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La Sicilia ad Heidelberg. Esperienze di un sodalizio di studi
Negli anni '60 del secolo scorso, l'Istituto di Sociologia ed Etnologia dell'Università di Heidelberg, diretto da Emil Mühlmann, avviò un'indagine strutturale sulla società siciliana, che originava da un interesse empirico: studiare il retroterra di mentalità e comportamenti degli operai siciliani emigrati in Germania, per conoscere il loro grado di adattamento nel tessuto industriale tedesco. A tal fine, il team formato dai giovani studiosi dell'Istituto svolse una duplice ricerca, in Germania tra gli emigrati, e in Sicilia nei paesi d'origine. -
Parole in croce
Sono il sostegno della sua fronte, rassetto il ciuffo del signorino, gli porgo la sigaretta e gli scarto caramelle e chewing gum, gli svuoto il posacenere e gli avvicino il bicchiere alla bocca, gli volto la pagina e gli ricerco la stazione radio, gli spengo la luce prima di andare a nanna, gli rimbocco il lenzuolo sul torace, gli rimuovo i testicoli incagliati tra la peluria... Lui si rammenta di me quando ha da farmi scricchiolare gli ossicini» (Autobiografia della mano destra dell'autore) -
New York, 15 Park Row. La storia dimenticata di Andrea Salsedo
Bartolomeo Vanzetti, durante il processo che lo portò insieme a Nicola Sacco sulla sedia elettrica, gridò il nome di un compagno buttato giù dal 14° piano di Park Row, il palazzo sede del Ministero di Giustizia di New York. Era un anarchico, un emigrato, un sognatore torturato e ammazzato in un tempo di intolleranza politica e di xenofobia, così come accadrà settant'anni dopo a Milano con Giuseppe Pinelli. Era un pantesco, si chiamava Andrea Salsedo. La sua strana morte è stata inglobata come semplice appendice nel caso Sacco e Vanzetti, è rimasta sottaciuta, ignorata, dimenticata soprattutto nel nostro Paese, che ha sempre avuto cattiva memoria. Solo qualche pagina di vecchi giornali dell'epoca per un innocente che muore per quello che era, per ciò in cui credeva. Andrea Salsedo non è più tornato alla coscienza del mondo, non è mai diventato un rimorso comune, una causa di fondo, un disagio, un'accusa. -
L' Italia rovesciata. Nunzio Nasi. Una biografia politica
Fu, l'azione giudiziaria contro un ex ministro, un piano premeditato da Giolitti per eliminare un suo avversario politico, o furono le ragioni di uno scontro all'interno del compromesso agrario/industriale tra il Nord e il Sud d'Italia a segnarne l'emarginazione. Il dramma di Nasi coinvolto in un processo dinanzi all'Alta Corte di Giustizia, che lo condannò, sia pure per ""un lieve danno all'erario dello Stato"""", è finora rimasto ai margini della riflessione storica. L'autore ricostruisce in questo libro, come in un racconto di """"affetti e memorie"""", il percorso umano e politico di Nasi, inserendolo in una prospettiva di più ampio contesto storico."" -
La casa di Shara Band Ong. Tripoli
Dopo ""Il ricordo che se ne ha-Biar Miggi"""", (Màrgana Edizioni, 2017), Mariza D'Anna torna in libreria con un romanzo-memoria che si può considerare la sua ideale prosecuzione. La storia della sua famiglia in Libia - iniziata nel 1928 con il bisnonno Francesco, proprietario di una grande azienda agricola - prosegue con le sue esperienze di bambina, cresciuta a Tripoli fino all'età di nove anni, e costretta a lasciarla dopo la cacciata degli italiani dal Paese. """"La casa di Shara Band Ong"""", pubblicato nella collana """"Cristalli di sale"""", è il luogo dove per la piccola Tea tutto è iniziato. Come nel primo volume, non tutto è fedele memoria di quello che è accaduto ma, raccontando il passare degli anni, l'autrice ricostruisce la sua leggenda privata, comune a tanti bambini nati nell'ex colonia italiana. Improvvisamente nel 1970 la Libia, eden dell'amore dei suoi genitori e della sua infanzia felice, diventa una terra ostile e straniera dalla quale è costretta a scappare, profuga di un Paese nel quale non farà più ritorno."" -
Emilino e la sua onda viaggiante
"Emilino si addormentò, sfinito, in un angolo della barca. Sognava gli alberi, le case, la moglie, i figli; sognava di non essere solo, di non provare paura. Sognava la salvezza; ma nel sogno sembrava non esserci una via d'uscita.""""" -
La tonnara a Favignana. dai ricordi ad un nuovo corso
Questa narrazione è un semplice omaggio ai fatti e ai personaggi che animarono per decenni la vita dello stabilimento della tonnara e il rito della mattanza di Favignana. A coloro che si inoltreranno in questa lettura sarà offerto il racconto appassionato di riti, vicende, ricordi di uno ""spaccato"""" importante della storia sociale e umana della nostra isola denominata """"farfalla"""" per la sua forma e da molti conosciuta per le sue bellezze naturalistiche. A testimoniare la varietà della narrazione, a tratti scientifica e talvolta incline alla emozione, le immagini rappresentano un immaginario percorso storico nel corso del quale sono """"intrecciate"""", in vario modo, le vite degli autori."" -
Le carte scoperte. Personaggi illustri trapanesi (secoli XVII-XIX)
Questo volume ha lo scopo di mettere in luce le mie piccole scoperte archivistiche, contribuire al recupero delle fonti storiche e delle ricerche dei miei predecessori, talvolta, con l'auspicio di ampliare e approfondire lo studio della storia locale a favore dei posteri. -
Torri di avvistamento. Storie di corsari, turchi e barbareschi
Ciccio Torre approda alla storia, partendo da un territorio che conosce come pochi altri. Un territorio, da San Vito a tutta la ""ex"""" provincia di Trapani (che vizio, quello siciliano, di cancellare ciò che ha una storia illustre e bene o male funziona) che porta tra l'altro, nel proprio DNA, l'impronta di un rapporto millenario ed estremamente articolato con l'Africa. Rapporto millenario che a partire dal medioevo e fino al 1830 ha visto le vicende di una lunga guerra combattuta, su terra e su mare, da grandi flotte turco-barbaresche e ispano-asburgiche, ma anche da rais corsari tunisini, algerini, tripolini da un lato e """"capitani coraggiosi"""" trapanesi dall'altro, al comando di singole imbarcazioni o di minuscole squadre, tutti forniti di """"lettere di corso"""" rilasciate dai propri governi. Nel caso trapanese, quindi, dai vicerè aragonesi, spagnoli, piemontesi, austriaci e, in ultimo, borbonici. Incastonato nel centro del Mediterraneo, vicino all'Africa o alla Berberia come nessun altro territorio europeo, il trapanese ha vissuto in prima linea la lunga ed in gran parte ancora inesplorata vicenda della guerra da corsa mediterranea."" -
Le insurrezioni della fame in Trapani nel secolo XVII
Durante tutto il '600 gli Stati italiani sotto la dominazione spagnola furono colpiti da ricorrenti carestie. Per combattere la fame, «l'assalto ai forni», di manzoniana memoria, fu il più impulsivo gesto collettivo della popolazione urbana: a Milano, come a Napoli; a Messina come a Palermo. Anche la città di Trapani - straziata dalla carestia, con le persone che morivano di fame per le strade - insorse contro gli affamatori. Se ne è occupato Carlo Guida (1879-1949), cultore di storia locale, nel suo lavoro ""Le insurrezioni della fame in Trapani nel XVII secolo"""", pubblicato nel 1940; messo insieme ricorrendo a documenti d'archivio, lettere, citazioni e cronache di testimoni diretti."" -
Per le vie della città. Storie, aneddoti e personaggi trapanesi dalle origini al Novecento
Situata al centro del Mediterraneo, prossima alle terre d'Africa, in virtù della particolare posizione geografica e della presenza di un confortevole porto, Trapani è stata protagonista di innumerevoli eventi fin dall'alba della storia. Questo scritto si articola in capitoli tematici, che godono di propria autonomia, e possono esser letti singolarmente a guisa di saggi brevi. Dopo una parte iniziale dedicata alle remote origini, che videro l'avvicendarsi di molti popoli e dominazioni, dagli elimi ai fenici, dai cartaginesi ai romani, dagli arabi ai normanni, fino agli aragonesi, agli spagnoli e ai Borboni, l'autore si sofferma sui luoghi, sugli eventi storici, sulla vita civile e religiosa, sulle attività artistiche e produttive, ma in particolare sui personaggi maggiori e minori, che nel corso dei secoli sono stati l'espressione più genuina e verace della città. -
La pecora nera. Nulla è come sembra
Virginio La Porta è un anonimo professore di matematica. Figlio di un noto avvocato, è considerato la pecora nera della famiglia. Timido e impacciato, Virginio conduce una vita monotona e grigia. All'età di cinquantadue anni vive ancora con la madre, malata di Alzheimer. Ha notevoli difficoltà a rapportarsi con gli altri e ogni volta che deve parlare in pubblico è preda di violente crisi. Per provare a superare i problemi che lo affiggono decide di rivolgersi a uno psicologo. Un giorno conosce Alessia, una ragazza di 29 anni intraprendente e spacciata, e se ne innamora perdutamente. Le condizioni di salute della madre nel frattempo peggiorano e l'ordinaria, monotona, vita del professore Virginio La Porta viene travolta da una serie di inattesi, imprevedibili, sconvolgenti avvenimenti. -
Quando arrivavano con il carretto. Storie di paesani, pellegrini, turisti e luoghi di San Vito Lo Capo
"... e nella caserma dei Carabinieri di via Savoia s'allungava l'elenco delle convocazioni per sapere quale madre doveva vestire di nero, chi era la nuova vedova, chi erano i nuovi orfani...""""" -
Il giostraio
Il misterioso omicidio di una bella donna che concede i suoi favori a pagamento fa scattare nella cartomante Alice Anceschi, sua vicina di casa, l'animus dell'investigatrice. Attraverso la lettura dei tarocchi, inedito strumento di indagine, la Anceschi, una quarantenne miss Marple degli anni Duemila, meno incantevole e più problematica, arriva a gettare luce là dove la polizia, guidata dall'affascinante commissario Andrea Valsecchi, brancola nel buio. In questo esordio ""in giallo"""" di Maureen Loffredi, pseudonimo dietro cui si nasconde la scrittrice, viene ricostruita la realtà di una cittadina rivierasca delle Marche che nasconde, dietro una facciata di tranquillità e perbenismo, un atroce segreto avvolto nelle nebbie del tempo: un plot che rimanda ai gialli classici di Agatha Christie. E mentre si susseguono altri delitti che coinvolgono gli inquilini del palazzo, tra la cartomante-detective e il commissario, dopo una reciproca diffidenza iniziale, si instaura un rapporto di collaborazione che darà i suoi frutti."" -
Il taccuino. L'esperienza di un corso di scrittura sul racconto
«Forse, come afferma il principe Myskin ne L'idiota di Dostoevskij, sarà la bellezza a salvare il mondo, ma non escluderei che potrebbe contribuirvi anche la Storia, specialmente in un tempo in cui il rischio di calpestare, stravolgere o annichilire il valore della conoscenza e della ricerca storica è molto forte e diffuso». -
Incantazione
Questo libro desidera contribuire alla ricerca del Genius Loci dell'Isola Sacra, in continuità con le proposte e le iniziative dell'Associazione Culturale, Sportiva, Ricreativa, Turistica ""Marèttimo""""."" -
Figlio nel vento
A Ogigia, isola che non c'è, scompare un rappresentante di commercio. Dopo alcuni giorni, il padre trova in una pozza di sangue cinque denti ed un ciuffo di capelli. Il corpo viene ritrovato in un burrone profondo trecento metri. Nell'isola, per condurre le indagini, la procura invia il suo migliore investigatore, il maresciallo dei carabinieri Alfonso Fiume. I sospetti cadono su quattro ragazzi, ma per scoprire la verità... -
Favignana mystic blues
Questa volta il commissario Ingravato dovrà vedersela con un avversario ben più temibile di un malvivente. Sullo sfondo di un'isola meravigliosa, Favignana, avrà di fronte l'irrazionale, l'inspiegabile e cercherà di risolverlo con la sua logica investigativa, quella che non l'ha mai tradito. Scoprirà però che solo ricorrendo all'empatia e alla compassione verso le vittime, riuscirà a svelare ""l'Arcano senza Nome"""" dei Tarocchi. """"Lo spettro è tutto fuorché incorporeo o semplice apparenza"""". J. Derrida."" -
Grammatica umoristica. Storie di ministri, scrittori, manager e blogger sgrammaticati
Possiamo dire e scrivere le parolacce? La buona grammatica, che precede la buona scrittura, non esclude l'uso della parolaccia, non è una prassi contemplativa, ascetica, asfittica, salottiera e per signorotti ammuffiti. Forse che appare più elegante rifugiarsi in una sorta d'inglese virtuale, come fanno i mestieranti dei social network? Blogger, content manager, digital media strategist, web writer, web marketing manager, e chissà quanti altri ambigui personaggi nascono ogni giorno dal wikiconcepimento, diventano wikistudenti e si proclamano wikimanager: prudenza e buon senso, congiuntivi e punteggiatura, stile e contenuti scompaiono, schiacciati da coloro che in poco più di un decennio hanno fatto fuori tutto ciò che è stato prodotto dai tempi delle tre Corone fino a quelli di Tullio De Mauro & Co. Dunque: meglio una parolaccia pertinente e limpida! Siamo convinti di 'capirci', anche se il nostro discorso è diventato illusorio, impreciso e, molto di frequente, grottesco. -
Hiera fu cartaginese? Una goccia di storia dell'isola cosiddetta Sacra
Thalatta thalatta! Nell'esultanza del grido dei soldati di Senofonte si legge l'attaccamento degli antichi verso il mare. Che in quel tempo è il Mediterraneo. Non se ne conoscono altri. Da Oriente a Occidente, da Nord a Sud, alcune isole sono i crocevia di una ragnatela di rotte, che ecologicamente tiene unito l'ecumene del ""Grande Mare"""". In questo mondo fluido a dimensione cartaginese, Hiera, che la natura vuole in conspectu Chartaginis, vive una parte importante della sua storia, non esauribile nelle laconiche citazioni delle fonti classiche e priva, ancora, di attenti riscontri archeologici. Recenti ritrovamenti di ceramiche ascrivibili al periodo cartaginese, fatti dall'autore in tre distinti siti archeologici finora ignoti e descritti in questa monografia, costituiscono la più antica testimonianza storica della presenza umana nell'Isola. Sono una proposta alla storiografia moderna, distratta finora verso l'Isola Sacra, per un approfondimento sul ruolo strategico svolto da Hiera, insieme alla coeva Cossyra, mirato a ricostruire la storia, l'economia e i commerci del bacino occidentale del Mediterraneo, tra il VI sec. a.C. e il V sec. d.C.""