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Foglie e fiori. Patria e fede nelle poesie di un martire in Albania
"Foglie e fiori"""" è una raccolta di poesie pubblicata in Albania nel 1924 quando erano forti i fermenti e le speranze suscitati dalla proclamazione dell'Indipendenza (1912) ed è di grande importanza dal punto di vista storico, culturale e religioso. Attraverso la poesia, ispirata dalla tradizione francescana, Prennushi realizza un felice incontro tra letteratura, tradizione popolare e fede. Nei versi mette a fuoco i valori fondamentali dell'animo albanese: la patria, la religione, l'amore per la natura, la nazione, la bandiera, il soldato, la donna, la madre e la Beata Vergine. Il testo è accompagnato da un'ampia introduzione e i versi poetici hanno un ricco apparato di note. L'autore, definito il «Thomas Beckett d'Albania», ha ispirato la pièce teatrale Il petalo e il fiore e su di lui è stato girato un film-documentario presentato nel 2015 all'Unesco." -
Eredi di guerra. Padri e figli nella memoria del secondo conflitto mondiale
Al termine della guerra, in molti italiani che erano stati al fronte prevalse il desiderio di dimenticare. Dopo anni, a volte decenni di silenzio, le loro storie giunsero finalmente, benché frammentarie, a figli e nipoti che non avevano conosciuto le ferite del conflitto, fisiche e psicologiche. Né, soprattutto, la fame: una fame cieca e massacrante, che quando si spalanca all'ingenuità dei vent'anni svela ogni tradimento e inchioda ogni ipocrisia. Eredi di guerra rappresenta esattamente questo: il racconto, dal punto di vista dei figli, di storie vissute da padri che le hanno portate dentro come eredità nascoste. Sette vicende personali di soldati, partigiani, uomini e donne della società civile che riemergono dal silenzio grazie ai ricordi della generazione successiva. Eredi che vogliono «continuare a ripetere quelle storie: perché siano lette, perché siano nostre, perché restituiscano radici ai nostri figli» (dall'Introduzione di Francesco Minervini). -
L'azzurro e l'obliquo
Raccolta di poesia al femminile, quasi un poemetto, con tutti gli echi letterari che questa scelta evoca e suggerisce. Vi è il richiamo alla forma orientale e persiana, in particolare a quella del Divan. Rumi e Hafez, lo stilnovo della poesia persiana, fanno avvertire la loro eco fra colori e profumi chiaramente orientali. Non mancano, inoltre, i richiami a tutta la poesia femminile ed in particolare a Marina Cveateva e Anna Achmatova. Chi apprezza la lirica dolente e infelice della Cveateva non può non cogliere assonanze e timbri vocali che percorrono tutta la raccolta della Colosimo. La raffinata lezione della poesia russa del secolo d’argento traspare ben chiara dalla lettura di questi versi. -
A sud delle cose
«È un poetare che è di ogni Sud, di ogni esposizione al male e al degrado, di ogni mitologia del danno, della beffa e del dolore. La poesia del Sud, in Pasqualino Bongiovanni, “rifà” l’uomo e non solo l’uomo di questo Sud, bensì l’uomo di ogni Sud del mondo, l’uomo universale di quei “greti arsi” montaliani che anche all’anima appartengono. […] Le parole di Bongiovanni, anche lette in silenzio, hanno ritmo, misura, tempo e cadenze che si raccolgono tutti nell’orecchio interiore che solo può renderle memorabili. Dagli antichi ci perviene questa lezione, là dove si deposita il suono è la sede della memoria», così scrive Anna Stella Scerbo nella prefazione della nuova edizione di ""A sud delle cose"""", opera prima di Pasqualino Bongiovanni pubblicata da Lebeg Edizioni nel 2017. La prima edizione della raccolta risale al 2006 e contiene una nota di presentazione del celebre scrittore Mario Rigoni Stern (1921-2008). Nel 2012 la stessa silloge, tradotta in spagnolo da José M. Carcione, viene pubblicata a Buenos Aires, mentre nel 2013, nella traduzione in inglese a cura di Giuseppe Villella, viene pubblicata in Canada dall’Istitute of Italian Studies at Lakehead University."" -
I canti dell'interregno
"Questa silloge di Pina Piccolo raccoglie liriche che, procedendo a ritroso, vanno dal 2017 al 1974: ben quarantatré anni in cui i toni della poesia dell’autrice si sono modificati, passando dallo sdegno all’amarezza, al sarcasmo, al canto desolato, senza che si sia modificato l’oggetto, colto nelle sue multiformi manifestazioni e nei suoi """"fenomeni morbosi"""". Gli stessi titoli delle sezioni in cui è suddivisa la raccolta segnano questo filo rosso. Titoli parlanti, potremmo definirli, con i quali si chiarisce il carattere di denuncia della poesia della poetessa italo-californiana che ribalta l’angolo visuale e osserva l’interregno da una prospettiva decentrata, sbilenca, postcoloniale. L’«interregno» non è un generico momento di transizione; non è nemmeno un non-luogo purgatoriale; e non è soprattutto una condizione esistenziale dell’io lirico, come l’uso del leopardiano «Canti» potrebbe indurre a credere. L’interregno è il nostro oggi, questo protratto periodo di attesa di una fenice che non risorge dalle proprie ceneri. L’interregno della Piccolo è il mondo minato dal capitalismo, dal consumismo, dal razzismo, dagli ‘ismi’ che hanno crivellato il Novecento."""" (Rosanna Morace)" -
L'autunno negli occhi
"Una doppia valenza connota il discorso poetico di Luana Fabiano: da una parte quella di un dialogo intimista con la natura, chiamata a testimone e interlocutrice del proprio flusso interiore di percezioni e pensieri; dall’altra una vena civile, che in questa raccolta si esplicita nelle ultime due sezioni, """"Profugo è questo tempo"""" e """"I figli della guerra"""". Non si deve tuttavia pensare a una modalità doppia di discorso, perché quello che appare più notevole di questa voce poetica è proprio la sua coerenza monolinguista, l’identica malinconica passione che scorre da un punto all’altro dei suoi diversi componimenti."""" (Caterina Verbaro)" -
Nei grovigli dell'incerto
In questa raccolta ci sono liriche e fotografie che raccontano emozioni sincere, senza sovrastrutture mentali che le inquinino, senza cedere, nemmeno per un attimo, alla velleità dell’apparire. Mettere a fuoco i dettagli, trascurare la visione globale è un tentativo disperato di fermare il tempo che il lettore percepisce, ne intuisce l’angoscia, lo collega, lo mette in sintonia con le immagini. Una fusione in questi scatti che ricorda certi personaggi del cinema francese, tragici e intensi, modernissimi e romantici, severi e passionali fino al midollo, veri come l’acqua che esce da una sorgente. Maria Serra non nasconde il dramma, lo lascia incombere, lo affronta con coraggio con le armi della sua poesia, delle sue immagini e ci lascia anche un barlume di speranza, la testimonianza di una felicità possibile. -
Polonaise
"Polonaise"""" è una raccolta composta intorno al tema della separazione, del distacco da una persona amata, che resta presenza viva nel quotidiano. In versi contigui eppure spesso fra loro lontani, si traduce il sommovimento del dopo, la rincorsa di ogni minimo frammento per ricomporre il prima, negli infiniti dettagli che si offrono ad ogni angolo dei luoghi e tempi abitati da chi non c’è più, nell'affannoso tentativo di tenere aperto un varco di comunicazione. Come quando si afferrano accenni di note sparse per ritrovare una melodia perduta, si aprono fotogrammi di una biografia lambita da eventi storici del secolo scorso, l’occupazione tedesca, la Resistenza, il dopoguerra. Ma il filo rosso in Polonaise è dato dal senso di annientamento e sconfitta dopo un lungo confronto in una guerra perduta in partenza, una partita ostinatamente ingaggiata nell'illusione a tratti di poterla ancora vincere, pur conoscendone l’esito. Un confronto con la fragilità, il limite umano, l’impotenza davanti al precipizio." -
L'ultima pelle
In questo romanzo Julio Monteiro Martins racconta da scrittore la perdita di una persona cara e il bisogno di cambiare pelle per andare avanti con la propria vita. La sua narrativa nasce quindi da questo dolore infinito, inimmaginabile e impossibile da eludere. L’unica via d’uscita è incorporarlo affinché ne nasca un nuovo essere, non più forte o più debole del precedente, ma necessariamente diverso. È questo il tema della prima parte dell’opera, ma molto altro succederà al protagonista nel tentativo di andare avanti contenendo la malinconia e la depressione che tolgono alla vita qualunque senso. Una fidanzata che pretende di sposarsi, una vecchia passione per la militanza ambientalista che si riaccende e il fallimento della propria casa editrice. Il tutto condizionato dal destino del Paese in cui viveva allora e dove era cresciuto: il Brasile. -
Interno giorno
"Se le poesie di Martina Dini fossero carte dei tarocchi, dentro ognuna vi si potrebbe leggere lo stesso destino in sfumature differenti, nei colori indelebili dell’adolescenza e in quelli sbiaditi di certe giornate sghembe, nel respirare insieme che sostituisce il baciarsi, nei piedi ostinatamente scalzi che non lasciano il contatto con la terra. Leggerla è entrare nella sua vita avvolti dallo stesso mistero con cui tratta sé stessa, e per questa ragione si esce dal suo libro custodendo uno stupore rinnovato, legato alla gratitudine: che al mondo ci sia tanta aggrovigliata bellezza nelle cose piccole, e che occhi così grandi possano mostrarcela."""" (Nadia Terranova)" -
Scomparso. La misteriosa sparizione di Mustafa Ouda
«'Scomparso' narra di perdite e tradimenti, di scelte sbagliate operate nelle circostanze peggiori. Ambientato a Gaza nel corso di tre decenni – dagli anni Ottanta ai nostri giorni – il romanzo tratta dell’affannosa ricerca da parte di Omar Ouda del padre Mustafa, scomparso una notte dalla casa di famiglia. Forse rapito dalle forze di occupazione israeliane? Vittima delle lotte intestine tra gruppi palestinesi rivali? Oppure partito improvvisamente per motivi familiari imperscrutabili per il giovane Omar? La collocazione temporale del romanzo è importante, dal momento che copre la prima e la seconda Intifada palestinese e gli accordi di pace di Oslo. Con la sua ricerca, in cui è sostenuto dal fedele amico Ahmed, Omar attira però l’attenzione delle forze militari israeliane che lo costringono a scegliere tra la sua famiglia e la comunità, e a prendere decisioni che nessun ragazzino dovrebbe mai trovarsi a considerare. “Scomparso” è un romanzo che, senza didatticismi, arriva dritto al cuore dei terribili sacrifici richiesti a un popolo che vive in costante stato di assedio.» (New Internationalist) -
La nostra Nig
Pubblicato per la prima volta nel 1859, “Our Nig” ebbe una diffusione molto limitata per poi scomparire rapidamente dall’orizzonte editoriale. Riscoperto soltanto alla fine del secolo scorso, oggi vanta numerose edizioni ed è considerato una pietra miliare della letteratura americana, nonché il primo romanzo scritto da una donna afroamericana. Harriet Wilson in questa sua opera chiaramente autobiografica narra della straziante storia di Frado, una bambina sveglia e determinata che all'età di sei anni, dopo la morte del padre, viene abbandonata dalla madre presso la famiglia Bellmont, nel New Hampshire, dove vivrà un'infanzia di privazioni e atroci sofferenze. -
Tutte le parole per non dirlo
"Quello che Rosella Bucari vuole raccontarci è solo «Il maledetto vizio di scavare / con le mani del pensiero / fino a graffiarmi l'anima / con una lama che non taglia» (Quel vizio maledetto di trascinarmi), e non taglia solo perché fatta di grandi passioni chiuse nelle piccole cose: nel rumore di una foglia, nella gioia che provoca una goccia che, discesa da chissà dove, le disegna il volto intensificando il profilo attraverso un chiaroscuro lumeggiato da un’idea. Immergersi in questa raccolta significa quindi accettare la proposta di leggere quello che non è mai stato scritto."""" (Aldo Di Russo)" -
Voglio strapparti alla morte. I Want to Undie You
«Composto dopo otto lunghi anni di silenzio, il poema ""Voglio strapparti alla morte"""" rappresenta indubbiamente una delle opere più intense della poetessa laureata Jaki Shelton Green; ma soprattutto è ciò che resta nella memoria e nel cuore di una madre che ha assistito impotente alla perdita prematura della figlia: certamente un lacerante grido di dolore, ma anche una struggente testimonianza d’amore.» (Pasqualino Bongiovanni)"" -
Paese sulle acque. País sobre las aguas
«""Paese sulle acque"""" non è soltanto la testimonianza di una consapevolezza identitaria acquisita attraverso le dolorose esperienze della partenza e della lontananza, ma rappresenta anche una riflessione sul possibile destino personale e del proprio Paese, sul lungo processo di logoramento che Cuba ha dovuto subire, su quella desolazione divenuta, infine, essa stessa fondamento di costruzione dell’identità di un’intera popolazione. [...] Chiaramente disinteressata agli aspetti formali, la poesia di Laura Domingo Agüero procede attraverso la giustapposizione continua di immagini evocate in una dimensione quasi onirica ed espresse attraverso un verso denso e sintetico, potremmo dire ‘minimalista’, capace di generare un particolare effetto di straniamento. Un discorso poetico intricato e complesso, dai significati oscuri e di non facile comprensione, che predilige questioni intime e filosofiche dell’esperienza umana per aspirare, muovendo da un luogo di incertezza e di dubbio, alla luce.» (Pasqualino Bongiovanni). La traduzione italiana di questa edizione bilingue è a cura della stessa autrice."" -
Petri 'i limiti. Pietre di confine. Ediz. ampliata
«Composto, com’era d’obbligo data la materia, in dialetto (senza cedimenti al colore vernacolare, reinventato a colpi di metafore e di tagli sentenziosi, affidato a un vocabolario intenzionalmente duro e scheggiato: parole-voragini, che sprofondano nella visione; parole-sasso, che feriscono), “Pethri i limiti” è un libro solitario, spoglio, puntuto, chiuso ostinatamente nel suo orgoglioso silenzio, destinato ai lettori che non chiedono complicità: solo la potenza, nuda, di una parola che è figlia della Memoria, voce di ciò che è perduto.» (Giancarlo Pontiggia) La presente pubblicazione è un’edizione riveduta e ampliata del volume edito nel 2005, con lo stesso titolo, da Moretti e Vitali. -
Marta
«“Marta”, composto con ogni probabilità nella primavera del 1969, funziona come un viaggio nella propria interiorità capace di schiudere la forza del linguaggio, la valenza salvifica della creazione. Ricostruendo induttivamente la cronologia degli esordi di Giusi Verbaro, “Marta”, il primo testo di cui abbiamo notizia, precede e prepara la scoperta della poesia, ne delinea lo scenario interiore, smuove il linguaggio e definisce il ritmo del pensiero poetante. Tutta la scrittura poetica degli anni a venire germoglierà da questo racconto giovanile, che ne allestisce atmosfere e congegni espressivi». (Caterina Verbaro) -
L'ultima terra. Una storia palestinese
«Nella migliore tradizione della storia dei popoli, questi testi sensibili, dolorosi ed evocativi mostrano il lato umano della dolorosa saga del tormento palestinese, nonché dell'eccezionale resilienza e coraggio delle vittime» (Noam Chomsky). «Commovente e acuto, questo libro è un viaggio nel cuore dei mali dell’occupazione e della colonizzazione subite dai palestinesi sulla loro terra. È un testo che consente ai protagonisti di raccontare in prima persona, in modo autentico e in tutte le loro complessità, le proprie aspirazioni, sofferenze e lotte» (Ilan Pappe). “L’ultima terra” è una narrazione storica della Palestina moderna. In un’opera al tempo stesso bella e atroce, Ramzy Baroud ha tessuto magistralmente le dimensioni di un tempo intergenerazionale, che si dilunga da prima della Nakba (la catastrofe palestinese che segnò brutalmente la nascita dello Stato di Israele) alla distruzione del campo profughi palestinese di Yarmouk in Siria, fino alla fuga da Yarmouk verso l’Europa. Nei suoi nove capitoli troviamo personaggi complessi le cui storie si sovrappongono, creando una successione di echi clamorosi della loro profonda esperienza collettiva. -
Si può nascere ancora
Il minorenne che commette un reato inciampa in un ostacolo rispetto alla sua crescita e allo sviluppo di una responsabilità sociale. Il processo penale minorile è stato strutturato per essere celebrato non contro il minore, bensì con il minore. In questo senso i principi del processo penale minorile sono sulla stessa linea di quelli espressi dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Ho incontrato tanti di questi ragazzi nella mia vita professionale, e ricordo dialoghi con gli sguardi che valgono più di tante parole. Il silenzio ""parla"""" e l'ascolto del silenzio è un'arte paziente e tenace. La fiducia è il filo conduttore delle storie che si incrociano, nelle quali i diversi sentimenti: emozione, rabbia, dolore, solitudine si compongono nella fiducia e nella speranza di cambiamento che questa fiducia genera. L'autore, educatore professionale e coordinatore di comunità, vive e opera nella città di Bari e da più di vent'anni si dedica, nella lotta non repressiva al crimine organizzato e al concreto recupero sociale dei minori entrati nel circuito penale."" -
Il segreto viaggio di Gianluca. Ovvero la sua verità non detta
Questo libro è un vero e proprio atto di coraggio, contiene la narrazione di un periodo della loro storia, insieme ad Elisa Di Pinto sua moglie, durante il quale la vita che tanto dà, in maniera crudele e cieca, tanto prende!