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Vespignani a Viterbo. Il Teatro dell'Unione e le opere progettate nel viterbese dall'architetto Virginio Vespignani
Dopo una nota introduttiva di Francesco Moschini, Segretario Generale dell'Accademia di San Luca di cui Vespignani fu Presidente, Vincenzo Fontana inquadra l'attività dell'architetto nel panorama storico-artistico di metà Ottocento, Clementina Barucci ne illustra le opere realizzate a Viterbo e nella provincia e, infine, Enzo Bentivoglio ripercorre l'iter della realizzazione del Teatro dell'Unione attraverso gli atti formali attestati da quasi 300 lettere, conservate presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti di Viterbo, che ben evidenziano le problematiche quotidiane del cantiere nei rapporti con la committenza, con la ditta appaltante e con le maestranze a cui Vespignani fornisce costantemente indicazioni dal punto di vista sia tecnico che estetico. Dalle lettere viene così delineato un quadro che fa emergere le molte difficoltà, oltremodo attuali, che possono insorgere nell'esecuzione di un'opera pubblica. -
Un anno a Rovere (1943-1944)
In questo volume è racchiusa la piccola grande storia di una famiglia ebrea che, fuggita da Roma una settimana dopo l'8 settembre 1943, si ritrova per dieci lunghi, gelidi mesi in un paesino sperduto tra le montagne abruzzesi, condividendo con la gente del luogo le paure e le difficoltà di un inverno reso ancor più duro dalla convivenza forzata con le truppe degli occupanti tedeschi e dai mitragliamenti degli aerei alleati. L'autore mescola sapientemente i ricordi personali con le pagine di un diario infantile e con le lettere che i genitori inviarono dopo la liberazione ai parenti sparsi per il mondo. Quella raccontata è un'avventura finita complessivamente bene, dalla quale emerge il rapporto difficile e intenso tra i membri di una borghesia cittadina, un borgo di contadini e dei soldati che combattono a malincuore un guerra che considerano ormai perduta. Un rapporto che ha indubbiamente segnato la vita di tutti i protagonisti, per i quali ha rappresentato un importante momento di crescita che ha lasciato un ricordo indelebile. Il libro è arricchito dalle fotografie dell'epoca di Vito Camiz e dai disegni che il piccolo Paolo fece nel suo diario. -
Le 280 lettere di Virginio Vespignani per la costruzione del Teatro dell'Unione di Viterbo
Il presente volume contiene il corpus della corrispondenza di Virginio Vespignani con gli esponenti della ""Società Teatrale per la costruzione del Nuovo Teatro dell'Unione"""", conservata in Viterbo presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti. Tali documenti, inerenti a un arco temporale che va dal 28 marzo 1846 al 15 settembre 1855, permettono di ripercorrere le fasi salienti della realizzazione del teatro. Nel dettaglio, al numero predominante delle lettere autografe di Vespignani si aggiungono quelle scritte per suo conto dal collaboratore di studio Alessandro Viviani e dall'assistente alla costruzione del Teatro Giacomo Barchiesi. Molte di queste missive, per come risultano redatte, esprimono lo stato d'animo e di salute dello stesso Vespignani nonché il differente atteggiamento con cui l'architetto si rivolge a questo o a quel destinatario a seconda delle circostanze. Nel lungo arco temporale in cui si dipanano i suddetti scambi epistolari, è possibile percepire il modo in cui si innescarono e si svolsero i rapporti tra un architetto """"conte"""" e gli esponenti aristocratici e colti della società viterbese - e non solo - nella metà dell'Ottocento, in pieno Risorgimento. Le lettere sono state scritte a (e ricevute da) Antonio Calandrelli, Guido Caposavi, Cesare Pocci e altri."" -
Il restauro delle Scuderie papali di Giulio II a Viterbo. La «resurrezione» di un'architettura bramantesca
Bramante, chiamato da papa Giulio II a ristrutturare la Rocca Albornoz di Viterbo, divenuta residenza pontificia, effettua una radicale modifica del complesso, dotandolo di Scuderie monumentali, esterne ma vicine al palazzo, addossate alle mura urbane. Dopo i bombardamenti del 1944, il crollo della copertura e delle volte a crociera, poggianti su 24 colonne in peperino alte quasi cinque metri, non più visibili, aveva condotto all'abbandono e al progressivo degrado della struttura. I circa tre metri di rovine coperte da piante infestanti nel suo spazio interno, racchiuso dalle mura in parte crollate, avevano occultato ogni valenza architettonica. È stata la ricerca storica a innescarne il salvataggio indicando inoltre le linee progettuali del restauro effettuato. La scelta progettuale nel restauro attuato è stata condizionata dalla grande quantità di materiale autentico a disposizione, rinvenuto tra le macerie, che ha consentito così la ""resurrezione"""" di un monumento di indiscusso valore storico."" -
Bruno Zevi 1918-2018. La storia dell'architettura per gli architetti
Nel presente volume, che si propone di celebrare i cento anni dalla nascita di Bruno Zevi, i due autori intrecciano i propri ricordi personali del rapporto avuto con l'ineguagliabile maestro, prima da discenti poi da docenti. Enzo Bentivoglio ne traccia il profilo sulla base della propria esperienza e ripropone l'intervista ""immaginaria"""" a Francesco Milizia, con il testo """"di spalla"""" di Zevi, pubblicata nel 1976 nella rivista, da lui diretta, «L'architettura. Cronache e storia». Simonetta Valtieri, invece, sottolinea come la lezione della """"Storia dell'architettura"""" di Zevi sia indirizzata esclusivamente agli architetti progettisti, attraverso la lettura critica della percezione dello spazio delle opere, individuandovi i connotati salienti per sollecitare un linguaggio moderno. In appendice al testo alcune foto di architetture del passato, scelte da Zevi attraverso una severa selezione, e caratterizzate da scatti linguistici innovatori - dai nuraghi alla struttura produttiva del Lingotto - sono state accostate a opere contemporanee a queste collegabili nello spirito creativo."" -
La casa albero. Un esperimento di architettura
Le pagine di questo libretto, concepito e realizzato personalmente da Giuseppe Perugini oltre trenta anni fa, vengono pubblicate per la prima volta con la finalità di raccontare la genesi della sua ""casa albero"""" di Fregene e per rendere noto al grande pubblico il percorso creativo che ha accompagnato i 3P (nome in codice dei tre architetti, Giuseppe, Uga e Raynaldo) nella realizzazione di questo """"modello a scala urbana"""" di un complesso di edifici sperimentali. La casa albero oltre a essere il risultato finale di una serie di sperimentazioni sull'abitare condotte da Giuseppe Perugini assieme a Uga de Plaisant, è stata oggetto di numerosi riconoscimenti tra cui il Primo Premio Inarch-Finsider del 1967 e ha acquisito nel corso degli ultimi anni un sempre maggior interesse anche da parte di un pubblico di non """"addetti ai lavori"""" a livello nazionale e internazionale."" -
Offese di guerra e restauri al patrimonio artistico dell'Italia (rist. anast.)
Ristampa di un articolo di Emilio Lavagnino redatto tra il 1946 e il 1947. Uno dei protagonisti del ""salvataggio"""" di molte opere artistiche in terra italiana nel corso del secondo conflitto mondiale, descrive in questo scritto lo stato di conservazione delle suddette opere nonché gli interventi di restauro già compiuti oppure da effettuarsi regione per regione. Il testo è inoltre preceduto da una presentazione firmata da Amedeo Bellini e da un introduzione di Enzo Bentivoglio e un appendice fotografica, inerente in particolare gli avvenimenti e le azioni belliche che ebbero luogo a Viterbo, città martoriata da una lunga serie di indiscriminati bombardamenti. Il volume è infine corredato da un indice dei nomi e uno dei luoghi."" -
Antonio Rubino. Un artista poliedrico
Questo saggio, dedicato al disegnatore sanremese Antonio Rubino (1880-1964), mira a sottolineare la modernità della sua arte, sapiente commistione di linguaggio iconico e verbale che ne ha fatto un pioniere dell'albo illustrato. Rubino ebbe il merito di rivitalizzare l'illustrazione per l'infanzia, e nel farlo si caratterizzò per la capacità di non ""edulcorare"""" la realtà agli occhi dei bambini. Oltre che con i fumetti, si cimentò nella produzione di ex libris, copertine di riviste, progetti d'arredamento e pubblicità, avvicinandosi anche al mondo del cinema. Fu dunque un artista poliedrico, capace di accogliere suggestioni simboliste, liberty, déco e futuriste, filtrando poi il tutto con il suo personalissimo stile. Tra i suoi molteplici contributi, si ricorda la collaborazione con il Corriere dei Piccoli, settimanale per cui realizzò una serie di vignette corredate da quartine di ottonari in rima baciata, utili a stimolare nei bambini sia il canale visivo sia quello uditivo e quello mnemonico. Lo scopo era quello di trasformare i suoi piccoli lettori in soggetti attivi, coinvolgendoli pienamente nelle opere a loro dedicate."" -
Leonardo da Vinci e la Nazione Fiorentina a Roma
Il presente volume contribuisce a far luce su uno dei periodi meno noti della vita di Leonardo da Vinci, ovvero il suo soggiorno romano. Giunto nell'Urbe, il Maestro fu accolto, in data 8 ottobre 1514, presso la ""Confraternita dei Fiorentini"""". Nella pubblicazione è tra l'altro identificato, per la prima volta, il nome del bizzarro medico fiorentino che introdusse Leonardo nella confraternita e analizzati i motivi dell'ammissione e quelli della successiva uscita dell'illustre toscano. Nel saggio emergono poi nuovi personaggi - come il fratello di Sandro Botticelli - e vengono delineate le relazioni familiari, sociali e commerciali dei membri della Nazione fiorentina a Roma, collegate al più ampio panorama storico relativo ai rapporti tra Roma e Firenze. Quanto esposto è figlio di un'approfondita quanto esaustiva esplorazione archivistica dei fondi conservati presso l'Archivio dell'Arciconfraternita di San Giovanni dei Fiorentini; il tutto integrato da fonti contemporanee e dalla disamina di edizioni riconducibili al periodo d'interesse. A favorire la ricerca contribuisce un esteso e completo indice dei nomi."" -
Come in uno specchio. Michelagniolo e gli ultimi due lieder per la Cappella Paolina. Ediz. italiana e inglese
L'autore del presente volume propone un originale studio sugli ultimi due affreschi di Michelangelo: l'opera più difficile e perciò incompresa del Maestro. Il libro si apre con un'intensa e inaspettata ricapitolazione della storia dell'arte nei suoi rapporti con l'opus di Michelangelo, per poi gettare lo sguardo sulla quotidianità dell'artista mentre lavorava ai due ""quadroni"""", penetrando infine nel cuore di tali opere, studiate anche con l'illuminante ricorso alla musica come chiave per comprendere l'alterità del tardo stile michelangiolesco."" -
La Basilica di San Francesco a Viterbo. Fasi costruttive, trasformazioni e tombe dei papi
Il volume intende evidenziare l'importanza della chiesa di San Francesco a Viterbo per le analogie stilistiche e dimensionali con la chiesa madre di Assisi. Entrambi i complessi conventuali furono realizzati grazie alla donazione dei rispettivi terreni da parte di papa Gregorio IX. L'ampliamento della chiesa di Viterbo - realizzata in due fasi - dovette avvenire durante il generalato di Bonaventura di Bagnoregio (1257-1274), quando la città è sede papale. Le scarse menzioni della chiesa nelle pubblicazioni sulle architetture francescane, forse derivano dalla convinzione che sia stata ricostruita nei restauri di ripristino seguìti ai bombardamenti del 1944, dai quali si è invece salvata la zona presbiteriale. La chiesa ha subito nei secoli arricchimenti e trasformazioni, ma l'architettura gotica del presbiterio, coperto a crociere nei bracci del transetto e nel vano absidale illuminato da una grande polifora ha conservato la sua monumentalità originale. -
Gli organi della Pontificia Basilica del Santo a Padova. Ottocento anni di storia ed arte organaria nell'insigne santuario antoniano
Tra le innumerevoli opere d'arte che arricchiscono la Pontificia Basilica di Sant'Antonio, come i dipinti, i bassorilievi, le sculture, le dorature, i manufatti lignei e marmorei, vanno certamente ricordati i molti Organi a canne che, nel corso di otto secoli di storia, hanno accompagnato e scandito la vita liturgico-musicale di questo mirabile complesso devozionale. Il volume ricostruisce le vicissitudini di storia organaria e ricorda i vari Organi che si sono avvicendati sotto le grandi cupole del Santuario Antoniano: dalle prime notizie del Trecento sino ai nostri giorni. La pubblicazione è completata dalla descrizione tecnica dell'attuale strumento: uno tra i più grandi e importanti d'Europa; costruito tra il 1895 ed il 1931 dalle prestigiose ditte ""Carlo Vegezzi Bossi"""" e """"Vincenzo Mascioni"""", possiede più di 6000 canne (la più grande misura più di 7 metri di lunghezza), un centinaio di registri sonori, cinque casse espressive e 2 consolles (una di 5 tastiere e una di 3)."" -
Il pattern cromatico discendente. Approccio alla composizione. Progetto didattico per ensemble musicale giovanile
Un progetto compositivo proposto in forma laboratoriale la cui pianificazione attuativa ha coinvolto alcuni alunni di una Scuola media a lndirizzo musicale. La trasfigurazione didattica da un lato ha imposto una scelta dei contenuti musicali, accomunati da una peculiarità strutturale passata alla storia come pattern cromatico discendente, dall'altro ha richiesto una coloritura espressiva mediata da alcuni testi poetici di Vivian Lamarque, particolarmente adatti a rivisitare creativamente con i ragazzi quel clima di malinconico disagio esistenziale a loro tanto caro. -
52 canoni a due, tre e quattro voci (rist. anast. Venezia, 1785). Ediz. speciale
Tra il divertissement e la satira pungente, tra testi di una amara ironia e il beffeggiar ""cortese"""" Padre Martini tra lazzi e giochi di parole palesa la sua attenzione ad un mondo, quello del XVIII secolo, con l'attenzione dell'uomo realmente colto schierandosi come evinceremo da alcuni testi contro l'erudizione tout court. Questi suoi canoni sono scritti con rigore ma in laetitia, composti probabilmente nei momenti di otium con un fine sicuramente didascalico e didattico; ma anche con la consapevolezza fortissima che con il sorriso si possono affrontare temi importanti. Non solo musica, ma quasi un trattato di umanità, un'opera che ben dipinge con tratti certi e colori acquerello il suo tempo, e ci narra di un uomo ben certo di viverla in pienezza e con un consapevole humor. I canoni di Padre Martini ci donano perle di saggezza che sembrano volere oltrepassare una porta spazio-temporale in quanto assertori di verità. Il suo sorridere, questo penso sia il termine esatto, sulle debolezze umane e la sua autoironia ne fanno assolutamente un personaggio moderno ed amabilissimo. La coerenza col testo poi, nelle componenti prettamente musicali è realmente unica nel suo genere."" -
In te si canta. Uscire dalla prigione foniatrica ed entrare nell'universo del canto
Il libro parla di tutte le gabbie, i gessi e le impalcature invisibili che la didattica vocale moderna ha costruito attorno alla voce nell'illusione di controllarla meglio (e col risultato di soffocarla), e di come imparare a liberarsene. Questo tipo di controllo statico e rigido, introdotto nel canto dalla foniatria artistica un secolo e mezzo fa e basato su una serie di azioni muscolari volontarie localizzate, si sta dimostrando col tempo sempre più nocivo e va pertanto sostituito con un diverso paradigma tecnico-vocale. È ora di svegliarsi insomma dall'ipnosi collettiva del controllo meccanico diretto della voce (fallimentare utopia, prodotta dalla scienza dell’Ottocento) e tornare a quella concezione tecnico-vocale olistica e naturale, che ha fatto grande nei secoli la scuola di canto italiana storica. -
Manuale di armonia. Vol. 3: Esercizi realizzati
In questo volume sono raccolte le realizzazioni di una gran parte degli esercizi presentati nel I volume. La maggioranza di esse sono di mano dello stesso maestro Bruno Coltro, e sono oltremodo istruttive per la finezza della condotta delle voci e per la peculiarità di molti casi che vi vengono presentati e illustrati, spesso con l'aiuto di note e di varianti. Questo patrimonio è stato da integrato da Stefano Lanza con la realizzazione di alcuni esercizi di natura meno suscettibile di considerazioni estetiche, ma che sono ritenuti utili come esempi di certi meccanismi procedurali di scrittura riguardanti argomenti nuovi via via che vengono presentati. -
Tecniche corporee funzionali e pratica musicale. Fare musica nel pieno delle proprie risorse. Un approccio globale
L’esperienza ci conferma che le attività presentate in questo volume guidano a bilanciare le risorse fisiche e mentali della persona e, se occorre, possono portare fuori dall’impasse, e ricondurre nel flusso della creatività. Un significativo contributo che viene offerto all’insegnante di strumento che può trovare in queste pratiche un’utile metodologia per mantenere un buon clima di apprendimento durante l’ora di lezione, per aiutare l’allievo a sviluppare motivazione e concentrazione e per educare a un più consapevole uso del corpo in funzione del fare musica con impegno, risultati e gioia. In appendice: Strumento musicale con i DSA. -
Organo e orchestra: corrispondenze e affinità
"L'organo, strumento musicale tra i più antichi, ha sempre vissuto ai confini di un territorio acustico che vieppiù si identifica nel corso dei secoli con l'orchestra. Era una sorta di lunga marcia di avvicinamento e convergenza, senza essere mai esplicitata e spiegata in modo convincente. Le corrispondenze e affinità che i due strumenti presentano sono in effetti molteplici e profonde e tuttavia sino ad oggi non erano state mai indagate per le loro incidenze e ricadute sul piano dell'esecuzione musicale. Il lavoro di Stefano Maria Torchio viene a colmare questa lacuna, proponendo al lettore un confronto tra i due strumenti (l'organo e l'orchestra), visto con lo sguardo tanto dell'organista che del compositore e direttore d'orchestra quale egli è a tutti gli effetti. Cosi, mi piace pensare che questo lavoro trovi l'indispensabile ospitalità oltre che tra i professionisti e gli amanti incondizionati di questo grande e nobile strumento soprattutto tra gli allievi d'organo dei conservatori, contribuendo in tal modo alla loro formazione più completa."""" (dalla prefazione di Francesco Finotti)" -
Da Mozart a Beethoven. Diario di un liceo Musicale
Un libro scritto dagli alunni del Liceo Musicale Renier di Belluno coordinati dai loro insegnanti. Un'esperienza nuova, appassionante, formativa. -
Le riflessioni di Giambattista Mancini, maestro di canto alla corte di Vienna. Commento del grande trattato di canto settecentesco
In questo trattato di Giambattista Mancini troviamo espresse in maniera lucida, riconducendole alle loro vere cause, le più importanti prescrizioni tecnico-vocali della scuola di canto italiana storica. Ad esse continueranno a ispirarsi i più grandi cantanti non solo del Settecento, ma anche dell’Ottocento e persino alcuni del Novecento, come Caruso, Pertile, Gigli e Lauri Volpi. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento questa superiore concezione tecnico-vocale dovrà cedere il passo a una diversa concezione, meccanicistico-foniatrica, inaugurata da M. Garcia jr, che metterà al centro dell’apprendimento del canto il controllo muscolare diretto e localizzato, invece che indiretto e olistico, della voce. Ad quest’ultima dobbiamo l’affermarsi due falsi storici, tra loro collegati: l’idea che il meccanicismo muscolare rappresenti un’evoluzione rispetto alla tecnica belcantistica e l’idea che il repertorio tra 800 e 900 si debba cantare utilizzando questo grossolano tipo di tecnica vocale. La semplice lettura del trattato di Mancini sarà sufficiente a spazzare via come banali luoghi comuni pseudo-scientifici le idee portanti del moderno meccanicismo vocale foniatrico.