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I confini incerti del fuoco
Ci sono momenti, nella vita di coppia, in cui tutto sembra precipitare. E in cui tutto, però, è ancora possibile.«L'importanza di riuscire a parlarsi: una storia privata di valore universale» – Frankfurter Allgemeine Zeitung«Lei si sdraia accanto a lui, si raggomitola e si rifugia nel suo abbraccio. Tutto ciò che non sa di lei: che a volte va in giro per casa cantando con la musica a tutto volume. Che ha delle fantasie. Indicibili. Che prega di nascosto. Che ha paura di perderlo. Che teme di essere lei stessa a causare la perdita. Che non metterebbe mai la mano sul fuoco per se stessa. Che si sentirebbe meno in colpa se fosse così anche per lui. Che sarebbe insopportabile se fosse così anche per lui. ""Tienimi stretta"""" dice. Lui lo fa e le bacia i capelli, e lei torna a sentirsi tranquilla.»Rahel e Peter hanno due figli ormai adulti che vivono fuori casa, trent'anni di convivenza alle spalle e tre settimane di vacanza davanti a loro. Avevano prenotato una baita in montagna, da settimane pregustavano e preparavano il loro soggiorno, ma un incendio l'ha resa inagibile a ridosso della partenza. Per un caso fortuito, un'anziana coppia di amici a cui sono molto affezionati deve allontanarsi dalla propria casa nella splendida campagna piena di laghi e massi erratici dell'Uckermark e chiedono a Rahel se lei e il marito possono trasferirsi lì per alcune settimane ad occuparsene. Rahel accetta per conto di entrambi: è una soluzione ragionevole, ma sa che Peter resterà deluso. D'altronde è da tempo che Peter sembra non condividere più niente con la moglie, il letto in primo luogo, da quando non si è sentito sostenuto da lei in uno scandalo scoppiato all'università di Dresda dove insegna Germanistica, e che l'ha profondamente amareggiato. E Rahel dal canto suo patisce questa distanza ma, benché come psicologa ascolti infinite storie di coppie in crisi, non sa come affrontare il marito. Giorno dopo giorno, fra le incombenze quotidiane e le nuotate nel lago, Rahel e Peter scoprono quante cose hanno dato per scontate nel loro rapporto, e quante cose sembrano dividerli ora nel modo di ragionare, di parlare, di vivere le emozioni. La visita dei figli, con le loro rivendicazioni, le critiche, le loro scelte incomprensibili potrebbe rompere del tutto un equilibrio compromesso... oppure recuperarlo: quando Selma e Simon se ne vanno, Rahel e Peter riscoprono il piacere della vita insieme, che è più forte di qualsiasi contraddizione, ed è una forma di amore che rende sempre possibile ravvivare anche il fuoco della passione. Con una prosa limpida e intensa, in questo suo secondo romanzo subito balzato ai vertici delle classifiche dello «Spiegel», Daniela Krien mette il lettore di fronte alle verità della vita di coppia, alla ricerca della bellezza che c'è sempre e che a volte bisogna imparare a vedere di nuovo."" -
Ritorno ai monti
«'Questo libro è stato pubblicato più di cinquant'anni fa, poco dopo la tragedia del 1970 sul Nanga Parbat in cui perse la vita mio fratello Günther. Su quella vetta non mi era venuto a mancare il senso della vita, ma l'equilibrio interiore... Ero alla fine del mondo ed ero rimasto solo e sperduto.' Così Reinhold Messner racconta la genesi del suo primo libro, che oggi viene riproposto a mezzo secolo di distanza in una nuova edizione aggiornata dall'autore. Il Ritorno ai monti del 1971 è stato, per il giovane Messner (allora ventisettenne), un momento catartico di scrittura con cui recuperare l'equilibrio e i valori perduti. Ma ancor più per il mondo alpinistico di allora, e per la letteratura di montagna, è stato un momento di rottura. Rivoluzionario, nei contenuti e nella forma. Erano gli anni in cui ancora risuonavano le pagine eroiche e superomistiche di Bonatti, Desmaison, Rébuffat, i récit d'ascension ricchi di pathos e tempeste. Messner invece scrive di una montagna esistenziale ed ecologica ante litteram, un alpinismo gestuale e istintivo, felice, fine a se stesso. Alternativo al consumismo imperante, alle leggi del profitto, alla mediocrità del vivere cittadino. Ed è proprio Messner a ridefinire per primo la pratica alpinistica come mezzo per tornare 'a una condizione umana che un tempo era ovvia e naturale: alla semplicità e all'essenzialità della vita'. L'ecologia, anzi 'la cura per la montagna' e per i compagni di avventura sottendono a tutto il racconto del futuro conquistatore di 8000, ed è sempre un piacere rileggere le prime avventure sull'Ortles, sulla Marmolada, sulle Droites, sul Sass dla Crusc, dove il giovane Messner ritrova 'il senso del lavoro creativo, della prova superata e dell'opera compiuta, e tale sensazione è di per sé un motivo di felicità'». (Paolo Paci) -
Prendersi cura. Per il bene di tutti: nostro e degli altri
Giada Lonati è un medico palliativista, ed è la direttrice sociosanitaria di VIDAS. In questo libro ci racconta cosa vuol dire, nel suo significato più profondo, prendersi cura di qualcuno e lo fa attraverso le sue esperienze. Una storia fatta di tanti incontri e di tante persone, uomini e donne, anziani e giovani, padri, madri, fratelli, figli che insieme a lei e a tanti altri personaggi come volontari, medici, infermieri si trovano di fronte al mistero dell'ultimo tratto di vita. È un libro pieno di energia positiva perché oltrepassa lo stato del dolore fisico, per andare all'essenza del rapporto tra esseri umani, in cui la dimensione dell'ascolto diventa capacità di esplorare tanti mondi e di imparare tanti linguaggi diversi quante sono le persone con cui ci si confronta. Con garbo infinito e un profondo rispetto ci fa capire che nell'accudimento di una persona bisognosa di cure, nei gesti che compiamo (e chedobbiamo imparare a compiere), nelle parole che diciamo (e che impariamo acercare nel nostro io più autenticoe a formulare nel modo più consono), in primo luogo c'è sempre il dialogo tra due persone uguali, che arricchisce e migliora l'una e l'altra, e che per cerchi concentrici si allarga alla società intera. Perché prendersi cura di qualcuno, un bimbo, un vecchio, un malato, un immigrato cura in primo luogo chi si dedica all'altro, lo arricchisce e lo rende forte. Prendersi cura dell'altro, quali che siano le sue necessità, fa del bene a noi. Nessuno si salva da solo e tutti insieme possiamo salvare gli altri e con essi anche il pianeta. Tutti abbiamo bisogno di aiuto prima o poi e tutti possiamo aiutare. È solo stabilendo questa catena di solidarietà, la vera essenza del nostro essere umani, che possiamo sperare di costruire un presente e un futuro degni di essere vissuti per tutti. Prefazione di Ferruccio De Bortoli. -
La ragazza invisibile
«Io sono soltanto un caso, per te. Una diagnosi, caselle da spuntare e un dannato fascicolo, tutto qui. Non mi vedi nemmeno. Credi di vedermi, ma non ci riesci. La verità è che io sono invisibile per te come per chiunque altro.» Sono tanti i bambini e i ragazzi con cui Torey Hayden ha avuto a che fare nella sua lunga carriera di insegnante e di psicologa infantile, prima negli Stati Uniti e poi nel Galles. E tutti portano con sé un carico di sofferenze tale per cui è difficile aiutarli ad affrontare la vita con serenità. Come Eloise, una teenager che viene spostata da una famiglia affidataria all'altra senza che le assistenti sociali riescano a garantirle un minimo di stabilità. Dopo aver subito violenze e abusi proprio da chi avrebbe dovuto avere la sua fiducia incondizionata, Eloise ha sviluppato dei comportamenti complessi da gestire. Lotta per riuscire a separare la realtà dalla finzione rendendo molto difficile il compito alle persone che si occupano di lei e che realmente cercano di aiutarla. In certi casi ci vogliono proprio tutto l'amore e tutta la professionalità del mondo per riuscire a essere la persona che fa la differenza nella vita disastrata di un'adolescente come Eloise, e Torey Hayden, senza mai scoraggiarsi, accoglie questa nuova sfida, sapendo che lottare al fianco di ogni singolo bambino o ragazzo significa contribuire a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. -
Malato di montagna
Avvincente, commovente e profondamente emozionante, il ritratto delineato dal giovane Kammerlander di se stesso è quello di un uomo «estremo» ma non per questo meno intensamente umano. Un libro per chi ama la montagna e per tutti coloro che vogliono capire cosa significa superare il limite.Chi è quest'uomo che non teme alcun rischio e che in montagna ha prestazioni quasi disumane? È lui stesso a parlarci di sé, a raccontarci la sua storia e perché l'avventura estrema sia diventata per lui uno stile di vita. Hans Kammerlander ha cominciato a scrivere questo libro al campo base del Kangchenjunga, il primo dei tre ottomila che voleva scalare nella primavera del 1998, e lo ha continuato in ospedale dopo aver dovuto interrompere la sua «Trilogia» himalayana dal momento che, durante la sua discesa dalla montagna, gli si erano congelate le dita dei piedi.Ci racconta in modo coinvolgente la sua vita tra roccia e ghiacci, le sue avventure nella zona della morte, e la sua passione per la montagna che lo ha condotto, fin da giovanissimo, sulle più impervie pareti e sulle cime più alte del mondo. Avvincente, commovente e profondamente emozionante, il ritratto delineato dal giovane Kammerlander di se stesso è quello di un uomo «estremo» ma non per questo meno intensamente umano. Un libro per chi ama la montagna e per tutti coloro che vogliono capire cosa significa superare il limite. Un libro che è ormai un classico dell'alpinismo. -
Deserti
Carla Perrotti è la prima donna ad aver attraversato con i tuareg il deserto del Ténéré in Niger nel 1991. Tre anni dopo ha completato la traversata in solitaria, a piedi, del Salar de Uyuni in Bolivia e infine nel 2003 ha realizzato il suo sogno: attraversare un deserto per continente. Tutto sempre da sola. Perché un essere umano decide di sfidare il buonsenso e rischiare la vita per attraversare un deserto? Carla Perrotti non vuole dimostrare niente a nessuno, non vuole sfidare la natura ostile, né superare il limite né tantomeno provocare il destino. Per lei il deserto è la quintessenza della Natura e il suo desiderio è quello di entrare in sintonia profonda con essa, diventarne un tutt'uno, trovare un'armonia, appunto, e un equilibrio di cui, apparentemente, i deserti sono privi, con il loro essere estremi in tutto. Le avventure e le sensazioni delicatamente narrate dall'autrice, e che le hanno cambiato la vita, paiono diversissime tra loro, eppure possiedono un filo comune: immergersi nella natura e scoprire che, proprio nel momento in cui ci abbandoniamo a forze superiori, diveniamo davvero padroni di noi stessi, veniamo faccia a faccia con la nostra vera essenza. Il racconto dei viaggi, fisici e spirituali, di Carla Perrotti diventa, così, una fonte di ispirazione per chi cerca nell'avventura e nella natura un ideale di vita. -
Viaggio al termine della notte
A novant'anni dalla sua pubblicazione e a oltre sessanta dalla morte dell'autore, Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell'uomo così com'è. L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo nel panorama francese ed europeo è stato poi il modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha saputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l'emozione, il sentimento della vita: di qui l'invenzione di un linguaggio che ha tutta l'immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un'opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo. Oggi il Viaggio, nella traduzione ormai classica di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l'intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità. -
La montagna incantata
«La montagna incantata è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo.» Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l'introduzione all'edizione della Montagna incantata da lui tradotta nel 1965 e salutata come esemplare e capace di trasmettere appieno lo stile e lo spirito dell'opera. Edizione che è stata poi ripresa dalla Corbaccio nel 1992 e che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos. Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha però le sue curiosità spirituali ed è intellettualmente aperto all'avventura. A contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell'epoca, il suo carattere subisce un'evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia (Behrens e Krokowski), l'amore (la signora Chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (Settembrini), il pessimismo irrazionale (Naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l'umorismo di Mann), dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell'inutile strage della ""grande"""" guerra. «Il Graal che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea», disse Mann, parlando agli studenti di Princeton nel 1939, alla vigilia di un'altra strage, «è l'idea dell'uomo, la concezione di un'umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Graal è un mistero, ma tale è anche l'umanità: poiché l'uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero umano... Fate il favore di leggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Graal, il sapere, l'iniziazione, quel """"supremo"""" che non solo l'ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso va cercando.»"" -
Sherpa. I custodi dell'Everest
Gli eroi nascosti delle imprese alpinistiche himalayane. Fra tutti gli alpinisti stranieri che si ammassano in Nepal per salire le cime più alte della Terra, esiste una piccola comunità di gente di montagna che vive ai piedi dell'Himalaya. Sherpa racconta la storia di queste persone, una storia di resistenza e di sopravvivenza sempre al confine tra la vita e la morte. Partendo dall'epoca che precede le esplorazioni occidentali, Sherpa descrive, attraverso interviste storie familiari, l'evoluzione di una comunità nell'arco di un secolo che è coinciso con la trasformazione dell'alpinismo himalayano in un'industria fiorente e dal forte impatto sociale, economico e ambientale. Gli autori di questa straordinaria ricerca seguono passo passo la trasformazione degli sherpa da «portatori» privi di attrezzatura adeguata e a cui era proibito accedere alla vetta insieme agli occidentali che la «conquistavano», a star dell'alpinismo mondiale contemporaneo e imprenditori di successo. E, parallelamente, descrivono la trasformazione dell'himalaysmo da alpinismo estremo ed eroico ad attività commerciale su cui si basa l'odierna economia del Nepal, con tutti i vantaggi e i rischi che ne derivano per le sue genti e per l'ambiente. -
Le sorprese del buio
Quinn è cool, brillante e molto popolare tra i ragazzi. Matilda fa parte dell’odiatissima famiglia dei vicini di Quinn, ha una passione per i romanzi fantasy e non è chiaramente il suo tipo. Ma una notte succede una cosa pazzesca: Quinn viene aggredito per strada da esseri che non hanno nulla di umano e finisce in coma. Al suo risveglio si ritrova con qualche osso rotto e con una percezione della realtà molto particolare: vede teschi che gli sorridono e sente statue che gli parlano in versi. Difficile confidarsi con qualcuno, a meno che quel qualcuno non sia Matilda, una tipa di cui non gli importa nulla e che sua madre gli ha appioppato come «infermiera». E che comunque Quinn non intendeva catapultare in un’avventura piena di pericoli in un mondo parallelo a quello reale. Nè, tantomeno, pensava che si sarebbe innamorato perdutamente di lei… -
Aria sottile
L'Everest, o Dea del Cielo, è sempre stato oggetto di fascinazione, ossessione desiderio sia per gli alpinisti sia per i sognatori. Solo i più forti tra essi sono riusciti a raggiungerne la cima, grazie alla loro dedizione, al duro allenamento, all'esperienza acquisita in molti anni di alpinismo. Ma ormai, se si ha il denaro necessario, è alla portata di tutti. Quando nel maggio del 1996 Krakauer fu inviato dalla prestigiosa rivista Outside a partecipare a una scalata dell'Everest per scrivere un articolo sulla proliferazione delle spedizioni commerciali condotte da guide professioniste, sembrò il logico coronamento di una carriera che era riuscita a combinare le sue due passioni: l'alpinismo e la scrittura. Il 10 maggio, però, una tempesta colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima. Alla fine della giornata nove alpinisti erano morti, incluse due delle migliori guide. Krakauer è tra i fortunati che sono riusciti a ridiscendere «la Montagna». Aria sottile è molto più che la cronaca di quella tragedia; oltre ad offrire un punto di vista privilegiato – quello della prima persona – su una vicenda che a distanza di quasi fa ancora discutere, offre soprattutto un esame provocatorio delle motivazioni che stanno dietro alle ascensioni ad alta quota e una drammatica testimonianza del perché quella tragedia si poteva evitare. Krakauer descrive in modo indimenticabile la fatica di esistere e ancor più di muoversi a 8000 metri. È un acuto esaminatore dell'ascetismo masochistico che spinge gli alpinisti; sa che per voler salire l'Everest bisogna avere una buona dose di follia. La sua storia contiene quella che deve essere l'essenza dell'inferno: l'infinita capacità delle cose di divenire peggiori di quello che temi. -
Cometa sull'Annapurna
Simone Moro, uno dei più grandi alpinisti d'alta quota al mondo, racconta in questo libro la tragica spedizione del 1997 alla parete sud dell'Annapurna che lo ha visto sopravvivere miracolosamente a una valanga dopo essere precipitato per ottocento metri, ma che è costata la vita ai suoi due compagni di cordata. Perché erano lì in pieno inverno? Come mai avevano deciso di affrontare quella parete nella stagione più ardua? Quale era il loro obiettivo? Per rispondere a questi interrogativi, Simone Moro parte da lontano, dalla sua infanzia, e cerca di spiegare come mai ha fatto della montagna il suo mestiere, perché scalare è diventato la sua vita e che cosa significano per lui l'alpinismo e la verticalità. Ci racconta gli inizi, le prime esperienze, la sua maturazione, le sue paure, i suoi dubbi e la grande indimenticabile amicizia con Anatolij Bukreev, il grande alpinista kazako morto sull'Annapurna. Simone racconta, descrive, spiega. Ci fa sentire il freddo e la stanchezza e poi la solitudine e la disperazione della sua discesa dopo la valanga, con le mani ferite e inutilizzabili, i tendini recisi, e la sensazione di non farcela. Ma il vero dolore Simone lo prova quando non può più sperare nella salvezza dei suoi due compagni. Il suo racconto è però un inno alla montagna e a quell'amico che sarà sempre vivo nel suo cuore. -
La morte sospesa
Nel giugno 1985, due alpinisti britannici, il venticinquenne Joe Simpson e il suo compagno di cordata, Simon Yates, hanno appena raggiunto la vetta del Siula Grande (6344 metri) nelle Ande peruviane, salendo per la prima volta la parete Ovest. Colti, sulla cima, da una violenta bufera, i due scendono lungo una ripida parete innevata, ma Simpson perde un appoggio, precipita e atterra su una roccia rompendosi una gamba. Yates cerca di calarlo per seracchi di ghiaccio con laboriose manovre di corda. Nonostante il gelo e l'oscurità tutto sembra procedere per il meglio fino a quando non accade l'imprevisto: la parete è interrotta da uno strapiombo sotto il quale Joe si trova appeso, inerme. Simon non riesce a issarlo e rischia di venire trascinato anche lui nel vuoto. Compie quindi l'unico gesto possibile, sebbene disperato: allo stremo delle forze, recide la corda che lo unisce al compagno, abbandonandolo. Joe cade nel vuoto ma non muore. I tre giorni successivi sono un calvario per entrambi gli alpinisti: Yates rientra a fatica al campo base consumato dal dolore e dal senso di colpa, certo di aver causato la morte del compagno. Simpson, sopravvissuto per miracolo, si trova intrappolato in un crepaccio, ferito, con un principio di congelamento agli arti, senza nulla da mangiare. Eppure, facendo appello a tutte le risorse fisiche e mentali, riesce a raggiungere miracolosamente il campo base dove ritrova il compagno. Questo libro racconta come i due alpinisti siano riusciti a superare quei giorni strazianti: è un racconto epico, fatto di terrore, sofferenza e immensa forza d'animo, è la testimonianza intensa di una vittoria straordinaria della vita sulla morte, è un inno sincero e commovente all'amicizia. La morte sospesa va ben oltre i confini della letteratura di montagna ed è ormai diventato un classico letto e tradotto in tutto il mondo. -
Orizzonte perduto
Hugh Conway ha avuto modo di vedere il peggio dell'umanità dalle trincee della Prima guerra mondiale. Adesso, a oltre dieci anni di distanza, è un diplomatico inglese di stanza in Afghanistan e di nuovo si trova in mezzo a una guerra civile, che lo costringe ad abbandonare il paese a bordo di un aereo insieme a un suo sottoposto, a una missionaria e a un uomo d'affari americano. Ma il velivolo viene dirottato e si schianta al suolo in mezzo ai picchi himalayani, dove Conway e gli altri vengono trovati da una misteriosa guida che li conduce nella valle sconosciuta di Shangri-La, una sorta di paradiso terrestre dove gli abitanti vivono da secoli in pace e armonia e dove i superstiti vengono accolti con ospitalità e amicizia. Ma quando il capo della comunità si ammala, Conway si troverà di fronte a una scelta difficilissima che rimpiangerà tutta la vita. Proprio grazie a Orizzonte perduto il mito di Shangri-La, inteso come eden immaginario e rivoluzionario, si diffonderà influenzando tanta parte della letteratura, musica e cinema del Novecento (Frank Capra nel 1937 ne trasse un celebre film). E l'avventura epica narrata nel romanzo continuerà a essere la più affascinante e longeva utopia della letteratura, che a oltre ottant'anni dall'uscita ammalia ancora i lettori di tutto il mondo, rendendo questo un libro di culto. -
Doppio delitto al Miramare
La mattina del giorno di Sant'Angelo, in un'elegante suite del Grand Hotel Miramare, vengono ritrovati i cadaveri del commercialista e della segretaria dell'affascinante contessa Licia Van Der Meer. Chi ha sparato ai due amanti clandestini? Una donna tradita, un fidanzato abbandonato... o forse si tratta di un omicidio-suicidio? La raffinata contessa, ospite stabile al Miramare, è ricchissima: ha ereditato dal defunto marito un ingente patrimonio, due miniere di diamanti e proprietà immobiliari in Sudafrica. Ha fama di grande benefattrice e la sua vita è di per sé un avvincente romanzo pieno di misteri... ma dietro agli omicidi dei suoi collaboratori potrebbe nascondersi una storia di ricatti, corruzione e vendetta. Per il vicequestore aggiunto Gigi Berté svolgere interrogatori in un affollato hotel si dimostra un compito arduo: lui, uomo di ""pancia"""", che ama condurre le indagini in solitaria, deve quindi accettare la collaborazione di un'attraente ispettrice della squadra della Omicidi di Genova, non senza problemi... anche con """"la"""" Marzia! La loro complicata storia personale si affianca all'intricata vicenda del Miramare, e alla fine, come spesso accade nella vita, è la fatalità, con la sua disinvolta malizia, a scombinare i progetti dei protagonisti."" -
Sfida a Bertè. Le indagini del commissario Berté
Poche righe per un annuncio terribile: ucciderò. Nessuna firma, nessun'altra indicazione. La lettera anonima è indirizzata a La posta del cuore, il blog creato dalla Marzia, e recapitata alla sua pensione Aurora di Lungariva. Non si tratta del delirio di un mitomane, come sperava il vicequestore aggiunto Luigi Berté, perché alcune ore dopo il messaggio, arriva la prima vittima. E, nei giorni a venire, preceduti da enigmatiche e provocatorie missive, seguiranno altri omicidi, eseguiti in modo impeccabile: un colpo di fucile di precisione dritto in testa. Le vittime in apparenza non hanno legami tra loro, e lasciano tre vedovi disperati, ma reticenti sul loro passato. Insospettito da questa omertà e traendo ispirazione da un classico del noir, Berté approda a una ricostruzione originale, quasi romanzesca della vicenda, lottando contro lo scetticismo della sua squadra. Ma accanto a questa ipotesi affiora un'altra possibile soluzione, folle e urticante, come chi l'ha ideata... In tutto ciò, qual è il coinvolgimento della Marzia? Perché l'assassino ha scritto proprio a lei? si domanda Berté, esacerbato dal fatto che il loro rapporto sembra incrinarsi per la tensione a cui sono sottoposti. Unica certezza: la sfida è lanciata e Berté non può né intende ignorarla, anche a costo di mettere in discussione la sua fiducia nella Giustizia. -
Tenere la casa in ordine anche quando la tua vita è in disordine
Se non riesci ad affrontare tutte le incombenze domestiche, probabilmente hai le tue buoni ragioni: stanchezza, ansia, depressione, mancanza di sostegno. Per KC Davis, terapeuta e autrice di questo libro, la ragione è stata la nascita della seconda figlia, insieme all'inizio della pandemia e al trasferimento in una nuova città, ha innescato un ciclo perverso di stress e disordine. Più restava indietro con i lavori di casa, meno si sentiva motivata a impegnarsi. Per sette mesi non ha piegato un singolo capo di biancheria. Fino a quando non ha capito un concetto fondamentale: ""non sei tu al servizio della casa, ma è la casa che è al tuo servizio"""". In altre parole: il disordine non è un fallimento morale. La calma e la serenità sono tornate nella sua vita quando ha smesso di interpretare una pila di vestiti sporchi come la prova della sua inadeguatezza e una cucina in disordine come la manifestazione del suo essere una pessima madre. Viceversa ha compreso che i vestiti e i piatti da lavare sono un segno della sua attività e della cura per la sua famiglia. Sulla base di un rinnovato sentimento di accettazione di sé, KC ha elaborato un metodo pratico, divenuto popolarissimo grazie al suo account TikTok, @domesticblisters, per semplificare al massimo le incombenze domestiche e individuare delle soluzioni creative adatte al tempo e alle energie effettive di ciascuno. Tenere la casa in ordine anche quando la tua vita è in disordine ti insegnerà a elaborare una strategia per i lavori domestici perfettamente adeguata alle tue necessità e a costruire un rapporto armonioso con la tua casa. Con l'aiuto di KC, la tua casa tornerà a essere il tuo rifugio preferito, il tuo santuario e diventerà il luogo migliore per riposarti, anche quando non è tutto a posto.Imparerai a:• Vedere i lavori domestici come un atto di gentilezza nei tuoi confronti e non come la misura di quanto vali• Individuare una lista di priorità• Frazionare le incombenze per renderle gestibili e per non procrastinare• Inserire qualche minuto di pulizie rapide all'interno della tua routine quotidiana• Utilizzare delle scorciatoie creative per trasformare una stanza da caotica a funzionale"" -
In dialogo con il mondo. Il Papa risponde
Dagli ultimi al papa, dal papa al mondo. Un dialogo inaspettato e rivelatore che arriva a delineare una Chiesa diversa. Persone del mondo intero, non necessariamente cristiane, hanno potuto rivolgere al papa le domande che stavano loro più a cuore, grazie all'iniziativa dell'Association Lazare e di numerose ONG. Domande sulla vita e il pontificato di papa Francesco, sulla fede e sulla Chiesa, sulla pace e sulla guerra. Per molti sono la povertà e l'ingiustizia i temi più urgenti e preoccupanti. Com'è possibile vivere poveri nella società dei consumi? Che uso fa il Vaticano delle proprie ricchezze? Che cosa fa la Chiesa concretamente per combattere l'ingiustizia e la violenza nel mondo? A tutte queste domande dirette e urgenti, papa Francesco risponde con grande schiettezza, con la semplicità e il calore che sono così caratteristici del suo pontificato, fedele alle istanze di giustizia sociale di cui da sempre si fa portavoce. Uno scambio di idee fra uguali, unico e ricco di ispirazione. -
Il segreto giapponese dello yoga facciale
Direttamente dal Giappone il beauty trend del momento per mantenere giovane il proprio viso: lo yoga facciale. La natura dei muscoli è la stessa nel corpo come nel viso: se non si usano si indeboliscono e si perdono. Se invece impariamo a usarli bene non solo li manteniamo tonici, ma evitiamo anche le rughe indesiderate. Tutti noi ci preoccupiamo di fare ginnastica per mantenere in salute il nostro corpo: allora perché non fare lo stesso per il viso? In Giappone lo yoga facciale è una tecnica praticata da decenni che combina esercizi e massaggi sulla pelle del viso per migliorare la circolazione sanguigna, levigare le rughe di espressione, eliminare i segni della fatica e rendere la pelle tonica e luminosa. Izumi Forasté Onuma raccoglie in questo libro 40 esercizi di yoga facciale che puoi adattare alle tue esigenze e aree particolari del viso, e routine specifiche per mettere in luce la tua naturale bellezza. Dedica ogni giorno solo qualche minuto del tuo tempo alla cura di te stessa con gli esercizi per sgonfiare le occhiaie, sollevare le palpebre, levigare le rughe tra le sopracciglia o intorno alle labbra, valorizzare l'ovale del viso... e scoprire gli incredibili risultati dello yoga facciale in poche settimane di pratica. -
Amico gatto. Come e perché i gatti ci aiutano a stare bene
Perché e in che modo i gatti ci aiutano a stare bene? «I miei gatti mi ospitano nella loro casa da oltre dieci anni e di questo sono loro grata.» Spesso si scherza sul diverso rapporto che cani e gatti intrattengono con l'uomo: fedeli, sottomessi, amici i primi; utilitaristi, indipendenti, distaccati i secondi, al punto da farci sentire ospiti tollerati in casa nostra. Ma in questo libro, Véronique Aïache mette a fuoco la speciale relazione millenaria che esiste tra gatto e uomo arrivando a convincersi e a convincere pienamente i lettori che i veri beneficiari della reciproca compagnia siamo proprio noi, i bipedi. I gatti che entrano nelle nostre case non cercano di conquistarci ma sanno rendersi indispensabili e sanno adattare la loro indipendenza al nostro bisogno di compagnia oppure di solitudine, insegnandoci l'arte della libertà. Attraverso l'attenta osservazione del comportamento dei piccoli compagni di vita e la sterminata letteratura sui felini domestici, Véronique Aïache racconta quanta dolcezza sappiano mostrare i gatti, come si trovino a loro agio nel silenzio, come riescano a manifestare con pacatezza i loro mille desideri, a percepire l'invisibile, andare all'avventura, partorire, adulare, correre rischi, provocare, osservare, proteggere, abbandonarsi... senza mai deviare dal loro cammino di ricerca della quiete. E ci insegna a osservarli a nostra volta, per imparare la loro arte di vivere, la terapia delle fusa, la capacità di rilassarsi e di godere del momento presente. Dalle origini selvatiche ai placidi gattoni acciambellati nella loro cesta in salotto, passando per la storia, le leggende e la fisiologia felina, questo libro racconta l'incontro tra due mondi che erano destinati ad andare d'accordo. Un omaggio a un animale diverso da tutti gli altri: il piccolo gatto terapeuta che ci ha insegnato e ci ha dato tanto.