grande movimento di ricerca della storia della psicologia, il movimento del potenziale umano, in modo che possa ripartire profondamente rivoluzionata. In un mondo in costante cambiamento, che ci chiede di essere migliori, è sempre più necessario imparare ad utilizzare le nostre risorse interiori. Questo libro presenta una visione della PNL fresca e innovativa. In questa nuova visione la parola d'ordine è essere impegnati in qualcosa di più grande di sé. -
Le nuove avventure di Anselmo, il locomotore color pompelmo. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 5 anni. -
Le ciabatte e le nuovole
Età di lettura: da 7 anni. -
Utopia della poesia. Le parole sepolte
La poesia è utopia. Non un'utopia dell'altrove o del futuro più o meno prossimo, ma del qui e ora: la poesia è sempre ""costante apertura"""" di mondi altri e alterità; essa riordina simbolicamente il mondo e ci protende verso il non-ancora, poiché sempre """"qualcosa manca"""". Quale gesto più utopico di seppellire in lager parole e poesie nella terra, nella speranza che mettano radici e vengano alla luce? Sono parole sepolte, risorte come poesia: bisogna avere una grande fiducia nella parola e nel suo valore di verità e di testimonianza per seppellirle. La poesia partecipa del processo storico di antropogenesi e di umanizzazione dell'umano: il suo compito è, da una parte in negativo - di preservare un resto di umanità (anche laddove regnano l'inumano e il disumano) e, dall'altra - in positivo - di educare all'umano."" -
Sèison de poésia 1984-2012. Versi in francoprovenzale valdostano. Ediz. italiana e francese
Prefazione di Brevini Franco. -
A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali
"A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali"""" raccoglie diciotto brevi dialoghi teatrali caratterizzati da un numero limitato di personaggi. I dialoghi sono accomunati da un sostanziale umorismo, che si declina in modi diversi: si passa da situazioni velatamente ironiche ad altre francamente comiche, sempre però con una sottintesa ricerca di verità o di senso. I protagonisti svelano i loro più profondi bisogni esistenziali attraverso discorsi dall'andamento imprevedibile e improbabile, con l'irruzione del nonsense nelle situazioni quotidiane o nel linguaggio." -
Dedo
Alla scrittura di questa raccolta di versi ispirati alla vita e all'opera di Amedeo Modigliani (1884-1920) sono giunto su invito della compositrice Delilah Gutman, la quale aveva bisogno non di un testo per le sue composizioni, ma di una sequenza di frammenti poetici: occorreva, da un lato, entrare nel contesto della Parigi di inizio Novecento, costruire una rete di personaggi, immaginare dialoghi e relazioni, mettere in campo delle tensioni; dall'altro, commisurare le dimensioni e le qualità del libretto alle esigenze dello spettacolo. Ma come narrare la vita di Modigliani? -
Scrittura come ciglio
Prefazione di Daniele Mattia Pegorari. -
Corpo della gioventù
«È incontrovertibile che il corpo riveli allo sguardo l'età del suo esistere nel mondo, come del resto il titolo della silloge Corpo della gioventù sottintende. Ma al di là dell'apparire fisico, la condizione esistenziale a cui si allude è problematica, anzi enigmatica se si considerano i titoli delle sezioni in cui il lavoro poetico si articola: Fessure, Attraverso, Rintocchi, Battenti, Esplosione. Il corpo giovane si ritrova a suo agio solo nella scrittura: “La tua vita stava bene solo dentro all'alfabeto”. Il testo è attraversato dal desiderio di fermare lo scorrere del tempo: “... non voler crescere / a volere restare bambina”. I versi della poetessa si strutturano per referenti tra di loro assai distanti, di difficile collegamento; eppure il senso ultimo si evince per spaesamenti modernisti, per il riconoscimento di somiglianze sorprendenti come: “Il balzo del cambiamento ha un corpo lungo / somiglia a un gigantesco girasole”». (Dalla Nota di Tomaso Kemeny) -
Il viaggio di Alice
Il mantice che soffia sul fuoco e lo anima respira ma non vive e se tutti gli uomini morissero all'ora in cui cessano di vivere, ci sarebbero attorno a noi assai più morti che vivi. Sono questi i pensieri della giovane Alice nell'abbandonarsi al suo ""viaggio"""" con l'ultima fiala di morfina, quando il misterioso incontro con una voce senza identità le fa attraversare tutti i suoi inferni fino alla rivelazione conclusiva del nome della guida. Alice ritornerà nel mondo reale ad una vita che saprà accettare."" -
I nomi delle cose
«In bilico tra V. Magrelli e L. Erba, Baroni osserva la realtà con occhio da vedetta e lo sguardo restituisce quadri di vita mai scontati o dati per certi. C'è un' ironia di fondo che agisce in profondità e opacizza il fare umano e cerca una parola definitiva, un lasciapassare, con cui restituire un intero a tante situazioni frammentarie, senza sbocco. Poesia arguta fatta di scatti cerebrali, ipotesi, situazioni limite (l'uscio, la frontiera, le zone franche): qui l'uomo si trova di fronte a uno specchio e dubita di sé. È nella terra di nessuno che si svolge la storia e la scommessa è quella di trovare un confine. Ne deriva una situazione metafisica dove resistere con mandel'stamniano rigore. Lo stile, nitido, dà unità ad un lavoro serio e originale. Il poeta emerge dalle pagine e coincide con l'uomo: è la preoccupazione del mondo che porta a scrivere e la pietas si insinua nei versi, quasi un'ombra cercasse di dare riparo. Autore riconoscibile e maturo, ne ""I nomi delle cose"""" crea un sistema chiuso con il lettore, in cui il diaframma della scrittura è facilmente penetrabile per chi sa riconoscere i segni di una fragilità umana da tenere cara e proteggere, cosa questa mai scontata.» Nota di Ivan Fedeli."" -
Biglietti con vista sulle crepe della storia
«Un'opera originalissima, per struttura, contenuti e stile. Il titolo custodisce e porge, ai miei occhi, due annunci: la pratica dell'umiltà, ossia la postura scelta dall'autore per accostare quest'ultimo libro (a ciò addebito la scelta della parola minimalista Biglietti); ma anche l'ambizione di inquadrare e dirci il suo punto di vista sull'impegnativo tema delle crepe della storia. Pertosa è un filosofo-poeta anarchico e libertario. Negli appassionanti saggi già all'attivo in bibliografia, e in pieno accordo con una folta schiera di filosofi, economisti, ecologisti, asserisce che una decrescita governata rappresenta la sola disperata possibilità di salvezza per l'Occidente e l'intero pianeta. Intende una copernicana decrescita economica in grado di far rombare il motore di una vitale redistribuzione della ricchezza, ma a condizione che intervenga ben altro modo di intendere il lavoro, la produzione delle merci, il loro fine e la loro destinazione.» (Dalla Prefazione di Antonio Alleva) -
Pensieri superstiti. Ediz. ampliata
«Gli aforismi di Lidia Sella sono fotogrammi della sua interiorità. Ne ri?ettono la natura complessa, il coraggio e la curiosità intellettuale. Rispecchiano il suo modo di guardare il mondo, e l'essere umano. Esprimono una cifra stilistica incline all'immagine poetica e all'estrema sintesi. Un'estenuante ricerca del termine più appropriato conduce l'autrice a una scrittura limpida ed evocativa al tempo stesso, utile a cogliere, plasmare, e veicolare, un inedito apparato di intuizioni, concetti, correlazioni. Questi frammenti dal forte contenuto scienti?co e ?loso?co tradiscono uno scon?nato desiderio di conoscenza. Pongono interrogativi, reclamano risposte, suggeriscono insolite prospettive. E, mentre sondano le emozioni raggrumate nelle cavità di corpo, mente e cuore, aprono a inesplorati spazi di coscienza. Comunicano sete di orizzonti, e di in?nito. Veleggiano verso un ""oltre"""" eroico, e meta?sico. Lidia Sella, sempre in con?itto con sé stessa, sedotta tanto dalla logica e dalla concretezza quanto dal sogno dalla fantasia dall'irrazionale, si mostra anche molto lucida, e critica, verso le storture della nostra società.» (Dalla Prefazione di Gino Ruozzi)."" -
Nomadesimo
«Valentina Neri giace in un letto immaginario, il letto volante di Frida Kahlo dal cui ventre escono tutti gli incubi nati, appunto, tra il dolore e l'estasi. È lei, Valentina, che prosegue idealmente, assecondando il vortice ventoso della sua isola magica, le strofe mancanti della poesia ""Ti meriti un amore"""" (F. Kahlo), dove in un grido solitario la pittrice tende le mani al di là del tempo, fora le dimensioni meta parallele, e giunge a toccare con dita gelide le dita incandescenti che hanno scritto questo libro. Poesie che sembrano scorticarsi dentro una stanza blindata ma è solo apparenza, queste poesie sono ripetute come un Mantra sulle dune di Piscina o nei labirinti affascinanti dell'interno, in spazi infiniti, dove misteriosi richiami preistorici rimandano all'origine del mondo, a un canto che pervade i silenzi di scenari immoti.» (dalla Prefazione di Mauro Macario)"" -
Cronache di misteri e di follie
"Con una forte attenzione alla profondità dell'animo umano, scandagliato con fine psicologismo (dettato anche dalla propria formazione, ma mai banalizzato) e sensibilità umana, Matilde Jonas costruisce personaggi vivi e credibilissimi che si muovono in storie sempre in bilico tra due opposti, e usa una cifra stilistico-espressiva che sa adeguarsi alle pieghe di un discorso che passa con leggerezza dalla riflessione filosofica al tratto realistico, dal momento surreale alla poeticità di certi momenti."""" (Dalla Postfazione di Mauro Ferrari)" -
Nel tremore degli anni
"C'è una forza inesplosa nell'ultimo lavoro di Filippo Ravizza. Forza di parole che si ripetono come un mantra o una cantilena dolce. Forza di tempi e luoghi, così felicemente opachi, fatti di rimandi, ritorni, richiami. Forza di idee, figlie di una generazione che si misura con il nuovo, partendo dalle ceneri di una stagione, il Novecento, che non può essere rimossa, liquidata. Ravizza, dopo La coscienza del tempo, poteva scrivere solo questo libro, terribilmente dolce, puro come il suo sguardo lancinante, da vedetta che osserva oltre e cerca risposte, contorni. Si respira aria di Raboni in molti passaggi di Nel tremore degli anni, ma Ravizza è se stesso pienamente in un libro che, a me pare, rappresenti il punto più alto della sua lunga stagione poetica"""". (Ivan Fedeli)" -
Rivelazioni d'acqua
"La poesia di Camilla Ziglia accade in sé ed è in sé compiuta, come nella migliore tradizione di un ermetismo che affonda le radici nel Novecento e supera i suoi limiti di fruibilità grazie alla forza nitida di una parola piena, vibrante. Sono versi terribili e dolci, quelli di Rivelazioni d'acqua: esondano tra ritmi e pause con naturalezza, emergono dal fondo per darsi alla luce, per dirla con Ungaretti, portando con sé un segreto, un velo capace di mimetizzare la realtà, destrutturarla, ricostruirla su piani altri: è il lago il luogo d'incontro, la sua lentezza paziente dove tutto si cala, galleggia, affonda, riemerge, in una terra di nessuno, un non luogo dove appartenersi, e pur per poco, meravigliarsi"""". (Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)" -
Scomparsa. Tragedie in versi
"Tre testi teatrali il cui denominatore comune è, primariamente, la trasmissione di un valore profondo inerente il perduto e il mancante, e la sensitività con cui si porge. Il giardino di Emone inscena, avvalendosi di pochi appigli al mito di Antigone, una meditazione originaria riguardo ciò che viene sacrificato, che (in apparenza) scompare ed è da preservare, ossia resta come bene investito (seppellito), che perdurerà come lascito e dono. Scomparsa svolge, in una tensione drammaturgica tenacemente rituale, medianica, stregata, rarefatta (ma scevra da manierismi), una trama che conduca l'essere, una volta """"slogatosi"""", a dislocarsi, al proprio àmbito parallelo, con il fine di scorgere un senso altro dell'esistenza. Liberazione ci relaziona, in tre situazioni ambientali differenti, dello stato di assoggettamento, acclarato o desunto, di qualsiasi natura esso sia - magari anche prigionia nel modello imposto o nel dogma o in un fardello familiare o nel proprio corpo o nel mondo stesso... -, e delle tipologie di lotte o stratagemmi per affrancarsi. Un teatro di parola, dove senso plurimo, risonanza metafisica, musica, immagine ecc. lavorano di concerto con la riflessione emozionale."""""