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Di pietra e d'acqua dolce. Storia minima del Trasimeno medievale
Il Trasimeno è troppo centrale per non essere al centro di molte storie o semplicemente della Storia: centrale su una delle vie possibili dell'incoronazione imperiale a Roma e centrale sulla direttrice ovest-est e viceversa, come sapevano i Longobardi e anche i Romani che cercarono gli uni di occupare, gli altri di presidiare il corridoio Tirreno-Adriatico della via Flaminia. Ampia area strategica, fulcro dei collegamenti con l'Esarcato e con la Pentapoli e i suoi porti, la regione del Trasimeno è stata sempre contesa, attraversata da eserciti e inserita, almeno in linea istituzionale, in organismi molto più grandi. Per questo motivo il libro di Jacopo Mordenti non è una ricerca di ambito locale. Scritto con l'intento di catturare il curioso senza tediarlo e di coinvolgere l'esperto senza rinunciare alla serietà scientifica, è, al contrario, un libro pieno di storie e di storia. -
Un Teseo per la nuova Germania. Hegel e «Il principe»
«La Germania non è più uno stato»: così si apre la «Costituzione della Germania», nella quale Hegel prende atto della crisi irreversibile dell'Impero tedesco, collassato sotto i colpi delle armate napoleoniche, e al contempo si sforza di individuare una via per riorganizzare la Germania in una struttura statale unitaria, invocando l'avvento di un Teseo capace di portare coesione tra i «popoli dispersi». In tale contesto, «Il Principe» di Machiavelli svolge una funzione teorica fondamentale, che è scopo di queste pagine ricostruire e analizzare, così da gettare nuova luce su una fase decisiva della riflessione politica hegeliana e su un momento cruciale della fortuna del Segretario fiorentino in età moderna. -
«The common darkness where the dreams abide». Perspectives on Irish gothic and beyond
Il volume offre varie riflessioni sulle declinazioni multiformi e ibride che il gotico presenta nella tradizione letteraria irlandese. I 17 saggi qui proposti coprono un esteso arco temporale, a partire dalla pubblicazione di ""Melmoth the Wanderer"""" (1820) fino alla fine del ventesimo secolo, esplorando un vasto orizzonte tematico attraverso diversi approcci teorici e metodologici. Il focus condiviso è sulla fiction in prosa, con incursioni nella poesia, nel dramma e nelle arti."" -
Efemeridi. Storie, amori e ossessioni di 27 grandi scrittori
Ventisette racconti, nati da una rubrica dell'Huffington Post e dal format teatrale Magical Afternoon, scrutano nella vita e nel cuore di altrettanti scrittori moderni, in un istante preciso di un giorno qualsiasi delle loro esistenze. Hemingway circondato dai fantasmi delle sue cento donne, Mishima pensieroso sulle rive del mar Ionio, Kafka che disegna mani spezzate nel sanatorio dei monti Tatra, Jane Austen mentre osserva le colline del Surrey dall'interno di una carrozza: autori che diventano personaggi, amori e ossessioni che diventano letteratura nel gioco di specchi fra arte e vita. Incontri apparentemente casuali ma, a ben vedere, determinati da rotte di significati stellari, da sincronicità che mostrano la misteriosa morfologia di un destino. -
Seminario sulla nostalgia
Sulla soglia della vita professionale e dell'esistenza, un luminare della psichiatria ricompone i frammenti della memoria fra lacune, passioni, desideri e rimossi che affiorano, tenerezze e piccole meschinità, affanni e cure. La prosa di Roberto Tatarelli, geometrica ed elegante come la traiettoria di un colpo in top spin sui campi da tennis del Foro Italico, compone un affresco minimo della Roma borghese dagli anni '50 e '60 a oggi e, insieme, un piccolo trattato di nostalgia e inadeguatezza attorno al tipico uomo del secolo breve. Dalla dolorosa interdizione di Giorgio Bassani alle perizie di femminicidio, dalle guerriglie accademiche alla delicata dimensione privata della famiglia e delle amicizie, il protagonista di questo libro è uno ""Stoner del quartiere Parioli"""", che vive sul filo sottile che separa la parola dal silenzio, la memoria dall'oblio, il senso dal nulla."" -
Palazzo Brignole Durazzo alla Meridiana in Genova
Palazzo Brignole Durazzo alla Meridiana fa parte del Sistema dei Palazzi dei Rolli, l'efficace stratagemma per supplire alla mancanza di un luogo rappresentativo del potere della Repubblica genovese in occasione delle visite dei dignitari stranieri. Realizzato entro il 1628 e inserito nei ""rolli"""", in terza classe, soltanto nel 1664, Palazzo Brignole Durazzo vide l'intervento, intorno al 1700, di Gregorio e Lorenzo De Ferrari, che affrescarono le sale con la notevole quadreria e la collezione degli arazzi. Questo primo volume della collana su «Genova e i Palazzi dei Rolli» presenta il palazzo a partire da una nuova campagna fotografica e sulla scorta di importanti acquisizioni archivistiche e documentarie, proponendosi come una raffinata guida per il pubblico generalista e un utile strumento di ricerca per gli studiosi e gli addetti ai lavori."" -
Irlanda. Un romanzo incompiuto
Tutta l'Irlanda - terra di poesia, di santi e di saggi, come ricordava Joyce - è un magnifico invito alla lettura e alla vita. Enrico Terrinoni, che dell'autore di Ulysses e Finnegans Wake è spericolato traduttore, raccoglie in questo libro alcuni fra i suoi numerosi scritti e articoli dedicati all'Isola di Smeraldo. Dai poeti più celebrati come W.B. Yeats e Seamus Heaney, ai romanzieri più visionari e incendiari - Bram Stoker, Jonathan Swift, Oscar Wilde - fino ai contemporanei come Barry McCrea e Colum McCann. Ma parlare di letteratura irlandese vuol dire, inevitabilmente, parlare anche di politica, religione, utopie, in un intreccio di storie che attraversano scioperi e rivolte, radicalismi, l'indipendenza, i ruggiti turbocapitalistici della Tigre Celtica e le mille affascinanti e cruciali contraddizioni di un popolo. -
Donne e uomini d'Irlanda. Discorsi sulla rivoluzione
Michael D. Higgins, Presidente della Repubblica d'Irlanda dal 2011, rappresenta una luminosa eccezione nel panorama politico mondiale e una radicale alternativa alle tendenze neo-liberiste e neo-populiste che dominano il dibattito contemporaneo. In questi saggi, presentati in anteprima assoluta al pubblico italiano e internazionale, Higgins evoca alcuni snodi del '900 irlandese - il ruolo delle donne nell'insurrezione del 1916, l'Irish Citizen Army e il suo leader James Connolly, la figura di Eva Gore-Booth, le relazioni fra Irlanda e Cuba - e articola un discorso unitario e coerente riguardo la questione sociale, i diritti civili e l'emancipazione femminile, la pace e la cooperazione internazionale. Con la sensibilità del poeta, la memoria dello storico e la lungimiranza dello statista, Higgins si fa portavoce di una testimonianza esistenziale prima ancora che politica, per un'Europa chiamata a ripensare il futuro, l'identità, l'Altro da sé. -
Cosa resta
Raccolta di poesie. -
Luce figura paesaggio. Capolavori del Seicento in Umbria. Catalogo della mostra (Perugia, 10 novembre 2018-30 giugno 2019). Ediz. illustrata
L'Umbria, i suoi pittori e le sue committenze si mostrano partecipi di un secolo rivoluzionario per la cultura figurativa italiana, alla ricerca di nuove potenzialità espressive. Il catalogo della mostra a cura di Cristina Galassi (Perugia, novembre 2018 - giugno 2019) si articola attraverso un considerevole numero di dipinti, circa sessanta, rappresentativi delle varie correnti e tendenze che si affermano nel corso del XVII secolo: la cultura tardo manierista di Federico Barocci e Ventura Salimbeni convive con il filone classicista di Gian Domenico Cerrini e di Sassoferrato, con il naturalismo di matrice caravaggesca e guercinesca (nei dipinti dello Spadarino, di Orazio e Artemisia Gentileschi), con l'espressività barocca di Pietro da Cortona, Pietro Montanini e François Perrier. Una pluralità di accenti che riserverà delle sorprese in una regione famosa soprattutto per il suo patrimonio archeologico, per i suoi monumenti di epoca medievale e per il suo Rinascimento. -
Album Capitini. Ediz. illustrata
L’Album Capitini raccoglie fotografie e documenti in gran parte inediti e conservati presso l’Archivio di Stato di Perugia, nell’archivio della Fondazione Centro studi Aldo Capitini e presso la Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia. Immagini e parole per ricostruire la biografia intellettuale di Aldo Capitini e la complessa formazione della sua opera. A cura di Anna Alberti (Archivio di Stato di Perugia), Lanfranco Binni (Fondo Walter Binni), Gabriele De Veris (Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia) e Marco Pierini (Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria). -
Il gran bazar del XX secolo
Anselmo Magnasco, giornalista, poeta e flâneur nella ""zona grigia"""" della Genova repubblichina, attende senza particolari entusiasmi l'arrivo degli Alleati e la fine della guerra. Nel frattempo coltiva i suoi interessi: il cinema muto, i bordelli altolocati, le fantasie di suicidio e la sua stessa """"intensa mediocrità"""". Fino a quando, fra i carruggi e gli orridi palazzoni fascio-modernisti, si materializza una folla di personaggi allucinati e bizzarri che lo trascina senza scampo in un incubo metafisico e lovecraftiano."" -
Mutamenti. Corpo, lavoro, rete
All'inizio del secolo scorso, parlando della vita nelle grandi metropoli, Simmel aveva già saputo scorgere una certa «intensificazione della vita nervosa [...] prodotta dal rapido e ininterrotto avvicendarsi di impressioni esteriori e interiori». Oggi, tra ibridazioni uomo-macchina, moltiplicazione dell'identità digitale e aspirazioni post-umane, si può sostenere che l'individuo vive l'epoca dell'accelerazione perpetua, della simultaneità e della fine dello spazio-tempo. Ed è quindi inevitabile domandarsi: l'essere umano è strutturalmente in grado di abbandonare una configurazione analogica dell'esistenza per divenire esso stesso digitale? Ed è pronto a farlo? Stiamo forse rischiando di essere le informazioni che riceviamo, di dissolverci in esse? Intorno a tali interrogativi nasce questo piccolo volume, che raccoglie le riflessioni di tre studiosi su altrettante dimensioni della rivoluzione digitale e del potenziamento tecnologico: il corpo, il lavoro, la rete. Tre orizzonti nei quali l'uomo e il suo sapere paiono disgregarsi e svanire e che, invece, rappresentano le principali sfide per la filosofia, la scienza e l'etica di domani. -
A casa nostra, lontano da casa
Migranti, sradicamento e Umbria sono le tre parole chiave che guidano questo progetto editoriale ideato e curato da Giovanni Dozzini nell'ambito e col sostegno del Corciano Festival: tredici racconti di altrettanti autori umbri - o che in Umbria hanno deciso di vivere e lavorare - che insieme compongono un mosaico, un collage di storie, visioni e personaggi uniti dal comune senso dello spaesamento e dell'alterità. Un'antologia di sradicati: lo è il senegalese che attraversa mezza Africa e mezzo Mediterraneo per approdare sulle coste siciliane, lo è l'albanese arrivato da poco a rimorchio di un padre o una madre o uno zio, lo sono i ricchi turisti inglesi innamoratisi dell'Alto Tevere o del Trasimeno al punto da comprarci casa e trasferirci tutta la famiglia, lo sono gli studenti del Meridione venuti a Perugia per l'Università e che non se ne sono più andati... Un'antologia che ci dice molto non solo su cosa sia oggi l'Umbria ma anche su cosa sia oggi in generale la provincia italiana, di gran lunga il grosso del corpo del Paese; su cosa sia in sé e in rapporto alle dinamiche sociali, politiche e culturali che l'hanno investita negli ultimi decenni. Nel volume racconti di: Pierpaolo Peroni, Giovanni Pannacci, Riccardo Meozzi, Caterina Venturini, Chiara Santilli, Stefano Baffetti, Gianni Agostinelli, Paola Rondini, Eugenio Raspi, Pasquale Guerra, Giovanni Dozzini, Antonio Senatore, Marija Strujic. -
L' entre-deux-guerres in Italia. Storia dell'arte, storia della critica, storia politica
I saggi raccolti in questo volume, trascrizioni ampliate degli interventi al convegno ""Storia dell'arte, storia della critica, storia politica"""" (Perugia, Università per Stranieri, 22-23 maggio 2018), si propongono di tracciare un quadro ampio e frastagliato dei rapporti tra artisti, società e politica nel periodo dell'entre-deux-guerres in Italia. A fronte dei numerosi ambiti tematici esplorati, si possono indicare significative convergenze di interessi: relative all'indagine sulle politiche artistiche e culturali, ad esempio; o all'esame del ruolo sociale di artisti impegnati, in Italia, nell'allestimento di forme visuali di """"liturgia politica""""; o, ancora, al tentativo di decifrare la difficile transizione tra fascismo e Repubblica. Non mancano ricerche dedicate al collezionismo pubblico e privato nel Ventennio, alle diverse accezioni e """"ideologie"""" del fascismo futurista, alla comunicazione artistica del regime e, non ultimi, ai contrasti e alle inquietudini che scuotono da subito, o a distanza di qualche decennio, il fronte tutt'altro che lineare e compatto dell'antifascismo. A differenza di altri regimi totalitari, il fascismo ha avvicinato le arti e ha certamente sollecitato il consenso degli artisti senza praticare, almeno fino a un certo punto, una """"politica dello stile"""". Una simile circostanza rende più difficile tracciare demarcazioni nette o stabilire categorie. Inoltre, la continuità di medio periodo tra interventismo, nazionalismo futurista, fiumanesimo e fascismo delle origini contribuisce a caratterizzare in senso pressoché unico la scena italiana in merito al rapporto tra arte e mito nazionale - il mito della «Grande Italia» - immediatamente prima e dopo la Marcia su Roma. Nasce da queste constatazioni la duplice ambizione del convegno e del volume. Sotto il profilo delle narrazioni storiografiche, avviare trattazioni più connesse e integrate della prima e della seconda metà del Novecento italiano, sfidando cesure considerate sino a oggi invalicabili, mutamenti di ideologia o di dizionario, edificanti paradigmi postbellici - ad esempio, quello della tabula rasa. Sotto il profilo del metodo, incoraggiare il dialogo tra discipline oggi distanti e separate."" -
La figura de Jesu Christo. Crocifissi lignei del XV secolo a Reggio Emilia
Il restauro di due sculture lignee offre l'occasione di approfondire un interessante capitolo della stagione artistica rinascimentale di Reggio Emilia. Si tratta del crocifisso della Curia, ora ricoverato nei depositi del Museo Diocesano, e del crocifisso conservato nella chiesa di San Giuseppe ma proveniente da San Francesco. La restituzione dei due intagli, la loro analisi stilistica e tecnologica e il loro inquadramento nella produzione scultorea delle botteghe vengono contestualizzati in una riflessione di più ampio respiro sulla statuaria in legno del Quattrocento a Reggio Emilia, una riflessione che ben si colloca nel solco della proficua riqualificazione della scultura lignea negli studi storico-artistici, e in particolare in quel segmento di ricerca incentrato sull'attività dei maestri tedeschi nella penisola durante il XV secolo. -
Bolle bolle bolle-Bubbles bubbles bubbles. Ediz. bilingue
C'era una volta - eh, sì, tanto tempo fa - un bambino che si lavava le mani con il sapone, un sapone fatto come quelli che usiamo ancora oggi. Quel sapone proveniva da una città della Siria, una città che ha avuto e continua ad avere una storia sfortunata e tragica. Quel sapone proveniva da Aleppo, la città dove probabilmente è stato inventato il sapone come lo intendiamo ai nostri tempi. Quel bambino, che si chiamava Hakim, si lavava le mani, quando a un certo punto vide una cosa che non aveva mai visto prima... Una piccola sfera volava in aria davanti ai suoi occhi... Età di lettura: da 5 anni. -
Atomi e nuvole. Le miniature di Cesare Franchi detto il Pollino (1555 circa-1595). Ediz. illustrata
Il cardinale Scipione Borghese, assecondando la sua ben nota bramosia collezionistica, tentò di accaparrarsi a buon mercato le miniature di Cesare Franchi detto il Pollino, conosciute negli anni in cui era stato studente a Perugia. L'artista, notissimo miniatore dei suoi tempi, era tragicamente scomparso da pochi decenni: colpevole di un omicidio compiuto a Perugia durante il carnevale, era stato giustiziato presso la Fonte di Piazza il 20 febbraio del 1595. Alla richiesta di Scipione fu però opposto un netto rifiuto dalla Compagnia del Gesù, presso la quale, per volontà testamentaria di Cesare Franchi, erano conservate le opere in seguito confluite nella collezione della Galleria Nazionale dell'Umbria. È proprio a partire da questo nucleo di quattro «piccoli quadretti» -sebbene piccolo, il più cospicuo conservato - che è stato possibile imbastire Atomi e nuvole, la prima mostra dedicata a questo misconosciuto quanto meraviglioso miniatore. Vi si aggiungono due miniature che fanno parte del patrimonio della Biblioteca Augusta di Perugia; un'opera conservata presso la Parrocchia di Sant'Agostino, uno strepitoso Martirio di san Lorenzo parte del ricco patrimonio della Fondazione Marignoli di Montecorona (Spoleto) e gli esemplari del Museo Amedeo Lia di La Spezia e della British Library di Londra. -
Una lunga fedeltà a Italo Calvino. Con lettere edite e inedite
«La prima lettera di Calvino a me è del 1971, l'ultima del 1983. In tutto sono 17 lettere, fra edite e inedite; un arco di tempo lungo, intervallato da incontri a Torino presso la Einaudi e a casa sua, ancora a Torino e poi a Pineta di Roccamare; e a Firenze. Nell'Introduzione ricostruisco i nostri incontri e do conto delle nostre conversazioni. In qualche modo ho fatto il ritratto di Calvino come persona. Ma dalle lettere di questo grande intellettuale emerge il suo lavoro appassionato di editor, mai documentato fino a ora per nessun autore con questa abbondanza di testi. E questa è un'altra novità. Perché esse illustrano anche la storia di un libro, il mio ""La Resistenza armata nella narrativa italiana"""", uscito da Einaudi nel 1976. Calvino si prese la briga di seguirlo passo passo, incoraggiandomi o correggendomi, brontolando quando i capitoli che gli mandavo avevano difetti, segnalandomi testi da leggere e temi da approfondire: il tutto con un'intelligenza e una passione quale si potevano finora soltanto attribuirgli e che qui sono ben documentate. E nelle lettere c'è anche altro: giudizi su autori, sul proprio lavoro (sia in generale che in particolare: per esempio sulle """"Città invisibili""""), anche sulla propria generazione e sul suo passato resistenziale; insomma, un'esemplare e grande disponibilità verso quel giovane intellettuale che io ero. Il mio primo saggio su di lui è del 1971, l'ultimo del 2017. """"La lunga fedeltà"""" che ho dato al titolo è il mio scavo appassionato sulla sua opera, che non ha mai cessato di stimolarmi. Il titolo ha un'ascendenza nobile, perché l'ho mutuato dal volume di Contini su Montale: un critico che Calvino ammirava e un poeta che conosceva a memoria. Insomma: è quasi un cinquantennio che leggo e rileggo, fra gli altri, questo scrittore. Nell'orizzonte globale delle merci e dei libri - in cui mancano punti di riferimento per capire la nostra realtà, in questo clima in tutti i modi minaccioso - non sarà il caso di rileggere attentamente questo grande intellettuale-scrittore? E non sarà il caso che scuola e Università comincino a proporlo seriamente ai più giovani?» (Giovanni Falaschi)"" -
La nazione e il teatro. Alberico Gentili, Shakespeare e l'Inghilterra elisabettiana
Cosa si intende per nazione? Nell'epoca tumultuosa della frattura del Cristianesimo, delle guerre di religione e delle grandi scoperte geografiche, l'Inghilterra elisabettiana costruisce la propria identità anche accogliendo esuli e rifugiati provenienti da mezza Europa. Fra questi, l'italiano Alberico Gentili è protagonista di un'accesa polemica con John Rainolds, puritano ostile alla politica ecclesiastica della regina. L'oggetto della controversia è l'arte nel suo più profondo punto di contatto con la società, la storia, l'identità politica inglese. Rainolds condanna il teatro senza appello perché distoglie gli uomini da Dio, mentre Gentili lo difende dalla furia moralizzatrice dei puritani. Una polemica che ne contiene altre, come quella sul ricorso alla guerra: per il partito di Rainolds, crociata necessaria in difesa della vera Chiesa contro l'anticristo spagnolo; per il padre del diritto internazionale, e significativamente anche per Elisabetta e i suoi ministri, strumento sottratto alla sfera della religione, necessario per il ridimensionamento delle ambizioni di Filippo II. Cristiano Ragni ricompone i numerosi tasselli di questo intreccio di politica, teatro e nascita della nazione seguendone le tracce in alcune opere di Shakespeare che lo rendono manifesto e ne esplorano le parti più oscure. I drammi storici che qui vengono analizzati mostrano come Shakespeare - nemico dei puritani quanto la regina e Gentili - fosse consapevole che la nazione è una costruzione complessa alla stregua di un'opera d'arte, in cui leggi ed emozioni vanno abilmente mescolate. Come accadde nel regno di Elisabetta. E come Shakespeare seppe raccontare a teatro.