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Caro compagno compagnevole
Con il Glossario politico dannunziano del carteggio con Mussolini, relativo al ventennio 1919 - 1938, si è di fronte al meritorio atto d'indagine testuale condotto su uno dei rapporti epistolari più discussi della storia italiana, ovvero quello intercorso, per un ventennio, tra l'intellettuale abruzzese, il Vate Gabriele D'Annunzio, e l'emissario del potere che ebbe nella figura del Duce, il Cavaliere Benito Mussolini, una personalità eccentrica e difficilmente contrastabile. Ne viene fuori lo spaccato di un rapporto tra intellettuale e potere, molto mosso, tra la vis dannunziana contrassegnata dal motto ardisco e non ordisco e il decisionismo dell'uomo forte, del Duce circondato da uno stuolo di mestatori, i capi fascisti, così definiti dal poeta, rei di deviare e falsamente indicare al capo del governo gli obiettivi da perseguire nel suo agire politico. -
Vincenzo Migliaro (1858-1938). Il pittore di Napoli
Vincenzo Migliaro è stato, e resta ancora oggi, tra gli interpreti più autentici e disincantati di una città il cui passato sembra aver lasciato tracce riconoscibili solo per gli osservatori più attenti. Migliaro, pittore etnico per eccellenza, rimase infatti fedele fino alla fine dei suoi giorni ad una ricerca pittorica di raro rigore intellettuale (""Ho lavorato sempre. Sono povero"""") che individuava nella storia della città la chiave per decifrare umori e inclinazioni della sua gente. Il volume, nell'edizione cartonata con cofanetto, si presenta con un ricco apparato fotografico di circa 100 tavole a colori, di cui oltre 50 rari inediti. L'autore ripercorre la vicenda umana e artistica del maestro napoletano con partecipazione e lucidità di analisi. Inoltre contiene testimonianze rare, raccolte dalla viva voce di chi conobbe Vincenzo Migliaro o tramandate ai propri discendenti come patrimonio di cultura."" -
Francesco Ippoliti. Un anarchico abruzzese agli inizi del Novecento
Francesco Ippoliti, era nato il 12 febbraio 1865 da Silverio Ippoliti, un piccolo proprietario terriero, e da Rachele Ottavi. Compì gli studi a Napoli dove si laureò in Medicina e Chirurgia. Qui si formò in un'atmosfera repubblicana e positivista, per abbracciare successivamente la dottrina anarchica del socialismo, manifestando idee anarchiche in corrispondenza col noto anarchico di Roma Temistocle Ponticelli. Determinante, per la sua formazione politica, fu il rapporto con Monticelli, figura di rilievo nella storia del movimento anarchico italiano e il marchigiano Ottorino Manni con il quale strinse amicizia. Divenne ""il medico dei poveri"""". Si dedicò infatti ad assistere soprattutto la povera gente, dalla quale non pretendeva alcun pagamento. Il Principe Torlonia, prosciugando il Fucino, il terzo lago italiano quanto a grandezza, strappò dalle acque fece 16.000 ettari di terreni da coltivare, istituendo un suo feudo e governato secondo regole medievali, sostenuto dal clero e dalle forze dell'ordine corrotte. Ippoliti, rappresentò il vero spirito della rivolta, incitando i contadini alla ribellione del """"regime feudale"""" nei movimenti di lotta contro lo sfruttamento del loro lavoro. Francesco Ippoliti, morì solo e dimenticato il 7 gennaio del 1938. Abbracciò l'anarchia e fu francescano al tempo stesso, anche se non uomo di fede. Decise di spogliarsi di ogni bene, per essere coerente con la sua scelta: """"Povero fra i poveri, per non essere complice""""."" -
D'Annunzio orbo veggente
Riti, simboli cristiani e massonici nella Prioria del Vittoriale. Nel libro, ""D'Annunzio Orbo veggente"""", l'autore evidenzia come l'occulto in senso lato sia stato una delle componenti fondamentali dell'esistenza di d'Annunzio, come uomo, letterato ed eroe di guerra; ci mostra, inoltre, quanto l'occulto sia stato presente nell'opera del Poeta, nella vita, nelle abitudini, come religione, religiosità, spiritismo, conoscenza e frequentazione di medium, veggenti e cartomanti. È, così, ripercorsa l'intera vita di d'Annunzio con una ricostruzione biografica completamente diversa dalle versioni ufficiali. Alcuni particolari, evidenziati dall'autore, inducono ad ipotizzare che sia avvenuta per ingestione volontaria di veleno, del cui effetto era perfettamente consapevole. L'autore, già in altre occasioni, attraverso le interviste rilasciate da Emy Heufler, la prima ad accorrere nel momento del malore fatale, da Giuditta Franzoni, da Luisa Bàccara e da Emilie Mazoyer, giunte subito dopo, ha fatto rilevare che i resoconti della morte del Poeta, tutti contrastanti e discordanti tra loro, facevano emergere la tesi del suicidio, che, per lui, sembrava essere """"una possibile conferma di un evento volutamente oscurato""""."" -
Dante e il purgatorio
Il Purgatorio è diviso in nove parti: L'Antipurgatorio, il Purgatorio vero e proprio con 7 gironi o balzi o comici, e il Paradiso terrestre. Nei 7 gironi sono puniti i 7 vizi capitali, la cui disposizione è inversa a quella dell'Inferno, andando dal peccato più grave a quello meno grave: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria. In ogni girone le anime, oltre alla pena alla quale sono condannate, devono meditare sugli esempi del vizio punito e su quelli della virtù opposta premiata. Per esempio, i superbi, oltre a portare sulle spalle un gran masso e a recitare il Pater noster, devono meditare sugli esempi di superbia punita e su quelli di umiltà premiata. Nei 7 gironi, gli esempi descritti da Dante sono complessivamente 53. Il catalogo contiene saggi di Corrado Gizzi, Carlo Fabrizio Carli, Renato Civello, Mario Marti, Gianfranco Ravasi, Giorgio Segatoe la riproduzione, a colori, delle opere esposte da otto artisti italiani: Laura Barbarini, Massimo Campi, Loris Cordenos, Barbara Fragogna, Gabrie Pittarello, Paolo Profaizer, Ruggero Savinio e Vincenzo Scolamiero. -
O cortiço
"Il cortiço"""" fu pubblicato nel 1890 a Rio de Janeiro, la città che fa da sfondo alla vicenda. È la storia del portoghese João Romão, padrone d'una bettola """"negli anditi del quartiere di Botafogo"""", e della sua caparbia ansia d'arricchirsi ed elevarsi socialmente, per la quale non guarda in faccia a nessuno. Simbolo della sua ascesa economica - e vero protagonista del romanzo, coi suoi pittoreschi personaggi ricchi di pregnante umanità - è il cortiço, abitazione collettiva delle classi umili composto da modesti alloggi con uso comune degli spazi pubblici interni." -
Atlante dei rettili d'Abruzzo
In Abruzzo sono oggi presenti 22 specie di rettili, in ambienti acquatici e di terraferma. Nel testo si racconta delle prime ricerche erpetologiche svolte dai ""pionieri"""" di questa branca della biologia, sino alla SHI Sezione Abruzzo, dal cui lavoro ultradecennale ha origine il presente volume; si illustrano gli antichi riti dei serpari; si traccia la biogeografia dell'erpetofauna regionale. Poi, nel """"cuore"""" del volume, una accurata chiave di riconoscimento consente, attraverso la semplice osservazione, di individuare a quale specie appartengono le testuggini e le tartarughe, i sauri e i serpenti. Si traccia di ciascuna specie la biologia generale e, in apposite schede, la loro distribuzione nel territorio regionale. Si racconta pure dei rettili esotici, persino un coccodrillo, rinvenuti in Abruzzo. Il tutto arricchito da piccole e grandi """"scoperte"""": vipere fotografate sulla spiaggia e sulla neve, serpenti che sempre più spesso si spingono nelle aree urbanizzate, testuggini presenti in Abruzzo sin dall'età della pietra..."" -
Dacia Maraini in scena con Marianna, Veronica, Camille e le altre
Questo volume offre un quadro sintetico ma significativo della produzione teatrale della Maraini, che ha trattato con forza e passione il difficile percorso delle donne di ogni luogo, tempo e condizione. È una straordinaria e attenta osservatrice del ricco e inafferrabile universo femminile e delle dinamiche psicologiche che lo contraddistinguono. Nei suoi scritti e nei suoi testi teatrali esplodono sentimenti dalle tinte forti, conflitti struggenti, messi in scena talvolta anche in forma esasperata, ma che arrivano con immediatezza e vigore al lettore o allo spettatore, grazie allo spirito comunicativo che caratterizza tutta la sua attività di scrittrice, drammaturga, docente. Racconta storie di tutti i tempi in un teatro d'impegno e di denuncia per accompagnare le donne emarginate, negate, violate nella lotta per l'emancipazione, per l'affermazione della propria identità, che nonostante tutto sono vitali, combattive, sempre desiderose di non essere sconfitte. Personaggi tormentati, inquietanti, contraddittori, vittime o carnefici, isolate, private della libertà, in conflitto con se stesse e con il mondo. Per coglierli e rappresentarli, ha scelto luoghi difficili, palpitanti di dolore e sangue: le carceri, la strada, le cantine in cui ha portato personalmente la sua testimonianza e il desiderio di farsi portavoce delle istanze di chi non viene ascoltato. -
D'Annunzio e la comarella
L'autrice traccia il profilo di una donna di alte qualità morali e intellettuali, quella Antonietta Treves Pesenti che dai primi decenni del secolo XX al Novecento inoltrato fu, per essere sposa dell'editore Guido Treves, al centro della vita culturale milanese e, di riflesso, di quella italiana tout court. Si succedono, di pagina in pagina, ricordi e notizie dei protagonisti della vita letteraria e artistica dell'epoca: da Gabriele d'Annunzio a Giovanni Verga, da Giacomo Puccini a Eleonora Duse, fino agli scrittori del pieno Novecento, quali Marino Moretti e Massimo Grillandi. Un tratto peculiare del carattere di Antonietta Treves vale qui la pena di sottolineare, quella disponibilità a dare l'aiuto della propria intelligenza e della propria memoria agli altri, anche se sconosciuti, soprattutto ai giovani impegnati nella ricerca e nello studio. Appunto in quest'ottica va inserito il senso di questo volume, che offre un contributo alla conoscenza di un ambiente e di un'epoca. -
Gabriele D'Annunzio pittore
Tra i tanti interessi di d'Annunzio dobbiamo annoverare anche quello di pittore; e, a dimostrare sino a che punto si dedicò a questa attività artistica, vi è questo libro, il quale ci mostra l'entità della sua inclinazione e le opere da lui realizzate. L'autore di questa ricerca è il biografo dannunziano Costanzo Gatta, figlio di Alfredo, che fu giornalista, critico musicale e teatrale del ""Giornale di Brescia"""". Costanzo ha seguito le orme paterne e, ancora oggi, dedica in maniera assidua le sue energie al giornalismo. Nel 1972, inviato a Monaco dal quotidiano """"La Notte"""" per seguire le Olimpiadi, fu uno dei due giornalisti italiani ad annunciare il blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani. Per molti anni, infatti, Gatta è stato cronista del famoso quotidiano milanese """"La Notte"""", diretto dal 1952 al 1979 da Nino Nutrizio."" -
Mia divina Eleonora
Eleonora Duse. Un'attrice. Una donna. Una leggenda. Così, semplicemente, si potrebbe sintetizzare lo straordinario percorso esistenziale ed artistico della più acclamata interprete teatrale di tutti i tempi. Il testo è un omaggio alla sua vita, costellata di successi e di eccessi, di gioie accecanti ed amarezze struggenti, ma soprattutto alla sua anima di donna appassionata e fragile, volitiva e vulnerabile. La vicenda si svolge in una stanza d'albergo a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove la Divina si trovava per una tourneé, che sarebbe stata l'ultima della sua sfolgorante carriera. Il percorso temporale si snoda a partire proprio dal suo ultimo giorno di Vita, il 21 Aprile 1924, attraverso il racconto evocativo e suggestivo della propria vicenda professionale e privata, che la Duse stessa consegna a Madeleine, sua governante-dama di compagnia. Si assiste, pertanto, a continui slittamenti temporali, e all'avvicendarsi sulla scena di altri personaggi: Arrigo Boito (poeta e librettista di Verdi), suo grande amore, Sarah Bernhardt, sua fascinosa rivale, e Gabriele d'Annunzio, con il quale costituì un vitalissimo sodalizio artistico e visse, come s'è detto, una struggente storia d'amore. Ma la protagonista assoluta è lei, solo lei: Eleonora Duse. -
La Santa fabbrica del Vittoriale nel carteggio inedito D'Annunzio-Maroni
L'ultimo tratto della parabola esistenziale di Gabriele d'Annunzio, contrassegnata dalla progressiva claustrazione nel Vittoriale, ebbe come testimone Gian Carlo Maroni, che di quella sontuosa dimora fu, per così dire, geniale coautore insieme col Poeta e, dopo la morte di questo, custode fedele. Ma, dal fitto carteggio intercorso tra i due, qui collazionato e commentato da Franco Di Tizio, emerge non tanto l'opera professionale dell'architetto Maroni, quanto piuttosto il suo speciale legame affettivo col ""Comandante"""", quella devozione sincera, quell'accettazione intelligente degli sbalzi d'umore, quella continua e piena disponibilità anche ai minimi desideri di lui, sicché negli ultimi anni è lo stesso d'Annunzio a riconoscere nel """"caro caro Gian Carlo"""" il proprio vero e unico """"fratello"""". Dal carteggio, in controluce, traspaiono gli atteggiamenti del Poeta nei confronti del regime fascista e del suo """"Capo"""": dalla rivendicazione dei propri meriti di precursore alla fervida adesione, in chiave combattentistica, all'impresa etiopica, dal disdegno per gli orpelli accademici alle perplessità sull'alleanza con la Germania hitleriana."" -
Dante e San Francesco
Alla morte di San Francesco, nel 1226, i suoi seguaci erano diverse migliaia e in pochi anni crebbero prodigiosamente. All'epoca di Dante il Francescanesimo rappresentava l'espressione più alta della religiosità e l'ideologia comune, per non dire esclusiva, degli Artisti. Strettamente legato al Francescanesimo è l'ideale pauperistico e il tema della povertà non solo veniva dibattuto, ma era al centro della vita civile e religiosa. Il dibattito degenerò in una polemica sulla povertà tra Conventuali e Spirituali che dilaniò l'Ordine francescano e tutta la Cristianità. Gli Spirituali erano per l'osservanza rigida e integrale della povertà e della regola francescana, secondo l'esempio personale di San Francesco. La corrente spirituale fu duramente perseguitata e definitivamente condannata da Giovanni XXII nel 1323. I suoi maggiori esponenti furono Pietro Olivi (1248, 49-1298) e Ubertino da Casale (1259 c. dopo il 1329) autore dell' Arbor vitae composto nel 1305. Entrambi furono lettori di teologia nello studio di Santa Croce a Firenze. Il loro insegnamento fu di una enorme importanza e si svolse nel periodo in cui l'Alighieri afferma di essersi dato alla filosofia ""ne le scuole de li religiosi e a le disputazioni de li filosofanti"""" (Conv. II -xii - 7). Il poeta conobbe forse entrambi e subì il fascino del loro insegnamento."" -
Symbola. Dizionario della simbologia. Alchemica, araldica e muratoria
Il volume è organizzato come una sorta di dizionario per cui ogni termine viene visto alla luce delle simbologie in esso racchiuse. A riguardo dell'alchimia, si evidenzia come la stessa ""fu ed è un sapere sacro che appartiene solo a colui che ne è degno, cioè all'iniziato"""", mentre per l'araldica si sottolinea come la scienza araldica sia """"portatrice di un notevole patrimonio culturale in quanto linguaggio figurato e policromo con cui è possibile colloquiare senza limiti di lingua o di territorialità"""". Il riferimento alla simbologia muratoria laddove si ricorda la genesi delle nuove cattedrali dovute al genio di architetti ante-litteram, denominati mastri costruttori o mastri d'opera oppure più semplicemente mastri muratori. Un volume che si presta sia a una consultazione approfondita allo scopo di penetrare tutti i significati di un determinato vocabolo, sia a una lettura continua come un'opera letteraria che scava nei segreti dell'antichità."" -
Lettere al padre. Preghiera in forma di lettera
"Federica D'Amato compone tredici lettere di commento alla preghiera cristiana del Padre Nostro, scegliendo come interlocutore Comitò. Federica e Comitò si scrivono, ma l'inchiostro dell'interlocutore si sbianca, fino a cancellarsi, restano solo le parole di Federica, unica prova della comune ricerca metafisica, ossia il bisogno di ridire l'indicibile, il tentativo di cogliere gli slanci epifanici dell'assoluto nella relatività del quotidiano. Qui l'autrice non tergiversa attorno a un cristianesimo di comodo, anzi la sua prosa fortemente evocativa non lesina tensione tragica, dubbi e angosce, ma zampilla parole per qualcosa che vuole prendere voce: una brama d'amore decisa a trovare la lingua dell'amore. Federica D'Amato torna con coraggio a pregare il Padre ontologico e il padre storico, perché la preghiera lacera l'uniformità e l'opacità del visibile, strappa il mondo a se stesso, lo costringe a disgiungersi, lasciando rifiorire l'essere profondo delle cose."""" (dalla prefazione di Donato di Stasi)" -
Il confine umano. Vite in cerca di pace
Storie vere di sette rifugiati richiedenti protezione internazionale, arrivati in Italia nei Centri di accoglienza dall'Afghanistan, Iraq, Somalia, Palestina, Siria e Pakistan. Sette storie, sette frammenti di vita, sette confini ma, in fondo, un solo confine, quello umano. Nel libro è possibile riscoprire temi semplici, naturali che a volte sembrano non far più parte del nostro senso: Il profumo, L'attesa, Imparare, Il futuro, In cerca di pace, Senza possibilità, A casa. Storie, queste, che fanno annusare motivi e sensazioni rinchiusi in quel limbo, chiamato Centro di accoglienza. -
Gabriele D'Annunzio e il figlio Mario
L'autore indaga sui rapporti del poeta Gabriele d'Annunzio col figlio primogenito, Mario, e ne illustra le fasi alterne, a volte improntate a una sincera affettività, altre volte di brusco distacco. Sebbene fornito di buona cultura e di un'efficace capacità espressiva, venata dalla naturale tendenza alla battuta salace, Mario d'Annunzio fu a lungo costretto a una letargica vita di burocrate, che non gli piaceva affatto. Pur nell'andamento desultorio di cui si è detto, il suo legame col padre dura per lunghi anni, sullo sfondo di un periodo storico tra i più convulsi dell'Italia, sicché la raccolta prevalentemente epistolare, ma anche nutrita di brani giornalistici e testimonianze personali, allestita da Franco Di Tizio, si risolve in uno sguardo ad ampio raggio sulle vicende della prima metà del Novecento. Ed offre anche una probabile risposta a un interrogativo che da tempo percorre l'ormai sterminata bibliografia dannunziana: cioè, se il Vate pescarese sia stato un autentico padre o se abbia sacrificato al culto delle Muse ogni pur doveroso sentimento familiare. La risposta è racchiusa nelle dense pagine di questo volume, sicché al lettore spetta il compito di individuarla. -
Le rotte della musica. I suoni del Mediterraneo
Per gli amanti del jazz, delle musiche di improvvisazione, della world-music, per gli spiriti curiosi che vogliono entrare in contatto con la viva voce dei musicisti. Il Mediterraneo raccontato attraverso le parole dei musicisti. Ottanta protagonisti della vita musicale di una regione ampia, attraversata da suoni e ritmi di ogni provenienza, colorata da strumenti dalle mille voci. Paolo Fresu, Riccardo Tesi, Akim El Sikameya, Abaji, Franco Cerri, Gianluigi Trovesi, Bojan Z e molti altri dipingono un affresco pulsante e vivo, sempre cangiante. Un percorso estremamente libero tra incontri e influenze: artisti che hanno attraversato, nelle espressioni e nelle esperienze, il confine imposto dal mare e dalle proprie tradizioni, senza rinnegarle, per dare vita a sonorità intriganti. Il jazz e l'improvvisazione sono il filo conduttore de Le rotte della musica, un viaggio illustrato dalle fotografie di Andrea Buccella. -
Ciak si legge. Capolavori senza tempo raccontati a chi ha poco tempo
Chi di noi, quando si parla di libri, non ha risposto o si è sentito rispondere almeno una volta: ""No, non l'ho letto. Ma ho visto il film""""? A questa, ormai proverbiale, occasione s'ispira Ciak, si legge, raccolta di letture, commenti e articoli che Dario Pontuale propone per invitare alla riscoperta di alcuni grandi capolavori delle principali letterature mondiali, prestati al cinema. La scelta delle opere non segue criteri cronologici, geografici o tipologici, ma l'incontro dell'autore con quei Classici che sono entrati con forza nella sua vita di lettore. I ritratti degli autori che accompagnano i racconti sono stati realizzati per l'occasione dagli allievi della Scuola Internazionale di Comics di Padova. Disegni figurativi, concettuali, metaforici, graffianti che rilanciano il rapporto tra la parola scritta e l'immagine."" -
D'Annunzio e Antonino Liberi. Carteggio 1879-1933
Antonino Liberi nacque a Spoltore sabato 17 febbraio 1855 da Pasquale e da Fiorangela Conti, entrambi panettieri. Nel 1883 fu nominato ingegnere comunale di Pescara, su proposta di Francesco Paolo d'Annunzio, padre di Gabriele. Il 9 gennaio 1884, a seguito dell'approvazione dell'ultimo piano urbanistico da parte del Consiglio comunale, gli fu affidata l'opera di ampliamento della cittadina adriatica, che all'epoca contava oltre seimila abitanti. Nel 1892 sposò Ernestina d'Annunzio, sorella di Gabriele. Nell'edilizia privata Antonino progettò numerosi importanti villini, specialmente a Roma, dove ripropose i caratteri tipici dello stile Liberty. Nel 1924 realizzò per Vincenzo Clerico un eccentrico villino nella Pineta d'Avalos di Pescara, secondo un gusto intriso di Eclettismo ottocentesco. Fu l'ingegnere più importante d'Abruzzo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Tra d'Annunzio e Liberi intercorse un corposo carteggio, che ebbe inizio sin dall'adolescenza e si intensificò nel 1892, allorquando divennero cognati.