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Il treno di cristallo
È rimasto solo un modo di scandalizzare: la sincerità.rnrn A Broadstairs, incantevole villaggio della costa inglese, Aaron lavora come apprendista nella storica gelateria Morelli e vive in simbiosi con Anja: una madre depressa e protettiva che gli tiene nascosta l'identità del padre e nulla racconta di Zagabria, la città dalla quale sono fuggiti quando lui era piccolo. Fortuna che Gennarino, il suo migliore amico, è un vulcano di allegria e colora di ottimismo il grigiore trasmesso dalla malinconia di Anja. Dal canto suo, Aaron ha imparato a essere felice con poco. Gli bastano il sapore del gelato al mandarino, le passeggiate solitarie lungo le scogliere a strapiombo sul mare e le conversazioni con Crystal, la ragazza che ama. Si sono conosciuti online e la loro relazione va avanti da più di un anno: ma è soltanto virtuale. Ogni volta che lui cerca di organizzare un incontro, lei trova mille scuse per rimandare. Eppure Aaron preferisce la sua presenza incompleta al dolore della solitudine. Finché un evento inatteso sconvolge tutto. Dalla Croazia arriva la lettera di un notaio che annuncia ad Aaron la morte di quel padre che gli è sempre stato tenuto nascosto, e lo invita a raggiungere Zagabria per l'apertura del testamento. In treno, grazie a un biglietto di Interrail. Sprovveduto e impreparato alla vita, Aaron affronterà con coraggio la sua piccola Odissea alla ricerca della verità. Dall'Inghilterra a Zagabria passando per Amburgo, Praga, Lubiana, Bratislava e Szentgotthárd si incontrerà finalmente col mondo: che lo metterà alla prova, fra rischi e tentazioni, offrendo in cambio incontri inattesi e immensa bellezza. Con la sua scrittura cesellata e limpidissima, Nicola Lecca crea un'appassionante fiaba contemporanea. L'ingenuità del suo protagonista, ricco soltanto dei suoi desideri, dà vita a pagine scintillanti che ci offrono la disarmante purezza di uno sguardo nudo: capace di illuminare la complessità del mondo, evidenziando i paradossi delle relazioni online e le ipocrisie delle tante trappole tese per trarre profitto dalle nostre solitudini. -
Il cuore e la tenebra
Culicchia scrive un romanzo che racconta e riflette su amore, fallimento, ossessione, e sul rapporto tra padri e figli. Sulla nostalgia di ciò che è passato e non tornerà più e di ciò che non è mai accaduto, di ciò che non siamo riusciti a far accadere. E allora come si colmano i vuoti da noi stessi creati? Che cosa significa fallire? rnCari figli miei,rnil male che un uomo fa vive oltre di lui. Il bene sovente rimane sepolto con le sue ossa. Quando leggerete queste mie righe non ci sarò più. La mia sola speranza è che da morto avrò modo di starvi vicino, più di quanto non mi sia riuscito in vitarnGiulio, trent'anni superati da poco, viene raggiunto dalla notizia della morte del padre. Famoso direttore d'orchestra, si era trasferito anni prima a Berlino, dove era stato nominato direttore della Filarmonica. Ossessionato dall'esecuzione della Nona Sinfonia diretta da Furtwängler nel 1942 per il compleanno di Hitler, aveva costretto l'orchestra a migliaia di prove estenuanti per ripeterla identica. La rivolta dei musicisti e l'accusa di nazismo che ne era seguita avevano troncato la sua carriera. Sullo sfondo di una Berlino in costante mutazione, Giulio intraprende il suo viaggio per raccogliere i pezzi della vita di quel padre scomparso improvvisamente e che aveva visto così poco dopo che aveva lasciato la madre e lui e suo fratello ancora bambini. Tocca a Giulio occuparsi di tutto e, nell'appartamento berlinese, tra gli oggetti, i libri e i file personali, quella che piano piano prende forma davanti ai suoi occhi è una nuova immagine del padre, una nuova storia. -
Il silenzio della collina
Vincitore del Premio Lattes Grinzane 2019 per la sezione Il Germoglio.rnUn romanzo-verità che rompe il silenzio sul primo sequestro di una minorenne nell'Italia repubblicana. Un libro feroce e al tempo stesso necessario per capire da dove viene la violenza sulle donne, per comprendere che, contro quella violenza, sono gli uomini a doversi muovere. «Nell'Italia della contestazione e del cambiamento, dei favolosi anni Sessanta, fra le colline raccontate da Fenoglio, genius loci del romanzo, c'è uno scantinato buio - ed è il sotteraneo penoso della nostra cattiva coscienza» - Paolo di Paolo, RobinsonrnRagazze rapite, segregate in cucina, rinchiuse in carceri domestiche a scontare la colpa di essere donne. E non solo a Cleveland o in Belgio o in Austria; tutto quello era accaduto lì, nelle Langhe, nel 1968rnDomenico Boschis è nato nelle Langhe, ma da molti anni ormai la sua vita è a Roma, dove ha raggiunto il successo come attore di fiction TV. Una notizia inaspettata, però, lo costringe a tornare tra le sue colline: il padre, col quale ha da tempo interrotto ogni contatto, è malato e gli resta poco da vivere. All'hospice, infatti, Domenico trova un'ombra pallida dell'uomo autoritario che il padre è stato: il vecchio non riesce quasi più a parlare, ma c'è una cosa che sembra voler dire al figlio con urgenza disperata. «La ragazza, Domenico, la ragazza!» grida, per scoppiare poi in un pianto muto. Dentro quel pianto Domenico riconosce un dolore che viene da lontano. Chi è la ragazza che sembra turbarlo fino all'ossessione? Mentre Domenico riprende confidenza con la terra in cui è cresciuto e cerca di addomesticare i fantasmi che popolano i suoi ricordi d'infanzia, si imbatte in un fatto di cronaca avvenuto cinquant'anni prima a una manciata di chilometri da lì. La protagonista è proprio una ragazza: ha tredici anni quando, una notte di dicembre del 1968, viene ""rubata"""" da casa sua. Di lei non si sa nulla per otto mesi, poi la verità emerge con tutta la sua forza. È possibile che sia il ricordo della tredicenne a perseguitare il padre di Domenico? E se così fosse, significa che il vecchio ha avuto un ruolo nella vicenda della ragazza? Lui l'ha sempre considerato un cattivo padre; deve forse cominciare a pensare che sia stato anche un cattivo uomo? Domenico ha bisogno di trovare una risposta prima che il vecchio chiuda gli occhi per sempre. Nel solco del romanzo-verità tracciato da Carrère con L'avversario , Alessandro Perissinotto prende le mosse da una storia realmente accaduta, raccontata dai giornali dell'epoca e poi colpevolmente dimenticata, innestandola però su un impianto romanzesco. Così facendo, rompe il silenzio sul primo sequestro di una minorenne nell'Italia repubblicana, in un libro feroce e al tempo stesso necessario per capire da dove viene la violenza sulle donne, per comprendere che, contro quella violenza, sono gli uomini a doversi muovere."" -
Vita di C.
Un'autobiografia immaginaria, un romanzo di formazione amorosa, erotica e politica in cui risuonano gli echi dell'Arte della gioia, una gemma letteraria che si legge tutta d'un fiato.«Un flusso interiore tra amori, amicizie, dolori e rinascite» - RobinsonrnCorri, Caterina, non fermarti. Lascia che la vita ti scorra addosso e ti plasmi. Corri e divora. A sorsate piene e senza fretta. Segui il tuo demonernQuello che tenete tra le mani non è un comune romanzo; è un esordio straordinario sotto tutti i punti di vista. È il racconto di una vita che pare contenerne cento, è la storia di una donna come tante che dopo qualche pagina vi sembrerà di conoscere da sempre, una donna forte, inquieta, generosa, sensuale e ribelle che per oltre quarant'anni ha inseguito, a volte anche a scapito della propria felicità, due soli fari: libertà e curiosità. È la storia della vita di C. Cresciuta sotto l'ala di una madre passionale e imprevedibile e di un padre ingombrante nella sua assenza, C., innamorata del pianoforte, dei libri e delle lingue, comincia giovanissima a cercare il proprio posto nel mondo. Sull'onda di una fame insaziabile di nuove esperienze, viaggia prima in Germania per studiare il tedesco, poi a Parigi, dove il suo fascino inconsapevole le apre le porte del circolo di artisti e viveurs che si raccoglie attorno a Salvador Dalí. È solo il primo giro di una giostra inarrestabile di peregrinazioni, incontri, avventure sentimentali, erotiche e intellettuali, l'inizio della vertiginosa altalena di cadute e rinascite che sarà la sua giovinezza. Milano le riserverà il primo grande amore e la prima perdita, New York le aprirà gli occhi e la mente, Roma le darà un lavoro e gli amici più cari, e infine l'India, approdo di fortuna dopo una serie di relazioni burrascose, stabilirà un nuovo, inaspettato ordine delle cose. La narrazione procede per accumulo in un presente vivido e febbrile, che scorre impetuoso nella lingua intima, semplice e potentissima di Caterina e che vi trascinerà inevitabilmente e gioiosamente con sé. L'autrice attinge a piene mani dal proprio vissuto e, applicandovi una sapiente dose di lievito romanzesco, costruisce un'autobiografia immaginaria, un romanzo di formazione amorosa, erotica e politica in cui risuonano gli echi dell' Arte della gioia , una gemma letteraria che si legge tutta d'un fiato. -
La terra promessa
Matteo Righetto tocca il culmine della sua arte e ci racconta la solitudine e l’amicizia, il cuore nero degli uomini e il calore dell’accoglienza e della comunità. Una scrittura pervasa di lirismo, autenticamente conscia di quanto la sopravvivenza e il destino dell’uomo siano intrecciati a quelli dell’ambiente.rnrn«Matteo Righetto disegna delicate figure, così come scolpisce i cattivi. Su uno sfondo di selvaggia bellezza reso con prose limpida» - Ermanno Paccagnini, La Letturarn«Righetto sa catturare immediatamente il lettore con uno stile letterario unico e personaggi potenti» - Simon & Schuster (USA)rnrnIo credo nelle donne forti e nel valore delle loro sfide. Credo nella dignità degli ultimi e nella luce nei loro occhi. Credo nella speranza come rimedio alla nostalgia. Credo nello montagne, nella loro lealtà. Credo nel fremito dell'alba e nei tramonti infuocati sulle rocce alpine. Credo nella parola data. Credo nel riscatto definitivo dei vinti. Credo nei giusti, ovunque si trovino.rnrnrnCon questo romanzo inizia il futuro di Jole e Sergio, figli di Augusto e Agnese De Boer, coltivatori di tabacco a Nevada, in Val Brenta.rnVent’anni lei, dodici lui, dopo tante vicissitudini i due fratelli sono pronti ad affrontare la più grande delle sfide: lasciare la propria terra, che nulla ha più da offrire, per raggiungere il Nuovo mondo.rnrnUn’avventura epica che ha in sé l’incanto e il terrore di tante prime volte: per la prima volta salgono sul treno che li porterà fino a Genova dove, vissuti da sempre tra i profili aspri delle montagne, vedranno il mare – immenso, spaventoso eppure familiare, amico, emblema di vita e speranza. Per la prima volta la Jole e Sergio sono soli di fronte al destino e lei sa che – presto o tardi – dovrà raccontare al fratello la sorte tragica toccata ai genitori.rnrnNella traversata che dura più di un mese, stesa su una brandina maleodorante, mentre la difterite dilaga a bordo e i cadaveri vengono gettati tra i flutti, la Jole sente ardere in sé la fiamma della speranza, alimentata dalla bellezza sconosciuta del mare e da un soffio di vento che di tanto in tanto torna a visitarla, e in cui lei è certa di riconoscere l’Anima della Frontiera, il respiro universale che il padre Augusto le ha insegnato a riconoscere.rnrnCon la forza d’animo e la grazia che conosciamo, la Jole, con i boschi e le montagne di casa sempre nella mente e nel cuore, affronta esperienze estreme che la conducono, pur così giovane, a fare i conti con temi cruciali e di bruciante attualità – il senso di colpa di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, il rapporto tra nostalgia e identità, l’importanza di coltivare pazienza e speranza per inventarsi il futuro e continuare a vivere.rnrnSi conclude con questo romanzo la “Trilogia della Patria”, la saga della famiglia De Boer. -
L' inverno di Giona
Filippo Tapparelli, qui al suo esordio letterario, ha scritto un giallo onirico lontano da virtuosismi stilistici e intriso di atmosfere di perturbante ambiguità, descritte con una potenza evocativa straordinaria. Vincitore del Premio Calvino 2018.rn«Paura, silenzio e infine ribellione. Filippo Tapparelli ha vinto il Premio Calvino con un esordio sorprendete: dove il giovane protagonista si muove tra sogno e (dura) realtà» - Loredana Lipperini, Robinsonrn""Un romanzo in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del lancinante bisogno di affetto e di stima"""" rnrn """"Non ti ho mai conosciuto davvero, padre. Uomo sparito, fantasma di un fantasma. Hai carne di vento, pelle di nebbia. Non ti riconosco eppure sei me centomila volte al giorno."""" rnrnSiamo su una montagna ostile, fa molto freddo. Giona non ha ricordi. Ha poco più di quattordici anni e vive in un villaggio aspro e desolato insieme al nonno Alvise. Il vecchio, spietato e rigoroso, è l'uomo che domina il paese e impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti. In possesso unicamente di un logoro maglione rosso, Giona esegue con angosciata meticolosità gli ordini del vecchio, sempre gli stessi gesti, fino a quando, un giorno, non riesce a scappare. La fuga si rivelerà per lui un'inesorabile caduta agli inferi, inframmezzata da ricordi della sua famiglia, che sembrano appartenere a una vita precedente, e da apparizioni stravolte. In un clima di allucinata sospensione temporale, il paese è in procinto di crollare su se stesso e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. La verità è quella che appare? Solo un decisivo cambio di passo consentirà al lettore di raggiungere la svolta finale e comprendere davvero che cos'è l'inverno di Giona. Filippo Tapparelli, qui al suo esordio letterario, ha scritto un giallo onirico lontano da virtuosismi stilistici e intriso di atmosfere di perturbante ambiguità, descritte con una potenza evocativa straordinaria."" -
La sottovita
La sottovita è un romanzo dei giorni nostri, una registrazione di eventi ""letterale"""" che accende ironia e grovigli filosofici. Dove bisogna """"stare"""" per """"essere"""", o per essere un po' di meno e non farsi male? rnMa il mondo potrebbe essere il sogno di qualcuno?rn In una domenica piovosa di agosto tra le montagne dell'Alto Adige, un uomo viene travolto da una vacca delle Highlands. Disteso a terra in attesa di soccorsi, ricorda un giorno di ottobre di qualche anno prima, trascorso tra il desiderio di iniziare a scrivere un saggio sull'opera di uno scrittore norvegese e la ricerca di un equilibrio necessario a sopravvivere fra i ritmi del lavoro quotidiano e il mestiere di padre. Cosa l'aveva spinto a trasferirsi dalla provincia a Milano, quindici anni prima, come un Luciano Bianciardi fuori tempo massimo? Dove lo porterà questa specie di luminosa sottovita? Venditore di elettrodomestici, libraio, incerto ma assiduo lavoratore, il protagonista di questa storia si muove fra occupazioni quotidiane (la piccola e smagliante vita da padre), immaginazioni letterarie, concretezze incuneate fra la morbidezza della provincia e lo scatto nevrotico della città. La sottovita è un romanzo dei giorni nostri, una registrazione di eventi """"letterale"""" che accende ironia e grovigli filosofici. Dove bisogna """"stare"""" per """"essere"""", o per essere un po' di meno e non farsi male?"" -
Nel territorio del diavolo
Con Nel territorio del diavolo, Antonio Monda si conferma come uno degli autori italiani più internazionali, e continua la sua esplorazione letteraria degli Stati Uniti e di New York con un libro profondo, appassionante e di clamorosa attualità, ricostruendo la storia di una delle figure politiche più controverse degli ultimi cinquant’anni.rnrnVince chi racconta la storia migliore, e soprattutto chi la racconta meglio. E la gente crede a quello che vuole crederernrnrnAlexander Sarris è un giovane newyorkese che si trova a dover decidere se cedere al fascino seduttivo e intelligente del male. Ha trent’anni, origini greche e lavora in politica; più precisamente è l’assistente di Lee Atwater, il famigerato “Boogie Man”, lo spin doctor più temuto d’America, l’uomo che governa la comunicazione del Partito repubblicano.rnrnÈ il 1988 e tutti gli Stati Uniti sono convinti che il prossimo presidente sarà un altro uomo politico di origini greche, il democratico Michael Dukakis. Nessuno pensa che lo sfidante, il texano George Bush, possa davvero sconfiggerlo. I sondaggi, all’inizio della campagna elettorale, sono inequivocabili.rnrnFinché non entra in scena Lee Atwater, che imposta una campagna elettorale cinica e spietata, spregiudicata e violenta, volta a screditare Dukakis a colpi di insinuazioni, maldicenze, colpi bassi, falsità. E grazie a quelle che oggi verrebbero chiamate “fake news”, Bush recupera in pochi mesi un distacco di diciassette punti percentuali e vince le elezioni. -
Phi
Il primo romanzo di una trilogia unica che ha conquistato milioni di lettori. In questo libro è vero solo ciò che è incredibile.rn«Primo di una trilogia della psicologa turca Akilah Azra Kohen, Phi parla di un uomo ossessionato. Ma anche gli altri personaggi non scherzano» - Il Venerdìrnrn«Le pagine scorrono veloci, mentre la curiosità spinge a scoprire dove conduce quel sentimento forte che, a volte, annulla l'ego» - SetternQuesto romanzo non è per tutti. È stato scritto per le persone che hanno il coraggio di scoprire il proprio potenziale, per quei semi che hanno il coraggio di aprirsi.rnrnCan Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente – e capricciosa – star mediatica. Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un'armonia uniche si esercita nel giardino di casa. Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c'è l'incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il PHI. L'uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla… Ma c'è qualcosa di più spietato dell'amore per una sola persona? Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can. Quattro personaggi intramontabili perché ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni. Una storia di passione, speranza, tradimento, come la vita vera, che condurrà il lettore a muovere i primi passi verso un percorso di consapevolezza. Come i personaggi di PHI , infatti, ""ciascuno, nella vita, ha una cosa che gli riesce molto bene. Una soltanto. Ce la portiamo dentro sin dalla nascita"""" e il nostro compito è riconoscerla; in una parola, scoprire chi siamo davvero. PHI è il viaggio di chi, senza paura, è padrone della propria esperienza, e non si perde nei suoi mille rivoli."" -
Minecraft. Mini guida aquatic. Con adesivi
Tuffati negli oceani misteriosi di Minecraft con questa mini guida con oltre 500 sticker! Scopri come respirare sott'acqua, dove trovare i delfini e le tartarughe, come affrontare i mob annegati e dove scovare i tesori nascosti più preziosi. Età di lettura: da 9 anni. -
Sentirai parlare di me. Vita e avventure della prima reporter della storia
Attraverso il coraggio e la ribellionerndi un’americana di fine Ottocento, Bianca troverà l’entusiasmorndecisivo per affrontare gli eventi e larnchiave per conoscere meglio se stessa.rnrn""Non ho mai scritto una parola che non venisse dal cuore. Né mai lo farò. Questo è il mio motto. È una frase pronunciata da Nellie Bly, una donna molto coraggiosa che ha sempre lavorato al servizio della verità. Ne avete mai sentito parlare?""""rnrnBianca ha un sogno: da grande vuolernfare la giornalista. Insieme al suornmigliore amico Martino si occupa delrngiornale della scuola e vorrebbe invitarernalle riunioni anche Matteo, unrncompagno della classe accanto al qualernnon trova il coraggio di rivolgerernla parola. Durante la “Settimana deirnmestieri”, i ragazzi incontrano Vittoria,rngiornalista invitata a tenere unarnlezione appassionante, che però saràrncostretta a interrompere sul più bellornper seguire una misteriosa indagine.rnBianca, incuriosita, vuole a tutti i costirnrintracciarla per chiederle un aiuto: èrnalla ricerca di un anonimo artista chernsta colorando la città con alcuni stranirnmurales… Quando rincontrerà Vittoria,rnperò, Bianca riceverà in più unarnsorpresa esclusiva: il racconto dellarnvita e delle avventure di Nellie Bly, larnprima donna nella Storia ad aver osatornil mestiere di reporter e ad aver combattutornper i diritti delle donne. E saràrnproprio attraverso il coraggio e la ribellionerndi un’americana di fine Ottocentornche Bianca troverà l’entusiasmorndecisivo per affrontare gli eventi e larnchiave per conoscere meglio se stessa."" -
100% unofficial Fortnite. Guida fondamentale
Accendi il Pc, il Mac, l'Xbox, la PS4, il Nintendo Switch o il tuo dispositivo iOS e preparati per la battaglia...rnEntra nel mondo di Fortnite: Battaglia reale, il gioco gratuito e superadrenalinico per cui vanno tutti matti! Non importa se sei un nabbo o un giocatore esperto, questa Guida fondamentale (100% non-ufficiale) ti fornirà tutte le informazioni che ti servono, dalle basi del gioco alle tecniche di costruzione indispensabili, fino a suggerimenti e trucchetti per diventare imbattibile. -
L' Italia non è più italiana. Così i nuovi predoni ci stanno rubando il nostro Paese
Nel silenzio non abbiamo soltanto perso tutto il made in Italy, i grandi marchi della moda, le aziende alimentari, i settori strategici (dalla chimica alla siderurgia), i servizi e le banche: abbiamo perso il meglio delle nostre piccole aziende.rnrn Ogni 48 ore un'azienda italiana cade in mani straniere. Alcuni casi finiscono sui giornali e fanno discutere, ma la maggior parte scivola via nel silenzio. Così, nel silenzio, non abbiamo soltanto perso tutto il made in Italy, i grandi marchi della moda, le aziende alimentari, i settori strategici (dalla chimica alla siderurgia), i servizi e le banche: abbiamo perso il meglio delle nostre piccole aziende, quei gioielli di creatività spesso nati nei sottoscala di provincia e diventati leader mondiali nel loro settore. Erano i nostri veri tesori. Ora non sono più nostri. I nuovi proprietari stranieri non sono quasi mai dei padroni, piuttosto dei predoni. Prendi il marchio e scappa. Prendi i contratti e scappa. Il risultato? L'Italia non è più italiana. È ciò che Mario Giordano ci svela nel suo esplosivo libro-inchiesta: ha girato la Penisola strada per strada, ha visitato borghi e paesi, è entrato nelle fabbriche. E ha scoperto che i predoni stranieri non hanno conquistato solo la nostra economia: hanno conquistato l'intero nostro Paese. Dal castello piemontese del 1200 comprato dalla setta americana della felicità al palazzo della Zecca gestito dai cinesi, dall'isola di Venezia in mano ai turchi ai vigneti della Toscana acquistati dalla multinazionale belga delle piattaforme petrolifere, passando per supermercati, botteghe storiche, alberghi di lusso, case, piazze, ospedali: l'Italia non è più italiana. Persino la mafia vincente, ormai, è straniera. Da Cosa Nostra a Cosa Loro: le cosche nigeriane, sconfitta la camorra dei casalesi a Castel Volturno, si sono estese da Torino alla Sicilia, dove potrebbero scatenare una nuova guerra per il controllo del territorio. E, intanto, si afferma la Cupola cinese. Ormai non siamo nemmeno più padrini a casa nostra. Dilaga la cucina etnica, ma ci sono 250 cibi italiani a rischio (e nessuno li difende). Dilagano i termini inglesi, ma la nostra lingua rischia di scomparire (e i parlamentari sono i primi a dare alle leggi nomi stranieri). Persino gli insetti alieni minacciano il nostro Paese, come denuncia un rapporto allarmato dell'Ispra (anch'esso assai poco considerato). E, soprattutto, si stanno estinguendo gli italiani: sempre meno nascite, sempre più fughe all'estero. Una ogni 5 minuti. Secondo l'opinione corrente l'apertura internazionale e gli scambi sono un bene a prescindere. Ma è sempre vero? Le decisioni strategiche sul nostro futuro, oggi, vengono prese in asettici uffici del North Carolina o di Shanghai, da persone che non hanno mai visto un'officina, che non hanno alcuna relazione con la nostra terra e la nostra storia. E questo è un pericolo per il nostro Paese, come hanno denunciato anche i servizi segreti, nella loro relazione al Parlamento italiano. Un grido di dolore rimasto, incredibilmente, inascoltato. E che tutti invece dovrebbero ascoltare per evitare di risvegliarci presto in un'Italia che non c'è più. -
Se ne ride chi abita i cieli. L'abate e il manager: lezioni di leadership fra le mura di un monastero
Leader è chi sa essere manager fuori e monaco dentro, perché, come ha detto Papa Francesco, il vero potere è il serviziorn«Questo bel saggio vestito da romanzo si rivolge all’ateo e gli lancia la sfida più spirituale possibile: guarda dentro di te» - Paolo Berizzi, RobinsonrnrnrnUna gelida serata invernale, una sperduta stradina di campagna imboccata per evitare le code in autostrada, la potentissima auto superaccessoriata all'improvviso in panne, il navigatore e lo smartphone desolatamente muti e, intorno, una fitta nebbia: tutto sembra congiurare contro il rientro in città, quel venerdì sera, di un giovane manager frenetico. Alla ricerca di un telefono per chiedere aiuto, finisce per bussare al portone di un'antica e isolata abbazia. Accolto da un rustico padre portinaio sottilmente ironico e da un sereno abate dalle perspicaci doti introspettive, il manager si scontra subito con l'essenzialità della vita monastica. A poco a poco, però, il suo spaesamento e la sua impaziente irritazione iniziale si stemperano, finendo per trasformare il pernottamento in un viaggio alla scoperta di una realtà solo in apparenza lontana da quella fuori delle mura dell'abbazia e, soprattutto, in un viaggio dentro se stesso. A fargli da guida i dialoghi con l'abate e il padre portinaio, e con i loro confratelli (il bibliotecario, lo speziere, l'ortolano), su temi universali come politica, economia e bene comune, ecologia e ambiente, verità e fake news, ruolo delle donne, apertura al mondo. Chi dei due ha più da insegnare all'altro? È il monaco che ha bisogno del manager o il manager del monaco? Nell'irreale silenzio che abita gli antichi spazi del chiostro il manager scoprirà un modo nuovo di essere leader. Quello della sfida del Pope Francis' Style. Così come l'abito non fa il monaco, infatti, il ruolo non fa il manager. Abituato a dare lezioni di management e a gestire problemi-eventi-persone, l'ospite imparerà che niente è pericoloso come l'illusione di avere potere sugli altri. Usato come sostantivo, infatti, il potere è un motivetto che si fischia da soli. Diventa una sinfonia solo se inteso come verbo: poter essere, poter fare, poter guidare, poter decidere. E per essere suonata, una sinfonia richiede sia la capacità del direttore d'orchestra di amalgamare le voci di strumenti distinti, sia l'abilità dei singoli, che dovranno dare il meglio di sé, in armonia con tutti. In ""Se ne ride chi abita i cieli"""", don Giulio Dellavite affronta, attraverso la lente particolarissima della cultura monastica, tutti i temi cari ai manager di oggi: dal pensare in ottica relazionale alla gestione delle organizzazioni, dai modelli di leadership responsabile alle migliori strategie per vivere il cambiamento. Così facendo, attualizza insegnamenti millenari e suggerisce a chi legge che la vera grandezza sta nel non perdere mai di vista la propria dimensione interiore, spirituale. Soprattutto, la propria umanità."" -
Il vizio della speranza
Da questo libro il film di Edoardo De Angelis vincitore del Premio del pubblico della Festa del Cinema di Roma 2018rnrnUn libro che è l'atlante dei luoghi e delle vite che hanno nutrito il suo film, ma anche il racconto di formazione del suo regista attraverso il formidabile personaggio della nonna. Un repertorio di storie che rende metafisico un luogo reale, una scrittura in diretta e in soggettiva che scava nella melma alla ricerca della bellezza. E la trova.rnrnFra il lago rosso di rifiuti tossici e i morti ammazzati per strada, c'è una balena che si arena e dalla sua pancia che esplode putrefatta esce un cagnolino. Sulla spiaggia, a osservare questa scena, c'è un bambino che vuole essere cantante, ballerino, cintura nera di karate. Per nonna Mena quella creatura è speciale. Assieme si fanno largo nel mondo, anche se ogni tanto serve un po' di prepotenza. È lei che lo aiuta a diventare uno dei migliori registi italiani della sua generazione. Il suo film Indivisibili ha vinto sei David di Donatello, altrettanti Nastri d'argento, otto Ciak d'oro e un Globo. Ora, in questa terra tra il fiume Volturno e la strada Domitiana, il bambino che intanto è cresciuto ha girato il nuovo film, Il vizio della speranza , la storia di Maria che prende ispirazione dalle vicende reali di molte ragazze che vivono ogni giorno un purgatorio senza fine. Nella sua sconfinata bellezza violentata, la strada statale Domitiana è la milza d'Italia. Una terra di costruttori visionari, rifugio di peccatori di ogni colore, senza legge, senza regole, senza morale, culla di donne e uomini coraggiosi che muoiono per strapparne un pezzo alla barbarie; un quadrilatero di palazzine tutte uguali e prematuramente diroccate, attraversate da strade in cui il cemento fa da padrone e trasformate in una discarica diffusa. Nascere a Castel Volturno, su questo pezzo di litorale campano a metà strada tra Gaeta e Napoli, è diverso che nascere in qualsiasi altro luogo d'Italia. Un territorio che conta venticinquemila abitanti regolari, più venticinquemila clandestini, tra aborti, superstizione cattolica, crimine organizzato bianco e nero, riti voodoo. Questo succede nelle decine di case sulla litoranea da Mondragone a Lago Patria. Edoardo De Angelis guarda e descrive questo magma potentissimo con il suo talento visionario, vivendo le storie in prima persona e utilizzando la scrittura come una cinepresa, dando vita a una straordinaria narrazione tra romanzo e reportage. Un libro che è l'atlante dei luoghi e delle vite che hanno nutrito il suo film, ma anche il racconto di formazione del suo regista attraverso il formidabile personaggio della nonna. Un repertorio di storie che rende metafisico un luogo reale, una scrittura in diretta e in soggettiva che scava nella melma alla ricerca della bellezza. E la trova. -
Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920
Con il suo stile inconfondibile, Giordano Bruno Guerri ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti custoditi negli Archivi del Vittoriale, intrecciando in una narrazione appassionante la grande storia con le vicende degli uomini e delle donne che hanno vissuto quell'irripetibile avventura.rnrn«Ci siamo levati soli contro un mostro minaccioso e insaziabile. Ci siamo levati soli contro il mondo folle e vile. Ci siamo levati soli contro l'immenso potere costituito e munito dei ladri, degli usurpai e dei falsarii. Respiriamo il nostro orgoglio» - Gabriele D'AnnunziornrnIl 12 settembre 1919 un poeta, alla testa di duemila soldati ribelli, conquista una città senza sparare un colpo. Vi rimarrà oltre un anno, opponendosi alle maggiori potenze sotto gli occhi di un mondo ancora sconvolto dalla Grande Guerra. Lo scopo di Gabriele d'Annunzio e dei suoi legionari non era solo rivendicare l'italianità di Fiume: il Vate sognava di trasformare la sua «Impresa» in una rivoluzione globale contro l'ordine costituito, e nell'avveniristica Carta del Carnaro – una costituzione avanzatissima – teorizzò un governo della cosa pubblica lontano da quello dello Stato liberale, socialista, fascista. Per sedici mesi Fiume fu teatro di cospirazioni, feste, beffe, battaglie, amori, in un intreccio diplomatico e politico sospeso tra utopia e realtà. Militari, scrittori, aristocratici, industriali, femministe, sovversivi, politici, ragazzi fuggiti di casa componevano l'esercito del «Comandante», inconsapevoli di quanto avrebbero influenzato l'immaginario del Novecento. Nelle luci e nelle ombre dell'Impresa ritroviamo, a distanza di cento anni, molti aspetti del mondo di oggi: la spettacolarizzazione della politica, la propaganda, la ribellione generazionale, la festa come mezzo di contestazione, la rivolta contro la finanza internazionale, il conflitto tra nazionalismi, il ribellismo e la trasgressione. Mussolini, che a Fiume tradì d'Annunzio, saccheggiò quell'epopea adottandone la liturgia della politica di massa: i discorsi dal balcone, il dialogo con la folla, il «me ne frego», l'«eia eia alalà», riti e miti: così l'Italia democratica ha voluto dimenticare che la «Città di Vita» fu anzitutto una «controsocietà» sperimentale, in contrasto sia con le idee e i valori dell'epoca sia – e tanto più – con quelli del fascismo. Eppure, se molti legionari aderirono al regime, come Ettore Muti, molti altri furono irriducibilmente antifascisti, confinati o costretti a morire in esilio, come il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris. Con il suo stile inconfondibile, Giordano Bruno Guerri ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti custoditi negli Archivi del Vittoriale, intrecciando in una narrazione appassionante la grande storia con le vicende degli uomini e delle donne che hanno vissuto quell'irripetibile avventura, e portando alla luce un aspetto inedito della poliedrica personalità dell'uomo che ne fu l'ispirato animatore e l'indiscusso protagonista. -
Rinascere. Alcol, intossicazione e storie di guarigione
Espressiva commistione tra un memoir e un saggio di critica letteraria, Rinascere rivela quanto sia difficile, commovente e delicato scavare dentro se stessi senza pretendere di trovare una risposta, ma soltanto la consapevolezza che ogni dipendenza può essere vinta andando avanti «un giorno alla volta».rn«Invece di cercare le ragioni del suo alcolismo, Jamison ha scavato nel grande vuoto che chiunque sia affetto da dipendenza sente dentro e vi ha trovato qualcosa di profondo» - Timernrn«Forse nessuno ha parlato della sofferenza e della ricerca di consolazione meglio di Jamison» - The New YorkerrnLa letteratura e la musica ci hanno abituato a pensare che non ci sia nulla di speciale nelle storie sul recupero da una dipendenza: non sono eccezionali quanto le avventure estreme e spericolate vissute durante una sbornia, non sono sagge quanto il genio creativo alimentato dall'alcol, celebrato dalla critica e acclamato dal pubblico. Anche nella storia sul recupero di una giovane ragazza americana, a prima vista, non c'è nulla di speciale, eccezionale o saggio: una studentessa che viaggia attraverso il paese per laurearsi a Harvard, frequentare uno dei migliori master di scrittura creativa degli Stati Uniti e ottenere il dottorato in letteratura a Yale; un'alcolista con disturbi alimentari che si mantiene lavorando in una pasticceria mentre scrive un romanzo e prova a convivere con lo struggente bisogno di sentirsi unica agli occhi dei familiari, dei colleghi, degli amici, del fidanzato. Quando quella ragazza partecipa alla prima riunione degli Alcolisti Anonimi nel seminterrato di una chiesa impregnato dell'odore di biscotti e caffè, capisce che non ci sono modi affascinanti per raccontare il tema del recupero. Gli sconosciuti seduti accanto a lei hanno vissuto le sue stesse esperienze e hanno provato le sue stesse emozioni: la sbornia, il furore, la sete, la vergogna, la ricaduta, l'astinenza. Il programma dei dodici passi si trasforma, così, in un cammino condiviso e comunitario per fare i conti con le proprie debolezze e imparare a essere sempre più presenti a se stessi. E si tratta di un cammino che diventa speciale, eccezionale e saggio proprio perché già vissuto, perciò utile e prezioso per chiunque trovi il coraggio di intraprenderlo. Ecco perché, quando Leslie Jamison ha deciso di pubblicare la sua storia, ha scelto di scrivere usando la prima persona plurale, facendosi accompagnare da un coro di voci segnate dalla dipendenza e dal tentativo – non sempre a lieto fine – di raggiungere la sobrietà: persone ordinarie come motociclisti, madri single, avvocati e giornalisti, ma anche noti scrittori e artisti come Raymond Carver, Billie Holiday, Amy Winehouse, Stephen King e David Foster Wallace. Espressiva commistione tra un memoir e un saggio di critica letteraria, Rinascere rivela quanto sia difficile, commovente e delicato scavare dentro se stessi senza pretendere di trovare una risposta, ma soltanto la consapevolezza che ogni dipendenza può essere vinta andando avanti «un giorno alla volta». -
Ira funesta. Imparare a gestire la rabbia
Per curare la sua ira funesta Achille avrebbe avuto bisogno di un bravo psichiatra? E Ulisse, capace di autoanalisi, ne avrebbe potuto fare a meno? Quando siamo arrabbiati siamo più Achille o Ulisse? rn«L'uomo è il più rabbioso tra gli animali. Il che può sembrare un paradosso visto che è anche l'unico ad avere consapevolezza delle proprie emozioni e, dunque la capacità di controllarle. A spiegarlo è Alberto Siracusano nel suo libro Ira funesta» - Il VenerdìLa rabbia guasta il nostro vivere quotidiano, inquina il campo delle nostre relazioni, bussa alla porta delle nostre vite. Per essere capita ha bisogno di essere scomposta nelle diverse tessere che formano il mosaico di questo intricato sentimentornPartendo da queste domande provocatorie, Alberto Siracusano, uno dei più affermati psichiatri italiani, analizza i molti aspetti della rabbia, un'emozione che, nonostante la sua enorme diffusione, è ancora poco studiata. Infatti, se la rabbia è sempre reazione a un evento scatenante, come delusione, frustrazione, paura, il sentire minacciati sé o i propri confini, si declina però in forme diverse – ira, collera, stizza –, in cui si intrecciano, in modo a volte caotico, stati d'animo difficili da riconoscere, da comprendere, da controllare. E spesso sfocia nel male di rabbia, una condizione psicopatologica caratterizzata da comportamenti devianti, talvolta dalle gravi conseguenze, attuati nei confronti di chi la subisce. Il femminicidio ne è una dimostrazione, come lo è il terrorismo, manifestazione di una rabbia intollerante che può portare all'atto estremo di uccidersi per uccidere gli altri. Attraverso esempi illustri – letterari, artistici e anche legati a casi di cronaca – e il racconto di storie di vita, si scoprono le differenze tra la rabbia al femminile e quella al maschile, e tra le varie espressioni che la caratterizzano nelle diverse età, fino ad arrivare alla cosiddetta rabbia 2.0, quella che trova su internet, e in particolare nei social network, il proprio sfogo naturale, ma che si esprime anche attraverso alcune forme di musica o i tatuaggi. E si comprende come la rabbia guasti il nostro vivere quotidiano e inquini il campo delle nostre relazioni, da quelle di coppia a quelle familiari, da quelle scolastiche a quelle lavorative. L'ira funesta di omerica memoria e la sua distruttività sono dunque il rischio in cui incorre chi non impari a riconoscere e controllare la rabbia, perché «una mente arrabbiata è una mente limitata». -
Ritorno sull'isola. La banda dei cinque. Vol. 6
Per i cugni Julian, Dick, Anne, Georgina e il cane Tim è sempre il momento di una nuova avventurarnPrima che Julian finisse di parlare, la luce nella caverna si spense! Poi una voce risuonò nel buio. «Non muovetevi! Fate un solo movimento e sparo.» rnGeorge sussultò. Cosa stava succedendo? Trattenne Tim per il collare, per paura che si lanciasse contro l'uomo e che quello gli sparasse. Poi la voce parlò di nuovo. «Allora, adesso ci riveli il tuo segreto?»È tempo di vacanze e i fratelli Julian, Dick e Anne, insieme alla cugina Georgina, che si fa chiamare George, fanno ritorno a Kirrin Cottage. Al loro arrivo scoprono che non potranno andare sull'isola di proprietà della famiglia perché il papà di George, un famoso scienziato, sta facendo degli esperimenti segreti e ha vietato a chiunque di avvicinarsi. Le ricerche dello zio e la strana torre che ha costruito su Kirrin Island, però, attirano la curiosità di persone sospette, e quando anche il papà di George inizia a temere di essere spiato e chiede alla figlia di lasciargli sull'isola Timmy, il suo inseparabile cane, i ragazzi capiscono che è venuto il momento di entrare in azione. Chi minaccia lo zio? Riuscirà la banda dei cinque a risolvere anche questo mistero e a salvare Kirrin Island? Età di lettura: da 8 anni. -
Spam. Stop plastica a mare. 30 piccoli gesti per salvare il mondo dalla plastica
Trenta giorni, trenta post-it. Mettiamo in fila quei piccoli gesti quotidiani che possono cambiare il futuro del nostro pianeta.rnMa voi lo sapevate che il mare è pieno di rifiuti di plastica? Vi avevano mai detto che di questo passo nel 2050 il peso della plastica negli oceani sarà pari al peso di tutti i pesci? Io, onestamente, ne sapevo poco. Poi ho ricevuto una telefonata, ed è cambiato tutto.rn È stata un fulmine a ciel sereno, quella telefonata. Un improbabile Cavalluccio Parlante mi ha chiesto di aiutarlo a ripulire il mare dalla plastica. E da quando c'è la plastica in mare? Ma poi, cosa posso fare io, umile conduttore radiofonico, per giunta abitante a Milano? Beh, in realtà molto più di quanto pensassi. Da quando ho accettato la sfida, ho conosciuto ricercatori, politici e attivisti di tutto il mondo che si stanno mobilitando per combattere questa emergenza e grazie a loro ho scoperto un sacco di cose. Prima di tutto che l'Italia, con i suoi acquari, le sue aziende e le sue leggi, su questo tema è all'avanguardia. Che esistono avventurieri, canzoni, opere d'arte e iniziative di ogni genere legate alla plastica. Che ci sono moltissime aziende, grandi e piccole, che stanno facendo la loro parte per rendere più sostenibile il consumo di plastica. E che ognuno di noi, se vuole, può fare la differenza. Se volete saperne di più, vi invito a seguirmi in questo folle viaggio. Trenta giorni, trenta post-it. Mettiamo in fila quei piccoli gesti quotidiani che possono cambiare il futuro del nostro pianeta.