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Così parlò Vasco Rossi. Antologia poetica. Tutti i testi commentati
Per rendere onore all’opera di un monumento della musica italiana era necessaria un’opera monumentale. Salvatore Martorana si è posto l’obiettivo di scovare in tutti i testi del rocker di Zocca ogni singola traccia del caos, del disordine mentale, dello spirito ribelle e geniale che ha fatto di lui la più grande stella del panorama rock italiano. L’autore si inoltra tra le righe stupefacenti della sua produzione artistica, mettendo scrupolosamente al vaglio le provocazioni, i doppi sensi, l’acuta ironia, ma anche le citazioni, i riferimenti culturali, i richiami appena accennati eppure ben presenti, troppo spesso non evidenziati a causa di un processo di banalizzazione del personaggio che forse ha fatto comodo anche allo stesso Vasco nella conquista sconfinata del mercato tricolore. Prima del rocker verrà, dunque, il cantautore, il poeta. Non la voce, rauca e inconfondibile, ma il tocco della mano, fragile e incendiario, capolinea in versi scritti delle nausee della pancia, dei tumulti del cuore, delle fantasie della mente, delle paranoie e delle eccitazioni di un’anima fragile e di molte generazioni, che in essi si riconoscono. Se il cantautorato troverà, come tutti auspichiamo, il suo definitivo e riconosciuto spazio nel programma di istruzione nazionale, allora questa potrebbe essere la prima antologia dedicata all'opera di uno tra i più grandi, contraddittori e dissacranti autori italiani viventi. -
Leonard Cohen. Hallelujiah. Testi commentati
Nel corso dei suoi ottantadue anni di vita, Leonard Cohen ha sperimentato molto. Si è distinto come giovane scrittore nella francofona Montréal e ha ceduto anche alla poesia, ma è con la musica che ha guadagnato la fama. Le sue canzoni esplorano vette e miserie dell'animo umano con lucida sincerità, ma nei loro versi si nasconde spesso più di un'interpretazione, il che rende necessario individuare diverse chiavi di lettura che rivelino una scrittura talvolta simbolica, altre volte onirica: la Bibbia, il suo essere ebreo, il sesso. Come il suo canzoniere, anche la sua biografia si snoda fra ostinate ricerche spirituali e un'assoluta necessità di amore. Mistica e passione trovano in Cohen un'impensabile compenetrazione, una sintesi suprema che non rischia mai l'incoerenza. Entrare nello spirito del testo diventa essenziale per impadronirsi di tutte le sfumature che esprime, per scoprire ansie di vita talmente profonde da diventare universali. È ciò che si propone di fare questo libro, un omaggio sentito e doveroso alla lunga carriera di uno dei più influenti songwriters dell'ultimo secolo. -
Battiato. La voce del padrone. 1945-1982. Nascita, ascesa e consacrazione del fenomeno
Franco Battiato è da oltre cinquant'anni una figura unica nel panorama artistico italiano per il suo impavido muoversi tra il pop e la ricerca più ardita, fino a esplorare il mondo dell'opera, della pittura e del cinema. Ogni passo compiuto da Battiato è peculiare per coraggio, originalità, intraprendenza e forza di volontà. Questo libro narra del percorso che da un piccolo paese siciliano arriva alle vette delle classifiche: dal 1945, anno di nascita del musicista, al 1982, momento della consacrazione con la voce del padrone, uno degli album più venduti nella storia della discografia italiana. In questo lasso di tempo il cammino di Battiato è impervio e segnato da numerose crisi: abbandona il paese natale per affrontare la metropoli e le sue sirene incantatrici, realizza il sogno di diventare musicista ma presto rinuncia al facile successo commerciale, imbocca la strada della sperimentazione, divide aspramente pubblico e critica fino a tornare sui propri passi per riprendersi, finalmente, quel successo che aveva solo sfiorato agli albori della carriera. Per ricostruire questa appassionante vicenda, Fabio Zuffanti ha effettuato una certosina ricerca in tutto ciò che finora è stato pubblicato sull'argomento e ha analizzato ogni singola canzone dell'artista siciliano (relativamente al periodo citato) con scrupoloso fare musicologico. Ma non sono solo i brani di Battiato a essere sviscerati dall'attenta penna del musicista/scrittore genovese, bensì anche i concerti, le scelte di vita e tutte le collaborazioni, dichiarate e non. Zuffanti ha inoltre interpellato un gran numero di persone che hanno percorso piccoli o lunghi tratti di strada insieme a Battiato: musicisti, grafici, fotografi, giornalisti, collaboratori o semplici amici che con i loro contributi inediti raccontano gustosi retroscena su canzoni, dischi, concerti, registrazioni, copertine, foto, partiture e misticismo. Anche lo stesso Battiato è chiamato a ripercorrere la sua ascesa e consacrazione, e lo fa tramite rare dichiarazioni estrapolate da interviste d'epoca e incontri vari. Dichiarazioni che mettono in luce il suo carattere fiero e senza compromessi, in analisi sempre lucide e illuminanti su arte e società. -
La bottega dei falsautori. Il grande bluff della musica pop
La canzone è la forma d'arte più fruita in assoluto: brevità e immediatezza la rendono accessibile più di qualsiasi altra forma musicale. Chiunque è stato appassionato, nel corso della sua esistenza, anche solo di una singola canzone, ""autore"""", album o genere di musica leggera; chiunque si è trovato a pronunciare frasi come «mi piace molto la musica di Renato Zero», «sono un grande fan della musica di Gianni Morandi», «non vivrei senza la musica di Claudio Baglioni», «la musica di Roberto Vecchioni è pura poesia», e così via. Ebbene, buona parte di quello che abbiamo sempre pensato essere il prodotto della penna o della mente dei nostri beniamini è in realtà totalmente o parzialmente riferibile a veri e propri ghost writer, o, meglio ancora, ghost composer, compositori fantasma il cui lavoro viene menzionato, per una semplice questione di diritti d'autore, nei minuscoli credits sul retro dei CD. E oggi che il CD non esiste quasi più, oggi che quasi tutta la musica che ascoltiamo è digitale, i nomi di quei compositori fantasma, noti nel gergo come arrangiatori o produttori musicali, non compaiono da nessuna parte. «La bottega dei falsautori» si rivolge dunque al grande pubblico della canzone leggera con l'intento di dare a Cesare quel che è di Cesare, andando così a colmare un'enorme lacuna che media e critici di settore continuano ad alimentare. Un vero e proprio sondaggio, presente in apertura del libro, documenta numericamente un'enorme distorsione percettiva che impedisce di possedere, costruire, maneggiare, conoscere una vera storia della musica leggera, una versione autentica e non totalmente falsata del percorso che l'arte del suono ha avuto da un secolo a questa parte. «La bottega dei falsautori» è qui per questo motivo, per fare chiarezza in un mondo che di chiaro ha le sole luci della ribalta. Presentazione di Marco Travaglio, prefazione di Elvidio Surian e post di Federico Capitoni."" -
Neil Young. (After) The Gold Rush
A più di settant’anni, Neil Young detta ancora i tempi. Autore, cantante, chitarrista, attivista, il musicista sigilla anno dopo anno, con la veemenza che lo contraddistingue da sempre, album e concerti, attività benefiche e studi sul suono, invettive contro le corporazioni e soluzioni ecologiche. Un artista a tutto tondo che Stefano Frollano e Fabio F. Pellegrini hanno osservato e studiato, rileggendone la storia musicale in un viaggio che parte dal Canada per approdare in California, terra sognata come il Nuovo Paradiso: è così che la corsa all’oro del 1849 trova la sua nuova creazione durante gli anni Sessanta del secolo scorso, quando decine di musicisti partiranno alla volta del “Golden State”. La natura incontaminata, i nativi americani, una nuova Terra Promessa diventano gli elementi dove misurare se stessi, trasformando la Frontiera da luogo fisico a un non luogo, dove l’immaginazione e la fantasia diventano altri confini da raggiungere. The Squires, i Buffalo Springfield, CSN&Y, i Crazy Horse e altri protagonisti dell’universo del musicista canadese trovano spazio in questa saga, che continua a ispirare nuove generazioni di musicisti in tutto il mondo. Il volume è corredato da alcune immagini inedite in Italia, da una accurata discografia dell’artista, da una cronologia dei concerti dal 1961 al 1978 e da un’intervista con Ralph Molina, il leggendario batterista dei Crazy Horse. -
Brunori Sas. La vita pensata e la vita vissuta
La vita pensata e la vita vissuta, i desideri e le insoddisfazioni, i progetti e le esitazioni sono alcune delle dicotomie principali presenti nelle canzoni di Dario Brunori, intorno a cui ne ruotano molte altre: istinto-ragione, tempi interiori lunghi-frenesia contemporanea, Sud-Nord, Lamezia-Milano, valori rocciosi senza tempo-modernità liquida, profondità-leggerezza, idealismo-realismo. I suoi dischi cantano la normalità e il quotidiano, così come uno slancio quasi utopico verso il cambiamento e il superamento di ciò che è dato: se non basta scrivere canzoni per «dare al mondo una sistemata», la musica può comunque combattere la tentazione di arrendersi passivamente al presente e raccontare di contro la possibilità di agire e intervenire nel mondo, operando un cambiamento, purché ognuno parta da sé stesso. Brunori non punta mai il dito contro i difetti degli altri, ma osserva in sé il rischio dell’indifferenza, della superficialità, della possessività o della disperazione. In una dialettica tra dentro e fuori, narra istantanee della sua vita vissuta, così come esce dalla rassicurante dimensione privata e casalinga per osservare la società. In questo libro si analizza il percorso musicale del cantautore calabrese tra suoni minimali e arrangiamenti più elaborati, dimensione acustica e orchestrale, tra il calore del suono di strumenti tradizionali e tocchi più algidi di sonorità elettroniche e metropolitane, tra una leggerezza divertita e argomenti importanti (lavoro, famiglia, fede, ecc.), i drammi giornalieri dei poveri cristi e la necessità di stemperare ogni tristezza con il sorriso bonario dell’ironia, o con la levità ora giocosa ora incantata della musica. Tutta la carriera del cantautore tra primi pezzi e collaborazioni, dischi e tour, racconti, articoli e spettacoli teatrali, cinema e tv, recensioni e riconoscimenti. -
Le luci della centrale elettrica. Canzoni ai tempi dei licenziamenti
La Terra, l'Emilia, la Luna. Sono tante le immagini che affollano le poesie di Vasco Brondi, cantautore salito al successo nel 2008 grazie a una semplice chitarra acustica, dei testi scarni, originali, inaspettati. Si fa chiamare ""Le luci della centrale elettrica"""" e quello che propone è un progetto complesso e vario, nel quale la voce si confonde con gli oggetti di cui canta: dalle strade sterrate alle centrali a turbogas, dallo schermo luminoso di un pc ai viaggi della speranza nel Mediterraneo, ogni elemento della quotidianità diventa un simbolo potente con il quale leggere la nostra contemporaneità. Partendo dalle canzoni da spiaggia deturpata del primo disco e arrivando alle spiagge di terra, finora l'ultima produzione, questo libro racconta la poesia del cantautore ferrarese e il suo modo di affrontare grandi temi come le migrazioni, il lavoro, la produttività, l'amore ai tempi dei licenziamenti e delle partenze. Attraverso dischi, libri, fumetti e collaborazioni importanti, si descrive l'evoluzione di un progetto vivo e in costante crescita. Indipendente nella sua accezione più profonda, Vasco Brondi è oggi una pietra miliare dei cantautori del Duemila, un artista apprezzato da critica e pubblico grazie a uno stile e a un'estetica tra le più riconoscibili; un grande protagonista della nuova scena musicale italiana e forse, come è stato definito, """"il più bravo di quelli nuovi""""."" -
Calcutta. Amatevi in disparte
È il 24 ottobre 2015 quando il sito de «la Repubblica» lancia la bomba che farà esplodere di lì a poco i confini tra l’indie e il pop italiano: il video di ""Cosa mi manchi a fare"""" conta più di diecimila visualizzazioni in soli due giorni ed Edoardo D’Erme, in arte Calcutta – dopo anni di gavetta nei locali underground, ex ragazzo con la felpa e il cappuccio che girava l’Italia in treno con la sua chitarra per suonare su palchi piccolissimi, che dimenticava i testi ma ne scriveva come pochi – diventa mainstream. I giornalisti fanno a gara per intervistarlo, alcuni lo etichettano come il cantautore del disagio della sua generazione, altri come un gran paraculo. Social, passaparola, radio, la sua comunicazione sghemba, la capacità unica di raccontare il suo mondo e le sue emozioni attraverso le assurde immagini che gli ronzano attorno: nei tre anni a seguire il cantautore di Latina farà sold out ovunque, scriverà canzoni per le stelle della musica leggera, inciderà un album straordinario che lo renderà evergreen e terrà un concerto all’Arena di Verona registrando il tutto esaurito. In quest’anomala monografia Antonio Coletta – che ha lavorato per l’ufficio stampa Sunday Press alla promozione dell’album """"Forse..."""" e dell’Ep """"The Sabaudian tape"""" – racconta il fenomeno Calcutta scomponendo e ricomponendo canzoni, ricordi, foto e interviste."" -
L'arte di imitare. Il fenomeno delle tribute band in italia
Le tribute band rappresentano da sempre un fenomeno controverso e centrale nella scena musicale live italiana. Se da una parte suscitano l'odio di musicisti e cultori della musica dal vivo, dall'altra riempiono i locali dove suonano. Dopo aver mosso i primi passi negli anni Novanta, oggi i tributi occupano uno spazio di rilievo in tutta la penisola, contano su un importante seguito di pubblico e sono argomento di accesi dibattiti! dalla valenza artistica allo spazio reclamato dai musicisti emergenti; dalla mancata originalità all'aspetto puramente economico. La tendenza alla ""retromania"""", che da anni pervade la produzione musicale mondiale, evidenzia come le tribute band siano solo la punta dell'iceberg di questo modo di concepire la musica: elevano ad arte il concetto di tributo, arrivando a creare delle riproduzioni quasi teatrali, replicano i brani originali suonando strumenti identici agli artisti di riferimento, diventano un tutt'uno con la rockstar; solo alcune formazioni si discostano dai modelli cercando di trasmettere il proprio essere e interpretando i brani in modo personale, le tribute band meritano di essere considerate come veri gruppi rock, ma al contempo rivelano come la nostra cultura musicale sia spesso rivolta al passato, mettendo in luce pregi e difetti del nostro vivere musicale. Per comprendere al meglio le motivazioni, l'ambiente e le caratteristiche del fenomeno, per questo libro sono stati intervistati componenti di tributi, giornalisti e gestori di locali, ne è emerso che ogni tribute band ha la sua identità e ogni critico o musicista una sua idea. osservandolo dall'interno, affiorano contraddizioni, passioni, obiettivi e dilemmi di un fenomeno in continua evoluzione."" -
Rettore specialmente. I testi e le canzoni dell'ultima «strega» della musica italiana
Quarant'anni fa, nel 1978, Donatella Rettore cambiava look e passava al rock, ma soprattutto nascondeva Donatella e restava, per tutti e per sempre, Rettore. Un'artista speciale. ""Rettore specialmente"""" offre una lucida interpretazione dell'evoluzione artistica ed esistenziale di Rettore, mediante un'indagine che ha come oggetto esclusivo i testi delle sue canzoni. Attraverso un percorso che ha inizio negli anni Settanta, scopriamo le contraddizioni di uno spirito in divenire, che vive a cavallo tra due epoche """"l'un contro l'altra armate"""": emergono così una Rettore femminista, moderna, desiderosa di indipendenza e rivoluzionaria, e una Rettore intimista, nostalgica e vagheggiatrice di un legame affettivo stabile. La soluzione a questa dicotomia sembra essere la metamorfosi, che l'autrice di """"Kobra"""" attua attraverso le fasi di costruzione del suo personaggio, quando il look acquista un peso significativo. L'uso sapiente che Rettore fa della """"parola cantata"""" apre squarci, illuminazioni, """"maglie nella rete"""" su una realtà """"altra"""". I simboli si fanno archetipi e la poetica di Rettore vera e propria indagine antropologica, in cui predomina la componente """"religiosa"""" delle relazioni umane. """"Rettore specialmente"""" è uno strumento per capire il suo mondo magico e scoprire che, dietro look e travestimenti. Rettore non è... un serpente!"" -
Per chi suona la buatta. Storia di un percussautore
Il suono della musica dei tamburi artigianali, le buatte, in dialetto napoletano, echeggia nelle pagine del libro come fosse richiamo per l'animo di un bambino. Il primo suono che raggiunge Tony è nel negozio di panettiere del papà, nel centro di Napoli. Tony rimane suggestionato dall'armonia prodotta dal picchiettare ritmico sui piatti della bilancia e sul legno del bancone. A dieci anni, con la famiglia, si trasferisce a Cercola, un paese alle falde del Vesuvio. Si nutre della cultura di quei luoghi, fatta di vibrazioni, di fermenti popolari, di energia, che traggono intatta l'impronta del vulcano. Appena adolescente ritorna a Napoli, negli ambienti dove si crea la musica. Frequenta il Play studio, un centro sperimentale di ricerche audiovisive: ""Era frequentato da giovani musicisti come Franco Battiato, De Gregori, Venditti"""". Entra nel giro delle radio libere. È qui che incontra colui che gli darà l'occasione di iniziare: Sandro Petrone. Conierà insieme all'amico il termine """"percussautore"""", che gli rimarrà per sempre come un sigillo di originalità. Viene notato da un altro animo elevato della musica partenopea, Edoardo Bennato. Collaborerà con lui in due album, fino all'incontro con Pino Daniele, che lo consacrerà definitivamente come il musicista che girerà il mondo con le sue buatte. Prefazione di Antonio Pascotto. Postfazione di Renzo Cresti."" -
La gara dei sogni
Come in un romanzo d’avventure, e di piccole disavventure, Edoardo De Angelis ci racconta la sua vita attraversata dalla musica, la sua storia e quella della sua famosa canzone Lella, entrata nel patrimonio universale della musica popolare. Affacciandosi a queste storie, se ne possono scorgere mille altre: storie di persone, di grandi artisti e di grandi uomini, di indimenticabili amicizie. Storie di viaggi infiniti e infiniti ritorni, incontri e passaggi di un percorso che di anno in anno, di dove in quando, di canzone in canzone, disegnano un percorso di quasi cinquant’anni della nostra canzone d’autore, ma anche della nostra vita, dei sentimenti, del costume, della società, perché questo è il cibo di cui la canzone d’autore si nutre. Come una favola, nella quale i personaggi sono Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Francesco De Gregori, Neri Marcorè e tantissimi altri che sono entrati con passo sicuro nelle pagine di questa cronaca del nostro tempo. La gara di sogni è un viaggio al ritmo della musica: non si sa dove esattamente sia iniziato, né dove finirà, ma è sicuro che su questa immaginaria carrozza ci sarà un posto riservato per ogni lettore, per ogni amico che si avvicini con il cuore aperto e la mano tesa. -
Colapesce. Maledetto italiano
Nel panorama attuale, Colapesce è una mosca bianca. Come un artigiano, cura i suoi dischi con la massima attenzione, scrive testi poetici e rigorosi, rifugge da facili ritornelli e imbastisce arrangiamenti che lo portano lontano dalle soluzioni troppo spesso trite del cantautorato italiano. Se è un cantautore, lo è alla maniera dei più grandi. È stato paragonato non a caso a Lucio Dalla e Franco Battiate. Attratto tanto dalla sperimentazione quanto dalla tradizione, ama mescolare sacro e profano, ritmo e melodia, suggestioni cinematografiche e letterarie, Sicilia e America, indie pop e folk anni Settanta. Racconta l'amore con una lingua nuova, stendendo un doppio velo di dolcezza su una grammatica dei corpi che sa essere trepidante ma anche esplicita. Ha una straordinaria capacità di lettura del presente e riesce come pochi a descrivere la precarietà materiale e affettiva dei nostri tempi. In ogni canzone dà l'impressione di impegnarsi strenuamente nella difesa di una purezza e di un'onestà sempre più rare nel territorio scivoloso dell'industria musicale del nuovo millennio. Nato nel 1983 a Solarino, in provincia di Siracusa, Lorenzo Urciullo si fa conoscere con la band Albanopower. Nel 2010 dà vita al progetto solista Colapesce, chiamato così in omaggio a una nota leggenda siciliana. Da solo - ma circondandosi di volta in volta di brillanti collaboratori - trova la sua dimensione ideale. Nel 2012 esce un Meraviglioso declino, nel 2015 Egomostro e nel 2017 Infedele: tre dischi, tre tappe della maturità artistica di un autore destinato a restare. -
I Cani. I dischi, i bagni nel mare, l'umanità
Un pensiero distratto in un giorno qualsiasi, mentre si sfreccia in motorino in centro a Roma. Tutto inizia quasi per gioco, nel più totale anonimato. È il giugno del 2010 quando ""I pariolini di diciott'anni"""" e """"Wes Anderson"""" vengono caricati sotto il nome de """"I Cani"""" su SoundCloud e YouTube. La reazione del pubblico è qualcosa di molto simile a un fenomeno virale, preludio al primo disco uscito l'anno dopo per la 42 Records. I primi concerti e le interviste con un sacchetto di carta in testa, due buchi per gli occhi: la scelta iniziale di non rivelare la propria identità, per sentirsi più liberi di raccontare e raccontarsi. Quando si parla de """"I Cani"""" la tentazione è sempre quella di usare il plurale, ma sarebbe più giusto parlare di one man band. La mente dietro il progetto è Niccolò Contessa, classe 1986, nato a Spoleto, romano d'adozione, laurea in matematica e già leader del gruppo elettronico Tavrvs. Per Niccolò i cani sono gli attori che non sanno recitare, ma anche i migliori amici dell'uomo; ci sono i cani randagi e da salotto, fino a quelli da combattimento. È il nome giusto per parlare di molte cose, anche diverse tra loro. Da un volto sfocato o nascosto all'apprezzamento di Roberto Saviano che definì le canzoni de """"I Cani"""" """"tra i migliori racconti sul nostro paese"""", da una cameretta solitaria ai grandi palchi, dal cantautorato come passione un po' nerd all'esperienza come produttore per Calcutta e Coez, sino alla candidatura ai David di Donatello: tra l'amore-odio per la visibilità e un'innata timidezza, un sorprendente album d'esordio e la voglia di """"Sparire"""", la storia dell'""""ennesimo gruppo pop romano"""" tra biografia e racconto."" -
I migliori anni della nostra musica. Un secolo di cantautori in 200 canzoni
Una colonna sonora e insieme la cifra della coscienza e del cambiamento per molte generazioni, molto al di là della semplice canzonettarnrn«Un libro fatto per confrontarsi e discutere» - Antonio Lodetti, Il Giornalern«Cento anni fa la prima canzone d'autore,Come piove di Armando Gill. Com'è cambiato da allora il modo di raccontare in musica il proprio tempo? Federico Pistone risponde con 200 canzoni da riascoltare.» – Liberi Tutti, Corriere della SerarnrnCome definire la ""canzone d'autore""""? È canzone d'impegno? Certo. Ma definiamo """"impegno"""": militanza politica alla Pietrangeli, alla Marini e alla Della Mea? È la pura arte del linguaggio di De André e De Gregori? È l'atmosfera letteraria di Conte e di Ciampi? La trasgressione e l'ironia di Buscaglione, Gaetano, Bennato, Caputo? È l'esistenzialismo alla Tenco, Endrigo, Guccini, Vecchioni? È il sublime sentimentalismo di Modugno e Paoli? È la riscoperta di culture antiche di Branduardi e Capossela? O nuove ispirazioni del Duemila alla Baustelle, Brunori Sas, Thegiornalisti, Mannarino? Ma anche Al Bano e Gabbani, artisti distanti decenni, con buona pace dei puristi sono cantautori perché specchiano il proprio tempo. Da Armando Gill a Calcutta, un secolo di musica d'autore è raccontato attraverso 200 canzoni fondamentali. Ai classici intramontabili si affiancano brani da riscoprire per costruire una discoteca ideale di capolavori che compongono l'appassionante storia dei cantautori italiani, un fenomeno culturale, sociale e politico di straordinaria portata. Una colonna sonora e insieme la cifra della coscienza e del cambiamento per molte generazioni, molto al di là della semplice canzonetta."" -
Street fighting man. Il '68 dei Rolling Stones
Alla fine di agosto del 1968 i Rolling Stones pubblicano ""Street fighting man""""; negli stessi giorni esce il 45 giri """"Hey Jude"""" dei Beatles, che ha come retro """"Revolution""""«Attraverso il racconto della genesi del brano e della tiepida accoglienza, Barbieri ricostruisce un contesto storico complesso, con gli Stones adottati dalla sinistra inglese e da artisti come Godard e Schifano. Una folgarazione sociale che resta un momento unico nella storia della band» - Andrea Silenzi, Robinsonrn""""Street fighting man"""" è una delle canzoni più citate tra le tante pubblicate nel '68. Nella sua cronistoria scorrono e si sovrappongono vari momenti e differenti contesti: dai figli dei fiori alle manifestazioni di piazza, dalla musica psichedelica all'avvento della musica rock, dalla violenza della polizia durante la convention dei democratici a Chicago a un'autentica offensiva delle istituzioni contro una scena pop-rock inglese decisamente invisa soprattutto a un'aristocrazia conservatrice. E poi ancora, la condanna di Mick Jagger e Keith Richards per possesso di droga, la loro incarcerazione, l'editoriale del «Times» a favore di Jagger, la fascinazione subita dalla New Left inglese nei confronti dei Rolling Stones, recepiti come espressione diretta della ribellione. """"Street fighting man"""" è anche ricordata per la veemente polemica che vide schierarsi in Europa, negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica contrapposte fazioni che condannavano l'ambigua posizione di Lennon sul """"movimento"""" ed esaltavano """"Street fighting man"""". Dissidi personali e musicali all'interno della band, vessazioni continue da parte della polizia, tentativi di alcune fazioni politiche di conquistare l'attenzione di Jagger, nonché l'interesse di Jean-Luc Godard e Mario Schifano hanno infine iscritto il brano nella Storia e nella storia del gruppo."" -
Revolution. Il '68 dei Beatles
Smessi i panni della Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, scesi dal bus del Magical Mystery Tour, i Beatles abbandonano le visioni psichedeliche per rivolgersi alla Trascendenza professata dal nuovo guru, il Maharishi Yogi. Dal suo ashram alle pendici dell’Himalaya, mentre altrove è già tumulto, essi imboccano la Long and Winding Road al termine della quale si scopriranno non più un’unica entità ma quattro individui, ognuno con lo sguardo rivolto a un diverso punto cardinale. Le gemme raccolte lungo questo cammino, stupende quanto diseguali, comporranno l’acclamato White Album, disco di assoluta sincerità sonora dopo l’estasi di sgt. pepper, a conclusione del loro tormentato 1968. Un anno di utopie, tensioni e rivoluzioni anche per la band di Liverpool. La creazione della Apple e il suo maldestro tentativo di “comunismo occidentale”; l’arrivo di Yoko Ono e l’approccio lennoniano all’arte concettuale; i primi progetti solisti; gli scandali e le crisi personali; le voci in rivolta di una gioventù che li ha eletti a portavoce assoluti e che adesso ne attende la presa di posizione. Tre brani di John Lennon, Revolution, Revolution 1 Revolution 9 (suo personale ritratto sonoro del Maggio francese), offrono altrettante voci – non prive di ripensamenti – alle sue certezze sul bisogno di cambiare il mondo e ai suoi dubbi sul come farlo. Ancor più numerose e vibranti le risposte dei movimenti, degli intellettuali e degli artisti impegnati di mezzo mondo, dalla New Left a Jean-Luc Godard. Proprio il punto di vista della ricezione, dei destinatari del messaggio lanciato dalla band, occupa un posto centrale in questo racconto: dal ’68 visto dai Beatles, ai Beatles visti dal ’68. Dodici mesi cruciali racchiusi in un doppio Lp, due 45 giri e un film, che parlano con ispirata maturità di un’irripetibile esperienza artistica e di costume che, prima di avviarsi all’epilogo, incide con rinnovato vigore sulla cultura e sulla società di quel Sessantotto e degli anni a venire. Con la prefazione di Donato Zoppo -
Siamo tutti figli di Battisti
Con l'aiuto della millenial e aspirante scrittrice Federica, Tony Cicco ripercorre la sua carriera artistica e umana. Dai matrimoni, le feste, i night, le sagre popolari di quando era poco più che un ragazzo; alla nascita del suo gruppo “Formula 3” e la lunga collaborazione artistica con Lucio Battisti. I suoi successi da solista; le sue numerose collaborazioni con cantanti e musicisti. Dagli anni Cinquanta ai nostri giorni un viaggio nelle mode, nei gusti e nei mutamenti del popolo della canzone. -
Contessa
Due vecchi amici si ritrovano a palare del '68. Gli anni della loro giovinezza e dell'illusione che il mondo potesse essere cambiato. Gli anni in cui “Siate realisti, chiedete l'impossibile” si andò a scontrare con la violenta resistenza della conservazione reazionaria. In questo loro viaggio nella memoria immaginano un confronto intergenerazionale dove la loro fiducia incrollabile sulla possibilità di emancipazione progressiva si scontra con il profondo senso di sconforto delle giovani generazioni. -
Vini e vinili. Gaber & champagne
Ovviamente non solo Gaber e non solo Champagne ma un viaggio Oltralpe con una colonna sonora tutta italiana per chiudere la trilogia di Vini e Vinili, che nei due volumi precedenti si era concentrata sui piccoli vignaioli del nostro Paese, prima accompagnati dalle canzoni americane e poi da quelle inglesi. Per compensare le nobili bottiglie transalpine occorreva una provocazione musicale: così Maurizio Pratelli e Dan Lerner si sono concessi ai ""francesi che si incazzano"""", per dirla con Paolo Conte, servendo vino con una colonna sonora tutta italiana. Infine, compromessi da una sottile seduzione per i nostri vignaioli, hanno lasciato aperto un piccolo sentiero che ci riporta ancora in Italia. Prefazione di Andrea Scanzi.""