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Exposizio libri beati job magistri Rolandi Cremonensis
Umberto Midali offre alla sete spirituale del candido lettore il vino genuino che Gesù dona alla sua Chiesa. Egli lo porge a quei pochi ai quali è concesso di capire, siano più o meno edotti negli studi. Ogni lettore lo potrà sorseggiare e gustare volentieri in recipienti d'oro (Teologia), o d'argento (Filosofia), o di altro materiale (Scienze naturali). Nella prefazione, Samuel Sospetti scrive che solo recentemente, grazie a Riccardo Parmeggiani, si è riscoperto il valore storico di questo commento di Rolando al Libro di Giobbe, che si colloca all'inizio del Duecento, quando Rolando era magister a Parigi, primo frate predicatore titolare di una cattedra di teologia, che comportava la lettura e il commento di un passo delle Scritture. La scelta del libro sapienziale di Giobbe rientra nella tradizione fin dai Padri della Chiesa. Al tema del libro, sintetizzato nella domanda che Giobbe rivolge a Dio: «La sofferenza dell'uomo ha un senso, un significato, un orientamento, una finalità?», Rolando cerca di dare una risposta attualizzandola al contesto storico in cui vive: la sofferenza di Giobbe si identifica nella sofferenza della Chiesa sotto attacco dell'eresia. -
Diventare umani. Antologia di scritti filosofici
Intensità e vastità, pregio e attualità, rigore teoretico e storico dei temi scelti per questa Antologia di scritti filosofici del professor Luigi Cortesi. Scritti antologici connessi fra loro dal curatore Gedeone Martini e ben articolati in sei densi capitoli: Protologia (scienza della realtà prima), Gnoseologia, Cosmologia, La novità umana, Il pensiero politico, Riflessioni teologiche. Si parla del dubbio (""Poiché anche se uno dubita, vive...""""), della nozione di Dio, della struttura unitaria di anima e corpo, del """"fine"""" verso cui gli esseri umani tendono, che può essere definito anche """"bene"""", """"fine"""" che tiene in vita l'aspirazione alla felicità. Si parla della dignità e originalità della persona nella libertà, di formazione della coscienza, del rapporto fede - ragione, di autorità e bene comune, di uno """"Stato - comunità"""" che può essere """"utopico"""", ma è """"regola indispensabile, come la partecipazione democratica alla """"polis"""". Il filo sotteso sta nella riflessione teologica finale che evidenzia come la proposta cristiana sia interessante e come possa far crescere la dignità dell'uomo. Aristotele, Agostino, Tommaso, sono tra i pensatori più vicini a Cortesi. Con manoscritto di Alberto Bassi. Prefazione Angelo Marchesi, Università di Parma Progetto Editoria."" -
Giuseppe Milesi 1915-2001. Nature morte. Catalogo mostra 2017 Comune San Giovanni Bianco
«Il tema delle nature morte - scrive il sindaco, Marco Milesi - è stato esposto con una concezione moderna ed inusuale: non più morte, ma vive, l'accostamento con le fotografie eseguite dall'artista esplora percorsi e scelte mai banali, immerge in un processo più che in un risultato». La mostra si inserisce nella scia dell'impegno assunto dalla moglie dell'artista, la poetessa Elena Clivati, «di dare testimonianza per quanto da lei condiviso e avvalorato tra le mura domestiche della soffitta bohèmienne in Città Alta e i soggiorni a Sperlonga. In questo vasto repertorio prendono subito campo le introspezioni di volti e figure che indagano a più riprese storie familiari e sociali allo stesso modo che astrazioni di colori pervadono simultanei universi tanto conosciuti quanto inesplorati». In questo contesto - scrive Eliseo Locatelli - «merita portare in evidenza anche il capitolo delle ""nature morte"""", altrettanto indispensabili per approfondire processi ed esiti della ricerca estetica dell'artista». Precedute dall'Autoritratto dei vent'anni (1935), una cinquantina di opere, nelle quali prevale la sua verità incandescente dei rossi. Segue l'antologia Milesi fotografo."" -
Summa Magistri Rolandi cremonensis, o.p. Liber quartus
In questo dodicesimo volume della Collana Cortesiana, curata da mons. Umberto Midali, la figura del maestro predicatore domenicano Rolando da Cremona si delinea ancor più chiaramente come punto di intersezione fra la storia culturale e quella religiosa del primo XIII secolo, in strettissimo rapporto fra studium e sacerdotium. Il libro quarto, parte più corposa dell'intesa Summa, mentre raccoglie le riflessioni di Rolando sui sacramenti e sui novissimi, si pone come tentativo di rinnovare una dettagliata contestazione dell'eresia, con tutta la forza argomentativa della dialettica universitaria e, nello stesso tempo, di riaffermare la retta dottrina, anche con espressioni colloquiali, con la non secondaria finalità di produrre testi da riversare, attraverso la predicazione, nel corpo vivo della Chiesa e della christianitas. Preziosa testimonianza di un lavoro in fieri che consente di ricostruire la dottrina del primo teologo domenicano e la prassi scolastica di un dotto magister, con cattedra anche a Parigi e a Tolosa. Giunge così a compimento un lavoro che risponde all'esigenza scientifica di mettere a disposizione degli studiosi il testo maggiore di Rolando da Cremona. -
Summae Magistri Rolandi Cremonensis, O.p. Liber tercius. Testo latino a fronte
Maestro celebre, con cattedra a Bologna, Rolando, nel 1229, riceve la prima cattedra di teologia assegnata a Parigi a un frate domenicano. Tornato in Italia, dal 1233 ricopre incarichi inquisitoriali. Nel 1244 Innocenzo IV gli chiede di istituire il processo per eresia contro Ezzelino da Romano. Insieme al determinato impegno antiereticale, Rolando lavora alla ""Summa"""" (di cui fa parte il presente """"Liber tercius""""), la quale rimase quasi subito nel cono d'ombra di Alberto Magno e Tommaso d'Aquino. Nella Summa, si delinea la struttura fondamentale del discorso tomista sull'eresia, insieme ad altri interessanti temi. """"La varietà delle questioni trattate, insieme con la vivacità degli esempi e delle osservazioni personali - scrive il prof. Guglielmo Russino - fanno della Summa un testo prezioso per una più piena comprensione della grande stagione della scolastica duecentesca. La ristampa del """"Liber tercius"""", frutto del lavoro di monsignor Cortesi, aggiunge un tassello al programma di pubblicazione dell'intero """"corpus rolandiano"""", portato avanti da don Midali con una pazienza e una determinazione di cui non possiamo che essergli profondamente grati""""."" -
Ho visto e non posso tacere
Padre Giuseppe (Pino) Locati, missionario, racconta i 1337 giorni vissuti con 170000 sfollati nell'Est Congo (13 ott. 2012-13 mag. 2016), sconvolto da una lunga guerra sotterranea a causa dei ""minerali di sangue"""", dell'avidità dei regimi congolesi (da Mobuto a Kabila), della cupidigia dei governi africani frontalieri, della brama dell'U.E., degli USA e delle società multinazionali. Non ha confine politico, né limite geografico lo sfruttamento dei preziosi """"minerali di sangue"""". Sette milioni i morti dovuti a questa guerra. Un'immane tragedia, un olocausto, un femminicidio silenzioso (due milioni di donne violentate), il peggior disastro umanitario dopo la seconda guerra mondiale. Il Mupadiri ha vissuto le situazioni disperate degli sfollati congolesi accampati intorno a Goma incontrando, anziani e bambini disabili, donne violentate e ragazze madri, malati di Aids, scolari senza scuola, uomini senza lavoro, descrivendo amaramente la loro """"morte annunciata"""". Lo Stato assente, la Chiesa locale in difficoltà e talvolta trincerata dietro le sue sicurezze. Quattro anni di lotta per gli ultimi, servo dell'umanità perdente, diventando egli stesso perdente, ma forse vincitore davanti a Dio."" -
Sentiero 597
Con il n. 507 è identificato il segnavia del Cai per il sentiero ad anello che si snoda nel territorio di Bracca, dalle località più basse, fino al pizzo Rabbioso. Il percorso che l'autore compie lungo questo sentiero costituisce il pretesto per proporre una serie di riflessioni su persone, luoghi, avvenimenti, concetti di fondo dell'esistenza... Accompagnato da citazioni di vari autori, il percorso inizia da una fontana a Sottocorna, con una piccola salita che si fa passo passo sempre più ripida, quindi incontra la salita vera, l'acqua, l'armonia della natura, gli alberi, le tracce della storia umana, i profumi dei boschi e dei fiori, i segni delle stagioni e del tempo, le asperità del tratto finale e finalmente la vetta, appagante e coinvolgente con la moderna croce collocata dagli alpini di Bracca nel 95° anniversario di fondazione del loro gruppo. Al centro di tutto, le persone, quelle incontrate lungo il percorso, quelle rievocate dalla familiarità dei luoghi o suggerite dai ricordi personali dell'autore. Il tutto corredato con tante belle immagini che, come scrive Zanchi nell'aletta posteriore, vogliono essere un invito al ricordo di sguardi di felicità. -
Il libro d'oro
Storia di una tranquilla famiglia romana che affronterà un terribile dramma. Piter, uno scrittore importante, non riuscendo a terminare il suo romanzo sollecitato più volte dalla casa editrice, decide di prendersi una vacanza con la famiglia. Ma proprio durante la vacanza gli vengono rapiti di due figlioletti. La richiesta del riscatto non è in denaro, ma nel ricupero del Libro d'Oro. Qui la vicenda si fa tragica e romanzesca. Amicizie e tradimenti, peripezie e rischi d'ogni genere, sempre con l'angoscia nel cuore di Piter per la sorte dei figli, la cui salvezza dipende dalla sua strategica abilità e dal suo coraggio. -
«Per essere quest'ufficio la chiave dell'Italia e Germania...» La famiglia Taxis Bordogna e le comunicazioni postali nell'area di Trento e Bolzano (Sec. XVI-XVIII). Ediz. italiana e tedesca
Il libro sui Taxis Bordogna, prosegue la collana dedicata dal Museo dei Tasso e della Storia Postale di Camerata Cornello ai personaggi più influenti della famiglia Tasso. Il casato Taxis Bordogna ebbe inizio con il matrimonio fra il brembano Bono Bordogna ed Elisabetta Tasso, nata a Cornello, borgo medievale dove ogni muro riflette l'eco di miti imperiali e di storie di posta. Un borgo ancora abitato, al quale si accede solo a piedi, per respirare il mistero di antiche vicende capaci di contribuire all'identità di più di un continente. Il ramo Taxis Bordogna fin dal 1509 esercitava la gestione delle Poste di Trento e Bolzano sull'importantissima strada ""delle Fiandre"""" che collegava Bruxelles con Innsbruck, Roma e Napoli. Fiore all'occhiello fu la perfetta gestione delle missive in arrivo e in partenza nei decenni del Concilio di Trento (1545-1563). Il libro è frutto di tre anni di ricerche in sintonia fra il Comune di Camerata Cornello e l'Università di Innsbruck. La prima parte del libro è dedicata a figure della famiglia Taxis Bordogna, a relativi snodi e conflitti. La seconda, agli aspetti economici e materiali della Posta trentina in età Moderna."" -
Il mistero dell'isola di Cocco
L'isola di Cocco (Coco Island, Costa Rica) è l'isola del tesoro, il cosiddetto bottino di Lima nascosto nel 1820 dal pirata William Thompson. Di pagina in pagina si susseguono avvenimenti e colpi di scena, personaggi sia del crimine sia della giustizia che nell'agire rivelano il proprio temperamento, i propri slanci, la loro generosità o cupidigia, gli inganni e la ricerca puntigliosa della verità, la crudeltà più efferata fino alla strage e la bontà più coraggiosa capace del sacrificio della vita. La tensione è sempre altissima. Non appena il mistero pare sul punto di sciogliersi, le situazioni si capovolgono, aggiungendo mistero al mistero, rischi ai rischi già corsi, sino agli assassini più spietati. Questa storia tragica, violenta e avventurosa termina con un accenno alle storie d'amore che coinvolgono i protagonisti sia dalla parte della giustizia, sia dalla parte del crimine. È un voler riportare la vita al suo fondamento che dà significato, scopo, felicità ad ogni giorno: l'amore. -
Us, usùne e usìne in rime bergamasche
«Parlo della mia vita, dei miei cari, del mio paese, della mia Valle Brembana, del mondo che cambia, della gente che ho intorno, della politica, dei fatti della vita, di quello che, a mio parere, va o non va. Scrivo in dialetto, un bergamasco che purtroppo a subìto, più che ritocchi e addomesticamenti, vere e proprie torture... alle quali contribuirò anch'io... Leggere, leggere, leggere... anche i dialetti... ci potrà sempre aiutare qualunque strada percorreremo... Quante storie piccole o grandi... non trovando opportunità di essere conosciute e tramandate, purtroppo muoiono... ed è un peccato dimenticare usanze e tradizioni». Quante ne ricorda Adriano Gualtieri, le poesie, come scrive il Gualtieri nella prefazione, riguardano i più vari argomenti. Solo due sono datate. -
La parrocchia di Brembilla nelle visite pastorali 1538-1906
«Sono lieto-scrive don Bruno Caccia-che,dopo un pluriennale lavoro, il caro professor Giovanni Salvi giunga a pubblicare la sua ricerca sulla Parrocchia di Brembilla. Le diciannove visite pastorali dei vescovi di Bergamo e la visita apostolica di San Carlo Borromeo sono venti fotografie della realtà parrocchiale brembillese di quasi mezzo millennio». Un lavoro matto e disperatissimo, la traduzione dei testi, non tanto per il latino, quanto per la grafia dei verbali nell'Archivio Diocesano di Bergamo. Intelligenti gli approfondimenti, quasi cento pagine finali con venti piccole monografie o capitoletti per soddisfare alcune curiosità che i verbali possono far nascere, come alcuni titoli evidenziano: Don Pietro Pesenti da Gerosa, eretico; La Quaiessa, una strega; La torre pendente; Il mistero dell'ancona scomparsa, Il bosco del Carài... Il parroco Cesare Micheletti ribadisce l'importanza del confronto con la vita dei secoli scorsi, di conoscere il passato per comprendere il presente e intravvedere il futuro. Simbolico il disegno di copertina del pittore brembillese Fulvio Rinaldi: un libro polveroso, un vecchio orologio e l'ombra del campanile. Ricca la documentazione fotografica. -
Giulio Oggioni. Il cammino pastorale della Chiesa di Bergamo 1977-1991
«Io devo scomparire perché in me appaia Cristo». Come già s'illumina di fede e di umiltà la figura del vescovo Oggioni, un animo si osa dire mistico e un agire fermo per «dare alla diocesi di Bergamo un volto di Chiesa conciliare». «Un vescovo tutto per Dio e tutto per il popolo», scrive mons. Carzaniga che da giovane sacerdote fu suo segretario. Un libro intenso, scritto a due mani. Insieme a Carzaniga, mons. Bellini, vicino al vescovo Oggioni come collaboratore in Curia. Sempre il soffio dello Spirito aleggia nelle parole del vescovo che, in corsivo, intercalano il testo degli autori rendendo la lettura più intensa e capace di condurre all'anima del Pastore, «banditore della carità cristiana» non solo con l'insegnamento ma con l'esempio. Un percorso lineare: docente di filosofia ai liceali di Venegono, Rettore dell'ISMI, Vescovo di Lodi poi a Bergamo, dal 1977 al 1991, con interventi che lasciarono il segno - come testimonia il card. Ruini - con la passione dell'apostolo e la capacità di andare all'essenziale, con l'attenzioni verso il Seminario e la Scuola di Teologia, la cultura e i mezzi di comunicazione, la famiglia, ""chiesa domestica"""", e la quotidiana santità popolare. Nella parte quarta, il racconto per immagini. Sul retro di copertina il mosaico Sancta."" -
Poscante. Storia e memoria
Il libro riprende e amplia il precedente ""Poscante e dintorni ieri e oggi"""" del 1996, estendendo l'attenzione ad aspetti nuovi della storia di questo incantevole paese della Valle Brembana, con un apparato iconografico inedito, arricchito da artistiche fotografie di Ettore Ruggeri che valorizzano gli aspetti caratteristici di Poscante e della sua gente, in un felice accostamento fra modernità e tradizione. Un libro ben più corposo del precedente, per dar spazio a nuove ricerche condotte dall'autore in vari archivi che hanno consentito di delineare le vicende relative a Poscante, partendo dal Medioevo. In particolare, dalla consultazione di atti notarili, emerge un quadro abbastanza dettagliato, per quanto non esaustivo, dei rapporti economici e sociali tra le istituzioni locali e i cittadini, sia per l'aspetto civile, sia per quello religioso. È stata inoltre mantenuta ed aggiornata la parte dedicata ai personaggi illustri, così come quella relativa alle leggende, alle tradizioni e alla vita associativa attuale. Edizione promossa dalla Parrocchia di San Giovanni Battista in Poscante."" -
Io sono la Stefy
Nelle due paginette iniziali ""la Stefy"""", da vera scrittrice, sbalza la sua figura di donna. Al liceo predilige ginnastica e filosofia, ma i genitori impongono giurisprudenza. È subito conquistata dal Diritto scoprendone le strette analogie con la filosofia richiedendo logica e deduzione. Avvocato per passione, si sposa con Angelo, anche lui avvocato dedito alla politica. La nascita di Maddy e Caty sovverte l'ordine delle sue priorità, mentre un'altra passione, la corsa, irrompe nella sua vita. La Stefy ha affrontato tutti i venti della vita correndo. La corsa la salva dal mondo, da se stessa, dalla malattia del tumore al seno. Il libro è il lungo racconto di un viaggio che non cede mai il passo alla malattia e alla tristezza, che concilia l'essere madre, moglie, avvocato e runner, con le cure necessarie. Un viaggio che rinsalda affetti e scopre nuove amicizie, che sospende sicurezze regalando nuova consapevolezza, quasi una guida per affrontare le paure, superando persino gli aspetti destabilizzanti dell'intervento con la creatività. Il tutto in un concerto tonale di affetti familiari, di amicizie, di mezze maratone, di aiuto ad altre giovani donne in corsa come lei..."" -
Celio la formica
Al suo ottavo libro, l'autore continua ad ascoltare l'incessante richiamo della montagna. La dedica è per Giancarlo Muttoni, «uomo dei monti, sentinella dell'alpe, scrutatore di silenzi, albe e tramonti». Celio la formica, protagonista del racconto, è silenzioso ed efficiente come le comunità di formicai, alle quali Etain Addey dedica un capitolo del libro ""La vita della giumenta bianca"""", a cui attinge lo Zanchi citando anche il filosofo latino Celso, quando sostiene che l'umana previdenza non regge il confronto con quella delle formiche. In Celio la formica, ognuno può trovare personaggi conosciuti tra le pieghe dei racconti quotidiani delle montagne, nostro formicaio, posto antico che odora sempre di nuovo facendo riaffiorare cose dimenticate, come sorgente che scaturisce dalle falde nascoste della terra. Una storia inventata in cui alita il soffio del grande pensatore Raimon Panikkar. Rappresenta la storia di un paese, Bracca, e dei suoi abitanti nel corso del secolo breve. Un testo in cui fantasia e fedeltà storica s'incontrano, s'incrociano, si scontrano per divenire dialogo che fa emergere vissuti e valori, custoditi e sopiti nella memoria collettiva. Raccontano anche le fotografie. Sono più di cento."" -
Le carte segrete di padre Giuseppe Cavagna (1907-1989) missionario in Bengala Bangladesh dal 1933 al 1989
Racconto di cinquant'anni di missionario apostolico del PIME. Attraverso ""le carte segrete"""" si affacciano alla soglia della nostra coscienza le frequenti visite ai villaggi più sperduti, le conversioni, i battesimi, i matrimoni benedetti e sostenuti nella difficile convivenza con le usanze tribali. Di quando in quando le visioni di tante imprese realizzate a vantaggio delle popolazioni indigene, con la consapevolezza morale d'essersi speso in tutto e per tutto per il bene dei suoi poveri, nei quali vede le sofferenze di Gesù. E per amore di Gesù accetta anche l'internamento nei campi di concentramento inglesi dell'India settentrionale, dovendo stare lontano dalla missione per quasi quattro anni. La scrittura di padre Giuseppe è canto di fede. Le ricorrenze del calendario religioso e le feste dei santi diventano motivo gioioso per meditazioni elaborate nel silenzio della sua stanza (sia questa stanza la cella della mia santità) e restituite con trepidante partecipazione. Non di rado indugia nel ricordo remoto, ma sempre lucido e vivace, della sua prima giovinezza a Lepreno. Rivivono episodi e personaggi della sua storia di seminarista e di chierico a Bergamo, a Monza e a Milano, nel cui Duomo fu ordinato sacerdote dal card. Schuster."" -
2126
Secondo romanzo di Alessandro Del Ben. Un futuro dove umani e androidi convivono, dove un poliziotto si troverà ad affrontare enigmi e misteri che drammaticamente finiranno per coinvolgerlo. Amici che diventano nemici, certezze che vacillano, capovolgimento di situazioni, strane coincidenze che fanno dubitare di tutti e persino di se stessi. Le Terre Irredente per gli ultimi, ai margini della ""Nuova Grandiosa Epoca dello Sviluppo"""". Jimmy Arthur Lown, poliziotto come il padre e il nonno, si presenta al ritorno del lavoro in un momento magico dell'imbrunire, quando il finito della realtà diventa infinito, quando l'asfalto lucido di pioggia riverbera le fioche luci dei lampioni creando giochi di ombre nel silenzio. A Jim piaceva quel silenzio, lo rendeva calmo e talvolta felice. Alla fine del romanzo, lo stesso Jim, con il gesto di David che mostra la testa mozzata di Golia, innalza il cuore grondante di sangue di Callister, il suo cinico e malvagio """"capo"""", colpevole persino del massacro dei suoi genitori, la mamma sanguinante nel vestito leggero a fiori rosa, profumo della felicità. La vendetta fu odio o pazzia? Le sbarre rinchiudono Jim nella cella più piccola del manicomio. È il 2026, o il 2126 come crede Jim?"" -
Prisma Islam
Gran merito alla studiosa Ada Prisco per il suo continuo approfondire le interrelazioni fra le varie religioni. Suddiviso in cinque capitoli, Prisma Islam è incentrato su aspetti poco noti dell'Islam, promettenti per l'umanità del nostro tempo. Una panoramica degli attuali fermenti islamici, scaturiti dal pensiero di alcuni islamisti contemporanei, precede l'approfondimento di poche idee chiave, il futuro, l'essenzialità e l'annuncio, il riscatto sociale e la libertà. Non è una storia dell'Islam, né un trattato di teologia islamica. È una riflessione condotta con il pensiero rivolto alla convivenza pacifica in una società pluralistica. Il libro si chiude (aprendosi) con La saggezza sufi, una perla di libertà. Otto pagine introdotte dal mistico sufi Jalid ad-din Rumi: «Nell'istante in cui fosti dato a questo basso mondo sorse la scala per la quale tu potessi ascendere». -
Cose cosate
Dall'importanza delle cose fra le quali vive Nunzia, spontaneamente nasce in lei la poesia, poesia talvolta ironica, talvolta affettuosa, talvolta incantevolmente poetica, talvolta malinconica capace di guardare a occhio asciutto nell'abisso in penombra dell'anima, nell'indissolubile legame vita e morte. Poesia delle cose dalla quale nasce l'amore e la cura delle cose, una sorta di ""manutenzione d'amore"""" come primo passo verso un futuro in cui si può ragionevolmente sperare in una vera protezione dell'ambiente di vita, come tanti giovani consapevoli ora pretendono dagli adulti. Nunzia Busi, pittrice nel suo atelier, poeta nelle sue stanze, pratica di tante cose nel negozio ereditato dai genitori interrompendo il sogno di diventare medico senza frontiere. Ma senza frontiere rimasero la sua mente e il suo cuore, spaziando fra la poesia, le cose del negozio, la sua smArt opificina pittorica e la famiglia, vivendo pienamente e intensamente tutto. Dedica questo suo libro """"Alle mani"""": la mano non è solo uno strumento, ma molti strumenti al tempo stesso; come scrive Aristotele, """"è strumento prima degli strumenti"""".""