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La svolta del Tecnocene. Una nuova sociazione bio-tecno-sociale contro l’iperevoluzione digitale
Se nell'ultimo secolo si è cominciato a parlare di una nuova era geologica definita Antropocene – segnata dal primato dei Sapiens non solo sulle altre specie animali ma anche in seguito al loro incauto e parossistico sfruttamento dell'ecosistema in cui vivono –, oggi si sta delineando un nuovo passaggio storico ancora più problematico: l'avvento del Tecnocene. Si tratterebbe di una nuova era caratterizzata da un diverso fattore dominante: la tecnologia, l'informatica, la cibernetica, la materia digitale e sintetica, l'Intelligenza Artificiale, i robot e gli androidi, insomma una intera nuova componente inorganica del ciclo esistenziale capace forse di evolversi autonomamente e indipendentemente dalla specie di riferimento, e persino di sostituirla. Si parla così di postumano e di Deus ex machina come ennesimo mito utopico per il futuro dei Sapiens, ma questa nuova tappa del ""progresso"""" appare assai discutibile e del tutto criticabile. Da qui deriva perciò la necessità di ridefinire la nozione stessa di """"sociazione"""" che caratterizza lo stesso modello esistenziale antropomorfo, superando quello di società che era stato pensato e praticato in epoche precedenti alla rivoluzione cibernetica, al fine di evidenziarne la pericolosità per il futuro della nostra stessa specie. Perciò vi è anche la necessità di rinominare e riformulare il profilo stesso del soggetto antropomorfo del iii millennio chiamandolo Terrestre e non più soltanto essere umano o cittadino o individuo. Il Terrestre, infatti, è una nuova configurazione bio-tecno-sociale di soggettività organica che vuole difendere il proprio percorso coevolutivo anche in presenza della """"rivoluzione digitale"""", perché quest'ultima è promossa dal capitalismo cognitivo e dallo scientismo tecno-informatico che pianificano la """"data driven society"""" e la """"realtà virtuale del Metaverso"""" del nostro ciclo esistenziale."" -
Immaginare la storia. Abbecedario del colonialismo italiano
È un'esperienza comune dell'infanzia quella dell'abbecedario: le lettere dell'alfabeto, accompagnate solitamente da alcune figure colorate, per inoltrarsi così nel magico mondo delle parole scritte. Di uno strumento simile rispetto alla storia del colonialismo italiano avremmo bisogno un po' tutte e tutti noi, dal momento che se la nostra istruzione è avvenuta in Italia siamo state/i immerse/i nella costruzione di una dimenticanza, per cui di che cosa sia stata l'impresa coloniale italiana ne sappiamo davvero poco. La respiriamo, però, la abitiamo, la attraversiamo più o meno inconsapevolmente quando passiamo per una via o in un quartiere con nomi delle città colonizzate, quando sostiamo accanto a un monumento che evoca quel passato, glorificandolo, quando dinanzi a una strana fotografia sappiamo vagamente in quali anni collocarla. Quando la nostra esperienza è avvolta da una ""estetica inconsapevole"""" che pure alimenta il nostro sapere. O quando, nel presente di un Mediterraneo di morte, ci imbattiamo nelle molteplici forme con cui oggi si danno le sue eredità. I saggi raccolti nel volume hanno tutti un elemento in comune: il magnifico romanzo di Maaza Mengiste, Il re ombra, che ripercorre i giorni dell'invasione fascista dell'Etiopia, della resistenza etiope, dell'importante ruolo delle donne in essa. È a partire da questo romanzo che si è pensato che fossero necessari alcuni approfondimenti: sulle donne e il colonialismo, sugli archivi coloniali, sui musei e la decolonizzazione, sull'uso della fotografia nell'invasione coloniale. E che tali strumenti, come le lettere e le figure dell'abbecedario date in mano alle bambine e ai bambini, potessero essere un primo passo per provare a balbettare in modo più consapevole questa storia. Contributi di Anna Chiara Cimoli, Gianmarco Mancosu, Maaza Mengiste, Gabriele Montalbano, Angelica Pesarini, Gabriele Proglio, Zara Rahman, Federica Sossi, Alessandro Triulzi, Linda Yohannes."" -
Foucault, l'economia politica e il liberalismo
Nell'opera di Michel Foucault, la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta rappresentano un periodo di importanti cambiamenti. L'interesse del filosofo si sposta dai dispositivi disciplinari all'ermeneutica del soggetto, dall'assoggettamento all'esercizio della libertà. Eppure, osservano Jean-Yves Grenier e André Orléan, il ruolo centrale che in questo passaggio dalla disciplina alla sicurezza è svolto dall'economia politica è stato piuttosto trascurato dai commentatori. Di Sicurezza, territorio e popolazione e di Nascita della biopolitica si è ignorato, soprattutto, l'uso che in essi è fatto della storia del pensiero economico quale dispositivo governamentale. Un uso mirato, basato su di un corpus di testi abbastanza limitato, inteso ad avvalorare una ""visione"""" dell'economia politica strettamente finalizzata alla tesi che Foucault vuole sostenere. Nei due Corsi si darebbe perciò una duplice emarginazione, della politica e del diritto, la quale permetterebbe a Foucault di concentrarsi sulla rilevanza dell'economia politica in rapporto all'autolimitazione governamentale. A ciò seguirebbe però l'esclusione di un tema centrale per l'economia politica stessa, ossia il diritto di proprietà. Esclusione giustificata dall'onnipresente richiamo alle nozioni di """"natura"""" e di """"naturalismo"""", grazie alle quali """"autonomia"""" e """"razionalità"""" renderebbero superfluo l'intervento del sovrano e centrale la nozione di """"popolazione"""". Prefazione di Adelino Zanini."" -
Le politiche della disabilitazione. Il Modello Sociale della disabilità
“Le politiche della disabilitazione” è il libro manifesto del Modello Sociale inglese della disabilità, ne raccoglie i principi e li articola secondo coordinate sociologiche. Il Modello Sociale inglese è la più radicale delle prospettive politiche sulla disabilità, elaborato da autori con disabilità fisiche nei primi anni Settanta come strumento di lotta ed empowerment, trova i suoi fondamenti teorici nel marxismo inglese degli anni Settanta, influenzato dalla scoperta di Gramsci e dalle analisi althusseriane sulla riproduzione del capitale variabile. Dopo avere catalizzato l’attenzione e mobilitato l’autoaffermatività del soggetto collettivo disabile, a partire dagli anni Novanta è stato oggetto di critiche da parte di prospettive alternative, mediche, accademiche, che hanno sviluppato i discorsi in direzioni talvolta più sofisticate, ma trascurando, per lo più intenzionalmente, il potenziale politico ed emancipativo del discorso sulla disabilità. Un rilancio di prospettive autoaffermative delle soggettività collettive disabili non può trascurare di confrontarsi con il Modello Sociale inglese, finora non ancora proposto in modo adeguato nel nostro Paese. “Lo scopo di questo libro è di tentare di sviluppare una teoria sociale della disabilità, una teoria che comunque deve essere collocata all’interno dell’esperienza delle stesse persone disabili e dei loro tentativi, non solo di ridefinire la disabilità, ma anche di costruire un movimento politico collettivo e di sviluppare servizi commisurati ai propri bisogni, definiti da loro stessi” (Michael Olivier). -
La quarta guerra mondiale. E noi?
Assistiamo ai prodromi di una guerra globalizzata, di cui cominciamo appena a valutare la peculiare novità in termini di distruttività e di estensione, destinata a perdurare e aggravarsi per molti anni, persino decenni. Per ritrovare il filo di un orientamento, per pensare politicamente come uscire da questa guerra, occorre ampliare l’orizzonte a nuovi riferimenti intellettuali, e riconsiderare le precedenti idee sulla guerra e sui suoi inestricabili rapporti con la politica.rnGli sviluppi globali della guerra in corso sono imprevedibili nei dettagli, ma si vede chiaramente la loro tendenza fondamentale. Si è aperta un’epoca nella quale la guerra si va imponendo come l’effettivo governo del mondo.rnIl mondo va reinventato politicamente, impresa di lunga durata che coinvolgerà più generazioni, e che dovrà difendersi dalla crescente minaccia di una distruttività illimitata.rnIl volume raccoglie cinque testi, due sul carattere locale/globale della guerra iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina, letta nella prospettiva delle guerre mondiali del Novecento, e tre testi su alcuni antecedenti: l’invasione americana dell’Iraq, la crisi dei partiti in Europa e il movimento di Hong Kong. -
Trattenuti e trattamenti. Esistenze e spazi nella nemesi del diritto
Il nostro tempo è caratterizzato da movimenti migratori globali rappresentati e trattati come una minaccia all’identità e alla sicurezza dagli ordinamenti nazionali e sovranazionali. La risposta delle politiche migratorie “occidentali” impone di trattenere tali movimenti a ogni costo, disegnando così il naufragio delle ipocrisie democratiche fondate su narrazioni accettabili. Esse sembrano suggerire che sarebbe possibile accogliere separando, destinando esistenze umane a nuovi “campi”, confinando in istituzioni liminali che sorgono sulle frontiere delle eccezioni non eccezionali. “Trattenuti e trattamenti” chiede di unirsi a un viaggio, in luoghi, spazi e città, così come all’incontro con umani, spesso invisibili ai più. Propone, inoltre, una sfida: quella di interpretare il presente come costante prodotto del passato, anche recente, muovendosi attraverso un’archeologia delle fonti giuridiche ed etnografiche in un’indagine paleogenetica che chiama a osservare “tra le discipline” i meccanismi di costruzione di un nuovo statuto di esistenza umano: quello dei trattenuti. Tra i più tipici strumenti di manifestazione dell’umanità, il diritto (così come la sua assenza, o la sua nemesi) gioca un ruolo fondamentale in tali movimenti, in particolare, nel trattamento – normativo, normalizzante e disciplinare – ricevuto dai migranti irregolari nei centri di permanenza per i rimpatri e in tutti quei luoghi deputati a un contenimento, dalle finalità anfibie, dell’umano. “Matteo Buffa definisce i luoghi trattenenti, nella loro diversità, come la ‘grammatica delle eccezioni non eccezionali’. Guardando alla creazione di luoghi privi di uno statuto giuridico di riferimento chiaro, l’autore riflette sull’anomia e sulla nemesi del diritto” (dalla Prefazione di Mauro Palma). -
Verso un’ecologia del tecnologico. Jacques Ellul, filosofo della tecnica tra etica, estetica e politica
Negli stessi anni in cui Martin Heidegger pronuncia le note conferenze sulla tecnica, Jacques Ellul (1912-1994) affronta, in modo visionario e originale, il rapporto tra tecnologia, società e cultura. Una rilettura in chiave filosofica conduce a un’interpretazione inedita dei suoi scritti destinati a una limitata diffusione in Europa, a causa della vocazione interdisciplinare in un’epoca di iperspecializzazione, dell’uso combinato di uno stile polifonico e di un registro sociologico, filosofico, giuridico e teologico.rnIl volume si apre con un inquadramento della filosofia della tecnica di Jacques Ellul. L’autore dal personalismo approda all’ecologia politica, divenendone un pioniere. Mette alla prova la propria riflessione in un serrato confronto con il pensiero di Karl Marx e con un’innovativa proposta sul tema dell’etica della non potenza. Esplorando infine il rapporto tra arte e tecnica, indaga il destino del linguaggio e delle immagini nelle società occidentali contemporanee. Il volume contiene un’inedita intervista al filosofo francese Bernard Stiegler (1952-2020), tra i maggiori pensatori contemporanei della tecnologia.rnrn“Questo saggio, che introduce in modo chiaro il pensiero di Jacques Ellul a partire dalla prospettiva della filosofia della tecnica, mettendo Ellul in dialogo con altri interlocutori, risponde a una prima serie di domande, e accompagna chi legge ad alcuni importanti primi passi per decifrare e conoscere un autore poliedrico e complesso, spesso critico e violentemente conflittuale con la propria epoca e i suoi ‘miti’” (dalla Prefazione di Elisabetta Ribet). -
Riprendersi la vita. Etnografia dell’Hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e socialità
Il testo offre uno sguardo antropologico su una occupazione abitativa romana, l’Hotel Quattrostelle, con una attenzione alle biografie e ai dilemmi delle persone, principalmente migranti, che in stato di deprivazione entrano nei percorsi del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma. Il testo si dispiega a partire da una particolare riflessione sulle traiettorie biografiche dell’autore, tra estrazione sociale e attivismo politico, che implicano l’assunzione di determinati habitus e consentono una elaborata premessa metodologica ed epistemologica sulla ricerca.rnIl tema dell’occupazione è inoltre detonatore e prisma di rifrazione di diverse questioni che emergono nel corso dell’etnografia: uno sguardo privilegiato è infatti dedicato alla modalità di autorganizzazione reale che si costruisce all’interno dell’occupazione e sembra dipanarsi in una particolare dialettica tra decisioni assembleari, devianze e formazioni di continui contropoteri. Sia dalla questione dell’autorganizzazione sia da quella dell’atto di occupare emergono diversi temi che fungono da punti di accesso privilegiati a questa parte delle classi subalterne ed alla loro produzione culturale intorno a lavoro, tempo libero, violenza, obblighi familiari, integrazione, abitare, diritti, religione, diversità culturale. -
Hegel e Haiti. Schiavi, filosofi e piantagioni
Questo breve saggio si interroga sulla paradossale coesistenza degli ideali dell’Illuminismo nel Settecento con una pratica della schiavitù che non è mai stata concretamente messa in discussione: la libertà, proclamata con forza in Europa era calpestata nelle colonie, dove l’economia si reggeva sul sistema schiavistico. In questo contesto, quando Hegel elabora la dialettica servo-padrone, mostra una cecità tipica dell’epoca o si tratta, al contrario, di un tentativo di denuncia di questo stato di cose? In una successione di punti, e dopo una breve digressione sul contesto storico e filosofico, Susan Buck-Morss avanza l’ipotesi secondo cui Hegel è riuscito a spostare un discorso filosofico, astratto, verso una opposizione dialettica ispirata e inscritta nella realtà. Secondo l’autrice, Hegel ha davvero portato la filosofia della libertà fuori dalla sfera teorica; ha reso il razionale reale. Se il suo periodo berlinese lo riportò verso un conservatorismo che successivamente ha potuto giustificare molte teorie eurocentriche, e nonostante un razzismo culturale permanente, Hegel sembra non di meno aver avuto un momento di lucidità di cui qui Buck-Morss sottolinea la portata nell’elaborazione di un progetto di libertà universale. -
Auschwitz spiegato a mia figlia
Atto unico. Le ferite di chi è vissuto nei campi di concentramento non sono, né mai potranno esserlo, guarite. L'atto unico prende spunto dalla scoperta della figlia di un numero, tatuato sul braccio del padre. Questi non vorrebbe raccontare una verità tanto dolorosa quanto cruda ad una bambina, ma la sua insistenza lo convince alfine a svelare la vita vissuta, le brutture viste e provate sulla pelle, le torture e gli assassini di gente inerme, la cui colpa era il popolo di appartenenza o la fede politica o l'inclinazione sessuale. Si svela così un racconto tanto conciso quanto completo ed esauriente, che la bambina raccoglie e fa suo, tanto da chiedere al padre se può riportarlo ad altri. È questo il risultato atteso, il tramandare alle generazioni più giovani, affinché non dimentichino, affinché quei dolori, quelle sofferenze non si ripetano più nel futuro degli uomini. -
La Sicilia nelle tradizioni in cucina
Finalmente un libro chiaro ed esaustivo con le ricette tradizionali della cucina siciliana. Potremmo definirlo un manuale tecnico, per preparare i piatti tipici senza sbagliare gli ingredienti, i dosaggi, il metodo. Le ricette sono divise per città: quelle di Catania o di Enna o di Trapani, eccetera. -
Come l'orso conobbe il miele
Questa è la storia di un orso che dopo il primo sorso di una bevanda bionda inizia una vita vagabonda. Lo salverà l’amore di Daniele e un barattolo di miele. Età di lettura: da 6 anni. -
Dispersa
Alessandra è una giovane volontaria italiana in Siria. È la fine di luglio del 2014, un'esplosione scuote dalle fondamenta l'edificio dell'ospedale provvisorio di Aleppo. Coinvolta nell'esplosione, Alessandra viene ricoverata in coma nell'ospedale. Quando riprende conoscenza non ricorda nulla di sé. Nella sua mente non c'è traccia di alcun passato. Aleppo non è più un luogo sicuro, e Alessandra deve tornare a casa, in Europa, in un viaggio che attraversa il fronte. È infermiera di un ospedale da campo dell'esercito curdo a Kobane, in attesa di ottenere un passaporto nuovo. Intanto, dall'altra parte del mediterraneo, a Parigi, un uomo opera perché possa tornare a casa. Deve trovarsi all'appuntamento con Alessandra nel Kurdistan turco soffocato dall'esercito di Erdogan. È un medico che ha perso la moglie e da allora non ha trovato la forza per tornare a vivere. Alessandra comincerà una vita nuova, con un nuovo nome. Cercherà di ricostruire chi è stata. Forse ha una sorella gemella, forse c'è o c'era qualcuno che la ama. Tutto quello che ha lasciato è in attesa. Gli intrecci delle vite che giravano attorno alla sua vita di un tempo non si sono interrotti. -
Il tempo ritrovato della felicità
"Marco e il vecchio"""" e """"Alice, il babbo e il Signor Tempo"""", scritti in occasioni diverse e dedicati a persone diverse da Massimo Baldi, formano un'unità sotto diversi profili. In entrambi i racconti è una delusione alleviata dall'incontro e dal dialogo con qualcuno, un vecchio misterioso nel primo e una bambina, una figlia, nel secondo. Gli adulti, schiacciati dal meccanismo del lavoro e del quotidiano di cui rischiano di diventare ingranaggi senza anima, trovano in un vecchio e in una bambina le parole che prestano le ali a desideri di libertà confusi e dolorosi. Massimo Baldi, medico, usa la scrittura in modo semplice, controllando e insieme lasciando libera l'espressione di sentimenti delicati e nascosti. Il tempo ritrovato della felicità è un libro per bambini e per adulti di ogni età." -
Le donne di Poggio Bellomo
Un libro dedicato alle donne La vera protagonista, Donna Anna, domina tutto il romanzo, prima ancora in vita con il suo carattere forte e volitivo, poi, scomparsa, nel determinare le vicende delle figlie e di colui che considera un figlio. La storia inizia negli anni 70, quando ancora permaneva in certe regioni del sud Italia una considerazione della donna a dir poco tribale. Anna viene infatti “data” in sposa senza preoccuparsi dei suoi sentimenti. A nulla valgono le sue ribelli proteste, a fronte del bene supremo che è l’allargamento dell’azienda agricola di famiglia, Poggio Bellomo. Trascorrono gli anni e Donna Anna, affrancatasi da un destino non voluto, diventa padrona della sua vita, oltre che dell’azienda paterna. Giunta alla fine della sua permanenza terrena dispone le sue volontà finali. Il suo testamento diventerà, come un flashback, il racconto delle vicende famigliari, dove alla fine le figlie troveranno una verità sconvolgente. -
Il richiamo del cuore
Urbino, fine anni '50 del XV secolo Jacopo, rampollo di nobile casata, incontra, in seguito a un evento che lo vede sfortunato protagonista, Gaia. Questa è bellissima, i capelli color rame, gli occhi come ametiste, un fisico esile ma dotato di ogni attrattiva per catturare il cuore degli uomini; un unico difetto: è una popolana. A quei tempi i matrimoni erano combinati e mai sarebbe stato permesso ad un nobile di sposare una fanciulla di umili origini. Avrebbe potuto tenersela per amante, farci figli illegittimi, ma nessun riconoscimento ufficiale. Da queste premesse si snoda il racconto dell'amore tra i due giovani. Ma non è tutto. Le vicende sono calate nel periodo che vede il Conte Federico da Montefeltro, Signore di Urbino, in guerra con Sigismondo Malatesta. Gli avvenimenti sono descritti con precisione storica e costituiscono un romanzo nel romanzo -
Correndo… tra i miei pensieri. Nuova ediz.
La corsa analizzata con ottiche diverse, di chi vi si dedica con passione, senza pretendere dallo sport più di quanto sia disposto a concedergli, e del dottor Massimo Baldi, cardiologo, che avverte i lettori dei benefici e delle insidie che nella corsa si preparano per chiunque voglia praticarla seriamente. Ogni corsa è preceduta dalla descrizione dei tempi e dei modi di preparazione, della fatica psichica e fisica che precedono il momento in cui chi corre calca il primo passo oltre la partenza. Divagazioni di un “runner a tempo perso”. Divagazioni filosofiche scaturite da corse lunghe e brevi, sotto casa, per arrivare alle ultramaratone, in un processo di trasformazione fisica e mentale, in cui vengono superati gli ostacoli fisici momentanei e mentali. I pensieri costituiscono una parte importante del libro, il loro nascere per ragioni spesso insondabili, il loro riassorbirsi nel corpo sottoposto a uno sforzo che ne libera energie sopite. È un libro sull’unione tra mente e corpo. Quasi una filosofia, ispirata da maestri del pensiero e della scrittura come Mark Rowlands e Murakami Haruki. -
Lo strano caso del commissario Cirillo
Una storia originale, ambientata per le strade di Napoli, che l'autore ha saputo narrare con sintesi e grande coinvolgimento. Un poliziesco in stile Montalbano che non annoia, ma anzi con leggerezza, una qualità importante nella letteratura di genere, ci offre lo spunto per leggere un romanzo piacevole e divertente. Prendono vita così le avventure del commissario Antonio Cirillo, alle prese con una scomparsa insolita e con un traffico illecito gestito dalla camorra, che lo porterà a fare dolorose scoperte ma anche a poter dare una svolta alla sua vita. Una lettura scorrevole, che sarà apprezzata soprattutto nel capoluogo campano, città dell'autore, ma che potrà trovare successo anche nella schiera di amanti del nuovo poliziesco all'italiana di cui ilMaestro Camilleri è stato il capostipite. A lui il merito di aver ridato vita a un modo tutto italiano di scrivere queste storie, riavvicinando anche gli autori più giovani. Primo capitolo di una saga, l'esordio del commissario Cirillo regala ai lettori a una storia ben congeniata. -
Il paese dei ribelli e la profezia di Fortepietra
Fortepietra è un piccolo paese maremmano, dipinto dall'ispirazione diretta della gente del posto: vive delle tradizioni e della forza della gente, vive in ogni momento dei suoi profumi. Il rapido divampare di una epidemia venuta dall'est costringe gli abitanti del borgo alla segregazione; tra loro anche qualche viaggiatore in cerca di equilibrio interiore. Nasce una ribellione per difendersi, più che dall'infezione, dai criminosi rimedi imposti dalle autorità. La disubbidienza diventerà la loro salvezza e l'intuito la loro arma migliore, anche grazie alla ricomparsa di una antica profezia. -
Amori e archeologia
Un libro leggero, ma al contempo colto. L’autrice ha fatto studi di architettura e lo fa capire, inserendo qua e là descrizioni di ambienti sofisticati e richiami archeologici. La storia è intrigante, fin dall’inizio, e fa intuire episodi più che maliziosi. Tutto è molto chic, personaggi ricchi e istruiti che sanno stare al mondo e ci si trovano decisamente bene. Il veliero della vacanza in Iran diviene teatro per gli amori promiscui tra i naviganti, tutti ben disponibili per nuove esperienze, in luoghi di favola toccati da un itinerario che ciascuno può programmare per la prossima estate.