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Creature di un sol giorno. I greci e il mistero dell'esistenza
Chi siamo veramente? E qual è il nostro posto in questo universo immenso che ci circonda? Le prime risposte a queste domande arrivano dal pensiero greco. E ancora oggi possono aiutarci a dare un senso alle nostre vite.rnrn«La civiltà greca ha prodotto una riflessione luminosa sul senso della condizione umana - su quello che siamo e sul valore delle nostre vite - capace di attraversare i secoli, influenzando e stimolando grandi scrittori e grandi pensatori. Lo ha fatto partendo dal tema della morte: questo è il punto di attacco. La morte è uno scandalo, un mistero, qualcosa che non riusciamo e non possiamo accettare. Il problema non è tanto quello di dover morire; ne siamo tutti consapevoli. A essere insopportabile è l'idea che questo fatto, il fatto che prima o poi ce ne andremo, rischia di togliere valore alla nostra esistenza, qui e ora. Quale è il senso di qualcosa che non c'era, c'è e non ci sarà? Quale il valore di qualcosa destinato a scomparire nell'oblio? È questa la domanda a cui bisogna trovare una risposta, perché è qui la chiave per comprendere il senso della nostra esistenza».rnrnUn tempo molto lontano gli esseri umani erano diversi. Avevano quattro gambe, quattro braccia e due volti che permettevano di vedere ovunque. Simili a sfere si muovevano rotolando velocissimi. Erano lisci e levigati, felici e potenti. A causa della loro superbia però furono puniti dagli dèi. E da quel momento non si sono mai piú sentiti completi. Hanno iniziato a soffrire e a temere la morte. La storia del pensiero è la storia dei tentativi di porre un rimedio a questa incompletezza, per tornare a essere felici. Di questo, e di nient'altro, hanno parlato i piú grandi scrittori greci, fossero poeti come Omero o filosofi come Platone e Aristotele. Mauro Bonazzi ci accompagna nel labirinto di risposte che gli antichi hanno cercato di dare alla domanda piú annosa di tutte: dove si nasconde il senso delle nostre esistenze? Cercare di comprenderlo, attraverso l'aiuto della filosofia, costituisce ancora oggi uno sforzo decisivo per chi è impegnato nel mestiere piú bello e difficile, che è quello di vivere bene. -
La cura del freddo. Come uno spietato killer naturale può diventare una risorsa per il futuro
«Cerri racconta il misterioso mondo dello studio del freddo come strumento di conservazione della vita. Spiega quanto sia importante trovare il modo per insegnare al corpo umano a fare una cosa che non appartiene alla sua natura, ossia a spegnersi» – Il VenerdìrnQuando nasce, il neonato si trova proiettato in un incubo: in un ambiente freddo anziché caldo, deve subito attivare il metabolismo e bruciare energia per non soccombere. Per l'uomo quindi la vita è calore. Questa verità è cosí forte e significativa che ne associamo anche gli opposti: la morte è fredda. Per gran parte della sua esistenza, l'uomo ha combattuto contro il freddo, forse l'avversario piú subdolo che la natura gli abbia opposto e che nei secoli lo ha falcidiato sui campi di battaglia, durante le esplorazioni o nel tentativo di conquistare le montagne. Eppure alcune persone sono state in grado di sopravvivere in condizioni di freddo estremo, avvicinandosi al confine che separa la vita dalla morte fin quasi a toccarlo, prima di riuscire a tornare indietro. Cosa c'è alla base di questa impressionante capacità di sopravvivenza? Non lo sappiamo ancora, ma da circa due secoli abbiamo imparato che il freddo, se domato e controllato, può trasformarsi in una cura, non diversamente da un farmaco che salva la vita o uccide in funzione del suo dosaggio. Oggi però ci stiamo spingendo oltre. Perché le recenti scoperte scientifiche relative all'ibernazione hanno aperto possibilità straordinarie, spalancando le porte all'esplorazione del sistema solare e alla speranza, sempre piú concreta, di mettere uno scudo fra noi e la morte. -
Il richiamo della tribù
L'autobiografia intellettuale e politica del Premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa.rn«La biografia di sette intellettuali liberali che vanno a comporre una sorta di autobiografia intellettuale: da Fidel Castro alla Thatcher» – La Letturarnrn«La dottrina liberale ha rappresentato dalle sue origini la forma piú avanzata della cultura democratica e ciò che piú ci ha consentito di difenderci dall'inestinguibile ""richiamo della tribú"""". Questo libro cerca di contribuire con un granello di sabbia a questo indispensabile compito.» Cosí scrive Mario Vargas Llosa spiegando il titolo di questo libro. Ad essere protagoniste qui sono le letture che hanno forgiato il suo modo di pensare e vedere il mondo negli ultimi cinquant'anni. È una cartografia dei pensatori liberali che lo hanno aiutato a sviluppare un nuovo corpus di idee dopo il grande trauma ideologico determinato dal disincanto verso la Rivoluzione cubana e dall'allontanamento dalle idee di Sartre. Adam Smith, José Ortega y Gasset, Friedrich von Hayek, Karl Popper, Raymond Aron, Isaiah Berlin e Jean-François Revel furono di enorme aiuto a Vargas Llosa durante gli anni del suo disagio intellettuale, mostrandogli altre tradizioni di pensiero che privilegiavano l'individuo di fronte alla tribú, alla nazione, alla classe o al partito, e che difendevano la libertà di espressione come valore fondamentale per l'esercizio della democrazia."" -
Con cura. Diario di un medico deciso a fare meglio
Un libro che ci riguarda e che ci parla. Parla della nostra salute, dei nostri corpi, semplicemente delle nostre vite.rnAtul Gawande racconta la sua professione attraverso episodi minimi, come quello della vecchia signora ricoverata perché semplicemente ""non si sentiva troppo bene"""" e che dovrà la vita solo alla coscienziosità del medico che la segue; o di massima gravità e urgenza, come quando si trova di fronte ai corpi dilaniati dalla guerra in Iraq. Ognuna delle tre parti del libro è dedicata alle condizioni fondamentali per il successo in medicina, in una professione nella quale si deve costantemente progredire, ci si deve affinare, perfezionare. Il primo requisito è la scrupolosità, la necessità di prestare sufficiente attenzione ai dettagli per evitare errori e superare gli ostacoli. Una virtù che sembra facile, ma che è in realtà diabolicamente difficile e Gawande lo dimostra con tre storie: una sullo sforzo di garantire che medici e infermieri semplicemente si lavino le mani (una regola che spesso non viene rispettata); una sullo sforzo erculeo di eliminare la poliomelite nel mondo; e una sulla cura dei soldati in Afghanistan e in Iraq. La seconda sfida è quella di fare la cosa giusta. Per spiegarlo racconta le storie di quattro medici e un'infermiera che sono andati contro il codice etico partecipando all'esecuzione di prigionieri; si interroga su come è possibile capire quando bisogna continuare a lottare per un malato e quando bisogna smettere. E poi, quanto devono essere pagati i medici? Quanto si deve ai pazienti in caso di errori? Il terzo requisito per il successo è l'ingegnosità."" -
Saggio sui potenti
I capi hanno il potere di risolvere ogni problema della società? Le decisioni sul vivere comune sono prese con reale cognizione di causa? Quali affanni e debolezze agitano chi anela al comando?rn«Il rispetto dell'autonomia di ciascuno trova il suo fondamento nel rispetto verso gli altri. Non soltanto perché ciascuno di noi è ""altro"""" rispetto a tutti, ma anche in base a una constatazione che possiamo spesso fare: che i movimenti politici desiderosi di restringere l'autonomia dei cittadini, ottengono questo risultato additando la minaccia esercitata da veri o da supposti nemici. La presenza di nemici reali o immaginari rischia sempre di comprimere la libertà. Lo si vede bene durante le guerre, almeno finché la maggioranza dei cittadini continua a pensare che il nemico sia davvero esecrabile. Da tali premesse deriva che tutti coloro i quali desiderano limitare gli abusi dei capi, debbono essere estremamente cauti nell'accettare che a qualcuno sia attribuita la qualifica di nemico. Debbono trovare il modo di difendersi e di contendere imparando a distinguere tra i nemici e coloro i quali invece appaiono o sono diversi». rnrn Gli uomini divinizzano troppo spesso il potere. Attribuiscono ai capi una facoltà pressoché illimitata di modificare la storia del mondo. Immaginano che i governanti esercitino un pieno controllo sulla politica, sull'economia, sulle burocrazie, sugli apparati militari. Ma si ingannano. La realtà del potere è diversa dalle apparenze. Un capo conosce molto poco il mondo che lo circonda, e molto poco riesce a trasformarlo. Quanto più grandi sono le responsabilità che si assume, tanto più grandi sono gli ostacoli che egli incontra nel conoscere e nell'agire. Con una scrittura chiara, brillante e tagliente Piero Melograni ha vivisezionato il potere non solo politico ed economico, ma anche quello che risiede fuori dai palazzi, quello che viviamo ogni giorno all'interno delle piccole dinamiche che regolano le nostre vite quotidiane."" -
Bugie e altri racconti morali
In sette storie esemplari, che hanno l'asciuttezza della parabola e l'intensità della rivelazione, J. M. Coetzee affronta tutti i temi della sua letteratura: il rapporto tra l'umano e l'animale, l'ipocrisia che cela l'ingiustizia, l'universale bisogno di perdono.rnUn cane ringhiante che tormenta una donna, i gatti che consolano gli ultimi giorni di una madre, il crepuscolo che si avvicina e rende più brillante la luce delle cose ultimern Una donna che va e torna dal lavoro in bicicletta, ogni giorno facendo la stessa strada, avverte tutta la ferocia del mondo nel ringhiare di un cane che puntuale la minaccia. Provata da questa quotidiana, ingiustificata esplosione di violenza decide di bussare alla porta dei padroni del cane: ma negli esseri umani troverà una violenza ancora piú profonda e impenetrabile di quella animale. Una madre e nonna, in cui i lettori di Coetzee riconosceranno Elizabeth Costello, decide nel giorno del suo sessantacinquesimo compleanno di accogliere figli e nipoti con un taglio alla moda e i capelli tinti di un biondo sgargiante. Poi ancora Elizabeth, qualche anno piú avanti, che vive ritirata in una casa nella campagna spagnola. Sola con i suoi gatti e l'amara consapevolezza che a regolare la vita non sia tanto l'amore quanto il dovere. E infine suo figlio, che la va a trovare per cercare di farle accettare la verità ultima, quella da cui, a un certo punto, non potrà piú nascondersi... In sette storie esemplari, che hanno l'asciuttezza della parabola e l'intensità della rivelazione, J. M. Coetzee affronta tutti i temi della sua letteratura: il rapporto tra l'umano e l'animale, l'ipocrisia che cela l'ingiustizia, l'universale bisogno di perdono. Sono «racconti morali» perché non sono mai moralisti, e alla consolazione di una «morale della favola» oppongono sempre il turbamento del dubbio. Un cane ringhiante che tormenta una donna, i gatti che consolano gli ultimi giorni di una madre, il crepuscolo che si avvicina e rende piú brillante la luce delle cose ultime. Sette racconti di J. M. Coetzee, sette storie esemplari che hanno l'asciuttezza della parabola e l'intensità della rivelazione. -
Delitti senza castigo. Un'indagine inedita di Sarti Antonio
Un segreto che affonda le sue radici nella vergogna della Storia. Un episodio inedito del ciclo di Sarti Antonio. Bologna, anni Novanta. rnLa fortuna di Bologna è che nessuno si prende la briga di scavare nel suo passato, nel suo presente o nel suo futuro. Nessuno, o quasi, va a rimescolare nei suoi rifiuti. Sarti Antonio, sergente, per il suo mestiere e controvoglia, è costretto a farlo.rnUna serie di crimini si sussegue a un ritmo inspiegabile, tanto che Sarti Antonio non riconosce piú la sua città. Quando Settepaltò, chiamato cosí perché indossa un numero spropositato di cappotti l'uno sopra l'altro, viene massacrato di botte, il questurino decide di non archiviare il caso. Che senso ha picchiare a sangue un poveraccio che vive di stenti e non ha mai dato fastidio a nessuno? Forse rovinava l'estetica dei portici, o forse ha fatto o visto qualcosa che non doveva? Le ricerche spingono il sergente prima sui colli, a villa Rosantico – la cui soffitta Settepaltò ha da poco sgomberato – dove la bella Elena regala sorrisi enigmatici; poi addirittura lontano da Bologna, fino in Calabria: è la sua prima indagine «fuori casa». Testardo come pochi, Sarti Antonio arriverà a scoprire un terribile delitto, una verità che mai avrebbe immaginato. -
La generosità della sirena
Premio della «Lettura» per la miglior traduzione 2019 a Silvia Pareschi.rnrnI personaggi dei cinque racconti di questo volume, completato poco prima della morte dell'autore e pubblicato un quarto di secolo dopo il prorompente Jesus' Son, vivono nelle spire di una privata possessione che li trascina tra le fiamme di un impossibile inferno terreno.rnrn «Johnson ci portava notizie dagli abissi piú tenebrosi e selvaggi della vita americana… Non c'era nessuno come lui» - Philip Roth rnrn«Lavorava a un livello diverso da tutti noi… un vero maestro» - Zadie Smith rnrn«I cinque racconti che compongono questa raccolta postuma sono meravigliosi, e combinano tutti gli ingredienti migliori della prosa di Johnson» – Internazionalernrnrn«È ovvio che mentre scrivo queste parole non sono morto. Ma forse lo sarò quando le leggerete». Cosí si conclude uno dei cinque racconti che compongono questa raccolta. E cosí è stato. Denis Johnson, uno degli scrittori piú amati e ammirati dei nostri tempi, celebrato da colleghi del calibro di Philip Roth e John Updike, Don DeLillo e Jonathan Franzen, David Foster Wallace e Zadie Smith, George Saunders e Louise Erdrich, è scomparso poco dopo aver completato questo suo ultimo libro, che a venticinque anni di distanza da Jesus' Son porta avanti con immutato vigore e slancio poetico, e con una scrittura ancor piú compiuta e potente, un periglioso viaggio ai margini piú estremi dell'esistenza umana. Johnson ha la rara capacità di immergersi nella concretezza di esistenze squassate dalla violenza e dalle dipendenze, dall'angoscia e dallo squallore, senza giudicare né cedere a sensazionalismi. Carceri e comunità di recupero, camere d'ospedale affollate di moribondi e ranch decrepiti sperduti in mezzo al nulla, automobili lanciate alla cieca in attesa di qualcosa contro cui schiantarsi... Questi sono gli scenari delle storie narrate da Johnson, e i personaggi che li abitano sono esseri dolenti incapaci di sfuggire alla sofferenza e tuttavia alla ricerca di un'improbabile, ma non impossibile, salvezza. Con la ferocia rigorosa, il nerissimo umorismo e la complicata fede di una Flannery O'Connor, i tormentati anti-eroi di Denis Johnson non cessano di sperare contro ogni speranza, perseguendo le loro ossessioni – che si tratti dei deliri misticheggianti prodotti da un farmaco contro l'alcolismo, delle apparizioni di fantasmi evocati da un tumore al cervello o delle teorie complottiste sulla morte di Elvis Presley – con la disarmante onestà di chi non ha nient'altro da perdere che la propria anima. rnrnrnOgnuno di loro – l'alcolista sulla via dell'ennesima guarigione, il pubblicitario ricco e solo, lo scrittore affermato alle prese con l'evanescenza – si aggrappa nonostante tutto a un barlume di testarda speranza; insieme ci offrono il testamento letterario di uno degli sguardi piú feroci e compassionevoli, uno dei piú compianti, del nostro tempo.rnrn «Denis Johnson era, è e continuerà a essere uno dei nostri scrittori piú robusti. La sua opera ha un ritmo indigeno che la rende inconfondibilmente americana» - Don DeLillo -
Dammi la mano
Non sai chi sei, finché non hai un segreto. Una morbosa amicizia. Due donne che si ritrovano a competere per un incarico prestigioso. E un duplice segreto che rischia di trasformare la loro rivalità in una resa dei conti spietata. rnrn«Megan Abbott è una scrittrice eccezionale» - Nick Hornbyrnrn«Un libro magnetico sull'ambizione, la rivalità e la paura» - The Guardian rnrn«Abbott è una regina nell'indagare l'oscura complessità della psiche femminile» - The Los Angeles Review of Books rnrn «Riesce a darmi i brividi nella maniera migliore possibile» - Stephen Kingrnrnrn Paula Hawkins Kit è una brillante ricercatrice che è riuscita a costruirsi una carriera partendo dal basso. Dopo anni di sforzi, è vicina a raggiungere un successo capace di cambiarle la vita. Sulla sua strada, però, trova Diane, un'amica dei tempi del liceo. Il loro legame, segnato dall'ambizione e durato solo pochi mesi, si era sciolto quando Diane le aveva confessato un segreto sconvolgente: la cosa peggiore che avesse mai fatto. Ma ora, dopo tanto tempo, Diane viene assunta nello stesso laboratorio dove lavora Kit, e il loro antico antagonismo si riaccende. Stavolta però è Diane a scoprire qualcosa in grado di distruggere tutto ciò per cui Kit ha lavorato duramente. Un thriller magnetico che mostra come il male, spesso, si annidi tra le ombre delle persone che pensiamo di conoscere e amare. -
La certosa di Parma
Stendhal fu un profondo conoscitore e ammiratore dell'Italia. Vi frequentò principi, militari, dame famose, poeti e artisti. Questo romanzo, il più tipico dei suoi, racconta il nostro paese attraverso le vicende del giovane Fabrizio del Dongo, incerto tra sogni d'amore e di gloria. Sono gli anni di Napoleone, di fermenti ideali e di passioni trascinanti: Fabrizio va alla guerra ma torna presto in Italia dove comincia per lui una lunga stagione di incredibili avventure. Famosi gli episodi della battaglia di Waterloo, le descrizioni degli intrighi di Corte e della prigionia: Stendhal riesce a raccontare l'amore, l'eroismo e l'astuzia coinvolgendo i lettori e nello stesso tempo assistendo con animo distaccato allo svolgersi degli eventi, proprio lui che in questo romanzo ha trasfuso ogni sua autentica esperienza di vita. -
Il secolo della noia
Cos'è la gioia e cos'è la noia? In un certo senso, per Franca Valeri, la domanda ha a che fare con un passato ricco di realtà e con un presente avvitato su se stesso, con due secoli che sono come due mondi: il Novecento, il suo, e il Duemila, tutto nuovo. In questo confronto serrato tra due epoche c'è un solo indiscusso vincitore: la penna dell'autrice.rn «La vita che non costa un po' di fatica non è mai stata divertente. La fatica era ingegno, la fatica era invenzione, la fatica era amore. Non so come mi sia venuta questa parola abbastanza magica, fatica, ma il mondo era piú bello quando ce n'era molta». rnNelle pagine di Franca Valeri autobiografia e pensiero, ironia e intelligenza, s'intrecciano per dare vita a un'analisi lucidissima e spietata del mondo in cui viviamo. Attraverso ricordi che spaziano dal teatro ai legami affettivi, e con un passo tutto suo, Franca Valeri ripercorre gli anni febbrili del secolo scorso e li confronta con il tempo presente. L'avvento del Terzo Millennio, atteso come una promessa, può rivelarsi in un certo senso una delusione. Il fil rouge è il tema della noia con le sue molteplici sfumature, declinazioni, cause ed effetti: «Non tutte le noie sono uguali: c'è quella in cui si sbadiglia aspettando la fine del giorno senza scopo e c'è, invece, quella piú insopportabile in cui è lo scopo che si rivela noioso. La noia è un sentimento eroico, se ti afferra sulla tomba di un eroe o se lo vivi dietro un vetro in attesa di un amante ritardatario». Il secolo della noia , divertendoci e facendoci riflettere, interroga ciascuno di noi: il presente corrisponde a quello che ci aspettavamo? E in quale direzione stiamo andando? -
Cronaca nera
Il 28 agosto 1963, lo stesso giorno in cui Martin Luther King pronuncia il suo discorso più celebre, due giovani donne vengono brutalmente uccise nel loro appartamento di Manhattan, in una New York deserta e spettrale. Il primo sospettato è un ragazzo nero, George Whitmore. La sua colpa? Essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un errore che i poliziotti incaricati dell'indagine non si perdoneranno mai. Il 12 febbraio 1976, Sal Mineo, l'attore che ha fatto da spalla a James Dean in 'Gioventù bruciata' e omosessuale dichiarato, viene trovato ucciso a pochi passi da casa. A condurre l'inchiesta è la polizia di Los Angeles. Ma i suoi detective sono più attenti a scavare nel passato dell'attore per tirarne fuori particolari morbosi che a cercare la verità. Del resto, la vita di Mineo aveva dato molto più scandalo della sua morte. Attingendo a materiali d'archivio e rapporti di polizia, James Ellroy ha scritto due reportage che sono un distillato della sua opera, e delle sue ossessioni. -
Il salto dell'acciuga
Usando il cibo, in particolare il sale e le acciughe, come filo conduttore e come sottofondo di tutto il testo, Orengo scrive un libro poetico e malinconico, coltissimo ed estremamente popolare, in cui personaggi presenti e passati si mescolano e si sovrappongono.rn«Si sente il profumo dell'aglio rosa, del salso del mare, delle valli nascoste e della Olga, la rossa che passa nelle pagine come una cometa tra i picchi delle montagne» - Mario Rigoni SternrnCon Il salto dell'acciuga , nel 1997, Nico Orengo usciva per la prima volta dai «suoi» territori dell'estremo Ponente ligure, dove aveva ambientato tutti i suoi romanzi, per spingersi verso il Piemonte seguendo una traccia antica e avventurosa: quella del commercio del sale e delle acciughe, un traffico che si perde oltre il Medioevo nella notte delle fiabe e dei miti. Orengo racconta, ricorda, intreccia notizie storiche e storie di paese, insegue mestieri perduti, odori e colori, accompagnandoci alla scoperta delle verità poetiche e umane che si nascondono nei viaggi millenari del sale e dell'acciuga. E insieme ai riti e ai canti che venivano fatti durante la preparazione della bagna caoda , ci dà del famoso piatto la «vera» ricetta. rnrnUsando il cibo, in particolare il sale e le acciughe, come filo conduttore e come sottofondo di tutto il testo, Orengo scrive un libro poetico e malinconico, coltissimo ed estremamente popolare, in cui personaggi presenti e passati si mescolano e si sovrappongono, in cui autobiografia e mito popolare vanno a braccetto ricostruendo lo spaccato di una civiltà meticcia il cui retaggio sopravvive soltanto, sbiadito, in minuscole borgate abbandonate di montagna o nei relitti di vecchie barche da pesca ormai buone solo per ornare spiagge senza piú pesci né pescatori. Orengo parla in primis di se stesso, ripesca nei propri ricordi mischiando passato e presente, seguendo tracce storiche e chiacchiere da bar, lasciandosi portare dal passo stanco degli ultimi pescatori ormai scomparsi o dai Saraceni che all'alba del Rinascimento riparano in montagna per sfuggire alle sconfitte militari subite sulle coste liguri e provenzali. Una storia di meticciato, di resilienza e di caparbietà, ma anche una storia che una volta in piú ci mostra con semplicità e linearità come confini e frontiere siano una cupa ossessione di chi detiene il potere e il denaro, mentre la storia di tutte le civiltà e di tutte le bellezze del mondo non può che risiedere nell'ibridazione e nella mescolanza. dalla prefazione di Carlo Petrini -
Quando tutte le donne del mondo...
«Penso che il femminismo sia una causa comune per l'uomo e per la donna, e che gli uomini riusciranno a vivere in un mondo piú equo, meglio organizzato, un mondo piú valido, soltanto quando le donne avranno uno status piú equo e valido; la conquista dell'uguaglianza li riguarda entrambi.»Famiglia, contraccezione, amore, aborto, violenza: attraverso articoli, interviste, note, Simone de Beauvoir affronta senza reticenze la condizione della donna e invita uomini e donne a considerare la vera uguaglianza dei sessi una conquista necessaria al progresso della società. Pubblicato in Italia nel 1982, le pagine militanti di questo libro conservano una straordinaria e bruciante attualità, soprattutto oggi che alcuni diritti civili, conseguiti grazie alle lotte del movimento femminista, vengono messi in discussione da certi ambienti politici e confessionali. -
La piccola Dorrit
«...la piccola Dorrit accolse quel consiglio senza discussioni...»Amy, la devota figlia del vecchio William Dorrit, si prende cura del padre rinchiuso da molti anni per debiti nella prigione londinese di Marshalsea. La piccola Dorrit è segretamente innamorata del giovane amico di famiglia Arthur Clennam, ma un'improvvisa eredità cambierà completamente le cose... In questo romanzo, scritto tra il 1855 e il 1857, il grande scrittore inglese concepí un potente apologo su povertà e ricchezza, scagliandosi come mai prima contro la società vittoriana e il ceto medio che la rappresentava. -
Le mille e una notte. Le storie più belle
In un solo volume viene antologizzata un'opera monumentale «senza età e indiscutibile come le montagne» - come scriveva Dino Buzzati - che ha permeato di sé l'intero mondo della letteratura occidentale, risultato di un'impresa culturale di eccezionale vastità e impegno. La scelta delle novelle esemplari, effettuata sulla versione integrale dell'autorevole arabista Francesco Gabrieli, offre così il meglio di questa grande commedia umana e fiabesca, che trasporta il lettore in mezzo a un gusto, un costume, una società e una natura stranamente esotica e insieme raffinata. -
Una coppia perfetta. I racconti di Hap e Leonard
Tra i tantissimi ammiratori di Joe R. Lansdale esiste uno «zoccolo duro» che, pur amando tutta la produzione dell'autore texano, ha sempre avuto un debole per la serie di romanzi che hanno per protagonisti Hap (bianco, liberal e donnaiolo) e Leonard (nero, conservatore e gay). Da Una stagione selvaggia a Sotto un cielo cremisi, i due detective dai metodi a volte spicci ma dall'etica (a loro modo) immacolata sono passati per ogni sorta di avventura, uscendone spesso malconci, sempre ilari e innamorati della loro vita e del loro mondo. La stessa cosa che accade in queste tre novelle: Le iene, Veil in visita e Una mira perfetta. Altrettanti gioielli, nei quali Hap e Leonard devono vedersela con una banda di rapinatori senza scrupoli, con la Dixie Mafia, con gli spacciatori di crack. E con la legge, sempre meno propensa a tollerare che i casi loro assegnati finiscano regolarmente in una ridda di liti, scazzottate, sparatorie. Raccolti in un unico volume appositamente per i lettori italiani, tre lunghi, esilaranti racconti che hanno per protagonista la coppia di investigatori più strambi e amati del noir contemporaneo: Hap Collins e Leonard Pine. -
Il cuore non si vede
Vincitore della 46.ma edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Opera Italiana - Proposto per il Premio Strega 2020 da Jhumpa Lahiri.rnUn vorticante romanzo quasi sentimentale sulle cose che ci uccidono e le persone che ci tengono in vita.rn«Un caleidoscopio narrativo che riattiva memorie di Virginia Woolf» – La LetturarnrnAndrea Dileva, quarantenne, studioso, curioso, professore di greco, si sveglia un giorno senza il cuore. Laura vive con lui, è abituata alle sue mancanze, ma questa proprio non se l'aspettava. Carla in teoria sarebbe la sua amante, ma a casa ha un cane, un bimbo, un marito, e poi con il corpo di Andrea ha sempre avuto un rapporto difficile, in fin dei conti le va bene anche cosí. Forse Simone avrebbe la fantasia per capire com'è che l'amico di mamma sta perdendo i pezzi, d'altronde è stato proprio lui a raccontargli storie di leviatani giganti e donne con la coda di pesce. Ma Simone ha otto anni e nessuno ha chiesto il suo parere. Andrea cerca dappertutto una storia che assomigli alla sua, senza trovarla: eppure era convinto che la mitologia fosse l'archetipo di ogni cosa. Certo, se l'umanità intera ha il terrore di morire, deve prendere atto che per lui è diventato impossibile. Come può smettere di battere un cuore che non c'è piú? Chiara Valerio racconta con una leggerezza rara le metamorfosi delle relazioni e la loro meccanica involontaria. Se la storia di un uomo che scompare scintilla di ironia e passione, questa è l'occasione della letteratura. «Carla lo voleva fino a un certo punto, e lui la voleva da un certo punto in poi. Dunque, per loro due, quel punto era l'unica possibilità». Una mattina, dopo sogni inquieti, Andrea Dileva si sveglia senza cuore. Non è morto, certo, ma forse non è vivo. Semplicemente sta scomparendo sotto gli occhi severi e distratti delle (troppe?) donne che gli stanno intorno. Perché siamo fatti di legami oltre che di tendini, muscoli e ossa. Di allegrie immotivate, mancanze, ferite, amori imperfetti. Un vorticante romanzo quasi sentimentale sulle cose che ci uccidono e le persone che ci tengono in vita.rnrnProposto per il Premio Strega 2020 da Jhumpa Lahiri: «La sottrazione è l'esercizio fondamentale in questa storia di aritmetiche e romantiche differenze. Quanto resta di noi se amiamo? E quanto ci viene a mancare? Cambiando le cifre in figure umane, essenziali come i mitemi greci interrogati dal protagonista, Chiara Valerio medita con lucidità le conseguenze del raddoppiarsi, la logica paradossale di perdersi per sommarsi a un altro. Il risultato è un'opera ironica e malinconica, surreale, di respiro internazionale. Sospeso fra modernismo europeo e classicità mediterranea, Il cuore non si vede è un romanzo con due cuori: uno leggero e scanzonato, l'altro tragicamente onesto. Oscilla, nei temi, fra il viscerale e l'evanescente: fra i gangli nascosti nel corpo e quelli sfuggenti del desiderio. Anche la lingua ha un'anima biforcuta, una sintassi che insiste sul passaggio continuo tra un italiano letterario e uno colloquiale. Racconta quel che resta della vita borghese, se così possiamo... -
L' unica storia
«Che cosa preferireste, amare di piú e soffrire di piú; o amare di meno e soffrire di meno?»Abbiamo una sola storia da raccontare. Ed è quasi sempre la storia di un amore giovane. Quella di Paul è il racconto della relazione avuta con Susan. Paul la incontra al tennis club, un'estate, tornato a casa dall'università. Il mondo che lo circonda è noioso e convenzionale: sono i primi anni Sessanta, i Beatles non sono ancora esplosi, la protesta studentesca è lontana e non c'è nulla da contestare. Lui ha diciannove anni, lei quarantotto. Lui non sa nulla della vita, lei sembra sicura di sé. Paul inizia a frequentarla perché ha l'impressione di ribellarsi a qualcosa, Susan gli insegnerà tutto quello che c'è da sapere sull'amore; tutto ciò che invano cercherà poi di dimenticare per cinquant'anni. Con la consueta feroce dolcezza Julian Barnes delinea il ritratto di un uomo debole e disilluso e di una donna meravigliosamente fragile. Lasciandoci alla fine il dubbio che in amore ogni cosa sia al tempo stesso vera e falsa, e che benché tutto sembri insensato niente lo sia davvero. -
L' animale femmina
Le contraddizioni delle donne, ma anche le fragilità degli uomini in un'educazione sentimentale che ribalta le dinamiche di potere, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo. rn«Uno spiazzante gioco senza sesso che dà voce alla forza carsica del femminile». - La giuria del Premio Calvino rn«Un romanzo sofisticato. Un'autrice sapiente che sa raccontare quel che accade oggi con tutta la drammaticità di un presente senza filtri». - la RepubblicarnrnRosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere piú soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.