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Poesie indifese
"... mi chiedo quanti sono in me sovrapposti / sarebbe lungo contarli / ma alla fine ero solo un ragazzo / che voleva leggere / tutti i libri del mondo"""". La poesia di Marino Badiale è fatta di sospensione e sovrapposizioni, come in un gioco di specchi in cui si riflettono innocenza e realtà, ricordi perduti e dialoghi filosofici. Quattro sono le sezioni in cui è suddivisa l'opera: I dialoghi della figlia, in cui l'esistenza stessa rincorre il filo della logica e la poesia cerca di sublimarla attraverso lo sguardo di una bambina; Per un maestro, dedicata a Massimo Bontempelli; Un fantasma d'amore, in cui i ricordi vengono a galla con nostalgia; Pensieri che vanno spesso a capo, che propone anche versi meno recenti." -
Gli anni del '68
Un viaggio nel “lungo ’68” attraverso saggi, testimonianze e le carte dell’Archivio dei Movimenti di Genova. A cura di Giuliano Galletta. Testi di: Gian Piero Alloisio, Marcella Bacigalupi, Giuseppe “Pippo” Bertino, Antonio “Tonino” Bettanini, Sergio Bologna, Manlio Calegari, Marco Cancelli, Giacomo Casarino, Marco Codebò, Maria Pia Conte, Giancarlo Corazza, Francesca Dagnino, Sergio Dalmasso, Paola De Ferrari, Riccardo Degl’Innocenti, Valerio Diotto, Ferdinando Fasce, Roberto Faure, Piero Fossati, Anna Frisone, Leonardo Lippolis, Rinaldo Luccardini, Giorgio Moroni, Virginia Niri, Alfredo Passadore, Bruno Piotti, Pier Paolo Poggio, Paolo Prato, Sandro Ricaldone, Maria Teresa “Lolli” Ridolini, Davide Serafino, Adriano Silingardi, Roberto Sinigaglia, Giovanna Sissa, Pietro Tarallo, Salvatore Vento, Renato Venturelli. -
Angloliguria. Da Byron a Hemingway
“I testi qui raccolti” – spiega Massimo Bacigalupo – “sono stati scritti nell’arco di una quindicina d’anni, i primi del Duemila, e hanno un comune carattere estemporaneo. Riguardano personaggi, libri ed episodi in gran parte legati alla Liguria. Inizialmente avevo pensato di intitolare il volume ""All’Hotel Croce di Malta"""", dal nome dell’albergo frequentato a Genova, come mi avvenne di scoprire, da tanti illustri viaggiatori fra Settecento e Ottocento. Gli scrittori di cui parlo in queste pagine (dagli Shelley a Hemingway, da Ezra Pound ad Anna Maria Ortese) sono infatti colti in un momento particolare e caratteristico, preferibilmente ligure, del loro itinerario. Una serie di istantanee sia dei loro soggetti che della loro lettura, che riflettono e fissano uno sguardo momentaneo, un’impressione, senza pretesa di completezza ed esaustività. Ma spesso il bello sta proprio nei dettagli, che permettono di afferrare persone e scritture nel loro farsi storico e geografico”."" -
L'avant-garde se rend pas. Lettrismo, Bauhaus immaginista, Internazionale situazionista, Fluxus
Il volume riunisce alcuni fra i numerosi contributi che Sandro Ricaldone ha dedicato alle Avanguardie del secondo Novecento. In particolare, come spiega lo stesso autore nella “Nota al testo”, «la prima parte del volume è dedicata al movimento lettrista e alla sua diaspora (Poesia Sonora; Nouveau Réalisme). Fa seguito un nucleo di testi sul Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (M.I.B.I.), che precede gli interventi dedicati all’Internazionale Situazionista e alle sue radici. Conclude la raccolta una serie di scritti che ripercorrono la vicenda di Fluxus. Il titolo riprende quello attribuito da Asger Jorn alla più celebre delle sue “Modifications”, realizzata nel 1962». -
L'oscura primavera di Sottoripa. Scritti su Genova e Riviere
«Cosa rimane oggi di immagini, atmosfere, volti, colori fissati nel tempo dai versi degli Ossi? (...) Eugenio ha provato grande amarezza per lo sradicamento dalla sua terra e ha conservato gelosamente nella memoria quanto col tempo è stato distrutto. (...) Ma negli anni gli torna nella mente sempre più vivo il paesaggio della sua Liguria così com'era nella stagione lontana della fanciullezza e della giovinezza. In molti versi della maturità e della vecchiaia c'è un ritorno al passato, un continuo aggrapparsi ai ricordi di allora». Nella prefazione a questo volume, la nipote Bianca ci offre uno scorcio del Montale uomo, oltre che del Montale-poeta, con le sue umane contraddizioni e il suo soffrire per quel legame a una terra che, logorata dal progresso e dall'inevitabile scorrere della vita umana, non è possibile rivivere se non attraverso i ricordi di gioventù. I testi qui raccolti a cura di Stefano Verdino sono stati originariamente scritti per occasioni specifiche o come elzeviri, c si distendono per circa mezzo secolo, uniti dal fatto di avere la Liguria come protagonista o come sfondo. -
Sottoripa. Poesie genovesi. Testo inglese a fronte
Julian Stannard è un caso unico nella poesia inglese di un poeta che fa di una città italiana il tema portante della sua opera. In Genova trova un mondo oscuro e misterioso, infinitamente suggestivo, fra male di vivere, assurdo, meraviglia, spasso. Da questo incontro nasce una poesia fra le più originali e accattivanti dei nostri tempi, mentre Stannard rivisita idealmente la città che ha frequentato durante il suo apprendistato ed evoca luoghi ed episodi gustosi, scenette memorabili, stranezze ineludibili per un giovane anglosassone che si immerge nel magma inesauribile della storia di un luogo marginale e simbolico della condizione moderna. È una felice invenzione, che questa prima raccolta in italiano di Stannard rivela anche ai suoi connazionali e concittadini ideali. Le immagini di Martina Bacigalupo dialogano con i testi di Stannard cogliendo una Genova non personale e stravagante ma immutata e immutabile nei suoi spazi di luce e ombra, disponibile a sempre nuovi percorsi. La fotografa rivela lo sfondo dolente della ""clownerie"""" del poeta."" -
Genova. Appunti sulla città
"Abbiamo provato a raccontare perché è andata così. Perché la sinistra ha perso a Genova e dopo poco meno di un anno è crollata a livello nazionale. Due sconfitte storiche ed entrambe con radici lontane nel tempo. E lo abbiamo fatto con i reportage e gli editoriali che troverete in questo volume, pubblicati sull'edizione genovese de «la Repubblica» tra il luglio 2017 e il febbraio 2018. Che abbiamo selezionato e raccolto come un possibile contributo a quel ripensamento politico e culturale che appare ormai ineludibile. Con la convinzione che Genova rappresenti ancora un laboratorio sociale e politico per comprendere quanto è accaduto. A partire dal suo essere una città al bivio."""" (Gli autori). Prefazione di Franco Monteverde." -
Happiness. Genesi di una pièce
"È un vero piacere e un onore vedere come il Festival della Scienza sia stato capace, nella sua vasta offerta, di proporre anche un evento come 'Happiness', alto, a tratti altissimo, ma sempre attento a non 'nascondere' le idee dietro linguaggi incomprensibili. Alla prima dello spettacolo ho visto un teatro colmo di persone curiose che avevano deciso di passare una serata volando alto come gli storni invece di 'sotterrarsi' in un talk show televisivo. Il volo è rischioso e difficile, ma meglio una sera da storno che cento da 'Homo Televisivus'. [...] Nell'era della comunicazione di massa digitale, sconcertante per povertà di contenuti e mancanza di rispetto della scienza e della verità, 'Happiness' ci riporta dove vale la pena di lasciare andare i nostri pensieri."""" (dalla prefazione di Marco Pallavicini). Postfazione di Filippo De Mari." -
Robotica: tra realtà e fantascienza
Cosa sono i robot? Possono davvero “rubarci” il lavoro, o possono essere invece dei validi aiutanti per le professioni del futuro? Cosa s’intende con “intelligenza artificiale”? Chi è responsabile di un errore commesso da una macchina che si guida da sola? A queste e molte altre domande legate a una tematica tanto complessa quanto affascinante come le nuove tecnologie (ICT) tentano di rispondere Roberto Cingolani e Alberto Magnani: l’occasione per l’uscita di questo volume, che vuole fare chiarezza tra la realtà dei fatti e quello che ci immaginiamo dai film di fantascienza, è stato l’incontro organizzato il 7 marzo 2018 all’interno delle celebrazioni per il IX centenario della consacrazione della cattedrale di San Lorenzo a Genova. Come affermano gli autori, il momento giusto per riflettere di questi argomenti è proprio oggi, senza nascondere la testa sotto la sabbia, ma cercando di capire un fenomeno a cui sicuramente non possiamo sottrarci. Introduzione di Maurizio De Gioia. -
Eugenia: storia di un uomo
La storia di Eugenia Falleni è talmente ricca di colpi di scena e di esperienze inverosimili da sembrare inventata, e si presta, infatti, alla trasposizione letteraria. Ma non è di un romanzo che stiamo parlando. Quella scritta da Suzanne Falkiner è una vera e propria ricostruzione storica, basata su numerosi documenti d'archivio, lettere, articoli di giornale, fotografie e resoconti giudiziari. Nata in Italia ma cresciuta fin dalla tenera età in Nuova Zelanda e poi in Australia, Eugenia trascorre quasi tutta la sua vita vestendo i panni di un uomo e svolgendo mestieri esclusivamente maschili, in un'epoca - gli anni a cavallo tra '800 e '900 - in cui essere transgender era davvero pericoloso. Prima come donna e poi come uomo, si sposa più volte, ha una figlia e viene infine condannata per omicidio. Il processo avrà un'enorme risonanza sulla stampa locale, suscitando scandalo e disprezzo quando verrà diffusa la vera identità dell'accusato. Ma, come per molte storie di delitti e immoralità, ancora oggi questa figura rimane in parte avvolta nel mistero, e le domande sulla sua ""verità"""" restano tante. Il certosino lavoro dell'autrice, che affronta ogni fase della vita di Eugenia con rispetto e grande competenza, fa luce su una biografia che rappresenta anche una preziosa testimonianza storica sulla vita sociale dei luoghi descritti."" -
Flora che fece finire la guerra
«Sposata nel '28, era immigrata a Genova al seguito del neo-sposo Nicola, ufficiale marconista della marina mercantile. Flora era il suo nome, Flora Rosaria all'anagrafe. [...] Poi la storia di quella guerra mostruosa l'aveva attraversata tutta da sola senza conoscerne l'intera dimensione, a denti stretti per garantire la sopravvivenza alle figlie nei miseri confini di un paese dove non era nata, lei che non aveva la radio e neanche una corrispondenza attiva con i parenti». La storia di Flora è una storia che si ritrova in numerose cronache famigliari, la storia di tante donne che con coraggio e immensa dignità hanno affrontato gli anni terribili della Seconda guerra mondiale tra paure, smarrimento e preoccupazione per i propri figli. Quanti dei giovani di oggi si rendono conto di cosa significasse vivere in quel periodo storico in Italia, e in particolare nella Genova bombardata più volte tra il 1940 e il 1942? La fine della guerra può bastare a fermare le ostilità? La sensazione, oggi, è che da quegli anni non abbiamo imparato abbastanza, e che forse qualche riflessione la possiamo ancora trarre nella biografia appassionata e lucidissima di una donna che quei momenti li ha vissuti sulla propria pelle. -
Andar per statue. A Genova e in Liguria in 85 tappe
A volte si mimetizzano nelle vie delle città come funghi nel bosco. Altre volte sono esposte agli occhi di tutti in modo sfacciato. Quasi sempre ci passiamo davanti senza vederle e se le vediamo quasi mai sappiamo chi o che cosa rappresentino (tranne Garibaldi, Colombo e pochissimi altri) e perché siano lì, tanto meno chi le abbia scolpite e quando. Eppure le statue raccontano tanto di noi, di quello che siamo, di quello che siamo stati e di come vorremmo essere ricordati. Dal Corsaro Nero di Ventimiglia al Peter Pan di Sestri Levante, da Mike Bongiorno a Sanremo a Karol Wojtyla a Chiavari, dalla strega di Triora al cane di Camogli, da don Orione ad Alessandro Natta, dalle olive giganti di Taggia ai tonni suicidi di Molassana, dalla fionda di Albenga al basilico di Prà, dal generale Belgrano al comandante Bisagno, il giro della Liguria in ottanta e più tappe organizzato da Patrizia Traverso e Stefano Tettamanti è una sorpresa continua, un invito a indigeni e foresti a guardarsi intorno, a tenersi lontani dai luoghi comuni e a giocare con la storia, la memoria e la fantasia nelle pubbliche vie, alla scoperta di storie curiose o struggenti, drammatiche o divertenti. Le storie che le statue raccontano a tutti coloro che hanno voglia di ascoltarle. -
Una Spoon River partigiana
Sulla falsa riga della celebre ""Spoon River Anthology"""" (1914) di Edgar Lee Master, in questo libro Giordano Bruschi ha dato voce a una serie di biografie che ci vengono raccontate in prima persona dai protagonisti di una parte di storia che non può essere dimenticata: la Resistenza. Giuseppe Morabito invece ha curato le biografie di altri uomini sepolti nel Campo dei Partigiani del Cimitero Monumentale di Staglieno e alcuni brevi racconti di eccidi nazifascisti avvenuti nel territorio genovese. Rispetto a quella del 2017, la presente edizione comprende 6 nuove storie di partigiani sepolti nel Campo 13 o in altri campi del Cimitero Monumentale di Genova raccolte da Giordano Bruschi, mentre la sezione curata da Giuseppe Morabito si è arricchita di 5 nuove biografie. Prefazione di Luca Borzani."" -
Il ponte. Un'antologia
Il ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 provocando la morte di 43 persone, per i genovesi non era un semplice ponte autostradale. Il dolore e il disagio causati da questa tragedia vanno ben oltre la sofferenza immediata. Il crollo di un ponte che unisce due zone di una città ha profondi risvolti sulla concezione stessa di città, di comunità. Un ponte è qualcosa che unisce, appunto, e se questo viene a mancare la sensazione di spaesamento e di abbandono che ne segue, per chi sta “dall’altra parte”, è incommensurabile. In situazioni come questa le reazioni principali di chi rimane coinvolto (direttamente o indirettamente) sono essenzialmente due: da un lato la rabbia, il rancore, che portano ad allontanarsi ancora di più dalle istituzioni ma anche da chi forse potrebbe dare un conforto; dall’altro il desiderio di stringersi a chi in questo momento vive la propria stessa condizione, il bisogno di ritrovare un senso di comunità, di farsi forza a vicenda. Proprio da questa idea di fondo del “darsi una mano”, immagine-simbolo che abbiamo visto in tanti disegni diventati virali sui social, in cui rappresentanti delle forze dell’ordine, medici, vigili del fuoco, ma anche tifosi e semplici cittadini, fianco a fianco, ricomponevano quella frattura spaventosa lasciata dal crollo, è nato il volume qui proposto, che raccoglie più di 40 racconti di autori diversi per età, provenienza, stile, professione. Gli autori che hanno generosamente prestato la propria voce per questo grande progetto, il cui fine è naturalmente non solo offrire delle buone letture ma anche costituire, con il ricavato delle vendite, un piccolo gesto di solidarietà per gli sfollati di Genova, sono: Donatella Alfonso, Marco Ansaldo, Rosellina Archinto, Ester Armanino, Sergio Badino, Sara Boero, Marco Bonini, Piero Boragina, Luca Borzani, Rossana Campo, Valeria Corciolani, Marco Cubeddu, Nicolò De Mari, Arianna Destito, Marco Ercolani, Anna Maria Fassio, Silvio Ferrari, Barbara Fiorio, Chicca Gagliardo, Giuliano Galletta, Eugenio Gardella, Riccardo Gazzaniga, Laura Guglielmi, Marino Magliani, Emilia Marasco, Pippo Marcenaro, Rosa Matteucci, Silvia Neonato, Antonio Paolacci, Marta Pastorino, Enrico Pedemonte, Cinzia Pennati, Rosella Postorino, Daniela Quartu, Federico Rampini, Sara Rattaro, Carlo Repetti, Giacomo Revelli, Paola Ronco, Anselmo Roveda, Camilla Salvago Raggi, Ferruccio Sansa, Ilaria Scarioni, Gianna Schelotto, Michele Vaccari. -
Discorsi (2009-2017)
Obiettivo del presente lavoro è quello di andare oltre le possibili incomprensioni, gli eventuali equivoci o i luoghi comuni per arrivare ad un'analisi quanto più oggettiva possibile del modello politico, economico e sociale tedesco. Non ci si pone certo il fine di stilare classifiche, di stabilire la vittoria o la sconfitta, il corretto o l'errato della via scelta dalla Germania in questi ultimi anni, ma più semplicemente di ripercorrerla. Per farlo si è scelto di approfondire le idee e il pensiero della personalità che nelle vesti di Ministro delle Finanze ha disegnato il piano finanziario ed economico della Germania e lo ha tradotto poi nei risultati di bilancio in circa dieci anni di mandato fra il 2009 e il 2017: Wolfgang Schäuble. Il volume si compone infatti della traduzione di una parte dei discorsi tenuti da Schäuble in diversi contesti: in parlamento, all'Università, nelle manifestazioni ufficiali e nei convegni politici. -
Una democrazia in pericolo. Il lavoro contro il terrorismo (1969-1980)
Il volume approfondisce il ruolo svolto dalla Cgil e dal Pci nella complessa stagione del terrorismo e dello stragismo in Italia. Il movimento sindacale, in particolare la Cgil, e il Pci – percependo la sovraesposizione delle istituzioni al rischio di un collasso democratico – sono convinti di doversi occupare direttamente della difesa dell’ordine pubblico. Da una parte c’è il vecchio sogno dei comunisti italiani di poter “controllare le questure”, di gestire in prima persona l’ordine pubblico inteso come massima espressione del potere dello Stato – idea che rimanda alle eredità della tradizione leninista; dall’altra la totale identificazione dei comunisti italiani nella Costituzione Repubblicana e nella sua difesa. In un regime di “democrazia bloccata”, quale si era configurato dal 1948, e con il rischio di essere messi fuori legge, i comunisti individuano infatti nel perimetro costituzionale il loro solo spazio di agibilità democratica. Palaia ricostruisce minuziosamente il sistema di “intelligence” messo a disposizione delle istituzioni di sicurezza da parte della Cgil e del Pci e che sarà determinante nel contrasto al terrorismo. Da questo elemento si ricava un dato politico “straordinario”: a presidio delle istituzioni vengono chiamate delle forze che, di fatto, erano ancora – ad esempio da buona parte delle gerachie militari – considerate “nemiche”. Con la presentazione di Ivano Bosco e Walter Fabiocchi, la prefazione di Susanna Camusso e l’introduzione di Adolfo Pepe. -
In caso di smarrimento, riportare a
Pro memoria. Dimenticare date importanti, chiedere informazioni più volte, usare post-it su ante cucina-camera-bagno, scordare ricetta di strudel o ciambelle che piacevano tanto a. Non pagare bollette, spendere soldi in televendite, impiegare più tempo per fare. Problemi per guidare l’auto verso luoghi (che erano) familiari. Perdere il conto di giorni, stagioni e anni, restare sempre. Scordare: dove mi trovo? Come sono arrivato fino. Difficoltà a leggere, passare davanti a uno specchio e credere che qualcun altro sia nella stanza, non capire di essere la persona riflessa: una faccia altra. Problemi a trovare la parola giusta, chiamare cose o persone con il nome: sbagliato. Lasciare cose in luoghi strani. Perdere cose. Accusare di aver rubato: cosa? Non curarsi della propria persona, non tenersi puliti. Il libro è capolinea di memoria, fermata per corpi senza borsa, senza documenti. Ombrelli, sciarpe, portamonete di pelle nel deposito oggetti smarriti. Infiniti e stanziali. Una traccia confusa di quello che una volta era chiamato umano e adesso chiama mammina la figlia. E adesso cosa, cose. Prefazione di Silvia De March. -
Anne Brontë, la gemella minore
Questo testo della Solinas Donghi dà voce alla sorella Brontë “minore”, non solo per età anagrafica. L'autrice, avvalendosi anche di testimonianze tratte da lettere dell'epoca, ripercorre l'intera biografia di Anne, dall'infanzia ricca di immaginazione alla devozione della gioventù, dalle prime poesie al tanto osteggiato ""La signora di Wildfell Hall"""". Il ritratto che ne esce è quello di una giovane donna dalla mente acuta e sensibile, profondamente legata alle due sorelle più celebri, ma capace di portare avanti una propria individualità e un'autonomia letteraria che per molto tempo ha fatto fatica a venire riconosciuta."" -
Circolari conversazioni con la memoria
La memoria di una persona cara – un amico dell'adolescenza – porta Axel Nielsen, come fosse attratto da un'invisibile e impaziente calamita, a fissare lo sguardo sull'universo delle persone che le varie circostanze gli presentano. Un via vai di immagini, conversazioni, turbinii di pensieri ribelli e inquieti che ritornano in modo ""circolare"""", faticando a trovare uno schema preciso, gli permette di scavare nel passato con la cura di un intagliatore che sgrossa un ricordo, spostando con delicatezza piccoli trucioli, e lo trasforma in qualcosa di personale e unico. Il volo di un leggero aliante, metafora della nascita e della morte, trasporta inesorabilmente l'autore, un po' come avvenuto già nel precedente volume """"Tracce"""", a inseguire sottili fili di pensiero in un immenso labirinto creato da persone, incontri di viaggio e interrogativi sul senso del quotidiano e del delinearsi della nostra storia nei momenti di passaggio."" -
La memoria impossibile
Quella narrata in questo volume è la storia personale dell'autrice, che qui si racconta in quanto mamma di tre figli, Andrea, Tilahun e Zenebech: i genitori biologici di Tila e Zene, entrambi etiopi ma fratelli non di sangue, sono stati costretti ad abbandonarli o hanno perso la vita durante la guerra civile nel Paese africano. Emilia all'epoca ha fatto una scelta importante e profondamente delicata, e non se ne è mai pentita. Le emozioni scaturite da quelle decisioni sono state numerose e come un fiume in piena, sia per lei che per i veri protagonisti di questa storia, coloro che all'epoca erano due bambini confusi e dalla memoria labile e che oggi sono un giovane uomo e una giovane donna pieni di energia e di entusiasmo per la vita e profondamente integrati in Europa, quella aperta e che non vede confini. A oltre dieci anni dall'uscita della prima edizione di questo romanzo, l'autrice ha sentito il bisogno di riprenderlo in mano e di completarlo con il racconto di quello che lei definisce il ""ritorno alle origini"""", il viaggio in Etiopia fatto nel 2011 proprio con i suoi figli. Con lo stesso batticuore di vent'anni prima, ma con una maggiore consapevolezza di quante infinite sfumature possano avere i rapporti famigliari.""