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Frammenti di Mandinga. Storie di Capoeira
La capoeira è sofisticata e semplice, paradossale e saggia, è curva e non ha fretta, il suo tempo è ancestrale, è rituale, meticcio. La capoeira si ferma per guardare il ragazzo e sogna il suo sogno insieme a lui. Per questo, se vogliamo rimanere nella capoeira, dovremo danzare il suo mantra, dovremo sapere che è un gioco in cui nessuno vince, cosa strana, senza punti e senza medaglie. Per conoscerla un poco, dobbiamo rinunciare ad altri saperi e aspettare che si riveli a poco a poco, come una donna matura che vuole da te l'anima, per questo andiamo con calma, con attenzione, andiamo spogli di vanità e paura, ascoltiamo gli strumenti e manteniamo il rituale a qualsiasi prezzo. Il rituale è l'antitesi di questa fretta agonizzante che ci conduce ai Mac Donald's, il rituale della capoeira è tradizione che si reinventa a ogni istante, per questo è ancestrale e post-contemporaneo, perché si svolge adesso con elementi del passato e si proietta nel futuro. È necessario sentire l'energia che trasmuta e lasciare che ti modifichi, è necessario arrischiarsi, perché con certezza lei andrà a visitare gli angoli più remoti della tua anima... -
Benvenuti a Bellaia
Bellaia non esiste. Eppure a Bellaia ci sono stata. Bellaia è il luogo in cui dimora la bellezza, che a tutto resiste e a tutto si ribella. Bellezza che scorre tra vicoli puliti con i balconi in fiore che ti prendono da un braccio per trascinarti tra gli odori di spezie e fresco di pulito. Bellezza che dimora nei corpi di chi ha saputo preservare umanità e intelligenza scegliendo di vivere in un borgo, lasciandosi alle spalle la grande e disumanizzante città. -
Gli effetti dell'esclusione. 20 anni dal trasferimento dei Rom da Gergeri a San Vito Alto
Il 14 dicembre del 2001, nella città di Cosenza, molte famiglie Rom venivano trasferite da un posto all'altro della città. Questo libro ricostruisce i passaggi fondamentali attraverso interviste, articoli di giornali e ne restituisce una analisi della situazione attuale. -
Il fiume d'oro. Geostoria del Crati
Nell'antichità il Crati era uno dei fiumi più citati da poeti, filosofi e storici poiché le sue acque trasportavano scaglie d'oro, imbiondivano i capelli, curavano malattie, rendevano fertili i terreni e fornivano grandi quantità di pesce. Alla sua foce era sorta la ricca e potente Sibari i cui cittadini erano così felici e spensierati da non comprendere i forestieri che a lungo stavano lontani dalla patria. Il Crati dava abbondanza e ricchezza ma, ingrossandosi per le continue piogge, provocava morte e devastazione e allagava i campi che in inverno erano coperti di fango e in estate infestati dalla malaria. I contadini amavano il fiume, ma ne avevano anche timore: lo chiamavano «scorzone» perché, strisciando a forma di s, si muoveva dolcemente ma, al momento di aggredire, diventava rapido, spietato e velenoso come una vipera. -
Amantea e dintorni. Fra storia, economia, società, religione e arte
Il volume riccamente illustrato nasce dall'esigenza di fornire ai lettori un panorama articolato e sintetico della storia, dell'economia, della società, della religione, dell'architettura e del paesaggio della città di Amantea, delle sue contrade e della frazione di Campora S. Giovanni. Il comune che vi emerge purtroppo è in una grave crisi e richiede importanti progetti di rinascita. Alla descrizione dei beni culturali, degni di maggiore tutela, seguono le sollecitazioni alla futura amministrazione civica di liberarsi finalmente con il buon governo dalla congiuntura finanziaria e dai tentacoli mafiosi, recuperando i danni delle precedenti giunte, non sanati dai vari commissariamenti. -
Lezione sul folklore. L'asino nel mondo colto e popolare
Gli studiosi hanno scritto saggi, racconti, poemi e poesie sull’asino perché, mostrandone pregi e difetti, l’uomo potesse apprendere il modo di vivere meglio; hanno detto tutto e il contrario di tutto sul somaro poiché i diversi giudizi, in realtà, riflettono quelli sugli uomini. Ciò che sembra unicamente umano si può trovare negli animali e ciò che è essenzialmente animale è parte degli uomini. Tuttavia, l’uomo non accetta la propria animalità, si è riservato un posto speciale nella natura e attribuisce i suoi vizi all’asino; cosciente di essere un animale rifugge dal proprio stato, ma non è mai abbastanza santo per non essere un somaro. Nato animale, l’uomo si redime mediante la cultura, ma questo processo non è definitivo: costruisce civiltà tutt’altro che solide e in ogni momento può tornare a un livello di bestialità superiore a quello di tutte le altre bestie. -
Bailamme dopo la tempesta. Cosenza nel secondo dopoguerra (1943-1953)
Gli anni del secondo dopoguerra a Cosenza e provincia furono caratterizzati da timori e speranze. Russi e americani erano ai ferri corti e la minaccia di un nuovo conflitto con le armi atomiche creava un clima di diffuso timore. Le leggi per punire i gerarchi fascisti non ebbero alcun effetto e le lotte per la terra che avevano coinvolto migliaia di braccianti si conclusero in una sconfitta. Fallimentari si rivelarono anche le riforme del governo per creare posti di lavoro e migliaia di giovani, come in passato, furono incoraggiati a emigrare perché la loro partenza attenuava i conflitti sociali ed era funzionale alla ricostruzione del Paese. Nonostante i tempi difficili, però, la gente aveva una gran voglia di vivere e dimenticare al più presto il drammatico passato; dopo tanti anni di cieca obbedienza a un capo molti compresero che il destino era anche nelle loro mani. Si sognava un mondo nuovo camminando con gli occhi bene aperti per non cadere e, nonostante la paura avesse più argomenti del coraggio, uomini e donne nutrivano grandi speranze che in alcuni conducevano alla rassegnazione o all’inganno e in altri alla lotta e all’impegno per far fronte alla dura realtà. -
Parrocchia di san Bernardino Mirabello di Senna Lodigiana (Lo). Un paese protagonista
Cronistoria del restyling della chiesa di Mirabello 1980-1985. -
Maestri e tipografi a Brescia (1471-1519). L'impresa editoriale dei Britannici fra cultura umanistica e istituzioni civili nell'occidente della Serenissima
Lo stretto legame esistente a Brescia fra tipografia e scuola nell'età dell'Umanesimo è assodato fin dai tempi del pionieristico trattato ""De brixiana literatura del cardinale"""" Angelo Maria Querini (1739). Il lavoro dell'erudito è la base più solida del presente studio, ma ad esso si affianca anche l'abbondante letteratura prodotta nell'Otto e Novecento sulla tipografia e sulla filologia umanistiche nell'Italia settentrionale, in particolare del dominio veneto. Partendo dai dati offerti da questa serie di studi, si è ripercorso il primo cinquantennio dall'introduzione della stampa a Brescia muovendosi su due piani paralleli: quello dell'indagine archivistica di prima mano da un lato, dall'altro quello filologico e bibliografico. Il lavoro presenta così la pubblicazione di abbondante materiale documentario, in parte già noto, in parte del tutto sconosciuto, che contribuisce a tracciare l'arco di sviluppo dell'insegnamento umanistico privato e pubblico nella Brescia di fine Quattro e inizio Cinquecento nei suoi rapporti con la principale officina tipografica della città, quella dei fratelli Britannici."" -
La filologia ellenistica. Lineamenti di una storia culturale
Quasi mezzo secolo dopo il libro fondamentale di Rudolf Pfeiffer (History of Classical Scholarship from the Beginnings to the End of the Hellenistic Age, Oxford, 1968) e a valle di una lunga stagione di vivace risveglio dell'interesse e degli studi sulla filologia greca antica, si avverte l'esigenza di nuove sintesi storiografiche aggiornate, che diano conto sia delle risposte, sia dei numerosi nuovi problemi aperti dalla critica più recente. Questo volume intende contribuire a tale lavoro di sintesi, affiancando al profilo storico di correnti e personalità dell'antica filologia la presentazione e la discussione di un gran numero di questioni storiografiche e metodologiche attualmente al centro del dibattito specialistico, sulla base di una bibliografia ricca e aggiornata. Con indici. -
Il sacro Monti. Il bocconiano in loden al comando
Qual è stata la sua formazione scientifica? Quali sono stati i suoi maestri di vita? È veramente il salvatore dell'Italia? O solo un rappresentante dei poteri forti? È un massone? Un banchiere complottista? Un super liberista? Un eroe forgiato nelle scuole dei gesuiti che ha poi schiacciato a Bruxelles Bill Gates? O come lo definisce il Financial Times, un leader a tempo? O tutto sommato un povero cristo magari solo un po' narciso che ci ha messo la faccia proiettandosi senza gradini intermedi direttamente a Palazzo Chigi? Una narrazione puntuale, a tratti anche dissacrante, del Monti anticasta e antipolitico. Un Monti già santo subito, pronto ad ascendere al monte Quirinale. Postilla a cura di Tommaso Cinquemani e Chiara Santilli. Prefazione di Giuseppe Baiocchi. -
Il miracolo siamo noi
Massimo Marinelli ci indica come riconoscere questo periodo dell'anima cosciente, nel quale bisogna ricercare l'Io Sono, il Cristo interiore che ci guida nel percorso della vita. La coscienza cristica rappresenta l'unica forma possibile che possiamo esprimere, l'unica realtà che non si è mai allontanata da noi stessi. È il nostro Se superiore, eternamente se stesso e pieno solo di Amore. Attraverso occhi del Cristo, ogni uomo diventa nostro fratello ed il suo bisogno diventa il nostro bisogno, la sua strada diviene la nostra strada. Perdonare il mondo vuol dire amare il mondo, l'umanità e noi stessi. -
TerrAmoto
Inchiesta rivelazione sul terremoto che ha colpito l'Abruzzo. Un libro che conta sulla prefazione del Prefetto dell'Aquila e di testimonianze di chi ha vissuto e subito uno degli eventi più catastrofici della nostra Italia. Un documento prezioso per chi vuole sapere di più su ciò che è accaduto e soprattutto su ciò che si poteva evitare. -
A colazione con l'anima
La giornalista Marta Moriconi esordisce nel mondo della poesia con questa raccolta che contiene all'interno la prefzione del noto giornalista e scrittore Fabio Torriero. Marta riesce, attaverso una seria riflessione sul Sé, a ricomporre un nucleo cangiante della sua storia emotiva. La poesia diviene una cornice ideale su cui proiettare il sentimento. -
Eclissi di tempo
Antonella Ferrante vive e lavora a Roma, città nella quale è nata nel 1965. Nel marzo del 2006 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo: ""Il Mio Silenzio"""" che si caratterizzano per la chiara espressione dei sentimenti. Per questo libro ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ama scrivere fermando così tra le parole pensieri e sentimenti che la vita le offre ogni giorno."" -
Galan 7
Oliviero Beniamini apre le porte della fantascienza ad una Galassia animata da personaggi che oscillano tra mito e originalità. ""Galan 7"""" è una storia fantascientifica; una commedia dai forti richiami cinematografici di chi, attraverso la penna, riesce a farci immaginare un modo oltre le nuvole che comunque ci somiglia fra gioco e realtà."" -
Il tempo e le parole
Il volume propone quattro sezioni: Il tempo e le stagioni; noi e la storia; intima; Rosa fresca aulentissima. Un libro in cui l'autrice conferma il suo impegno civile nella poesia e allo stesso tempo propone una lettura più intima del suo scrivere (si vedano le ultime due sezioni). L'opera è dedicata a Whitman, che per Maria Racioppi rappresenta uno dei massimi cantori della libertà. -
La grande poesia europea
Il celebre traduttore e giornalista, propone una rosa mirabile di traduzioni. Inglesi, Francesi, Spagnoli, Tedeschi e Russi. I migliori poeti della nostra Europa tradotti da Claudio Angelini. Il libro si compone anche di una sezione di profili dedicati ad ogni poeta. L'opera è un manuale per conoscere i grandi classici e gli autori moderni della poesia europea, utile per gli studenti e insegnanti. -
La vena impigliata. Sonetti italiani scelti
La ""vena impigliata"""" dell'autore è, almeno in esordio, l'anelito inadempiuto dei suoi sonetti in lingua italiana; """"spigliata"""" è la vena dei preponderanti sonetti in dialetto romanesco (oltre settecento), anche se, a seguito di un apprendistato lungo e strenuo, la vena si rivela sempre più palpitante ed ispirata tanto in italiano quanto in dialetto. Ma la vena non è solo quella dell'ispirazione poetica: essa è anche quella dove scorre il sangue della vita, pompato da un cuore che deve aprirsi alla vita; è la capacità di vivere, che lungo la via, attraverso scorci di natura e incontri con persone, si va sempre più sciogliendo e liberando; è metafora del passaggio inevitabile, ma non scontato, dall'alba alla notte, dal fanciullo all'adulto, dalla """"Voce bianca"""" alla """"Voce in capitolo""""."" -
A cavacecio a la filosofia. Poesie in dialetto romano ispirate dagli aforismi di Arthur Schopenhauer
Un coraggioso Stefano D'Albano, profondo conoscitore del dialetto romano, prendendo spunto dal genere aforistico e pur conservando le caratteristiche della sua lingua romana, propone in dialetto un lavoro alto: utilizza la forma dialettale per rivisitare l'affascinate filosofia di Schopenhauer. Una operazione prestigiosa e aristocratica, mai tenta prima. Esperimento riuscito.