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Villetta con piscina
Marc Schlosser è un medico di famiglia. Riceve la mattina, dalle otto e mezza all'una. Venti minuti circa a paziente cosi spartiti: un minuto per capire quello che c'è da capire e gli altri diciannove per inscenare una parvenza di interesse. E i pazienti se ne vanno via soddisfatti, prendendo per una meticolosa e inusuale attenzione quella che non è altro che una messa in scena. Di recente, però, un increscioso incidente ha turbato la tranquilla esistenza di Marc. Dopo il funerale di Ralph Meier, la star televisiva dalla figura imponente e la voce stentorea, Judith, la moglie dell'attore, ha fatto irruzione nello studio di Schlosser scagliando a terra una sedia e strillando ripetutamente ""Assassino!"""". È passato un anno e mezzo da quando Ralph Meier si era materializzato in quella stessa sala d'aspetto. Aveva il suo solito atteggiamento, quella prorompente fisicità che si acquista soltanto con regolari abbuffate in ristoranti che abbiano ottenuto una o più stelle Michelin o con copiosi barbecue nel cortile di casa. Ma era malato, profondamente malato. Nel suo corpo, le cellule maligne si erano già rivoltate contro quelle sane. Marc ha capito subito che occorreva un intervento drastico, un first strike, un bombardamento a tappeto che avrebbe messo K.O. tutte le cellule maligne in un colpo solo. Eppure ha tranquillizzato l'attore, dicendogli che non c'era nulla di serio di cui preoccuparsi."" -
La giustizia di Selb
È di vecchia data l'amicizia fra Gerhard Selb e Ferdinand Korten; risale ai tempi del liceo che entrambi hanno frequentato a Berlino. Korten, che Selb ha chiamato sempre solo per cognome, è di buona famiglia, con una casa elegante nel quartiere di Wannsee: il classico tipo vincente, a scuola, con le ragazze, nella vita. È, per inciso, anche suo cognato, dopo che Gerhard ha sposato la sorella Klara. Ma alla morte prematura di Klara i due hanno amichevolmente cessato ogni contatto, se non per qualche casuale incontro a teatro o a un concerto. Ora, a sessantotto anni, lasciato da tempo l'incarico di pubblico ministero per lavorare come investigatore privato a Mannheim, Selb vive un'esistenza di moderato edonismo, fra colazioni al sole, sigarette irlandesi e cocktail da intenditori. Fino al giorno in cui Korten, ora direttore generale Korten, riemerge dal passato per chiedergli di investigare su un hacker che si è introdotto nei sistemi delle Industrie Chimiche Renane, l'azienda che dirige. Un'indagine all'apparenza non particolarmente impegnativa, visto che il crimine informatico sembra più che altro una burla: buste paga alterate, turni scambiati ai campi da tennis, ordini di materiali con un'aggiunta di zeri e altri accidenti affini. Ma quando il principale indiziato muore in circostanze poco chiare, ecco che quell'indagine si trasforma in qualcosa di molto più oscuro, che riporta a galla ricordi dei vecchi tempi. A Selb i vecchi tempi non piacciono, li ha impacchettati e messi da parte. Ora è costretto a riviverli per pareggiare i conti una volta per tutte... In una Germania caliginosa, fortemente industrializzata, ancora ostaggio dei fantasmi del passato, La giustizia di Selb, pubblicato per la prima volta nel 1987, mette in scena un detective ruvido e disincantato, esponente di quella generazione che fu coinvolta in un'indicibile colpa nazionale, e che si chiedeva se fosse ancora possibile aspirare a qualche forma di giustizia. -
Anne e Jane
Anne Sharp viene accolta da Mrs Elizabeth Austen in persona. Trentun anni, nel cuore il sogno di imparare il greco, studiare Eschilo, leggere tanti libri dai dorsi dorati, Anne è assunta a Godmersham Park con il compito di istruire la dodicenne Fanny, la figlia degli Austen. Un compito ingrato. Mrs Austen non vede di buon occhio un'istitutrice dalle «inclinazioni intellettuali», e l'atmosfera nella grande dimora non è priva di tensioni per una giovane donna che ha indossato i panni dell'istitutrice non per vocazione ma per necessità. In una casa in cui non si appartiene né alla famiglia né alla servitù, basta una parola detta con disattenzione per attirarsi le antipatie dei padroni ed essere etichettata come non abbastanza ragionevole, non abbastanza moderata, non adatta, insomma, a quel ruolo che è semplice fonte di sostentamento. E basta un passo falso per inimicarsi la cuoca e trovarsi a digiunare quasi ogni sera. Quando, però, a Godmersham arrivano gli zii di Fanny da Bath, Henry e Jane Austen, la vita di Anne nella dimora degli Austen cambia radicalmente di segno. Jane si dimostra subito una donna dall'ingegno strabiliante, con cui è piacevole conversare, discutere a lungo, intrattenersi al punto tale da scrivere opere teatrali insieme e diventare amiche. L'intelligenza di Anne, a lungo coltivata grazie alla testardaggine della sua cameriera Agnes, convinta che anche una donna abbia diritto all'istruzione, ha finalmente modo di brillare. Quella luce, tuttavia, non attira soltanto l'interesse di Jane, ma anche quello di Henry... Un interesse pericoloso a Godmersham Park. -
Caterina d'Aragona. La vera regina. Le sei regine Tudor
Inghilterra, 1501. In piedi sul ponte della nave, con le ciocche di capelli rosso e oro che le sferzano il viso, Caterina d'Aragona, figlia di Ferdinando il Cattolico e di Isabella di Castiglia, scruta con trepidazione la costa inglese, domandandosi cosa le riserverà il futuro. Caterina è promessa sposa dell'erede al trono, il principe Arturo, e sa che sarà suo dovere dimenticare la Spagna e adeguarsi agli usi e costumi del nuovo regno, di cui un giorno sarà regina. Giunta a Londra, tuttavia, la giovane fatica a mascherare lo sgomento quando si trova davanti il promesso sposo: Arturo è gracile e smunto e, alla luce fioca delle candele, le sue gote non sono affatto rosee come nel ritratto che le ha donato, bensì bianche, accese solo da un rossore febbrile. Ben diverso è il fratello minore, il principe Enrico, di stazza robusta e innegabile fascino, capace di suscitare in Caterina un inspiegabile turbamento, quel turbamento che sempre si prova dinnanzi a coloro che ci sono destinati. Otto anni dopo sarà infatti Enrico, salito al trono come Enrico VIII, a sposare Caterina, e con lei regnerà per sedici anni, prima che l'arrivo a corte della seducente Anna Bolena, intenzionata a fare breccia nel cuore del re, muti le sorti del regno, segnando per sempre anche il destino di Caterina. rnAttraverso pagine capaci di evocare un mondo perduto pieno di splendore e brutalità, e una corte in cui l'amore – o il gioco dell'amore – dominava su tutto, Alison Weir dà vita a un impeccabile romanzo storico sulla tumultuosa vita della regina Caterina d'Aragona, sposa devota fino alla fine e unica «vera» moglie di Enrico VIII. -
I cigni della Quinta Strada
Il 17 ottobre 1975 fa la sua comparsa nelle edicole americane un numero speciale di Esquire che mostra in copertina un Truman Capote grasso e pallido, di profilo, e una didascalia che annuncia il nuovo, attesissimo racconto dell'acclamato autore di A sangue freddo. Titolo: La Côte Basque 1965. Da tempo, Capote si è incamminato lungo la china dell'autodistruzione. Quasi costantemente in preda all'alcol e alle droghe, è soltanto una smorta controfigura del trentenne dagli occhi pieni di passione e inquietudine che aveva sedotto il bel mondo newyorkese vent'anni prima. Contro quel mondo, che lo ha tacitamente messo da parte, punta ora la sua astiosa penna, in particolare contro quel santuario che ne è il centro e le sue vestali, un tempo sue amiche: Babe Paley, Slim Keith, C.Z. Guest, Gloria Vanderbilt, Pamela Harriman. Le chiamano i Cigni della Quinta Strada, sono le regine dei cocktail, delle feste di beneficenza, dei party più esclusivi, dei ritrovi alla Côte Basque, il ristorante luogo imprescindibile della mondanità cittadina, della maldicenza che si fa arte, delle inattese confessioni che si alternano a giudizi irriferibili. Il racconto di Capote appare come un imperdonabile tradimento, un assassinio, una pugnalata inferta al cuore dei Cigni. Di certo segna la fine dei giorni dorati, della comunione perfetta, intima e accogliente con uno scrittore che, in pose languide e sensuali, guardava un tempo tutti dall'alto della sua grandezza letteraria. Romanzo accolto da uno strepitoso successo al suo apparire negli Stati Uniti, bestseller del New York Times, I cigni della Quinta Strada è un meraviglioso inno alla «bellezza e alla crudeltà di un mondo scomparso» (People). -
Le navi dei vichinghi
Orm il Rosso è ancora un ragazzo quando viene strappato al suo villaggio nativo dai Vichinghi e messo ai remi di una delle loro grandi navi con le teste di drago sulla prua. Comincia così l'avventura della sua vita, che lo porterà al centro delle sanguinose guerre degli Uomini del Nord che, avidi di bottino, solcavano i mari, infuriando e saccheggiando le coste europee. Catturato dai Mori in Spagna, Orm viene iniziato al piacere dei sensi e combatte per il califfo di Cordova. Riesce poi a scappare e ad approdare in Irlanda dove, con suo grande stupore, si imbatte nelle prime, eteree figure di monaci cristiani. Dopo aver contribuito alla vittoria vichinga sull'esercito del re d'Inghilterra, ritorna nelle terre del Nord da cristiano dell'ultima ora e uomo immensamente ricco. Narrato con afflato epico, ""Le navi dei Vichinghi"""", opera degna di figurare «nel pantheon della letteratura d'avventura mondiale, se non addirittura della letteratura mondiale in assoluto» (Michael Chabon), canta di guerre, di tesori e di strabilianti imprese, e restituisce un affresco vivido e cruento del popolo vichingo nel X secolo, con le sue coraggiose esplorazioni e leggendarie battaglie."" -
L' isola dei naufraghi
In seguito a un naufragio, Kiyoko e il marito Takashi finiscono su un'isola disabitata al largo di Taiwan e delle Filippine. Dopo sei mesi di desolata sopravvivenza, vengono raggiunti da ventitré giovani maschi giapponesi, anch'essi naufraghi, e poi da undici cinesi, abbandonati lungo la tratta dei clandestini verso il Giappone. L'isola in cui vivono, che hanno scelto di chiamare l'Isola di Tokyo, è un paradiso tropicale, ricco di cibo e vegetazione. Cinesi e giapponesi hanno occupato parti diverse dell'isola, e affrontano in modi differenti la propria condizione. Gli «hongkong» si sono subito ambientati. Apparentemente rozzi e selvaggi, girano nudi come animali selvatici, fanno i loro bisogni ovunque e gettano i rifiuti dappertutto, ma al tempo stesso essiccano il cibo, allevano ogni tipo di animale, producono sale di ottima qualità e sono capaci di cucinare pietanze dal profumo squisito. I giapponesi invece patiscono la noia e, nel tentativo di combatterla, cedono a ogni genere di mania: adorano tatuarsi le braccia o indossare le mutande alla rovescia. È in questa società che regna Kiyoko, l'unica Regina, l'unica donna da tutti desiderata. Una lotteria ogni due anni decide chi ne diventerà «il marito», regalando il titolo più conteso. -
I custodi del libro
È la primavera del 1996 a Sarajevo e Hanna Heath, trentenne restauratrice australiana di libri antichi, giunge nella capitale bosniaca devastata da cinque anni di guerra civile e ancora sotto il fuoco dei cecchini. Qualche giorno prima, Hanna ha ricevuto una telefonata da un insigne studioso di antichi manoscritti ebraici. Con voce eccitata, quell'uomo le ha comunicato che durante il pranzo di Pesach, la Pasqua ebraica, il capo della comunità giudaica di Sarajevo ha tirato fuori la Haggadah, il celebre libro di preghiere che si pensava ridotto in cenere sotto i bombardamenti del '92. Hanna conosce bene la Haggadah di Sarajevo: un manoscritto ebraico prodotto in Spagna in età medievale e ricco di variopinte miniature; un'opera così preziosa e fondamentale nella storia dell'ebraismo e dell'umanità che quando, negli anni Quaranta, i nazisti cercarono di impadronirsene, il bibliotecario del Museo di Sarajevo, un musulmano, si era preoccupato di porla in salvo. Hanna si affretta ad accettare l'incarico di restaurare quel sacro testo raro e di grande bellezza, con le sue miniature e i colori ancora puri e vividi, ed è proprio dalla sua voce che apprendiamo la magnifica storia dell'opera: una vicenda fatta di macchie di vino e di sangue, di splendidi fermagli smarriti, di farfalle di montagna, di storie d'amore e di vigliaccheria, di secoli di splendore e di decadenza, e di gloriose città: la Siviglia e la Tarragona del XV secolo, la Venezia del Seicento, la Vienna di fine Ottocento. Con I custodi del libro Geraldine Brooks ci regala un'altra prova del suo incomparabile talento, narrandoci l'avvincente storia di un libro sopravvissuto a tutte le persecuzioni della Storia. -
Terra crudele
Utah, 1888. Sul fondo di un canyon inospitale, circondata da rocce scoscese, sorge la città di Junction. Lì da quattordici giorni Deborah Taylor, di famiglia mormone, aspetta con impazienza il ritorno di suo marito Samuel, ostacolato dalle nevicate sempre più fitte. Un gelido pomeriggio di gennaio, tuttavia, qualcuno bussa con insistenza alla sua porta. L'uomo che compare oltre l'uscio dice di essere un fratello, un mormone in fuga dalla legge e bisognoso di riparo. Ma quell'uomo ha qualcosa di diverso dagli altri che Deborah e il marito hanno accolto in precedenza, perseguitati solo per il fatto di essere, come molti mormoni, poligami: è nervoso, sussulta ogni volta che il fuoco della stufa scoppietta, continua a guardarsi alle spalle. Chi è, dunque, quel fuggiasco? Che cosa può aver commesso di tanto grave? E, soprattutto, che cosa può fare Deborah per salvare sé stessa e l'intera Junction dall'accusa di complicità? Unendo le vivide descrizioni dell'aspro paesaggio della valle dei canyon alla vicenda dei primi insediamenti mormoni, Ann Weisgarber dà vita a «una storia avvincente, in perfetto equilibrio tra religione ed etica, crimine e peccato, compassione e paura» (Mary Doria Russell). -
Notizie dal mondo
Texas, 1870. All'indomani della Guerra civile, l'anziano capitano Jefferson Kidd, veterano di tante battaglie e stampatore in pensione, si guadagna da vivere spostandosi da una città all'altra e leggendo ad alta voce i giornali a un pubblico pagante e affamato di notizie dal mondo. Un giorno, a Wichita Falls, Kidd viene avvicinato da Britt Johnson, un nero libero che fa il trasportatore. Sul suo carro c'è una bambina di una decina d'anni, vestita alla maniera Comanche. A quanto ne sa l'agente che l'ha riscattata, si tratta di Johanna Leonberger, catturata dagli indiani quattro anni prima, quando ne aveva sei. I genitori e la sorellina più piccola sono morti nell'assalto, ma ci sono dei parenti, uno zio e una zia, a San Antonio. Per cinquanta dollari, Kidd riuscirebbe ad affrontare un viaggio di tre settimane e riportarla alla sua famiglia? Uomo d'onore, il capitano accetta, sapendo che altrimenti nessun altro aiuterà la bambina. L'incarico, tuttavia, si rivela ben più arduo del previsto. Una volta avventuratisi nel deserto, in una terra ostile e crudele, popolata da ambigui e pericolosi personaggi, al capitano e alla bambina, per sopravvivere, non resta che imparare a conoscersi e fidarsi l'uno dell'altra. -
Trilogia israeliana: Soli e perduti-Nostalgia-Neuland
Nostalgia. Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, e Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme, hanno preso casa al Castel, un tempo campo di transito per i nuovi immigrati dal Kurdistan e ora insieme indistinto di villette e baracche. Dietro il muro del loro appartamento abita il padrone di casa, Moshe Zakian, con la moglie Sima. Nell’appartamento di fronte vive il piccolo Yotam che si sente trascurato da quando Ghidi, il fratello grande, è morto soldato in Libano. Nei paraggi si aggira Saddiq, il muratore arabo che sogna di penetrare nell’appartamento sopra il bilocale di Amir e Noa, nel quale sua madre ha nascosto qualcosa di importante. Quattro case e un desiderio struggente di trovare il proprio posto nel mondo, nel momento in cui il proprio mondo – Israele e le infinite anime che lo compongono – è sconvolto dall’assassinio del Primo Ministro Yitzhak Rabin.Soli e perduti. Nel lontano New Jersey, dopo quarant’anni di felice vita coniugale, e dopo la dipartita della moglie, Geremia Mendelshtorm si scopre improvvisamente privo di appartenenza in un luogo come l’America. Un giorno, ecco la brillante idea: immortalare il nome dell’amata finanziando la costruzione di un nuovo mikveh, un bagno rituale, nella Città dei Giusti in Israele, dove aveva in animo di recarsi con sua moglie l’estate precedente. In una irresistibile commedia degli equivoci generata da eventi inaspettati, il mikveh si rivela miracoloso per ragioni tutt’altro che pure e immacolate. Una inaspettata tensione erotica impregna, infatti, magicamente le sue acque e i suoi muri e si propaga a chiunque vi si immerga. Magnifico elogio del primato del desiderio e dell’amore in ogni circostanza della vita, il romanzo getta uno sguardo furtivo e ironico su alcuni aspetti paradossali e comici della vita reale in Israele, ma è anche una meravigliosa storia universale sulla solitudine e sul bisogno di appartenenza.Neuland. Dai giorni del corso come osservatore nell’esercito di Israele, gli occhi di Dori sono sempre in cerca di minacce potenziali: cecchini sui tetti, movimenti sospetti fra i vicoli, una tenda spostata, uno scintillio che rivela che qualcuno ti sta osservando col binocolo. Un’attività inutile, ma così radicata che il timore di pericoli alberga ormai stabilmente nella sua mente. Roni, ad esempio, è la prima donna alla quale Dori ha permesso di toccare il suo amaro nocciolo di solitudine, la prima donna di cui si è fidato, sino al punto da appoggiarsi e assuefarsi totalmente a lei. Tuttavia Dori è convinto che, camminando col suo passo svelto, un giorno lei non si fermerà più e lo lascerà. E allora per evitarlo, Dori ha deciso di andarsene lui. Suo padre, Meni Peleg, eroe della guerra del Kippur, dopo la morte dell’amata moglie è scomparso da qualche parte in Sudamerica. Per scacciare i suoi spettri privati, Dori parte alla sua ricerca. Inbar ha la stessa età di Dori, non più giovane come le giovani, né avanti negli anni come quelle avanti negli anni. Una via di mezzo. Esattamente come Dori. Anche Inbar è in fuga dai suoi fantasmi privati e... -
La via regale della Shakti
Conosciuto nel mondo come uno dei maestri occidentali del tantra, Daniel Odier ha il merito di aver reso accessibile quella tradizione nata settemila anni orsono nella valle dell’Indo, forse l’unica filosofia antica che abbia attraversato tutti i sussulti della Storia per giungere a noi intatta in un’ininterrotta trasmissione da maestro a discepolo. Dopo Tantra, l’iniziazione di un occidentale all’amore assoluto e La folle saggezza delle yogini, questo è il terzo volume dell’insegnamento impartito direttamente all’autore dalla maestra yogini kashmira Lalita Devi, insegnamento che indica la via per un amore totale e conduce verso la libertà dell’essere. In queste pagine, Odier dà un’interpretazione delle pratiche segrete che si trovano nel Kaulajnananirnaya tantra, magnifico testo esoterico i cui insegnamenti sono attribuiti al leggendario maestro Matsyendranatha. Il Kaulajnananirnaya tantra è innanzitutto un testo di pratiche relative all’ottenimento delle siddhi, poteri magici, tramite la decostruzione di tabú per lo piú sessuali, e come molti testi tantrici è scritto in un linguaggio «crepuscolare», ossia indica la pratica senza svelarne gli arcani. Da qui discende il valore della trasmissione diretta dell’insegnamento dalla yogini al discepolo, poiché senza commento è impossibile accedere alle pratiche. Per questo Daniel Odier ha scelto di isolarle e di descriverle in dettaglio prima di proporre il testo integrale tradotto dal sanscrito da Dominique Boubouleix. -
Madame le commissaire e la morte del capo della polizia
Fragolin, paesino nel dipartimento del Var, sulla Costa Azzurra, ha tutto quanto si possa desiderare: il frinire delle cicale, il profumo di lavanda, il blu dell’oceano al di là delle dolci colline immerse in una luce argentina. Isabelle Bonnet, però, ex capo della squadra antiterrorismo di Parigi e ora Madame le commissaire a Fragolin, non può godersi niente di tutto ciò. La morte del capo della polizia di Tolone, Bastian, un suicidio apparentemente inspiegabile, è l’ennesimo caso che si riversa sulla sua scrivania, peraltro già parecchio ingombra delle carte di un delitto avvenuto diversi anni prima in una gioielleria sulla Croisette di Cannes. Nonostante fra lei e Bastian non sia mai corso buon sangue, Isabelle non può rifiutarsi di indagare, anche se non si tratta di uno dei suoi «casi freddi»: l’ordine le arriva direttamente da Maurice Balancourt, ministro dell’Interno nonché l’unico al mondo a poterla chiamare «chérie». Il caso, tuttavia, non è certo di quelli destinati ad attirarle le simpatie della polizia di Tolone, e diventa ancora più delicato quando Isabelle scopre nel passato di Bastian la presenza di un’attrice dai trascorsi non proprio cristallini. Per sciogliere l’intrico, a Madame le commissaire e al suo eccentrico sous-brigadier Apollinaire, uomo dall’abbigliamento bizzarro ma dall’intelligenza brillante, non resta che investigare nel sottobosco della buona società locale e nella zona d’ombra, quella che non emerge dalle cronache, della criminalità organizzata… -
L' artista delle donne. Vita di Niki de Saint Phalle
New York, 1947. Niki de Saint Phalle, diciassette anni, è radiosa nel suo vestito di tulle bianco per il ricevimento del Waldorf Astoria che sancirà il suo ingresso nel mondo degli adulti dell'Upper East Side. Tutto deve essere perfetto, per questa figlia dell'aristocrazia francese trapiantata in America: il corpetto stretto al punto giusto, l'auto in attesa alle sette e mezzo, i guanti candidi. Ma quello splendore è solo effimero, perché l'adolescente Niki cova dentro di sé un desiderio insopprimibile di libertà, di evasione dalla gabbia dorata in cui è rinchiusa. In testa, Niki ha sempre il pensiero dell'arte: che siano il teatro e la drammaturgia, dove ha già mosso i suoi primi passi, la pittura o la scultura. L'arte è il suo rifugio, il solo luogo dove trovare l'indipendenza e il potere da sempre negati alle donne. Toscana, 1998. Nel verde-argento dell'uliveto si innalzano ventidue sculture monumentali, una macchia di colore fra lo scintillio del sole e la striscia azzurra del Tirreno. È il Giardino dei Tarocchi, l'opera a cui Niki, ormai artista affermata, ha dedicato vent'anni: un desiderio covato a lungo e finalmente realizzato. È fra queste due diapositive che corre l'intera esistenza di Niki de Saint Phalle, scultrice geniale, enfant terrible del Nouveau Réalisme; un'esistenza appassionata e rocambolesca, che Niki attraversa guardando sempre alle donne, alla loro libertà, ai loro desideri. È per questo che, giovanissima, accetta un lavoro di fotomodella e fugge da New York con Harry Mathews, soldato di Marina. Ed è sempre per questo che, quando viene raggiunta dall'ombra di un terribile segreto del passato, dà vita alle celebri Nana, sculture trionfanti di grandi ballerine colorate, il paradigma stesso della gioia di vivere. A suo agio fra gli artisti del suo tempo – Max Ernst e Constantin Brâncuși, ma soprattutto lo svizzero Jean Tinguely – Niki osa finalmente sognare le sculture del suo giardino incantato. Ma per esaudire quel sogno molta è la strada da fare, e altrettanti i sacrifici da consumare... Dopo La scultrice. Vita di Camille Claudel, Pia Rosenberger torna a raccontarci una vita spregiudicata, in un romanzo dove finzione e realtà si mescolano per restituirci il ritratto a colori accesi di una grande artista del Novecento. -
Il castello di Dragonwyck
Miranda Wells, diciotto anni, capelli biondi come ranuncoli, pelle candida come i fiori di melo che le ricoprono il vestito mentre legge un romanzo francese anziché dedicarsi alle ben più pressanti faccende di casa, è una ragazza dalla bellezza squisita e dall’animo limpido, amante delle cose eleganti e ancora preda dei sogni infantili. Nella sua passione per la letteratura e le avventure libresche sembra quasi di scorgere una giovane Emma Bovary, piena di entusiasmo e di illusioni. È per questo che quando, nella primavera del 1844, a casa Wells arriva la lettera di un lontano parente, il ricco proprietario terriero Nicholas Van Ryn, che la invita a trascorrere un periodo presso di lui, Miranda comincia a sognare di allontanarsi dai genitori, e in particolare dal padre, rigidamente religioso, per vivere la vita piena di emozioni che ha sempre desiderato. Van Ryn ha bisogno di lei per un motivo concreto, far compagnia alla figlia Katrine, eppure a Miranda quella sembra l’unica possibilità di sfuggire a una quotidianità ottusa e banale. Una volta arrivata a Dragonwyck, la tenuta della «strana e sregolata» famiglia Van Ryn nella Hudson Valley, stato di New York, la ragazza ne rimane immediatamente stregata. Sembra proprio un incantesimo, quello che promana dalle mura di una villa tanto audace da parere un castello, con la sua torre gotica, i frontoni, i comignoli, i giardini fioriti e gli interni lussuosi. Allo stesso modo Miranda è affascinata dal padrone di casa, Nicholas, con le sue mani lunghe e sottili e l’abitudine di portare sempre un fiore all’occhiello. Tutto sembra perfetto, dunque, nella sua nuova vita in cui i confini del gusto e della moralità sembrano spingersi sempre un po’ piú in là. Perfetto, anche se nell’ombra piú fonda dei sottoscala infestati di voci si rincorrono sussurri e sotto le chiome degli alberi si nascondono segreti. Ma è quando gli occhi del padrone di casa finiscono per cadere sempre piú spesso su di lei che la vita di Miranda, oltre che perfetta, rischia di diventare pericolosa. Pubblicato per la prima volta nel 1944, Il castello di Dragonwyck è il ritratto di una società divisa fra ricchezze lascive e terribile povertà, in cui si muovono personaggi preda di intense passioni; una storia gotica di manipolazione e mistero, in cui striscia, costante, una fredda corrente di inquietudine sottile. -
In
Sopprimere, ovvero recidere ogni legame con l'altro per volontà personale e annientare il suo cuore attraverso l'indifferenza, l'abbandono, la fuga e quant'altro. È il tema che ossessiona da qualche tempo la scrittrice Suzuki Tamaki, al punto tale da farne l'oggetto del romanzo che ha in animo di scrivere, intitolato L'indecenza. L'ossessione le è sorta il fatidico giorno in cui ha aperto le pagine de ""L'innocenza"""", un romanzo degli anni Cinquanta in cui il celebre autore, Midorikawa Mikio, narra con disarmante sincerità di X, la sua amante, e la ritrae come l'origine di tutti i mali della sua famiglia, colei che ha fatto si che Chiyoko, sua moglie, si perdesse totalmente nei meandri bui della follia a causa della sua violenta gelosia. Quando si imbatte in alcune vecchie immagini di Midorikawa in compagnia di una ragazza, Ishikawa Motoko, credendo di poter dare un nome alla misteriosa X de """"L'innocenza"""", Tamaki si ritrova al cospetto della donna, ormai sessantaquattrenne. Pelle luminosa, guance rosee e neanche l'ombra di una ruga intorno agli occhi, Motoko ha un volto da eterna ragazza cosi bello e irreale da sembrare un essere venuto da un altro mondo. La sua confessione sgomenta Tamaki: Midorikawa l'ha sedotta che era appena una graziosa e incantevole fanciulla, ha piantato le tende in casa sua per ben sei anni esasperando il suo desiderio, poi quando lei è cresciuta l'ha abbandonata, imprigionandola per sempre nella sua verginità. Ishikawa Motoko non può dunque essere X. La ricerca di Suzuki Tamaki sembra a un punto morto. Chi è quella donna senza volto e senza nome diventata famosa grazie a un romanzo, ma evanescente come un fantasma? E, soprattutto, chi è davvero Midorikawa Mikio? Un essere estremamente egocentrico che annienta il cuore degli altri? Un uomo crudele e spregevole che recide i suoi legami con studiata indifferenza?"" -
L' albatro
Palermo, 1903. Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un bambino solitario e contemplativo, uno di quelli che preferiscono «la stranezza delle cose alle persone», avendo «per compagnia solo il silenzio». Figlio unico di una nobile famiglia siciliana, vive in uno sfarzoso palazzo, circondato unicamente dai discorsi degli adulti. Un giorno, nella sua vita arriva Antonno: nessuno si prende la briga di presentarli, e i due bambini si ritrovano all'improvviso l'uno dinnanzi all'altro. È un bambino «tutto al contrario», Antonno: se sfoglia un libro comincia dall'ultima pagina, se vuole andare avanti cammina all'indietro e non c'è verso di fargli iniziare la settimana di lunedì o di togliergli dalla testa che si nasce morendo. Giuseppe non sa nulla del suo passato, però sa che Antonno non è come gli altri bambini e che la fedeltà che dimostra nei suoi confronti è pari solo a quella dell'albatro: tenacissimo, l'albatro non abbandona il capitano nemmeno nella disgrazia, seguendolo nella buona e nella cattiva sorte. Da quel momento, infatti, non c'è avventura in cui Antonno non affianchi Giuseppe, almeno fino al giorno in cui, così come è arrivato, Antonno svanisce.rnDivenuto adulto, Giuseppe partecipa ai due conflitti mondiali; dopodiché si ritira a vita privata, viaggiando per il mondo e infine cimentandosi nella stesura di un romanzo che avrà per protagonista un personaggio fugace, un nobiluomo colto e malinconico che perde il suo sguardo nel cielo per fuggire la terra: un romanzo che, dopo lunghi anni, ricondurrà da lui Antonno e la sua visione rovesciata del mondo. Facendo propria l'idea che il destino di ogni adulto vada cercato nei suoi sogni di bambino, Simona Lo Iacono tratteggia, con sontuosa eleganza, il ritratto di una delle più importanti figure della letteratura italiana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e del suo celeberrimo Il Gattopardo. -
Amy Snow
Hertfordshire, 1848. La brina ricopre i campi e le strade quando Amy Snow, la mantella stretta per difendersi dal gelo, si allontana da Hatville Court, la casa in cui ha vissuto per ben diciassette anni. L'unica persona che lei abbia mai amato, Aurelia Vennaway, figlia unica di Lord Charles e Lady Celestina Vennaway, una delle famiglie più in vista della contea, giace sotto sei piedi di terra in un angolo silenzioso del camposanto. Era stata proprio Aurelia a trovarla, diciassette anni prima, abbandonata al limitare della proprietà in una tersa mattina di gennaio in cui l'aria era tagliente come vetro. Erano cresciute insieme, Aurelia e Amy, come due sorelle inseparabili. Ma ora, con la scomparsa di Aurelia, ad Amy non resta che mettere da parte il dolore e rivolgersi con determinazione al compito che Aurelia le ha affidato poco prima di morire: decifrare una serie di lettere contenute in un pacchetto occultato con cura, lettere che contengono un segreto cui Aurelia non ha mai fatto cenno quando era in vita. -
Jane Austen book club
Jocelyn ha passato i cinquanta, ma non smette di partorire un'idea bizzarra dietro l'altra. Un giorno Sylvia, la sua migliore amica, le confida che suo marito le ha chiesto il divorzio, dopo trentadue anni di matrimonio. Trentadue anni di gioie e soddisfazioni svaniti improvvisamente nel nulla, le dice tra i singhiozzi. E Jocelyn che cosa fa? Decide di fondare un club del libro, il Jane Austen Book Club, poiché, citando Kipling, «non c'è niente di meglio di Jane quando sei nei pasticci». Del resto, Jane Austen ha scritto meravigliosi romanzi sull'amore e, proprio come Jocelyn che si prende cura solo delle passioni altrui, non si è mai sposata. Sylvia si mostra entusiasta: Jane Austen è sempre stata per lei come una sorella o una zia che scriveva i suoi libri in un salottino affollato e li leggeva ad alta voce ai parenti. La vera sorpresa è però la pronta adesione al club di Bernadette, Allegra, Prudie e, soprattutto, di Grigg, il bel quarantenne con i capelli scuri e le ciglia lunghe e folte. Ciascun membro dell'esclusivo circolo ha una sua Austen preferita. Bernadette, sessantasette anni, dopo aver ufficialmente detto addio allo specchio, ama immensamente Orgoglio e pregiudizio e lo propone a battesimo del club. Allegra, la figlia di Sylvia che non si lascia sfuggire occasione per ricordare a tutti che è lesbica, pensa solo che i romanzi di Austen siano un monito riguardo alle terribili conseguenze delle ristrettezze economiche sulla vita delle donne. Prudie, ventotto anni, sposata da poco, pelle diafana e guance scavate, sussurra che la sua Austen preferita è la scrittrice cupa di Persuasione. E poi c'è Grigg che non sa scegliere e si presenta alla prima riunione con l'opera completa della Austen sotto braccio... Romanzo irresistibile in cui cinque donne e un uomo si intrattengono sul «significato del matrimonio, dello status sociale e dell'amore in Jane Austen» (Publishers Weekly), Jane Austen Book Club mette in scena orgogli e pregiudizi del nostro mondo svelando l'eterno legame tra letteratura e vita. -
La casa dalle finestre sempre accese
A Torino, tra corso San Maurizio e il Lungo Po Cadorna, c'è un edificio color sabbia con le finestre che guardano il fiume e la collina: in un appartamento al secondo piano, vivono, «con il passo dell'illusione e con la generosità della speranza», Giacomo e Renata Debenedetti. Si sono incontrati una sera d'inverno del 1919, al Teatro Regio di Torino. Renata Orengo ha solo dodici anni quando il suo sguardo incrocia quello di Giacomo Debenedetti, di cui si innamora sin dal primo istante. Lei è una ragazza di buona famiglia, lui uno studente del politecnico, le cui amicizie comprendono personaggi come Piero Gobetti, Mario Soldati, Umberto Saba e Eugenio Montale. Intellettuale ebreo perso nei suoi sogni, per molto tempo Giacomo aspira a diventare scrittore, ma sarà solo dopo aver letto La Recherche di Proust che andrà incontro al suo destino. Il matrimonio con Renata si celebra il 4 dicembre 1930. Da quel giorno, nell'appartamento affacciato sul Lungo Po, nasce un mondo nuovo, popolato da artisti, giovani intellettuali e grandi poeti. Ma in breve tempo la loro esistenza viene sconvolta dalle leggi razziali, conoscono la desolazione della guerra, la fuga a Cortona, l'entusiasmo della ricostruzione, le disillusioni di una carriera professionale disseminata di grandi riconoscimenti e di atroci delusioni.