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Fiabe da far paura (appena appena, non tanto). Fiabe italiane. Ediz. a colori
"Io credo questo: le fiabe sono vere."""" - Italo CalvinornC'era una volta una bambina golosa... Così inizia la favola di Zio Lupo, in cui una scorpacciata di frittelle causa grandi pericoli. E c'era una volta Giovannin senza paura, piccolo ma coraggiosissimo, che teme l'unica cosa da cui non potrà mai allontanarsi. Poi c'è l'uomo dal Naso d'Argento, con le tre sorelle che prende in moglie una dopo l'altra, curiose, sì, ma molto astute. Nelle Nozze d'una regina e d'un brigante, una principessa capricciosa fa una scelta sbagliata e rischia la vita. La voglia di viaggiare del Fiorentino gli fa scoprire il mondo, ma è la curiosità, ancora una volta, a salvarlo. Però è nel Braccio di morto che, tra castelli neri, scheletri e stregoni, la paura fa novanta! Sei fiabe che fanno paura, ma non troppo, da leggere con la luce accesa, illuminate dal tratto intenso e originalissimo di Pia Valentinis. Età di lettura: da 9 anni." -
Fiabe un po' da piangere. Fiabe italiane
"Io credo questo: le fiabe sono vere."""" - Italo CalvinornC'era una volta una tenace principessa che riuscì a mutare la sua cattiva sorte. E poi c'erano la giovane e sensibile Bellinda, che si sacrificò per amore del Mostro; l'Uccel Belverde, che raccontò di intrighi familiari e figli coraggiosi; Pomo e Scorzo, nati da una mela per un incantesimo. E infine il principe canarino, il cui amore trionfa a dispetto della crudeltà. Cinque fiabe che non fanno piangere davvero, ma che commuovono solo un po'. Età di lettura: da 6 anni." -
Domare il drago. Laboratorio di poesia per dare forma alle emozioni nascoste
Con il ""metodo dei sette sì"""", nato dall'esperienza dei laboratori di scrittura poetica per adolescenti, Isabella Leardini guida il lettore passo passo alla scoperta di questo linguaggio magico, in grado di trasformare anche le esperienze più dolorose in un bene prezioso. rnrn """"C'è una specie di inchiostro nero che abbiamo in circolo, è fatto di tutte le cose da dire che non sono state dette. Qualche volta trova una strada per uscire, si attorciglia in un foglio, in una nota sul telefono, nel messaggio che stavamo scrivendo; ma più spesso resta aggrappato dentro e stringe un nodo, rimane nascosto in qualche organo vitale."""" È proprio per dare una forma alle cose senza nome che si prende parte a un laboratorio di poesia. Perché la poesia ha per sua natura la capacità di trasformare il linguaggio e aprirlo a significati nuovi, permettendo a chi scrive di raccontare e raccontarsi in modo """"obliquo"""", come in codice, attraverso l'uso di immagini, metafore e analogie. Grazie a questo suo potere, la scrittura poetica riesce a dare forma sopportabile ai desideri, alle paure e alle tensioni inconsce, permettendoci di entrare in contatto con il nostro io sommerso e dargli voce. A emergere sarà una mappa di noi stessi che sapremo finalmente decifrare. Con il """"metodo dei sette sì"""", nato dall'esperienza dei laboratori di scrittura poetica per adolescenti, Isabella Leardini guida il lettore passo passo alla scoperta di questo linguaggio magico, in grado di trasformare anche le esperienze più dolorose in un bene prezioso. """"Questo non è un corso di scrittura creativa, è un metodo per mettere a fuoco ciò che siamo, guardare la nostra vita e decifrare il senso di un destino. Daremo alla poesia lo spazio per nascere, impareremo a estrarla e lavorarla come una pietra, a stupirci nel vederla fiorire e infine a incastonarla, portarla addosso come un amuleto."""""" -
Le anime morte
Affresco grandioso e sconvolgente della Russia di metà Ottocento, ""Le anime morte"""" intreccia passaggi lirici, particolari surreali e romantici, dimensioni metafisiche e macabre, dialoghi comici, iperbolici e funambolici artifici stilistici. Vi sfila una galleria di personaggi appartenenti a tutte le classi sociali, le cui anime sono moralmente morte, ancor più dei servi deceduti e comperati da Cicikov per ottenere le assegnazioni di terre concesse a chi dimostrava di possedere un certo numero di servi della gleba. Solo una commedia grottesco-satirica poteva descrivere questa ottusa società di proprietari terrieri, contadini e funzionari, immersa in una palude di stupidità e pigrizia provinciale, di mediocrità e pochezza morale. Un capolavoro in cui Gogol', con la sua anarchica energia vitale, infonde l'essenza del carattere russo e, al tempo stesso, sfiora gli orrori nascosti nel profondo di tutti noi."" -
La collina del vento
Vincitore premio Campiello 2012Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati. Proprio i ricordi condivisi sulla ""collina del vento"""" costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all'aria aperta di una dirittura etica forte quanto una fede. Così, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l'invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi è Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventerà il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti. Ma spetterà a Rino, il più giovane degli Arcuri, di onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s'intreccia con la grande storia d'Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un'intera nazione nel sogno di un benessere illusorio."" -
Come disintossicarti dal tuo cellulare. Programma detox in 4 settimane
Se spesso ti sei detto che vorresti disintossicarti dallo smartphone ma non hai idea di come fare, questo è il libro che fa per te.rnrnVi siete mai chiesti perché le schermate a scorrimento di app e social network ricordino così tanto le slot machine? La verità è che gli smartphone sono progettati per massimizzare la quantità di tempo che passiamo con loro, stimolando la produzione di dopamina, sostanza legata al piacere, e innescando comportamenti di dipendenza. Basandosi sui più recenti studi scientifici, Catherine Price dimostra come gli smartphone mettano in atto un vero e proprio ""hackeraggio"""" del nostro cervello. Questi accessori dall'aria innocua sono in realtà cavalli di Troia digitali imbottiti di trucchi manipolativi, pensati per spingerci ad abbassare la guardia così da potersi impossessare della nostra attenzione. E la nostra attenzione, per le società che gestiscono le piattaforme digitali, ha un valore economico enorme. Le conseguenze di quella che a tutti gli effetti è una dipendenza collettiva sono molteplici: gli smartphone uccidono la nostra capacità di attenzione, danneggiano la memoria a breve e a lungo termine e, di conseguenza, la nostra capacità di pensieri profondi. Ci rendono ansiosi, depressi e peggiorano la qualità del sonno, oltre a rovinare i nostri rapporti interpersonali. La buona notizia è che nulla, in questo processo, è irreversibile: bastano 4 settimane per interrompere la dipendenza, riappropriarci della nostra attenzione e riprendere possesso dell'esperienza di vivere. """"Disintossicarsi dal telefono significa diventare consapevoli del modo e del motivo per cui usiamo il cellulare e renderci conto che questi aspetti sono manipolati dal dispositivo stesso. Vuol dire analizzare i suoi effetti sul cervello e confrontare le relazioni della vita reale con quelle del mondo virtuale. Disintossicarsi dal cellulare significa guadagnare lo spazio, la libertà e gli strumenti necessari per creare con lui un nuovo rapporto a lungo termine, che conservi quello che amiamo di lui e ci liberi da quello che odiamo. Un rapporto, in altre parole, che ci faccia sentire sani e felici e che possiamo controllare."""""" -
I giorni dell'ombra
Sara Bilotti accompagna i lettori in una vera e propria discesa agli inferi. E costruisce un romanzo nerissimo, carico di suspense, con una protagonista fragile e disturbata, dolce e inquietante.rn""Come aveva potuto, mio padre, abituarmi allo stesso modo alla bellezza e all'orrore? Come aveva potuto tagliarmi in due metà, che ora fluttuavano sospese tra cielo e terra, perennemente indecise, sul punto di cadere?""""rnVittoria si avvia lentamente verso i trent'anni, ma non è mai diventata veramente donna. Ha vissuto da reclusa, con una sorella più piccola che soffre di agorafobia, una madre rassegnata e letargica, un padre violento e possessivo. Tutta la sua esistenza si è da sempre concentrata nel palazzo in cui abita, e nel piccolo mondo che lo popola. Ed è dentro il palazzo che, da qualche tempo, ha trovato nuove ragioni di speranza: in Daniel, il talentuoso scrittore del quale può permettersi di essere innamorata, nella certezza che il suo sentimento non sarà mai ricambiato, e in Lisa, la ragazza vitale e sfrontata che si serve di Vittoria per i propri piccoli sfoghi quotidiani, e le consente di proiettarsi per procura in quel mondo che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Quando Lisa scompare da un giorno all'altro, nessuno nel palazzo sembra preoccuparsene: tutti sono convinti che sia partita per uno dei suoi vagabondaggi amorosi e che presto tornerà. Vittoria però è sicura che l'amica sia in pericolo e che le sia successo qualcosa di brutto. E comincia a violare la semiclausura cui è condannata da anni, nel tentativo di arrivare alla verità. Senza fermarsi davanti a nulla: neppure al sospetto che nella sparizione siano coinvolte le persone che le sono più care e che ritrovare Lisa significherà uscire dalla propria prigione e affrontare una volta per tutte, indifesa, il mondo fuori. Con una scrittura elegante e una capacità rara di esplorare e mettere in scena le ferite più profonde, quelle che ognuno porta nell'anima, Sara Bilotti accompagna i lettori in una vera e propria discesa agli inferi. E costruisce un romanzo nerissimo, carico di suspense, con una protagonista fragile e disturbata, dolce e inquietante, degna delle grandi eroine di Hitchcock."" -
Storia della rivoluzione russa
L'evento epocale del Novecento nelle parole di un protagonista.rn«La miglior storia di un evento che io conosca.» - C.L.R. Jamesrn""Nei primi due mesi del 1917 la Russia era ancora la monarchia dei Romanov. Otto mesi più tardi il timone era nelle mani dei bolscevichi, di quei bolscevichi che all'inizio dell'anno erano assai poco conosciuti e i cui dirigenti, nel momento della conquista del potere, erano ancora incriminati per alto tradimento. È difficile trovare nella storia un altro esempio di capovolgimento così brusco, soprattutto se si considera che riguarda un paese di centocinquanta milioni di abitanti. È chiaro che gli avvenimenti del 1917 - comunque possano essere giudicati - meritano di essere studiati."""" - Lev TrotskyrnComposta tra il 1929 e il 1932, durante l'esilio di Trotsky, la «Storia della rivoluzione russa» è il resoconto di prima mano dei convulsi giorni del febbraio e dell'autunno 1917, quei giorni che, per usare l'ormai classica definizione di John Reed, «sconvolsero il mondo» cambiandone per sempre il volto. Trotsky è stato, assieme a Lenin, uno dei protagonisti assoluti di quegli eventi e ne offre in queste pagine una ricostruzione minuziosa, basata sulla propria esperienza diretta come su tantissime testimonianze di prima mano: racconti (Trotsky è uno dei primi a rivalutare l'uso delle fonti orali anticipando anche gli annalisti francesi), pubblicazioni periodiche, articoli, memoriali di burocrati, documenti amministrativi, testi di discorsi, trascrizioni di interviste a operai, contadini, soldati, tanto che la narrazione prende spesso il tono di una variopinta polifonia. Trotsky è dichiaratamente coinvolto nella materia che racconta, anzi intende la scrittura come una vera e propria continuazione dell'azione politica, ma questa sua adesione non gli impedisce di analizzare i fatti e le condizioni storiche in cui avvennero con sguardo acuto e lucido. Alla chiarezza del pensiero Trotsky unisce le sue doti comunicative e letterarie, utilizza le tecniche narrative popolari insieme a quelle più raffinate, mimando spesso con la penna i movimenti della macchina da presa. Il risultato è un testo monumentale, che a cent'anni dai fatti narrati risulta ancora fondamentale per conoscerli e comprenderli, una lettura avvincente e stimolante. Prefazione di Gabriele Frasca."" -
Il metodo Cilento. I cinque segreti dei centenari
Tanti consigli pratici per disconnetterci da un'esistenza frenetica, dai social network, dalle ansie che affannano le nostre giornate, e riscoprire il valore della lentezza e della slow life. E vivere felici, a lungo.Acciaroli, Pioppi, Vallo della Lucania: in queste piccole località esposte al sole cilentano si vive più a lungo che in qualsiasi altro posto del mondo. E il perché è da anni un giallo con mille indizi, indizi su cui si sono costruite mille ipotesi. Ci sono indizi alimentari, la famosa Dieta Mediterranea scoperta da un'équipe di medici americani più di sessant'anni fa, e ci sono indizi sociali, storici, antropologici. Nel Metodo Cilento Luciano Pignataro, enogastronomo e cilentano doc, avvalendosi del supporto scientifico dell'oncologo di fama internazionale Giancarlo Vecchio, approfondisce i perché di questa longevità così sistematica e sorprendente e delinea un modello per una vita non solo lunga, ma soprattutto felice. Attingendo alla saggezza dei contadini, alle usanze e alle tradizioni del territorio, e in particolare alla Dieta Mediterranea che proprio in Cilento ha origine, Pignataro e Vecchio offrono un vademecum da applicare alla vita quotidiana, con consigli sull'alimentazione e sullo stile di vita. Si tratta di abitudini non impegnative, come prediligere verdure e cereali, scegliere prodotti freschi e di stagione, camminare invece di prendere l'auto, impegnarsi per tenere viva una rete di relazioni sociali che non siano ristrette al solo ambito lavorativo. Significa prendersi il tempo per ascoltare gli altri, anche quando ci raccontano cose che riteniamo inutili: in Cilento il tempo si trova sempre – per lavorare, per meravigliarsi della natura, per scambiare quattro chiacchiere con un amico. Tanti consigli pratici per disconnetterci da un'esistenza frenetica, dai social network, dalle ansie che affannano le nostre giornate, e riscoprire il valore della lentezza e della slow life. E vivere felici, a lungo. -
Donne e potere. Per troppo tempo le donne sono state messe a tacere
"Se le donne non appartengono a pieno diritto alle strutture del potere, non è forse il caso di ridefinire il potere, e non le donne?""""rnQuando nell'Odissea omerica Penelope chiede a Femio, l'aedo, di cantare qualcosa di meno triste del periglioso ritorno da Troia degli eroi achei, l'imberbe Telemaco interviene bruscamente, invitando la madre a rientrare nelle proprie stanze e ricordandole che «la parola spetta agli uomini». Per quanto saggia e matura, Penelope china il capo di fronte al figlio e si ritira in silenzio. All'alba della tradizione letteraria dell'Occidente, questo è il primo esempio di un uomo che ordina a una donna di tacere e di uscire di scena. Da Aristofane a Ovidio, da Valerio Massimo a Plutarco ne seguiranno altri, a dimostrazione di come, fin dall'antichità classica, alle donne sia stato sottratto il diritto di parola, e insieme a esso la possibilità di accedere al discorso pubblico. Negata e svilita, derisa e temuta, la voce femminile è stata ridotta al silenzio, un silenzio, però, che a distanza di secoli sembra gravare ancora sulla volontà delle donne di essere ascoltate, prese sul serio, considerate per le loro capacità e competenze. Un silenzio a cui gli uomini sembrerebbe non intendano rinunciare, se solo pensiamo alle ingiurie e alle intimidazioni di cui le donne sono fatte oggetto - nel web come nella politica o nella cultura - non per ciò che dicono ma per il semplice fatto di voler parlare. Evidentemente, nella radicale alterità della loro voce, «differente» e per questo foriera di una diversa concezione del mondo, si avverte ancora l'eco di quel pericolo che il mondo greco paventava, quando, nelle figure tragiche di Medea, di Antigone o di Clitennestra - per citarne solo alcune -, scorgeva una reale minaccia per la polis, la comunità, l'ordine costituito. In Donne e potere Mary Beard riannoda i fili che, ancora una volta, ci legano alla Grecia e alla Roma antiche, per dimostrare quanto siano profondi i meccanismi che impongono alle donne il silenzio e quanto sia alto il prezzo che esse devono pagare per rivendicare la libertà di parola." -
Esercizi di sepoltura di una madre
Sullo sfondo della romanità contemporanea, e deridendo il proprio immaginario psicoanalitico, Paolo Repetti scrive il suo originalissimo romanzo familiare. L'incontro e lo scontro tra le generazioni, l'assenza e l'ignavia dei padri, l'intelligenza dei figli. «Invece di piangersi addosso Repetti ci fa ridere. Non vuole farci compiere il necessario rito del pianto liberatorio, perché il dramma è evaso attraverso la nuvoletta di una intelligenza sensibile, dote che dimostra di possedere, insieme a un incontrollabile capacità di catalizzare le innumerevoli miserie umane» - L’Espresso«Sono le pagine più dense e più belle, quelle nelle quali Repetti si strappa di dosso ogni metafora narrativa e parla di sé e di lei, evoca l'idillio con una donna che non ha mai cessato di piangere» - Il VenerdìrnSaretta - Se domani scappo di casa, voi cosa fate?rnDavide - Affittiamo camera tuarnHo chiesto a Davide, che ha fatto un tema sul cervello - Ma che ne sai tu di neuroscienze? - Me so' concentratornLe cronachette pensierose e spensierate di una famiglia allargata messa in scena seguendo il copione di uno svagato cabaret intellettuale e morale. Una saga che si dipana in una serie di sketch irriverenti. Il lessico famigliare di ebrei fanatici, cattolici convertiti, atei cinici. La matriarca ultranovantenne è nonna Sara, un'ansiosa guerrafondaia che vive in Israele e telefona in continuazione. La sua interlocutrice preferita è Saretta, la più piccola dei nipoti, sagace e sfrontata, dolcissima e imprevedibile, una via di mezzo tra Franny Glass e Giovanna D'Arco. Poi ci sono i fratelli di lei: il maggiore, Isaac, genio della matematica ed epistemologo in formazione, e Davide, maniaco sessuale e juventino compulsivo. Lo zio, il narratore, Paolo. Il gatto Ettore. Il padre: assente. Ha abbandonato Ester, la cugina di Paolo, quando Saretta aveva due anni. Lo zio è obbligato, suo malgrado, a farne le veci, per lo più al telefono. Da lì cerca di educare i ragazzi, dà consigli, risponde a domande surreali, scappa. È nevrotico, ipocondriaco e immaturo come loro, un adolescente vegliardo, un puer aeternus e anchilosato che i nipoti hanno eletto a guida sciamanica, salvo prenderne in giro l'immaturità. È l'idiota sapiente, impaurito e tentato dal ruolo di pater familias . Sullo sfondo della romanità contemporanea, e deridendo il proprio immaginario psicoanalitico, Paolo Repetti scrive il suo originalissimo romanzo familiare. L'incontro e lo scontro tra le generazioni, l'assenza e l'ignavia dei padri, l'intelligenza dei figli. Una sit-com in cui si incontrano il ghigno cattivo della migliore commedia all'italiana di Age & Scarpelli e l'umorismo yiddish, Woody Allen ma anche i fratelli Coen. -
Il boss è immortale
Un thriller anomalo, pieno di colpi di scena e risvolti sorprendenti. Una discesa agli inferi che svela i drammi e i conturbanti segreti di una città affascinante, decadente e tenebrosa: Napoli.rnLa vita anomala, l'immortalità, un'altra esistenza dopo la morte: conosci qualcuno che non ci abbia mai pensato o creduto?rnDopo il successo nelle indagini sul traffico di opere d'arte, l'ispettore Bernard Bastiani, francese con origini italiane, è stato promosso a Lione all'Interpol, sezione Tutela internazionale del patrimonio artistico. Viene presto contattato dal colonnello Gagliano per indagare su un furto misterioso, che ha qualche elemento in comune con un sequestro. Lisa Miller, figliastra di Anastasio, ultimo discendente della casata dei principi di Sansevero – consiglieri del Regno di Napoli al tempo dei Borboni –, è stata rapita fuori dall'Università Federico II. Dalla Cappella Sansevero, dove è custodito il famoso Cristo velato , è stata sottratta una macchina anatomica, un corpo di donna perfettamente conservato con arti, viscere e vene, realizzata dall'antenato del principe di Sansevero, un esorcista massone che aveva condotto studi ed esperimenti nella convinzione di poter conquistare l'immortalità. Chi è il responsabile del reato? Si tratta di un furto su commissione? E cosa hanno in comune la macchina anatomica e il sequestro della ragazza? Nella cappella ci sono lavori in corso, gestiti da strani operai. L'intrigo s'infittisce e l'ispettore Bastiani, insieme al colonnello Gagliano, sprofonda nell'impero della camorra aggirandosi per i bassifondi di Napoli, che tanto gli ricordano la sua Marsiglia. Da questa vicenda carica di mistero prende le mosse un thriller anomalo, pieno di colpi di scena e risvolti sorprendenti, che portano l'ispettore Bastiani nei meandri di una città affascinante, decadente e tenebrosa. Massimo Nava cattura il lettore fino all'ultima pagina, in una discesa agli inferi che svela a poco a poco i drammi e i conturbanti segreti di Napoli. -
Come diventare una spia. Addestramento mentale per agenti del KGB
Allena la tua mente con i test e gli enigmi contenuti in questo libro e scopri se hai la stoffa per diventare una spia del KGBrnNon sono le armi e neppure i gadget hightech: la vera risorsa di una spia risiede nel cervello e soprattutto nella capacità mnemonica. La necessità di non lasciare tracce spesso rende impossibili le registrazioni e l'unica cosa su cui una spia può fare affidamento è la propria mente. Grazie a questo libro, ricco di esercizi utilizzati per addestrare le spie più abili al mondo, non solo migliorerai la tua memoria e affinerai l'attenzione, ma trasformerai il tuo cervello in una efficacissima macchina capace di registrare e apprendere tutto quello che ti accade intorno. -
Palestina. Nuova ediz.
Tra la fine del 1991 e l'inizio del 1992 Joe Sacco ha trascorso due mesi in Israele e nei Territori Occupati, viaggiando e prendendo appunti. Ha vissuto nei campi palestinesi, condividendone la vita (o meglio, la loro sopravvivenza) in mezzo al fango, in baracche di lamiera arrugginita, tra coprifuoco e retate dell'esercito israeliano. Risultato del suo meticoloso lavoro d'inchiesta è questo volume che, combinando la tecnica del reportage di prima mano con quella della narrazione a fumetti, riesce a dare espressione a una realtà tanto complessa e coinvolgente come quella del Medio Oriente. -
Il lupo, la papera e il topo. Ediz. illustrata
Una favola d'altri tempi condita dalla scrittura fluida e suggestiva di Marc Barnett e dalle illustrazioni inconfondibili di Jon Klassen.rnQuesta è la storia di un topo che viene inghiottito da un lupo. Sembra la fine, ma non è così! Dentro la pancia dell'animale incontra una papera vivace ed esuberante che ha deciso di stabilirsi lì dentro. Sì, proprio dentro lo stomaco del lupo! In fondo, quale posto può essere più sicuro? Ma quando anche il lupo è in pericolo, il topo e la papera troveranno il coraggio di affrontare il nemico. Età di lettura: da 3 anni. -
Storie della buonanotte per bambine ribelli 2. Ediz. a colori
Beyoncé, Mary Shelley, J.K. Rowling, Beatrix Potter e Steffi Graf sono solo alcune delle 100 storie raccolte in Storie della buonanotte per bambine ribelli 2: 100 eroine, 100 favole, 100 esempi di coraggio per continuare a sognare in grande.«Proprio come le caramelle, le storie della buonanotte si mangiano una dopo l'altra, vite racchiuse in trenta righe al massimo, il tempo di un racconto prima che arrivi il sonno» – Concita De Gregorio, la Repubblica«Un ricco e colorato sfoglio che suona come un incoraggiamento: ecco dove si può arrivare avendo fiducia in sé e credendo nelle proprie capacità, alla faccia delle belle addormentate risvegliate dai soliti baci» – Il Sole 24 Ore«Storie di scienziate, attiviste politiche, sportive, scrittrici che nei libri di scuola non ci sono. Eppure, ovviamente, esistono e non sono poche: basta solo raccontarle. Scriverne, parlarne» – Silvia Ballestra, GioiaC'erano una volta cento ragazze che hanno cambiato il mondo. Ora ce ne sono molte, molte di più! Storie della buonanotte per bambine ribelli è diventato un movimento globale e un simbolo di libertà. Le autrici Francesca Cavallo ed Elena Favilli tornano con cento nuove storie per ispirare le bambine – e i bambini – a sognare senza confini: Audrey Hepburn, che mangiava tulipani per sopravvivere alla fame ed è poi diventata un'inarrivabile icona di stile e una straordinaria filantropa; Bebe Vio, grintosissima campionessa di scherma malgrado una grave malattia; J.K. Rowling, che ha trasformato il fallimento in un punto di forza e ha cambiato per sempre la storia della letteratura. Poetesse, chirurghe, astronaute, giudici, acrobate, imprenditrici, vulcanologhe: cento nuove avventure, cento nuovi ritratti per ispirarci ancora e dirci che a ogni età, epoca e latitudine, vale sempre la pena di lottare per l'uguaglianza e di procedere a passo svelto verso un futuro più giusto. Età di lettura: da 8 anni. -
Io non avevo l'avvocato. Una storia italiana
«Guardia di Finanza, apra subito.» 23 febbraio 2010, 5.00 del mattino. Mario Rossetti viene arrestato per l'inchiesta Fastweb-Telecom Italia Sparkle su una maxifrode da due miliardi di euro. Quattro mesi di carcere tra Milano e Roma, arresti domiciliari, tre anni di processo, 147 udienze, beni sequestrati, drammatici e imprevedibili risvolti umani e familiari: in questa edizione aggiornata Rossetti racconta la sua odissea kafkiana, fino al riconoscimento dell'errore giudiziario e della totale estraneità ai reati. La sentenza di primo grado del 17 ottobre 2013, infatti, e quella d'appello del 27 settembre 2017, non impugnata dall'accusa, riconoscono, dopo otto anni, la totale estraneità ai reati contestati e mettono fine all'incubo. Ma chi gli ridarà indietro la vita e gli affetti perduti? Un'ingiustizia di cui nessuno risponderà e che per Rossetti non è semplicemente figlia di un terribile errore, ma è la conseguenza delle tante anomalie del nostro sistema giudiziario. L'autore invoca così una radicale riforma della giustizia e un profondo ripensamento delle carceri, affinché si trasformino, da gironi infernali, in luoghi di reinserimento sociale degni di un Paese civile. -
La mia rivoluzione
Dall'autrice di Un ponte per Terabitia e La grande Gilly HopkinsrnIo ho insegnato ai campesinos a leggere e scrivere. Loro mi hanno insegnato a essere una persona.rnLora ha solo tredici anni quando, nel 1961 il governo di Fidel Castro promuove a Cuba la campagna di alfabetizzazione: tutti quelli che sanno leggere e scrivere sono chiamati a insegnare a chi è analfabeta. Lora non è mai stata fuori dall'Avana, eppure, contro il parere dei suoi genitori, decide di mettere la sua vita e il suo sapere al servizio degli altri: parte per andare a vivere sulle montagne, nella casa senza elettricità di una famiglia di contadini, dove per un anno dovrà lavorare nei campi di giorno e insegnare la sera. La sua nuova vita non sarà facile, anche a causa delle minacce costanti dei controrivoluzionari, ma ad attenderla ci sarà un universo pieno di affetti e di scoperte, destinati a cambiarla per sempre nel profondo. Età di lettura: da 11 anni. -
La fattoria degli animali
Tutti gli animali sono usguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.Gli animali di una fattoria, stanchi dei continui soprusi degli esseri umani, decidono di ribellarsi e, dopo avere cacciato il proprietario, tentano di creare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ben presto, tuttavia, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con l'astuzia, la cupidigia e l'egoismo che li contraddistinguono si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più docili e semplici d'animo. L'acuta satira orwelliana verso il totalitarismo è unita in questo graphic novel alla felicità di tratto e all'inventiva grafica di Odyr, capace di dare nuova vita a uno dei romanzi più celebri e significativi del Novecento. -
Troppi diritti. L'Italia tradita dalla libertà
"Questo libro è un viaggio nel pensiero di un Paese tradito dalla libertà, in cui nessuna élite ha più il coraggio di dire il vero e di fare i conti con minoranze organizzate sotto la bandiera dei diritti acquisiti."""" rnÈ un'ipertrofia dei diritti ciò che spiegai, il declino italiano: questa la diagnosi di Alessandro Barbano, direttore del «Mattino». Si tratta di un virus che ha infiltrato il discorso pubblico e da decenni blocca ogni tentativo della politica e della società di riscattarsi. Certo, in passato i diritti individuali sono stati il carburante che ha alimentato la nascita, la crescita e l'affermarsi delle democrazie a scapito di assolutismi e di totalitarismi. Ma quando quei diritti sono diventati princìpi guida delle società, è emerso anche il loro lato oscuro, favorito oggi dallo sviluppo di innovazioni tecniche che aprono inedite prospettive. Proprio la visione di queste nuove possibilità amplia lo spazio delle aspirazioni del singolo e dei gruppi, facendo perdere di vista il limite etico insito nel concetto stesso di libertà. È ciò che si definisce «dirittismo», malattia che esibisce un sintomo ormai sotto gli occhi di tutti: la crisi della delega, ossia la rinuncia a qualsiasi mediazione tra gli interessi di uno o di pochi e quelli di tutto il corpo sociale. È accaduto nel campo politico, dove il dirittismo si è tradotto in aperta diffidenza nella classe dirigente e nel diffuso astensionismo; nel campo del sapere, dove manca il criterio della meritocrazia; e nella sanità, dove vale per tutti l'esempio del movimento contro i vaccini. E, altrettanto grave, è accaduto nel campo dei media, dove strumenti come Internet, Facebook, Twitter hanno scalzato la mediazione della carta stampata, stravolgendo spesso il messaggio veicolato. La combinazione di diritti e tecnica si è così tramutata in un fattore di indebolimento e disgregazione della stessa democrazia. Quello di Barbano è un viaggio nel pensiero di un Paese tradito dalla libertà, in cui nessuna élite ha più il coraggio di dire il vero e di fare i conti con minoranze organizzate sotto la bandiera dei diritti acquisiti. Dal palazzo alla piazza, dai giornali alla Rete, dalla scuola alla giustizia, il discorso pubblico non è più al servizio della democrazia. """"Troppi diritti"""" intende raccontare come ciò sia accaduto e che cosa fare per uscire da una simile crisi epocale."