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Questione di vita e di morte
A chi appartiene la nostra vita? Detto altrimenti: sul nostro fine vita è preferibile che decidiamo noi o un estraneo che non conosciamo, scelto dal caso o dai rapporti di forze, che potrebbe essere anche un nostro nemico? rn«Un'appassionata dimostrazione, esistenziale e filosofica, sul nostro diritto di dire la parola fine» – La RepubblicarnQuesto è l'unico interrogativo intellettualmente onesto, logicamente e moralmente onesto, con cui affrontare il tema del fine vita, del suicidio assistito, dell'eutanasia. Ed è l'interrogativo che Paolo Flores d'Arcais si pone in questo pamphlet. La risposta ovvia è che preferiamo decidere noi. Perché mai dovremmo sottometterci a un altro, alla Chiesa, a una maggioranza politica? Tutti e ciascuno, senza eccezioni, preferiremmo essere noi a scegliere. Ad essere logicamente e moralmente onesti, perciò, la questione del fine vita non costituisce un problema, non dovrebbe, almeno. Ha in sé la sua risposta: nessuno può imporre la propria volontà sul fine vita di un altro. -
Variazioni sul barile dell'acqua piovana
La poesia di Jan Wagner è caratterizzata da una crepitante sequenza di immagini e di parole che si ricongiungono tutte fra loro, ma non immediatamente.rnrnC'è lo spazio di una sospensione e, quasi sempre, di una sorpresa. Il gioco delle analogie e dei salti di senso non è spericolato: lascia sempre una porta alla trasparenza dei possibili significati. Il tono meditativo, in una linea audeniana-larkiniana, si nutre spesso di materiale quotidiano e tende alla leggerezza (nel senso di Calvino) e all'ironia piú che alla sapiente sentenziosità. Tra gli spunti poetici ricorrono gli animali: cavalli, asini, koala... Risultano affascinanti per la loro enigmatica inerzia che nasconde però un'idea di tenacia, di persistenza nonostante condizioni sempre meno favorevoli ai non umani (e forse anche agli umani). Cosí come personaggi forti sono i vagabondi, i clochard e i centauri che si incontrano in alcune poesie, repellenti da un lato, affascinanti dall'altro, in un gioco di contrasti che a Wagner piace e su cui costruisce molta sua poesia. -
Per la cruna di un ago. La ricchezza, la caduta di Roma e lo sviluppo del cristianesimo, 350-550 d. C.
Gesú insegnò ai suoi seguaci che è piú facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio. Eppure, con la caduta di Roma, la chiesa divenne sempre piú ricca e potente. Con questo libro Peter Brown affronta senza ambiguità uno dei grandi paradossi della storia dell'Occidente. Utilizzando magistralmente fonti alte e archivi «bassi» – elaborazioni dottrinali di matrice teologica, disposizioni del diritto canonico e materiali spuri tratti dalla vita quotidiana di comunità e personaggi minori – il grande storico scrive la prima vera e propria storia economica del cristianesimo e della chiesa delle origini. Al centro del libro la condizione paradossale per cui, se anche la rinuncia, il dono e la povertà si trovano al cuore dei Vangeli, la chiesa, che su quei testi si è edificata, è diventata, nel corso dei secoli, una delle piú formidabili potenze economico-finanziarie della storia. Lungi dal gridare allo scandalo, Brown cerca di spiegare come mai un'istituzione nata sul presupposto secondo cui la vera vita si colloca nel mondo altro della promessa, e che questo mondo, con i suoi beni, lusinghe e tentazioni, è da rigettare, proprio a questo mondo si è adattata con tutte le sue forze. -
Il diavolo in Francia
Con Il Diavolo in Francia, ora tradotto in italiano per la prima volta, Feuchtwanger si dimostra formidabile cronista di una vicenda assurda e paradossale. rnrnRacconto acuto, ironico nella sua drammaticità, scritto in una prosa asciutta e al contempo riflessiva in cui l'autore riesce a vedere se stesso con l'occhio di uno scrittore e non di una vittima. Con la consapevolezza di narrare, in prima persona, una serie di episodi che preludono alla fine di un mondo. (...) L'opera piú importante di Feuchtwanger è la trilogia su Flavio Giuseppe, comandante delle truppe ebraiche ai tempi della guerra contro Roma, passato dalla parte dei Romani. Flavio Giuseppe era un traditore? O piuttosto un uomo colto che odiava i fanatici integralisti ebrei e ammirava il cosmopolitismo dei Romani? In ogni caso è lui il fondatore del canone della narrazione laica ebraica e forse il primo vero cronista di guerra. Feuchtwanger con ogni probabilità si identificava con Flavio Giuseppe, se non altro perché professava il cosmopolitismo come un modo di vivere e pensare. Ma capiva anche che l'Europa non era piú un luogo per i cosmopoliti. (...) E, amara ironia della storia, Il Diavolo in Francia , in questa Europa di oggi, dove la condizione del profugo e dell'apolide ci interpella perché specchio deforme e quindi fedele della nostra condizione umana, si rivela un testo piú che mai attuale. -
Svegliami a mezzanotte
Svegliami a mezzanotte è un testo incandescente nel guardare senza autoindulgenza, anzi a tratti con affilata autoironia, in fondo al buio. Disturbante come a volte è la vita, ma luminoso nella speranza che sa regalare.rn«Fuani Marino racconta in prima persona il proprio suicidio, fallito, e come sia sopravvissuta a sé stessa sette anni fa» – La Letturarn«Un'esperienza di lettura profonda e coinvolgente» – La Stamparn Un tardo pomeriggio di luglio in un'anonima località di villeggiatura, dopo una giornata passata al mare, una giovane donna, da poco diventata madre, sale all'ultimo piano di una palazzina. Non guarda giú. Si appoggia al davanzale e si getta nel vuoto. Perché l'ha fatto, perché ha voluto suicidarsi? Non lo sappiamo. E forse, in quel momento, non lo sa nemmeno lei. Ma quel tentativo di suicidio non ha avuto successo e oggi, quella giovane donna, vuole capire. Fuani Marino è sopravvissuta a quel gesto e alle cicatrici che ha lasciato sul suo corpo e nella sua vita. Ma le cicatrici possono anche essere una traccia da ripercorrere, un sentiero per trasformare la memoria in scrittura. Marino decide cosí di usare gli strumenti della letteratura per ricostruire una storia vera, la propria. In parte memoir, in parte racconto della depressione dal di dentro e storia di una guarigione, anamnesi familiare e storia culturale di come la poesia e l'arte hanno raccontato il disturbo bipolare dell'umore, riflessione sulla solitudine in cui vengono lasciate le donne (e le madri in particolare) e ancora studio di come neuroscienze, chimica e psichiatria definiscano quel labile confine tra salute e sofferenza: Svegliami a mezzanotte è un testo incandescente nel guardare senza autoindulgenza, anzi a tratti con affilata autoironia, in fondo al buio. Disturbante come a volte è la vita, ma luminoso nella speranza che sa regalare. -
Il Vangelo secondo la scienza. Le religioni alla prova del nove
Il matematico Piergiorgio Odifreddi sottopone il pensiero religioso d'Occidente e d'Oriente al vaglio degli ultimi sviluppi delle scienze esatte (dalle prove dell'esistenza di Dio all'eternità dell'universo, ai concetti di Infinito e di Nulla), arrivando a scoprire che le più recenti teorie cosmologiche sembrano dar ragione alle antiche mitologie. E se non tutti i cosmologi accettano l'idea che l'universo abbia avuto un'origine, i sistemi religiosi più profondi, come il buddhismo, ne postulano l'eternità. -
Un artista del mondo fluttuante
Gli alibi e le ambiguità di un artista di regime costretto a fare i conti con il proprio passato.I quadri dell'anziano pittore Masuji Ono «per il momento sono riposti altrove». Il Giappone ha perso la guerra e chi ne ha appoggiato ed esaltato, come Ono, la politica imperialista e fascista, è stato messo in disparte. L'eufemismo della rimozione è soltanto un esempio delle ambiguità generate dai toni cerimoniosi e pacati di Ono, narratore delle vicende di questo romanzo. Si rende conto il già famoso pittore del marchio d'infamia che grava sul suo passato, o l'ha rimosso, come il mondo dell'arte ha rimosso le sue tele gonfie di retorica? Non è dato al lettore di saperlo con certezza, nemmeno quando Ono dichiara pubblicamente il suo pentimento. L'estrema bravura di Ishiguro sta proprio nell'invenzione di una voce che blandisce e ipotizza. -
Alzate l'architrave, carpentieri-Seymour. Introduzione
«Il personaggio principale, almeno in quei momenti di lucidità in cui riuscirò ad impormi una linea di condotta, sarà il mio defunto fratello maggiore Seymour Glass che (preferisco dir tutto in un'unica frase da necrologio) nel 1948, all'età di trentun anni, mentre era in vacanza in Florida con sua moglie, si tolse la vita. Egli ebbe un grande significato per moltissime persone con cui venne a contatto e per noi, suoi fratelli e sue sorelle, egli fu tutto. Tutto quel che è realtà, egli fu, per noi: il nostro unicorno striato di blu, il nostro specchio ustorio, il genio di famiglia che dà consigli a tutti, la nostra coscienza portatile, il nostro commissario di bordo, il nostro unico poeta e, inevitabilmente - credo, poiché la reticenza non fu mai il suo forte visto che passò sette anni della sua fanciullezza a fare il divo d'un programma radiofonico nazionale di quiz per bambini e tutto ciò che poteva riguardarlo fu prima o poi trasmesso e ritrasmesso - inevitabilmente, dicevo, egli fu anche il nostro ""mistico"""" e """"scentrato"""" famoso»."" -
Amleto. Testo inglese a fronte
L'assassinio del padre e la sfrenata sensualità della madre inducono il giovane Amleto a sentirsi prigioniero in un mondo di inganni e corruzione, ma le molte angustie e indecisioni non gli impediscono di portare a termine la propria vendetta. In questa opera immortale si contrappongono due strutture. Una drammatica, di azione, riferita all'argomento; un'altra essenzialmente lirica, di riflessione, condensata nei monologhi del principe di Danimarca. Una esterna, cioè la tragica vendetta; e l'altra interna, nella mente di Amleto, nei suoi pensieri e nei suoi dubbi. -
Natura morta
Seguito della ""Vergine nel giardino"""" e precursore della """"Torre di Babele"""", questo romanzo racconta i progetti, gli incontri, l'educazione sentimentale di Frederica Potter, quando la protagonista della saga di A. S. Byatt era studentessa all'Università di Cambridge negli anni Cinquanta. Frederica ha rinunciato al teatro e inizia ad appassionarsi alla pittura. La figura di Van Gogh, la sua irrequietezza, il suo folle bisogno di dare alle cose luce e colori esatti diventa una sorta di contraltare alle sue contrastanti esperienze."" -
La torre di Babele
Nel cuore di questo libro ci sono una donna e un bambino. Frederica fugge da un matrimonio sbagliato e da un mondo che non le appartiene, per ritrovare intatta la libertà del corpo, del pensiero e della fantasia. Al suo fianco, il piccolo Leo con la sua confusa e caparbia volontà di non lasciarla andare. Il loro è un tuffo senza rete nel grande mare degli anni Sessanta. E alla loro storia s'intrecciano, in un immenso ambizioso arazzo, tutti i fili di quell'epoca e della sua temperie culturale, estetica e morale. Un romanzo con dentro molti libri, la passione e la trasgressione, la ricerca di un modo nuovo di dirsi e di dire, i Beatles e Mary Quant, il fermento artistico, gli echi della guerra in Vietnam... Un grande viaggio nella «Swinging London» dove non tutto è novità, libertà, fantasia. -
La vergine nel giardino
Primo romanzo del «quartetto» che ha per protagonista Frederica Potter, ""La vergine nel giardino"""" è un libro sull'adolescenza, sull'età delle sperimentazioni e delle prime scelte decisive. È anche una meditazione sul desiderio: amoroso, intellettuale e sessuale. La giovane protagonista, con la sua intraprendenza imbarazzante per l'Inghilterra degli anni Cinquanta, anticipa fin da questo libro i passi difficili della donna che sarà, e che i lettori hanno conosciuto nella """"Torre di Babele""""."" -
Novantanove notti nel Lowgar
Un romanzo di formazione a metà strada fra Le mille e una notte e Le avventure di Huckleberry Finn, che ci aiuta a vedere con gli occhi di un ragazzino afgano la terribile bellezza di quella terra, la complessità delle relazioni umane, la profondità delle tradizioni e della spiritualità. Senza perdere la magica capacità di farci sorridere a ogni pagina.rnrn «Un'avventura ingegnosa e avvincente, a tratti allegorica, nella voce autentica e potente di un ragazzo americano cresciuto all'ombra di antichi cantastorie afgani»rnrnrn Marwand è un dodicenne di origini afgane cresciuto negli Stati Uniti e in tutto e per tutto simile ai suoi coetanei americani. Ma quando la famiglia lo riporta nella terra degli antenati, di cui non parla la lingua ma a cui si sente indissolubilmente legato, per lui comincia l'avventura. Sulle tracce del cane Budabash, che gli ha morso un dito ed è fuggito nella notte, questo Huckleberry Finn contemporaneo s'imbarca in un viaggio picaresco ed esilarante, pieno di sorprese, pericoli e incontri, fra i vicoli di un villaggio magico e senza tempo ma segnato dalla guerra. Lowgar, Afghanistan: un luogo lontano, di cui forse nessuno conoscerebbe l'esistenza se non fosse il teatro di una guerra che si trascina inesorabile da anni. È quella la terra d'origine del dodicenne Marwand e della sua famiglia, che decide di tornarvi dopo anni dal trasferimento negli Stati Uniti. Per Marwand il ritorno è come una nuova partenza: difficile integrarsi in una terra che quasi non riconosce e di cui non sa piú comprendere né parlare le diverse lingue. Perfino il suo vecchio lupo-cane Budabash sembra averlo dimenticato, e da mite guardiano del compound, un tempo quasi indifferente agli scherzi e alle provocazioni, si è ora trasformato in una creatura sfuggente, impossibile da catturare persino con la macchina fotografica, e feroce al punto da strappargli via un dito con un morso e poi scomparire. E cosí per Marwand e per i suoi giovani zii-cugini inizia l'avventura. Lasciando di nascosto il compound in cui vivono, i ragazzi intraprendono un cammino fra luoghi e personaggi che raccontano con acume e vivacità la vita quotidiana in Afghanistan mentre testimoniano il passaggio lungo della guerra in quel paese. La presenza dell'esercito americano, dei talebani, e dei militari sovietici che li hanno preceduti trapela dall'eco delle bombe che esplodono fra le montagne, dalle voragini lasciate sui muri dei compound, ma soprattutto dai racconti sospesi tra mito e leggenda che ogni abitante della zona sembra custodire come un tesoro prezioso. I quattro ragazzini si perderanno nei vicoli che sono trama e ordito dei loro villaggi, soccomberanno al caldo, alla sete e alla diarrea, sulle tracce sempre piú evanescenti di Budabash, moderno Minotauro in un labirinto di lingue sconosciute oltre che di vicoli e muri d'argilla. Il senso di vertigine che ne deriva ci avvicina al protagonista di questo romanzo di formazione a metà strada fra Le mille e una notte e Le avventure di Huckleberry Finn , e ci aiuta a vedere con i suoi... -
Flower power. Le piante e i loro diritti
Flower Power: perché riconoscere i diritti delle piante è ormai indispensabile, anche per la nostra sopravvivenza. Le piante hanno diritti? E se ne hanno quali sono e cosa comporterà il fatto di riconoscerli? rnrnAttribuire diritti a soggetti che ne sono privi appare da sempre un'idea stravagante; eppure non bisogna dimenticare che neri, donne e bambini un tempo non ne avevano alcuno e oggi anche questo ci sembra impensabile. Nei secoli l'uomo ha allargato la cerchia dei diritti in seguito a guerre o rivoluzioni, come forma di riparazione per le ingiustizie e i danni subiti. Ci riferiamo sempre a guerre umane, ma combattiamo anche contro un popolo silenzioso e pacifico, dal quale dipende la nostra stessa sopravvivenza e che malgrado questo abbiamo decimato, spingendo migliaia di specie sull'orlo dell'estinzione: il popolo delle piante. Firmare una pace con l'ambiente è ormai indispensabile per risolvere problemi globali come fame, migrazioni di massa, desertificazione, inquinamento e cambiamenti climatici. È giunto il momento di una «Dichiarazione universale dei diritti delle piante», che riconosca i diritti delle nostre sorelle verdi e garantisca anche i nostri. -
La casa degli angeli spezzati
Una famiglia chicana con le sue gioie, i suoi lutti, gli scontri e gli amori. Un acclamatissimo romanzo epico sull'America meticcia di oggi. rnrn «Una delle saghe famigliari piú vivide e coinvolgenti degli ultimi vent'anni» - Dave Eggersrnrn«Epico, chiassoso e divertentissimo» - The New York Times Book ReviewrnrnTacos, pollo fritto e frijoles, birra e tequila, i tavoli sono carichi di roba da bere e da mangiare. I De La Cruz indossano i loro abiti migliori e gli ospiti sono in arrivo. Cosa può andare storto? Tutto il vasto e intricato clan guidato da Miguel Angel de La Cruz, detto Big Angel, è stato invitato a un grande party per il suo compleanno. Peccato che la madre di Big Angel, Mamá América, abbia deciso di morire proprio quella settimana. Cosí, la festa e la veglia, la celebrazione e il commiato finiscono per confondersi. Tra gli ospiti giunti dal barrio e da mezzo paese, c'è anche il fratellastro di Miguel Angel, Little Angel. Figlio di una yankee, troppo messicano per i bianchi e troppo americano per i suoi parenti, è deciso a capire finalmente qual è il suo posto nel mondo. -
La fabbrica delle bambole
Silas, Iris, Louis, il monello Albie, le prostitute del bordello, i clienti della taverna, i pittori preraffaelliti danno vita a un romanzo storico vividissimo e carico di tensione che appassionerà i lettori di Jessie Burton e Sarah Perry.rnrn Una giovane donna che aspira a un futuro da artista. Un pittore preraffaellita in cerca di una nuova musa. Un sinistro tassidermista convinto di poter rendere immortale ciò che è unico. Alla Grande Esposizione di Londra del 1851 i loro destini si incontrano e cambiano per sempre. «Un racconto d'amore, arte e ossessione magnificamente evocativo». Giorno dopo giorno Iris Whittle siede nell'umido emporio di bambole di Mrs Salter e, china sui visi di porcellana in lavorazione, dipinge schiere di boccucce e occhietti tutti uguali. Ma la notte esce di soppiatto dal letto, scende in cantina, tira fuori colori e pennelli e riversa sulla carta la sua passione per la pittura. La tecnica è primitiva, certo, la famiglia e la società contrarie, e perfino la sua gemella Rose, un tempo sua complice ma ora esacerbata da un male che l'ha deturpata per sempre, le è ostile. E c'è quel leggero difetto della spalla a consigliarle di cercarsi un buon marito e accontentarsi di quel che ha. Ma lo spirito di Iris è indomito, la sua vocazione prepotente e, quanto alla presenza femminile nell'arte pittorica, non esiste forse il precedente di Lizzie Siddal, pittrice oltre che modella di John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti, esponenti di quella cosiddetta «Confraternita dei Preraffaelliti» che fa tanto parlare di sé? Quando Louis Frost, un altro membro della stessa cerchia, le chiede di posare per lui, Iris, in spregio a ogni convenzione del decoro vittoriano, accetta, ma solo in cambio di lezioni private di pittura. Per lei si aprono nuovi orizzonti: la libertà per sé e quelli che ama, da sua sorella Rose al generoso monello di strada Albie, l'arte, l'amore, molti incontri importanti, alcuni insospettati. Passeggiando in quella tumultuosa fucina di novità che è il cantiere per la Grande Esposizione di Hyde Park, la sua figura singolare cattura lo sguardo di un passante fra i molti. È Silas Reed, tassidermista di poco conto e grande ambizione, con un morboso attaccamento per le cose morte e una curiosa predilezione per ciò che è imperfetto. -
Il mondo islamico. Una storia per oggetti
Questo libro offre un nuovo approccio alla storia del mondo islamico dalle origini ai giorni nostri. rnCon i contributi di Ladan Akbarnia, Venetia Porter, Fahmida Suleman, William Greenwood, Zeina Klink-Hoppe, Amandine Mérat.rn«Nella sua caleidoscopica diversità il mondo islamico, piuttosto che come una regione, è forse meglio descritto come un’idea, di quelle che sfuggono a una facile spiegazione. Noi speriamo e ci auguriamo che questo libro porti a un numero di domande maggiore rispetto a quello delle risposte che abbiamo cercato di fornire. Quantomeno, la selezione e l’analisi delle opere presentate in questo volume mirano a far luce sulle popolazioni e sulle culture che esse rappresentano, come si allude in un verso arabo del calligrafo iraniano Dust Muhammad, incluso nella sua prefazione di un album assemblato a Tabriz per il principe safavide Bahram Mirza (m. 1549): “Le nostre opere parlano di noi: contempla, dopo di noi, le nostre opere”»rnIl volume, diviso in sei capitoli disposti cronologicamente, fornisce una visione illuminante della cultura materiale prodotta dall’Africa occidentale al Sudest asiatico attraverso arte e manufatti, popoli e luoghi. Dalle opere pre-islamiche ai capolavori creati durante i grandi imperi, fino agli oggetti realizzati ancora oggi, questa vasta indagine traccia l’evoluzione di diverse civiltà all’avanguardia per le loro idee filosofiche e scientifiche e la loro produzione artistica e letteraria, analizzando una grande quantità di tesori culturali.rnL’ampio spettro dei temi trattati è arricchito da splendide riproduzioni di oggetti artistici o d’uso quotidiano, tra i quali ceramiche, gioielli, metalli lavorati, calligrafie, abiti, strumenti scientifici e musicali, monete, manoscritti illustrati. Un tesoro di raffinati prodotti della cultura materiale che getta nuova luce sul mondo islamico passato e attuale, permettendo una visione globale sui popoli e le società accomunate dalla piú influente religione del mondo.rnLadan Akbarnia, Venetia Porter, Fahmida Suleman, William Greenwood, Zeina Klink-Hoppe e Amandine Mérat sono i curatori delle diverse collezioni del British Museum dedicate al mondo islamico e al Medio Oriente. -
Ecologia della parola. Il piacere della conversazione
Attingendo a molteplici fonti d'ispirazione, Anna Lisa Tota ci invita a conferire spessore alle nostre parole. Perché essere capaci di pensare e parlare bene è una condizione essenziale per essere cittadini e cittadine del mondo felici, liberi e autorevoli. rnrn«Questo libro propone a me e a te, cara lettrice e caro lettore, di cambiare insieme: tu mentre lo leggi e io mentre lo scrivo, scavalcando cosí per sempre quel solco spazio-temporale che ci vorrebbe separati e impossibilitati ad aiutarci reciprocamente»rnrn Quante parole pronunciamo in un giorno? Quante sono necessarie a esprimere il flusso dei nostri pensieri? E a quante saremmo disposti a rinunciare in un salutare «digiuno della parola»? Siamo attenti all'inquinamento del cibo, dell'acqua e dell'aria, come mai non all'inquinamento verbale? Eppure, ci fa ammalare alla stregua di un cibo avvelenato. Noi siamo le parole che ascoltiamo e che pronunciamo, noi siamo le parole che pensiamo e questo saggio lo dimostra. Scavando nei rapporti delle parole con la realtà e lo spazio; raccontando i modi attraverso i quali esprimiamo le nostre emozioni; individuando le molteplici patologie della comunicazione che possiamo imparare a contrastare. -
La trappola di internet. Come l'economia digitale costruisce monopoli e mina la democrazia
Un libro che vi farà dubitare di tutto ciò che pensavate di sapere sull'economia nel mondo digitale. rnrnInternet avrebbe dovuto allargare e segmentare il mercato, rendendo impossibili i monopolî dei media. Invece oggi, colossi come Google e Facebook controllano il tempo che passiamo online e ricevono giganteschi profitti dalla cosiddetta economia dell'attenzione. La trappola di internet mostra come tutto ciò sia potuto accadere. Questo saggio provocatorio e attualissimo racconta l'ascesa vertiginosa dei giganti digitali, e spiega cosa possono ancora tentare di fare i «giocatori» piú piccoli per sopravvivere in un'ardua partita inesorabilmente truccata a loro danno. Internet non ha ridotto i costi per raggiungere il pubblico, ha semplicemente mutato chi paga e come. Sfatando un mito duro a morire, Hindman dimostra che internet non è piú quella tecnologia post-industriale che ci è stata raccontata: ormai è diventato matematicamente impossibile per degli universitari al lavoro in un garage battere Google, e la neutralità della rete non può da sola funzionare come garanzia di un'internet aperta e democratica. -
In tempo di guerra
Romanzo di formazione, cronaca famigliare e insieme manifesto politico, In tempo di guerra è anche un atto d'accusa contro le generazioni che ci hanno lasciato in eredità un universo saturo e ostile.rnrn«Ho trent'anni, sono il soldato di una guerra invisibile»rnrnIl racconto di Marco e dei suoi trent'anni tiene insieme la storia di una «generazione smarrita» e quella del Novecento: il secolo di cui tutti siamo figli. Mi ha cercata un giorno per farmi conoscere la sua battaglia, la stessa di tanti suoi coetanei. La sensazione di non trovare un posto in una famiglia in cui ognuno, quel posto, giusto o sbagliato che fosse, l'aveva trovato. Un bisnonno partigiano, un nonno comunista e uno professore. Una nonna «santa», l'altra medico. I genitori nelle milizie degli anni di piombo, poi riparati nella vita dei boschi, infine in una setta. L'elenco degli eserciti è completo, a contare tre generazioni dalla sua. E lui? «Io sono nato in un tempo di guerra mascherato da tempo di pace», mi ha detto: «Quando dico noi, non so chi siamo, noi. Siamo una moltitudine di solitudini. Non c'è niente che possiamo cambiare». E invece sí. Invece questa storia mostra che c'è sempre un luogo dove andare. Qualcosa che cambia. Anche quando fuori c'è nebbia e nessuno ti indica la strada. La vita corre e chiama, bisogna saperla ascoltare.