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Mi chiamo Karim. La guerra santa tra noi
Karim ha 19 anni, è nato in Italia da genitori marocchini trapiantati in Veneto ed è alla ricerca delle proprie radici, affascinato da un Imam vicino all'Isis. Alcide è un famoso giornalista che convive con i propri rimorsi, costretto a lasciare Beirut a causa di una inchiesta sgradita. L'incontro casuale tra i due fa da innesco a una vicenda che vede come comprimari uomini dei servizi segreti, agenti della Cia e infiltrati, militanti dell'Isis. Una fiction che rischia di tramutarsi in una tragica realtà. -
Non mi cercare
Piazza San Giovanni era stracolma di gente e il cielo di quell'azzurro profondo e magico del maggio romano: De Gregori e la Marini cantavano alla folla in estasi ""Bella ciao"""". Non è casuale il richiamo alla Resistenza con cui si apre """"Non mi cercare"""": il mito della Resistenza tradita sarà uno degli elementi che spingeranno, negli anni Settanta, molti giovani a scegliere la strada della lotta armata, dando vita a un fenomeno che sconvolgerà il Paese, a passare dalla critica politica alla critica delle armi. Il protagonista del romanzo è un giovane poliziotto, uno che ha scelto di stare dall'altra parte. Sullo sfondo di una difficile quanto tenera storia d'amore, si dipana il racconto di Andreassi che attraversa gli anni di piombo. Un romanzo nel quale realtà e finzione si intrecciano: «È la terza o quarta volta che Guido legge quel foglio malamente ciclostilato con l'emblema della stella a cinque punte. Vuole capire bene chi sono e che cosa vogliono questi dell'Organizzazione, ora che è stato assegnato al nucleo antiterrorismo». «Due missini assassinati nella sede del partito a Padova. È la prima volta che l'Organizzazione si sporca le mani di sangue». Andreassi racconta, senza fare sconti, i percorsi di vita dei protagonisti, le ragioni delle loro scelte, le difficoltà e le diffidenze incontrate dai pochi che vogliono capire le ragioni di una guerra dichiarata unilateralmente da chi si sentiva in diritto di decidere chi meritava di vivere o morire."" -
Al lavoro e alla lotta. Le parole del Pci
Nato come un gioco a chi se ne ricordava di più tra due persone che hanno in comune esperienze e passioni politiche, Al lavoro e alla lotta è un particolare glossarietto sul lessico dei comunisti italiani, sul senso delle parole chiave e sul loro uso nella pratica quotidiana di quel partito. Quando il ""discorso politico"""" non si poteva postare in un tweet. Mentre il linguaggio della politica si fa sempre più scarnificato e freddo qui si cerca il senso di parole che ancora potrebbero camminare nel mondo e di altre che al contrario non hanno più la forza per farlo. Spiegando il senso di duecento parole - da apparato a vigilanza, passando per frazionismo, gatto selvaggio, legge truffa, rivoluzionario di professione - le autrici provano a rendere l'idea, anche attraverso ricordi personali ed esperienze dirette, di ciò che è stato, nel bene e nel male, il partito comunista """"più bello"""" dell'Europa Occidentale. Accompagnano il glossario dieci interviste a donne e uomini che hanno vissuto quella storia politica, tra cui Luciana Castellina, Gianni Cuperlo, Achille Occhetto, Emanuele Macaluso, Marisa Rodano."" -
Favole di libertà
L’8 novembre 1926, in una saletta della Camera, i deputati comunisti erano riuniti per discutere su come intervenire in Aula contro le leggi restrittive della libertà, che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto varare nella sua seduta del 9 novembre. Il deputato sardo Antonio Gramsci esce, a tarda ora , dalla riunione a Montecitorio e se ne torna a casa, fuori Porta Pia dove, benché protetto dall'immunità parlamentare, alle 22,30 dell'8 novembre 1926 viene arrestato e ristretto nel carcere di Regina Coeli in “isolamento assoluto e rigoroso” fino al 25 novembre. Ha così inizio la lunga prigionia del più prestigioso tra i fondatori del Pcd’I. Una prigionia dalla quale Gramsci cerca di evadere con la scrittura e con lo studio. Nascono da questa incessante attività intellettuale Le favole della libertà, traduzione italiana “delle novelline dei fratelli Grimm, che sono elementarissime”, scelte da Gramsci per migliorare la propria conoscenza della lingua tedesca. -
Il mio canzoniere
"Andammo a trovarla in un grande palazzo romano di via Marianna Dionigi: si chiamava Giovanna Marini e a mia madre disse che io avevo troppo talento per studiare, non ne avevo bisogno, meglio sarebbe stato per me continuare da solo senza i freni di un insegnamento di tipo tradizionale. Oggi, conoscendola, sono convinto che trovammo Giovanna in un momento in cui tutto aveva voglia di fare tranne che insegnare musica ad un ragazzino"""". Siamo nei primi anni Sessanta. Solo pochi anni dopo quel ragazzino darà vita, assieme a un gruppo di coetanei, a una delle più importanti realtà della musica popolare italiana, il Canzoniere del Lazio. Tra nuovi arrivi e addii, ritorni e rimescolamenti, il Canzoniere diventa punto di riferimento musicale per una generazione e una scuola di musicisti di altissimo livello. Una storia che si intreccia con quella degli anni della rivolta giovanile, della quale è a suo modo conseguenza e prosecuzione. Un modo per """"servire, il popolo"""" (e la citazione non è casuale) al di là delle chiacchiere da assemblea e delle riunioni senza fine. Non una fuga dalla realtà di quegli anni, quindi, ma esattamente il contrario: un modo per viverli con pienezza e con la consapevolezza che un accordo di chitarra, il verso di una canzone popolare, un concerto, possono essere più rivoluzionari di mille parole. Prefazione di Teresa Marchesi." -
Vite sul filo. In bilico tra crimine e follia
"A questo punto ognuno entra in un mondo che pare una cosa fatta di pietra, vegetazione e sangue, ma non è affatto una cosa, è semplicemente una storia. E tutto ciò che esso contiene è una storia e ciascuna storia è la somma di tutte le storie minori, eppure queste sono la medesima storia e contengono in esse tutto il resto"""". Parlano di sé, delle proprie vite di ex detenuti ed ex internati negli ospedali psichiatrici giudiziari, gli ospiti della Comunità Casa don Girelli di Ronco dell'Adige. Racconti crudi, tragici, che testimoniano l'importanza e l'efficacia terapeutica del lavoro autobiografico e pongono un pesante interrogativo sulla reale utilità della detenzione." -
Guardie. Le vittime in divisa del terrorismo
L'ondata di terrorismo che si è abbattuta sull'Italia negli anni di piombo ne fa un caso a parte nel panorama europeo, non solo per varietà e intensità, ma anche e soprattutto per altre due ragioni: la longevità di quello brigatista, che sfora quella fase per riemergere a cavallo del Duemila con gli attentati a D'Antona (1999) e Biagi (2002), e per lo stragismo, cioè i massacri indiscriminati che hanno colpito nella massa, tra la gente comune. Una violenza che ha causato la morte di quattrocentocinquanta persone e migliaia di feriti. Tra le vittime, oltre cento erano cittadini in divisa: carabinieri, poliziotti, finanzieri, agenti della polizia penitenziaria, militari: in una parola, Guardie. Di loro, di come e da chi sono stati assassinati e, per quanto difficile da comprendere, del perché della loro morte parla questo libro. Perché la memoria di ciò che è stato non può e non deve essere rimossa. Prefazione di Enzo Marco Letizia. -
Inno alla soia
"Cammino a passo spedito. La mia attenzione si posa su una confezione vuota di Chicken Mc Nuggets lasciata sul marciapiede. Giusto a fianco noto due alette panate, intatte. Sono così felice! Per le vie di questa città appare lo street food più straordinario. Come ho detto a mia madre, qui mi impediscono di morire di fame. Le raccolgo e le porto alla bocca incurante dei passanti, incurante del passato. Il buco interiore ora è più piccolo e odora di pollo"""". """"Di una cosa sono certa. Sono stata la più grande bulimica del Veneto, seduta a tavola per la maggior parte della giovinezza. Negli anni più bui, ho mangiato, tutti i giorni, per dieci adulti, pur continuando a coltivare il peso di un bambino. Ora, poiché sono finalmente giunta alla fase discendente delle mie stramberie alimentari, posso permettermi di rivelarle una ad una senza che mi prenda un infarto. Non troverete lacrime qui dentro. Neanche quelle di coccodrillo. Di questo rettile, mi riferiscono, sono fatte pregiate borse francesi. Non la fame.""""" -
Blues, jazz, rock. Le radici della musica moderna
Il Big Bang della musica moderna è senza dubbio il blues. Il jazz, soprattutto quello più adulto, ha rappresentato in un certo senso l'evoluzione manierista del blues, se vogliamo anche un po' sofisticata, ma che ritrovava nell'improvvisazione le sue origini africane. Il rock - specie quello inglese degli anni '60 - '70 - si è rivelato una muscolare mutazione del blues (sofisticatosi anch'esso poi nel Progressive), Che con robusto 'animismo' musicale e essenzialità espressiva si richiamava all'originaria negritudine. In entrambi i due grandi generi ritroviamo pertanto, seppur diversamente articolata, l'africanità primigenia che in ambedue si esprime forte con la presenza del ritmo. Non è un caso che le salienti caratteristiche di rock e jazz si siano poi miscelate negli anni Settanta in una riuscita e raffinata crasi la Fusion. Piccola ""enciclopedia"""" della musica moderna, dagli albori (seconda metà del XIX secolo) ai giorni nostri, il volume è arricchito da aneddoti e curiosità e da cinque appendici tematiche, tra le quali un glossario storico-organologico degli strumenti musicali utilizzati nel blues, nel jazz e nel rock."" -
Ma domani farà giorno
Pagine che, nella narrazione di Teresa Noce - partigiana, combattente nella Guerra Civile di Spagna, deportata, deputata all'Assemblea Costituente, nota con il nome da clandestina di 'Estella' - si aprono con queste parole: ""Una nebbia umida e appiccicaticcia scende sulla grande città. Passano rari gli autobus, carichi di gente. Non c'è più benzina per i francesi. Ma i pesanti autocarri tedeschi rombano da padroni sull'asfalto parigino"""". Inizia da qui il lungo e doloroso percorso di Giovanna Pinelli, nata Fanucci (alter ego di Teresa Noce), attraverso le prigioni di Daladier e di Petain, il campo di concentramento della Roquette e, in crescendo, quelli della morte di Ravensbuck e Holleischen. """"Doccia, rasatura di pube e ascelle. Rasatura del capo. E la fame, i soprusi e le umiliazioni dei carcerieri e delle carceriere dei Lager: """"Disperarsi? No! Qui vogliono che abdichiamo alla nostra dignità, non vogliono solo ucciderci, vogliono il nostro spirito la nostra anima, ma noi possiamo, noi dobbiamo impedirlo... i forni crematoti, le camere a gas possono essere impotenti di fronte alla nostra volontà di difendere la nostra personalità umana"""". Prefazione di Pietro Nenni."" -
L' albero del riccio. Nuova ediz.
Nuova edizione ordinata cronologicamente e ampliata con la versione integrale delle lettere inviate da Antonio Gramsci ai figli Delio e Giuliano e alla famiglia, de L'albero del Riccio, pubblicato per la prima volta nel 1948, a cura di Giuseppe Ravegnani, dalle edizioni Milano/Sera per espressa volontà di Palmiro Togliatti. Frutto di una estrapolazione dall'ampia raccolta delle Lettere dal carcere, il libro - destinato a grandi e piccini - nelle intenzioni del leader comunista aveva la finalità di rendere popolare la figura, all'epoca ancora semi sconosciuta, di Antonio Gramsci. Il volume si inserisce a pieno titolo nella campagna di lunga durata che Togliatti avvia fin dal suo rientro in Italia, a Salerno, nel 1944, tesa a porre le basi, attraverso la diffusione degli scritti di Gramsci, della via italiana al socialismo. Nella edizione del 1948 e in quella successiva del 1966 pubblicata dagli Editori Riuniti, la successione delle lettere scritte dal carcere da Antonio Gramsci ai familiari (molte delle quali non presentate nella versione integrale) seguiva un criterio apparentemente più ""casuale"""", sicuramente più funzionale al progetto divulgativo e """"pedagogico"""" originario. Età di lettura: da 10 anni."" -
Irene sta carina. Una vita a metà
In questo libro, scritto da una mamma diversa, impegnata a comprendere quale possa essere il mondo di una figlia che non possiede la parola, intenta a capire le sue necessità soprattutto attraverso un linguaggio non verbale, fatto di segnali impercettibili, una mamma che deve fare i conti con speranze frustrate, angosce, diritti negati e rimpianti, senza però nessuna commiserazione, recriminazione o rancore, c'è dentro un pezzo di vita reale ma surreale, fatto di morte e di rinascita; si avvicendano uomini, donne e bambini con la stessa sorte, forse peggiore, che si accompagnano nelle sale di aspetto ospedaliere, condividendo calore e dolore. -
Il silenzio delle campane. I virus della violenza e la cura
Il virus, la convivenza forzata imposta dalle misure adottate per contenere la pandemia da Covid 19, ha modificato la vita quotidiana degli italiani. E ha profondamente inciso soprattutto sulla realtà delle categorie più fragili. Donne anziani e bambini, in primo luogo. Ma non solo: la lotta al virus ha modificato anche il nostro linguaggio, utilizzando metafore legate a un linguaggio militare, guerresco. Il libro offre una lettura di quanto è avvenuto in questi ultimi diciotto mesi alla luce di una visione ""dalla parte dei più deboli"""". """"La pandemia - affermano gli autori - potrebbe rivelarsi un'occasione per riconoscere i virus umani della violenza, per comprenderne le logiche più intime, cercando e isolando gli anticorpi efficaci""""."" -
Nilde Iotti. Nel movimento e nel partito. Antologia di scritti e discorsi
Prima donna a ricoprire la carica di presidente della Camera dei deputati (dal 1979 al 1992), Nilde Iotti è stata e continua ad essere una figura di riferimento per le donne della sinistra, italiana ed europea. Fin dall'inizio della sua attività politica, la ""questione femminile"""" è stata al centro della sua azione, delle sue battaglie parlamentari e all'interno del Pci e dell'Unione Donne Italiane di cui è stata a lungo dirigente. Laureata all'Università Cattolica di Milano, è una delle 21 """"madri costituenti"""". Ha fatto parte della Commissione dei 75 incaricata di redigere la prima parte della Costituzione, quella dove si fissano i principi fondamentali della Repubblica italiana nata dalla Guerra di Liberazione. Il suo percorso politico è contrassegnato dalla profonda convinzione che il dialogo tra le grandi forze popolari (cattolica, comunista e socialista) sia la strada da percorrere per dare al Paese un assetto moderno e stabile. E con questa impostazione è coerente anche nei momenti di scontro politico quali le battaglie per il divorzio e l'aborto. """"Compromesso storico - afferma nel 1975 parlando della proposta politica avanzata dal segretario del Pci Enrico Berlinguer - non è una continuazione della nostra politica unitaria come una specie di vestito nuovo per una sostanza antica e tradizionale del nostro partito. No, la proposta scaturisce dalla fase attuale dei rapporti politici sociali ed economici, dalla necessità di dare sicurezza alla democrazia, alle istituzioni della repubblica, alle conquiste dei lavoratori"""". Questa antologia raccoglie una selezione di suoi scritti e discorsi dal 1946 al 1996 dai quali emerge il ritratto di una dirigente politica non dogmatica, aperta al dialogo e convinta che la """"questione femminile"""" sia una questione dirimente per la crescita di un'Italia più avanzata e democratica. Prefazione di Livia Turco."" -
Gli alfieri azzurri. Storia dei portabandiera ai giochi olimpici estivi
La storia delle Olimpiadi moderne raccontata attraverso le figure dei Portabandiera italiani. La cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici - che quest'anno si svolgono a Tokio nel mese di luglio - è uno degli eventi più seguiti nel mondo. La sfilata degli atleti dei paesi partecipanti, preceduti dalle bandiere nazionali è uno dei momenti più suggestivi dell'Olimpiade. Il libro, attraverso le storie degli atleti azzurri, propone un viaggio singolare e ricco di aneddoti nel mondo olimpico e nei mutamenti sociali dal 1906 a oggi. -
Tzunami internet. Al di là dell'etica e della genetica
Internet è la porta di accesso al transumanesimo. Non sappiamo ancora dove potrà condurci. Entriamo e usciamo ogni giorno da una dimensione diversa da quella fisica e ciò sta modificando la nostra vita. E' un mondo in cui lo Spazio e la Velocità tendono a infinito, mentre il Tempo tende a zero. Le sue caratteristiche autorizzano le Elites Mondiali ad esercitare un Feudalesimo da III Millennio, in cui i nuovi Domina concedono territori numerici che non saranno mai posseduti dagli utenti e prestano denaro (valore di scambio) senza limiti prodotto dalla compravendita di beni virtuali gestiti e/o inventati dalle Borse Digitalizzate. -
La cucina futurista
"Agli italiani la pastasciutta non giova"""". Corre l'anno 1931 quando Filippo Tommaso Marinetti dichiara guerra """"all'assurda religione gastronomica italiana"""", proponendone l'abolizione perché, scrive nel suo breve Manifesto della cucina futurista, """"per esempio contrasta collo spirito vivace e coll'anima appassionata generosa intuitiva dei napoletani. Questi sono stati combattenti eroici, artisti ispirati, oratori travolgenti, avvocati arguti, agricoltori tenaci a dispetto della voluminosa pastasciutta quotidiana. Nel mangiarla essi sviluppano il tipico scetticismo ironico e sentimentale che tronca spesso il loro entusiasmo"""". Nel Manifesto, Marinetti propone anche una serie di ricette per il pranzo, da quello """"eroico invernale"""" a quello """"musicale autunnale"""", a quello """"oltranzista"""". In appendice, il volume è arricchito dal Manifesto della Danza futurista (1917) e dal breve saggio Come si seducono le donne (1916)." -
Un taglio netto. Il dono dei capelli
"Chi ha visto Elisa entrare ed uscire dal palazzo non si è accorto di nulla. Chi l'ha vista entrare e uscire uguale non immagina il suo sospiro pieno di tutte le ansie, paure e speranze che ha accompagnato la mano di Giusy un attimo prima di passare la macchinetta tagliacapelli sulla sua testa quando Elisa le ha detto «sì... vai! Sono pronta!». Non ha potuto vedere i suoi occhi preoccupati, smarriti ma curiosi mentre il ronzio della macchinetta invadeva i suoi pensieri e lo sguardo rasserenato quando si è accorta che in fondo il suo bel viso aveva la meglio su quel taglio quasi a zero """"scelto"""" per non dover assistere impotente agli effetti collaterali della chemioterapia. E si è perso gli occhi raggianti di Elisa quando ha indossato per la prima volta la parrucca davanti allo specchio e con sorpresa e sollievo ha ritrovato sé stessa"""". Elisa è una delle tante protagoniste del Progetto Smile, un progetto di solidarietà attraverso il quale è possibile donare i propri capelli che verranno utilizzati per realizzare parrucche e ricostruzione post terapica della chioma per pazienti oncologici. Ricco di testimonianze, il volume è dedicato ai destinatari del """"dono"""" e alle tante persone (tra le quali molti bambini) che hanno scelto di donare parte di sé come atto di solidarietà." -
Apprendere, comprendere, amare. Questa è la vita
Diritto all'istruzione, autonomia del sapere, costruzione della cittadinanza e quindi loro rilevanza sociale europea colgono la grande novità: e cioè che assegnare rilievo e peso sociale alle istanze garantiste di libertà getta una luce nuova e veramente moderna sulla prospettiva europea, su un progressismo sensibile al consolidarsi sociale ed europeo della cultura, dello studio, del sapere e quindi dell'intelligenza. Acculturare la libertà; libertà colta, cioè: si investe così la persona, la cultura e la democrazia; una vera cittadinanza istruita. Investire la persona comporta inoltre l'assunzione anche di un altro obiettivo per noi prioritario: si vuole dare così un contributo vero all'Europa e ai cittadini europei. Costruire i cittadini d'Europa significa costruirli su fondamenta comuni, per favorire la comprensione della varietà dei modi di vita, la frequenza dei rapporti fra di loro, per conoscersi, per comunicare, per agire in comune, entro una prospettiva storica comune ancorché proveniente spesso da origini diverse. L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sul sapere. -
È tutto un caso? Enigmi della natura da scoprire e raccontare
Partendo da episodi di vita personali, saltando da un argomento all'altro, ma sempre con un filo logico, che si scopre man mano nel racconto, il direttore del Bioparco di Roma svela alcuni aspetti della natura e dell'evoluzione meno conosciuti ai più, accompagnando il lettore in un viaggio di curiosità e meraviglie, su cui possiamo fare solo supposizioni. Il libro, di facile lettura e adatto ad ogni età, riesce a dare semplici spiegazioni a fenomeni naturali molto complessi.