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Come angeli che han messo le ali. Ediz. italiana e inglese
Età di lettura: da 10 anni. -
Arcadia & Grand Tour. Paesaggi di Alessio De Marchis nelle Collezioni di Perugia. Ediz. a colori
In occasione della mostra ""Arcadia e Grand Tour. Paesaggi di Alessio De Marchis nella collezione Aldo Poggi"""", la curatrice Cristina Galassi propone, con questa piccola monografia, una ricognizione dei dipinti del paesaggista napoletano nelle collezioni pubbliche e private di Perugia. La fase finale dell'intenso e tormentato percorso biografico dell'artista, che conosce anche un momento urbinate, si svolge infatti a Perugia (1739-1752) dove De Marchis, aiutato dal figlio Eugenio, produce una notevolissima quantità di paesaggi. Sette suoi dipinti appartengono alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia mentre un ricco nucleo di quadri, ben 29, è custodito nel Museo del Capitolo della Cattedrale."" -
Al riparo dalla tempesta. Franco Garelli 1909-1973. Ediz. a colori
Una vera damnatio memoriae ha quasi eclissato Garelli dalle pagine della storia dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1973. Così, dopo un lungo periodo di silenzio, intervallato da isolati episodi espositivi, la figura complessa di Franco Garelli torna a reclamare una rilettura del proprio profilo artistico. Scopo di questo libro è dunque restituire l'immagine e il sentimento di un artista lirico, se non certo festoso quantomeno realmente poetico e solare; una immagine nuova rispetto alla precedente linea della critica degli anni sessanta e settanta che poneva l'accento sul tema struggente, lacerante e greve della infelice condizione umana nella società. Nicoletta Colombo e Marco Franzone rendono finalmente giustizia a questo eclettico esploratore dei nuovi orizzonti della materia, che muoveva la propria indagine su numerosi fronti, disegno, pittura, scultura, in escalation verso il ricorso a vernici industriali e a materiali disparati dall'organico all'inorganico: legni, ceramica, bronzo, ferri, persino paste alimentari e formaggi, fino alla più avanzata riqualificazione di trouvailles meccaniche e di laminati. Il vitalismo e la personale inquietudine attivistica di Garelli lo portarono a scambi culturali intensi, corroborati da viaggi e da esperienze di lavoro maturate in Francia, Stati Uniti, Giappone, Perù, Germania, Belgio, stimoli incisivi per la lucida sperimentazione scaturita da uno spirito pragmatico e allo stesso tempo irregolare, da outsider. -
Io sono l'atomo in balìa dell'infinito. Federico Faruffini, Perugia, 15 dicembre 1869. Catalogo della mostra (Perugia, 19 ottobre-15 dicembre 2019). Ediz. a colori
Il Nobile Collegio del Cambio celebra, all'interno dei suoi spazi monumentali, il pittore lombardo Federico Faruffini, che scelse di concludere a Perugia la sua tormentata esistenza suicidandosi il 15 dicembre 1869, nel suo studio di via Antica. Con questa mostra, che conta pochi pezzi ma straordinari per qualità pittorica, si ricordano i centocinquanta anni dal rapido passaggio di Faruffini in città. Coerentemente con quanto realizzato nelle mostre dedicate a Perugino, Raffaello e Sassoferrato (2013) e a Velázquez e Bernini (2017), anche in questo caso l'""Autoritratto"""" del pittore dialoga con quello, bellissimo, realizzato da Perugino sulla parete lunga della Sala dell'Udienza: una sala che Faruffini scelse come ideale ambientazione per alcuni suoi dipinti. Il canto del cigno dell'artista è rappresentato da un dipinto raffigurante """"L'armiere etrusco"""" o """"Gli etruschi a Perugia"""": un magnifico brano di pittura che viene presentato accanto ai suoi quattro disegni preparatori, notevoli per finitezza e precisione. Il volume-catalogo rende conto di questa questa intensa esposizione, alla quale hanno contribuito l'Accademia Nazionale di San Luca, i Musei Civici di Pavia, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, il Museo Civico di Palazzo della Penna in Perugia, la Giunta Regionale dell'Umbria e un importante collezionista privato."" -
Naturalia e artificialia. Musei, raccolte e collezioni dell'Università degli Studi di Perugia. Ediz. illustrata
"Naturalia e artificialia. Musei, raccolte e collezioni dell'Università degli Studi di Perugia"""", a cura di Cristina Galassi, documenta il lavoro svolto in questi ultimi anni dall'Università degli Studi di Perugia e dal Centro d'Ateneo per i Musei Scientifici: in particolare dal 2014 al 2019 sono stati inaugurati nuovi allestimenti e/o strutture espositive, come la Gipsoteca Greca e Romana, il Museo di Anatomia Umana, la Galleria di Matematica, la nuova serra delle xerofite dell'Orto Botanico e il Laboratorio di Scienze Veterinarie e Zootecniche. Sale così a otto il numero delle strutture espositive dell'Ateneo regolarmente aperte al pubblico nel corso di tutto l'anno. Il recente intervento di pulitura e restauro delle collezioni di calchi in gesso della Gipsoteca Greca e Romana ha messo a disposizione dell'Ateneo e dell'intera comunità un patrimonio artistico e culturale di straordinario interesse. Sì è dunque costituito un polo museale universitario in città - che va ad aggiungersi alla superficie fruibile dell'Orto Medievale e dell'Orto Botanico localizzati presso il complesso abbaziale di San Pietro - rendendo pienamente disponibile a un ampio pubblico una raccolta di calchi preziosa, patrimonio comune della cultura europea nei cui spazi sono stati già organizzati eventi di assoluto rilievo come la preview di un'opera di Andy Warhol. Il libro, che vuole raccontare la realtà attuale dei musei e delle raccolte dell'Università degli Studi di Perugia, è realizzato in carta e cartoncino Oikos Fedrigoni, ottenuti con l'utilizzo del 50% di fibre di riciclo conformi alla direttiva FSC-DIR-40-004 e il 50% di pura cellulosa certificata FSC. Un volume in carta riciclata che è in linea con un'idea di Università per lo Sviluppo Sostenibile alla quale l'Ateneo di Perugia ha lavorato molto e con orgoglio in questi anni." -
Poesie della chiara certezza. Antologia 1955-1999
«Galizia, sarà la mia generazione a salvarti? / Andrò un giorno dal Courel a Compostela su terre libere?» Questi versi, tra i più famosi di Uxío Novoneyra, ricalcano la direttrice principale della sua vita: scandagliare il suo tempo, rivendicare la questione galega prima e dopo il franchismo, mettendo in scena la situazione storico-politica attraverso l'ancoraggio alle peculiarità linguistiche e culturali della propria terra. La poesia di Novoneyra si nutre dell'oralità, dei riti di condivisione della cultura popolare e di quella pop, della ricerca di un ascolto che non esige un'ermeneutica immediata, anzi diviene la carica di un carillon che si compone di unità minime, parole essenziali, quasi scheletriche, che tuttavia si muovono in modo armonico e fluttuante grazie al ricorso a rime più o meno esatte, assonanze, correlazioni, parallelismi, ripetizioni e onomatopee. Una lingua-mondo che non rifugge le varietà dialettali del galego, ma le nobilita tra un richiamo alla tradizione trobadorica e prestiti polemici dal linguaggio neoliberale internazionalmente omologato. Con il suo canto, in questa antologia Uxío Novoneyra è il poeta universale che ha descritto in anticipo la lenta agonia del mondo rurale e, allo stesso tempo, la crisi identitaria dei contesti urbani. -
Esecuzione dell'ultimo giorno
«Esecuzione dell'ultimo giorno è un racconto visionario e lirico, attraversato dal vortice delle analogie, scosso dai soprassalti dell'ossessione, dalle tensioni notturne e assolute della poesia. E chi lo scrive è infatti un poeta vero, Lorenzo Chiuchiù. Qui ci narra di Viktor Semënov, musicista che ha nell'anima l'infinito delle pianure siberiane, in cammino verso un'opera ultima e unica, un'opera spaventosa per forza, terremoto, apocalisse: Esecuzione dell'ultimo giorno. Dopo quest'opera, la fine. Noi entriamo nelle tappe di questo cammino tra digiuni e mutilazioni, improvvisi ritorni di vita, delirio, ascesi, morte e sapienza. Tutto è portato all'estremo e all'incandescente, tanto da bruciare le sue stesse pagine e chiudersi all'improvviso per mancanza di ossigeno. E tutto è perentorio in questa corsa frenetica verso il niente, tutto è risucchiato dalle richieste inesorabili che Viktor Semënov fa all'arte e a tutti noi, da un imperativo di distruzione che ci appare sempre di più come l'unica verità possibile». -
La pala dei Decemviri di Pietro Perugino
Il volume è il catalogo della mostra di Perugia (Galleria Nazionale dell'Umbria, ottobre 2019 - gennaio 2020/Città del Vaticano, Musei Vaticani, febbraio-aprile 2020). La Pala dei Decemviri di Pietro Perugino, una delle opere identitarie della Pinacoteca Vaticana, esce per la prima volta dopo duecento anni dai musei dal Vaticano e ritorna nella sua città; in quella capitale dell'arte che l'aveva commissionata al maggiore artista cittadino del XV secolo, il divin pittore Pietro Vannucci. Questo prestito eccezionale, e più ancora il fatto che la pala viene riunita alla sua cornice originale e alla sua cimasa dopo 222 anni dallo smembramento dovuto alle requisizioni napoleoniche e ricollocata nella Cappella dei Priori, dalla quale era stata spostata già prima del 1562, costituiscono l'occasione per gli approfondimenti proposti in questo quarto Quaderno della collana. Un largo giro di pensieri sulla fortuna del dipinto e della sua cimasa, sulla storia travagliata della sua committenza, accuratamente ripercorsa alla luce di nuove puntualizzazioni archivistiche, sulle vicende della confisca francese, della restituzione allo Stato Pontificio e degli innumerevoli interventi di restauro. -
Non voglio fare il barbiere! Ediz. italiana e inglese
Volume realizzato in occasione della mostra «Taddeo di Bartolo», a cura di Gail E. Solberg, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, dal 7 marzo al 7 giugno 2020. Età di lettura: da 7 anni. -
Il maestro dei bambini turbolenti. Sandro di Lorenzo sculture in terracotta agli albori della Maniera
Questo libro costituisce il primo tentativo di ricomposizione del problema del Maestro dei bambini turbolenti, anonimo scultore attivo a Firenze a inizio Cinquecento. Nei dieci capitoli della monografia la ricerca si snoda attraverso la ricostruzione della vicenda critica, le proposte identificative, l'analisi dei soggetti caratterizzanti, la ricognizione delle fonti figurative e iconografiche. Nella seconda parte del volume trova posto il catalogo ragionato delle opere riferibili al Maestro, mentre nella terza vengono prese in esame le sculture espunte dal corpus. Tra le principali novità del libro vi è la riconsiderazione dell'identità dell'Anonimo. I dati archivistici noti e una fonte letteraria finora trascurata consentono di riconoscere definitivamente il Maestro dei bambini turbolenti in Sandro di Lorenzo (1483-1554) - artista fin qui senza opere ma del quale si possiede un accurato profilo biografico - e di collegarlo con certezza a una notevole opera documentata, ad attestazione dell'alta qualità delle sue creazioni. La figura di questo enigmatico scultore, stovigliaio e profumiere solleva questioni di grande interesse, come la conduzione di una bottega polivalente e la diffusione, attraverso la terracotta, di invenzioni di maestri ben più noti, da Leonardo da Vinci a Giovanfrancesco Rustici a Michelangelo. A Sandro di Lorenzo, infine, viene dedicato un prezioso regesto che raccoglie i documenti, molti dei quali inediti, su questo sfuggente protagonista della vita fiorentina della prima metà del Cinquecento. -
Tempo ed esperienza. Intenzionalità, azione, filosofie del tempo
Lungo le linee direttrici, decisamente orientate, del primo capitolo introduttivo alla contemporanea filosofia del tempo, e del secondo capitolo - quasi un libro a sé stante - dedicato al tema dell'intenzionalità, si dipanano le tesi di fondo sostenute dall'autore: il tempo è innegabile ed è il divenire dell'esistenza; l'esperienza umana è intenzionale e tale intenzionalità è irriducibile e probabilmente emergente; le varie concezioni della percezione del tempo, tutte basate sull'esigenza di percepire la sua successione, non sono pienamente convincenti; la notizia del tempo è data dall'essere l'esperienza come tale intrinsecamente temporale. Il volume indaga il rapporto inseparabile fra esperienza, azione e tempo a partire dall'enigma di come sia possibile, dato che anche il più povero dei nostri pensieri (percezioni, emozioni) è nel tempo, che in ogni frammento attuale si riveli l'intero di cui esso fa parte e che gli dà significato. -
Palazzo Spinola Pessagno in Genova. Ediz. illustrata
Il palazzo di Tomaso Spinola è parte di quello che Ennio Poleggi definì il Sistema dei Palazzi dei Rolli, l'efficace stratagemma per supplire alla mancanza di un luogo rappresentativo del potere nella Repubblica di Genova in occasione delle visite di dignitari stranieri. I palazzi aristocratici venivano iscritti in alcune liste (i ""ruoli"""" o """"rolli"""") e ripartiti a seconda del prestigio e del rango degli ospiti che potevano accogliere: all'interno di queste classi, si estraevano a sorte i palazzi e i relativi proprietari che si sarebbero dovuti occupare, di volta in volta, dei maggiorenti stranieri. A oggi si conoscono cinque """"rolli"""", compilati negli anni 1576, 1588, 1599, 1614, 1664, una finestra che comprende bene gli estremi del Siglo de los Genoveses, in cui la Repubblica tenne in pugno la finanza del continente. I palazzi che compaiono in questi elenchi si segnalavano per le decorazioni, per lo sfarzo degli arredi e per la preminenza architettonica. I """"rolli"""" attestano, inoltre, la peculiare dimensione sociale e abitativa di Genova: in seguito a miglioramenti o impoverimenti delle dimore - o alla perdita di prestigio di una famiglia - il palazzo poteva essere """"promosso"""", """"declassato"""" o espunto dall'elenco delle case private destinate al pubblico servizio dell'hospitaggio. Palazzo Spinola Pessagno fu inserito tra i Palazzi dei Rolli nel 1588 e nel 1599. La successiva assenza dalle liste indica probabilmente come, nonostante l'intervento corposo sull'apparato decorativo pittorico eseguito alla metà degli anni Sessanta del Cinquecento, il palazzo non si fosse poi arricchito di una aggiornata quadreria, un requisito che appare indispensabile - in quegli anni - per mantenersi a un livello alto nella graduatoria delle dimore più rilevanti. Nel 2006 l'UNESCO ha riconosciuto 42 palazzi del Sistema delle Strade Nuove e dei Palazzi dei Rolli come Patrimonio dell'Umanità. Tra questi anche Palazzo Spinola Pessagno che costituisce, per l'importanza del complesso architettonico e dell'apparato decorativo, una testimonianza significativa della società genovese che ideò, creò e visse questi luoghi."" -
Tina. Storie della grande estinzione
La Grande Estinzione. La fine dell'Antropocene. Il collasso climatico, economico, infrastrutturale, sanitario, cognitivo che incombe sulle nostre fragili e complesse civiltà. La radicale messa in discussione del nostro status biologico e culturale sul pianeta: è il tema fondamentale del nostro tempo, il tema che ha ispirato TINA, l'autore-collettivo di questo libro. Un progetto che ha coinvolto più di 100 fra artisti e scrittori, per una raccolta di micro-romanzi e illustrazioni ispirati a scenari apocalittici, trasformazioni epocali, shift tecnologici e culturali. Dal Collasso dell'Età del Bronzo alle nanotecnologie, dalla Peste di Atene alla geoingegneria passando per la Brexit, l'ultimo albero sull'Isola di Pasqua, l'incontro tra Montezuma e Cortés, Cernobyl'. Decine e decine di eventi X e cigni neri collegati tra loro da snodi tematici, connettivi logici, squarci visionari, inneschi di una reazione a catena fra scienza, narrativa, immaginario, capacità di pensare l'impensabile. TINA è un autore collettivo coordinato da Matteo Meschiari e Antonio Vena. Il nome ricorda e omaggia Tina Michelle Fontaine (1999-2014), una ragazzina nativa del Canada uccisa a 15 anni: una microapocalisse che fa parte dei tanti genocidi a bassa intensità con i quali scompaiono individui, lingue, tradizioni, mondi, possibilità. TINA è anche un acronimo: There Is No Alternative, rovesciamento dello slogan usato da Herbert Spencer, Margaret Thatcher e Francis Fukuyama per giustificare il regime neoliberista che ci ha condotti sulla soglia dell'abisso, alla fine della storia. -
E-mail da Shahrazad
"E-mail da Shahrazad"""" è l'esordio letterario di Mohja Kahf, pubblicato originariamente nel 2003. La raccolta, prima traduzione italiana di una sua opera, è nel suo complesso una riflessione ironica, amara e appassionata sulla memoria, le radici e le difficili prospettive della società multiculturale. La cifra stilistica dell'autrice, in grado di raccogliere le differenti e complementari eredità di scrittrici come Wislawa Szymborska e Annie Ernaux, si distingue per un'efficace e comunicativa alternanza di registri fra dramma, commedia e improvvisi slanci lirici, tenuti insieme da una vivida capacità narrativa e immaginifica." -
Cosmo libertà uguaglianza
"L'ipotesi Paolo Vinti è: la vita di un filosofo e poeta. L'ipotesi Paolo Vinti è: il corpo di un filosofo di strada. Come Socrate, che stava nell'agorà, nella piazza, nelle vie ad interrogare la gente. Come Diogene, che viveva in una botte e girava di giorno con una lanterna accesa, e quando gli chiedevano «Ma che fai?» rispondeva: «Cerco l'uomo.» Paolo fa filosofia con le parole, ma soprattutto la fa con la parola incarnata, con il corpo, con l'esempio del suo modo di vivere, tutti i giorni. Vivere per le strade. L'ipotesi Paolo Vinti è: un poeta che usa la lingua a misura di precise, precisissime strategie testuali e corporee. Il linguaggio è un cantiere sempre aperto, dove lo scrittore passa le giornate, in bilico sulle impalcature del senso con in mano il secchio e la cazzuola, e in testa un cappello di carta di giornale. Paolo lavora in quel cantiere, e programmaticamente si adopera a forzare il linguaggio, ritmi, risonanze, timbri, accento strascicato, tutto il corpo che trema nell'emettere il suono, per schiudere l'immaginazione di chi ascolta"""". (dalla postfazione di Wu Ming 1). Con un saggio di Wu Ming." -
Gli archi e gli strali. Foscolo inattuale
A che serve un volume su Ugo Foscolo oggi? La scommessa è riuscire a dimostrare la vitalità del genio e dell'opera di Foscolo, attraverso la rilettura di testi noti e meno noti, la messa a fuoco di problematiche cruciali, la sua ricezione critica, la sua formazione e cultura, il rapporto del Novecento con questo autore, le ragioni delle ostilità, idiosincrasie, banalizzazioni dentro e fuori la scuola, l'università e la «repubblica delle lettere». A confrontarsi con la sua eredità sono stati invitati non solo studiosi e accademici, ma anche critici e scrittori, a mettere insieme punti di vista mai scontati e differenti sull'uomo, il poeta, il critico, privilegiando un comune sguardo ""verticale"""" che ci aiuti a riaccostarlo alla nostra sensibilità di contemporanei. Ché il suo essere inattuale possa forse giovare come monito ad essere noi diversamente contemporanei del nostro tempo. Saggi e testi di: Domenico Calcaterra, Mario Baudino, Filippo La Porta, Matteo Palumbo, Gandolfo Cascio, Stefano Adami, Angelo Favaro, Marco G. Ciaurro, Alberto Granese, Aurelio Picca, Renzo Paris, Filippo Tuena, Graziano Versace, Luciano Curreri e Guido Baldi."" -
La nostra via Emilia. 5 chilometri di strada, 2200 anni di storia a San Lazzaro di Savena. Ediz. illustrata
La via Emilia non è solo una strada: è un percorso che, attraverso la storia e la geografia, traccia un segno indelebile nella nostra vita. Come la linea della vita sul nostro palmo, attraversa passato, presente e futuro indicandoci chi siamo, chi siamo stati e uno scorcio di chi saremo. San Lazzaro è nata e cresciuta lungo questa linea millenaria: le sue radici, le sue bellezze, sono disseminate sul ciglio della via Emilia, come le perle di una collana. Qui riscopriamo sapori, tradizioni, luoghi dimenticati, bellezze inesplorate o sottovalutate. Qui, lungo questo frammento della linea rossa che va da Piacenza a Rimini, riscopriamo noi stessi. -
40 piccole ricette. Tramandate, liberamente innovate o inventate
"In questo libretto, senza ambizioni da chef, ho voluto raccogliere parte dell'esperienza delle mie nonna e madre e parte delle ricette che ho inventato o messo a punto nel mio ristorante il Fienile Fluò di Bologna. Rileggendo i loro quaderni ho scoperto con tenerezza quanto abbiamo avuto in comune e, credo, non solo i geni. Buon appetito!"""" (Betta Guerzoni)" -
Immagine. Note di storia del cinema. Vol. 15
La rivista ""Immagine. Note di storia del Cinema"""" è la prestigiosa rivista italiana di studi cinematografici dell'Associazione per le Ricerche di Storia del Cinema (AIRSC). Gli articoli in questo numero: Andrea Mariani e Giuseppe Fidotta """"Senza Luce. Visioni ai confini del documento italiano (1924-1943)""""; Maria Ida Bernabei """"Une mosaïque de films"""". Programmare il film scientifico e costruire l'avanguardia; Gianluca della Maggiore """"La nuova immagine mediatica del papato tra Conciliazione, competizione e internazionalizzazione. I documentari sul pontefice tra gli anni Venti e gli anni Trenta""""; Cristina Formenti """"Note sul documentario animato italiano e il suo periodo delle origini""""; Giovanni D'Amia e Andrea Mariani """"Le manifestazioni Internazionali di Cinematografia Scientifica e Turistica a Como (1936-1937)""""; Marco Bertozzi """"Eccentrico, amatoriale, sperimentale. Appunti sul cinema di Guglielmo Baldissini""""; Luciano De Giusti """"Gramigna"""", una cicatrice di rimpianto"""", Luca Venzi """"Circolarità, rovesciamento, ripetizione. 'It's Always Fair Weather'""""."" -
Luce
«I cuori battono come tamburi, Luce accenna ad un sorriso che sembra catturato per l'eternità da una scheggia di sole. Momentanei adepti di una ebbrezza dionisiaca che spezza abitudini, infrange identità personali e dualità. Sono soli, sulla montagna più alta del mondo, arresi all'intensità del desiderio.»