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La parete di luce
Don Chisciotte e il sogno della letteratura. Il dagherrotipo della più grande poetessa del mondo. Il rabdomante del male Celine, i suoi romanzi allagati e lirici e i suoi infami ""libelli"""". Il vortice della Storia in De Roberto, con le sue macchine di potere economiche, politiche e culturali nell'Italia di ieri e di oggi. La caverna di Platone e quella di Zanna Bianca. Come stare dentro lo spazio e il tempo in cui bruciano le nostre vite. Come attraversare e sfondare la parete di luce che ci separa dal mondo. Un piccolo libro avventuroso e intenso. Un piccolo viaggio attraverso la ferita e la cruna della letteratura. Una piccola pista di fuoco nel buio."" -
Corrispondenze ai margini dell'Occidente. Poema dialogico
"Corrispondenze ai margini dell'Occidente"""" è composto oralmente a due voci, in una continua e profonda tensione all'ascolto, che si protrae passo dopo passo in un viaggio nell'inferno dei vivi, della materia, e si apre ad uno sguardo severo verso l'inciviltà contemporanea. Ed ogni cosa si snoda, prima contratta, poi enunciata o evocata nel continuo salire dei tre canti. Così dall'Infernaccio del mondo, gravido di terrore e potere, la porta del secondo canto, il Purgatoriale, si apre all'anima e alla sua intuizione cabalista. Sapere leggere i segni e le coincidenze. L'ascesa del Paradossale non è né espiazione, né sublimazione; ogni paradosso è l'immagine reale di altro. In tutto questo, la Natura regge come un grande tempio, le colonne di questa architettura visiva." -
Amori al singolare
A volte i risultati migliori si ottengono per contrasto. La regola funziona anche per questa raccolta di racconti che segna l'esordio di Teo Lorini. I suoi ""Amori al singolare"""" hanno due forme, differenti e complementari. Nella prima parte, composta da narrazioni brevi, l'autore racconta storie che riescono a farci sorridere anche quando sono di una malinconia che sfiora lo struggente. Ne è esempio il testo d'apertura: un elenco dettagliato e implacabile di rifiuti amorosi, una serie di quadretti sentimentali nei quali Lorini è in grado di tracciare la personalità dell'amata di turno e la goffaggine del protagonista in poche righe. Questa conta agrodolce di innamoramenti non corrisposti sembra suggerire la cifra di lettura della prima parte del libro, dove le piccole tragedie della vita sembrano sempre conservare un retrogusto dolcemente spiritoso: uno zio favoloso e sbruffone in grado di trascinare i nipoti in avventure improbabili quanto irresistibili, matrimoni da favola in scenari esotici che finiscono per far emergere meschinità tutte occidentali... La seconda parte del libro, composta da un singolo racconto più corposo, offre invece uno scarto narrativo: il ritratto di un gruppo di amici che la giovinezza unisce e l'età adulta pone su posizioni diverse e incompatibili. Una meditazione sulla perdita dell'innocenza e sul dolore di diventare grandi, nella quale i protagonisti sono chiamati a fare i conti con le proprie debolezze e la propria vergogna."" -
Cuccare chi
Come può accadere che un tranquillo pomeriggio d'amore si trasformi in un incubo? Marco, giovane commesso di un ipermercato, dopo un fugace incontro con una ragazza si trova involontariamente testimone di un assurdo omicidio. Lo scenario è quello di una garzaia in pieno agosto, un'oasi di campagna deserta e appartata, in cui da qualche anno sono tornati a nidificare gli aironi. Da qui inizia un folle inseguimento tra i viottoli e i campi assolati della Lomellina, in cui il giovane, inconsapevole di chi sia l'uomo che lo bracca a bordo di una grande automobile nera, tenta di salvare la propria vita e quella della ragazza che lo accompagna. -
Ai margini del vuoto. Ludwing Hohl e l'evocazione delle cose
Questo libro è un omaggio necessario a Ludwig Hohl che insieme a Frisch, Durrenmatt e Walser è tra i più grandi scrittori svizzeri del Novecento. Ne rendono testimonianza l'antologia di testi che viene pubblicata in questo volume e il percorso iconografico, con le fotografie e i disegni degli artisti che lo hanno incontrato. Infine le testimonianze degli scrittori che lo hanno conosciuto o letto e l'estratto della bella intervista - a tutt'oggi inedita anche in lingua tedesca - realizzata da Alexander J. Seiler in preparazione al film che gli ha dedicato: messinscena tragica di un'esistenza a tratti addirittura prigioniera di quel pensiero conteso tra l'etica protestante della mente e il surrealismo dell'anima. Ai margini di un centro statico e inanimato, l'opera di Hohl è una glossa alla morte, un tradurre costante ""da un qualcosa che si spegne in qualcosa che va avanti"""". È la rilevazione puntuale dei movimenti che avvengono alla periferia e che determinano le rivoluzioni del centro. Sono i margini che irrompono: """"Largo giace il nostro mezzogiorno intorno a noi, la città a mezzogiorno si espande pesantemente; sul margine più lontano del ciclo, dettaglio quasi impronunciabile, se ne sta una nuvoletta che si può dire irreale; solo i """"sognatori"""" riescono a scorgerla, ma è di lì che irrompe ciò che viene dopo quest'ora larga, è di lì che irrompe il temporale che sta per abbattersi sulla città. Arriva, si avvicina, annichilisce il centro""""."" -
Un' altra sconfitta, Ferrari
In un mite settembre pavese del 1847 si prepara la consacrazione di sette nuovi sacerdoti, davanti a quattro vescovi e a una schiera di monsignori e prelati. Straordinaria cerimonia, pari al ben più laico grande circo equestre che ha innalzato il telone sulla Rotonda. Una volta tanto non mancano le novità, nella quieta Pavia; e poiché esse non comportano problemi di ordine pubblico, il commissario Melchiorre Ferrari si sente quasi ben disposto. Ma d'un tratto, eccolo di fronte alle solite drammatiche domande: chi ha ucciso ancora e così crudelmente? E perché ha ucciso? Ferrari è troppo esperto, o forse troppo serenamente pessimista, per non sapere che arriveranno altre domande. Questa, per esempio: è possibile che una remota guerra in Spagna abbia a che vedere con un delitto consumato a Pavia? E ancora: si può ragionevolmente credere che un fantasma si aggiri nella chiesa del Carmine? Continuano le avventure del commissario dell'Imperiale e Reale Delegazione di Polizia Melchiorre Ferrari, erede di Marlowe, il detective solitario di Raymond Chandler. Un nuovo viaggio nella Pavia asburgica, città di frontiera di un grande Impero, abitata da gente laboriosa, rassegnata, che di poco s'accontenta, di poco vive, poco sorride ed è portata a dimenticare in fretta. Una città mestamente ordinaria, con le sue necessità, i suoi amori, le sue invidie, i suoi drammi. I suoi delitti. Le sue poche vittorie, le più frequenti sconfitte. -
Il primo congresso del sindacato dei profeti viventi
I racconti di questo libro prendono spunto da quadri, fotografie o notizie scovate sui giornali: sono suggestioni ""sottotraccia"""", che Luigi Grazioli ha legato a un personaggio o a un punto di vista o a una situazione esistenziale, dentro una forma narrativa antiretorica con al centro il linguaggio e la sintassi, e l'attenzione quasi maniacale a ogni singola parola. Per l'autore, letteratura è innanzitutto scrittura (sillabe, frasi, paragrafi, punteggiatura, suoni, ritmo), l'involucro entro il quale distillare """"l'assoluto"""" e il """"necessario"""", con un lessico il più semplice possibile. Nei racconti del """"Primo congresso del sindacato dei profeti viventi"""" (anni fa in Nigeria si era tenuto davvero) la componente riflessiva o autoriflessiva è costante ma va letta in filigrana, adagiata in un ritmo quieto che di tanto in tanto accelera verso ironiche, paradossali, impensabili vie di fuga."" -
Volta la carta la ze finia. Luigi Meneghello. Biografia per immagini
Luigi Meneghello (Malo 1922 - Thiene 2007) è stato uno degli scrittori italiani più originali del secondo Novecento. Due suoi libri, ""Libera nos a malo"""" (1963) e """"I piccoli maestri"""" (1964), sono entrati da tempo nel canone delle opere indispensabili per la conoscenza della letteratura italiana (e dell'Italia) moderna e contemporanea. Questa biografia per immagini raccoglie un centinaio di fotografie, per lo più inedite, alcune scattate dallo stesso Meneghello, e una scelta rappresentativa di pagine autografe e dattiloscritte conservate presso il Fondo Manoscritti dell'Università di Pavia. Il volume contiene inoltre testi di Meneghello, già editi ma poco noti o pressoché inediti, come """"L'apprendistato"""", la lezione tenuta all'università di Palermo, in occasione della laurea ad honorem in filologia moderna, e una lunga intervista registrata a Zurigo nell'aprile del 2005. Il volume riunisce infine un ricordo firmato da Vincenzo Consolo, un testo di Giuliano Scabia su una lettura meneghelliana alla Casabianca di Malo, e alcuni contributi e testimonianze di amici e studiosi che sono stati in vario modo vicini a Meneghello: Giuliana Adamo, Giuseppe Barbieri, Francesca Caputo, Pietro De Marchi, Giulio Lepschy, Franco Marenco, Ernestina Pellegrini, Cesare Segre, Valter Voltolini."" -
Accusata
Accusata di omicidio e di atti incendiari, Kari Selb lotta con la psicologa del tribunale per affermare, in un monologo incalzante, la propria capacità di intendere e di volere, per il suo passato, per la sua vita. Nell'infiammato discorso, che la vede sdoppiata tra sé e Malik - l'altro sé, quello che agisce - Kari Selb sviluppa via via le fantasie di un serial killer. Senza mai attenersi alle categorie della giustizia e della colpa, Kari-Malik allestisce il crimine sul palcoscenico della sua mente mutilata ed erosa, trovando così una conferma di sé, dal momento che ogni altra identità è negata. Il romanzo illumina con crudezza la psiche di una donna che, come direbbe Artaud ""sente il proprio pensiero spostarsi dentro di sé"""" e descrive la violenta e protratta vicinanza dei corpi in un flusso narrativo incalzante, allucinato ma realista. Con """"Accusata"""" Mariella Mehr, scrittrice svizzera di origini zingare, conclude nel 2002 la trilogia della violenza che comprende """"Il Marchio"""" e """"Labambina""""."" -
Comunista!: Comunista!-Anitre-Non aver paura del buio-Padre nostro
Nella didascalia che introduce ""Comunista!"""", Angelo Ferracuti allude al dipinto di Pellizza da Volpedo """"Il Quarto Stato"""", la più celebre epopea dell'Internazionale operaia. Tuttavia nello squallido ufficio in cui si gioca il destino di un proletario istruito e assennato di oggi, colpisce il fatto che nel quadro quei volti così arcaici e severi abbiano subito una tale metamorfosi da trasformarsi in immagini di servitori ammiccanti e felici. Felici del loro anonimato servile, """"corvéable a merci"""" come dicono i francesi. E tuttavia che cosa servono e chi, tutti quanti costoro? Soggiacciono in massa allo stesso meccanismo che ogni giorno, ogni istante, ne sequestra e consuma la vita riducendola a mercé, ad una quota di pura compravendita: essi servono il capitale, ovvero il ciclo di investimento e profitto che li fa vivere e morire senza possibile residuo. Tutti sono dentro, in quanto non c'è, né potrebbe ormai più esistere, alcun fuori. Acuto osservatore delle dinamiche sociali, narratore elettivo di uomini comuni, nei quattro testi qui pubblicati Ferracuti si vieta ogni sguardo fuori campo e qualunque didascalia, accettando dall'interno il linguaggio teatrale; trasforma cioè la natura dei fatti (una società dove il denaro e il profitto assurgono a teologia) in una disputa di gesti e di voci. Voci da sempre diametrali, antagoniste: per questo è duro riconoscere che nell'attuale Quarto Stato troppo spesso si confondono in una voce sola."" -
L' ora della morte
Cresciuto in campagna, senza luce elettrica e in assoluta povertà, Herbert Achternbusch ripercorre, in questo romanzo, la storia allucinata della propria formazione e il riscatto attraverso l'arte. L'ambito che descrive e circoscrive comprende sia le devastazioni del passato che una proiezione fuori dal tempo in universi sospesi, a metà tra l'incubo e l'estasi. Sceneggiatore e amico di Werner Herzog nonché lui stesso regista, Achternbusch è autore di una visionarietà radicale e intransigente, capace, in questo libro, di proiettare sulla Germania del dopoguerra luci spregiudicate che fanno inaspettatamente emergere le nervature profonde e inconfessabili del rapporto tra i tedeschi e la storia del Novecento. -
Dopo trent'anni
Mino Milani, con la consueta passione per le storie del passato, racconta la nuova indagine di Melchiorre Ferrari, Commissario di Seconda Classe nella quieta provincia asburgica che, pagina dopo pagina, trasforma eventi insignificanti in indizi rivelatori di fatti e misfatti. Questa volta la petulante insistenza del parroco della chiesa di San Primo conduce lo zoppicante passo del commissario a una casa che, abbandonata trent'anni prima dal suo giovane proprietario, inaspettatamente sembra aver ""perso"""" una stanza: ma """"martellate, polvere, calcinacci e pezzi di mattone caddero a terra, qualche colpo di tosse, poi vi fu un varco sufficiente a lasciar passare una persona. Ferrari si fece avanti, guardò. C'era poca luce, ma poté subito vedere"""" dopo trent'anni ciò che produce avidità e freddezza umana."" -
Incoscienza nucleare. I danni provocati dall'energia nucleare civile e militare
La prima bomba al plutonio esplode il 16 luglio 1945 nel poligono militare di Alamogordo, Nuovo Messico. Venti giorni dopo, la storia tristemente appunta le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki. Da oltre cortina, la risposta arriva quattro anni dopo: il 29 agosto 1949 in Kazakistan si ha la prima esplosione sovietica. L'energia atomica rimarrà esclusiva militare fino al 1954 quando, ancora in Unione Sovietica, si inaugura la prima centrale elettrica alimentata da una pila nucleare. Negli anni che seguono il percorso si farà sempre più accidentato: Windscale (Gran Bretagna, 1957 e 1963), Celiabinsk (Unione Sovietica, 1958), Reggane (Sahara algerino, dal 1961 al 1996), Mururoa (Polinesia francese, dal 1966 al 1996), Three Miles Island (Stati Uniti, 1979), Saint-Laurent-Nouan (Francia, 1980), Cernobyl (Ucraina, 1986), Tokalmura (Giappone, 1999), Fleurus (Belgio, 2006), Fukushima (Giappone, 2011) segnano alcune tappe dell'uso maldestro dell'energia nucleare e degli ingenti danni che ne sono derivati. -
Alle sponde del tempo consunto. Carlo Emilio Gadda dalle poesie di guerra al Pasticciaccio
Il libro propone otto saggi dedicati a vari aspetti dell'opera di Carlo Emilio Gadda: dai primi esercizi poetici - che per la difficile disponibilità dei testi (e poi il rapido esaurimento dell'edizione critica) sono rimasti a lungo trascurati, se non ignorati - fino al ""Pasticciaccio"""", passando attraverso le esperienze narrative del """"Castello di Udine"""", della """"Madonna dei Filosofi"""" e soprattutto della """"Cognizione del dolore"""". L'esercizio poetico, praticato in maniera desultoria e quasi in segreto, mai approdato a una raccolta d'autore, anzi ostinatamente censurato, accompagna il prosatore fino ad anni tardi e ha avuto un'importanza straordinaria nella genesi della sua scrittura più alta. Il recupero di questa esperienza lirica, pur non eccelsa, consente uno sguardo in parte nuovo anche sul Gadda maggiore, mostrando in maniera non mediata la nascita di temi e ossessioni poi ricorrenti nel prosatore, ma anche il fissarsi di forme e tecniche espressive della sua scrittura. Gli studi qui raccolti propongono inoltre un'indagine a largo raggio della pagina gaddiana, dove confluiscono con geniale contaminazione le componenti più eterogenee."" -
Tutti i nomi dell'estate
L'autore ripercorre e attualizza il viaggio compiuto da Pier Paolo Pasolini nell'estate 1959, lungo le coste italiane da Ventimiglia a Trieste: i luoghi e le storie - il Po, la notte a Scampia, la normalità di Lampedusa e Carloforte... - raccontate in questo ""taccuino di viaggio"""" sono un po' wallaciane, un po' western, un po' metropolitane. «Pasolini diceva che """"i maestri vanno mangiati in salsa piccante"""", questo l'ho capito dopo aver fatto il viaggio per scrivere il mio, volevo raccontare di lui e ho detto di me, volevo ricordarlo e invece l'ho perso: cercavo Pasolini ed ho trovato l'estate»."" -
La lotta per nascere. Nove tesi su Antonio Moresco
Tra il 2003 e il 2008 otto giovani, ancora studenti, di sette diverse sedi universitarie, dedicano le loro tesi di laurea e di dottorato a Antonio Moresco. Quasi nessuno dei professori che le hanno seguite conoscevano l'opera di questo autore di romanzi dalla forma originalissima e orbitante, di racconti visionari, di saggi e di potenti testi per il teatro. Ignoto alla critica accademica ma anche a quella mediatica, i libri di Moresco non erano nelle classifiche e nemmeno tra i vincitori di un qualche premio letterario, non si trovavano in pile sui banconi delle librerie, e gli editori stessi nemmeno li ristampavano (fino al 2009 ""Canti del caos"""" era introvabile, """"Gli esordi"""" fino al 2011). Ci si chiede allora per quale canale questi giovani studiosi abbiano potuto intercettarli e esserne attratti e persuasi al punto da farli diventare oggetto di studio. Evidentemente per il canale più diretto, la lettura: un incontro fortuito, un passaparola e ovviamente la forza di quei libri. A esclusione del primo saggio, di Gianpiero Marano, gli altri qui raccolti provengono da quelle tesi di laurea. È in assoluto il primo libro di critica che affronti con profondità di analisi e sistematicità di sguardo l'opera di uno scrittore che, come scrive Carla Benedetti nell'Introduzione, """"ha di fatto inventato un nuovo pezzo di letteratura italiana""""."" -
Stagione di vacche magre e altre poesie (1950-1957). Testo greco a fronte
Fra il 1950 e il 1954 Dinos Christianòpoulos, allora giovane studente universitario, pubblica le sue due prime raccolte poetiche, ""Stagione di vacche magre"""" e """"Ginocchia straniere"""", qui per la prima volta integralmente presentate in volume con versione italiana. Distanti e complementari, questi due testi sono efficacemente rappresentativi del percorso di ricerca formale condotto dal poeta: da un lato """"Stagione di vacche magre"""", con la sua lirica popolata di personaggi della Sacra Scrittura, del mondo classico e bizantino, densa di suggestioni della poesia di Kavafis e di Eliot; dall'altro la confessione esplicita, la """"parola nuda"""" dei brevi componimenti di """"Ginocchia straniere"""". Al centro di entrambe le raccolte - e di tutta la poesia di Christianòpoulos nei suoi successivi sviluppi - l'amore, indagato nei suoi aspetti sensuali e nei suoi traviamenti, nella consapevolezza che al poeta che si cimenti con il tema dell'amore e della sensualità spetta soprattutto il compito della costruzione di un linguaggio equilibrato ed esatto, in grado di allargare i confini della libertà di espressione oltre ogni censura verbale."" -
Ciakia per sempre. Vita con la nonna russa
Due donne, unite dal legame familiare, ma lontane nel tempo, nello spazio, nella storia: una ha superato i settantacinque anni, l'altra ne ha undici appena. La prima proviene dall'inquieta Niznji Novgorod, è stata allevata con ferrea disciplina russo-baltica, ha cospirato contro lo zar, è scampata alla rivoluzione bolscevica, vive in Italia di intensa vita intellettuale e accademica; la seconda è quietamente cresciuta nella provinciale e sonnolenta Rho, sicura nel quieto e prevedibile calore familiare. D'un tratto divengono un'orfana e una donna chiamata a fare da madre. Quanto l'incontro, lo scontro è inevitabile. Chi delle due prevarrà, la nonna avviata alla (splendida) fine, o la nipote chiamata alla vita? Alla domanda, risponde questo bel libro di sentimenti veri. -
La ricostruzione della casa. Poesie scelte 1976-2006
Che cosa accade nei tempi diversi della poesia di un autore contemporaneo? come cogliere e in qualche modo verificare nella concretezza della scrittura mutamenti e scarti, senza descriverne soltanto gli esponenti semantici o di gusto e tono, senza limitarsi a notazioni impressionistiche? Privata di molte delle strutture tradizionali della forma-poesia, la scrittura in versi di molto Novecento maturo - e Ceni è tra gli esponenti ultimi di un Novecento alto, frondoso, azzardato - sembra sfuggire e negarsi a un riscontro tangibile di lingua, di impalcature formali, di modi. Eppure, in un'epoca di sempre più accesa auto-referenzialità del gesto dilettantesco della poesia (nel tempo dei milioni di scriventi), arroccata e assediata nei suoi alti o infimi insediamenti, la poesia-poesia, incolume ma allarmata, inquieta e in tensione, è indubbio che vada in traccia e trovi le sue contromisure, i suoi antidoti, i suoi successivi svolgimenti proprio in termini di lingua, di stile, di forme. -
Il gatto in poltrona. La televisione italiana e la penna di un poeta
Tra il settembre 1964 e il dicembre 1965, Alfonso Gatto firma una rubrica di critica televisiva sulle pagine della ""Fiera letteraria"""", ironicamente intitolata """"Il gatto in poltrona"""". Il poeta salernitano per 15 mesi diventa così osservatore dei programmi proposti dalla Rai, e li commenta con l'attenzione dell'intellettuale affascinato dalle potenzialità del nuovo mezzo, ma preoccupato per la banalizzazione della cultura e della comunicazione che già allora si nascondeva tra i lustrini delle trasmissioni. Nelle pagine di questa rubrica scorrono i nomi dei protagonisti televisivi negli anni Sessanta: dagli spettacoli di varietà che avevano per protagonisti Marisa Del Frate o le gemelle Kessler, Enrico Viarisio o Corrado, o l'immancabile Mike Bongiorno, alle trasmissioni più decisamente culturali. Quanto al giornalismo, Gatto mostra la sua spiccata predilezione per TV7, format talmente azzeccato da essere ripreso in anni più tardi dalla tv e tuttora ben vitale. Così come La domenica sportiva. E poi il cinema, il teatro, e ogni occasione di cultura proposto dal video. Gatto osserva, si diverte, si annoia, a volte si indigna. L'autore commenta dal punto di vista dell'uomo di lettere, e spesso la sua penna prende solo spunto da un programma andato in onda nella settimana, per stilare pezzi di costume, di arte, di attualità. Postfazione di Aldo Grasso.""