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Fedeltà a Croce
Nell'imminenza del centenario dalla nascita di Benedetto Croce (1866-1952), Raffaele Mattioli - benché refrattario alla frenesia di ogni genere di celebrazioni - pensò a varie iniziative per invitare a comprendere la personalità del filosofo e il suo fondamentale apporto allo sviluppo della 'cultura' italiana. Già nel 1951, presso la casa editrice Ricciardi, aveva fatto pubblicare Poesia, filosofia, storia, una silloge di scritti scelta dall'autore stesso, di oltre 1200 pagine, che inaugurava la collezione dei classici de ""La Letteratura Italiana. Storia e Testi"""". Alla morte del filosofo, Mattioli gli subentrò nella presidenza dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, che aveva contribuito a creare nel 1946, allo scopo di allevare le nuove leve della classe dirigente. In quella sede aveva pronunciato i primi due interventi qui ripubblicati, soffermandosi sul valore della storia e sul senso della 'continuità storica' - fondamentale architrave della coscienza e della convivenza civile. Il volumetto Fedeltà a Croce - composto nel 1966 dalla Stamperia Valdonega di Verona per l'editore Vanni Scheiwiller - accolse un terzo contributo, una rassegna sui rapporti di Benedetto Croce con la cultura francese, da poco presentata all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi. La strenua difesa del pensiero e della memoria di Croce continuò senza sosta negli anni del maggiore oscuramento della sua figura: Mattioli non cessò mai di trasmetterne il magistero e l'esempio, grato per aver appreso e condiviso con lui la difesa dell'autonomia della cultura dagli irrigidimenti accademici e dalla prepotenza del potere"" -
Bogre. Film eretico e indipendente
Bogre racconta la migrazione di un'idea. Dalla Bulgaria dei Bogomili la ""grande eresia"""" si spostò alla Francia di lingua d'oc (Occitania) e di lì all'Italia del Nord e alla Toscana. Alla base del pensiero dei Bogomili e dei Catari sta un dualismo di origine presumibilmente iranica, che contrappone lo spirito alla materia: divino il primo, diabolica la seconda. La testimonianza del teologo cattolico Enrico Riparelli centra con precisione il punto nodale della riflessione che angoscia qualsiasi religione monoteistica: unde malum? Se Dio è perfetto, di dove viene il male? Giorgio Placereani - critico cinematografico. Fin dalle prime immagini, Bogre abbandona la rassicurante orizzontalità del cammino in avanti, rinuncia da subito ad un narratore onnisciente ed esterno che tende a un fine da raggiungere, sia esso un'idea o una tesi da enunciare. Alla stabilità della linea retta, il film preferisce l'apparente immobilità della figura circolare, meglio ancora, preferisce il lento discendere verso il basso della forma a spirale. Per questa ragione Bogre a un primo livello di lettura racconta la storia di un'eresia medievale sconosciuta ai libri di storia e alla maggior parte delle persone. Più in basso diventa un film politico, soprattutto quando si interroga su come e perché quel """"potere"""" che nella sua natura implica """"potenzialità"""", """"forza"""", """"virtù"""", possa ammalarsi e diventare """"dominio"""", ovvero sottomissione passiva dell'altro fondata sulla paura. Ancora più a fondo Bogre è un film filosofico: perché la morte? Qual è l'origine del male? Da dove tanta sventura? Perché viviamo? Paolo Bertini."" -
Cose chiuse fuori
Un mondo fantasmale, i cui abitanti - fantasmi - si condensano reattivamente in oggetti, dove la physis è psiche, e ci balza incontro. Una sezione geologica di nostro - di ognuno, di tutti, di chi scrive - passato che sembra reinventare una forma di cinema nel senso primario di narrazione per luci e ombre, con luci e ombre trattate in un cut up, come se fossimo all'inizio dell'uso del mezzo, in un territorio di sperimentazione, anch'essa, primaria. E la parola narrazione non stoni, ma sia anzi intesa nel senso più vasto, dilatato e sfrangiato possibile: come sinonimo di allucinazione. Già autore in questa stessa collana di Maniera nera, uscito nel 2015, qui Marco Giovenale riparte da testi precedenti e li riassembla, e nel farlo, li riscrive attraverso il loro posizionamento, e il posizionamento, attraverso la scrittura, dei corpi nel tempospazio. Non è un segreto che Giovenale sia in realtà più autori in uno, e qui forse uno di questa moltitudine interiore giunge a fine e compimento: lo stesso autore di Shelter (Donzelli 2010), che qui mette in campo una partita con sé stesso. Ciò che era protetto, racchiuso, separato, ora è sparso e all'aperto, irrimediabilmente senza dimora, se tutto è all'esterno, e da questo esterno si irraggia e irradia, si dilania. Con un sentimento di riverbero che resta con chi legge, se il colore che viene dopo il nero, o che si oppone al nero, non è in realtà il bianco della pura assenza, ma il grigio cenere di ciò che ostinatamente resta, rimane, non si perde nella perdita non muore nella morte. -
Discomparse
«Un'altra grammatica in cui non esiste l'articolo, con segni diversi in cui entrano vento, gelo e suoni gutturali, suoni sciti, ritmi lontani»: così, alla prima uscita, Antonella Anedda presentava quel piccolo classico contemporaneo che è La scolta. Da questa stazione - abitata da una «Signora» ridotta a «un sacco di ossa e respiro», e da una «non italiana» che «la bada» - comincia, dieci anni dopo Italics, il nuovo percorso di Gian Maria Annovi. Nella loro varietà sorprendente, le voci che abitano Discomparse danno parola agli «svociati, gli sfigurati del margine, che i discorsi dominanti negano, cancellano, dimenticano». Così se nella Scolta si confrontano, in un teatro della crudeltà dove la tragedia classica incontra Bergman, due inverse inibizioni della lingua (la vecchia «che traduceva il greco» ma della quale ora leggiamo solo i pensieri, e la «scolta» venuta dall'Est con «una lingua che pare / calcata da un grosso bove»), in Visita alla città di Sodoma un allegorico «deserto» è punteggiato da lapidi d'invenzione, in ricordo di coloro che persero la vita per la propria sessualità (come «PIER PAOLO», che «LASCIA LA MADRE / E IL MONDO STUPENDO E / MALEDETTO»). La stessa geografia, in Antiscoperta dei monti, consente la «discoperta» di «cose che non son cose», per dirla con Leopardi, «ma sono comunque». Quelle «discomparse» sono presenze che la preterizione consegna al desiderio o al rimpianto: come nelle parole-singhiozzo rivolte da Lear, in Cor, al corpo straziato di sua figlia. O come le figure dei neri riscattate dagli Estratti, invertendo il «naufragio di voci» di una tradizione che li emargina, per segnare a dito l'altra scomparsa, in mare, che sfregia il nostro tempo. La parola si «squaglia» e si «diplasma» - ma solo per «innascere». Una lingua che prenda atto della propria costitutiva partizione è una lingua non (ancora) nata, che nondimeno parla. Come quella «che s'innova e che / scalcia», dalla «Signora» indovinata in quella barbarica della «scolta»: prima o poi destinata a «scalzare dal nostro domani / questo paralizzato italiano». Se tornerà possibile un dialogo, allora, finalmente potremo dire di essere nati. Andrea Cortellessa -
L'incantatore putrescente
Che ne sarà del mio cuore tra coloro che s'amano l'un l'altro? ""Il tempo degli incantatori tornerà"""", tuona Apollinaire sulle labbra inaudite di Merlino. Ed è una profezia finalmente dissepolta. """"L'Incantatore Putrescente"""", opera prima del poeta francese, cova le braci del suo ardore visionario, scaturigine di una poetica che fu midollo fetale del modernismo. Poema di amore, morte e resurrezione, egli riuniva qui, cantore anti-decadente di un esuberante fatalismo magico, le intuizioni estetiche di un principe del paradosso, al contempo avanguardista ruggente e Orfeo delicato. All'ombra di Merlino, intorno a cui confluisce sterminata la fauna umana e mostruosa dei miti di ogni epoca, egli intona la litania di una solitudine alchemica, l'enigma dell'uomo Apollinaire: un Natale funerario, ovvero la putrefazione sublime e mistica del poeta, amante e separato, eterno e morente, schivo di tutto e pontefice di ogni cosa. Nella foresta profonda e oscura, in un dramma che ha le leggi della poesia più pura, si fa quindi luce l'arcano palpitante dello stallo tra gli amanti, ovvero """"la coscienza delle diverse eternità dell'uomo e della donna"""": lui, """"un campo con il suo mietitore, un branco di porci con il suo guardiano""""; lei, """"la primavera inutile, l'oceano mai calmo"""". Si rimane ombre dissimili: è questo il destino degli amanti? Chi si dispera? Che ne è stato di quel cuore tra coloro che si amavano? Che ne sarà? Si annida una certezza: alla vita e all'arte serve una morte, non c'è scampo senza Lei. La primavera inutile è fiorita. Di quel tempo si vede l'ora."" -
Gilles de Rais. La stregoneria nel Poitou
In quella pietra miliare della letteratura comparata che è La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Mario Praz accenna in più occasioni alla controversa figura di Gilles de Rais - il celebre pluriomicida noto come Barbablù, già compagno d'armi di Giovanna d'Arco -, ora in rapporto al marchese de Sade, ora al personaggio della diabolique Hyacinthe di Là-bas di J.-K. Huysmans. E proprio in Là-bas, in cui si esplorano «le province più tenebrose e remote del satanismo e del sadismo, [...] le messe nere moderne che rinnovano i fasti del sabba», Huysmans abbozza il ritratto - poi rivisitato in altra sede, nel 1897, e qui offerto al lettore in traduzione - di quello che Praz definisce non a torto il «satanico contemporaneo di Giovanna d'Arco»: Gilles de Rais. -
I saltimbanchi
Ecrire, oh! écrire, c'est s'emparer du monde, de ses préjugés, de ses vertus et le résumer dans un livre. C'est sentir sa pensée naître, grandir, vivre, se dresser debout sur son piédestal, et y rester toujours. Un parfum à sentir ou Les Baladins. Viene qui proposto, in un'inedita traduzione italiana, il primo racconto originale, mai pubblicato in vita, composto a soli quattordici anni dall'autore di Madame Bovary, Gustave Flaubert (1821-1880). È dedicato al mondo dei saltimbanchi e degli artisti di strada, da sempre caro al maestro di Rouen, che segnò a partire dall'infanzia il suo immaginario creativo, come illustra anche la postfazione a corredo del testo. -
Vite d'acqua. Bestiario del Gange. Ediz. a colori
«Quando i rossi fiori di loto cominciano a sbocciare sulla superficie dello stagno limaccioso gli uccelli spaventati portano veloci i piccoli al riparo per paura che l'acqua s'incendi». Coccodrilli che inseguono lanterne, aironi bianchi che si avventurano nel torrente tempestoso, villaggi profumati di gamberi e granchi, gracidio di rane come suono di tamburo, cavallucci lanciati al galoppo quando il vento piega gli altri giunchi, piccoli serpenti che spaventano elefanti... È il mondo del Gange, microcosmo di equilibrio assoluto. Le storie del fiume sacro che racchiude lo spirito dell'India sono dipinte in questa raccolta di immagino straordinarie, affascinante reinterpretazione del mondo marino in arte Mithila, pittura popolare dell'India nordorientale, e sono accompagnate da poemi della tradizione indiana: le creature acquatiche danno vita a un universo in cui realtà e mito, natura e leggenda si intrecciano. ""Vite d'acqua"""" racchiude lo spirito dell'India: se """"La vita notturna degli alberi"""" - pubblicato di recente con le stesse caratteristiche di libro d'arte stampato su carta seta prodotta a mano - è un inno alla Terra, questo Bestiario canta e immortala l'Acqua, culla primordiale di vita e suggestioni, e le sue creature multiformi e colorate."" -
Grandi speranze
Storia di crescita, amore, vita e amicizia, il romanzo di formazione per eccellenza. Uno dei più grandi capolavori di Dickens.«Dev'essere anche grazie al titolo, buono per tanti usi, duttile e facile da ricordare, che ""Grandi Speranze"""" è uno dei romanzi più conosciuti di Dickens, uno dei più citati, noto anche a chi non l'ha mai letto...Facile da ricordare anche il magnifico inizio, quando Pip bambino, al tramonto di un gelido pomeriggio, cerca di ricostruire il viso dei suoi genitori esaminando le incisioni sulle loro tombe, e all'improvviso, tra quelle lapidi e quella nebbia, nel cimitero circondato dalle paludi, si sente una voce terribile che grida: """"Silenzio! Sta' zitto!""""Chi è? Ci sembra di ricordarlo vagamente...un carcerato fuggito forse? Un assassino? Un deportato? Non importa, è la voce terribile che conta, e il cimitero, la nebbia, il piccolo Pip.» - Stefania BertolaIl grande romanzo di formazione di Charles Dickens. Forse uno dei meno conosciuti dell'autore, per questo più bello da scoprire e riscoprire. Con una prefazione di Stefania Bertola."" -
La fine della solitudine
Commovente come Love Story, indimenticabile come Un giorno: una storia d'amore lunga una vitarn«Ho capito che in realtà sono solo io l'architetto della mia esistenza. Lo sono sia che permetta al passato di influenzarmi, sia che, al contrario, opponga resistenza. E mi basta pensare ai momenti con Alva e con i mie figli per capire: quest'altra vita, in cui ormai ho lasciato tracce tangibili, non può più essere quella sbagliata. Perché è la mia.»rn«La fine della solitudine è un romanzo grandioso, ricco di colpi di scena» - Weiner Zeitungrn«Una storia universale sul crescere, commovente e avvincente insieme» - Der Spiegelrn«Benedict Wells scrive con la maestria di un grande romanziere» - Süddeutsche ZeitungrnJules sa di essere un custode di ricordi, come dice Alva, ma questa non è solo la sua storia.rnÈ la storia di tre fratelli, Jules, Liz e Marty, che da piccoli perdono i loro genitori in un incidente e sono costretti a vivere separati e senza famiglia, estranei l’uno all’altro. Marty si butterà a capofitto negli studi, Jules sfuggirà alla vita diventando un introverso mentre Liz si brucerà alla sua fiamma, vivendo senza limiti. La loro infanzia difficile sarà come un nemico invisibile, da cui impareranno a difendersi.rnPiù di ogni altra, questa è la storia di Jules e Alva. Due solitudini che si incrociano, si cercano e si mancano, inquiete, per anni. Jules e Alva sono incapaci di riconoscere quel che provano l’uno per l’altra, legati come sono dal bisogno di amicizia, con il loro perdersi, ritrovarsi e salvarsi.rnMa questa è soprattutto la storia di chi, come Jules, serba i propri ricordi insieme a tutte le alternative che non ha scelto, pur sfiorandole e sperimentandole attraverso la letteratura e la musica.rnDalla voce di un giovane e già osannato talento della narrativa tedesca, un grande romanzo sulla magia della scrittura che salva dal male. Un libro che commuove e fa sorridere, senza retorica né sentimentalismi, scritto in una prosa coinvolgente come il racconto di un sopravvissuto, chiara come una lama che affonda con dolcezza nelle nostre paure, calda come l’immagine di una foto ritrovata dopo lungo tempo. -
Se io fossi un libro
Un racconto poetico e per immagini sulle mille alternative, le infinite possibilità, le occasioni, i sogni, le avventure, gli incontri che solo un libro può regalare ai suoi lettori.rnrnSe io fossi un libro, sarei ovunque potessi rendere felice qualcuno.rnrn«Se IO fossi un lettore non mi farei mai scappare questo libro che mi racconta di tutti i libri del mondo, nelle loro infinite, mirabolanti forme.» - Andrea KerbakerrnrnPoesia e immagini per raccontare le infinite possibilità che un libro può regalkare a chi lo legge. Percjhé, che sia un'isola o il mare, una tigre o un lumaca, una tenda o un aquilone, un libro non sarebbe nulla senza i suoi lettori. Età di lettura: da 6 anni. -
Non lasciarmi cadere
Sobborghi di Stoccolma, due quartieri separati da una strada, due mondi diversi. Billy, una moltitudine di fratelli in un buco di casa a Våringe e Dogge, figlio unico, padre e madre espressione della buona società scandinava nella loro bella casa di Rönnviken. Potrebbe essere l'inizio di una storia semplice, di integrazione e buoni sentimenti, è invece il prologo di una tragedia. Perché Dogge non sa come reagire all'indifferenza e all'assenza di amore in cui viene cresciuto e trova in Billy l'unico spiraglio di calore umano. Mentre Billy, che di umanità trabocca, è sommerso dall'urgenza quotidiana di vivere in un quartiere difficile, dove l'unica espressione possibile sembra essere quella della violenza e della sopraffazione. Presto i due amici provano a giocare un gioco nuovo, da grandi, capace di farli sentire più potenti. Un gioco fatto di regole crudeli: furti, droga, alcol, una banda criminale. Sarà una spirale senza scampo, sotto la neve che cade insensibile, non meno della società che non fa nulla per evitare la loro rovina, nonostante i tentativi di Farid, il poliziotto che li ha visti crescere. Ma non c'è salvezza quando è la propria anima il paese più freddo. -
La bestia nera
Il lecito e l'illecito abitano gli stessi luoghi, la differenza è solo fra il giorno e la notte:rn quando cala il buio sulle banchine del porto, e nella mente delle personern«Un'autrice che non smette di sorprendere» - la Repubblicarnrn«Dalla sua fantasia irrompe la cronaca con delitti da risolvere su e giù per l'Italia, intrighi, il bel mondo, la vita di strada» - La Stamparnrn«È stata il volto degli anni eroici della tv di Stato, vissuti con garbo ed eleganza. Oggi ha successo con thriller mozzafiato. Ma non ha messo via ironia e ricordi» - Famiglia Cristianarnrn«Una Camilleri in gonnella!» - Marco VichirnDurante una passeggiata col suo cane Dick, Max Gilardi sente delle urla provenire da un balcone, che lo conducono a una ragazzina terrorizzata. Quando la bambina vede Dick si spaventa ancora di più: un cane nero uguale a quello di Max ha appena azzannato e ucciso un uomo nel cortile sottostante. Poco dopo, infatti, Gilardi trova il cadavere, azzannato al collo. Non molto tempo, al parco, Dick si allontana e, dopo essere stato richiamato da Max, torna con il muso sporco di sangue. Max setaccia i dintorni e così facendo trova il cadavere di una bambina di circa dieci anni, con uno squarcio sul collo. È solo l'inizio di una catena di misteriosi omicidi e aggressioni. Non può essere un caso, Max adesso ne è certo. La ""bestia nera"""" sta fiutando le sue tracce, gli sta col fiato sul collo. E dietro tutto questo c'è l'animale peggiore: l'uomo. Gilardi, in una frenetica lotta contro il tempo, da preda dovrà trasformarsi in predatore, stanando l'assassino e l'inumano giro di affari che prospera intorno a lui..."" -
Sirene. Un'avventura terrestre
Il romanzo della nuova serie tv in onda su Rai1, scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, diretta da Davide MerengornrnUna storia fantastica e sentimentale. Un viaggio verso la conoscenza. L'incontro tra due mondi, altamente improbabile, a prima vista inconciliabile, e forse anche sconsigliabile...rnrnrnrnHanno centinaia dl anni terrestri, ma sono giovani e belle e soprattutto determinate a dare un futuro alla loro specie. Per farlo, le sirene devono rinunciare alle meravigliose code da pesci e camminare sulla terra al fine di ritrovare l'unico tritone del Mediterraneo, Ares, fuggito per trovare felicità fra gli umani. E fra gli umani - a Napoli, in particolare - le tre sorelle sirene Yara, Irene e Daria devono imparare a muoversi e a vivere, senza rivelare il loro segreto. Potenti ammaliatrici, ma anche estranee alle abitudini terrestri, le sirene conosceranno l'amicizia, l'amore e il pericolo, osservando le vicende umane dal loro punto di vista ingenuo e alieno. -
L' ottico di Lampedusa
Questo romanzo non è solo il racconto intenso e indimenticabile del risveglio di una coscienza, ma anche una testimonianza toccante che riesce a evitare la retorica e l’invettiva riportando il problema dei migranti, senza banalizzarlo, alle sue dimensioni umanitarie.«Un romanzo importante...Emma-Jane Kirby ci sfida a fare, più che a piangere» - The Guardian«Un romanzo in cui tutto è vero» - Le Parisien«Tutti gli europei dovrebbero identificarsi con l'ottico di Lampedusa» - Le Figaro«Quando l'ottico di Lampedusa mi ha raccontato questa storia, ne sono rimasta ossessionata. Per svariate notti ho sognato di esserci io in quella barca, annaspando e frugando tra le viscide ombre scure, sballottata sul tetto della cabina di comando mentre setacciavo le onde...Spero che i lettori scelgano di rimanere a bordo con lui aiutandolo a condurre la sua barca verso una crudele realtà che nessuno di noi vorrebbe vedere.» - Emma-Jane KirbyCarmine di mestiere fa l’ottico, ha cinquant’anni e vive sull’isola di Lampedusa. Ha scelto di vivere nella meravigliosa isola incastonata nel Mediterraneo per la sua pace, per il mare bellissimo, blu cobalto, in cui nuotano i delfini. Carmine potrebbe essere ognuno di noi: ha la sua vita, si preoccupa del futuro dei figli ormai grandi, si tiene in forma facendo jogging, ha un’attività ormai avviata, degli amici, insomma una vita tranquilla e solida nella calma di questa terra tra la Sicilia e l’Africa. Sì, certo, anche qui qualcosa è cambiato, i turisti, i resti dei barconi abbandonati, i sacchetti di plastica che svolazzano, quei gruppetti di africani che vede camminare stancamente sulle strade dell’isola, autobus che ormai quasi ogni giorno escono dal porto stipati di migranti appena sbarcati, e poi tv e giornali traboccano di notizie di annegamenti e naufragi. Meglio non pensarci. Ma quel 3 ottobre del 2013 Carmine esce in barca con i suoi amici, a pescare e godersi il mare d’autunno, e all’improvviso si ritrova calato in quella realtà sino ad allora così lontana. In otto, con un solo salvagente recuperano quarantasette naufraghi, e la loro vita e quella dei salvati non sarà mai più la stessa. Tutti gli altri sono morti. rnQuesto romanzo non è solo il racconto intenso e indimenticabile del risveglio di una coscienza, ma anche una testimonianza toccante che riesce a evitare la retorica e l’invettiva riportando il problema dei migranti, senza banalizzarlo, alle sue dimensioni umanitarie, e che chiarisce la situazione di una crisi tuttora in corso, culminata in una delle più imponenti migrazioni di massa della storia dell’umanità. -
La canzone di Orfeo
Finalista Premio ORBIL 2019 sezione Young AdultNella cinquina dei candidati al Premio Mare di LibrirnrnUna riscrittura sorprendente del mito di Orfeo ed Euridice, un inno alla gioventù avventata, all’amore totalizzante e alla vita senza paure, nello stile lirico e visionario di Almondrnrn«La scrittura di Almond penetra nel sangue come un filtro magico.» – The TimesrnrnForse fummo pazzi quel giorno. Forse alcune delle cose che sembrarono accadere non accaddero. Forse fu solo perché eravamo giovani, e perché essere giovani è come essere pazzi.rnrnClaire adora la sua amica Ella. Sono inseparabili da quando giocavano insieme da piccole e da allora Claire protegge la sua dolce, svagata bellezza. Ora condividono con i loro amici i sogni di libertà e invincibilità che solo a diciassette anni si possono avere. Durante una gita sulle spiagge del Northumberland, Claire e i suoi amici sfidano la notte alle fiamme di un falò, dormono nelle tende e si risvegliano al canto di uno sconosciuto, comparso dal nulla. Il suo nome è Orpheus: chi lo ascolta si perde nella sua musica, rapito da un incanto antico e nuovissimo. Ed Ella ne sarà rapita più di tutti, così tanto che Claire non sa se esserne felice o preoccupata. Ma Ella e Orpheus non possono sfuggire al loro amore, è come se lo aspettassero da sempre. Un romanzo che è come un canto, il racconto di una grande amicizia e di un primo amore, dell'irrefrenabile vitalità e dell'immensa fragilità a cui espongono. Età di lettura: da 11 anni. -
Il peso dell'oro
Una corona dal valore inestimabile. Un antico manoscritto da decifrare. E molti, troppi morti.rnrn«Lettori di thriller storici, attenzione! Leggete Barbara Bellomo. Cattura con fitti misteri che intrecciano passato e presente. Vi farà innamorare della sua eroina: archeologa, giovane, eccentrica, siciliana...» - Glenn Cooperrnrn«Storia e noir si abbinano sempre a meraviglia. Ma se aggiungiamo Isabella De Clio, la delizia è assicurata» - Alessia GazzolarnrnrnPer la giovane archeologa siciliana Isabella De Clio il lavoro è sempre stato tutto.rnMa adesso sta cominciando a non bastarle più. La solitudine può diventare pesante, sopra u o se non si riesce a scordare chi un giorno ti ha rubato il cuore. Per fortuna un nuovo mistero è pronto a farle dimenticare la sua situazione sentimentale:rnuna recente scoperta di papiri attribuibili ad Archimede, rinvenuti durante degli scavi, la spingernad avvicinarsi all’importante codex rescriptus di età medievale, ritenuto per molto tempo solo un libro di preghiere che nasconde però molte sorprese...rnIsabella si troverà così a dover districare un intreccio che interseca passato e presente: da un latornil famoso scienziato impegnato alla difesa di Siracusa so o l’assedio dei Romani, guidati dal console Claudio Marcello, dall’altro un tesoro dal valore inestimabile, morti misteriose e intrighi molto più grandi di lei.rnSarà proprio grazie a questa nuova, azzardata, indagine, però, che Isabella scoprirà di non essere poi sola come credeva...rnDopo La ladra di ricordi e II terzo relitto, Barbara Bellomo torna con un frizzante mix di presenterne storia antica in un romanzo carico di emozioni e avventura, ambientato in una radiosa Sicilia.rnPer i lettori di tutte le età. -
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
«Prometti che non mangerai l'uovo» stridette aprendo gli occhi. «Prometto che non mi mangerò l'uovo» ripetè Zorba. «Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo» stridette sollevando il capo. «Prometto che avrò cura dell'uovo finché non sarà nato il piccolo». «E prometti che gli insegnerai a volare» stridette guardando fisso negli occhi il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza. «Prometto che gli insegnerò a volare. E ora riposa, io vado in cerca di aiuto» miagolò Zorba balzando direttamente sul tetto. «Sepulveda costruisce un mondo dove aiutare chi è in difficoltà è il valore supremo, dove - lezione non trascurabile -riesce a volare 'soltanto chi osa farlo'». Età di lettura: da 9 anni. -
L'occhio del lupo. Ediz. illustrata
Quando a Daniel Pennac, notissimo autore per adulti, è stato chiesto in un'intervista quale preferisse tra i suoi libri, ha risposto: «Un libro per ragazzi, L'occhio del lupo, la storia di un piccolo africano che incontra un vecchio lupo guercio venuto dall'Alaska».«Libro a più livelli, che narra l'incontro tra due solitudini in una singolare mescolanza di ironia e lirismo» – la RepubblicaUn lupo che ha vissuto una vita da lupo, braccato, fuggitivo nella gelida Alaska. Un ragazzo che viene dall'Africa Gialla, ha conosciuto l'Africa Grigia e l'Africa Verde, diventato un famoso narratore di storie. I due si ritrovano davanti alla gabbia di uno zoo, si fissano in silenzio. Il lupo, chiuso nella sua disperazione, guarda il mondo con un occhio solo. Allora anche il ragazzo, con estrema delicatezza, tiene chiuso uno dei suoi: attraverso queste due solitudini fluiscono le immagini e finalmente viene raggiunta la rasserenante pace dell'amicizia e della confidenza. -
La storia infinita. Nuova ediz.
Un classico della letteratura per tutte le età, che insegna a coltivare i nostri desideri e i nostri sogni, perché è sempre meglio credere ed essere considerati folli che non credere ed essere considerati per questo ""delle persone adulte""""...«Questo libro sarà per generazioni – per tutte le generazioni di lettori che verranno – una lettura d'obbligo... Una finestra aperta sul regno dei sogni, dell'immaginazione, della letteratura» – Die ZeitBastiano ha una grande passione: leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai bulli, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato La storia infinita. Bastiano lo prende e ci si immerge, letteralmente: infatti, scopre che proprio lui non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato di Fantàsia...""