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Operai e contadini. Un secolo di storia e oltre
In questo affresco storico, Clemente Ferrario ci racconta gli snodi fondamentali, le conquiste e le sconfitte del movimento operaio e contadino, nel capoluogo e nella provincia pavese. Poi, con il boom, arriva anche la crisi della manodopera contadina negli anni Sessanta e la drastica riduzione della classe operaia, soprattutto a Pavia, nei decenni successivi. Fare storia locale o ricostruire microstorie - ricorda Ferrario, citando Croce - ha senso solo se si coglie «quel particolare solamente che risponde a un problema e costituisce la storia viva e attiva, la storia contemporanea». -
Il mio cielo d'oro
Una città è fatta delle sue mura e case, ma anche del cuore dei suoi cittadini - scriveva Isidoro di Siviglia. E dal cuore di Mino Milani (che, da più di settant'anni, ha casa davanti al ""suo"""" San Pietro in Ciel d'oro) sono sgorgate queste pagine su luoghi, figure, episodi della storia di Pavia, mescolati ad aneddoti - anche autobiografici, ma sempre in punta di piedi -, a riflessioni sull'allora e ora, a giudizi - quando occorreva, impietosi - sui concittadini. Il gioco corre sul filo della memoria, che - proprio come il cuore umano, manzonianamente - sappiamo essere un """"guazzabuglio""""."" -
Ritorno a Danzica. Vent'anni dopo
Un racconto dei retroscena degli scioperi nel Baltico che nell'agosto del 1980 cambiarono il volto dell'Est europeo. Una pacifica rivoluzione operaia in un paese socialista che, iniziata in sordina e sottovalutata da tutti, segnò l'inizio del crollo dell'impero sovietico. Questo libro rivisita quei luoghi a distanza di vent'anni, ricostruendo le storie dei protagonisti e gli esiti attuali. Danzica è oggi una città senza fabbriche né navi e la spinta benefica di Solidarnosc si è dissolta col tempo. Cosa sono oggi i polacchi? E come si raccontano gli operai protagonisti di qualla stagione di lotta? -
Il paese dei sogni perduti. Anni e storie argentine
C'era una volta un'Argentina ricca e felice, quella che fu ""Lamerica"""" per tanti italiani emigrati. Come oggi vadano le cose in quel paese, dopo gli anni di Peron, la dittatura militare e la presidenza di Menem, è davanti agli occhi di tutti. Laura Pariani è andata in Argentina non solo come scrittrice, ma come testimone capace di dar conto del mutamento, o meglio, della catastrofe annunciata. Incontrando argentini ed ex immigrati ricostruisce la storia di un paese che oggi pare senza memoria. Nella sua galleria sfilano personaggi a tutto tondo, assieme a ignobili persecutori, scene di massacri compiuti dai generali, rimasti impuniti, e gesti quotidiani di solidarietà."" -
Voci dall'agorà. Fotostoria della letteratura greca del Novecento
Questo testo offre un sommario esaustivo e aggiornato della letteratura neogreca, da quando, circa 130 anni fa, la ""Nuova Scuola di Atene"""" abbandonò la lingua dei classici, ormai sclerotica, per il dimotikì. Si ripercorrono l'ardua ricostruzione di una identità moderna contro la zavorra della tradizione e il tentativo, forse impossibile, di ricomporre le due anime storiche della Grecia, l'orientale e l'europea. È un germe vivace di contraddizione che ha permesso a questa giovane letteratura di attraversare i periodi bui di una monarchia ottusa, della guerra civile e della dittatura e di presentarsi oggi con le carte in regola al lettore del resto d'Europa."" -
Inseguendo le lune
A intessere le vicende di questi sei racconti sono soprattutto personaggi di donne, affettuosamente osservate e narrate dall'autore. C'è Michelle, una prostituta incontrata a Brest, dall'oscuro passato, con l'incubo del lager e la fucilazione del giovane sposo Erwan come collaborazionista. Ancora a una ragazzina di campagna, Soaz, e alla sua atroce morte in guerra, raccontata in due modi diversi, è dedicato il breve dittico omonimo. In un altro racconto compare la moglie Aline, che il narratore, reduce da un viaggio con lei a New York, attende a lungo in una camera d'albergo, scelto proprio perché posto di fronte al vecchio appartamento parigino dei genitori. Infine c'è la storia di Fanny che seduce un bibliotecario quarantenne. -
Il tempo della luce. Narrazioni sull'infinito
Da qualche anno, uno scrittore-filosofo che abita in una grande città italiana del Nord ha alzato più volte gli occhi a contemplare il cielo. I pre-testi nel vissuto sono stati i più vari: letture, fotografie (quelle stupende di Luigi Ghirri), mostre e quadri, brani musicali, una conversazione con la figlia bambina - in un caleidoscopio stupefacente che alla volta celeste tornava sempre, come a un hic et nunc mutevole e irrinunciabile a cui era impossibile arrivare in fondo e che insieme era altrettanto impossibile varcare. Ne sono nati, come altrettante finestre della mente, questi 36 foglietti destinati alla meditazione, di una grazia leggera e inimitabile e di una profondità a tutto campo. -
La cagna del ponte-La casa di via Robolini
Nella ""Cagna del ponte"""", l'autore riprende la fosca leggenda popolare di una """"stria"""", Gelinda Maffi, ambientandola nel 1820 e facendo rivivere il mito ancestrale del lupo mannaro. Lo fa attraverso documenti d'archivio della più varia natura intessuti nella lingua e nella mentalità dell'epoca. """"La casa di via Robolini"""" si sposta nel passato prossimo: una storia di un adulterio fatale, attraverso cui il lettore si immerge nel mistero che ci circonda, legandolo ancora ad atmosfere, incontri e luoghi inquietanti, fino ad arrivare al tragico quotidiano che ci circonda e a saperne accettare l'esito """"impossibile""""."" -
Il principio di Archimede
Come si vive su una ""nave della libertà"""", un residuato bellico americano comprato per nulla da un armatore senza scrupoli e comandato da un capitano inetto e vigliacco? Nel 1955, quando Davide vi è ingaggiato al suo primo imbarco, come allievo ufficiale di macchina, la nave sta andando a pezzi. La rotta corre da Genova a Baltimora e viceversa, e la traversata dell'Atlantico provoca in lui soprattutto incertezze, malesseri, nostalgie. Il lavoro è duro, incerti gli amori e le letture. Qualche inattesa e piccola felicità gli appare solo per brevi incontri, ma il protagonista non vi rinuncia, continua a esplorare come un palombaro l'abietta corruzione e le complicità che stanno dietro le apparenze."" -
Patagonia blues
Laura Pariani è andata per la prima volta a 15 anni in Argentina e in Patagonia, in un viaggio folgorante alla ricerca di un nonno che si era trasferito là. Su questo palinsesto i ritorni si sono accumulati come fonte inesauribile di scoperte di sé e della vita. Nella sua Patagonia il paesaggio del Fin del Mundo è segnato dalle ferite immedicabili dello sterminio indio. C'è uno spaesante contrasto tra la ""discrezione dei manufatti umani"""", spesso definiti """"arrugginiti"""", e la """"densa vitalità"""" della natura. Alla più alta percentuale di suicidi dell'Argentina si affiancano i residui di una affascinante cultura arcaica e magica, che sconcerta il viaggiatore. Ma quanti miti, storie e incontri indimenticabili, soprattutto quando il fuegino - un po' """"ballista"""", magari - si rivela uno straordinario affabulatore. Patagonia Blues è solo la prima puntata di un pellegrinaggio, pieno di grazia e insieme di desolazione, nello spazio e nella storia argentina."" -
Altrove
Sei storie dallo scenario del mondo ""globale"""", ambientate qua e là, nel Casertano, o a Budapest, o a Londra. Ne sono precari protagonisti tipi umani di ogni razza ed età (anche bambini) che, soffocati dallo squallore di una vita senza speranze, a malapena riescono a domandarsi come sarebbe vivere altrove. E le storie si intrecciano, i personaggi - come per una capricciosa regia del destino - si sfiorano e si incontrano in un quadro animato e policromo. Dalle collocazioni e dalle date accertate degli """"aggiornamenti biografici"""" che chiudono (e insieme dilatano) il libro, tutto induce a pensare che le storie siano vere, che l'autore le abbia raccolte dal vivo, con affetto partecipe, fossero tragiche o malinconiche, grottesche o malavitose. In questa sua prima opera narrativa, Paolo Mastroianni si dimostra capace di penetrare e raccontare la realtà polimorfa dei nostri tempi, annodandone le fila con saggezza, in assenza di ogni giudizio."" -
Zio Demostene. Vita di randagi
Il Novecento visto attraverso le vicende di una famiglia nomade e tormentata. Il nonno Antonio, autodidatta esaltato; lo zio Demostene, disertore, comunista, esule; il padre militare, reduce dalla guerra d'Africa e da un campo di prigionia in India: le vite parallele di due fratelli finiti in due campi opposti; la madre, ragazza affamata in cerca di un posto da servetta; il cugino Ferdinando, abbandonato dalla madre di fronte alla porta dei nonni ed emigrato in Brasile; altre vicende familiari accomunate da un destino di randagismo e di diaspora. Antonio Moresco qui torna indietro, all'enigma di un luogo, di un volto, di un'espressione, come il sorriso finale dello zio Demostene. -
L' eresia di Pasolini. L'avanguardia della tradizione dopo Leopardi
Profeta indifeso, disilluso e incivile, perché quella era l'unica forma possibile di coscienza civile, Pasolini si è esibito come testimone autentico dell'epoca in cui viveva. Questo scrittore scomodo si può rimuovere, svilire, calunniare. Gianni D'Elia fa rivivere invece Pasolini nella sua altissima integrità: il poeta dialettale e ""poematico"""" in lingua, il saggista, il narratore e l'autore del """"teatro di parola"""" e del """"cinema di realtà"""". Gli ampi reperti di questa rilettura """"totale"""" mirano soprattutto a distruggere l'opera di restaurazione o epurazione in atto. Si assiste così a una rivisitazione appassionata di testi e idee, accompagnata da una puntuale iconografia del """"nini muàrt""""."" -
La signora ermellino
Il filo di un dramma mai chiarito del tutto inanella le immagini di questa saga familiare, che sull'arco di tre generazioni attraversa più di cinquant'anni di storia. Ma la storia rimane sullo sfondo. Tra la Grecia e l'Italia, in un mosaico di paesaggi, luoghi, luci, lingue, abitudini e in un'alternanza inesausta, per intensità, tempi e registri, si ricompongono i frammenti di una vita, le scaglie di un esistere prevalentemente femminile, pieno di attese e di corporeità sottratta o bruciata o sprecata, che coincide con gli affetti solo per brevi e dissonanti intersezioni. Gli uomini sono assenti, rimpianti o respinti. E il dolore passa di nonna in madre, di madre in figlia. Una domanda rimane sempre inespressa e funge da collante tra i vari momenti e personaggi del romanzo: gli anni Trenta con la jajà che racconta le storie ai nipoti rimasti orfani; gli anni Quaranta con le prime gravidanze della piccola Linì; il presente, con una Stecco in bilico tra un futuro metropolitano e le radici greche e contadine. Lacerata tra il bisogno di restare e la spinta verso un altrove incerto, Stecco assiste impotente alle sofferenze della sorella chiusa nella follia. Poi una forza vitale la spinge ad attraversare quel mare di amarezza che la tiene in scacco. ""La signora ermellino"""" è un libro sulla immobilità del dolore, ma è anche un romanzo che osa raccontare la forza delle immagini che nell'ombra governano i movimenti dell'esistenza."" -
Notizie dall'esilio-Nachrichten aus dem Exil-Nevipe andar o exilo
In questa raccolta risuona un visionario, a volte allucinato grido di dolore sul confine della follia. Un appello all'ascolto che non cerca consolazione nel linguaggio, ma usa la lama del paradosso per far emergere nei paesaggi, nei corpi, nel firmamento, i bagliori di un senso perduto, aprendo uno spiraglio sulla spietata ipoteca del quotidiano. -
Il romanzo di Aldo
La storia di Aldo, un contadino precoce e ardito, e della sua emancipazione, in un passaggio che lo vede legato alla sua terra da un contratto di mezzadria a soldato impegnato sul fronte della guerra civile negli anni della Resistenza. Gli anni della guerra sulle colline dell'Appennino nutrono di riferimenti reali e ideali il suo sogno di emancipazione. -
Fuochi sulla città. Quasi un manuale di educazione civica
Sempre più il linguaggio della politica parla a sé stesso in una circolarità vuota, con parole fatte per convincere, che non hanno relazione con le realtà sperimentate sul territorio né con le esigenze di coloro che vivono all'interno della città e dello Stato. In democrazia l'imbonimento è più subdolo e permeante, usa parole ""buone"""" appartenenti alla sfera della legalità: """"trasparenza"""", """"eccellenza"""", """"efficacia"""", """"qualità comunicativa"""". In realtà il risultato di questo sistema è proprio la disinformazione. Sempre meno si assiste a un confronto reale tra le forze politiche e l'elettorato che le ha espresse mentre, a destra come a sinistra, si afferma quello che Pasolini chiamava """"il misto della partecipazione al potere, il trasformismo e il cinismo del sistema"""". Questo volume nasce dall'urgenza di ripristinare la cinghia di trasmissione tra i cittadini e la buona amministrazione pubblica che, a Pavia, è venuta meno durante il dibattito tra la società civile e i politici impegnati nella realizzazione del """"Festival dei Saperi"""". Opera collettiva cresciuta sul tema della legalità, incalzata dai silenzi intorno ai fatti e dai movimenti - di denaro più che di idee - che hanno sostenuto l'iniziativa del Festival, il libro tesse un'inchiesta, sostenuta dai numerosi documenti pubblicati in appendice che informano laddove l'informazione è mancata, rilanciando il progetto a partire dalle ragioni della città, del suo patrimonio e della sua storia."" -
Un uomo contro. Romano Bilenchi. Biografia per immagini
Romano Bilenchi è stato uno dei testimoni più significativi del secolo da poco concluso. La sua vicenda biografica delinea un ritratto esemplare del Novecento: dalla nascita del fascismo, alla guerra e alla Resistenza, alla militanza nel Pci, alla direzione del ""Nuovo Corriere"""" di Firenze (un vero quotidiano liberal della nostra storia giornalistica), alla sua chiusura nell'agosto 1956 decretata dallo stesso Pei, all'uscita dal partito per rientrarvi solo nel 1972, fino al giorno della sua scomparsa nel novembre 1989 a Firenze, una settimana dopo l'ottantesimo compleanno. Legato per la vita ad alcuni dei maggiori protagonisti del Novecento - da Mino Maccari a Mario Luzi, da Ottone Rosai a Elio Vittorini, di cui le pagine di """"Amici"""" rendono felicemente conto - Bilenchi è uno scrittore la cui lettura e la cui modernità non smetterà mai di sorprendere. Il suo romanzo continuo che va da """"Anna e Bruno"""" fino a """"Il gelo"""", passando per """"Conservatorio di Santa Teresa"""", è uno dei capolavori della nostra letteratura. A cento anni dalla nascita e a venti dalla morte questo volume, curato da Benedetta Centovalli, offre una ricca ed esauriente fotobiografia bilenchiana insieme a una sezione di inediti: lettere (a cura di Nicoletta Trotta), testi rari e due interviste con l'autore di Enzo Golino e Goffredo Fofi. Infine, una serie di contributi dove - oltre a critici e studiosi come Alberto Cadioli, Giulio Ferroni, Anna Longoni e Renzo Martinelli - prendono la parola amici e scrittori a tu per tu con i suoi libri."" -
L' ombra della Gulfstream
Un ambiguo cambusiere, il sosia di un grande leader mondiale, una donna a cui basta uno sguardo per farti tremare i polsi. E poi il motorista Tullio Bedani. Se fosse per lui le traversate oceaniche dei cargo sui quali si trova di volta in volta a navigare sarebbero fonte di benessere fisico, di orgoglio personale, d'impossibili sogni d'amore. Ma le navi appartengono a un armatore, hanno un capitano, possono essere delle carrette del mare, battere bandiere ombra. Una storia che segue percorsi non sempre lineari e che via via vede introdurre i retroscena di un intrigo costellato da memorabili avventure, come l'imbarco sulla ""nave dei folli"""" o l'assalto a un cargo, il più surreale che si possa immaginare."" -
Sprofondo Nord
In una tranquilla città lombarda, un mattino d'estate scattano le manette per un agiato imprenditore edile, per un defilato avvocato tributarista e per il direttore sanitario Asl. Accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, l'imprenditore Franco Bertucca è indicato come il locale capo della 'ndrangheta; l'avvocato Pino Neri accusato di sedere là in alto ai vertici lombardi dell'organizzazione criminale, e l'odontoiatra Carlo Antonio Chiriaco di mantenere fondamentali entrature nella malapolitica. Emerge così la ""mutazione della classe dominante"""" - per dirla con Pasolini - la contiguità tra il sistema illegale politico-affaristico e quello criminale della moderna borghesia mafiosa al nord. Sorpresi mentre irridono le norme civili: scarti minimi, come il mancato rispetto delle regole, o sotterranei, come la compra del consenso, che incrinano il tessuto democratico fino a dargli progressivamente scacco.""