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Libro dei dispersi e dei ritornati
Gli undici racconti del ""Libro dei dispersi e dei ritornati"""" prendono spunto da alcune fotografie di sconosciuti trovate nel baule di un rigattiere a Berlino, la città nella quale vive l'autrice. """"In un pomeriggio invernale di qualche anno fa, bighellonando con un amico in un grande robivecchi pieno di cianfrusaglie di ogni tipo, abbiamo trovato un baule di vecchie fotografie, interi album, singole foto: il mio amico ha dato un'occhiata e poi ha proseguito la visita, io invece mi sono seduta per terra e ho cominciato a guardarle tutte, una per una."""" Scrive Carlo D'Amicis nella postfazione al volume: """"Il Libro dei dispersi e dei ritornati esplora le possibilità del reale a partire da un'azione, il guardare, che l'uomo ha messo a fondamento di ogni processo di conoscenza. Dalla caverna di Platone a """"Cecità"""" di Saramago, ogni discorso (o narrazione) intorno alla capacità di vedere è sempre stato funzionale al bisogno di sapere. Lea Barletti lo sa bene, e affronta questo viaggio di luce e di tenebra con la consapevolezza che ogni sguardo è debito""""."" -
Moplen. Viaggio su un transatlantico di polipropilene isotattico
"Moplen"""" è il percorso nelle esistenze della costellazione di personaggi che si intrecciano alla vita del protagonista, Giovanni, tra passato e presente, sovrapponendosi, intersecandosi e perdendosi nel monologo interiore che scardina spazio e tempo, e che fa emozionare. Giovanni cresce in una piccola comunità nel Salento, dove il bar del paese è una palestra di vita, in compagnia di una madre che considera quasi ossessivamente la pulizia del corpo come imprescindibile viatico alla purezza dell'anima. Il confine tra realtà e sogno, in queste pagine, è labile, perché i fatti narrati appaiono sempre contornati da un alone di mistero. Anche quando entrano in scena la vita e la morte, con tutta la loro scioccante carica di violenza, sembra prevalere la dimensione onirica, con la luce abbacinante e il calore del sole che divengono condizioni dell'anima. È così che il """"transatlantico di polipropilene isotattico"""", realizzato in moplen, altro non è che una vasca di plastica che diviene vascello, navicella per un viaggio alla ricerca dell'amore e dei legami forti che danno un senso al nostro vivere." -
La chiae te oru (la chiave d'oro)
A proposito della lingua dialettale, nella maggior parte dei casi, si è trattato di una ""lingua parlata"""", senza un codice genetico di scrittura a essa riferita. Nei tempi questa stessa lingua è stata rimodulata, rivisitata in alcuni vocaboli che hanno assunto forma verbale e cadenza differenti. Tutto ciò che si può esprimere verbalmente non sempre si può codificare in una grammatica univoca secondo un dettato che di fatto non esiste, se non riveduto da chi può credere che alcuni termini dialettali debbano essere scritti come essi stessi intendono. Perciò penso che accettare l'espressività dialettale impressa nella scrittura che può e deve essere diversa, sia il segno distintivo della nobiltà posta nel rispetto della cadenza parlata, che a volte cambia di molto, anche tra paesini confinanti. Unitamente agli effetti e a un rispetto propedeutico a essi, la mia intenzione è quella di imprimere nei versi ciò che abbiamo smarrito, la vita semplice di una volta, con tutto ciò che ne derivava, le persone, le loro gesta, il modo di convivenza umile, semplice, senza imposizioni di sorta. La nostalgia di un periodo che inconsapevolmente vive in ognuno di noi, e che inesorabilmente scompare."" -
La bambina dei salti
Antonia vive intrappolata nel labirinto del suo matrimonio. Suo marito controlla non solo la sua realtà, ma anche quella di Santolaya, il piccolo paese dove si svolge il romanzo. Attraverso un torneo di poker l'uomo riesce a stabilire la routine del luogo, i cui abitanti dipendono da un suo sguardo. Antonia è in sintonia col sorriso della bambina, figlia di entrambi, che salta invece di camminare. In paese, un giorno, giungono quattro impostori disposti a leggere poesie nelle strade, per combattere la noia che sta devastando il mondo. Il gruppo muta le proprie identità, César Aira, Virginia Woolf, Ana María Matute, Georges Perec, sono solo alcuni degli scrittori che interpreteranno. -
Manuale di fisica ostica
Le lettere dell'alfabeto, nella nuova raccolta di Silvana Kühtz, divengono i segni di partenza dell'invenzione poetica, ognuno è la variabile di un'equazione più complessa, che riguarda la nostra realtà quotidiana, gli affetti, i ricordi del passato, ciò che ci lega. ""Per capire il volto del mondo/ trovo la via alle parole/ gli tolgo l'osso e la pelle/ ma certe parole a volte/ sono solo vicoli ciechi"""". L'intenzione è di sancire nuovamente l'antico patto che c'era, un tempo, tra le parole e le cose, con l'urgenza di una lingua capace di raccontare il sentimento interiore e i suoi paradossi. In una realtà composta da espressioni statiche, senza vie d'uscita, la precisione e la crudezza di espressioni costanti viene alterata dalle variabili, differenti per ognuno di noi, nelle quali possiamo ritrovarci, leggendo noi stessi, scrutando i segni del viaggio. I corpi divengono così tele, paesaggi lunari, scorze, ferite, feritoie, le distanze interstellari che ci separano dai nostri simili possono essere accorciate, e le poesie di questo manuale avviano così un """"[...] paziente lavoro di rammendo/ della specie umana...""""."" -
Poesie: Inferno minore-)e pagine del travaso
Claudia Ruggeri, nata a Napoli il 30 agosto 1967, si trasferisce a Lecce l'anno seguente con la sua famiglia. In questa città compirà i suoi studi e inizierà a dedicarsi alla poesia, mettendosi subito in contatto con l'ambiente letterario e culturale del capoluogo salentino, dal quale si aprirà alla conoscenza e relazione con autori del panorama poetico nazionale, come Franco Fortini e Dario Bellezza. Il 27 ottobre 1996, all'età di ventinove anni, pone tragicamente fine alla sua vita. Il presente volume è il risultato di un paziente lavoro di natura filologica volto a ripristinare i testi delle due opere licenziate in vita da Claudia Ruggeri, ""Inferno minore"""" e """")e pagine del travaso"""", nel rispetto della versione riportata dai testimoni disponibili, sottoposti a un'accurata collazione e vagliati criticamente. Questa edizione si propone, inoltre, di avanzare una prima interpretazione dei componimenti, corredandoli di un commento che mira a facilitarne la comprensione."" -
Bestie
Federigo Tozzi (Siena, 1 gennaio 1883-Roma, 21 marzo 1820), pubblicò “Bestie” nel 1917. Malgrado i frammenti che compongono quest’opera siano tutti accomunati dalla presenza di uno o più animali, è l’umanità scabra, cinica, senza pietà, a farsi avanti, in una natura insensibile. Le bestie sono soggiogate alla volontà dell’uomo, che decide per loro della vita e della morte, senza un motivo apparente, a volte per un capriccio. Il protagonista di queste prose liriche (come specificato nell'edizione del 1921, Fratelli Treves Editori) è un io che scava dentro se stesso confrontandosi continuamente con la realtà che lo circonda, la città di Siena e la campagna dei dintorni. Il lettore di questi frammenti ha l’impressione di conoscere un universo di odori, suoni, popolato da specie animali, nelle quali l’io narrante si muove tra rapporti approssimati con mogli, fratelli, padri. Queste Bestie sono capaci di passare in frazioni di secondo dalla pietà all'odio, dalla compassione alla violenza, e al termine della lettura ciò che muterà sarà la visione del rapporto tra animalità e bestialità nell'uomo. -
Poesie. Spirito d'armonia-Canto per Eva-Fra lacrime e preghiere
«Girolamo Comi (Casamassella, Lecce, 1890-Lucugnano, Lecce, 1968) occupa una posizione a sé stante nel panorama della letteratura italiana del Novecento. Estraneo a tutte le correnti e le tendenze poetiche del secolo scorso, ha condotto per tutta la vita una coerente, solitaria, ardua ricerca di tipo spirituale, rifiutando il mestiere del letterato, incurante della notorietà e del successo. Ha pubblicato le sue opere in autoedizioni, quasi sempre in numero assai ridotto di esemplari, che hanno avuto perciò scarsissima diffusione non solo tra i lettori ma anche tra gli addetti ai lavori. Il presente volume ripropone, a cinquant'anni dalla sua scomparsa, le tre raccolte poetiche maggiori, ormai da tempo irreperibili: ""Spirito d'armonia"""" (1954), """"Canto per Eva"""" (1958) e """"Fra lacrime e preghiere"""" (1966).»"" -
Moifà di Terravecchia
"Il moifà è un canto che affonda le sue radici lontano nel tempo come espressione coreutica spontanea che oscilla tra il sacro e il profano. Una voce introduce e il coro commenta. Con questo 'relitto culturale', secondo la definizione di De Martino, si rinnova il rito antico del passaggio delle mandrie nel fuoco per allontanare le malattie e invocare la benedizione degli dei. Si ricreava in tal modo l'armonia cosmica entro la quale l'uomo trovava una sua dimensione fisica e spirituale."""" (Mario Matera Frassese). """"Dalle poesie emerge una figura femminile, mascherata anch'essa, quasi riemersa da un passato fatto di reminiscenze delle Antiche Madri sannite ondeggianti tra il mito e una realtà disegnata dal tempo. E anche quest'immagine, se si segue la cronologia delle poesie, sembra pian piano 'storicizzarsi', incarnare delle caratteristiche più terrene, e così giungere ad un presente nel quale la figura femminile non è più tratteggiata, anche se in punta di penna, ma si avverte presente, quasi a dare stabilità a quel lavoro di archeologia dei sentimenti"""". (Dalla presentazione di Franca Di Conza)" -
In maglia rosa. Viaggio romanzato per una riscoperta dei vini rosati
Una ""guida"""" romanzata articolata in racconti ed esperienze sensoriali - per condurre il lettore tra vitigni, vini, cantine ed imprevedibili """"percorsi"""" eno-gastronomici. Le lunghe passeggiate in bicicletta nel Salento, le soste in masserie e luoghi ricchi di fascino per gustare le bellezze del paesaggio e degustare i prodotti della terra - tingendo le emozioni e il palato di """"rosa"""" - sono gli ingredienti che introdurranno alla scoperta dei mille rivoli del """"vino di una notte"""" e di un inedito mondo enoico, intriso di aneddoti e notizie storiche. Prefazione di Giuseppe Baldassarre."" -
Post mortem. Qualcuno cammina
Dieci racconti che condurranno il lettore nei territori della paura e dell'incubo, uno stile visionario ed evocativo. ""Sono qui per te"""" racconta la mutazione genetica, nel seminterrato di un ospedale, incubatrice per morti viventi; in """"Soldato grigio verso soldato blu"""" il leader di una band heavy metal si sveglia dentro una bara; """"Bloody Hellborn"""" unisce in modo inedito i temi della scrittura e del vampirismo; """"Quattro zero zero"""" racconta la vicenda di un elettricista, di un folle e di una bomba a orologeria; il protagonista di """"Al tredicesimo piano della ventitreesima strada"""", durante una seduta di psicoanalisi, rielabora un incidente attraverso uno schock allucinatorio. Ne """"All'ora della morte"""" un clown è in un limbo, tra la vita e la morte. Anche la mente lucida di un giornalista può fare brutti scherzi, come in """"Replay""""; ne """"I riflessi dell'ambra"""" un uomo, vedovo e disperato, riceve un messaggio che lo metterà in contatto con una realtà esoterica. """"Moon Down"""" è un ospedale psichiatrico che nasconde un terribile segreto. In """"Una vecchia stretta di mano"""" un bibliotecario incontra un essere attraente e misterioso con cui dovrà affrontare la minaccia più grande per il genere umano."" -
Essere fortunati non basta
Su un binario, prima della partenza, le storie si rincorrono per chi le sa catturare. In paese c'è un uomo un po' strano che tutti chiamano Antonio delle Stelle, è convinto che un giorno gli extraterrestri torneranno a prenderlo, e si prepara ad ogni evenienza. Ambra e Francesco si erano persi di vista da quando erano piccoli, lui, figlio inquieto e geniale di un affarista pentito, e lei giovanissima laureata in bioscienze e biotecnologie. Si sono incontrati, e per un attimo si sono riconosciuti. Marco vuole bene a Martina e pur avendo la stessa età lei è più adulta del ragazzo. Ambra e Martina sono amiche, entrambe salentine, hanno studiato a Camerino e si sono divise tra la Puglia e le Marche, scrivendo i loro aforismi su post-it appiccicati al frigo, parlando con i corvi e avvertendo la terra quando trema: ma i terremoti non le hanno scosse. Bart ascolta il racconto di Ambra, che si mescola alle storie della vita, come quella di Walter, un ragazzo violento, e di Marika, che ha avuto la sfortuna di incontrarlo. Alcune persone sono veleni e altre antidoti, e in mezzo, ci sono il caso e il destino. ""Essere fortunati non basta, bisogna anche avere la fortuna di rendersene conto""""."" -
La manutenzione della solitudine
Versi che ritornano come un mantra, si fanno preghiera, rabbioso monito, denuncia. Versi da maneggiare con cura, custodire, donare, come si fa con le cose rare, fragili e indistruttibili. Una sinfonia di parole che sonda l'esistenza, dalla levità di un battito d'ali di farfalla alla concretezza di un indirizzo in tasca di uno straniero senza nome né vita. Parole che assumono un peso specifico, un equilibrio stabile eppur mutevole come le stagioni, l'animo umano e le suggestioni che affiorano ad ogni lettura. Nella società dell'iperconnessione, della comunicazione coatta, fare manutenzione della solitudine è un atto di coraggio, un imperativo etico. E con il mare in faccia, la solitudine si fa esperienza, vuoto fertile, aprendo le porte al peso vero delle cose. Giuseppe Semeraro restituisce l'essenziale, incrocia parti profonde ed inesplorate del lettore costringendole a venire fuori, gli dà forma, le nutre. Tre preziose frecce al suo arco: l'arte dell'introspezione, l'abilità di ascoltare i mondi del dentro e del fuori e il dono del concreto. La solitudine incontra l'umanità, la moltitudine, ritorna al mondo bagnandosi della sua bellezza, incontra altri occhi e trabocca d'infinito. -
Cellulari e cellulariti cerebrali... tra invenzione e realtà
La cellularite cerebrale è la patologia dell'uomo contemporaneo, che passa davanti a uno schermo più tempo di quello che passa davanti a un libro, a un sorriso, a un panorama. Giuseppe Castrignanò, con le sue «conversazioni», dialoghi seri e semiseri, tra invenzione e realtà, spinge al limite i paradossi della comunicazione cellulare, con tutte le loro implicazioni nella vita di ogni giorno. Cinema, cucina, religione, amore per gli animali, calcio, politica, vacanze, scuola, amicizia, non esiste ambito in cui l'utilizzo smodato del cellulare non abbia ridefinito le regole e i rapporti, a volte con esiti catastrofici. L'ironia diviene il farmaco più adatto, l'unico che può essere somministrato senza controindicazioni, per fare in modo di non smarrire, davanti a uno schermo, il nostro essere umani. -
Il faro delle tenebre
L'avvocato Raffaele Conti torna nel Salento in cerca delle proprie radici, spinto dal desiderio di iniziare una nuova vita. Incontrerà Ginevra Melissano e la sorella gemella, Aurora, e dovrà fare i conti con il passato, rappresentato da Ilaria Melcarne. La donna, sua vecchia amica, ha sposato Vito Pizzolante, un uomo scostante, insieme al quale tra mille difficoltà cerca di crescere il piccolo Leonardo. La vita di Raffaele si alterna tra le nuove cause da seguire e la relazione con Ginevra, che con Aurora ha avviato una attività a Otranto, ""Le delizie del faro"""", masseria dove Ilaria verrà assunta come cuoca. Il sottile equilibrio verrà presto funestato da una catena di delitti che, oltre a sconvolgere il Basso Salento, metteranno in pericolo lo stesso Raffaele. Il giovane si imbatterà in episodi delittuosi, di violenza, maltrattamenti, stalking, tra le coste di Otranto e Leuca, passando per Alessano, Novaglie, fino a Lecce. L'aiuto di Ginevra e il supporto del nuovo collega, l'avvocato Lizzi, lo condurranno alle soglie di un radicale mutamento. Raffaele Conti confiderà fino all'ultimo nel ritorno della verità, luminosa e splendente come la luce del faro di Punta Palascìa."" -
La lunga partenza
C'è in queste pagine incandescenti un corpo ferito che «si ritira dal mondo», si stacca in un a parte dalla folla e come l'animale in punto di morte cerca il buco in cui «passare». Il corpo sanguina e mostra le piaghe, ma se ne sta in scena senza cadere mai nell'osceno. Nell'epoca della pornografia il poeta evita la trasparenza. C'è un corpo che si scorpora, allontanandosi dal «coro senza core» e finendo murato nei labirinti di una feroce solitudine. Nello svincolo di un'interminabile partenza/assenza, temprandosi nell'isolamento di un palcoscenico privato, dove si perde sangue come sopra un «tagliere», l'Io non rinuncia all'ipotesi di un Tu, pressante, a volte presente, spesso l'Assente con cui dialogare, in cui trovare un senso alla natura del tempo. Il corpo «inerme» senza il coro, in un aldiquà di muri e varchi impossibili, nei vortici di un moto in cerca di spiragli, in un corpo a corpo con le parole, in tentativi di volo, in un velo di echi palesi o nella trama, da Dante a Hölderlin, da Montale a Celan, da Caproni a Nick Cave e altri ancora. Ed eccoci, nonostante le fughe, nelle spirali del tempo che è partenza perenne e ininterrotto, implacabile addio. -
Figura
Il poeta Paolo Fichera torna in libreria con una nuova raccolta. A sei anni da ""Bosco"""" (Anterem Edizioni 2013) esce """"Figura"""", il quinto libro dell'autore (vincitore del Premio """"Lorenzo Montano"""" nel 2012) i cui versi a oggi sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, arabo, serbo-croato, albanese. """"Figura"""", scritto tra il 2011 e il 2019, è la costruzione in versi di una cattedrale. Il libro, strutturato su più livelli formali, si muove in un'unica tessitura, in cui la conoscenza avanza nel telaio tendendo il filo, retrocede a fissare l'intreccio e riavanza a tessere la trama. Più che un libro di poesia, """"Figura"""" è una mappa, un codice, un bosco. Ogni lettore potrà adagiarsi in una delle 25 sezioni in cui è suddiviso il libro, essendo la raccolta leggibile sia nella sua totalità, sia nelle sue singole parti. Al di là di ogni descrizione, """"Figura"""" è un gesto d'amore verso la vita e la conoscenza, intese come sequenze interconnesse di un'unica perpetua iniziazione. Per questo il libro, fissato su carta, non può avere una fine, almeno nel percorso umano."" -
All'alba in punto
Delicata, a tratti timida, profonda e coraggiosa. È 'All'alba in punto', raccolta di esordio della giovane autrice salentina Anastasia Arnesano. ""Questa raccolta, scritta in nove anni, dal 2010 a oggi, umilmente ispirata all'elegante introspezione petrarchesca, al suo incontro con il pensiero agostiniano e con Seneca nella celebre lettera 'L'ascesa al Monte Ventoso', si propone come travaglio spirituale della notte, itinerario che ha come meta l'inizio di un nuovo giorno"""". Un percorso interiore, un viaggio nel proprio sé, alla scoperta dei punti di forza che cela lo spirito, delle sue debolezze, dell'approfondimento lirico dell'io e dell'importanza rivestita da ogni momento dell'esistenza. """"Ho iniziato a scrivere per rabbia, come forma di protesta, di dissenso nei confronti di tutto ciò che è poco umano. Ho iniziato a scrivere per dare voce alla mia voce interiore... Scrivo per amore di me stessa, della donna che sono e che diventerò, per amore della vita, unico vero bene... Ti aspetto. All'alba in punto. Ti aspetto alla tua alba. Ti aspetto nel preciso istante in cui vorrai condividere con me gioie e paure, stanchezza e infermità, per cadere, soffrire e poi rinascere insieme."""""" -
Il diario del tenente Rosario Serino. Memorie della prigionia, 1943-1945
All'indomani del 15 settembre 1943, in seguito alle operazioni belliche nelle Bocche di Cattaro, in Montenegro, il Ten. Com. di Fanteria Rosario Serino risulta disperso. Inizia un percorso doloroso, di due anni, nei quali Rosario Serino e i suoi compagni saranno deportati nei campi di concentramento di Kaisersteinsbruck (Vienna), Siedlce 336 (Varsavia), Sandbostel XB e Wietzendorf Oflag 83 (tra Amburgo e Brema). Nel volume sono raccolti i diari di prigionia scritti da Rosario Serino, e i documenti storici relativi alla vicenda. Un duro viaggio attraverso l'Europa dell'Est, fino al raggiungimento del campo di concentramento di Wietzendorf. Nella prigionia si susseguono episodi di dolore, privazione, amicizia, coraggio, lungo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il 28 Agosto del 1945 Rosario Serino tornerà a Parabita, dove riprenderà la sua vita, divenendo insegnante e portando il valore della propria esperienza nella comunità. Il 29 gennaio 2018 il presidente della Repubblica gli ha conferito la Medaglia d'Onore destinata a onorare i cittadini italiani internati nei lager nazisti. Eugenio Serino ha qui raccolto e ordinato le testimonianze relative a questa vicenda. -
Pane, lavoro e sangue
"Pane lavoro e sangue"""" nasce nel 2018, su iniziativa del Club per l'Unesco di Galatina (Le), che chiede a Elio Coriano di ricordare, coi suoi versi, """"I Caduti del Cristo Risorto"""", del 19 aprile 1903. Il Club per l'Unesco di Galatina, in collaborazione con il Comune di Galatina intese celebrare, nel 2018, la memoria di quei giovani galatinesi che in quella data vennero uccisi, vittime della miseria e dello sfruttamento, contribuendo con il loro sacrificio al risveglio della coscienza civile nel Salento che portò alla pronuncia di uno dei Primi Contratti di Lavoro tra Contadini e Agrari. Nel 2018 venne presentato, per la prima volta il recital poetico musicale """"Galatina 1903, Pane lavoro e Sangue"""", scritto da Elio Coriano. Questo volume raccoglie i testi poetici nati da questa esperienza, con due interventi critici scritti per l'occasione da Mauro Marino (Fondo Verri / Spagine) e dallo scrittore Giuseppe Cristaldi."