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Tempo di poesia. Agenda 2017
La terza edizione di Tempo di poesia, frutto dell'idea originale di Elena Saviano, raccoglie oltre 365 componimenti poetici che fanno breccia nel cuore del lettore e che si dilettano ad accompagnarlo durante l'arco dell'anno con una poesia al giorno e due poeti per ogni mese: un contemporaneo italiano e uno classico della poesia mondiale. È un'agenda semplice e raffinata allo stesso tempo, molto pratica, funzionale e da utilizzare quotidianamente, divenendo - alla fine dell'anno - una preziosa antologia da collezionare, conservare accuratamente e rileggere con il cuore ogniqualvolta si vuole e per pochi attimi ""respirare"""" sentimenti veri in un mondo che sempre più ci aliena dal bello."" -
La Sicilia racconta (ovvero l'arte dello scherzo)
L’opera racconta di fatti passati – avvenuti durante gli anni Cinquanta – in parte accaduti, in parte no e, a volte, inerenti temi delicati come ad esempio quello della Legge Merlin. Fatti, comunque, alleggeriti dal linguaggio piuttosto vivace utilizzato dall'autore. Si tratta di situazioni create da parte di gruppi di amici con l’intenzione di fare uno scherzo ad altre persone. È pur vero che nei tempi antichi tali scherzi venivano chiamati comunemente “tragedie”. Dunque si tratta di tragedie che impiegano molto tempo nel loro svolgimento, che sono arzigogolate come i movimenti di un serpente, e che vedono come protagonisti il tragidiatore – colui che ha creato tutta la storia – e le vittime, ovvero i tragidiati. E tutto è come dentro a un film! Grazie all'autore, il lettore compie un buon numero di passi indietro immergendosi nel passato e vivendo situazioni davvero bizzarre. Per rendere il libro ancor più colorito, molte parti sono state scritte in dialetto siciliano, ma l'autore ha avuto cura di scriverne la traduzione in nota. -
Novelle laiche, le donne, ricordi e facezie
Grazie ai suoi studi, alla sua lunga carriera - e anche tramite i suoi numerosi pazienti - l'autore, neuropsichiatra infantile, ha avuto modo di conoscere a fondo svariate tematiche della vita dell'uomo, in genere, nella sua quotidianità. Il volume affronta, dunque, sotto forma di facezie, in primis l'importanza delle donne nella società, il loro coraggio, le dinamiche di coppia, il maschilismo, le posizioni integraliste e rigidamente ideologiche, la crisi dell'uomo davanti all'emancipazione femminile, l'affettività degli animali, particolari di personaggi incontrati, problematiche degli over ottanta. Lungo le pagine si avverte una nota umoristica fuori dal comune, solo in alcuni di tali racconti - come la solidarietà verso gli emarginati e la difesa delle posizioni laiche - la narrazione abbandona il tono spiritoso acquistando una lieve tristezza. Si tratta di una cospicua ""carrellata"""" di storie comuni e non, vissute in prima persona dall'autore, intercalate (nelle note a piè di pagina) da deliziose ricette di pietanze gustate e conosciute dall'autore durante i suoi lunghi e vari spostamenti in varie parti d'Italia e d'Europa."" -
Nove in un carretto
A Palermo, nel settembre del 1866 - dal sabato 15 al successivo sabato 22 - si è sparato per le strade e fu cruenta rivoluzione popolare contro la nuova centralistica Amministrazione. E più cruenta soffocazione. Per l'esiguità del tempo della sommossa e per la violenta e sproporzionata reazione poliziesca questo episodio restò - nella citazione degli storici - come ""la rivoluzione dei sette e mezzo"""". Intesi come giorni. La storia non storia raccontata da Franco Carollo parte dai giorni successivi a quei """"sette e mezzo"""". È il """"dopo"""" di alcuni cittadini che accidentalmente non avevano vissuto quei giorni, che erano stati esclusi da quella storia. Quei giorni di fuoco hanno interrotto la sequenza del quotidiano, della cronaca. Fanno del """"prima"""" memoria e del """"dopo"""" fiaba, metafora o progetto politico. Il racconto insinua - nel contesto di quei giorni di sconvolgimenti, di distruzioni, di morti - la voglia di cambiamento. Prefazione di Franco Buscemi."" -
Vento di scirocco... a Palermo
"Nessuno è più debole di chi ha tutto sotto controllo, l'amore [...] rifiuta qualunque surrogato"""". Dopo """"L'uomo d'onore non paga il pizzo"""", che tratta di impegno nella lotta alla mafia, Roberto Mazzarella torna a farsi sentire con """"Vento di scirocco... a Palermo"""", muovendosi nello stesso ambito. Il romanzo inizia e si chiude con la domanda """"cosa c'era dietro quella casa?"""", un interrogativo dal quale nasce la forza che fa operare le scelte che sconvolgono la vita. Ma viene posta un'altra domanda altrettanto sconvolgente: """"Perché si interessa a queste cose?"""". Le """"cose"""" hanno un nome e tali nomi iniziano per emme. Emme come """"mafia"""", come """"minchioni"""", coloro che si sono messi in testa di sconfiggere il """"male"""" della società e che vogliono operare al Sud una rivoluzione """"gentile"""" in cui la politica è l'esercizio del potere per realizzare i sogni. Emme come """"movimento"""" politico che nasce da un vero amore verso la città che il nostro protagonista sente di dover proteggere. Un movimento che dovrebbe operare il Cambiamento. La politica è allo stesso livello dell'amore: forte e capace di andare oltre. Ma il """"vento di scirocco"""" soffia sulla città, sul mare, e ogni cosa si piega al suo passaggio..." -
L' inquilino della casa sul porto
Inconsueto romanzo in forma epistolare, ""L'inquilino della casa sul porto"""" si compone di tre sezioni, cui si aggiungono un prologo e un epilogo dedicati alla finzione letteraria del rinvenimento casuale di un pacco di lettere in fondo a un cassetto. Tre personaggi, tre protagonisti con uno stile di scrittura diverso in ogni sezione, stile che ricalca le diverse caratteristiche personali. Con una narrazione elegante e lontana dagli schemi moderni il faticoso percorso dell'adolescente, la presa di coscienza dell'uomo, un delicato amore si alternano in un gioco di specchi. Al centro di tutto il fascino di un appartamento che si affaccia sul porto di una città meridionale, nella quale è facile riconoscere Palermo, e la crisi di valori dell'epoca attuale."" -
Incontri
Incontri significa “conoscenze”, entrare in contatto con l’altro e, si sa, Laura Ephrikian, con il suo lavoro che ha incluso il cinema, il teatro, la televisione, e con la vita che ha vissuto, di incontri ne ha fatti talmente tanti che un singolo libro non sarebbe sufficiente a elencare tutti i personaggi, le personalità, i grandi uomini – e grandi donne – che hanno incrociato il suo ricco cammino. Incontri vuole essere un “assaggio” di queste scene che Laura ha vissuto, si tratta di storie brevi, vere, semplici e, a tratti, divertenti. Sono incontri “leggeri” ma che hanno il potere di farci scorgere una Laura a 360 gradi: giovane e, forse, un po’ ingenua, forte, amante del suo lavoro, spiritosa e che si rivela una tosta, improvvisando – complice un caro amico – una scenetta per acquistare, a un prezzo modico, un armadio che desiderava tanto, ma c’è anche una Laura in famiglia e, infine, una Laura attuale, una donna che dopo aver scoperto l’Africa “casualmente” non ha potuto fare a meno di lasciare un pezzo del suo cuore lì, in questo meraviglioso pezzo di terra che le ha dato tanto e a cui lei ha dato e da tanto con immenso amore. -
La figlia delle monache. Rosa Gemma
Ecco l'uomo. La sua vita corre nella quotidianità fatta da mille impegni all'interno di un mondo che crede di conoscere bene, perché lui ha saputo conquistare - al pari del valoroso Boemondo - la riconoscenza del proprio ""esercito"""". Come il crociata è un uomo intelligente, che è riuscito con il suo ingegno e la sua capacità ad emergere tra i contendenti, potendo contare anche nel sapere trovare abilmente una soluzione ad ogni difficoltà che gli si presenta. La vita di questo uomo, di nome Jefe, diventato potente, scorre con lo stesso impeto del fiume che è pronto alla cascata: un """"salto"""" per mostrarsi a tutti. Acque schiumose che rumoreggiano annunciando il suo arrivo. Non c'è nulla che può fermare quest'uomo, in lui risiede la forza di credere in ciò che fa. Un giorno si trova a varcare una porta chiusa al proprio mondo. Alte mura proteggono la vita di donne votate al Signore, che hanno deciso di vivere separate dalla """"società"""" per trovare la propria dimensione """"umana"""", che ha uno scopo preciso ed immodificabile, la lode di Dio e la preghiera. Si tratta di un mondo che il nostro uomo pensa di conoscere, ma presto scoprirà, invece, che la sua conoscenza è superficiale."" -
Che farò senza Euridice!
Un banale incidente di ""percorso"""", lo stop accidentale dell'ascensore e l'attesa che qualcuno si accorga del blocco. Nello stato di angoscia e di sospensione in cui il protagonista si trova in questa fase della sua vita, dalla banale ed ovvia quotidianità con i tic, le idiosincrasie, le deformazioni della società intorno agli anni Ottanta, quella della crisi del boom consumistico, l'inattesa e improvvisa nuova condizione opera uno stato di alienazione che scinde realtà e sogno e nel flusso della memoria provoca un vero e proprio stato allucinatorio. Dal graduale deragliamento dei sensi scorre un processo analitico dell'esistenza del protagonista che dalla condizione del vivere rievoca tutta la sua vita, intrecciandola con la sua matura formazione culturale, vera e propria educazione sentimentale ed umana. Si riaccende la natura vergine e incontaminata con le sue magie e gli incanti dell'infanzia, anch'essa non profanata, così la città di quegli anni si stempera nella campagna policroma e innocente in ricorrenti oscillazioni di magiche rifrazioni e citazioni esistenziali e letterarie."" -
Lo squarcio e il velo
Con la partecipazione di Nicola Oddati. -
Senza cipollata
Ciò che stiamo per raccontarvi è una storia d'amore: quella che lega due fratelli alla vita quando sembra che l'unica possibilità di conforto dipenda da un gesto di sfrenata purezza. È anche quella che unisce un uomo alla sua terra, la Sicilia, delineata attraverso i sapori sani dell'arte culinaria locale, gli odori inebrianti dei gelsomini e i colori delle albe e dei tramonti. Ciccio Borzì è sia un fratello sia un siciliano: un uomo solare e coinvolgente. Ama la sua semplice vita di medico nel piccolo paese di Màgara, ma ancor più la sua famiglia. Alle loro riunioni domenicali non può tuttavia partecipare il fratello Pietro la cui distanza, trovandosi a Milano, non deteriora quel legame indissolubile che diventa presenza costante nel momento del bisogno. A fare da cornice alla vicenda, una serie di personaggi: il barbiere Giovannuzzu, i cui aforismi suppongono una lucida e sarcastica comprensione del genere umano; Edoardo Fici, il giovane medico, consapevole che la sua vita come missione sia naturale quanto il respirare. -
Io non ricordo
Due viaggi, due ragazzi e un unico incontro. Vite distinte, strade parallele, diverse come il mare e la terra, ma che si ritrovano nello stesso confine. Alessandro e Kamal dovranno, senza saperlo, conoscersi e basterà uno sguardo per raccontare quella che si può ritenere la passione dei nostri tempi, che attanaglia generazioni e popolazioni lontane che in mobilità cercano un proprio posto nel mondo, partendo da una terra per arrivare in un'altra: la nostra. Tratto da una domanda e una risposta vera, Alessandro e Kamal diventano i simboli di due culture differenti che si incontrano per far capire cosa può rimanere di un viaggio come quello della speranza. Con gli occhi innocenti e persi dei minori non accompagnati ""Io non ricordo"""" è un romanzo che vuole essere testimonianza, storia, duetto di una condizione corale che non possiamo dimenticare. Età di lettura: da 11 anni."" -
Sotto nascosta luce
Prefazione di Tommaso Romano. -
Ustica. Il pescatore solitario
Ustica, il paradiso di una riserva marina a soli 67 chilometri dalla rumorosa Palermo. Isola tristemente nota per i misteriosi fatti della ""Strage"""". Ma questo libro non è una cartolina, né una cronaca: a parlare sono due voci che il destino ha fatto incontrare perché si raccontasse la storia di chi a Ustica ci nasce e ci vive, ci vive anche d'inverno, ci vive per davvero. Azima Rosciano incontra Mancino, il pescatore solitario - così l'hanno soprannominato gli isolani - e raccoglie dalla sua viva voce la preziosa testimonianza della vita sull'isola in totale contatto con la natura, col mare che è come il padre di Mancino, severo nelle sue leggi, ma infinitamente generoso nei suoi insegnamenti. La voce dell'anziano pescatore ci fa conoscere la realtà dura dell'apprendistato, le maglie strette di una rete sociale che un tempo era fulcro e fondamento di una comunità cresciuta nel rispetto del mare a partire da una pesca sostenibile che prevedeva una lotta """"alla pari"""" tra gli uomini e i pesci. Mancino racconta la sua storia nel suo dialetto, usa parole che stimolano la curiosità di Azima e quest'ultimo accompagna noi lettori nella comprensione su un mondo che è cambiato."" -
Donne e uomini si comprendono? Novelle giainiste, androgiste, frammenti di ricordi e facezie
Fabio Canziani, neuropsichiatra infantile, ritorna - con questo secondo volume di novelle e vita vissuta - a narrarci, a tratti come se fosse una favola, a tratti come se fosse un episodio storico, aneddoti, storie ed episodi costruiti, o a lui accaduti durante la sua lunghissima vita e carriera medica. Episodi, in questo caso in particolare, inerenti gli uomini, le donne, i rapporti - a volte vulnerabili, a volte amorosi, a volte passionali - tra i due sessi. Rapporti che ci fanno sempre più realizzare la diversità tra due persone, l'immensa differenza dei loro due mondi, specie in una società in continua evoluzione. Diversità, sì, certamente, ma che alla fine culmina spesso al ""non poter fare a meno"""" l'uno dell'altra. L'autore non dimentica mai le sue origini, la sua Trieste, i ricordi con i nonni, i genitori... traspaiono quindi, ancora una volta, i sentimenti, le idee sulla società e sulla evoluzione e doverosa emancipazione delle donne, di un uomo che ha vissuto, e continua a vivere, una vita ricca di esperienze, di emozioni. Prefazione di Salvatore Ferlita."" -
Il canto di Karol
Da Alessandro Manzoni in giù, molti scrittori hanno sfruttato l'antico artificio letterario del manoscritto ritrovato per caso, grazie al quale la narrazione si dispiega. Nel ""Canto di Karol"""" siamo in presenza di un'autobiografia dattiloscritta, rinvenuta in un cassetto, tanto coinvolgente da diventare fulcro per la caratterizzazione dei due protagonisti principali, Aurelio e Gabriele, l'Uomo-che-scrive e l'Uomo-che-legge, le cui storie finiscono per intrecciarsi, insieme a quelle di altri personaggi non secondari, attraverso una serie di coincidenze misteriose e di riflessioni parallele che coprono arditamente un arco temporale di oltre 150 anni, dalla spedizione garibaldina in Polonia del 1863 e dalla ben più recente guerra etnica in Bosnia fino ai nostri giorni. Ma il vero protagonista del romanzo è il mistero. A partire dallo sguardo penetrante di un bambino ritratto su una tela, che diviene pensiero ossessivo e oggetto assillante di ricerca da parte di più personaggi variamente coinvolti, e poi attraverso una successione serrata di suggestioni che collegano le diverse esperienze. Prefazione di Biagio Balistreri."" -
Emersioni
Non è da considerare un'implosione la forma prevalentemente epigrammatica con cui Carolina Cigala dipana l'urgenza del suo versificare: tutt'altro, se i versi in questione sembrano avere l'energia del botto dei giochi pirotecnici a cui poi seguono policrome e sparse lucentezze da seguire con gli occhi predisposti allo stupore. E, in effetti, ogni componimento di questa agevole raccolta, attraverso la sonorità del verso intonato al proprio sentire e gli effluvi d'una particolare carica dialettica, sembra consegnare ai lettori il pretesto per provare a salire i dorsali del ""non detto"""", una sorta d'inizio di preghiera che poi i fedeli sapranno continuare con personale fervore. Di certo, ad ogni emersione deve necessariamente precedere un'immersione che la Cigala dimostra di avere sicuramente affrontato al fondo di probabili vicende interiori qui non situabili in un tempo reale, ma immesse in una atemporalità che assicura una dimensione più universale."" -
Stelle di giorno
La voce narrante di una mente angelica viaggia nell'ultimo mezzo secolo della storia d'Italia. Vola nei pensieri e nei sentimenti di Ludovico e Matteo, assimilabili inizialmente a un'isola e a un battello migrante. Sono loro i coprotagonisti di un gruppo di 15 amici fuori dal comune che, affrontando diversamente un vuoto culturale e politico, intercettano la bellezza dei fenomeni della vita. Seppure emarginata in molte città italiane dalla Sicilia al Veneto, la vita è talvolta costretta alle misteriose clandestinità che la rendono vincente sulle ""Zone grigie"""", liquide e omologanti, dell'umanità. Soprattutto nel Sud in lotta contro l'""""economicismo"""" dei sistemi corrotti del potere. Ma i nostri non si arrendono. Vogliono vedere le """"cose"""" più importanti anche nelle vite degli altri. Negli amori, nella politica, nella cultura e nelle arti riscoprono la grande risorsa del """"vuoto rigenerativo"""" dell'architettura. Fino a riconquistare progressivamente una ricchezza invisibile come le """"stelle di giorno"""". Presente in una biodiversità di case, città e paesaggi. Meritandosi un prezioso e inatteso dono finale."" -
Isola delle femmine
Un confine sottile tra sogno e realtà, immaginazione e fantasia, speranza e certezza, gioia e dolore. Cristina e Federico, raccontano tra emozioni e sentimenti, uno spaccato di vita, il legame ancestrale tra madre e figlio, il filo sottile e resistente che li unisce dal quel primo vagito. La storia difficile di un ragazzo che cerca di ritrovare se stesso. Le battaglie di una mamma contro un mondo nuovo e ostile, tra disperazione e dramma, l'approdo sicuro tra le braccia di una sirena dal nome fantastico e reale: Lighea. La speranza e la certezza di essere fuori dal tunnel. La bellezza di versi che raccontano tutta una vita, che si spingono oltre, nella dimensione dell'anima. -
Colori nella penombra
Tommaso Di Gesaro, avvocato affermato, uomo politico molto impegnato nel sociale e da tempo Presidente della Sezione Territoriale di Palermo dell'Unione Italiana Ciechi, ci offre il racconto di una intera esistenza segnata fin dalla prima fanciullezza da seri problemi di vista che lo hanno portato, nel tempo, alla attuale cecità. Una vita iniziata a Isnello, dolce paese delle Madonie, descritto con amore nel suo tipico paesaggio e nelle persone che lo animavano. Una vita condotta con tenacia e forte desiderio di affermazione, affrontando le difficoltà con determinazione, considerando fin dalla tenera età la scuola, l'apprendimento, la cultura e successivamente anche la fede e l'amore come conquiste continue per conseguire il sogno dell'autonomia, giudicata la finalità di base dell'esistenza, la sola in grado di consentire una soddisfacente vita sociale e la felice costituzione di una famiglia. Colpisce fin dalle prime pagine del libro la frequenza dei riferimenti ai colori del mondo circostante rimasti vividi nella memoria, memoria che ha indotto l'autore a intitolare questa autobiografia ""Colori nella penombra"""".""