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Solo una canzone
Libro candidato da Filippo La Porta al Premio Strega 2022La canzone che sogni da sempre, che tutti si aspettano da te. Solo una canzone, e tutto riparte. Quella canzone, sì, lei: dov'è?Che roba, una donna come Agnese che fa dieci chilometri nella pioggia soltanto per me.Il ristorante va a rotoli, e lui non vorrebbe certo farlo andare meglio. Non ne può delle recensioni crudeli su Google, del mal di piedi, di essere libero solo di martedì. Comincia a essere stufo anche dell'Ave, la moglie paleontologa che sa sempre tutto, e quando parla sembra un fiume in piena. A lui basterebbe riuscire a scrivere una canzone, solo una; trovare il ritornello per quella che ha già in testa, che intona nel ristorante di notte, o sull'acqua, tra le gole dei monti, sognando un pubblico che non c'è. E non è per una folla che lui vorrebbe cantare; è destinata ad Agnese, la sua canzone. Se riuscisse a farle venire le carni cappone, potrebbe smettere di vestirsi sempre di nero, potrebbe fare quel che non ha mai fatto, non lo fermerebbe più nessuno.Proposto da Filippo La Porta al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Un romanzo che proviene da una malinconica provincia italiana, tra Marche e Romagna, tra orchestrine di liscio, motoraduni e non-luoghi dispersi nel paesaggio del Rinascimento, una ballata straziante come un blues, che inventa uno ""sguardo"""", quello dell'io narrante, candido e maniacale – cameriere con diploma di terza media – e discende da una costola della linea emiliana dei Celati e Cavazzoni. Un personaggio """"non sapiente"""", cui il padre – sassofonista in un complessino di polke – comprava atlanti ed enciclopedie, che rimugina caparbiamente sul mondo e su di sé, con una vocazione al fallimento. Livi ha saputo dare voce –poeticamente – a una alterità assoluta, a un tipo umano deragliato: """"Povera Ava, a lei è toccata la parte della persona normale, a me è toccata la parte del tipo strano che dice sempre no"""". Presenta una lingua che, pur appartenendo a quel filone letterario """"emiliano"""", rifugge da ogni tentazione manieristica e anzi possiede una vibrante freschezza: il ritmo lievemente sincopato del monologo interiore, un effetto di parlato della strada (con vaga eco dialettale o gergale: """"era così bello desiderare le donne, sdocchiarle""""), una naturalezza naïf appena straniante (anch'essa artificio formale). Si tratta di una naturalezza, finemente lavorata, nata non tanto da una poetica aprioristica quanto dall'esperienza stessa. Micro-romanzo di formazione, interi destini condensati in una frase: """"Io e la gente abbiamo litigato tanti anni fa e ormai non ho più speranze di far pace"""". Ha delle invenzioni narrative straordinarie e intriganti: ad esempio quando il protagonista si lascia con la moglie e si innamora della cassiera Agnese, si vergogna a inviarle per mail una dichiarazione d'amore che ha scritto. Allora col traduttore automatico la traduce in lingua zulu, aggiungendole di ritradurla dallo zulu in italiano. Nelle istruzioni per comporre una canzone, da parte del maestro un po' mattoide, troviamo una indicazione metodologica utile in qualsiasi campo artistico. Per... -
Racconti di una nonna
Dalla grande scrittrice trasgressiva, modello vivente di autodeterminazione e affermazione della donna, storie di bellezza e libertà di scelta.Le farfalle non sono altro che fiori volati via un giorno di festa quando la natura era in vena di invenzioni e di fecondità.Cosa si dicono i fiori? Una bambina si sdraia in mezzo al prato e silenziosamente ascolta. Scopre che i fiori coltivati sono pieni di invidia, mentre i fiori selvatici raccontano la loro storia d’amore con il vento. La fata Polverina è grigia e dimessa, la scacciano ovunque si posi… ma che vita di splendore ha da mostrarci, se saliamo le scale del suo castello. Miquel Miquelon sogna di sconfiggere un perfido gigante usurpatore; Marguerite si chiede se dare retta a un cigno o alla regina delle rane. Catturiamo una nuvola rosa, portiamola con noi sulla montagna. Scatenerà tuoni e lampi. Una vecchina dalle mani fatate riporterà il sereno. Sette fiabe d’autore per viaggiare, correre e sognare. -
Viburno rosso
Viburno rosso è una canzone russa. Egor la canta quando esce di prigione e poi con Ljuba, quando la raggiunge al villaggio sognando con lei una vita in pace con la natura. Ma quando la deriva ce l’hai nel sangue il tuo passato non ti lascia andare.«E ho voglia di distruggere completamente la mia vita, in mille pezzi. Ma in allegria, e, se si può, con la vodka»Durante i cinque anni di galera, Egor scrive lettere poetiche a Ljuba; tornato alla libertà, la va a cercare. Bella come una focaccina, lei l’aspetta sulla collinetta di un villaggio di campagna. Egor è un diavolo con la testa rasata: si scalda facilmente, parla con le betulle, con gli uomini vuole far baldoria. Ljuba lo riporta alle sue radici contadine, a un sogno di purezza; Egor potrebbe fermarsi. Potrebbe guidare il trattore, diventare un lavoratore scelto e abbracciare la vecchia mamma senza vergogna. Smettere di fare il ladro, di mentire. La sua banda di un tempo, però, non vuole lasciarlo andare. -
Pinguini arrosto
Una commedia poliziesca delicata, sottile, piena di umorismo e di atmosfera. Una rassegna saporita di tipi umani, anse di fiumi, terre sempre aggredite eppure, magicamente, ancora d’incanto.rnLo prenderemo, quel manigoldo. Lo prenderemo, disse al cognac, che lo guardava con occhietti ambratirnTacchini vittime di un incendio doloso, un fustacchione che molesta i corridori lungo le alzaie del Sile, di omicidi neanche l’ombra: tempi di stanca per l’ispettore Stucky, tempi di prosecco e spritz per le osterie di Treviso, di discussioni con le vicine di vicolo Dotti sul livello di decibel accettabile tra muro e muro.rnTempi da rimpiangere in fretta quando il mattino di Pasqua, sulle scale del Tempio di Possagno, il nero cadavere di un sacerdote turba il panorama armonioso e solare dei colli.rnrnUn’indagine delicatissima, soprattutto se il cappellano del morto è un prete motociclista con gli occhi fin troppo blu, difensore delle sorgenti del paese contro le multinazionali dell’acqua minerale; soprattutto se una bella suora a lui vicina ha gettato il velo alle ortiche per poi gettare se stessa nella tromba delle scale…rnrnUn’indagine che parte in canonica, prosegue al bar, devia in un casolare in rovina abitato da un pazzo, un saggio o un profeta.rnrnMentre Stucky si immerge di gusto tra la più varia e affascinante umanità, l’attenzione collettiva è attratta da una sciagura di più vaste proporzioni: brucia una grande fabbrica a Treviso, una colonna di fumo si solleva altissima sulla città… -
Non andartene docile in quella buona notte
Un romanzo in cui Ricardo Menéndez Salmón si apre al lettore raccontando la relazione con il padre gravemente malato, l’influenza che questo ha avuto nel rapporto con il suo corpo e soprattutto con la sua scrittura. Un testo potente, riflessivo capace di scavare nelle tenebre per mettere a nudo le ferite e far luce su ciò che è importante salvare.«La lettura di Non andartene docile in quella buona notte mi ha ricordato vivamente l’esperienza di ascoltare per la prima vota il Bolero di Ravel.» – El País«Ben sapendo che la letteratura è ‘psicologia, teoria delle passioni e un requiem’, Menéndez Salmón – in piena maturità vitale – ci regala questo ‘esorcismo e incantesimo’.» – La Vanguardia«Si può immaginare Ricardo Menéndez Salmón con una torcia in mano, quasi scarica, in una grande grotta buia, mentre scrive questo memoir. Un’oscurità in cui l’unica possibilità di contatto con il dolore sono le parole.» - Sara Annicchiarico per Maremosso«Che mistero rappresenta la scrittura, capace di collegare le cose più lontane con le più intime, zoccoli di cavalli immaginari con il respiro di un padre moribondo.»L’arte ha il potere di modificare la realtà. Con questa convinzione un figlio apre le porte al risentimento trattenuto, all’amore sconfinato, e nella navicella della sua scrittura affronta la tempesta del rapporto con il padre. La minaccia di un cuore malato, la follia dell’alcol, l’invenzione di un passato da ribelle o da agente segreto: affacciato alla finestra da cui suo padre ha contemplato il mondo per l’ultima volta, il figlio cerca una direzione per attraversare ricordi dolorosi e inspiegabili amnesie. Ma non c’è bussola né rivelazioni salvifiche, solo la forza di lasciarsi andare alle onde del tempo, a un destino collettivo evocato da libri e film amati, a una storia personale in cui riconoscere finalmente i doni e le ferite. Nel suo romanzo più intimo e autobiografico, Ricardo Menéndez Salmón viaggia fino al cuore delle tenebre e porta in salvo una nuova capacità di presenza. -
L'offesa
Un romanzo coraggioso e onirico sull’orrore del nazismo e il potere della bellezza.«Ha il fascino di un piccolo classico contemporaneo» – Alessandro Beretta, il Corriere della Sera«Una delicata ricerca alle radici del male.» – Brunella Schisa, Il Venerdì – la Repubblica«Può un corpo, di fronte all'aggressione del mondo, di fronte alla brutalità del mondo, di fronte all’orrore del mondo, sottrarsi alle proprie funzioni...? Può un corpo dire ‘Basta, non voglio andare oltre, questo è troppo per me’? Può un corpo dimenticarsi di se stesso? Il 2 gennaio 1941, nel paese di Mieux, nella Bretagna francese, non lontano dal mare, alla vista di novantun civili che bruciano nel rogo di una chiesa di pietra, un corpo rispose a queste domande con un sì deciso. Quel giorno, un uomo di nome Kurt Crüwell perse la sensibilità.»Il sogno di Kurt Crüwell era semplice: fare il sarto, sposare Rachel e suonare l’organo in chiesa. Ma è il 1939, in Germania, e Kurt è costretto ad abbandonare tutto per partire al seguito della Sesta armata. All’inizio non è così dura. Parigi è bella, il suo compito è rammendare divise e fare da autista al capitano Löwitsch. Il giorno in cui la brutalità nazista si manifesta, cruda e disumana, Kurt reagisce perdendo la sensibilità. Non sente più il freddo, il caldo, il dolore. Anestetizzato e vulnerabile, inabile alla vita, trascorre le sue giornate in un ospedale a picco sul mare. Potrebbe salvarlo Ermelinde, una nuova vita lontano. Ma il capitano Löwitsch lo convoca a un appuntamento a cui non può sottrarsi. -
Pensieri sotto le nuvole
«Parlare a bassa voce, in un indefinito punto dello spazio e del tempo, a metà strada tra l’alto e il basso, il dentro e il fuori, i vivi e i morti, usando e diffidando insieme del malfido sostegno di parole e di immagini; bandire i simboli, i linguaggi cifrati che alludono a un altrove ingannevole, o utilizzare solo il guscio vuoto, la superficie ruvida capace di agire ancora sull’immaginazione senza incanalarla verso una meta precisa: questo, e molto altro ancora sembra imporre l’etica della parola praticata da Jaccottet, e praticata appunto per via empirica, senza teorizzazioni esplicite, senza forzature. Ma la via empirica non esclude né la coscienza del proprio fare, né la conoscenza del fare altrui; sicché, non parrà poi troppo stupefacente cogliere, leggendo Jaccottet, l’eco di ciò che il pensiero poetico novecentesco ha elaborato di più alto, e persino di più radicale; l’eco, o meglio ancora la messa in opera concreta, in termini poetici. Detto in forma quasi blasfema: Jaccottet non scrive per i suoi critici, e neppure per il grazioso pubblico dei poeti.» (Dalla prefazione di Fabio Pusterla) -
Picnic sul ciglio della strada. Stalker
Marmont, una cittadina industriale come tante altre. Eppure, poco oltre la periferia, qualcosa è cambiato irreversibilmente. Al di là di hangar e capannoni, in mezzo a una natura splendida, si estende un territorio dalle caratteristiche uniche. È la Zona: uno dei sei luoghi del mondo 'visitati' dagli extraterrestri. La Zona: un luogo magico e pericoloso, che pullula di fenomeni sconvolgenti, di oggetti dalle qualità straordinarie. Come dopo un picnic sul ciglio della strada, a metà del viaggio fra una galassia e l'altra, gli extraterrestri hanno mollato i propri avanzi sul prato. Accumulatori eterni, gusci energetici, antigravitometri sono strumenti di altissimo valore scientifico ed economico, prede prelibate di studiosi e trafficanti. A Marmont nasce una nuova professione, quella di 'stalker'. Gli stalker entrano nella Zona a caccia di questi oggetti e li rivendono al miglior offerente. Tenace 'Cercatore' dell'Istituto delle civiltà extraterrestri, Red Schouart, in arte Roscio, è sedotto dalla potenza della Zona. Rapido, fortissimo, deciso, è pronto a strisciare su un suolo imprevedibile a temperature insostenibili. L'Eldorado sembra a un passo, in quel luogo assoluto, ma non sono né la ricchezza, né il potere, né la verità che premono a Roscio: è il brivido estremo della sfida, il desiderio di 'bucare' lo schermo del possibile che lo spingono a trasgredire le leggi - fisiche e morali - di una comunità pavida e corrotta. -
Taddeo in rivolta
È grasso, introverso, il suo autore preferito è Camus: a Cirasa Taddeo si sente solo contro tutti, perché ignoranza, prepotenza e sciatteria regnano sovrani. A trentadue anni, è quasi tentato di farla finita. Una sera, mentre cena in una piazza con la madre poliziotta, assiste all'ennesima scena di violenza. Un energumeno prende a pugni in faccia un ragazzino inerme, colpevole, ai suoi occhi, di essere omosessuale. Il bullo è ben noto alle forze dell'ordine: si chiama Gioacchino Spagna, entra ed esce di galera, ma di fatto viene lasciato libero di spadroneggiare per la città. È per colpa di gente come lui che il mondo cola a picco, Taddeo ne è convinto. D'un tratto, non sopporta più l'idea che nessuno lo fermi. E allora dice basta, riprende in mano la sua vita e progetta il delitto perfetto. -
Che si dice mentre tuona
Di questo sono fatte le poesie di Thilo Krause. Meditare, prendere coscienza e tradurre in poesia mentre si fa, si agisce: mentre si cucina, si passeggia, si viaggia. Come nelle poesie più classiche, chiare e semplici, al primo posto vengono i ritmi, i suoni, le immagini frutto di un'osservazione che ha la capacità di cogliere le radici delle cose: Fuori lampeggia. Dentro rimane, pigra, l'estate. Tra le felci brillano latte, bottiglie, spazzatura. Le poesie di Krause volano leggere come foglie, si trasformano in terreno fertile per la nostra immaginazione. -
La ragazza dal fazzoletto rosso
Perdere l’amore più puro per colpa di un carattere orgoglioso e ostinato. Un uomo racconta il suo destino.Sentivo il richiamo familiare dei monti del Tian’-Shan’, del mio celeste Issyk Kul’, di quella steppa pedemonte in cui avevo incontrato il mio primo e unico amore.Sulle impervie strade tra Kirghisia e Cina, Iljas – instancabile conducente di camion – incontra la tenacissima Asselj. L’amore è immediato, potente, ma lei è promessa a un parente che conosce a stento, non ama. I genitori di lei pongono il veto: i due fuggono lontano, verso una nuova vita, benedetta dalla nascita di Samat. Ma il brutto carattere tende a Iljas un terribile agguato. Per sfida, affronta un valico ritenuto impossibile... dove il camion sprofonda tra neve e fango! Oggetto di scherno tra i colleghi, Iljas maltratta la moglie, si rifugia nell’alcol e fra le braccia della superiore, Kaditscha. Asselj ripara in un uomo maturo, Baitemir. Torneranno mai insieme? Cresceranno insieme Samat, da cui Iljas non riesce a star lontano e pare abbia nel sangue la sua stessa vocazione? -
Lo strappacuore
Clémentine ha nel cuore soltanto i tre neonati, i ""tremelli"""" Noël, Joël e Citroën. Non vuole tra i piedi il marito, Angel, e lascia sempre più spazio a Giacomorto, strano tipo che desidera psicanalizzare chiunque gli capiti a tiro. Quando va al villaggio per ordinare lettini per i """"tremelli"""", Giacomorto transita dal """"mercato dei vecchi"""", nota che vengono trattati come semplici oggetti, si becca un pugno perché chiede come mai questo possa accadere. Incontra La Glorìa, strambo vecchiardo che, in cambio di oro, recupera dal fossato che circonda il villaggio la vergogna dei cittadini. Mentre Clémentine ingabbia i gemelli per evitare che escano nel mondo e corrano pericoli e li ingozza di cibo, Giacomorto accentua il delirio psicanalitico: ora tocca ai gatti, alla donna di servizio, a La Glorìa, a cui si sostituirà quando muore. Prefazione di Raymond Queneau."" -
Zainab conquista New York
Una stagista africana a New York, tra dubbi, tentazioni e consigli non richiesti delle sue antenate.L'indomani, dopo il viaggio più lungo della mia vita, scendo dalla metro all’incrocio tra la Trentatreesima strada e Park Avenue e resto un attimo lì, come nei film – ad assorbire il nuovo mondo che mi aspetta.Quante tentazioni, New York: impossibile resistere. Zainab finalmente si trasferisce nella città dei suoi sogni. Vuole diventare illustratrice, bersi tutta Manhattan e per la prima volta fare l’amore. Ma, come sempre capita, le cose girano come credono loro: trovare un posto abbordabile, che non puzzi di gatto o senza cuginetti appiccicati dove vivere è un’impresa, l’amica di sempre se la tira da gran banchiera, lo stage alla Altogether inizia con una pila infinita di scansioni: la via per diventare una celebre graphic novelist sembra molto, molto in salita. Per di più, ci si mettono di mezzo strane, stranissime voci di antenate dall’Africa che la frenano a ogni passo. -
La schiuma dei giorni
Colin è un giovane parigino ricco e annoiato. Passa il tempo dedicandosi a ricette inverosimili, strimpellando bizzarri strumenti di sua invenzione, bighellonando con Chick - il suo migliore amico - un ingegnere spiantato e sperperone che ha uno strano pallino: collezionare le opere di Jean-Sol Partre. Poi, nella vita del signorino entra l'amore. L'incontro con la bella Chloé è un colpo di fulmine: decidono di sposarsi nel giro di pochi giorni. Gli sposini si imbarcano in un lungo e stralunato viaggio di nozze nel Sud della Francia, scortati dal cuoco di Colin, Nicolas. Al ritorno dal viaggio, Chloé si ammala. Nei suoi polmoni si annida un male terribile, fatica a respirare. Mentre il tempo va sempre più veloce, e l'appartamento dove vivono, inizialmente di dimensioni faraoniche, si fa sempre più stretto... Prefazione di Ivano Fossati. -
Don Chisciotte, U.S.A.
Sfuggito al Capitalismo, idolo dei guerriglieri in rivolta, un rampollo pacifista made in USA si trasforma in doppiogiochista. L’eroe perfetto del celebre film di Woody Allen: Il dittatore dello stato libero di Bananas.Che ci fa su una strana isoletta in balia di una feroce dittatura l'erede di una ricca e onorata famiglia di Boston? Arthur “El Gavilan” – forzuto, candido rampollo – è convinto che CIA significhi Comitato Internazionale dell’Amicizia. El Toro, l’orribile tiranno, vorrebbe che si infiltrasse fra i ribelli, gli procurasse armi e segreti, per poi spedirlo al creatore. Ma le cose vanno in tutt’altro modo: Arthur, che punterebbe peraltro a un “sostanziale-rilancio dell’Agricoltura”, diviene una superstar fra i guerriglieri, di cui, ahinoi, spiffera a El Toro l’indicibile. -
Sempre mondo
Siamo ricchi papà? O siamo poveri? Come si può vivere in mezzo a gente che non ascolta neppure il tuo nome? Tornerà, mamma? È più scuola o galera, secondo lei, questa qui? A ogni poesia, nuove domande. Uno scavo incessante nella relazione fra un padre e una figlia, fra un insegnante e i suoi allievi, fra la gente del mondo e quanto può attendersi, sognare. E insieme, una riflessione profonda sulla circolarità della vita, sulla connessione misteriosa fra spazio, tempo, cose. -
La Bibbia al neon
Un bambino sensibile, abituato a viaggiare con la fantasia. Una madre che impazzisce davanti alla foto del marito morto in guerra. Una zia troppo vivace che compare all'improvviso, con un piccolo grande passato di cantante da quattro soldi. E suscita scandalo. Una città dove l'arrivo di un predicatore con il suo tendone scatena l'entusiasmo generale. Una città sessuofoba, bigotta, razzista, da cui un ragazzo che ha appena scoperto l'amore sta scappando, non si sa verso dove. Se ne scoprirà, drammaticamente, il perché. La ""Bibbia al neon"""" è il primo romanzo di John Kenndy Toole, autore di """"Una banda di idioti""""."" -
Un tipo a posto
Millecinquecento, non uno di più, non uno di meno: è il numero di abitanti che deve mantenere Algren per essere la città più piccola del Canada e aggiudicarsi la visita del primo ministro il giorno della festa nazionale. Hosea Funk, il sindaco di Algren, ha una ragione in più per desiderarlo: sua madre, sul letto di morte, gli ha confidato che il primo ministro è il suo vero padre, l'uomo misterioso che tanti anni prima la rapì dal ballo per far l'amore in un campo di colza e poi sparire nella notte. Quindi gli abitanti di Algren non devono assolutamente aumentare né diminuire, almeno fino al primo luglio: per il sindaco Hosea sta diventando un'ossessione. È un disastro, per esempio, se Max, giovane padre ex fuggitivo, torna all'improvviso per riconquistare la sua donna, e spiegare a Summer Feelin', la sua bimba, che non bastano le braccia per volare. Un abitante di troppo. Per fortuna il vecchio Hamm, novant'anni suonati, esala l'ultimo respiro. Meno uno, evviva; ma ecco che un miracoloso parto trigemellare fa saltare di nuovo i conti: più tre! Per quanto Hosea si sforzi di tenere fermo il mondo, mille accidenti cospirano a mettere la gente in movimento. E una partita molto seria si gioca proprio sul suo cuore, perché Lorna, la splendida donna che lui ama, vorrebbe trasferirsi da Winnipeg ad Algren per stargli accanto... -
La circonferenza della vita
"Resisterà la poesia alla civiltà in declino?"""" L'interrogativo acceso in un verso di Salvatore Ritrovato non può certo avere risposte, ma è ricco di conseguenze, se la sua formulazione implica un modo di essere, una forma di mite umanesimo poetico che prova a opporsi, senza troppe illusioni, al venir meno del mondo occidentale. A sorreggere un simile umanesimo: un filo di ironia (già suggerito dal titolo, poiché La circonferenza della vita si può leggere come l'annuncio di un bilancio esistenziale, ma anche in modo più scanzonato), il dialogo costante, interiore, con la tradizione (presente in controluce nelle poesie, o apertamente richiamata: alcuni grandi classici, antichi e moderni, poi Saba, Montale, Volponi, Sereni, Caproni, fino a qualche compagno di strada, come Andrea Gibellini), e un incedere meditativo, calmo, un ritmo lungo che conduce le parole, nella consapevolezza che """"anche in un giorno nuvolo come questo / c'è un velo di luce che la incanta"""". Poesia accogliente, a prima vista: limpida e tuttavia densa e complessa, che non esibisce ma dissimula, non asserisce ma interroga, e che, come il regolare battito di un orologio, prova a """"resistere, ricomporre quel battito regolare / che blandisce la serenità di una vita trascorsa insieme"""". Forse, sembra suggerire questo libro, l'incerta sopravvivenza passa proprio di qui, attraverso il soffio ritmico che sommuove le parole e le conduce a cercare """"un noi dentro l'io"""". (Fabio Pusterla)" -
La piuma cadendo impara a volare
Ci sono domande che Daniel non può fare ad Aida, tasti che non può toccare: provocano liti, musi e silenzi. Lui vorrebbe sapere di più del passato di lei; delle origini iraniane; della cultura; della famiglia. Quando parte per terminare il servizio civile, finalmente Aida si apre, scrivendo. Racconta una vita iniziata in un campo profughi in Iran, una famiglia spaccata fra due civiltà. Un babbo teologo conservatore, che non riesce a metter radici in Svizzera, e decide di tornare alle origini, in Iraq. Ma ciò che è Patria per i genitori, per lei e sua sorella è un luogo impossibile. E decide di fuggire, di tornarsene in Svizzera con lei. Un libro pieno di poesia, nostalgia, speranza, la distanza fra due culture, il desiderio di cucitura e di confronto.