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Gragnano. Dalla valle dei Molini alla città della pasta. Con mappa
Il volume nasce dalla volontà di valorizzare un'importantissima pianta commissionata dalla famiglia Chiroga, risalente alla seconda metà del Settecento, dove è mirabilmente delineata la planimetria di Gragnano e soprattutto il complesso sistema arterioso degli acquedotti che collegavano i diversi casali di cui si componeva la città, ai quali erano legati numerosi molini che traevano dall'acqua l'indispensabile forza motrice. Analizzando la pianta colpiscono le profonde trasformazioni urbanistiche che nel corso dell'Ottocento hanno mutato il volto di Gragnano attraverso l'intervento pubblico (...) Il lavoro, che ha come filo conduttore un percorso topografico e cronologico (tra il XVIII e il XX secolo)... (e le) indagini storiche e iconografiche hanno mostrato che il motore di tutto il fenomeno di trasformazione urbanistica di Gragnano ha un nome preciso: la pasta. -
Le tarantelle della vita
La tarantella è una danza popolare che in Costiera si può considerare del passato. A Ravello, fino a poco più di trent'anni fa, la tarantella dei grandi e quella dei piccoli, la più acclamata, erano il momento clou di ogni festa. Al suono della fisarmonica, tamburelli e nacchere scandivano il ritmo, mentre ammiccanti e vezzose si susseguivano le ""figure"""", le scene. L'andamento ora più, ora meno vorticoso delle traversie della vita ricorda quella danza, come il linguaggio locale ha codificato. """"Queste sono le tarantelle della vita!"""" è spesso l'amaro commento che conclude il racconto di un'avventura. Protagonisti dei racconti biografici i nostri anziani: donne e uomini forti, che hanno affrontato con coraggio le difficoltà del loro tempo ed ora, con le loro storie, ce ne fanno rivivere l'atmosfera"" -
Carta del potenziale archeologico e del patrimonio edilizio storico del Comune di Gragnano (NA)
Questo volume nasce dalla prescrizione fatta dalla Soprintendenza Speciale Pompei al Comune di Gragnano di dotarsi di una Carta del Potenziale Archeologico in appoggio al Piano Urbanistico Comunale (PUC) adottato nell'ottobre del 2015. Fin dall'origine di questo studio ci siamo resi conto di come da quest'azione di analisi del patrimonio archeologico gragnanese potesse nascere, oltre che uno strumento di tutela e programmazione territoriale, anche un valido mezzo di ""conoscenza per la valorizzazione"""". La prima fase del lavoro è stata quella della raccolta del materiale d'archivio conservato nell'Ufficio Tecnico del Comune, in quelli della Soprintendenza, e presso l'Archivio di Stato di Napoli. Inoltre è stata dettagliatamente analizzata la vasta bibliografia relativa alla ricerca geologica, archeologica e storico-artistica riguardante il territorio di Gragnano."" -
Interscambi socio-culturali edi economici fra le città marinare d'Italia e l'Occidente dagli Osservatori mediterranei
Leggere la storia di Amalfi dall'esterno, a partire dalle attività degli amalfitani fuori patria, per verificare quanto le fonti delle altre aree mediterranee potessero contribuire a chiarire i molti temi ancora aperti: attraverso il caso amalfitano, si intende proporre una lettura della funzione economica degli scali delle grandi aree di approvvigionamento di materie prime, derrate alimentari e beni di largo consumo nei secoli XII-XV, in rapporto alle più evolute economie mercantili e finanziarie (con gli esempi, tra gli altri, di Napoli, Venezia, Ragusa, Maiorca, Valencia, Cagliari, Marsiglia, Genova, Pisa, Roma) e il ruolo della componente locale nell'organizzazione del mercato. -
Spazi economici e circuiti commerciali nel Mediterraneo del Trecento. Atti del Convegno internazionale di studi (Amalfi, 4-5 giugno 2016)
La scommessa che nel presente volume si è azzardata è quella di provare a definire più esattamente il commercio nel Mediterraneo del Trecento, individuando e definendone gli spazi e le relazioni commerciali. Fernand Braudel preferiva evocare con il nome di economia mondo, regno incontrastato delle grandi marinerie dell'epoca (Genova, Venezia, in subordine Pisa, in seguito e in forma diversa Firenze, in un secondo momento Barcellona); ma vi sono, all'interno di quelli, anche spazi commerciali più ristretti, disegnati e coperti da economie certo di respiro più regionale ma comunque all'epoca ben presenti su quello scacchiere, importanti e significative. -
Edward Lear, visioni inedite della Costa di Amalfi
Edward Lear fu un'originale figura di spicco dell'Inghilterra vittoriana dalle molteplici sfaccettature: poeta ed iniziatore del «nonsense», artista particolarmente prolifico ed instancabile viaggiatore. Questo volume riunisce per la prima volta un intero corpo di opere d'arte, eseguite nel corso dei soggiorni che Lear trascorse nel territorio della Costa di Amalfi nel 1838 e nel 1844 - inedite e finora sconosciute alla critica artistica locale - possedute da istituzioni, musei e biblioteche americane ed europee. Ben 115 illustrazioni a colori - tra acquerelli, schizzi e disegni - compongono un variopinto caleidoscopio di immagini in cui si formano visioni inedite ed autentiche dell'intero territorio costiero amalfitano riprodotto, sinanche nei suoi anfratti più nascosti, con quella fedeltà topografica che contraddistingue, e oggi fa apprezzare, soprattutto i disegni di Edward Lear. -
Ruderi medievali della Costiera Amalfitana. Diffusione e caratterizzazione del paesaggio
A differenza del versante nord-ovest della penisola sorrentino-amalfitana, in cui le vestigia di antiche testimonianze architettoniche appartengono soprattutto all'età romana, nell'opposta costiera, ossia nell'amalfitana, prevalgono nettamente quelle medievali, generalmente riferibili all'arco temporale che va dal tempo del Ducato all'inizio dell'infeudazione, ovvero dal IX al XIV secolo. Queste ultime costituiscono un considerevole patrimonio, singolare in virtù degli intensi rapporti culturali intercorsi tra gli intraprendenti naviganti amalfitani ed esponenti delle civiltà bizantina ed islamica. -
Opulenta societas. Gli amalfitani in età normanna (1131-1194)
«La venuta dei Normanni nell'Italia meridionale trovava Amalfi all'apogeo della sua fortuna commerciale». Così scrive Giuseppe Galasso in un suo celebre saggio del 1959, ponendosi controcorrente nei confronti della storiografia del tempo, la quale affermava che la perdita dell'indipendenza aveva determinato la crisi politica e la graduale decadenza economica della repubblica marinara.Tra il 1100 e il 1194 Amalfi godette, al contrario, di alcune forme di autonomia, che la rendevano a volte ""semindipendente"""" e a volte """"semidipendente"""" rispetto al potere centrale normanno dapprima ducale e poi regale."" -
La pittura del '600 e del '700 a Napoli e in Costa d'Amalfi
Il presente volume è il terzo di un'opera di inquadramento del patrimonio artistico presente in Costa d'Amalfi. Il primo dal titolo ""Le culture artistiche del Medioevo in Costa d'Amalfi"""" vide la luce nel 2003. Il secondo """"Vicende artistiche fra Napoli e la Costa d'Amalfi in età moderna"""", nel 2005. Nel frattempo nuovi studi ed aggiornamenti sono intervenuti, spesso specifici su singole opere, ma mai con una visione complessiva dell'intero territorio. Il libro sulla pittura del Sei-Settecento è organizzato su un doppio livello: quello della illustrazione delle dinamiche artistiche nella capitale Napoli attraverso il profilo dei suoi principali protagonisti, e quello delle opere presenti in Costa d'Amalfi. È stata questa una scelta voluta per consentire anche ai non specialisti di poter agevolmente comprendere e collocare le opere d'arte del territorio."" -
Gli avori medievali di Amalfi e Salerno
Questo volume propone, in maniera sintetica, gli esiti di un progetto di studio interdisciplinare condotto sugli avori di Amalfi e Salerno: il gruppo più ampio di avori medievali conservatisi. Iniziato con un incontro internazionale promosso dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana nel Dicembre 2009,il progetto ha conosciuto altre tappe fondamentali di confronto tra studiosi: a Dumbarton Oaks-Harvard University di Washington DC nel Giugno 2011 e quindi al Kunsthistorisches Institut/Max-Planck-Institut di Firenze nel Giugno 2012. Evidenziando i numerosi punti interrogativi che ancora rimangono a proposito della committenza e quindi della cronologia, della concezione, dell'ambito produttivo, della destinazione degli avori di Amalfi e Salerno, i contributi qui raccolti offrono nuove prospettive di studio. Gli avori infatti sono stati presi in esame nel ricco scenario dei pellegrinaggi, dei rapporti politici, degli scambi commerciali, scientifici, artistici, che contraddistinsero la vivace città di Amalfi, la capitale di 'terraferma' dei domini normanni in Italia meridionale, ossia Salerno, e il resto del Mediterraneo medievale. -
Le vetrerie di Vietri tra Ottocento e Novecento
Non solo ceramica. Oramai l'attività produttiva trainante l'economia vietrese è la ceramica, nella quale operano delle fabbriche, un nutrito numero di laboratori artigianali, non privi di esperienze artistiche, e soprattutto una miriade di negozi che intercettano il mercato turistico e lo alimentano nello stesso tempo. Nel passato, accanto alla ceramica, altri comparti produttivi fecero di Vietri sul Mare un polo produttivo di non poco rilievo. Oltre alla storia della ceramica, Aniello Tesauro si è prefisso anche l'obiettivo di portare alla luce testimonianze storiche su altri settori ""industriali"""", che nel passato hanno costituito una peculiarità del nostro territorio. Tra esse un posto di rilievo merita la produzione del vetro, che dopo una iniziale e concentrata esperienza tra la seconda metà del Seicento e gli inizi del Settecento, fu ripresa nei secoli XIX e XX assumendo il primato nella provincia di Salerno."" -
La ceramica a Vietri e nel Salernitano dal VI al XIX secolo. Ediz. illustrata
Non ci può essere storia dell'arte senza un approccio geografico. Il testo approntato da Giacinto Tortolani, studioso di ceramica da un quarantennio che ha all'attivo numerose pubblicazioni sulla produzione vietrese e campana dal Medioevo all'età contemporanea, indaga lo sviluppo della produzione artistica nel Salernitano, seguendo un modello nel quale rientra una particolare attenzione al territorio entro cui essa si sviluppa, alle dinamiche che sottendono alla diffusione delle tipologie e delle iconografie, alla distribuzione del peso specifico dei singoli centri per l'affermazione di particolari forme artistiche. -
Il privilegio napoletano del 1190 a favore di Ravellesi, Scalesi e Amalfitani
Il privilegio napoletano del 1190 a favore di ravellesi, scalesi ed amalfitani residenti ed operanti nella città segna il riconoscimento dell'importanza assunta da queste comunità per la vita economica di Napoli, a coronamento di una presenza divenuta sempre più assidua e fattiva a partire dal IX secolo. Conclusasi la breve parentesi del libero comune che deliberò, appunto con quell'atto, la piena equiparazione, ai fini fiscali, degli amalfitani ai cittadini napoletani, e non già la concessione della cittadinanza, come in genere si è ritenuto, del privilegio restò costante memoria. Il saggio prende l'avvio dalla ricostruzione della tradizione del testo del privilegio, mettendo a frutto la ignorata e più antica copia legale dell'atto, conservata tra le carte dei Processi antichi della Real camera della Sommaria, presso l'Archivio di Stato di Napoli, risalente al 1501 ma ricavata da una precedente copia legale del 1333, e recante l'indicazione di tutte e ventiquattro le sottoscrizioni dei consoli e conestabili firmatari, tralasciate, in tutto o in parte, nelle edizioni precedenti. -
Maioliche di Vietri. 1920-1960
Partendo da un piccolo catalogo originale dell'I.C.S. da lui ritrovato, l'Autore analizza il fondamentale contributo dato in chiave europea tra gli anni '20 e '60 all'evoluzione stilistica della ceramica vietrese, alla diversificazione dei temi e dei moduli compositivi, al notevole sviluppo occupazionale e alla diffusione internazionale di una moderna e fascinosa immagine della Costa di Amalfi. -
Il lessico rurale della Costiera Amalfitana. Terrazzamenti, macère, viticoltura, limonicoltura, olivicoltura, lavorazione del carbone
Questo lavoro di Giuseppe Vitolo costituisce un documento linguistico ed etnografico sulle varietà dialettali di Amalfi, delle sue frazioni e dei comuni limitrofi. La meticolosa ricerca sul campo è documentata - sulla scia di un'antica e nobile tradizione dialettologica italiana e romanza che risale all'inizio del Novecento - anche da un apparato iconografico, e, come afferma l'autore nella sua premessa, prelude alla futura realizzazione di un atlante linguistico ed etnografico di area amalfitana. Gli studi dialettologici campani si arricchiscono con quest'opera di un segmento che scava a fondo,in una prospettiva micro-areale, in un territorio storicamente di primaria importanza nell'ambito della regione ma troppo spesso trascurato - con qualche pur importante eccezione - rispetto alle principali aree metropolitane e ad alcune altre aree più frequentemente studiate come la zona flegrea, l'Irpinia e il Sannio. Gli studi micro-areali, tra l'altro, mettono in piena luce una realtà che i residenti intuiscono sempre in maniera immediata, ma che spesso sfugge a chi vive altrove, e che viene anche a volte dimenticata nei ragionamenti che riguardano territori più vasti: e cioè che la variazione linguistica e dialettale rappresenta un continuum che attraversa ogni più piccola contrada del mondo romanzo (e non solo di quello, naturalmente) creando ovunque una fittissima trama di specificità lessicali, grammaticali e fonetiche, e istituendo di fatto, nella infinita pluralità degli accenti e dei vernacoli, le stesse identità locali quanto e forse più di tanti altri aspetti della vita sociale. -
Visioni del Sud. Scritti interculturali 1988-2018
"Il mio Sud è l'alterità di un mondo le cui regole non sono quelle del Nord, un Sud in cui spontaneità, magnanimità e una umanità immediata vincono sempre e fanno dimenticare i difetti della condizione umana. Il mio Sud è il punto cardinale dove anima e mente si aprono a nuove idee ed esperienze insolite. Il mio Sud è il tentativo di vedere con occhi tedeschi quando sono in Italia e con occhi italiani quando sono in Germania. Il mio Sud è infine il Sud di coloro che lo hanno visto prima di me, con ben altri occhi. Le loro visioni in letteratura e arte, in relazioni di viaggio, in poesie e romanzi, in lettere e iscrizioni, in materiali editi e inediti mi hanno accompagnato come bagaglio mentale, insegnandomi a scoprire quello che non si vede più con i propri occhi. Il mio Sud, dunque, è il tentativo di rispondere con i miei mezzi al fascino che il Sud ha sempre esercitato su di me: con la ricerca e la scrittura. Questo volume ne è la testimonianza""""." -
Il sistema dei terrazzamenti in Costiera Amalfitana
Il paesaggio rurale italiano è stato fortemente stratificato e modellato dalle attività agricole, forestali, pastorali e dalle impronte che tante civiltà hanno lasciato in ogni regione nel corso dei secoli. In Italia abbiamo molti esempi di colline e pendii lavorati, trasformati dall'uomo e resi produttivi ed adatti alle più svariate colture. La regione Campania, in particolare, conserva numerosi esempi di sistemi terrazzati realizzati negli ultimi millenni, essendo l'intera zona una delle più ricche e stratificate in tutta l'area mediterranea sia dal punto di vista morfologico che idrogeologico. Terrazzare un terreno non significa soltanto diminuire ed addolcire la pendenza di un pendio per renderlo praticabile e coltivabile ma anche ridefinire la struttura urbanistica e tipologica del territorio, studiare e stabilire l'orientamento e l'esposizione dei terreni, regolare le pendenze ed il livello di scorrimento delle acque. Il sistema dei terrazzamenti amalfitani, in tal senso, rappresenta certamente un esempio unico, di grandissimo valore storico, paesaggistico e rurale: una tecnica tradizionale complessa che si integra perfettamente con il paesaggio locale: le ""piazze"""", i muretti a secco, i giardini pensili, i boschi di castagno, i canali e i pergolati sono elementi peculiari e distintivi di tutta la costa che la rendono immediatamente riconoscibile ed unica."" -
La conquista e l'insediamento dei Normanni e le città del Mezzogiorno italiano. Atti del Convegno Internazionale di studi, Salerno-Amalfi, 10-11 novembre 2017
Le poche fonti narrative che trattano della conquista normanna (in particolare Amato di Montecassino e Guglielmo Appulo) rimandano al 1017 come anno in cui gruppi di ""cavalieri"""" normanni, giunti soprattutto dalla Normandia ma anche da altre località dell'attuale Francia settentrionale, iniziarono una serie di operazioni militari in Puglia in funzione antibizantina: prodromi di quell'inarrestabile successo bellico - frammisto ad una notevole abilità politica e diplomatica - che avrebbe portato i Normanni a detenere il controllo di quasi tutta l'Italia meridionale entro gli ultimi decenni dell'XI secolo. La scadenza del millenario da quelle prime e fondamentali azioni militari, dunque, è sembrata costituire l'occasione per un rilancio della tematica inerente il rapporto città meridionali - Normanni, che aggiorni il quadro storiografico esistente proponendo ulteriori riflessioni e nuovi dati sui quali indagare. Si è, infine, pensato di comprendere l'arco cronologico interessato dalle relazioni tra gli inizi dell'XI secolo e la prima metà del XII, o almeno fino a quel 1130 in cui, con la creazione del Regno, si avviarono processi storici che, è noto, richiedono griglie interpretative diverse, adatte a scenari profondamente mutati rispetto al periodo della conquista e dell'insediamento."" -
Lisa Krugell, riscoperta di un'artista
Elisabeth (Lisa) Krugell (Strasburgo, 29 dicembre 1893 - Minori, 19 ottobre 1977). Il sole, il mare, la luce della Costiera Amalfi tana, l'ombra sinistra della guerra e una donna di grande talento creativo, libera, solitaria, di fascino misterioso ed eccentrico. Sono questi gli elementi su cui si fonda questo volume, scritto con competenza, passione e rigoroso metodo storico-artistico, sul filo di un ricordo ancora vivo, da una giovane studiosa, Federica Porpora Anastasio. Si tratta della vera e propria riscoperta di una brava pittrice di origine alsaziana, ma lungamente vissuta a Minori: Lisa Krugell. Il testo è ricco di osservazioni, un profilo umano della pittrice e dell'humus sociale e culturale in cui è vissuta, che diventa memoria di una stagione ormai lontana e irrimediabilmente passata, ma anche finalmente un catalogo delle sue opere di grande completezza. Un volume da studiare con cura che ci permette di capire fino in fondo la sorprendente anima così mediterranea di una talentuosa pittrice del Nord, che ha trovato in un angolo di paradiso nostrano la sua dimensione artistica e umana. -
La grande battaglia navale di Capo d'Orso 28 aprile 1528
Nella storia dell'Italia moderna ci si dimentica spesso del mare e di ciò che vi è avvenuto, e Amalfi ne è un caso poiché proprio su di esso ha iniziato la sua fortuna. Agli inizi del 1500 la Francia, che non aveva mai dimenticato d'esser stata per secoli padrona e donna del Meridione, voleva reimpossessarsi del Regno di Napoli, saldamente in mano della Spagna da un ventennio e vi inviò un esercito di terra. Sul mare si appoggiò al genovese Andrea Doria che costituì una flotta di tecnici esperti. Le navi spagnole si scontrarono con le Doria al largo di Capodorso-Erchie-Fonti nel 1528 in una poderosa battaglia navale in cui avvenne fra l'altro un caso straordinario e raro nella storia della Spagna moderna, l'uccisione cioè del Viceré Ugo de Moncada che era al comando della flotta napoletana. Il libro passa in rassegna tutte le vicende di merito, i riflessi storici e letterari che se ne ebbero, le personalità insigni che vi parteciparono.