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Nome in codice Jessica. Diario di una spia
Nadine una ragazza Newyorkese, da grande vuole fare la spia, anche a costo di rompere con Steve, suo padre. La voce narrante è quella della protagonista, scritto dunque in prima persona, il lettore assiste alla vita della ragazza in diretta e instaura da subito un rapporto confidenziale. Non mancano i colpi di scena, soprattutto nel momento in cui Nadine farà la conoscenza di Miki, un uomo che porta con sé il suo terribile passato di bambino delle fogne di Bucarest. Insieme a lui nella Parigi dell'est sua sorella condivide lo stesso atroce destino. Lo scenario vede due bambini che fuggono da un paese in piena rivoluzione. Siamo a fine anni ottanta, il Dittatore ha i giorni contati ma questo non riporterà in vita le sue vittime innocenti. ""Nome in codice Jessica"""" è un romanzo spy che si ispira alla rivoluzione rumena e ai suoi figli, i bambini delle fogne. A loro ho dedicato questa storia."" -
Intercomunalità. Una rete per la coesione sociale
La 'buona pratica', che in questo libro viene descritta, racconta un progetto organizzativo messo in atto dalla Cisl di Padova tra il 2009 e il 2013 per generare collaborazioni, sinergie, amicizie, rapporti coesi dentro e fuori l'organizzazione. Un'esperienza che può tuttora essere messa in campo da qualsiasi organizzazione, al fine di poter ottenere risultati utili per le persone che si riconoscono in essa, superando diffidenze e pregiudizi, creando invece reti relazionali, sinergie collaborative, identità e rapporti di fiducia. Si tratta di far leva sulla comune appartenenza e sui valori dell'organizzazione per beneficiare del valore aggiunto che proviene da un sindacato che sa farsi continuamente nuovo, attraverso una presenza di prossimità, ancora tutta da scoprire. -
Poiesi
Ognuno di noi può vincere il proprio male, ponderando sull'autentico senso delle cose. Ma l'enigma rimane aperto... Con questi e alti versi è composta questa silloge che mira ai cuori dell'umanità, senza perdere il sorriso, la ragione, la speranza della pace e della luce, in un mondo travolto dalle tenebre. -
L' amore secondo Lucifero
Immergendosi nelle pagine si comprenderà la sofferenza e la disperazione data dalla mancanza di Amore e si apprenderà l'essenza e l'importanza del suo contrario: l'essere amati... veramente. Un'indiretta profonda analisi dell'essere umano e del rapporto con i suoi peccati, una sorta di richiamo ad un maggiore senso di responsabilità dell'uomo verso l'uomo, troppo spesso capace di trincerare dietro a falsi valori, e comportamenti assolutamente riprovevoli. Leggere questo libro significa pensare fuori da uno schema ordinario, aprendo la mente e accettando di dover fare i conti con il proprio intimo, spesso difficilmente accettabile. -
Diari e scritti pastorali. Scritti di Mons. Antonio Bello
"Diari e scritti pastorali"""" è, nello stesso tempo, il titolo e il contenuto del primo volume degli «Scritti di Mons. Antonio Bello». L'iniziativa editoriale, intrapresa congiuntamente dall'Archivio Diocesano e dalla testata «Luce e Vita», era attesa da molti ed auspicata da tanti soprattutto per la crescente attenzione suscitata dal ministero episcopale di Mons. Antonio Bello, dal 1982 vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Questo genere di letteratura rappresenta, infatti, già ad una prima occhiata, gli spazi estesi entro i quali si è dilatato l'episcopato di Mons. Bello. La vita e il governo della sua diocesi formano l'oggetto costante della sua sollecitudine pastorale: verso di essi si dirigono il suo cuore e tutta la sua anima; ad essi, però, non si restringono, anzi di lì partono per raggiungere realtà più lontane e diverse, talvolta prive di legami con la diocesi e pur sempre presenti nello spirito e negli affetti del Vescovo. I diari ne sono una testimonianza evidente." -
Mentiras. Racconti dal mondo ispanico
"Mentiras"""" parla delle passioni, latenti o meno, di donne e uomini, ragazze e ragazzi, adolescenti, alle prese con le nascenti pulsazioni che non sempre sono in grado di gestire nella giusta maniera e che sfuggono di mano prendendo le direzioni più imprevedibili. Di donne, stanche, annoiate dalla routine della quotidianità, scosse da un dolore, sopraffatte dalle incombenze e dalle preoccupazioni, che cercano di dar sfogo alla loro insoddisfazione concedendosi qualcosa di proibito che possa risvegliare passioni ormai sopite da tempo, che siano in grado di farle vivere di nuovo. Di uomini alle prese con le loro paure, con le loro insicurezze, con un corpo che non gli appartiene più e col quale ricercano una connessione grazie al soddisfacimento dei sensi. """"Mentiras"""" parla di amori, passione, rimpianti e rimorsi, di una moderna Shere-Sade, vittima di se stessa, del detective Zarco che finisce per scrutare se stesso prima che gli altri, di avventure e occasioni perse, di sentimenti più profondi che vanno al di là della fedeltà, di come a volte bisogna toccare il fondo per essere in grado di ricominciare." -
Amapolas. Racconti dal mondo ispanico
Amapolas narra dell'amore e odio di Rimbaud e Verlaine, di un moderno Dorian Gray e di suo marito che lo aspetta a casa, di passioni che sembrano un ossimoro nella propria essenza, come quella tra un ebreo e un sergente tedesco. Ma ancora, nelle pagine dell'antologia è possibile immedesimarsi in Claudio, Jaime, Jim e Santiago, o in Paula, Regina, Clara, Vanesa o nei ""Belli Addormentati"""" che restano in attesa che qualcosa o qualcuno possa risvegliarli. La mappa dei venti racconti non ci porta solo dalla Spagna al Cile, al Messico, all'Argentina, alla Colombia, passando per gli Stati Uniti, ma ci conduce da luoghi remoti e dimenticati fino alle dicotomiche realtà metropolitane, ricche di occasioni ma spesso ancor più problematiche. Nell'antologia, il lettore si perde in viaggi onirici che esplorano amori angelici, in luoghi che trascendono il corpo e la realtà, ma allo stesso tempo si trova a fare i conti con la dimensione burocratica dell'amore: quella delle unioni civili e dei diritti dei cittadini. Quelli di Amapolas sono amori veri, intensi, passionali, talvolta addirittura violenti, e che di certo esplorano tutte le sfaccettature e le implicazioni del sentimento che muove il mondo, libero dalle gabbie identitarie e dai confini di genere."" -
Le novelle marinaresche di Mastro Catrame
Non avete udito mai parlare di mastro Catrame? No?... Nessuno conosce il suo nome, né dove sia nato o dove abbia vissuto quel vecchio lupo di mare dalla barba bianca, il passo sbilenco e il viso cotto e ricotto dal sole. Uomo di poche parole, superstizioso, terrorizzato dalla terraferma, mastro Catrame ha una grande dote: è un ottimo narratore. Una sera, punito per essere stato trovato ubriaco sulla nave, il capitano gli impone di «sciogliere la lingua» e di raccontare storie per dodici sere. Armato di pipa e bottiglia, e tra la generale incredulità, il marinaio inizia un fantastico viaggio nella memoria, tra vascelli fantasma, naufraghi e sirene... -
Stan the Man. Un nuovo immaginario tra fumetti e media
Con un intervista del 1988. -
Big Banana
In una New York di fine millennio, su cui incombe la tragedia dell'11 settembre, il giovane protagonista del libro, l'honduregno Eduardo Lin, tenta di affermarsi nel mondo dello spettacolo e intanto sbarca il lunario lavorando come operaio in un'impresa edile. La convivenza con altri latinos della Grande Mela, scandita da feste, droghe e un'assoluta libertà sessuale, delinea un mondo nel quale emergono le luci abbaglianti e i contrasti del sogno migratorio. L'unico filo che ancora lega Eduardo alla terra natale è quello della New York Telephone con cui tiene accesa la passione per la sua Mirian, rimasta in Honduras per costruire un paese migliore anche attraverso il suo attivismo politico. Quesada racconta con ironia, disincanto e profondo realismo il conflitto e il difficile processo di integrazione delle comunità ispaniche nella società statunitense, a cui fa da contraltare la realtà honduregna, che si insinua pagina dopo pagina nelle pieghe della narrazione. -
Il vecchio che parlava alle piante
Il Ministero vuole trasformare l'abbazia di Massombrosa in complesso turistico: una decisione che stravolge la tranquilla vita dei monaci, compresa quella del vecchio speziale, padre Gregorio, custode di uno stravagante segreto. Prende così avvio un lungo racconto dai contorni sfumati, tutto tessuto intorno alla meraviglia delle piccole cose quotidiane. Una calda tisana di erbe scelte,l'odore delle pagine dei vecchi manoscritti, la musica di un vecchio giradischi, diventano così i segni di un mondo e di una umanità che resistono ai cambiamenti imposti dall'inesorabile scorrere del tempo. -
I Paladini di Francia
La Storia dei Paladini di Francia è un lungo romanzo cavalleresco a dispense di dubbia attribuzione, anche se in certa tradizione la paternità è affidata a Giusto Lodico. Il libro cuce insieme i vari episodi del Ciclo carolingio dando loro una successione cronologica. Nel 1895 e 1902 l'opera fu ristampata con episodi aggiuntivi redatti dall'editore palermitano Giuseppe Leggio. Questo libro è la fonte primaria dell'Opera dei Pupi. -
Il tempo che resta
In un istituto una donna esce dalla sua stanza per incontrare la sua psicologa. È Anna, la protagonista di questa storia, una donna dal passato complicato e segnata dal disagio di un'infanzia vissuta in povertà. Dall'età scolare, passando dalla giovinezza fino all'età adulta, la vita di Anna si svolge nel tentativo di sfuggire alla miseria umiliante e alla solitudine. Molti anni più tardi Anna diventerà una donna emancipata, ma il senso d'inferiorità e la paura di essere abbandonata saranno la sua prigione fino a condurla in un vortice di paranoie dalle estreme conseguenze. -
San Gennaro non dice mai no
Nel marzo del 1947 Giuseppe Marotta torna a Napoli dopo vent'anni d'assenza. Quella che si trova davanti è una città appena uscita dalla guerra, misera, non più ""milionaria"""", ma segnata da innumerevoli ferite e costretta a individuare nuove forme di sopravvivenza, armata di coraggio, pazienza e saggezza popolare. Marotta mette in scena esistenze disperate, nuove forme di ricchezza che si realizzano attraverso l'arte di arrangiarsi o i traffici del mercato nero: una varietà umana che lo scrittore intercetta per le piazze, nelle strade, nei vicoli e fin dentro ai bassi. Col piglio del giornalista d'inchiesta l'autore manifesta l'attaccamento alle proprie origini mediante la voce di pescatori, pupari, musicisti, compositori, famigerati delinquenti, mariuoli galantuomini e poeti; personaggi che trovano la forza per sopportare la propria condizione nella devozione ai santi, declinata anche nelle sue forme più superstiziose, e che in San Gennaro trova il suo simbolo. Comparso per la prima volta nel 1948, """"San Gennaro non dice mai no"""" è un ritratto affettuoso e ironico, ulteriore tassello letterario, con La Capria, Rea, Ortese, Márai e altri, di quella città che da secoli, nei suoi conflitti e contraddizioni, infiamma l'immaginazione di chi vi nasce o di chi la incontra. Prefazione di Alessio Forgione."" -
Sopravvissuti
"Per un po' restarono a guardarsi. Come avevano smesso di fare quando si erano spezzati. Per un po' restarono l'uno di fronte all'altro. Due orfani a fare i conti con la sopravvivenza.""""" -
La memoria dell'uguale
«Una prosa talentuosa i cui personaggi esercitano mestieri e muovono destini impossibili» - Orazio Labbate, la LetturaUn uomo d'affari trova per caso le chiavi di un seminterrato in zona porto: chi vi mette piede guarisce da ogni tormento e tuttavia incontra la morte. Un gesto avventato genera una crepa nel tessuto spazio-temporale. Un ragazzino riceve dal nonno un misterioso libro in cui si scrive, mente accade, la storia della sua etnia. Una città imperiale, dopo 105 anni, si trova a dover compiere un omicidio rituale. Un giovane scrittore offre il suo corpo a pericolosi esperimenti scientifici. Un detective consacra il suo acume e la sua voglia di vivere allo scioglimento di delitti impossibili: i crimini senza movente. Nei nove racconti che compongono il libro, Alfredo Zucchi indaga i temi della memoria, dell'illusione e del tempo. Spinti dal desiderio di esprimere l'inesprimibile, i personaggi agiscono secondo una logica cumulativa che trova la propria misura nell'ultimo racconto, ""Il luogo ovvero il caso"""", dove l'intero universo del libro - luoghi, figure e simboli - sembra confluire."" -
O d'amarti o morire
Certe volte le cose vanno tanto male che una può decidere d'ammazzarsi. Altre volte, invece, vanno peggio e succede che dopo morta una si ritrova sulla station wagon dell'uomo che l'ha sedotta e abbandonata a fare i conti con tutte le rogne a cui voleva sottrarsi. Lei è una donna qualunque. Lui un attore affetto da una forma acuta di narcisismo. Gli scenari e i personaggi quelli di un piccolo mondo ordinario, di un'Italia provinciale. Dopo la collera iniziale, la protagonista decide di abbandonarsi all'avventura cercando di trarne il migliore insegnamento possibile. Per raccontarlo, sceglie la forma della cantafavola, tra lepidezze prosastiche e qualche condiscendenza alla poesia. Poco alla volta scopre che dall'anomala condizione di fantasma il percorso di autoconoscenza sembra perfino presentare qualche vantaggio. -
Manodopera
L’anonimo dipendente di un supermercato racconta le sue giornate tra i corridoi e gli scaffali, descrive il feticismo delle merci, il controllo sui corpi, gli effetti inesorabili di un mondo dove tutto si vende e si compra.rnAd accompagnarlo ci sono altre voci, più riconoscibili: Isabel, Gloria, Enrique, Gabriel, Sonia, Andrés, Pedro, conviventi forzati di uno spazio che non può dirsi casa, dove l’empatia della condivisione è soppiantata dalle logiche ciniche della sopravvivenza, dove ciò che conta è la tirannia del contratto, l’oscenità del turno, il licenziamento di massa, l’occhio implacabile del supervisore; dove il corpo è l’ultimo vestigio di un’irreversibile degradazione.rnrnManodopera offre una cruda, eppure profondamente realistica, lettura del sistema di produzione neoliberale, interpretando in filigrana le sue perversioni.rnCon una prosa visionaria, incalzante, allegorica, Diamela Eltit immerge il lettore in un universo estremo capace di incarnare le molteplici sfumature della violenza, della degenerazione e dello svilimento del mondo del lavoro. -
Mandibula
Un'adolescente appassionata di horror e creepypasta (storie macabre che circolano su internet) si sveglia legata in una capanna in mezzo alla foresta. A rapirla non è uno sconosciuto, ma la sua insegnante di letteratura, una giovane donna che lei e le sue amiche hanno tormentato per mesi in una scuola d'élite. Presto, tuttavia, i motivi del rapimento si sveleranno molto più oscuri del bullismo subito dall'insegnante: un inquietante amore giovanile, un inaspettato tradimento e alcuni riti iniziatici ispirati a leggende urbane virali e terrificanti sviluppate su internet. Sperimentando con il linguaggio e con i salti temporali, in ""Mandibula"""" Mónica Ojeda esplora i temi del doppio, le varie sfaccettature della paura, la violenza che si annida nell'amore, le relazioni tra donne nell'adolescenza e il rapporto madre-figlia. El País lo ha classificato al dodicesimo posto nella lista dei cinquanta migliori libri del 2018. Nello stesso anno, """"Mandibula"""" è stato anche selezionato come uno dei dieci finalisti per il Premio Biennale del romanzo Mario Vargas Llosa."" -
Mattinate napoletane
Dopo aver lasciato gli studi di medicina per dedicarsi al giornalismo Salvatore Di Giacomo si fece interprete di quello che amava definire il ""verismo sentimentale"""", cioè una scrittura capace di cogliere nella miseria impercettibili sfumature, elementi che sfuggono all'occhio poco allenato. E """"Mattinate napoletane"""", apparso per la prima volta nel 1886, è rappresentazione viva di questo spirito narrativo. In queste quindici novelle, mescolando storie bizzarre, come quella del canarino poeta, ad altre decisamente più comuni, come quella di Fortunata, la fiorista accoltellata dal marito geloso, Di Giacomo accompagna il lettore per i vicoli pullulanti di vita realizzando un preciso e crudo ritratto di quella che il medico svedese Axel Munthe definì «la città dolente»: la Napoli di fine Ottocento. Prefazione di Marco Perillo.""