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L' ultimo della lista
Il 31 gennaio 1923 le squadre d'azione fasciste lucane invadono la cittadina di Bernalda. I vertici regionali del PNF inaugurano ""il gagliardetto"""". Ma il vero senso che assume la spedizione è quello di una dimostrazione di forza all'antifascista comunità bernaldese. Il triste bilancio della giornata è di tre morti e una decina di feriti. Per uno degli omicidi, quello del bracciante agricolo Berardino Russo, sono accusati i fascisti Arcangelo e Ferdinando Fortuna, che si dichiarano innocenti. Quella che si racconta è una lunghissima vicenda giudiziaria, tentativi di insabbiamento, colpi di scena, aneliti di giustizia ma anche di vendetta, manipolazioni interpretative da ogni parte. Il risoluto ingegner TerenzioTimpano, il machiavellico Don Tonino Spadaluce, lo zelante giudice istruttore Beniamino Navone, il prudente commissario di P.S. Luigi Pinto, il prolisso maresciallo dei carabinieri Giuseppe Corvino, questi alcuni dei personaggi di un variegato contesto in cui si inseriscono cortocircuiti di comunicazione familiare tra Ferdinando Fortuna e il figlio Italo. Toccherà al nipote Andrea ricostruire la complessa vicenda, mettendo al proprio posto solo alcuni frammenti di verità."" -
Basiliskos. Rivista di studi storico-umanistici. Vol. 3
Basiliskos, rivista di studi storico-umanistici, accoglie lavori di indagine sulla cultura lucana, attraverso la ricostruzione biografica di personaggi di pubblico rilievo e la conoscenza di fenomeni, avvenimenti e luoghi nei diversi aspetti sociali, storici, artistici, letterari, archivistici, urbanistici, ambientali, antropologici. -
Sei mai morta, tu?
Adele era così: riusciva a entrare, suo malgrado, nelle esistenze degli altri, ne interpretava i sentimenti, a volte le azioni, e spesso la sua fantasia la scavalcava, imponendosi con le proprie storie e invenzioni. Tulle, sete, cristalli colorati, per Adele non sono tutto. La sua fantasia si muove laddove altri non potrebbero comprendere e dà vita a chi non ne ha più. Epitaffi e volti delle lapidi di un cimitero di paese danno voce a vicende umane che rendono vivace l'esistenza di una sarta in un atelier di abiti da sposa. -
Il lucano che inventò le 500 lire. Memorie di viaggio e altri ricordi
Un lucano inventò le 500 lire. Porta il nome di Nicola Ielpo, lucano di Rotondella, il brevetto per la produzione della moneta bimetallica, registrato nel 1982 dalla Zecca italiana. Quell'uomo segnò anche la storia dell'Unione Europea: fu sua l'idea di animare, nel 1991, un gruppo di lavoro che avrebbe deciso forma, peso, materiali e dimensione dell'Euro. Negli anni di attività viaggiò continuamente per tutto il mondo. Nel 2010, quando aveva già lasciato la Zecca, nacque in lui il desiderio di raccontare quei viaggi. L'opera non fu conclusa per la sua morte. Sono i racconti di un uomo che incontra dittatori, principesse, faccendieri, atleti olimpici. Sono gli occhi di un dirigente di successo, con fiuto imprenditoriale, che esporta con intelligenza il brand Italia. Ma il suo è anche lo sguardo di un uomo che si lascia ferire dalla povertà che incontra nel mondo e dal suo contrasto con il lusso degli hotel che lo ospitano. È il mondo dalla prospettiva di un uomo geniale e vincente che è però rimasto umile. -
La cantina di via Occidentale
Nella tarda mattinata del 2 dicembre 1877, la cittadina lucana di Collevigna fu scossa dalla notizia dell'avvelenamento di Donna Laura Pinto, moglie del notaio Don Carlo Della Corte. Le indagini, grottescamente svolte dai Reali Carabinieri, guidati dal Vice Pretore Riccardo Mastrogiacomo e dal Pretore di Pisticci Francesco Marazzita, sbrogliarono solo apparentemente l'ingarbugliata matassa. L'epilogo della vicenda, snodandosi tra i conflittuali rapporti dei condomini della cantina di via Occidentale e quelli complicati dei soci del Circolo dei Galantuomini, le maldicenze, i complotti, le esagerazioni popolari, gli amori impossibili, i tentativi di inquinamento delle prove e le strategie difensive elaborate dal bizzarro e inquieto avvocato Nicola Marinelli, si rivelerà del tutto inaspettato. -
Io che a Rotondella.... Il libro a cinquecento mani
Quanti hanno vissuto o vivono ancora Rotondella? Incontri, amicizie, ricordi, profumi, impressioni, speranze, partenze, arrivi... Rotondellesi d'origine e d'adozione raccontano cosa ha significato conoscere, amare, abitare questo splendido borgo. Un libro a più voci che riannoda all'origine, laddove si è ancora comunità oggi, dopo 500 anni, se l'appartenenza sopravvive ai percorsi della vita di ognuno. -
Nostra Signora della Santa Morte
È la storia di una rapina a mano armata a opera di Carlito Esquelito, che la mattina del 17 agosto irrompe nel banco di Santa Fedra del Pesos per poi fuggire a bordo di un maggiolino rubato. Il tutto avviene a Toro Bravo, piccolo villaggio messicano. La notizia si diffonde nella sala da barba di Mister Razor, passando di bocca in bocca. Intanto Carlito smarrisce il bottino e corre come un folle per le strade di Toro Bravo alla guida della Volswagen Vocho color giallo banana nel tentativo di ritrovarlo. L'idea della rapina gli era venuta perché cercava in tal modo di conquistare la sua amata Amanda per poi fuggire con lei su un'isola deserta. La ricerca della refurtiva diventa una vera e propria avventura, una sorta di bibbia del pulp, tra sniffate di coca e musica ska punk sovietica sparata a tutto volume. L'evento entra in qualche modo nelle vite dei trentuno protagonisti, cui Lacanfora dedica un capitolo ciascuno. E che può esser letto anche come racconto a sé stante, dove l'assurdo fa da contraltare a un crudo iperrealismo, raccontato con grande ironia... Il villaggio, in cui tuttosi svolge, è un posto dove non esiste innocenza possibile, e dove è sempre in agguato il male. -
La gabbia di Anna
Anna, una donna come tante, una vita diversa immaginata e quasi afferrata. Il respiro che cessa presto di esistere nel trovarsi immersa in una scena ferma, dolorosa, dove il silenzio, l'umiliazione, il non esser creduta diventano padroni assoluti. La storia di un percorso, tremendo, ma necessario per poter vivere ancora. -
Ora come allora
Sveva vive a New York, dove insegna musica presso la Juilliard School. Inaspettatamente, le viene chiesto di tornare in Italia per vendere la casa di campagna che i nonni le hanno lasciato in eredità. A malincuore, decide di tornare. Comincia il viaggio... nel presente diSveva; più profondamente nel suo passato personale, familiare, attraverso i luoghi, gli oggetti, le voci che hanno partecipato tacitamente della vita... e che apparirà forse mai compiuto quando ci si sveglierà alla realtà. Comincia il viaggio... che darà parola e suono alla memoria che preserva il senso dell'esistenza. -
Basiliskos. Rivista di studi storico-umanistici. Vol. 4
All'interno: Gli affreschi della chiesa antica dell'Abbazia della SS. Trinità di Venosa di V.G. Manes; Carbone in età moderna: territorio, popolazione, contesto urbano di M. Mastropietro; Bernalda come Bisanzio. La difficile democrazia (1913-1920) di C. Magistro; Il Culto della Grande Madre, i suoi simboli e la decodifica in Lucania e nell'area mediterranea di A. Romanazzi; La grande naturalizzazione brasiliana del 1891 e gli emigranti italiani di N. Cosentino; Da Via Appia (1950) di Vittorio Gallo a Terra di bonifica (1955) di Luigi Scattini. La Riforma Agraria nei documentari girati in Basilicata negli anni Cinquanta di A. Brindisi; Le spedizioni garibaldine in Grecia (1866-1912) di G. Ordile. -
Il ragno e la mosca
Simone Malànima è poco più di un bambino e vive in campagna. Tra povertà ed emarginazione, tra fredda indifferenza e disagio sociale, la sua famiglia porta ancora i segni di un passato tragico. Un giorno, però, il suo rapporto con il padre sembra improvvisamente rinsaldarsi. Avviene quando l'uomo gli chiede in segreto di aiutarlo in un'impresa difficile che potrebbe ristabilire le sorti economiche della famiglia: il rapimento di un uomo. Così Simone diventa il carceriere di uno sconosciuto e durante i giornidella prigionia impara a riflettere sul presente e sul passato. Con lo scandire imperterrito dei giorni le domande si fanno sempre più pressanti: chi è in realtà l'uomo tenuto nascosto nella botola sotto la rimessa? Cosa gli nasconde suo padre? Di chi può fidarsi davvero? Cosa è accaduto nel passato alla sua famiglia? Qual è il momento esatto in cui il piccolo Simone, infine, diventa grande? -
Dicono che pioverà
Quarantanove poesie che ruotano attorno al tema della ricerca del senso della vita. È il racconto introspettivo dell'autore che guarda all'estate della propria vita con rimpianto e nostalgia. Dolore, solitudine, attesa, silenzi sono i tasselli di una vita che guarda indietro, che si perde nella ""memoria evaporabile"""" di ciò che è stato e che più non è. Sentimenti contrastanti che si consumano nell'ossimoro dei """"fallimenti riusciti"""" e che si nascondono nelle pieghe di un tempo ormai lontano. Una vita """"sotto vetro"""", desolata e malinconica, in cui riaffiora nitido e doloroso il ricordo del padre non vissuto e della madre silenziosa. Delusioni e rimpianti da purificare con la pioggia che """"ripulisce dalle insensatezze dei giorni sereni""""."" -
Ora mediterranea
Ora Mediterranea è un altalena di guizzi di luci durante la notte, parole dorate in bocca ai pesci, scrigni da cui poter riscoprire il sacro potere dell'abbandono, del silenzio, della sacralità che appartiene ai vecchi. (Marianna Lo Pizzo) -
La scelta difficile. Nicola Panevino, il giudice partigiano
Nicola Panevino, magistrato, morì a 34 anni in una rappresaglia tedesca, nel marzo del 1945, poche settimane prima della Liberazione.Ricerche, scritti dal carcere, testimonianze dirette ne ricostruiscono la figura. Nato in Lucania, vissuto a Napoli, la sua professione lo portò a Savona, dov'era giudice istruttore del tribunale. All'indomani della caduta del fascismo e dell'armistizio dell'8 settembre del 1943, con la nascita della RSI, aderì alla Resistenza. Non quella armata, sui monti, nelle brigate, ma in città, con un ruolo altrettanto importante, di supporto politico, pratico e logistico. Le radici cattoliche lo portarono ad avvicinarsi inizialmente a Giustizia e Libertà, poi al Partito d'Azione: divenne membro e in seguito capo del Comitato di Liberazione Nazionale in una Savona dove sospetti e delazioni si rincorrevano. Una di queste gli causò il carcere, mentre era diventato padre da pochi mesi. Dalla sua cella, sospinto da una fede incrollabile che gli permise di sopportare ogni forma di tortura, Nicola Panevino scrisse lettere toccanti alla moglie e alla figlia. L'ultima è del 21 marzo del 1945, due giorni prima che fosse prelevato dal penitenziario per essere fucilato. -
Figlio unico
La scelta controcorrente di affidarsi alla medicina per avere un figlio che tarda ad arrivare, la scomparsa precoce dell'amato marito, un presente da modellare con mani nuove per colmare la solitudine dei giorni. È la vita di Caterina, una donna colta, devota, amata e rispettata, divisa tra l'elegante villa di famiglia, la scuola e la parrocchia, in un piccolo paese del Sud Italia. Curiosa ma riflessiva, dovrà mettersi in cammino per cercare di trovare le risposte alle mille domande che arriveranno a turbare la grigia quiete della sua esistenza e per intraprendere, con il figlio, dopo la sua travolgente confessione, un viaggio scomodo di condivisione delle sue emozioni. -
All'ombra di me
Un viaggio attraverso strade, paesi, città, luoghi per arrivare là dove, a volte, non si ha il coraggio di entrare. Un cammino sentimentale e psicologico quello di Marco, che lo metterà di fronte alla paura di decidere, ma anche di oltrepassare il filo rosso che lo ha circondato per troppo tempo. Ex maestre innamorate della natura, cuochi che combattono per il gusto migliore, contadini che sognano nel silenzio delle stalle: tanti i nuovi incontri. Alle spalle, una vita che non c'è più, con ritmi, abitudini e profumi nei quali non si riconosce. Davanti, solo quello che non ha mai voluto conoscere. -
Maria Callas. L'artista che portò l'Opera nel mondo e il mondo nell'Opera
Chi non conosce il mito di Maria Callas! Una donna, un'artista che ha saputo rivoluzionare il mondo dell'Opera. Ma cosa aveva più degli altri? Perché è diventata la Diva per eccellenza? Un personaggio pieno di luci e ombre e per questo tanto intrigante, un fenomeno diviso tra talento e rigore che ancora oggi fa tanto parlare di sé e soprattutto della sua arte. -
I racconti di Baba Jaga a sua nipote
I racconti di Baba Jaga a sua nipote sono una sorta di geografia dell'umanità scritta sotto forma di filastrocche con un inchiostro intriso di magia. Pagina dopo pagina ci si ritrova catapultati in un mondo illuminato dalla fantasia, dove ogni racconto non sembra essere altro che amore in cerca di parole. Un'opera in grado di testimoniare come il potere del fantastico possa fare da mediatore tra l'universo razionale e l'universo irrazionale. In fondo, in ogni adulto c'è un bambino sopravvissuto che cerca di tirarsi le idee dal naso, idee che non ci diranno mai da dove vengono e quando spariranno di nuovo, poiché la fantasia odia simili domande. Bisognerebbe avere soltanto il coraggio di ritrovarla e tramite essa portare alla luce il tesoro nascosto dentro di noi. Età di lettura per questo libro: da zero anni all'infinito. -
Canto degli speroni rossi
In un dialogo costante con il fratello, un giovane della generazione del '68 racconta in prima persona le esperienze, gli incontri che lo hanno segnato, il suo allontanamento dalla terra d'origine, la Sardegna, l'arrivo a Roma per iscriversi all'università e, attraverso i luoghi deputati della crescita sociale e politica della gioventù di quegli anni e gli avvenimenti dell'epoca, il suo percorso umano di formazione e di crescita. Nello stretto rapporto tra fratelli, la storia si sviluppa in quadri come in una sequenza cinematografica dove per frammenti si ricostruisce una storia personale e generazionale che attraversa i luoghi fisici e mentali di un tempo che ha cambiato il mondo nella profondità dei desideri e delle coscienze. Gli speroni rossi sono quelli che, in una poesia in lingua sarda, indossano i cavalieri ribelli che scendono dalla montagna alla conquista della valle dove tutto è possibile. -
Jonio
Undici racconti, undici passeggiate sullo Jonio. Fotografie scattate con le lenti della nostalgia, del vento, del silenzio, Dall'acqua e dalla terra prendono forma le storie, le vite, gli stati d'animo che rendono la Basilicata una meraviglia che in troppi, ancora, non conoscono.