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Ancora meno
"C'è un vasto e mosso spaziare in figure e nuclei tematici in questa nuova raccolta di Luigi Cannone. A volerne accennare fin da subito, i centri nevralgici del libro sono il tempo e il vuoto, l'ombra del nulla e la morte, colti (sentiti) in interrelazione dinamica con i loro antipodi percettivi: lo spaziotempo dell'estasi e il """"pieno"""" - di fiori, di uccelli, di cieli - della natura, la luce materica del mondo e la passione d'amore. [...] Al riparo, per così dire, di una plurisecolare tradizione, Cannone si addentra qui senza alcuna remora intellettuale, e con discreta ingegnosità costruttiva, in una duttile, laocoontica e stilisticamente orientante forma-pensiero, e si permette di riempire i suoi testi di presenze d'impronta lirica smaccata, le rondini «che in tondo girano», l'albero """"esasperato"""" che non muore, il quotidiano che s'incanta dell'anima, la grazia nelle pupille sorprese ecc."""". (Dalla Prefazione di Massimo Morasso)" -
Orizzontale/Verticale. Lettera a un medico
"Surreximus a mortuis, caro Dottore, noi risorgemmo dalla terra dei morti, ci levammo a sedere sul cuscino di organza delle nostre bare di frassino, terra alla terra, polvere alla polvere, e ci guardammo intorno stupiti per il fatto di essere ancora vivi quando il resto dell'umanità, gonfia di boria come un otre, spaparanzata sul suo trono di polvere e argilla cotta, ci credeva morti (morti erano loro, senza saperlo, così come il saggio può credersi il parto di un sogno mentre non è che il disegno sempre cangiante e vario che impreziosisce l'ala di un lepidottero, because the angle of the light striking the wing changes, perché a cambiare è l'angolo di incidenza della luce sulle ali della farfalla, e non certo il nostro sguardo citrullo e fisso)...""""." -
La buona educazione
"È sulla soglia, di qua dall'infinito territorio della vita, che si situa l'occhio poetico di Ivan Fedeli, uno dei poeti più autorevoli e originali delle ultime generazioni. La """"finestra sul cortile"""" da cui osserva lo spettacolo della vita è occasione e punto di vista per creare, in questo libro, un inventario della memoria che con naturalezza si fa storia e infine fiaba. Un passo oltre la trilogia di Campo lungo, Gli occhiali di Sartre e La meraviglia, questo La buona educazione ricostruisce, in versi affabili ma ricchi di soluzioni stilistiche e tonali che rimandano allo stupore del Fanciullino, un passato che travalica il personale: i ricordi a cui il poeta attinge fanno parte della meraviglia di fronte a una vita in cui figure intraviste un attimo, osservate dall'alto o emerse dalla memoria, attingono allo stesso serbatoio umano che tutti condividiamo"""". (Mauro Ferrari)" -
Forma mentis
"Forma mentis raccoglie in sé le suggestioni della produzione precedente e le porta a piena maturazione, aprendo a nuovi sviluppi una ricerca magmatica e originale. Innanzitutto il recupero della memoria. Il lago, che è riparo e luce, pulsa nel chiaroscuro del ricordo generando atmosfere mosse e incerte, come accade nella pittura impressionistica, fino a ricreare un senso di attesa metafisico, in cui tutto ciò che accade è per sempre [...] In questo spazio ideale trova forza il linguaggio dell'Autrice, spesso evocativo e, in modo più marcato rispetto alla precedente produzione, visivo. Talvolta i frammenti dei testi scivolano nella poesia pura, portando il lettore a un senso proiettivo di stasi e di identificazione con le frequenti pause descrittive che rallentano il ritmo della parola stessa, quasi tutto fosse immobile, scivolato altrove per sempre"""". (Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)" -
Ballerina di fila
Una storia di iniziazione sentimentale ambientata nel mondo ormai perduto della grande rivista musicale italiana. La scoperta dei sensi e dell'universo femminile coinvolge un giovane attore al debutto. Tra le ballerine di fila spicca la figura di una ragazza del nord Europa che si renderà artefice della crescita evolutiva del suo compagno di scena nell'ambito di un amore difficile e struggente. Lo scenario incornicia un mondo fiabesco: la vita del varietà viene svelata dietro le quinte, nei teatri delle grandi città fino ai più malandati locali di paesini dove i grandi comici del passato evocati compivano la loro missione d'allegria. L'autore racconta ciò che ha vissuto in prima persona in quel magico mondo di cui forse oggi è l'ultimo testimone. -
Il giovane dolore
Sembra tutta giocata, strutturata, da qualsiasi prospettiva analitica la si voglia guardare, sulla classica e però (perciò!) mai risolta tematica del doppio, intonata ed eseguita tutta d'un fiato in chiave di due, [questa] raccolta di versi. Un titolo, come si vede, tradizionale, forte d'immediatezza lirica, descrittivo a suo modo e a suo modo evocativo, che sembra non nasconder nulla ma che in realtà ci pone già di per sé di fronte a una doppia interpretazione: che vorrà dire, davvero, ""giovane dolore""""? Istintiva e automatica, una prima chiave di lettura ci sembra essere questa: il giovane dolore è quello che si prova da giovani, è quello del giovane, anzi: di un giovane: Raffo stesso, il ragazzo Raffo, come conferma subito il contenuto della raccolta. (Dalla Postfazione di S. Piersanti) Nella raccolta, Raffo, e certo con lo charme che da sempre lo distingue, rimemora appunto il suo dolore giovane rappresentandolo però come addirittura sorridente, e la ragione di tale sorridere, in grado di rendere cangiante questo dolore, dipende dal suo convivere con la svagatezza, mentre una volta isolato nell'apparir del vero (per citare Leopardi) (Dalla postfazione di S. Aman)"" -
Campo 87
«Si chiama Campo 87 l'area del Cimitero Maggiore di Milano che la giunta meneghina ha dedicato alle 128 vittime per Covid 19. A questo luogo elettivo è dedicato, partendo dalla stringente attualità e approdando ad uno stadio di eccellenza d'arte, di letteratura e di Ethos, il nuovo libro di poesia di Claudio Pagelli, mirabilmente e, viene da dire, senza riserve, sapientemente tradotto in milanese dall'autrice dialettale Giovanna Sommariva. Si tratta di un libro che tocca le corde di chi legge, che impone una riflessione, personale e sociale, sui destini dei singoli, sul destino stesso della poesia, così intimamente e irredimibilmente legato alle sorti umane, di quella condizione contemporanea che il grande Mario Luzi ebbe a indicare come ""sopravvivente umanità dell'uomo"""".» (Dalla Prefazione di Manuel Cohen)"" -
L' editoria italiana: uno sguardo sul territorio Puntoacapo Editrice
Rapida, attenta analisi dell'Editoria italiana derivata dalla Tesi di laurea dell'Autrice, la ricerca si concentra sulle caratteristiche e novità introdotte da Puntoacapo Editrice. La casa editrice Puntoacapo è una ditta individuale fondata da Cristina Daglio, titolare e direttrice amministrativa, e Mauro Ferrari, direttore editoriale, nel 2008 a Pasturana, in provincia di Alessandria. I due fondatori si avvalgono della collaborazione di uno staff autorevole composto da poeti e critici, una collaborazione che offre numerosi vantaggi: oltre ad esempio alla selezione di testi originali e all'avanguardia, questo aspetto di outsourcing permette di abbattere i costi e concentrarsi sulla qualità dei titoli e del lavoro di promozione. Questa casa editrice è nata con lo scopo di colmare gli spazi lasciati liberi dalla grande editoria: la creazione di un catalogo che sia un punto di riferimento, principalmente, per la poesia, lasciando naturalmente anche uno spazio per la prosa e la narrativa, è l'obiettivo di Puntoacapo. Per questo motivo vengono scelti solo autori di qualità che nel curriculum hanno maturato una carriera letteraria. -
Mal'Anconìa-Mal d'Ancona
"Si resta colpiti dalle venature che innervano questo libro, dal sentimento di nostalgia, passando per una diffusa percezione della perdita, fino alla presenza di numerose voci, quasi un teatro (con tutti i registri del tragico, del lirico, dell'epico e del comico o ironico) di figure e figuranti di una rappresentazione di piazza bruegheliana, toccando anche le corde della memoria emotiva e, al contempo, dell'ironia nei lampi di giudizio racchiusi in mirabili, fulminanti clausole aforismatiche, forniscono l'entità o la misura, il grado di elaborazione di testi e di pensiero."""" (Dalla Prefazione di Manuel Cohen)" -
Untitled#
Vero e proprio «romanzo in versi», Untitled# rappresenta una narrazione in cui è possibile esperire la dispersione del «soggetto», in un mondo dove non è più possibile mantenere un dialogo poetico con la natura e con gli altri esseri viventi. Il poeta sa che occorre «raschiare le parole / dai fogli / e rinunciare al possesso» delle stesse interrogandosi sul senso della scrittura e sulla funzione della letteratura (e dell'arte tout court) all'interno della nostra società. Da qui la ricerca di una diversa modalità di lettura, che ha portato Longo a mettere in discussione lo stesso concetto di libro inteso come ""oggetto"""" fisico così come si è configurato nella civiltà occidentale."" -
Libri come fiumi carsici. Storie di libri e scrittori nel totalitarismo comunista
Questo libro non è un saggio di critica letteraria, non è un saggio storico, non ha alcuna pretesa di completezza. Non sono un professionista della scrittura bensì un lettore appassionato. Le opere e le vite degli autori che cito in questo libro mi hanno avvinto ed emozionato. Sono storie di esistenze complicate, tormentate, spesso tragiche. Tutti questi scrittori sono legati da un filo conduttore: il bisogno di raccontare e di testimoniare; di operare affinché il ricordo di schegge di storia personale o collettiva non vada perduto. La scrittura, che si tratti di saggistica o di narrativa, è stato lo strumento da loro usato. -
Le nove fasi
Può una donna rinascere fuggendo da una vita costruita su bugie? Il primo luglio 2019 Allegra lascia l'Italia da sola e vaga senza meta per giorni finché si ritrova a Parigi, luogo che la riporta con la memoria a un passato recente, a un matrimonio felice con un marito che la ama, in una borghesia confortevole e confortante. Una vita che non è più sua. Fugge di nuovo quindi, da ciò che conosce e la fa soffrire, e sale su un aereo diretto a Nizza, dove spera di chiudere definitivamente la porta sul passato. Il suo inconscio però si oppone, i ricordi la tormentano e non le lasciano pace, costringendola ad affrontare una dura realtà. -
Il paese dei campanelli
Tutto comincia con la scuola. Con il suono di una campanella (come si usava un tempo). Perché ci si conosceva e, forse, si cominciava a scoprire il mondo. Nelle persone, negli incontri, nelle esperienze piccole e grandi. Si può anche tornare lì, sui banchi (o sulle cattedre) di una volta per trovare, se ci si riesce, qualche risposta o per rimettere in moto emozioni, ricordi e qualche nostalgia. -
Boghes. Voci
Sono tante e variegate, non a caso, le boghes che trovano spazio tra queste pagine pregne di musicalità e storie di ieri e di oggi: voci che ripercorrono i vecchi sentieri degli affetti e dei ricordi familiari tra i profumi della campagna e le sfumature malinconiche del cielo di Sardegna, così come quelle che ci portano oltre Tirreno e non solo. Voci che si declinano, nel passaggio da un registro linguistico all'altro, in storie di fatica e profonda, intima sofferenza; voci in un certo qual modo sognanti e rassegnate, timide e coraggiose, placide e tempestose che si rifugiano fra le stagioni dell'anima o le lacrime della pioggia d'autunno, così come nel canto dei grilli o semplicemente nel silenzio trasmutatosi in chijina de luna (""cenere di luna""""). (Dalla Prefazione di Laura Vargiu)"" -
Io ed Elena
Il forte atto unico di Donatella Busini si riferisce esplicitamente al grande dramma teatrale di Tennessee Williams del 1947, Un tram chiamato desiderio. Ma, rispetto al testo di Williams, quello della Busini non è un adattamento (come la classica versione cinematografica del 1951); non è un rifacimento, come nel film Blue Jasmine (2013) di Woody Allen; e non è neppure un esempio di quella categoria che è l'""omaggio a"""". In effetti qui l'autrice si misura in una sorta di audace corpo a corpo con il testo di Williams, smontandolo. (Dalla Postfazione di Paolo Valesio)"" -
La notte oscura di Maria
Nel poemetto ""La notte oscura di Maria"""" Ladolfi si misura con una tematica forte, quella di Maria - madre sorpresa nel momento topico del dolore, la morte del figlio. Tema difficile da trattare, certo. Il rischio è duplice: la banalizzazione da un lato, la tentazione di un'empatia eccessiva dall'altro. Ladolfi affronta il tema evitando entrambi: sul piano formale, una narrazione poetica legata al flash - back iniziale strappa, ex abrupto, il tessuto del piano temporale; l'effetto è una frammentazione del vissuto stesso di Maria, e con essa del genere umano, che evita da un lato ogni forma di preghiera catartica e, dall'altro, sospende il tempo in una serie di quadri poetici che drammatizzano e, in parte, deformano gli eventi, pur nella fedeltà del dettato storico-religioso, anche grazie ai tanti interrogativi aperti e irrisolti. Da ciò deriva un senso di spaesamento che rende il poemetto unico nel suo genere, difficilmente paragonabile alle meditazioni di un Marco Beck sulla figura mariana, a cui Ladolfi è affine per profondità di sguardo e sapienza narrativa, o alla focalizzazione sulla femminilità di Maria, come accade, ad esempio, in Daniela Raimondi... (Dalla prefazione) Prefazione di Giulio Greco. Postfazione di Ivan Fedeli."" -
Amnesia dell'origine
Conducendoci attraverso un viaggio nei più celebri labirinti della tradizione e della storia (evidenti allegorie di quello smarrimento che non è solo della memoria, ma anche del senso etico della nostra civiltà contemporanea), la poesia di Gallo non viene mai meno, nemmeno in questo libro, alla denuncia delle brutture e delle nefandezze dell'uomo, sul ciglio della propria autodistruzione a causa della sistematica predazione delle risorse del pianeta, come ben evidente in testi quali Permafrost, Allunaggi, Orse minori, Dissolutio Humani Generis («La sconfitta di ognuno / oramai divenuta / la sconfitta di tutti»). Sergio Gallo è vicino, quando affronta temi come questi, a tutta la nuova ecopoetry, diffusa soprattutto nel mondo anglosassone e ancora marginale nella poesia italiana contemporanea, il che dimostra il suo sguardo ampio per naturale vocazione, alieno da provincialismi claustrofobici, sempre dannosi in poesia. (Dalla Prefazione di Fabrizio Bregoli) -
Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla rete
In che modo la velocità della Rete, gli effetti del mediashock e tutte le affascinanti promesse del web - come accorciare le distanze o ridurre i tempi di comunicazione - hanno cambiato il modo di fare poesia e hanno influito sul senso di identità e di relazione di ciascuno? I testi raccolti in questo volume, scritti da poeti nati tra il 1940 e il 1999, provano a tracciare alcune possibili traiettorie di senso per rispondere a questa domanda e fare nascere altre quesiti capaci di alimentare consapevolmente il dibattito intorno a poesia e Rete. Il volume si articola in due sezioni: la prima è dedicata agli omaggi di poeti affermati che hanno concesso alcuni contributi inediti sul tema; la seconda ospita invece gli inediti di poeti che hanno risposto alla call per la composizione del volume e che sono stati ritenuti meritevoli di farne parte dal comitato editoriale di Alma Poesia, che si è occupato anche della stesura di commenti critici che intervallano i testi delle autrici e degli autori proposti. Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete, in un viaggio tra le generazioni, prova a riassumere in sé le diverse accezioni del rapporto poesia-Rete. -
Ùltime reuse. Ultime rose
«Da sempre, la poesia di Remigio Bertolino appare come una voce emersa dal tempo; il poeta di Mondovì ci parla di un mondo di neve e ghiaccio, di vite al chiuso, in una ""scura tana"""" (A mezzogiorno, in Litre d'ënvern, Aragno 2015), tenute in vita da """"tuberi secchi"""" (T.S. Eliot): vite elementari, di pura sussistenza, che egli preleva da un immaginario archetipico che, appunto, è universale e non semplicemente ascrivibile al """"mondo dei vinti"""" delle pianure, delle vallate e delle montagne del cuneese come fu ritratto da Nuto Revelli. Anche se questi versi scritti sotto la visione ossessionante del Monviso mostrano uno strenuo legame con quella terra, ci mostrano infatti come un forte senso del radicamento territoriale e culturale possa diventare il mezzo per aprirsi all'universalità: il loro afflato è comprensibile a tutti, perché a tutti un lungo inverno e una poca estate parlano di un mondo tragico, in cui la gioia è circonfusa di un alone di nebbia, e di un freddo che non è solo atmosferico.» (Dalla Prefazione di Mauro Ferrari)"" -
Imparando
Una raccolta di poesia formalmente asciutta e caratterizzata dalla brevità.