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Lifelong education pedagogia sociale e sviluppo sostenibile
Il volume intende offrire un contributo di comprensione e di riflessione sui temi della lifelong education, sulle tipologie di educazione non formale e informale degli adulti, ponendo particolare attenzione alle problematiche inerenti allo sviluppo sostenibile. Problematiche queste ultime che hanno portato la pedagogia a spostare la propria attenzione dall’educazione ambientale, maggiormente orientata alla promozione di un paradigma educativo basato soprattutto sul contenuto ecologico, all’educazione allo sviluppo sostenibile, dove invece l’ambiente è considerato nella sua accezione più ampia, includendovi aspetti sociali, la difesa dei diritti umani e la dimensione trasformativa e inclusiva dell’educazione. Solo una pedagogia sociale e critica con le proprie declinazioni inclusive e democratiche può, infatti, favorire una riflessione più attenta sulla necessità di operare una transizione nel mondo economico dal concetto di capitale umano a quello di capitale culturale, facendo ricorso al contributo delle arti e delle scienze umane nel loro complesso. Vi è, quindi, la necessità di promuovere un’educazione allo sviluppo sostenibile in cui le problematiche ambientali siano considerate in stretta relazione con quelle sociali, economiche e culturali, e in cui l’educazione degli adulti, e in particolare le università possano offrire il proprio contributo, attraverso un’attenta pianificazione delle attività relative alla terza e quarta missione. -
L' equivoco de l'«arbitraire du signe». L'iposema
Questo saggio, pubblicato nel 1950, si inserisce nel lungo di-battito sull’arbitrarietà del segno avviatosi dopo la pubblicazione dell’articolo di Émile Benveniste, Nature du signe linguistique (1939). Oltre ad una rigorosa rilettura dei passi saussuriani, il testo presenta il tentativo di sistematizzare una teoria del segno che vede come fulcro la nozione di iposema. Centralizzando il ruolo dell’atto linguistico, Lucidi prova a tenere insieme l’istanza individuale e soggettiva di ogni atto espressivo con una dimensione sovra-individuale; la dimensione sincronica con una prospettiva dinamica; la conciliazione tra la dimensione formale e sostanziale dei fatti di lingua. Con la revisione della nozione di segno e l’introduzione del termine “iposema”, l’autore prova a superare le difficoltà teoriche imposte dalla separazione dei termini delle famose dicotomie erroneamente attribuite a Saussure. Nella sua introduzione Matteo Servilio presenta questo libro con il titolo Rileggere l’arbitrarietà del segno. -
La «genuina contingenza» del lavoro educativo. Prospettive epistemologiche nella professionalizzazione dell'educatore
Il recente riconoscimento giuridico delle figure dell’educatore professionale socio-pedagogico e dell’educatore dei servizi educativi per l’infanzia ripropone una serie di ‘vecchi’ temi e introduce nuove questioni relativamente al processo di professionalizzazione del lavoro educativo non formale. Alcuni di questi temi e questioni sono di natura precipuamente epistemologica: quali sono le logiche conoscitive che sorreggono le conoscenze e le competenze di questi professionisti? In che modo si sono venute formando? Sulla base di quali fattori scientifico-culturali, pratico-professionali e socio-politici?rnIl volume sonda le questioni sollevate da tali domande a partire da un approccio comprensivo che intende l’epistemologia pedagogica come l’analisi delle condizioni di possibilità storico-ideali che nel tempo si sono date e si danno per lo sviluppo dei saperi e delle pratiche educativo-formative. In questo senso, il testo ripercorre, nell’ottica deweyana della “genuina contingenza”, alcuni dei presupposti epistemologici dei paradigmi individualista, strutturalista, interazionista e riflessivo che hanno legittimato o che legittimano il processo di professionalizzazione del lavoro dell’educatore. -
La valutazione dei servizi educativi. Verso un modello integrato di qualità gestionale, sociale e ambientale
La valutazione della qualità ha assunto una sua specificità e autonomia, giustificata dal suo utilizzo diffuso non solo in ambito aziendale e di produzione di beni, ma anche dei servizi di pubblica utilità alla persona. Tuttavia, se fino al secolo scorso essi si sono prevalentemente dedicati alla customer satisfaction attraverso il miglioramento della qualità dei processi produttivi, successivamente hanno dovuto evolversi verso nuovi sistemi di gestione aziendale che mirano al controllo della qualità non produttiva, ovvero quella riferita alla condotta etica assunta dall’organizzazione in rapporto al suo modo di agire eticamente nella realtà sociale. L’introduzione di questi concetti ha necessariamente comportato un’evoluzione del concetto di qualità, che deve essere sostenibile, ovvero in grado di soddisfare il cliente sociale, inteso come il contesto sociale e ambientale e tutti gli stakeholder, adottando un sistema integrato di qualità e i relativi strumenti per la sostenibilità economica, gestionale, sociale e ambientale alcuni dei quali vengono presentati nel testo. Con l’aprirsi all’ascolto e al coinvolgimento degli stakeholder e della comunità in senso allargato caratteristica fondamentale dell’approccio costruttivista sembra pertanto che si stia andando verso un sistema di qualità gestionale, sociale e ambientale integrato, non solo perché mette assieme diversi aspetti della qualità, ma anche perché mette assieme più approcci alla valutazione. Il volume si rivolge in primis a coloro che nel presente o nel futuro ricopriranno una funzione di coordinamento di un servizio alla persona, così come a tutti gli operatori e ai beneficiari dei servizi. Infine, l’obiettivo ultimo è quello di rivolgersi alla comunità in generale, affinché ogni singola persona si renda partecipe e attiva nel ricercare e nel perseguire uno sviluppo che sia sostenibile per poter garantire un “futuro di qualità” anche alle prossime generazioni. -
Comunità e corresponsabilità educativa. Soggetti, compiti e strategie
Questo volume riporta gli atti del convegno della SIPED tenutosi in Università Cattolica a Milano il 28 e 29 marzo 2019. Tale evento ha coinvolto professori e ricercatori che, attingendo ad un panorama internazionale di studi e ricerche, hanno sviluppato una riflessione organica e multiprospettica intorno ad una questione di cogente attualità: quello della corresponsabilità educativa. Pur essendo consolidata e diffusa l’idea che il partenariato, specialmente quello con i genitori, sia parte integrante del processo educativo, la fenomenologia odierna di tale rapporto risulta spesso contraddistinta da mancanza di fiducia e di riconoscimento reciproco dell’autorità educativa, da delega delle funzioni educative o da intromissioni indebite nei rispettivi campi educativi. Da tali promesse nasce la volontà di riflettere sulle ragioni pedagogiche della corresponsabilità, che viene qui affrontata in una triplice prospettiva: la corresponsabilità scuola-famiglia; la corresponsabilità nella comunità e nella prospettiva storico-teoretica. -
L' infanzia abbandonata a Taranto nel XIX secolo. Storia ed evoluzione dei servizi di accoglienza dei bambini esposti
Il volume è il risultato di un'indagine che ha inteso ricostruire la storia dell'infanzia abbandonata a Taranto nel XIX secolo. Più precisamente, la ricerca fa riferimento al periodo compreso tra il 1809, anno di istituzione dello Stato Civile, e il 1923, anno di inaugurazione, a Taranto, dell'Istituto Provinciale Protezione Infanzia, che inglobò al suo interno il brefotrofio comunale, istituito nel 1899 con lo scopo di migliorare le condizioni del servizio di accoglienza dei bambini abbandonati. Diverse le fonti documentarie consultate, fondamentali per ricostruire le condizioni socio-culturali ed economiche della città di Taranto nel XIX secolo, quindi per analizzare il funzionamento delle strutture di volta in volta preposte ad accogliere i bambini abbandonati, nonché le caratteristiche del fenomeno dell'abbandono infantile, che nella città di Taranto ha assunto alcune specificità rispetto agli sviluppi che lo stesso fenomeno ha manifestato in altri paesi, in Italia e nel resto d'Europa. -
Profili di responsabilità della governance bancaria. Un'esperienza empirica
Obiettivo del lavoro è esaminare la tematica della responsabilità degli organi di governance della banca, la cui condotta negli ultimi anni è stata spesso censurata per le diffuse carenze riscontrate, sino a richiedere anche un intervento incisivo dell'Autorità di vigilanza. A tal fine, dopo aver accennato a quali sono i ruoli chiave in banca, il focus si è spostato sulle funzioni demandate all'organo di controllo e sui soggetti legittimati ad esperire le diverse azioni di responsabilità nei confronti degli esponenti bancari. Proseguendo, si sono approfonditi i presupposti dell'azione di responsabilità, sotto il profilo della necessaria allegazione degli specifici inadempimenti contestati agli esponenti bancari oltre che della sussistenza del nesso eziologico tra la condotta imputata ed il lamentato danno. Successivamente, ci si è cimentati nell'individuare - sulla scorta della dottrina e della giurisprudenza in materia - una metodologia condivisa di determinazione del quantum debeatur in caso di accertata violazione in punto an, con riferimento alla valutazione del merito creditizio dei soggetti affidati. -
Il regno delle parole di cristallo
I suoi sforzi e quelli di ogni insegnante del Regno erano tesi a far sì che le parole non fossero più pietre opache ma cristalli trasparenti. Età di lettura: da 7 anni. -
Fragilità e inclusione. Nuovi scenari d'intervento psico-educativo a favore delle relazioni di cura
La complessità dell'intero sistema della cura educativa, in un contesto sociale sempre più esposto alla vulnerabilità e alle fragilità che caratterizzano singoli soggetti, istituzioni, relazioni sociali e affettive, dimensioni della salute fisica, psicologica e sociale, impongono una riflessione e una revisione delle modalità di gestione degli stessi processi di cura e di educazione in termini di contenuti, metodologie, contesti comunicativi e relazionali (d'Alonzo, Maggiolini, 2013). In linea con gli orientamenti di ricerca nazionale ed internazionale il testo intende delineare traiettorie possibili per accrescere la qualità e la quantità delle risorse protettive nei contesti formativi, nel senso più generale, e in special modo in quelli familiari e scolastici. Solo mediante la costruzione di percorsi di senso, si potrà cercare di aiutare il soggetto ad attraversare la sofferenza e a stimolare la conoscenza, la riflessione sul tema del limite e del dolore, come elemento consapevolizzato e quindi costitutivo di una forma mentis capace di contrapporsi al senso di onnipotenza che pervade il nostro tempo e che spinge i giovani a non voler soffrire o a non saperlo fare in modo ""adeguato"""", ovvero senza compiere gesti estremi a proprio danno e a danno degli altri. Restare in ascolto dei propri limiti e delle condizioni della situazione significa saper accettare la distanza, considerandola non nella prospettiva della lontananza e della separazione, ma come spazio di riflessività e di progettazione. Uno spazio prezioso in cui giungono intuizioni nuove, occasione in cui lasciar essere sé stessi e gli altri, nella propria originalità. È qui che il limite si trasforma in uno spazio ricco di potenzialità, quando lascia in-travedere possibilità di azione e di reinvenzione, e per questo reclama la sosta, la riflessione: l'educatore deve «saper anche arrestarsi talvolta o retrocedere davanti a quel continuo oltre che è l'evento educativo. Questa è coscienza del limite» (Iori, 1998). In questa cornice si inscrive la storia della diversità che connota la natura umana e ne traccia il carattere di esclusiva autenticità e ricchezza."" -
Didattica metacognitiva e apprendimento cooperativo
Un modello di insegnamento–apprendimento che si fa carico, in modo esplicito, sia della dimensione disciplinare sia della dimensione affettiva e sociale delle relazioni tra gli attori della scena didattica, è quello dell’apprendimento cooperativo-metacognitivo.L’approccio cooperativo-metacognitivo crea le condizioni per un ambiente educativo idoneo ai bisogni degli studenti e coinvolgente, permettendo, all’interno della classe, un rapporto numerico insegnante-gruppo più vantaggioso; più tempo a disposizione per lo svolgimento dei compiti; più opportunità nei piccoli gruppi per riflettere, rispondere, autovalutarsi, ricevere feedback positivi immediati, aiuti e incoraggiamenti individualizzati, rispetto alla relazione tra l’insegnante e l’intera classe. Nella prima parte del libro si descrivono gli aspetti essenziali della didattica metacognitiva che punta a favorire negli studenti le competenze autoregolative e ad aiutarli a migliorare le loro strategie di studio e di apprendimento e a gestire in modo adeguato tutte le variabili che entrano in gioco nel percorso formativo. Nella seconda parte del libro, centrata sull’apprendimento cooperativo, si fa costante riferimento ad una metodologia didattica che ha dimensioni caratterizzanti quali, la mediazione sociale, l’interdipendenza positiva, la responsabilità individuale e di gruppo, l’uso intenzionale di piccoli gruppi e il lavoro insieme agli altri finalizzati a massimizzare il rendimento personale e collettivo. -
La corresponsabilità educativa scuola-famiglie nella promozione di una cittadinanza democratica e inclusiva nelle regioni italiane in ritardo
Questo lavoro si proporne di riflettere su rilancio di un nuovo patto sostenibile della corresponsabilità tra famiglia, scuola e istituzioni all’interno del modello dell’autonomia scolastica. Un patto formativo per formare il cittadino lavoratore che chiama in causa ancora una volta il ruolo della famiglia, della scuola democratica che va ripensata, come scuola di qualità di tutti e di ciascuno volta a costruire progetti di vita e a far emergere il merito. Si tratta di formare il cittadino attivo, che non è soltanto colui che conosce le regole ma colui che deve governare il cambiamento e deve essere flessibile come soggetto-persona attivo nella relazione umana, per potere governare i cambiamenti nella società, nonché di garantire il successo formativo degli studenti verso il raggiungimento di competenze sociali e civiche. Perciò occorre partire dalla famiglia e dalla scuola per promuovere i diritti d’istruzione e di cittadinanza, poiché è in crisi il patto sociale. La scuola diventa quindi il luogo privilegiato patto che sviluppi queste relazioni con le famiglie e le istituzioni sociali, per generare opportunità di crescita e di sviluppo personale e sociale dei giovani soprattutto in molte aree degradate sul piano valoriale e sociale. In mancanza di un legame sociale come elemento identitario, si tratta di proporre perciò un welfare della conoscenza e dei valori alla luce di una nuova società democratica. -
La contaminazione dell'utile nella società contemporanea
A distanza di dieci anni da ""Utilità e virtù. Una dicotomia nell'educazione"""", non soltanto si è convalidata la tesi in esso allora sostenuta con il completamento del processo di ricomposizione della dicotomia, ma si è anche determinato un contesto culturale e sociale per più aspetti nuovo, favorito dal consolidamento della presenza dell'utile, che ha assunto le dimensioni di un incisivo processo di contaminazione generale. L'utile è ormai una categoria concettuale che pertiene alle più accreditate discipline sociali, oltre che al comune agire quotidiano, in quanto da esso va scaturendo un innovato status privato e pubblico, nel quale primeggia la ricerca del benessere dell'individuo e dell'intera umanità. Per quanto attiene specificatamente al mondo dell'education, si deve attribuire alla contaminazione culturale dell'utile l'attuale riorientamento delle finalità, dei contenuti e dei metodi del processo formativo verso una maggiore concretezza nonché l'identità stessa dell'educazione e della pedagogia sul piano epistemico..."" -
Pensare in Grande. L'educazione inclusiva per l'infanzia di oggi e di domani
Il volume, esito delle attività di ricerca e di lavoro del gruppo Pensare IN Grande, si propone di offrire a tutti coloro che operano nel campo dell'educazione in età prescolare (educatori, docenti, consulenti pedagogici, psicologi, gestori e responsabili di servizi 0-6, referenti territoriali di servizi educativi) alcune riflessioni e spunti di approfondimento in merito alla promozione di processi e pratiche inclusive. Le tre dimensioni in cui si articola il testo (INternazionale, INfanzia, INclusione) si delineano come importanti aree all'interno delle quali prendono corpo temi, costrutti, elementi di analisi teorica, possibili linee di intervento. La strutturazione dei temi, l'equilibrio tra aspetti di natura di natura concettuale e declinazioni pratico-operative, l'apporto di professionisti a diverso titolo coinvolti nel mondo dell'infanzia rende questo lavoro adatto per coloro che frequentano Corsi di Laurea triennale, specialistici, Corsi di perfezionamento e di specializzazione al sostegno didattico, ma anche tutti quanti credono vivamente nel valore dell'educazione inclusiva, sin dalla più tenera età. -
Narrare il dolore. Esperienze formative rivolte ai facilitatori dei gruppi di auto mutuo aiuto
Questo libro, come afferma nella Presentazione il prof. Miguel Beas, affronta un tema educativo tanto importante quanto ignorato dalla Pedagogia: il tema del dolore nei suoi risvolti esistenziali e le prassi educative che devono formare chi deve orientare, nei gruppi di mutuo aiuto, a superare la sofferenza. Il dolore è uno spazio nel quale è necessario imparare a so-stare perché è un'esperienza inevitabile che accomuna tutti noi ed è generativa di una conoscenza che si irradia in tutti gli ambiti dell'esistenza umana. La sofferenza, come processo ineludibile, va compresa, accolta, addomesticata e superata. Non può essere relegata al solo spazio privato in cui si consuma in solitudine in quanto è, e deve rimanere, un'esperienza eminentemente sociale, che si manifesta e si gestisce assieme, nelle relazioni significative. Il volume, ricco prevalentemente di narrazioni condivise nei momenti di formazione dei facilitatori dei gruppi di auto mutuo aiuto, si propone come una guida emotivamente densa, ma leggera, da consultare agilmente quando si sente il bisogno di prepararsi a fronteggiare le esperienze avverse della vita, rafforzando la propria resilienza... -
Educazione all'Oltremare. Rappresentazioni del colonialismo nei contesti educativi informali
Nel volume l'autore esamina le immagini inedite, conservate presso l'Archivio Centrale di Stato, connesse ai marchi di fabbrica e commerciali registrati negli anni del colonialismo italiano. La storiografia educativa nazionale, infatti, fino a tempi recenti ha trascurato la fonte primaria rappresentata dal marchio, dimostrandosi generalmente poco attenta a coglierne l'incidenza pedagogica reale. La costruzione dell'immaginario extra-europeo in ambito storico-educativo, inoltre, costituisce un tema restato ai margini dei canali principali di ricerca. Gli apparati iconografici che ritraggono l'esperienza italiana coloniale in Africa rappresentano, invece, fonti essenziali per una storia culturale dell'educazione, basata sui processi di ricostruzione delle origini e delle successive articolazioni diacroniche degli stereotipi che hanno avuto una dimensione formativa nei rapporti intergenerazionali, incidendo pesantemente sul processo del nation-building italiano. La ricerca si è avvalsa, inoltre, della consultazione della memorialistica privata che ha concorso a definire la rappresentazione dell'esperienza coloniale sulla base di stereotipi ... -
«Cucirò loro un camicino...». Incontri con Marcella Fragapane tra fiabe e gestalt
Al centro del libro c’è il tempo dei bambini. Stare nel tempo dei bambini. Insisto su ‘nel’ perché questa preposizione ci invita, in modo leggero e profondo, a un radicale cambiamento di mentalità: dal sapere il tempo del bambino all’entrare, all’immergersi nel tempo del bambino. L’uso della preposizione fa la differenza ed esprime lo spirito del libro e dell’insegnamento di Marcella. -
La lunga e sofferta storia della criminologia italiana. (Da Cesare Lombroso ai giorni nostri). Il contributo della scuola barese
La criminologia nasce nel 1876 con la pubblicazione de ""L'uomo delinquente"""" ad opera di Cesare Lombroso dopo l'osservazione dello studioso di migliaia di delinquenti nelle carceri o al tavolo settorio. Il pensiero di Lombroso, cattedratico di Medicina legale dell'università di Torino, si concentra sul postulato del delinquente nato quanto necessitato. Grazie al connubio con Enrico Ferri, illustre penalista e deputato socialista, nacque la scuola positiva che proponeva profonde riforme in ambito penale e penitenziario. La dottrina lombrosiana fu avversata da molti studiosi cattolici perché metteva in crisi il dogma del libero arbitrio. In seguito, la criminologia fu avversata dal fascismo, regime autoritario contrario ad ogni idea di comprensione del crimine e del recupero del reo. L'avversione del regime condusse addirittura nel 1936 alla cancellazione della Antropologia criminale da tutte le università del regno."" -
L'educatore. Profilo storico con appendice antologica
L’educatore, così come lo conosciamo oggi, ha una storia recente: é una figura che sorge per rispondere ai bisogni formativi del nostro tempo e della nostra società. Anche se “professione giovane”, dai confini ancora aperti, non è però priva di radici storiche o di una tradizione in campo pedagogico. Può rivendicare legittimamente una importante eredità per varie ragioni. Innanzitutto per la scelta di questo termine “educatore”, che rappresenta un concetto essenziale, centrale di tutta la tradizione pedagogica. Poi perché suo principale ambito di intervento è l’educazione extrascolastica, che rimanda a esperienze decisive nella storia formativa individuale: da quelle dell’esistenza quotidiana a quelle vissute nei gruppi, nelle associazioni o in istituzioni informali o non formali, come la famiglia o il luogo di lavoro. L’educatore si qualifica per le attività di cura e di accompagnamento, di reinserimento e di riabilitazione sociale, di prevenzione e di promozione di modi di essere, di atteggiamenti e di saperi, che egli propone come conquiste del soggetto ... -
Essere presenza educativa. Lineamenti di educazione professionale
Come dice nella sua Prefazione il prof. Giuseppe Milan «il distillato essenziale di questo volume è espresso dal titolo, dove si evidenzia l’imprescindibile legame tra “professione educativa” e “presenza”». In questo sfondo il libro introduce all’ambito disciplinare dell’educazione professionale affrontando principi etici e metodologie di intervento che fanno riferimento sia a risultati di ricerca che a riflessioni nate da esperienza diretta nel campo sociosanitario e della formazione. Prepararsi a svolgere un lavoro educativo in questo settore delicato e complesso richiede un’intensa attività didattica teorica, esperienziale e pratica, in quanto l’attività si rivolge direttamente sia a soggetti con importanti fragilità, con problemi di salute mentale, dipendenza o con disabilità e sia alla loro comunità locale. Nella nostra società, infatti, essi sono ancora particolarmente esposti ad emarginazione e disuguaglianze, per cui l’impegno dell’educatore professionale è diretto oltre che alla riabilitazione sociale, anche alla sensibilizzazione della cittadinanza. -
Ri-connettere generazioni. L'apprendimento intergenerazionale per sviluppare nuovi modelli di welfare e città per tutte le età
Il volume nasce a seguito degli esiti del progetto europeo Generation in Interaction (Ge&In) che ha consentito a un consorzio di sei partner appartenenti a cinque paesi (Finlandia, Polonia, Slovenia, Romania e Italia) di confrontarsi sul tema dell’apprendimento intergenerazionale in relazione alla domanda di coesione e di inclusione sociale. Il testo, a partire dalla definizione dei fondamenti teorici e delle condizioni di esercizio dell’apprendimento intergenerazionale, pone una riflessione sul nesso fra la solidarietà intergenerazionale e lo sviluppo di una visione del welfare di tipo partecipativo...