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Extraterrestri in campagna. Quando insegnanti e ragazzi sbarcano in fattoria didattica
Partendo dalle osservazioni raccolte in dieci anni di attività in Fattoria, analizzando libri per ragazzi e cartoni animati, smascherando gli stereotipi associati al mondo rurale, gli autori, con un linguaggio accattivante che spazia dallo scientifico all'ironico, ma sempre diretto e chiaro, cercano di capire e spiegare alcune criticità dei modelli di trasmissione del sapere e intanto raccontano e indagano il significato, il valore, i limiti e le potenzialità di nuovi contesti educativi: le fattorie didattiche, gli agriasili, gli agrinido. -
L' attore cinematografico
Che l'attore sia una star o che abbia un ruolo secondario, che sia silenzioso o loquace, distante o familiare, è grazie a lui che il film ci parla, ci commuove, ci affascina. Al centro della scena, egli dà un contributo essenziale alla ricchezza della rappresentazione cinematografica. Qualsiasi film si nutre di una specifica relazione tra l'attore e il suo personaggio. Tutti i grandi momenti del cinema sono stati accompagnati da una riflessione sull'attore. Fin dalla sua nascita, il cinema continua a inventare nuove modalità di recitazione e presenza. Dal teatro al cinema, dalle teorie sovietiche all'Actors Studio, dalla naturalezza americana alla verità bruta dell'attore non professionista, l'attore è una delle grandi avventure di un secolo di cinema. -
Il vocabolario di Deleuze
Questo lavoro ha alcuni meriti indiscutibili che lo rendono unico nel panorama degli studi critici su Deleuze: in primo luogo si lascia alle spalle gli stereotipi che troppo spesso accompagnano qualsiasi discorso su Deleuze (filosofo dell'anarchia del desiderio, dell'antipsichiatria, dell'immaginazione al potere...) procedendo deciso, oltre la fascinazione deleuziana con il suo duplice effetto di seduzione o di repulsione, a interrogarne semplicemente e radicalmente i concetti. In secondo luogo segue con radicalità e coerenza quell'indicazione metodologica offerta da Deleuze che ne marca l'originalità e la distanza dalle varie declinazioni dell'ermeneutica del novecento: muovendo dall'assunto che la pratica filosofica non è altro che creazione di concetti e che tali concetti esauriscano nel loro viluppo speculativo tutto il senso di un pensiero, interpretare una filosofia esige lo sforzo e l'esercizio di una lettura ""alla lettera"""" dei concetti. La lettura di questo Vocabolario di Deleuze vuole comprende il suo pensiero, svolgendo pazientemente e tenacemente concetti quali quelli di """"rizoma"""", """"taglio-flusso"""", """"cristallo di tempo"""", """"ritornello"""", """"corpo senz'organi"""", che hanno inciso profondamente nella filosofia degli ultimi decenni e che ancora richiedono di essere accolti nella ricchezza e profondità sia della loro forza speculativa sia della loro effettualità etico-politica, entrambe tutt'altro che avulse dal nostro presente."" -
Spinoza. Una fisica del pensiero
Questo testo di François Zourabichvili accetta con coraggio teoretico la sfida posta dal divenire, di cui troppo spesso la filosofia ha neutralizzato la carica altamente problematica e concettualmente indomabile. Assumere le provocazioni del divenire in tutte le loro serie conseguenze comporta, per Zourabichvili, fare i conti con un concetto, non nuovo ma ben poco frequentato nella nostra tradizione di pensiero, di contro spesso associato a saperi morti o marginali come l'alchimia e la magia: il concetto di ""trasformazione"""". Non è questa l'unica originalità di questo testo bello e difficile, qui presentato nella rigorosa traduzione di Franco Bassani, perché il filosofo che Zourabichvili elegge a propria guida nella sua costruzione dei lineamenti di una filosofia della trasformazione è Baruch Spinoza per Hegel filosofo della staticità della Sostanza. Zourabichvili, di contro, sconfessa totalmente la vulgata di uno Spinoza parmenideo per mostrare di contro, con un lavoro testuale di grande cura e profondità, la radicalità con cui Spinoza ha pensato il divenire, accettando di esso l'esito forse più sconcertante: la trasformazione, per l'appunto. Affrontare con rigore il pensiero della trasformazione in Spinoza vuol dire confrontarsi con una nozione di """"forma"""" del tutto inedita che diviene il cuore cruciale dell'intera indagine. Presentazione di Crisina Zaltieri."" -
Il teatro illimitato. Progetti di cultura e salute mentale
Il libro esplora il tema della cultura creata dall'incontro tra Teatro e Salute mentale. Senza quelle etichette che altrimenti lo consegnerebbero alla cultura specialistica della salute (teatro sociale, teatroterapia, teatro e disabilità etc..), il teatro può farsi illimitato, ed allargare le proprie potenzialità artistiche ed espressive. Il libro dipana il tema della vivificazione della cultura teatrale attraverso le esperienze nate in seno alla promozione di salute mentale, in particolare riferendosi alle esperienze progettuali della Regione Emilia-Romagna. Il teatro illimitato vive sui limiti dell'esperienza umana, dei contesti sociali, e dei mondi culturali e professionali; nel libro si raccontano le esperienze teatrali nei Dipartimenti di Salute Mentale, nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, nelle tournées teatrali, nei luoghi di cittadinanza. Scrivono registi, artisti, operatori culturali, operatori della salute, critici teatrali, amministratori locali, in una rete di voci polifonica e virtuosamente contaminata a livello teorico e pratico. Si esplorano anche i contesti di comunicazione sociale (internet e radio) ed il tema della valutazione di progettazioni sociali inerenti al teatro. -
Altruismo e cooperazione in Petr A. Kropotkin
The Mutual Aid, a factor of evolution fu pubblicato a Londra nel 1902 dallo scienziato e pensatore russo Pëtr Alekseevic Kropotkin (1842-1921). Per oltre un secolo l'atteggiamento della cultura ufficiale nei confronti di quest'opera d'importanza capitale oscillò tra l'ostracismo decretato dai sostenitori del cosiddetto ""darwinismo sociale"""" e il tacito impiego delle sue scoperte da parte di antropologi e biologi. Le idee seminali in essa contenute hanno tuttavia trovato conferma pressoché in ogni ambito della vita sociale: dalla nascita delle società di mutuo soccorso alla diffusione della cooperazione, dal sorgere delle organizzazioni di protezione civile alla crescita d'iniziative legate al volontariato medico e assistenziale, sino alle manifestazioni di solidarietà popolare che scaturiscono in modo spontaneo per superare collettivamente gravi disastri e calamità. A centosettant'anni dalla nascita di Kropotkin e a centodieci dalla prima edizione in volume del Mutual Aid, con la presente pubblicazione ci si propone di divulgare la conoscenza di quest'opera anticipatrice e di accrescere ulteriormente la fama del suo autore, mostrando quanto le sue originali intuizioni sulla cooperazione e il mutuo appoggio, intesi come fattori evolutivi essenziali, abbiano validamente resistito alla prova del tempo e ancora oggi continuino ad alimentare dibattiti e ricerche di frontiera sia nel campo delle scienze naturali che in quello delle scienze umane."" -
Cesare Leopoldo Betti detto «Poldo». Pittore a Castel d'Ario nel Novecento
Il nome Poldo può essere spacciato per soprannome, ma è in realtà il diminutivo di Leopoldo, secondo nome del pittore Betti. Così, il comportamento schivo e solitario dell'artista è in realtà l'angolazione da cui egli riprende il mondo circostante. Il pittore, apparentemente scollegato dall'ambiente e dal tessuto sociale nel quale vive, si rivela un attento osservatore e conoscitore proprio di quel mondo, che sa rendere con maestria e originalità nei suoi angoli paesani ma soprattutto nei ritratti: realistici o abbozzati, o caricaturali. A cominciare da se stesso. -
L'anima sinfonica
L’anima sinfonica è un poema tessuto di aforismi e versi, che si articola, come ha scritto Zena Roncada, in “un’unica complessa polifonia, di cui l’uno e il tutto, con fili hölderliniani, annodano gli estremi e gli eccessi, per lasciare, al centro, libero, lo scorrimento delle compresenze”. Nella continua germinazione di idee da semi identici, con la mente e il cuore in equilibrio instabile tra pieno e vuoto, essere e nulla, repentina accensione e improvvisa assenza di parola, trova forma un’esperienza creativa che non rientra in nessun genere, sospesa com’è tra poesia e filosofia, teologia e mistica. La trama delle idee si armonizza in una sinfonia interiore, segno di un itinerario in cui, oltre la ragione, l’anima tende alla visione definitiva, “chiusa in una sintesi di potenza, uovo di tutte le immagini, cuore della possibilità della fantasia che si rivela”, “senso e sensazione di una bellezza che non parla”. -
Infanzia e regno. Il conservatorismo paradossale di Spinoza
Vi è uno scolio barocco e sconcertante nella Quarta parte dell’Etica di Spinoza nel quale aleggia l’ombra della morte e si evocano inquietanti possibilità di mutazione d’ identità: «Avviene talvolta, infatti, che un uomo subisca mutamenti tali che non direi facilmente che egli è lo stesso, come ho sentito narrare di un poeta spagnolo che era stato colpito da una malattia e che, sebbene ne fosse guarito, rimase talmente dimentico della sua vita passata da non credere che fossero sue le commedie e le tragedie che pure aveva composto. In verità avrebbe potuto essere considerato un bambino adulto se avesse dimenticato anche la lingua materna. E se questo sembra incredibile, che cosa diremo dei bambini? Un uomo di età avanzata crede la loro natura tanto diversa dalla propria da non potersi persuadere di essere mai stato bambino, se non formulasse riguardo a sé tale congettura a partire dagli altri». Di questo testo perturbante, che ha portato scompiglio tra i commentatori dell’Etica, François Zourabichvili, uno dei più acuti e originali studiosi di Spinoza, fa il filo conduttore per una compiuta rilettura delle relazioni complesse che legano la metafisica spinoziana alla sua antropologia e alla sua politica, mantenendo come centro la questione della trasformazione come «oblio», ovvero amnesia di una forma anteriore e desiderio, emendato dall’immaginazione chimerica, di una nuova attitudine del corpo. Ne emerge una corrispondenza profonda che, da un capo all’altro dell’opera spinoziana, associa il tema dell’uscita dall’infanzia a quello dell’emancipazione dall’immaginario monarchico. Di contro alla lettura ingenuamente «rivoluzionaria» dello spinozismo, affiora quella di un conservatorismo paradossale, laddove Spinoza insegna lo slancio verso una vera conservazione di sé che non vuol dire preservare lo stato di cose esistente quanto piuttosto imparare a neutralizzare morte e servaggio. -
Dire fare donare. La cultura del dono nelle comunità in trasformazione
Questa pubblicazione prende le mosse dal progetto Il volontariato è un dono di tutti. La cultura del dono per stare bene e nasce con l’intento di raccogliere molteplici punti di vista, testimonianze, riflessioni sul dono e sulla cultura del dono. Fra gli interrogativi di fondo che sostanziano lo scritto: se e in che modo il dono può diventare volano di reciprocità e attivatore di nuove relazioni sociali e come muta la relazione fra donatore e ricevente nelle nostre comunità, caratterizzate da radicali trasformazioni sociali, economiche e politiche. Il testo, a cura di Cinzia Migani, Matteo Scorza, Andrea Pagani, Giancarlo Funaioli, Roberta Gonni ed Ennio Sergio, contiene contributi multidisciplinari di estremo interesse. Fra gli altri, citiamo quelli di Arrigo Chieregatti (direttore della collana InterCulture), Giuseppe Licari (direttore della rivista Narrare i gruppi), Stefano Zamagni (noto economista che da anni studia il terzo settore) e di specialisti della relazione di aiuto, di volontari e di volontari-scrittori. Il libro si articola in tre sezioni: la prima è dedicata ad una riflessione sul volontariato e sulla reciprocità relazionale che attiva la cultura del dono; la seconda raccoglie saggi sul tema del dono che riflettono, a partire da punti di vista molteplici e complementari, su come il dono, attraverso il meccanismo della reciprocità, contribuisca a costruire e a consolidare legami sociali e comunitari; la terza mette al centro storie di dono, che rappresentano testimonianze preziose e mostrano come sia possibile trovare, anche nelle circostanze più complesse e complicate, percorsi per generare comunità competenti e capaci di farsi carico dei problemi propri e altrui. Il volume rappresenta una testimonianza dell’importanza del dono e di come sia fondamentale centrare la vita delle nostre comunità sulle relazioni intersoggettive e reciproche. La fotografia di Silvia Camporesi in copertina introduce l’affresco dei temi trattati. L’insieme dei fili verticali che si perdono verso l’alto rendono bene, infatti, l’idea di ordito, di identità singole che, disposte in parallelo, sembrano entità separate ma che l’occhio di chi guarda già immagina intrecciarsi con la trama per la creazione di splendide forme. I soggetti in gioco interagiscono tra loro nella creazione di una identità collettiva, donandosi reciprocamente. -
Cinema e pittura. Condivisioni, presenze, contaminazioni
Il cinema non viene dalla pittura, eppure le idee sull’immagine e sull’arte elaborate dal primo non possono essere adeguatamente restituite senza il riferimento alla seconda. Di nuovo il rapporto di queste arti va ben oltre gli effetti della presenza della pittura nel film (biografia di pittori, opere citate, recupero di modelli e forme). Piuttosto, occorre evidenziare l’insieme di conoscenze e pratiche, di problemi e soluzioni che il cinema sperimenta a contatto con la pittura. Come si passa dalla pittura al cinema? Dall'impressionismo ai fratelli Lumière? Dal XIX al XX secolo? Il cinema, per alcuni, arriva a liberare la pittura (E. Faure); per altri riesce a realizzare un’idea di arte totale che l’opera pittorica non poteva o non riusciva a realizzare (S. M. Eisenstein); per altri ancora ha compiuto una grande riforma dell'idea stessa di arte (W. Benjamin). Queste tesi sorgono anche quando il nascente cinema e la pittura in crisi mostrano chiaramente la loro reciproca attrazione: è l'inizio di un'intensa sperimentazione incrociata. Tutto viene condiviso. Le ricerche e sperimentazioni della pittura sono esplorate e riprese nel cinema (H. Richter, V. Eggeling); alle nuove forme cinematografiche guardano con interesse artisti come F. Léger e M. Duchamp; oppure i cineasti intervengono direttamente sul film con tecniche pittoriche (S. Brakhage). Gli approcci privilegiati da questo libro di estetica sono stimolanti contributi alla storia tanto delle immagini che dell’arte. -
Il divenire della filosofia in François Zourabichvili
Otto studiosi italiani si interrogano in questo libro sugli effetti del pensiero del filosofo François Zourabichvili a più di dieci anni dalla sua scomparsa. Se la vita può essere letta come un’arte degli incontri, lo stesso si può dire della filosofia. Così il pensiero di Zourabichvili è segnato fortemente dai due incontri con Deleuze e con Spinoza. Quello che ne emerge, come dimostrano gli otto testi qui raccolti e l’opera grafica offerta dall'artista Lorenzo Gatti, non è liquidabile come un mero commento alla filosofia altrui, ma è il lavoro ardito e fruttuoso di un originale pensatore che ci offre una produzione concettuale ancor viva, capace di offrire nuova linfa ad una tradizione di pensiero, dissidente rispetto alla via maestra platonico-cartesiana, di grande tensione etica e politica. -
Utopia selvaggia. Saudade dell'innocenza perduta. Una fiaba
Una fiaba espediente che trascina in continue riflessioni poste dallo stesso autore, “Utopia selvaggia” è infatti in constante dialogo con il lettore e la lettrice sia per ipotizzare una spiegazione degli accadimenti della storia di Pitum sia per esaminare passo passo il processo che la nostra mente attua quando si trova di fronte usi e costumi sconosciuti.rn“Chi siamo noi, se non siamo europei, e nemmeno siamo indios, se non una specie intermedia, tra aborigeni e spagnoli? Siamo coloro che furono disfatti in quel che eravamo, senza mai arrivare ad essere quel che saremmo stati o avremmo voluto essere. Non sapendo chi eravamo quando permanevamo innocenti in loro, inconsapevoli di noi, ancor meno sapremo chi saremo.” ‒ Darcy Ribeiro I Tropici di Darcy Ribeiro non sono affatto «tristi», come lo furono invece quelli di Claude Lévi-Strauss. La dimensione antropologica di «Utopia selvaggia», romanzo partorito dalla rabelaisiana fantasia di quest'autore, è attestata non solo dalla generica ambientazione del libro nella foresta pluviale, ma prende corpo soprattutto nelle numerose focalizzazioni su usi, costumi e manufatti del mondo indigeno che Ribeiro inserisce, sempre in modo pertinente, nel tessuto narrativo rendendole parti integranti dell'incredibile vicenda vissuta dal protagonista. Da defunzionalizzati reperti custoditi in un museo etnografico o da pedanti informazioni scientifiche racchiuse in un trattato d'antropologia, i dettagli «etnici» da lui sparsi a piene mani in queste pagine riacquistano così il loro più autentico valore di cose e istituzioni intimamente connesse con la vivente realtà del mondo amazzonico. Una realtà che Ribeiro rappresenta senza alcun atteggiamento nostalgico, ma mostrando anzi quel pizzico d'ironia che s'addice a chi delle sorti di quel mondo è sinceramente partecipe, pur trovandosi costretto, per provenienza sociale e formazione culturale, a osservarlo con occhi d'estraneo. -
Spinoza e la storia
Per circa tre secoli l'immagine di Spinoza ha coinciso con quella del filosofo metafisico della Sostanza unica che sommerge nel suo infinito oceano ogni finitezza, ogni singolarità, ogni durata. Così fino a tempi recenti - e in parte ancor oggi - la letteratura su Spinoza ha espunto dal suo pensiero qualsiasi possibilità di pensare tempo, durata e storia in una guisa che, alla lettura attenta dei testi, appare ora non rendere giustizia alla complessità della sua filosofia. I sedici interventi di studiosi di Spinoza europei e extraeuropei, raccolti in questo testo, invitano a ripensare il paradigma di uno Spinoza fautore dell'eternità e della necessità della Sostanza che nega la possibilità di ogni evento. L'assunto di fondo che attraversa quale fil rouge l'intero percorso, è che non vi è cecità in Spinoza rispetto alla storia, ma piuttosto l'indicazione a guardare ad essa con lenti diverse da quelle progressive, linear-causali, continuistiche, umanistiche, che la nostra tradizione di pensiero ha reso dominanti. Testi di Bottici, Caporali, De Besistui, de Gainza, Hippler, Illuminati, Ipar, Marcucci, Morfino, Pozzi, Santiago, Sibilia, Toto, Walther, Visentin, Zaltieri. -
Come valutare un'impresa. Le due diligence applicata alle PMI
Il testo si propone di affrontare lo spinoso argomento della valutazione di una piccola o micro impresa, tramite un approccio assolutamente rivoluzionario e di massima elasticità. Partendo dall'assunto che ""una impresa vale tanto quanto chi compra è disposto a pagare"""" il testo sviluppa un procedimento di valorizzazione dell'impresa, considerando passo dopo passo il valore dell'azienda nel suo complesso o in alcune sue parti. La guida è indispensabile per il venditore, poiché fornisce tutti gli elementi per valorizzare l'impresa e condurre la trattativa con il compratore, ma si rivela di grande utilità anche per chi vuole acquisire un'impresa, per valutare economicamente e finanziariamente le conseguenze di un ipotetico acquisto. Un manuale semplice per fare la scelta più opportuna e vantaggiosa nel complesso mondo della libera impresa."" -
Aforismi di luce
"Aforismi di luce"""" è una raccolta di frammenti filosofici e teologici risalenti al 1976-78, quindi precedenti """"L'anima sinfonica"""" (Negretto, 2017), che in buona parte raccoglie testi composti nel periodo 1978-80 e che, in un certo senso, costituisce il primo precipitato dicibile di quell'esperienza dell'indicibile. Si tratta, in tutta evidenza, di un pensiero musicalmente visionario, alimentato da immagini, icone in cui si addensano nuclei di idee che di continuo nascono e si dissolvono, come se della trama del mondo, dell'oltre e del senso ci fosse concesso di intuire solo una forma in perenne fuga." -
Il sale e gli alberi. La linea curva della deistituzionalizzazione
È un libro che racconta una piccola storia, parte effettuale di una grande storia. La piccola storia - che l'autore chiama “Riabilitare la città” – riguarda il superamento degli ospedali psichiatrici di Imola negli anni 80-90, attraverso la partecipazione attiva della comunità, uno tra gli esempi più importanti di salute mentale comunitaria. La grande storia è il processo di liberazione dell'essere umano, che cerca, nelle contraddizioni storiche e sociali, i riferimenti ideali per promuovere i cambiamenti. In questa circostanza l'orientamento è il pensiero basagliano della “Deistituzionalizzazione”: un processo dialettico, che va al di là di una semplice riforma e che cerca di dare concretezza ai valori di un'utopia – quella di una società senza manicomi. Ciò che è in gioco è la ricerca di una rottura con ogni logica escludente, riflesso di una società di disuguali. La deistituzionalizzazione si configura, in sostanza, come un movimento per trasformare la società, attraverso pratiche collettive che si muovono nelle correnti calde dell'immaginazione creativa. In questa prospettiva, la vicenda imolese degli anni '80 continua a mantenere una sua forte attualità, per il suo messaggio di speranza nelle possibilità di riscatto e di emancipazione dell'essere umano. L'autore usa uno stile di esposizione, talora metaforico e poetico, che guida i lettori, anche di ambiti diversi da quelli della psicologia e della psichiatria, alla comprensione dei fenomeni che sostengono i processi della cura e della riabilitazione in psichiatria. -
La letteralità e altri saggi sull'arte
I saggi qui raccolti, per la maggior parte testi inediti preparati in vista di conferenze tenute da François Zourabichvili tra il 2003 e il 2006, rivestono un interesse indubbiamente significativo entro la produzione dell'autore. Questi scritti delineano il progetto di un'opera dalla fisionomia nuova rispetto alle quattro precedenti (due dedicate a Deleuze e due dedicate a Spinoza), un'opera non più originata specificatamente dall'incontro con un filosofo - anche se Deleuze resta un interlocutore costante - bensì ispirata in buona parte a tre temi non separabili l'uno dall'altro, dato che si richiamano tra loro in una trama di rimandi necessari: l'evento, la letteralità, il gioco estetico. Si delinea qui la direzione che il pensiero di Zourabichvili andava prendendo nei suoi ultimi anni di ricerca, una direzione che si potrebbe definire, utilizzando un'espressione ricorrente nei saggi qui raccolti, una ""svolta estetica"""". In molti di questi testi l'arte assume una centralità che si evidenzia in differenti modalità. In primo luogo, divenendo oggetto di lettura filosofica in quanto considerata più capace della filosofia di essere all'altezza dell'evento reagendo ad esso in modo affettivo, immediato e non cognitivo. In secondo luogo, in quanto essa è una pratica di esperienza e di sperimentazione (le due stanno sempre intrecciate) a cui la filosofia deve ispirarsi per non decadere ad esangue astrazione. Infine, si può parlare di svolta estetica ponendo l'accento sulla accezione originaria del termine «estetica» e sottolineare che la materia peculiare dell'operare artistico è quel sensibile confuso-oscuro che resiste al concetto ed insieme lo nutre ponendolo in contatto con il fluire caotico della vita."" -
Accademia della Follia. Un viaggio lungo trent'anni
Autori diversi raccontano la storia autentica e le originali invenzioni dell'esperienza umana e artistica di Claudio Misculin e la sua Accademia della Follia, nata a Trieste dalla ricerca tra teatro e follia, ben dentro all'opera di deistituzionalizzazione basagliana. Non teatro emarginato, né tanto meno rappresentazione della marginalità, ma luogo propriamente teatrale dove la diversità viene agita come terreno di coltura delle capacità negate, delle idee segrete, delle possibilità non consentite, dove la sofferenza individuale trova lo spazio delle parole e dei gesti. Matti di mestiere e attori per vocazione a rappresentare ciò che oggi non ha altro luogo per poter essere se non la scena. -
Filosofia e clinica. Un nuovo approccio all'autismo di livello 1 e alla neurodiversità
Il libro offre una visione dell'autismo di livello 1 e dei disturbi del neurosviluppo come condizioni di vulnerabilità neurobiologica, superando la visione biomedica con un approccio integrato di filosofi a e clinica. Lo scopo del presente lavoro è il miglioramento della qualità di vita delle persone e delle loro famiglie attraverso una maggiore comprensione e integrazione sociale della loro unicità e differenza. L'orientamento esistenziale e fenomenologico alla neurodiversità proposto nel testo è rivolto alla famiglia, quale centro nevralgico della cura, e agli operatori e alle figure significative che sono coinvolte nel processo relazionale e educativo. La lettura è consigliata alle persone neurodivergenti e alle loro famiglie, a chi si occupa di cura e di educazione nell'accezione più ampia del termine, e a tutte le persone che a diverso titolo si adoperano affinché la società sappia far fronte ai bisogni umani e riconosca la vulnerabilità neurobiologica come un valore.