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Quale scuola scelgo dopo le medie? Dialogare con i figli per aiutarli ad orientarsi
Come accompagnare i ragazzi delle medie nella scelta della scuola superiore? Questo testo è stato scritto per i genitori che desiderano aiutare i propri figli ad individuare le proprie attitudini e potenzialità, al fine di compiere una scelta consapevole. Il desiderio degli autori è che i genitori e figli possano condividere la lettura di queste pagine, nelle quali troveranno riflessioni sull'orientamento (il rapporto con la scuola, il mondo del lavoro, le scuole superiori, la conoscenza del sé, la scoperta delle proprie passioni), accompagnate da test e questionari che permetteranno di approfondire il punto di vista del ragazzo e di delineare uno specifico progetto di scelta. -
Sgrinfia e la notte dei coriandoli. Non è strano che con la luna ci spuntino le ali
Piovono coriandoli e il bosco è una città sotto-sopra che abbatte le sovrastrutture e i pregiudizi, fa emergere quello che già c'è dentro ognuno, scardina le differenze, vince la paura di superare le soglie. Con undici meravigliose avventure e una cassetta degli attrezzi per favolare, questo testo emerge intenzionale e scapigliato dal fare pensoso del progetto Fa(r)Volare. Un educatore deve mostrarti l'orizzonte che non hai mai visto. Avventura, relazione, amicizia, dominanti della poetica dell'incontro. I racconti di Renata Franca Flamigni consentono di sperimentare in totale sicurezza emotiva percorsi fondamentali per il futuro del piccolo lettore. Non è strano che con la Luna ci spuntino le ali. Un mondo così non si era mai visto! Eppure in questo testo ci sono storie che sono mondi, ci entri dentro e le puoi abitare. Età di lettura: da 6 anni. -
Fogliolina
"Non essere triste, se staremo insieme non ci sentiremo più soli e ci sosterremo l'uno con l'altra"""". La piccola storia di Fogliolina e dei suoi incontri nel magico mondo della natura autunnale ci insegna qualcosa di davvero grande..." -
Come corde dell'arpa
"Nasco a Cesena il 15 giugno 1968. Vivo e lavoro in una frazione di Cervia (Ra), in un paese di campagna. Perché queste righe? Arrivano come chiusura di un capitolo della mia vita, vita nella quale mi sono cercata costantemente, vita nella quale ho scritto e scrivo: ora questi pensieri hanno una voce: """"Come corde dell'arpa"""". Ecco perché ho preso in prestito questo strumento nell'antichità greca diviene l'immagine più eloquente dell'universo al femminile e dell'harmonia intesa come figlia dell'amore, come conciliazione del pari e del dispari, del vicino e del lontano, quell'harmonia che come un corpo aereo s'invola nei cieli incarnandosi poi negli strumenti musicali. È proprio legata ad essi la similitudine del mio sentire: un'unica corda di uno strumento ben accordato, quando suona, fa entrare in vibrazione tutte le restanti senza che siano state nemmeno sfiorate e, nel movimento, è dolce ascoltare gli accenti di un'armonia universale All'unisono l'anima vibra come musica nel mondo e nel suo ascolto e nell'ascesa cerco me. Tra le corde dell'arpa farò vibrare quell'unica corda, ancora e ancora, fino a raggiungere una perfetta armonia...""""" -
Fuori dai giochi. I racconti della grazia, dell'agonismo e del corpo
Quindici racconti, una poesia sul football, un ricordo di Princeton - patria della squadra dei Tigers - e un divertente profilo autobiografico in cui l'autore collega l'origine della propria carriera letteraria a una débâcle sul campo: ""Fuori dai giochi"""" raccoglie in un unico volume i testi sportivi (compresi cinque inediti in Italia) che punteggiano la carriera di F. Scott Fitzgerald, confermando la sua inesauribile capacità di interpretare il proprio tempo. Atleta mancato, Fitzgerald ricavò dalle sfide e dai giocatori che aveva ammirato spunti e personaggi per la sua narrativa. E cosi dalle pagine di questa antologia emergono le forme e i corpi, di volta in volta esuberanti o imbolsiti, di campioni universitari, tifosi, caddie, nuotatrici e trapezisti, ma anche di ballerine, pianisti, impresari, stelle del cinema, che compongono il ritratto di una generazione in perenne attesa di un effimero stato di grazia, in una società febbrile travolta dall'ottimismo sfrenato degli anni Venti e poi dalla cupa depressione del decennio successivo. Dagli scritti giovanili, dedicati principalmente al football, fino a quelli della maturità - scrive Sara Antonelli nella postfazione -, Fitzgerald non ha mai smesso di scrivere di sport, che grazie alla penna di un autore ormai leggendario si trasforma in un """"prisma attraverso cui raccontare l'America e i suoi eroi""""."" -
L' area 18
Il principato africano di Congodia si struttura intorno al più formidabile fenomeno sociale del nostro tempo: il calcio. È attraverso il fútbol ""storia, orgoglio ed epica nazionale"""" - che il Congodia ha conquistato l'indipendenza. Ed è sempre sul campo da gioco che il governo locale orienta i destini geopolitici del paese. Quando la multinazionale americana Burnett decide di allargare la propria sfera di influenza nella zona è perciò costretta ad allestire un'eccentrica compagine di mercenari - i Procioni Ululanti dello Spartan Soccer - per sfidare l'armata congodiana. Il memorabile incontro, in attesa del quale gli uomini allenati dal tecnico Muller effettuano una preparazione dai tratti sadici e militareschi, avrà luogo nella rovente atmosfera del Bombasì Stadium, costruito sul cratere del vulcano Mombasa. Asserragliati nella propria area come gli spartani di Leonida alle Termopili, per gli uomini capitanati dal siriano Best Seller sarà l'ultima occasione per assaporare l'ebbrezza del trionfo."" -
Sulla boxe
Una raccolta di saggi, scritti nell'arco di vent'anni, quattro dei quali pubblicati per la prima volta in Italia, che ripercorrono la storia della boxe dai giochi gladiatori dell'antica Roma al pugilato a mani nude praticato in Inghilterra fin dal Diciottesimo secolo; dai combattimenti tra schiavi nell'America della Secessione alle sfide tra i fuoriclasse entrati ormai nella leggenda come Muhammad Ali, Mike Tyson, Jack Dempsey, Jack Johnson e Joe Louis. Joyce Carol Oates tratta con sensibilità e rispetto il mondo della boxe, che ha imparato a conoscere fin da bambina assecondando la passione del padre. Racconta le vite spesso rocambolesche dei campioni, le loro alterne vicende e fortune, i risvolti sociali e di costume, gli interessi che si intrecciano nell'attesa dei grandi incontri, gli aspetti controversi eppure affascinanti di questa disciplina. Intellettuale d'eccezione, Oates si accosta con entusiasmo e disincanto allo sport che forse più di altri incarna la miseria e la magnificenza della natura umana, offrendo un punto di vista inedito e virile sulla ""nobile arte""""."" -
Michael Jordan, la vita
Nel marzo del 1982 un diciannovenne di Wilmington, North Carolina, segnò i due punti che regalarono il titolo nazionale ai Tar Heels. Inizia così la leggenda di Michael Jordan, destinato a trasformarsi di lì a poco in un'icona della cultura americana, capace di trascendere lo sport e abbattere le barriere etniche e generazionali. Il suo stile fu imitato da milioni di ragazzi che sognavano di essere ""like Mike"""", come recitava uno spot del Gatorade, celebre quanto i video girati per la Nike con Spike Lee. Le sue acrobazie e il suo """"sesto senso cinestetico"""" rivoluzionarono la Nba, che MJ disertò all'apice del successo in seguito all'omicidio del padre, per tornarvi dopo due anni e conquistare una serie di primati senza precedenti. Ma per quanto perfetta nelle sue epifanie sul campo, l'immagine di Jordan nascondeva delle zone d'ombra, la passione per il gioco d'azzardo, i contrasti in seno alla famiglia, che questa biografia esplora per tentare di ricomporre la doppia personalità del campione, dalla quale scaturiva quel feroce agonismo con cui soggiogava avversari e compagni di squadra. Di Michael Jordan, l'""""arcangelo dei canestri"""", Roland Lazenby ci offre un ritratto completo, partendo dall'infanzia trascorsa con l'indomito bisnonno Dawson, contrabbandiere di whisky e zatteriere, per arrivare all'avventura deludente come manager, e soffermandosi sull'epopea dei Chicago Bulls, ovvero la cavalcata sportiva più avvincente di ogni tempo."" -
Il giorno perduto. Racconto di un viaggio all'Heysel
Il viaggio, a volte, è già una storia. Racchiude in sé l'avventura, le gesta memorabili di una vita, la trama di un racconto che resiste agli anni, la promessa di un'esistenza diversa, piena e felice. Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni, si gioca all'Heysel, il piccolo stadio di una città bordata d'oro nel cuore dell'Europa. Christopher Victor Hale, detto Christy, vive a Liverpool, sulle rive del Mersey, è un tipo solitario, e per tutti è Monk. La sua vita è stata abbandono e declino: la fuga della madre, la malattia del padre, la vana speranza di un lavoro. È il declino di una città e di tutto ciò che è intorno, un'intera classe sociale cancellata dal futuro. Domenico Dezzotti, detto il Mich, è di Rueglio, in Valchiusella, studia Ingegneria a Torino, così vuole suo padre. Angelo, Charlie, Miranda lo considerano un privilegiato, e un po' traditore. Se ne andrà dalla valle, un po' li ha già lasciati. Il loro mondo sta cambiando. Partono per Bruxelles, Christy da solo e il Mich con il resto della banda: Londra, Parigi, la frontiera, il mare... Ad ogni tappa cresce l'attesa della vittoria, l'aspettativa di un destino migliore. Uno scambio di sguardi, l'attimo che lega per sempre Christy e il Mich, complici dagli spalti immaginari di una grande piazza che sembra uno stadio. -
La felicità degli uomini semplici
Un talento formidabile che dona la propria vita al calcio, un allenatore che insieme a uno stregone fabbrica amuleti per far vincere la sua squadra, un intero villaggio che assume i panni dei più grandi campioni mentre una radiolina urla la cronaca della finale. E ancora, una ragazza si traveste da portiere, una bambina sfida i dettami della religione islamica per indossare gli scarpini, una donna si ubriaca dopo la clamorosa sconfitta del Brasile ai mondiali del 2014, un gruppo di amici sorseggia bevande fresche in attesa del fischio d'inizio. Dal Congo a Gibuti, dal Camerun alla Nigeria, dal Sudafrica all'Algeria passando per Mozambico, Zimbabwe e poi Benin, Togo e Senegal: quindici racconti che svelano il sentimento dell'Africa per il gioco più bello del mondo. Concepite da alcuni tra i migliori scrittori africani contemporanei, che sotto la direzione di Alain Mabanckou diventano una formazione d'eccezione, queste storie danno vita a quella partita mai vista disputata in un continente che continua a fabbricare talenti da consumare sul palcoscenico europeo. Ma per un pugno di fuoriclasse che arriva in Europa ci sono migliaia di appassionati, uomini e donne, per cui scendere in campo significa divertimento, dramma, tragedia, amore. Nello svelare immagini sconosciute al lettore, questa raccolta di racconti, riporta alla mente le immagini di un paese - l'Italia - ingenuo, ferito e pieno di speranze, in cui si rincorreva il pallone a piedi nudi per assaporare la libertà. -
Solo per un giorno
Massimiliano Boni non è un eroe, se non per un giorno in un anno. Questa è la storia degli altri trecentosessantaquattro. In quel tempo fa due cose: corre e scrive. Poi, certo: lavora, legge, si occupa della famiglia, ricorda, rimpiange, sogna. Ma queste altre cose accadono di lato: al centro, corre e scrive. Si prepara alla maratona e tiene un diario. Non è spavaldo, in nessuna delle due sfide. Sa di non essere più un principiante, ma non ancora un campione. Abbassa la testa, cerca di imparare dai grandi e da chi gli viaggia a fianco. Lo accompagnano, tra gli altri, un amico straniero, la nonna ""Baccajella"""", Murakami Haruki, Cormac McCarthy, la memoria di uno sciatore chiamato Roberto Grigis e la fantasia di un nuovo figlio in arrivo. È uno di noi, uno di voi, una delle migliaia di figure smilze e colorate che vediamo ansimare mentre le superiamo motorizzati, domandandoci: """"Chi glielo fa fare?"""". Porta questo interrogativo a un livello più profondo. Scava dentro le proprie tracce per trovare il solco di un impegno che comprende molto più dell'allenamento per una gara. Ne fa una questione di fede: nelle proprie possibilità, nella legge umana e, infine, in quella divina. Il suo linguaggio si scioglie avanzando verso il traguardo dove la vita è in agguato, come sempre comica e tragica, pronta a dare in modo inatteso e a togliere quel che ci si aspettava. In entrambe le sue sfide Boni è un outsider, ma arriva in fondo. La fatica avvera i desideri."" -
Tutto si muove intorno a me
Port-au-Prince, 12 gennaio 2010. Un boato improvviso, sembra il rumore di un treno in corsa, la raffica di una mitragliatrice, e la terra che si scuote per un lungo, interminabile minuto. Dany Laferrière è seduto a un tavolo dell'hotel Karibe insieme a un amico. La corsa verso il giardino, il panico, il rumore sordo dei palazzi che crollano al suolo. Il silenzio. Comincia da qui il racconto dei giorni del terribile terremoto che ha diviso in due il tempo di Haiti. Le notti all'addiaccio, la paura, gli amici scomparsi, le piccole storie dei sopravvissuti e di chi invece non ce l'ha fatta. Le immagini si alternano, si sovrappongono, e ce spazio anche per un Laferrière più intimo, che parla di sua madre, di zia Renée, della vita familiare nel quartiere di Delmas. La narrazione procede, lentamente l'autore prende coscienza del ruolo secondario che ha nella tragedia e il suo ""io"""" si trasforma in """"io"""" collettivo, quello di un popolo che scende in strada a cantare per commemorare tutte le vittime con fierezza, dignità, e una tenacia di fronte alla sventura simboleggiata dalla donna che già il mattino successivo al sisma se ne sta seduta per strada, con la schiena contro il muro, sperando di vendere i suoi manghi. Dopo la serie di romanzi del """"ciclo haitiano"""" e """"L'enigma del ritorno"""", Laferrière torna a scrivere di Haiti e aggiunge un nuovo, toccante capitolo alla storia del suo paese e della sua gente."" -
Mont Plaisant
Yaoundé, Camerun, 1931. La piccola Sara, a nove anni, viene strappata alla madre e mandata al Mont Plaisant per diventare una delle mogli dell’illuminato sultano Njoya, amante delle scienze e delle arti, inventore di un alfabeto e da sempre sostenitore della raffinata cultura del suo popolo. Il triste destino di Sara subisce una svolta imprevista quando Bertha, la matrona incaricata di prepararla all’incontro con il sovrano, rivedendo in lei Nebu, il figlio tragicamente scomparso anni addietro, decide di camuffarla da ragazzo. E proprio sotto il nome di Nebu la bambina si ritroverà a vivere nel cuore di una corte in declino, mentre il resto del mondo si prepara a combattere la Seconda guerra mondiale. Settant’anni più tardi compare la giovane studentessa Bertha, che dopo essersi trasferita a studiare negli Stati Uniti, torna nella terra natìa per approfondire alcune ricerche sulle origini del nazionalismo camerunense. Quel nome è come una scossa per Sara, che ormai anziana e in silenzio da decenni, è finalmente pronta a raccontare la sua storia e quella del Camerun nel periodo tra le due guerre. -
Un irlandese in America. La New York di Brendan Behan
Così il ""New York Times"""" annunciava, il 18 settembre 1960, l'inizio dell'amore tra Brendan Behan e New York: """"Tutti sanno ormai dell'arrivo in città di un licenzioso, iconoclastico, ex rivoluzionario dell'Ira, tarchiato, sgualcito, arruffato drammaturgo di Dublino di nome Brendan Behan"""". Da questa storia d'amore nasce """"Un irlandese in America""""."" -
I cantaglorie. Una storia calda e ribalda della stampa sportiva
Vincitore del Premio Coni per la saggisticaBrera, Caminiti, Ciotti, Biscardi, Mura, Cannavo, Raro, Sconcerti, Fossati, Zavoli, De Zan. È la formazione di una delle tante possibili nazionali. Non di calcio, ma di chi il calcio e gli altri sport ha raccontato. Una generazione di giornalisti italiani unica al mondo. Privilegiati, perché hanno brillato di splendore riflesso, viaggiato più degli inviati di esteri, mangiato e bevuto come nessuno. Hanno però anche saputo meritarselo, inventando un modo di raccontare e, talvolta, anche quel che (non) c'era da raccontare. A ""convocarli"""" è uno che li ha conosciuti bene, perché ha """"giocato"""" con tutti: Gian Paolo Ormezzano. Ex nuotatore, granata per sempre, ma soprattutto, fino all'ultimo grammo, cronista di abbagliante purezza. Nel ritrarre i suoi colleghi è come nella vita: generoso, compassionevole, schietto. Non fa sconti, semmai qualche regalo. Ci svela le bubbole di Carosio, il lato umano di Mosca, l'incontenibile sfera d'influenza di Mina. Procede per aneddoti, ma anche per valutazioni. Si e ci diverte nel narrare un'epopea in cui i trionfi altrui resero eroi quelli che erano soltanto """"cantaglorie"""". Si e ci commuove nel rendersi conto che sta scrivendo una Spoon River del giornalismo sportivo: molti già se ne sono andati, il mestiere sta morendo a colpi di tweet e lui, fiero, è uno degli ultimi, grandi sopravvissuti. Postfazione di Alberto Brambilla."" -
African psycho
Grégoire Nakobomayo è cresciuto tra i vicoli di Colui-che-beve-l'acqua-èun-imbecille, quartiere di prostitute, ubriaconi e delinquenti. Nonostante le difficoltà e l'aspetto non proprio attraente - è basso, ha la testa a rettangolo, il naso grosso, gli occhi piccoli e la pelle nerissima -, è riuscito a imparare un mestiere rispettabile e passa le giornate a picchiare sulle carcasse delle auto nella sua carrozzeria. Ma l'ambizione di Grégoire è un'altra: essere un serial killer. Deciso a imitare le gesta del suo idolo, lo spietato pluriomicida Angoualima, vuole apprendere da lui i trucchi del mestiere Certo, Angoualima è morto e sepolto, questo particolare però non scoraggia l'aspirante omicida che si reca in pellegrinaggio sulla tomba del suo mentore e lo assilla tempestandolo di domande improbabili. Grégoire non ha proprio la stoffa dell'assassino, colleziona un insuccesso dietro l'altro - al suo attivo può vantare solo un bastone infilato nell'occhio del fratello adottivo, una martellata in testa al notaio Quiroga e un tentativo di stupro fallito per problemi di erezione -, ma non demorde. Ha già individuato la sua prima vera vittima. Si tratta di Germaine, una prostituta che si è appena trasferita da lui. Le rimangono solo poche settimane di vita. Ma la strada del crimine è irta di ostacoli e in fondo Grégoire è solo un povero diavolo: il risultato è tutt'altro che garantito. -
Merckx, il figlio del tuono. Ediz. illustrata
Il 20 marzo 1966 un giovane belga si schiera al via della Milano-Sanremo. Ha vent'anni e non si è mai misurato con un tracciato cosi lungo. Al traguardo vincerà la prima classica del suo palmarès. Quel giorno, come con Coppi all'indomani della guerra, si apre per il ciclismo una nuova era. Fin da quella prima apparizione, Merckx ha mostrato di possedere, oltre al talento, il gusto dell'avventura e della prodezza inattesa. Al pari dei grandi del passato. Ma più di chiunque altro ha saputo interpretare la gara come ""sfida totale"""", battaglia all'arma bianca. Ha imposto uno stile, """"la corsa di testa"""", riportando il ciclismo alla sua vocazione originaria. Lo chiameranno l'Orco, il Coccodrillo, Attila, il Cannibale: temuto e invidiato, è stato """"il più grande agonista"""" di uno sport arduo, a volte crudele. Per questo la sua storia - scritta sul pavé, nel fango, nella tormenta, segnata da cadute rovinose, nobilitata dai duelli con Gimondi, Ocaña, Fuente - merita un posto speciale nella """"sconfinata biblioteca della bicicletta"""". Dall'esordio alla corte di Van Looy fino all'eclissi improvvisa, Claudio Gregori ricostruisce le imprese di Merckx come fosse un cavaliere impavido a caccia di tesori favolosi in una nuova chanson de geste."" -
Citizen. Una lirica americana
"""""Citizen"""" di Claudia Rankine travolge come un destino implacabile. È la nota migliore in quella canzone sbagliata che è l'America. Le diverse realtà - l'identità """"confusa"""", il razzismo sociale, l'intero tessuto della vita urbana e suburbana - sono quasi troppo da sopportare, eppure si sopportano, perché questa è la verità. """"Citizen"""" è la Spoon River di Claudia Rankine, un'epica tanto maestosa, terrificante e bella quanto la nazione e le diverse condizioni emotive che l'hanno prodotta."""" (Hilton Als)" -
I guardiani
Premio Memo Geremia per la letteratura sportiva – Premio Speciale ConiWembley, ottobre 1973. Inghilterra e Polonia si giocano l'accesso alla Coppa del Mondo. Quella notte un ""clown vestito di giallo"""", Jan Tomaszewski - un metro e novantatré, capelli lunghi trattenuti da un cordino -, inanella una serie di parate spettacolari, regalando ai polacchi la qualificazione alle fasi finali. Diciassette anni prima, nel maggio del 1956, lo stadio dell'Impero era stato il teatro di un'altra prestazione memorabile. L'acrobata inatteso, quella volta, si chiamava Bert Trautmann, numero uno del Manchester City - un ex soldato della Wehrmacht catturato dagli inglesi durante la Seconda guerra mondiale. Solo grazie al coraggio mostrato nella finale di FA Cup contro il Birmingham City, quel """"mangiacrauti schifoso"""", l'uomo più fischiato della Prima Divisione, potrà riscattare il proprio passato e sarà acclamato come un eroe nel paese che lo ha adottato. Le storie di Tomaszewski e Trautmann si intrecciano a quelle di altri formidabili portieri - Toni Turek, William Vecchi e Giuseppe Perucchetti - nel sesto romanzo di Marco Ballestracci. Un viaggio imprevedibile per le pianure dell'Ucraina, le Langhe e la Val Trompia, tra divisioni di fanteria, staffette partigiane e squadrette giovanili, dove le gesta dei cinque """"guardiani"""" - cinque interpreti stravaganti del ruolo più eccentrico del calcio - rivivono nelle giocate di un bambino, diventato ragazzo e poi uomo, che comincia terzino prima di scoprirsi un talento tra i pali. Anzi, nelle uscite."" -
Giorni selvaggi. Una vita sulle onde
Il surf è un'arte dai molti paradossi, in cui il desiderio di mostrarsi non è mai separato da quello di essere soli con le onde e sparire dietro un sipario di schiuma. ""Le onde sono il campo da gioco. Il fine ultimo"""". Ma sono anche l'avversario, la nemesi. William Finnegan ha subito l'incanto del mare fin da bambino, in California, vedendo i surfisti """"danzare sull'acqua"""". A tredici anni andrà a vivere ai piedi del cratere di Diamond Head, alle Hawaii. E quell'incanto si trasformerà a poco a poco in una devozione assoluta al dio oceano. A venticinque anni, il suo sogno è di rigenerarsi agli Antipodi e vedere il mondo prima che si trasformi tutto in Los Angeles. Inizia così """"la ricerca"""", il viaggio dell'inverno senza fine, la circumnavigazione del globo a caccia di onde. Prima Guam, poi le isole Samoa, il regno di Tonga, l'arcipelago delle Figi, dove scopre il magnifico break di Tavarua, davanti a un lembo di terra assente perfino dalle mappe. Al suo fianco c'è Bryan, che è andato al funerale di Kerouac e fa surf """"come se non ci fosse un domani"""". Ultima tappa il Sudafrica dell'apartheid, dove matura una nuova consapevolezza, poi l'inevitabile ritorno a casa. Ma la ricerca non è ancora finita.""