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Cecilia e la guerra delle due rose
La pira eretta sulla piazza di Rouen sembra già emanare il calore delle fiamme, quando la sedicenne Cecilia Neville, insieme al suo sposo Riccardo Plantageneto duca di York, vi giunge per assistere alla brutale esecuzione di una donna appena più grande di lei. Giovanna, meglio nota come Giovanna d’Arco, ha avuto coraggio nella vita e ora deve averlo anche nell’ordalia che l’aspetta. Davanti al rogo che sprigiona un soffocante fumo nero, Cecilia non può fare a meno di nutrire un sentimento di ammirazione per la vittima. Lo spettacolo è crudele. Ma la sposa del duca di York non distoglie lo sguardo. Tutti devono poter vedere come il suo casato assiste alla fine dei nemici del re. L’epoca è grama. La guerra con la Francia si trascina da cento anni tra alleanze e tradimenti che si susseguono senza sosta. Enrico VI, re d’Inghilterra e ora anche di Francia, è un bambino di dieci anni incline piú alla preghiera che alla guerra. Il corteo della nobiltà, e dei funzionari assetati di potere che l’accompagna, semina sospetti e dubbi su chiunque, soprattutto su chi, come Riccardo, avrebbe di che avanzare diritti di sangue su quel trono così assediato. Occorre essere guardinghi, allontanare per ora ogni vaga accusa di infedeltà, avere intuito politico. Facoltà che non mancano a Cecilia Neville. Decisa a salvare la sua famiglia, la giovane duchessa di York sa che, prima di armarsi, una donna deve essere ben sicura di vincere. La fine della Pulzella d’Orleans gliel’ha insegnato. Dovrà chiamare a raccolta astuzia, sfrontatezza e coraggio per assolvere il suo compito. Anche a costo di infrangere ogni regola e tabù che abbia mai osato immaginare. Anche a costo di contemplare, alla fine, il tradimento. rnRidando vita a una figura femminile straordinaria per la sua modernità, una donna destinata a diventare madre di due re, Cecilia è un romanzo palpitante, dai toni ora elegiaci e delicati ora potenti e suggestivi; un’opera che mostra come la Storia, e i suoi capitoli decisivi, come la Guerra delle due rose, siano impensabili senza il ruolo decisivo delle donne. -
La pietra lunare di Satapur. Le inchieste di Perveen Mistry
India, 1922. È appena finita la stagione delle piogge a Satapur, un minuscolo stato fra i monti del Sahyadri. Circondato da una lussuriosa vegetazione, il palazzo di Satapur ambisce a essere un luogo paradisiaco, ma da qualche tempo una strana maledizione sembra gravare sulla famiglia reale: sua maestà Mahendra Rao è morto di colera poco prima che suo figlio, il principe Pratap Rao, venisse ferito mortalmente nel bel mezzo di una battuta di caccia. L'ultimo erede maschio ancora in vita, il maharaja Jiva Rao, ha solo dieci anni, motivo per cui le decisioni di Stato vengono prese dal primo ministro e da un agente politico britannico, Colin Wythe Sandringham, responsabile del benessere dei figli del defunto maharaja e della sua vedova. Mr Sandringham si trova però dinnanzi a un problema di non poco conto: da qualche tempo è sorto un forte contrasto fra le due maharani, la regina vedova e la suocera, in merito all'istruzione del giovane principe. Una faccenda risolvibile con una semplice visita, se non fosse che il purdah, la regola secondo cui le donne non devono essere viste dagli uomini, glielo impedisce. Mr Sandringham si vede costretto a rivolgersi all'unica persona in grado di aiutarlo: Perveen Mistry, la prima donna avvocato di Bombay. Un anno prima, Perveen si era già distinta sgrovigliando un caso simile a Malabar Hill. Ora è determinata a portare la pace nella casa reale, ma non passerà troppo tempo prima che si renda conto che il palazzo di Satapur è un luogo insidioso, in cui vanno in scena sanguinosi giochi di potere e si consumano atroci vendette. La pietra lunare di Satapur è un nuovo, avvincente giallo con protagonista l'impavida eroina che si batte per la verità e i diritti delle donne. -
La guerra di Mattie
Se è vero che «una determinazione invincibile può ottenere qualsiasi cosa», come disse Thomas Fuller, è vero anche che nessuno più di Matilda Simpkin, detta Mattie, incarna alla perfezione queste parole: ex suffragetta indomita, ha sempre lottato per il diritto delle donne a essere trattate da cittadine alla pari, non esitando mai a gettarsi nella mischia, quando necessario. Ora, però, le cose sono cambiate. È il 1928 e Mattie sente di assomigliare ogni giorno di più al veterano di una guerra che nessuno nemmeno ricorda. Certo, è membro della Lega per la Libertà delle Donne, l'ultima coda delle suffragette, e presta le sue capacità oratorie in conferenze che dovrebbero chiamare a raccolta le donne. Tuttavia, anzichè essere uno squillo di tromba, i suoi discorsi si risolvono in un'occasione di divertimento per il pubblico accorso. Un giorno, però, a una di queste conferenze si presenta Jacqueline Fletcher. Anni prima «Jacko» si era battuta al suo fianco nella lotta per l'emancipazione, ma ora, i capelli ingegnosamente ondulati e una stola drappeggiata con cura sull'abito, le rivela che, assieme al marito, sta provvedendo a reclutare giovani donne per l'organizzazione dei Fascisti dell'Impero. Mattie si rende conto che è tempo di ritornare alla guerra. Disgustata dalle parole di Jacko, rindossa i panni della ribelle e fonda il gruppo delle «Amazzoni» per trasmettere alle nuove leve i valori e i metodi del movimento delle suffragette militanti. Attraverso una prosa arguta ed elegante, La guerra di Mattie offre il ritratto divertente, affascinante e sorprendentemente attuale di un'attempata ribelle nella Londra del primo dopoguerra. -
L' isola dei due mondi
America settentrionale, 1660. Bethia, la figlia di un pastore di una piccola comunità di pionieri puritani insediatisi sull'isola di Martha's Vineyard, ha dodici anni quando incontra Caleb, figlio dello sciamano della tribù wampanoag. Inquieta e curiosa, Bethia subisce a malincuore quello che è il destino di una ragazzina del XVII secolo: non accedere all'istruzione o, come dice Makepeace, il suo pingue e pigro fratello, essere «dispensata» dall'onere degli studi. Trascorre così le giornate occupandosi della casa e del padre, uomo di specchiata e intransigente moralità. Nei momenti liberi, tuttavia, il suo desiderio di conoscenza dello strano mondo e delle cose che la circondano prende il sopravvento, ed è girovagando per l'isola che incontra Caleb: un incontro che segnerà la sua esistenza per sempre. Caleb rispetta e venera la natura, non conosce il significato del termine «peccato» e non capisce perché gli inglesi si accontentino di un solo dio, per giunta lontano e invisibile. Bethia legge, invece, alacremente le Scritture e porta sempre con sé una copia gualcita del catechismo. Due mondi lontani, situati sulla stessa isola, si incontrano e si desiderano. E l'incontro sembra trovare un magnifico e inaspettato coronamento quando Caleb accoglie il Dio dei cristiani e decide di intraprendere un cammino di studio fino a diventare quello che Bethia non può, o meglio quello che a Bethia è proibito essere: una persona istruita che può liberamente decidere del suo destino. Ispirato alla storia vera del primo nativo americano laureatosi a Harvard, ""L'isola dei due mondi"""" è un romanzo che narra di amicizia e libertà, emancipazione e pregiudizio, in un'epoca in cui due culture si sfidano e si incontrano per la prima volta."" -
Vietnam. Una tragedia epica 1945-1975
La guerra del Vietnam costituisce senza dubbio il conflitto che, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, ha esercitato la maggiore influenza sulla cultura del proprio tempo e su quella degli anni successivi. A quasi mezzo secolo di distanza, sono ancora vive nella memoria collettiva le immagini che ne fanno una guerra-simbolo del secondo Novecento: la foto, ad esempio, del capo della polizia di Saigon che spara a un prigioniero vietcong durante l'offensiva del Tet nel 1968; o quella della bambina che urla, correndo nuda in preda alla sofferenza dopo essere rimasta vittima di un attacco con il napalm nel 1972; o la foto della scala sulla quale, la sera del 29 aprile 1975, alla vigilia della caduta di Saigon, i fuggiaschi salgono verso un elicottero, come se stessero ascendendo al Calvario. Attraverso tali immagini si è radicata, in Occidente, la percezione dell'umiliazione subita in quel conflitto dagli Stati Uniti, la nazione più potente del pianeta, e del contrasto fra l'arte bellica di una superpotenza, che metteva in campo una tecnologia diabolica simbolizzata dal bombardiere b-52, e quella di contadini che indossavano il cappello a cono di paglia o il casco coloniale, e che per spostarsi si affidavano ai sandali e alle biciclette. La guerra durò tre decenni, costò fra i due e i tre milioni di vite e, negli Stati Uniti, determinò la rovina di un presidente e la caduta di un altro. Ha prodotto, inoltre, una sterminata letteratura, oltre a numerosi film, canzoni e così via. In nessuna opera, tuttavia, è stata indagata come in questo monumentale libro. Max Hastings ricostruisce la sua vicenda politica e strategica con un rigoroso ordine cronologico, mostrando l'imperizia dell'amministrazione americana nella conduzione del conflitto - dapprima con mille esitazioni, nel timore di una reazione degli alleati russi e cinesi del Vietnam del Nord, poi con una risolutezza spropositata che, con l'operazione Rolling Thunder, il bombardamento forzato, ebbe il solo effetto di rafforzare il supporto popolare al regime vietcong «generando un entusiasmo patriottico e nazionalista». Come in tutti i libri dello storico inglese, il volume mostra anche come «si viveva la guerra», come la vivevano «i contadini del delta del Mekong, i piloti degli Huey venuti da Peoria, i grunts di Sioux Falls, i consulenti della difesa aerea di Leningrado, i ferrovieri cinesi» e, persino, «le entraineuse di Saigon». -
Il cuore è una selva
Non ha un nome, non parla. Lo trovano sotto il tabernacolo durante la messa di Natale e lo chiamano randagio. El mätt, il matto, diventerà poi, e sebbene in paese le donne ne abbiano ribrezzo e i bambini paura, finiranno per abituarsi ad avercelo attorno. Dorme nelle stalle, lavora da bracciante nelle fattorie e vaga per la golena parlando con gli animali o percuotendosi il naso perché assomigli al rostro di un rapace. Quando non lavora, dipinge su assi di legno o imposte vecchie in mancanza di tele, con pennelli fatti di peli di cavallo, con i polpastrelli e le unghie. Dipinge paesaggi selvatici, lotte di fiere, volti divisi tra il dolore e l'euforia. Opere di una potenza straordinaria, visionarie e reali fino allo spasmo, nate da mani ulcerate e da una mente bislacca. Soltanto vent'anni dopo, sotto l'occupazione tedesca, el mätt, con somma sorpresa dei paesani, parlerà. Oltre al dialetto, appreso nel tempo vissuto al villaggio, parlerà la sua lingua madre, il tedesco. Nonostante il suo corpo goffo e lo spirito storto, i nazisti si serviranno di lui come interprete al presidio militare... -
Nella terra dei lupi
Delphia, Montana. La vita non è facile per il ventiquattrenne Wendell Newman: suo padre è scomparso tra le montagne da più di dieci anni; la terra che avrebbe potuto essere sua è stata quasi tutta venduta o data in affitto e, dopo la morte di sua madre, pesanti imposte gravano sul poco che gli è rimasto. Un giorno bussa alla sua porta un'assistente sociale che ha con sé un marmocchio gracile, con un sacchetto di plastica e un quaderno a spirale in mano. È il figlio di sua cugina Lacy, in prigione per spaccio. Ha un «ritardo nello sviluppo» e «diverse problematiche» e, da quando la polizia lo ha trovato, non ha ancora detto una sola parola. Wendell è il parente più prossimo, spetta a lui farsene carico. Col trascorrere del tempo, tuttavia, scopre di poter stringere un legame speciale con quel bambino schivo e silenzioso, arrivando ad amarlo più di quanto abbia mai creduto possibile. Nel frattempo, in città, tutti parlano dell'imminente caccia al lupo, la prima caccia regolamentata nella storia del Montana dopo trent'anni. L'evento è di quelli epocali, a cui tutti vogliono partecipare: la cittadina è in fibrillazione, e quella caccia farà riaffiorare nuove, sconvolgenti verità per la famiglia Newman. -
Le strane avventure di H
Londra, 1666, l’anno della Bestia e delle meraviglie: la peste e il Grande Incendio hanno devastato ogni cosa. Per giorni e giorni le fiamme hanno avvolto la città, e una luce diabolica ha impedito persino il calare della notte. Quartieri interi sono andati bruciati, compresa tutta la riva settentrionale del fiume entro le mura. Per le strade non si odono piú ruote che sferragliano, zoccoli di cavalli che calpestano il selciato, urla di ambulanti, ma solo i passi mesti di qualche famiglia che, i miseri beni raccolti in piccoli fagotti, cerca di sfuggire alla malattia e alla morte. H, rimasta orfana da ragazzina, si aggira tra i resti di una città putrida e disperata. Dopo la notte infausta in cui il cugino Roger, ubriaco e tremante, ha abusato di lei, e dopo aver appreso di portare nel grembo il frutto di quell’insana violenza, a H non è restato che indossare un vestito sgargiante con una scollatura profonda, annerirsi gli occhi, applicare la cocciniglia sulle labbra e diventare Doll, una piccola bambola truccata, una perfetta prostituta. H deve sopravvivere perché non le portino via il bambino che, è convinta, è tutto quello che le resterà negli anni a venire; Doll è la bambola, la maschera che la protegge, e che cinguetta e seduce nel bordello di Mother Cresswell, una delle piú famigerate ruffiane di Londra, dall’incredibile parrucca arancione e dall’aspetto cosí corpulento da rendere vano ogni tentativo di sembrare, con l’uso sapiente e discreto di cosmetici, una rispettabile dama londinese. Per H, tuttavia, Doll è soltanto un travestimento. I sogni, le speranze, gli incanti della sua vita precedente restano intatti, soprattutto la sua passione per il teatro, per le vecchie storie come La bisbetica domata, la vicenda di una giovane orgogliosa e forte che non vuole sposare un uomo indocile e urlante. Quando perciò si imbatte in Mr Fricker, ex attore amareggiato e col volto deformato dalla gelosia di un’amante, comincia un nuovo capitolo delle sue strane avventure. Diventerà ancora un’altra, e comincerà una fuga disperata dal passato che si rivelerà ancora piú pericolosa del suo presente. -
Soldato d'inverno
Ungheria settentrionale, 1915. Per tre anni il ventiduenne Lucius Krzelewski ha consacrato con severità monastica la sua vita allo studio della medicina. Ma allo scoppio della Prima guerra mondiale, dinnanzi all'offerta di far parte di una squadra di dottori in un ospedale di guarnigione, non esita ad arruolarsi. Viene spedito in un villaggio annidato in una valle dalle pendici morbide, con due viuzze di case che scendono da una chiesa fatta di tronchi malamente sbozzati. La chiesa è diventata l'ospedale da campo, un avamposto gelido e devastato dal tifo, presieduto da suor Margarete, una giovane suora infermiera che, dopo che i medici si sono dati alla fuga, è la sola ad accogliere i camion carichi di feriti che si riversano a ritmo incessante nella valle colma di neve. Una sera di febbraio compare un contadino avvolto in un gigantesco mantello di pelle di pecora, trascina una carriola in cui giace il corpo raggomitolato di un soldato in stato di shock. Lucius e Margarete lo accolgono, lo spogliano, lo lavano e restano stupefatti dinnanzi ai fogli di carta celati nella fodera del suo pastrano: sono disegni di uomini, soldati, treni, montagne e animali fantastici, tutti della stessa abile mano. Chi è quell'uomo? Da dove viene e cosa gli è successo? E, soprattutto, quale prezzo sarà disposto a pagare, Lucius, per rispondere a queste domande? Dalle dorate sale da ballo della Vienna imperiale alle foreste ghiacciate del fronte orientale; dalle improvvisate sale operatorie ai campi di battaglia battuti dalla cavalleria cosacca, ""Soldato d'inverno"""" è un affresco dell'Europa in guerra e, al contempo, un romanzo d'amore, colpa e redenzione."" -
La quattordicesima lettera
È una mite sera di giugno del 1881, quella della festa di fidanzamento di Phoebe Stanbury. Mano nella mano con il suo promesso, Benjamin Raycraft, appartenente a una delle famiglie più in vista di Londra, Phoebe accoglie gli invitati raggiante di gioia. È il suo momento, l'istante che suggella la sua appartenenza alla buona società londinese. Un istante destinato a durare poco, perché dalla folla accalcata attorno alla coppia si stacca una sinistra figura, un uomo nudo, sporco di fango e col torace coperto da una griglia di tatuaggi simili a un fiore gigante. L'uomo solleva il braccio verso Benjamin, facendo balenare la lama stretta nella mano: «Ho promesso che ti avrei salvato» dice, prima di avventarsi sull'ignara Phoebe e tagliarle la gola con un rapido gesto. La mattina seguente, a pochi chilometri di distanza, William Lamb, ventitré anni e l'ambizione di diventare socio dell'avvocato Bridge, fa visita a un cliente molto particolare, Ambrose Habborlain. Si ritrova al cospetto di un uomo dai capelli canuti e dallo sguardo smarrito che gli consegna un misterioso messaggio: «Dite a Bridge che il Cercatore sa». Tornato allo studio, William spera di avere da Bridge delucidazioni sull'oscuro comportamento del cliente. Ma l'anziano avvocato appare spaventato: con affanno apre l'ultimo cassetto della scrivania, estrae un cofanetto in legno sul cui coperchio sono intagliati sette cerchi all'interno di un ottavo, a formare un grande fiore, e lo affida a William con la raccomandazione di non farne parola con nessuno. Tra rocambolesche fughe, una misteriosa setta disposta a tutto pur di realizzare i propri scopi e un terribile segreto che affonda le sue radici nel passato, William vivrà giorni turbolenti in una Londra vittoriana che, come un gigantesco labirinto di misteri, custodisce antiche leggende e oscure macchinazioni, saperi secolari e nuovi, pericolosi intrighi. -
Nulla è nero
Tutto è allegria, tutto è politica, tutto abbatte i pudori e i tabù alle serate mondane di Tina Modotti. Frida ha conosciuto Tina quando, liberatasi del busto in cui, dopo l'Incidente, era racchiusa come una crisalide, ha cominciato a bazzicare la sede del Partito comunista messicano. Con il suo naso italiano, il suo petto scultoreo, il ritmo ciarliero del suo eloquio staccato, Tina ha aperto subito una breccia nel suo cuore. Ed è a una delle serate di Tina che Frida vede per la prima volta Diego Rivera, el gran pintor del Messico, l'artista che, con Orozco e Siqueiros, ha portato la pittura fuori dai salotti borghesi, ha ritrovato la vocazione del colore e della smisuratezza, ha dipinto meravigliosi affreschi in cui uomini e donne si ergono, fieri, a tre metri di altezza. Rivera è un uomo elefantesco, dall'agilità contro natura, che suscita, tuttavia, un sapore immediato di proibito. È, soprattutto, una figura irresistibile per Frida, che non esita, nei giorni successivi, a presentarsi al suo cospetto da sola, senza soggezione. Lei, la meticcia di Coyoacán con vent'anni di meno, la schiena spezzata e le gambe arrugginite, al cospetto del grande pittore. La passione esplode immediata. Frida non ha timore a concedersi a quell'uomo che ha dieci vite di vantaggio su di lei; gli racconta del tragico Incidente, dello schianto dell'autobus e del suo corpo. Gli mostra le sue opere. Diego coglie la forza inusitata che anima quella ragazza e i suoi dipinti, l'ostinazione a vivere e ad amare al di là di ogni capriccio del destino. ""Nulla è nero"""" è un romanzo che narra la storia d'amore tra due figure iconiche del Novecento, il racconto di una passione tumultuosa e, insieme, di un secolo di furori, speranze, ideali e disillusioni. Un secolo in cui l'intensità della vita valeva più della vita stessa."" -
Il palazzo degli specchi
Nel novembre del 1885, l'undicenne indiano Rajkumar, in viaggio come garzone su un sampan che risale l'Irrawaddy dal Golfo del Bengala, è costretto a fermarsi vicino a Mandalay, la capitale di un regno - il regno di Birmania - giunto ormai ai suoi ultimi giorni. La casa reale ha chiamato i sudditi a combattere contro i barbari inglesi, i quali, però, coi loro tre battaglioni di sepoy temprati da mille battaglie, hanno agevolmente travolto gli avamposti. In due settimane l'esercito birmano si è disintegrato, e il popolo si è riversato nel palazzo reale mettendo a soqquadro ogni cosa. Rajkumar, testimone casuale della fine di un impero, mentre si aggira nel vasto atrio di quello che tutti chiamano Palazzo degli specchi, con le pareti di cristallo lucente e i soffitti riflettenti, guarda stupito la gente staccare decorazioni, rompere preziose cassette delle offerte, estrarre pietre dure dal pavimento di marmo, portarsi via intarsi d'avorio dalle cassapanche di legno. Nella confusione del saccheggio, Rajkumar incontra la più bella creatura che abbia mai visto, un'ancella che vive a palazzo. L'incontro è di quelli che cambiano la vita. Perché, mentre il regno birmano si dissolve insieme allo splendore dell'orgogliosa famiglia reale, lui non dimenticherà mai lo sguardo di quella ragazza tra le pareti di specchio. Anche quando il suo destino cambierà di segno, rendendolo un uomo ricco grazie al legname delle lussureggianti foreste di tek, sempre a lei tornerà. La loro storia, e quella delle famiglie che nascono e muoiono attorno a loro, finirà per coincidere con il racconto degli splendori e delle miserie di quella terra travagliata, il «paese d'oro» a cui Rajkumar, rifugiatosi a Calcutta nei giorni della vecchiaia, guarderà con nostalgia e rimpianto. -
Inferno. Il mondo in guerra 1939-1945
«Questo libro parla soprattutto dell'esperienza umana» avverte Max Hastings nell'introduzione a questa storia della Seconda guerra mondiale. Attraverso una miriade di microstorie estrapolate dai piú diversi scenari di guerra, e costellate di fotografie, aneddoti e testimonianze pregnanti, Hastings ricostruisce il teatro di un «inferno» globale che non risparmiò alcun angolo del pianeta. Apprendiamo di aspetti inusitati e raccapriccianti del conflitto, come l'arrivo nella stremata Leningrado di un intero convoglio di gatti per debellare i ratti che si moltiplicavano banchettando coi cadaveri abbandonati nelle strade, o come l'invio di centomila «donne di conforto» tra le truppe nipponiche in Cina. Apprendiamo, tuttavia, anche dati e fatti precisi che gettano una luce nuova sulla guerra. Nel ripercorrere la Storia che va dall'invasione della Polonia alle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, il libro elabora un quadro completo sul piano geografico - considera per esempio i teatri di guerra di India e Cina, troppo spesso trascurati - e, per molti versi, sorprendente su quello statistico, con numeri che fanno pensare - come i circa trecentomila soldati russi uccisi dai propri comandanti, o i quindici milioni di vittime in Cina. Infine l'analisi storica, non disgiunta da quella prettamente militare, corredata da efficaci mappe esplicative, propone interrogativi di non poco conto: quali strategie, quali fronti, quali divisioni, quali resistenze di massa hanno determinato l'esito storico del conflitto? Quale reale incisività hanno avuto gli USA e la Gran Bretagna? A chi, dati alla mano, è piú giusto attribuire il merito di aver sconfitto Hitler e il nazismo? All'alleanza angloamericana o, considerando i dati storici reali, ai russi? Non è forse una realtà storica accertata che, già nel dicembre 1941, gli alti funzionari del Terzo Reich capirono che la vittoria militare era diventata impossibile perché la Russia non era stata sconfitta? -
La casa di vetro
Viktor e Liesel Landauer sono una giovane coppia di sposi in viaggio di nozze. La famiglia ebrea di Viktor possiede un impero industriale che produce automobili e motociclette, Liesel appartiene all'alta borghesia tedesca. Dopo aver attraversato la Carinzia, i Landauer si dirigono a Venezia. In occasione di una festa in un antico palazzo sul Canal Grande, incontrano Rainer von Abt, celebre architetto dai modi eleganti. Von Abt si impegna con Viktor in un'appassionate conversazione sull'architettura moderna. Quando illustra la sua idea di costruzione con materiali non convenzionali come il vetro e l'acciaio, Viktor si entusiasma a tal punto da proporgli di disegnare una casa per loro a Mesto, in Cecoslovacchia. Von Abt accetta e nel 1929 iniziano i lavori della casa di vetro, un magnifico edificio modernista fondato su una radicale concezione dello spazio aperto, trasparente. Una volta finita, la casa diviene il centro dell'esistenza dei Landauer. E nella casa di vetro che compare sulla scena Hana, donna giovane, spregiudicata, con molti amanti oltre a un marito, che stabilisce subito un morboso, intimo rapporto con Liesel. È dalla casa di vetro e dalla sua rarefatta eleganza che Viktor a volte fugge tra le braccia della seducente Kata. Così, tra amori proibiti e segreti inconfessabili, prosegue la vita dorata dei Landauer finché l'avvento del nazionalsocialismo non si abbatte come una scure sulla loro esistenza e sulla loro magnifica dimora. -
La virtù femminile
Dopo essere stata acquistata dalla più famosa okiya (casa di geishe) di Kyoto, Tami diventa una delle più ricercate geishe giapponesi, ammirata e amata da nobili, industriali, uomini politici. Tami ama i kimono dalle falde larghe che si agitano ""come una marea che si ritiri da una spiaggia"""", ama truccarsi come """"una marionetta del Bunraku"""" e ubbidire ai riti più sottili della sua arte, ma non esita a fuggire con il suo amante a Hollywood, a vestirsi all'occidentale, a gettarsi tra le braccia di una giovane ereditiera americana, a invaghirsi di un giovane studente a Parigi e, infine, a ritirarsi in un piccolo tempio tra i boschi di bambù di Saga e, col nome di Loto della Saggezza, condurre una rigorosa vita monacale e lasciare ancora nutrirsi alla fiamma del desiderio soltanto i suoi bellissimi occhi. Romanzo che ci conduce nelle stanze segrete dell'animo femminile, là dove la """"virtù"""" contempla anche il coraggio della trasgressione."" -
Amore e inganni ovvero Lady Susan Vernon di Jane Austen finalmente vendicata
Riuscitissima e divertente riscrittura dell'opera di Jane Austen, Amori e inganni è una commedia di costume diabolicamente spassosa, e imperdibile per tutti i lettori della grande scrittrice inglese, notoriamente inclini ad apprezzare l'ironia più di ogni altra cosa.«Un adattamento incisivo e tremendamente spiritoso» - The IndependentDeliziosi capelli biondi, delicati occhi grigi e ciglia nerissime, Lady Susan Vernon dimostra non più di venticinque anni, sebbene in effetti ne abbia dieci di più. Il suo contegno è del tutto adorabile e la sua voce e le sue maniere garbate e seducenti. E poi possiede l'incantevole qualità di apparire quasi sempre di ottimo umore, quali che siano le circostanze. Tuttavia c'è chi la giudica impertinente e presuntuosa e sostiene che la condotta da lei tenuta nel cercare marito per la figlia Frederica non si limiti affatto al fare civettuolo in uso nella buona società. Si sussurra che abbia addirittura trascurato il defunto consorte e incoraggiato altri uomini in passato, e stia ora cercando un marito, preferibilmente molto ricco, perfino per se stessa. Per questo, mentre il mondo grida allo scandalo. Lady Susan decide di cambiare strategia e senza preavviso alcuno si presenta a Parklands, dimora di suo cognato, capostipite dell'illustre famiglia DeCourcy. Una residenza rinomata per la straordinaria bellezza della sua facciata palladiana e per il contegno non certo esemplare del suo casato. Qui, nella quiete e nel lusso di un'antica dimora, lontana dalle voci maligne che circolano sul suo conto, Lady Susan intende cercare una nuova via che conduca lei e la giovane Frederica all'agognato altare. -
Una casa in Sicilia
Nel 1900 Robert Hawthorn Kitson aveva ventisette anni, amava dipingere e detestava l'idea di dover trascorrere il resto della sua vita nell'azienda di famiglia. Sicché quando i medici, in seguito a due febbri reumatiche consecutive, gli ordinarono di lasciare l'Inghilterra, partì molto volentieri e raggiunse le soleggiate sponde del Mediterraneo. Quando giunse a Taormina, rimase così incantato dalla magica bellezza del paesaggio che decise di fermarsi e acquistare un appezzamento di dodicimila metri quadri sulla collina. Su quel terreno, in capo a qualche anno costruì una delle case più belle della Sicilia. Una casa con un giardino che arrivava quasi alla Madonna della Rocca, e dalla cui terrazza si poteva scorgere in basso la città coi suoi tetti rossi; sotto, il mare e la stretta penisola di Naxos; più in là, la piana di Catania; e oltre ancora, ""torreggiante sul vasto paesaggio che si apre all'improvviso"""", la massa enorme dell'Etna. Nel 1947, Robert Kitson morì e sua nipote Daphne ereditò """"casa Cuseni"""". La storia che Daphne Phelps narra in questo libro è la storia di questa casa: dalle origini, quando fu eretta con i massi tolti alla collina, e con il marmo, il legno e la terracotta, trattati secondo un'arte tramandata da secoli, fino al suo periodo aureo, quando tra le sue pareti imbiancate a calce e i suoi antichi mobili dalle stupende venature si aggiravano personaggi come Bertrand Russell e Tennessee Williams, Caitlin Thomas e Roald Dahl, Jocelyn Brooke e Greta Garbo."" -
Gli accordi del cuore
In un freddo giorno autunnale, Julia riceve una lettera di U Ba, il fratellastro che vive a Kalaw, in Birmania, e che dieci anni prima, in una malandata e meravigliosa casa da tè, gli ha svelato l'incredibile storia di Tin Win, il loro padre che, da giovane, aveva scoperto che ogni cuore risuona in modo diverso e che si innamorò di Mi Mi perché non aveva mai sentito prima un suono più bello del battito del suo cuore. U Ba le racconta ""un fatto davvero strano"""". All'incrocio grande di Kalaw, sotto l'albero di banyan, a un tratto una donna si è staccata dalla sorella per seguire un giovane sconosciuto, continuando a chiamare un nome che nessuno nel villaggio aveva mai sentito prima. Quando il giovane si è voltato stupito del clamore alle sue spalle e i loro sguardi si sono incontrati, la donna si è irrigidita ed è crollata a terra. Morta, come l'avesse colpita un fulmine, in un giorno terso e senza nubi. Meditando sulle parole del fratello, Julia, che da giorni ode dentro di lei la voce di una donna sconosciuta, comprende che è lì, a Kalaw, che è racchiuso ancora una volta il suo destino."" -
Gli accordi del cuore
In un freddo giorno autunnale, Julia riceve una lettera di U Ba, il fratellastro che vive a Kalaw, in Birmania, e che dieci anni prima, in una malandata e meravigliosa casa da tè, gli ha svelato l'incredibile storia di Tin Win, il loro padre che, da giovane, aveva scoperto che ogni cuore risuona in modo diverso e che si innamorò di Mi Mi perché non aveva mai sentito prima un suono più bello del battito del suo cuore. U Ba le racconta ""un fatto davvero strano"""". All'incrocio grande di Kalaw, sotto l'albero di banyan, a un tratto una donna si è staccata dalla sorella per seguire un giovane sconosciuto, continuando a chiamare un nome che nessuno nel villaggio aveva mai sentito prima. Quando il giovane si è voltato stupito del clamore alle sue spalle e i loro sguardi si sono incontrati, la donna si è irrigidita ed è crollata a terra. Morta, come l'avesse colpita un fulmine, in un giorno terso e senza nubi. Meditando sulle parole del fratello, Julia, che da giorni ode dentro di lei la voce di una donna sconosciuta, comprende che è lì, a Kalaw, che è racchiuso ancora una volta il suo destino."" -
L'età del desiderio
Lui è Morton Fullerton, un americano con occhi color zaffiro e ciglia nerissime che scrive per il londinese Times e parla e veste come un perfetto francese: cravatta color melanzana, trafitta da una candida perla, camicia inamidata. Lei è Edith Wharton, discendente di un'antica e ricca famiglia newyorchese, autrice di un romanzo sull'aristocrazia finanziaria americana. La casa della gioia, osannato dalla critica. Si incontrano a Parigi, dove Edith si è trasferita con il marito Teddy. E sin dai primi appuntamenti, in quel mondo fatto di charme, agio e costumi eccentrici, il cuore inquieto della celebre scrittrice cede. Basato sulla corrispondenza privata di Edith Wharton, ""L'età del desiderio"""" è un appassionato romanzo biografico che narra l'""""educazione sentimentale"""" di una donna agli inizi del Novecento. Un'opera che, con una prosa raffinata e toccante, riporta in vita un tempo dimenticato e la figura complessa e attraente di una delle più grandi scrittrici della prima metà del Novecento.""