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Per il tuo bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo morale
Politici, giornalisti e manettari d'ogni sorta che brandiscono la morale come un'arma. È l'Italia immersa nel giustizialismo.rnrn«Beati gli affamati di giustizia perché saranno giustiziati». Questo vertiginoso aforisma illumina con esattezza il clima di sospetto che imperversa in Italia. Si diffonde l’idea che la società debba perseguire un modello assoluto di legge e ordine, senza scampo per nessuno e senza spazio per i dubbi della prudenza e della clemenza. È un orientamento, traducibile nello slogan «piú carcere per tutti», che si nutre di un esteso rancore sociale. Un umore con radici profonde che produce e alimenta il populismo, soprattutto nella sua veste penale. Partendo da tali considerazioni, Luigi Manconi e Federica Graziani tracciano un quadro ampio e allarmante dell’odierna mentalità giustizialista che trova il suo campione in Marco Travaglio, il cui metodo è analizzato in diverse pagine del libro. Con lucidità, ne investigano radici e degenerazioni politico-culturali. Ed evidenziano come l’unico argine possibile sia, nel nostro tempo, la cultura del garantismo, che va affermata a partire dal suo concetto cardine: la tutela delle garanzie individuali, sancita dallo stato di diritto e dalla Costituzione.rnrnIl contenuto di questo libro sta tutto nel sottotitolo: contro il giustizialismo morale. Quell’orientamento culturale e politico che persegue un concetto assoluto e astratto di giustizia e pensa di affidarne la realizzazione alla spada dei tribunali, a prescindere dalle forme, dalle garanzie processuali e dai diritti individuali. Viviamo in un Paese in cui alcuni versano in condizioni disumane, altri stentate e in cui il sistema delle pene insegue le inquietudini della sicurezza pubblica, ricorrendo a un inasprimento delle sanzioni buono solo a far crescere l’angoscia collettiva. In questa società e in questo clima trovano largo spazio campagne di opinione tese a incentivare la voglia di rivalsa sociale e a offrirle facili bersagli. Il libro ripercorre gli ultimi anni di storia nazionale. Anni in cui, mentre le tutele individuali in campo penale si affievolivano e processi pubblici e gogne mediatiche si moltiplicavano, si diffondeva l’idea che ciò che è peccato è reato. E l’esito è stato tanto l’abbassamento del livello di civiltà giuridica quanto la mortificazione del senso collettivo di giustizia. Da tutto questo nasce il quesito che, attraverso 11 casi esemplari, il libro pone ai lettori: siete garantisti o giustizialisti? Un test per verificare quale sia il vostro grado di rispetto dei principî e delle regole dello stato di diritto. -
Racconti di mare e tempesta
Da Edgar Allan Poe a Emilio Salgari, da Jules Verne a Jack London, da Herman Melville a Joseph Conrad, i racconti dei piú grandi autori che hanno fatto la storia e il mito del mare: questo luogo dell'immaginario dove finiamo sempre per ritrovarci, sullo specchio dell'acqua, affacciati su noi stessi. A cura di Christian Delorenzo.Viola come il vino o piatto come una tavola, da solcare in cerca di nuove terre o da scrutare fino all'orizzonte, popolato di squali, piovre e bucanieri o svuotato all'improvviso dalla potenza del mulinello: il mare. Dove la vita sa essere durissima ma anche piena d'avventure, tra vascelli fantasma e tempeste perfette, incendi sopra i flutti e ribellioni sotto coperta, con il rischio, sempre presente, di naufragare su isole deserte e di vedere emergere, da un momento all'altro, i mostri degli abissi. Senza dimenticare il mondo sommerso, quello in cui si possono trovare razziatori di uomini, divinità sedute al tavolo di lavoro e sirene che ingabbiano le anime. -
Il sospetto
Dopo il best seller mondiale La vedova, il nuovo imperdibile thriller di Fiona Barton. rn«Storia corale di sparizioni e ritrovamenti, di scoop e di fake news, di bugie e di verità indicibili, di famiglie fragili e di amicizie spezzate, sulla rotta tra l’Inghilterra e l’Estremo Oriente» – RobinsonrnDoveva essere il viaggio piú bello. Due diciottenni, in Thailandia, in cerca di divertimento, ebbrezza, libertà. Ma Rosie e Alex smettono di dare notizie. E la giornalista Kate Waters, che in questa vicenda si sente coinvolta in prima persona, deve capire perché. rnKate Waters è sempre pronta a tutto per uno scoop. Quando due ragazze scompaiono nel corso di una vacanza a Bangkok, Kate riesce a conquistare la fiducia dei genitori sconvolti dall'ansia e a scrivere del caso. E non appena arriva la notizia che un ostello per ragazzi è andato distrutto in un incendio, Kate sale sul primo aereo per il Paese asiatico. Ma non è solo il fiuto per la notizia a motivarla. Mentre la vicenda si complica a causa dell'incompetente, o corrotta, polizia locale, Kate non fa che pensare a suo figlio, anche lui da qualche parte in Thailandia: un ragazzo che non vede da due anni e che non sente da troppo tempo. -
Il quinto rischio
Che cosa succede quando lo Stato è nelle mani di una classe politica che non possiede le competenze per governarlo? Uno dei piú grandi giornalisti americani ci svela l'importanza del senso dello Stato. Dopo le elezioni del 2016, i dipendenti del dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti – luogo chiave per l'economia e la sicurezza – sono andati al lavoro incerti su cosa aspettarsi dalla nuova leadership. Hanno atteso a lungo, ma nessuno si è presentato. Quando le amministrazioni precedenti avevano già decretato le top ten people a capo del dipartimento sistemando gran parte dei dipendenti negli uffici, Trump ne aveva nominate tre, mostrando disinteresse e disinformazione. Nella lista stilata da John MacWilliams (il primo chief risk officer del dipartimento) sui principali rischi nazionali per gli Stati Uniti, il piú pericoloso si è rivelato il «quinto rischio»: quello che corre una società impreparata, che minimizza i problemi e risponde con soluzioni precarie alle questioni di lungo termine. Questo saggio mozzafiato non è soltanto il ritratto allarmante del presidente Trump e del suo improbabile entourage . È anche un richiamo generale alle necessità di competenza e senso dello Stato nell'ambito della pubblica amministrazione. -
Racconti
Nella prima metà degli anni Trenta Benjamin scrisse un numero cospicuo di storie, in forma di novella o di favola, pensate per essere pubblicate su giornali e riviste. Quelle realmente pubblicate risultano essere una minoranza. Tutte sono state poi inserite nei vari volumi delle Opere complete, mescolate cronologicamente ai testi di altra natura che via via Benjamin aveva scritto. Ora, per la prima volta in Italia, tutti questi racconti vengono riuniti in un unico volume.rnrn""Benjamin era l'interlocutore di tutti i demoni e gli angeli della narrazione"""" - John Bergerrn Sono racconti metafisici, di mare, di gioco, storie di flâneur cittadini che discutono del senso antropologico del carnevale... Anche come scrittore Benjamin è eclettico: alterna generi diversi, adotta finali sospesi o a sorpresa. Il suo è un mondo narrativo vario ma sempre affascinante. Come le descrizioni dei suoi sogni, un genere letterario ancora piú particolare, a cui abbiamo dedicato la sezione finale del volume. Il lettore degli scritti benjaminiani raccolti in Infanzia berlinese e in Immagini di città troverà nei racconti qui uniti alcune corrispondenze: di strade, di giardini, di interni domestici, di hotel, di vedute e affacci su paesaggi, talvolta anche di città, Marsiglia e Berlino tra queste. Analoga è l'attenzione minuziosa rivolta a suppellettili, oggetti, mobili, giocattoli, osservati come figure prossime ad animarsi e prendere il campo che è dei viventi. Analoga anche la disposizione a sentire la parola come un suono che genera una rifrangenza di immagini, dischiudendo ricordi e nei ricordi figure, oppure come uno scrigno che all'occorrenza rivela, se sollecitato, il suo segreto, cioè il ventaglio di sensi nascosti e di sovrasensi inattesi. Eppure, nel confronto tra quegli scritti e questi racconti, molti dei quali coevi per composizione, il lettore sentirà che la cura del narratore ha qui una diversa tensione, e anche un ritmo diverso. È il fantastico lo spazio scenico di fondo, anche laddove l'andamento del dire prende la forma del diario, o della cronaca quotidiana. Inoltre gli accorgimenti o le tecniche che caratterizzano un racconto breve – l'eccezionalità della situazione, la tensione, la sorpresa di uno scioglimento inatteso – hanno in questi racconti una loro singolare presenza. dalla prefazione di Antonio Prete"" -
Sunset Park
La gioventú e il caso, il cinema e il sesso, New York e la scrittura, le ambizioni e il rimorso, la morte ma soprattutto la vita.Miles Heller ha ventotto anni e vive in Florida. Ha poco, eppure ha tutto: l'amore di un'adorabile ragazza, la passione trasmessagli dal padre per il baseball, e i libri. Il lavoro non è un granché, ma lui sembra farlo come se vi intuisse un misterioso legame con la sua esistenza: affinché le banche possano rimetterle in vendita, deve entrare nelle abitazioni abbandonate e fotografare gli oggetti che gli inquilini vi hanno lasciato. Una piccola archeologia di esistenze passate, ricordi di una vita precedente: anche Miles ha una vita precedente da cui è fuggito. E continuerebbe a farlo se il destino (o il caso) non si mettesse in mezzo. Torna a New York, la sua città natale, ma questo significa fare i conti con i motivi che l'hanno spinto ad andarsene di casa, significa chiarire definitivamente, con i famigliari ma anche con se stesso, i motivi che hanno determinato la morte del fratello Bobby. Ma sarà un percorso difficile, doloroso e dall'esito incerto. -
Dura madre
Il cadavere di un uomo, la schiena crivellata da una scarica di proiettili, ritrovato da una volante in un cantiere edile alla periferia di Nuoro, nel cuore duro della Barbagia: è Michele Marongiu, perito chimico, un fratello morto suicida e un altro che continua in qualche modo a tirare avanti. ""Dura madre"""" si avvia, come ogni noir che si rispetti, con un morto ammazzato. Poi le indagini, affidate alla perizia di due personaggi già noti ai lettori di Fois, il giudice Corona e il maresciallo Pili, più un nuovo arrivato, il commissario Sanuti, forestiero e spaesato in una realtà isolana avvezza a """"pensare per parabole"""". Ma nel momento in cui l'inchiesta comincia, e il giallo decolla, la storia vera e propria si è già consumata, e la verità, che """"si fa vedere a pezzi come una spogliarellista poco esperta, un po' goffa"""" è sulla bocca di tutti."" -
Le anime morte
«Un'allegra marcia carnevalesca nell'inferno» – Michail BachtinLa storia di Čičikov, geniale artista del raggiro, antieroe plebeo che insegue il pallido miraggio degli ideali borghesi: il suo viaggio alla ricerca di «anime morte» per ottenere aiuti finanziari dallo Stato è un'avventura in cui tutti i valori sono capovolti in un paradossale realismo negativo: il benessere, la famiglia, la rispettabilità – ciò a cui Čičikov aspira di piú – si tingono di grottesco, e la sua storia e quella dei personaggi da lui incontrati si rivelano come tappe di un epos mancato, di una gigantesca parodia omerica che anticipa le avventure di altri illustri antieroi del romanzo moderno, dal Leopold Bloom di Joyce al Josef K. di Kafka. -
Hap & Leonard: Una stagione selvaggia-Mucho Mojo-Il mambo degli orsi
Tre avventure, raccolte in un unico volume, Una stagione selvaggia, Mucho Mojo e II mambo degli orsi. Irrompono sulla scena Hap e Leonard, la strampalata coppia di detective. Leonard è un grintoso omosessuale di colore, Hap un bianco malinconico e pacioso. Sono amici per la pelle, e formano una coppia di investigatori al fulmicotone. Hap e Leonard sono coinvolti in avventure di ogni sorta, da cui usciranno spesso malconci, sempre ilari e innamorati della loro vita e del loro mondo. Una bionda esplosiva che torna dal passato; un milione di dollari sporchi da recuperare nel letto di un fiume ghiacciato; una strana banda di spostati che non hanno perso la voglia di cambiare il mondo; lo scheletro di un bambino nascosto sotto il pavimento; un'eredità inattesa, case fatiscenti, musicisti blues. E ancora: magia nera, sesso e horror. -
L' ora del blu
Con L'ora del blu, Eugenio Scalfari affronta per la prima volta la misura del verso. rn«La scelta della poesia, e non del romanzo, o a questo punto, di qualsiasi altra forma di scrittura discorsiva e dimostrativa, sta a significare un'esigenza d'immediatezza, che è anche verità, al di là di ogni possibile mediazione» - Alberto Asor Rosa, La Repubblicarn«Ora son vecchio e prima ero bambino cosa che cambia e non è mai la stessarncol mare che ha il colore dell'obliornnell'accecato buio del sole»rnrnUomo dalla razionalità rigorosa, porta per mano il lettore dentro il proprio passato e i propri sentimenti, alla ricerca di un senso profondo dell'esistenza. Alla soglia dei novantacinque anni, l'autore avverte la paura dell'inafferrabile e dell'incerto. E allora incastona sulla pagina versi intensi dove il tempo che passa è dolcezza e tormento. Servendosi di immagini che spaziano dal mito a un tangibile realismo – immagini che rimandano soprattutto all'ultima stagione della vita –, Eugenio Scalfari affida al lettore, con sincerità disarmante, le proprie fragilità e i propri timori. Il suo sguardo, che sintetizza quello puro dell'infante e quello disilluso dell'uomo maturo, regala un'atmosfera di crepuscolare malinconia. «Ora son vecchio e prima ero bambino cosa che cambia e non è mai la stessa col mare che ha il colore dell'oblio nell'accecante buio del sole». I ricordi della giovinezza, la passione ardente, la natura pulsante tra mito e realismo, l'incalzare del tempo, la ricerca di una quiete: attraverso il calore del verso Eugenio Scalfari svela il suo piú profondo sentire. Tra il blu del mare e il blu del cielo si muove lo scrittore poeta, in una grandiosa e commovente dichiarazione d'amore per la vita.rn -
Le parole sono importanti. Dove nascono e cosa raccontano
Ogni parola ha una voce. Ascoltarla vuol dire conoscere gli incontri, i misteri, le disgrazie e le fortune che ne hanno segnato la strada. Perché ogni parola ha una storia da raccontare.rn«Dieci capitoli in cui l'autore toglie i panni di romanziere e rimette quelli di insegnante per accompagnarci nei meandri della lingua e ""scongiurare il rischio, oggi così concreto, di rimanere in balia di un linguaggio superstizioso, che ci abbaglia e ci impressiona ma che non comprendiamo davvero""""» - Annachiara Sacchi, Corriere della Serarn Quando ci raccontano l'etimologia di una parola proviamo spesso una sensazione di meraviglia, perché riconosciamo qualcosa che non sapevamo di sapere, un universo di elementi che era sotto i nostri occhi ma che non avevamo mai notato. Allora come è possibile che l'etimologia, cosí carica di fascino, non riceva la considerazione che merita? Eppure padroneggiare le parole nella loro storicità e non possederne solamente la scorza ha dei vantaggi. Per esempio, chi acquisisce una forma mentis etimologica sa che attribuire a qualsiasi vocabolo un solo significato è limitativo. Da questo punto di vista l'etimologia è come la poesia, perché sa offrire sempre un'immagine o un gesto che danno tridimensionalità alla parola. Inoltre, quando ne conosciamo l'archeologia, possiamo chiederci se l'uso odierno dei vocaboli conservi ancora qualcosa del significato originale e, nel caso non sia cosí, indagarne le ragioni. Attraverso dieci appassionanti scavi etimologici, Balzano ci dice non solo che ogni parola ha un corpo da rispettare, ma anche che non è un contenitore da riempire a piacimento. Perché ogni parola ha una sua indipendenza e una sua vita."" -
Luna di miele a Cape May
Luna di miele a Cape May, sospeso tra Cheever e Capote ma carico di un erotismo tutto contemporaneo, è un ritratto spietato e sensuale dei fantasmi che abitano la vita di ogni coppia e indaga il momento sfumato e ambiguo che si dice segni la fine dell'innocenza. rnrn «Un irresistibile cocktail di bellezza, desiderio e inebriante disperazione, tra glamour anni '50 e fascino senza tempo dell'amore». - Bret Anthony Johnston Fine settembre 1957. Freschi di studi e inesperti di ogni forma di convivenza, i novelli sposi Henry ed Effie dalla Georgia rurale arrivano a Cape May, nel New Jersey, dove Effie passava le estati da bambina e dove insieme hanno deciso di trascorrere la luna di miele. Non hanno però tenuto in conto che la stagione balneare si è appena conclusa: trovano infatti ad attenderli una cittadina deserta, con i negozi sprangati, le strade immobili, la spiaggia desolata e silenziosa. Non ancora avvezzi all'intimità della vita di coppia, sono persino tentati di anticipare il rientro a casa ma qualcosa, poco prima di partire, li trattiene: una delle case del quartiere si anima all'improvviso, nel vialetto compaiono auto di lusso, una musica ritmata riempie l'aria. Quando Henry ed Effie decidono di imbucarsi alla festa sono elettrizzati all'idea di poter giocare agli intrusi in un mondo lontano da ogni aspetto della loro realtà; si scoprono invece oggetto delle mire predatorie di un trio di personaggi mondani e del loro ennui. Clara, una vecchia conoscenza di Effie, che dietro la maschera della donna smaliziata nasconde un coacervo di insicurezze; Max, playboy irriducibile nonché amante di Clara; Alma, affascinante e misteriosa sorellastra di Max di cui Henry si invaghisce all'istante. Nel momento in cui i tre sconosciuti entrano in scena, persino la disabitata Cape May cambia volto, trasformandosi nello scenario ideale per scorribande notturne, uscite in barca a vela, appuntamenti clandestini in riva all'oceano. Rappresentanti inconsapevoli dei tranquilized Fifties americani, Henry ed Effie esprimono l'anelito a una forma di emancipazione sessuale che dovrà attendere gli anni Sessanta per trovare compiuta espressione. -
Ricordi del futuro
«Ricordare è cambiare», scrive Siri Hustvedt, consapevole che il passato è incostante, e assume una sfumatura diversa ogni volta che ci giriamo a guardarlo. Ricordi del futuro è il racconto di quelle sfumature, effimere perché solo attraverso la narrazione possono svelarci qualcosa di piú sul presente. E su ciò che siamo. rn«La forza di questo ""ritratto dell'artista da giovane donna"""" sta nella consapevolezza che l'atto del ricordare è una cura per il presente ferito e la scrittura la chiave di lettura per il mistero dell'essere» - J. M. Coetzeern«La forza di questo """"ritratto dell'artista da giovane donna"""" sta nella consapevolezza che l'atto del ricordare è una cura per il presente ferito e la scrittura la chiave di lettura per il mistero dell'essere». rnIn un giorno d'agosto del 1978 S. H. arriva a New York. Nel suo bagaglio di ventitreenne che non ha mai lasciato il Minnesota porta la laurea in lettere a pieni voti, un romanzo da scrivere, e la voglia di quelle avventure che solo la Grande Mela può offrirle. Dal suo minuscolo e squallido appartamento di Manhattan ogni giorno la ragazza parte all'esplorazione della città in compagnia di un taccuino e degli eroi del suo romanzo che prende forma. Finalmente può percepire con tutti i sensi quel mondo che sembrava esistere solo attraverso le parole dei suoi autori preferiti, e che ora è a portata di metropolitana. Anche se i primi giorni sono difficili, complice una dolceamara solitudine, S. H. sa che sta per vivere esperienze straordinarie, di quelle che hanno il sapore inconfondibile delle cene senza pretese tra amici, degli amori tormentati della giovinezza, della meraviglia di quotidiane iniziazioni. Quelle esperienze che, restituite a una pagina di diario, conservano la loro intensità per chi ne ha scritto il racconto. Proprio come succede a una S. H. oggi sessantenne, che ritrova il suo taccuino mentre riempie gli scatoloni per il trasloco dell'anziana madre in una casa di riposo. I resoconti autentici del suo «io di un tempo» liberano ricordi che S. H. credeva imprigionati nelle segrete della memoria: le chiacchierate con Whitney, l'amica che la chiamava «Minnesota», la tragica fine dell'amore con Malcolm Silver – era poi amore? –, le indagini di Ian e Isadora, i suoi personaggi rimasti per sempre nel limbo dei romanzi potenziali. E, in un sottofondo ostinato, le cantilene struggenti della vicina Lucy Brite, un'entità fatta di sole parole, fino alla sera in cui la donna irrompe nell'appartamento di S. H. e la salva da un'aggressione, determinando il futuro corso degli eventi."" -
Il codice del disonore. Donne che fanno tremare la 'ndrangheta
D come Disonore. Quello degli uomini di 'Ndrangheta che per difendere l'onore mafioso non esitano a uccidere le proprie figlie. Questo libro nasce da un fenomeno recente di grande importanza: per la prima volta nella storia della 'Ndrangheta le figlie e le mogli dei boss collaborano con la giustizia denunciando le loro famiglie. Lo fanno per strappare i propri figli a un ineluttabile destino criminale, ma soprattutto per sfuggire loro stesse al ""codice d'onore"""". Si tratta delle linee guida dei membri della mafia calabrese che si definiscono, a loro volta, uomini d'onore. Direttive che servono a far carriera nel crimine, tramandate per via orale e che negli ultimi decenni hanno trovato conferme scritte o sono state riferite agli inquirenti dai collaboratori di giustizia. Un esempio è la vendetta che incombe sulle donne di 'Ndrangheta che tradiscono il marito o la famiglia: la morte. Un rito feroce di cui i padri devono farsi garanti per rimediare """"all'onta"""" subita, in nome di ciò che emancipazione, cultura e buonsenso definirebbero piú come """"codice del disonore""""."" -
La clausola del padre
Jonas Khemiri è uno scrittore europeo: la contemporaneità dello sguardo, la capacità di raccontare le relazioni delle famiglie moderne, i sentimenti di chi vive sotto i cieli del «vecchio continente», le paure e le inquietudini di una società multietnica e in trasformazione, fanno di Khemiri una delle voci piú importanti da ascoltare per capire chi siamo. rnrn«Un romanzo tenero e scintillante allo stesso tempo. Un'iniezione di vitamine per noi lettori» - M-magasinrn «Non ricordo l'ultima volta che ho letto una descrizione cosí vera di cosa vuol dire essere genitori oggi» - Vårt Landrn«Khemiri è il grande innovatore della letteratura svedese. La sua capacità di infondere energia e vigore alla scrittura è semplicemente unica» - Jönköpings-PostenrnrnrnrnUn «figlio che è anche un padre» prende un congedo di paternità e resta a casa a occuparsi dei figli mentre la moglie va a lavorare. Quando il «padre che è anche un nonno», due volte all'anno, ritorna a Stoccolma, pretende che il figlio si occupi anche di lui. In mezzo ci sono loro, le donne - sorelle, madri, figlie - che provano a tenere insieme un mondo che sembra sempre piú intenzionato ad andare in pezzi. Raccontando la storia di una famiglia totalmente nevrotica e (quindi) perfettamente normale, Jonas Khemiri scrive il suo romanzo piú imprevedibile, divertente, doloroso e vero. Come ogni anno, un «padre che è anche un nonno» torna in Svezia a curare i suoi interessi e visitare la famiglia che ha abbandonato. Il padre ha cultura e tradizioni che si scontrano con la «svedesità» dei figli. E il suo atteggiamento borioso non facilita di certo i rapporti. Un tacito accordo vincola il figlio a occuparsi di lui a ogni penoso ritorno. Ora che a sua volta ha dei figli, un lavoro che odia e una vita da cui vuole fuggire, vedersi riflesso nel padre è l'ultima delle cose che vorrebbe fare. Anche sua sorella è già madre e incinta di un altro bambino che non è sicura di voler tenere: la sorte del feto sarà affidata a una singola connessione telefonica. Ma dieci giorni possono influenzare in modo inatteso le dinamiche di una famiglia tormentata dai fantasmi del passato e dai non detti del presente. Se per questi buffi personaggi, che potrebbero essere scappati dal set di un film di Wes Anderson, esiste una possibilità di riscatto, può venire solo dall'innocenza e dalla freschezza delle nuove generazioni. -
Il suo nome è Fausto Coppi
Nessun atleta è stato piú grande di lui. Nessuno ha avuto una vita piú simile a un romanzo. A cento anni dalla nascita, i trionfi, le sconfitte, gli amori, le tragedie di Fausto Coppi raccontati con la voce dei personaggi che gli sono stati vicini: dai famigliari ai fedeli gregari, dalla dama bianca all'amico-rivale Bartali. rn«Vicino alla mia bicicletta passano il verdegiallo dei prati e delle rocce. E sopra, il cielo azzurro: correre è come attraversare un dipinto. I compagni vanno in cerca delle fontane di pietra per catturare l’acqua nelle borracce, poi la corsa precipita e non c’è piú tempo nemmeno per bere. Guizzano trote d’argento nei torrenti, ma tanto chi le vede. Sulla punta delle montagne la gente è un pizzo, un merletto»rnA ognuno di loro Maurizio Crosetti affida un pezzo di storia, e attraverso di loro affresca l'avventura sportiva e umana di un'anima inquieta che ha incarnato l'essenza stessa di un'Italia fiaccata dalla guerra ma in cerca di nuovo entusiasmo. Una società in vorticoso cambiamento, con le sue ipocrisie e le sue nobiltà, sfila in bianco e nero accanto alla leggendaria bicicletta dell'Airone, del Campionissimo. Che avrà, infine, l'ultima parola. -
Una domenica
In equilibrio tra nostalgia e speranza, Fabio Geda racconta con voce unica, commovente, una giornata che racchiude un'intera esistenza. Una storia che prima o poi ci attraversa, o ci sfiora, tutti. rn«Come i ponti, il romanzo di Geda è una costruzione di cui si percepisce la complessità ma che deve sembrare affusolata e aerea. E tale sembra. Il libro si legge come un page turner: capitoli brevi, intensi, cesellati, che stuzzicano nel lettore ora la curiosità sul tempo presente del romanzo, ora una nostalgia lancinante di un passato che gronda felicità perduta» – La Letturarn«Un libro scritto con rara densità, senza virtuosismi esibiti o compiaciuti, con un controllo assoluto delle parole, con un’asciuttezza che smuove montagne emotive» – Robinsonrnrn «Non sono mai stata brava a gestire la fragilità dei miei genitori: nei loro confronti non ho mai smesso di sentirmi figlia e di voler essere io quella accudita. Mi veniva spontaneo pensare che essendo piú vecchi di me dovessero essere migliori di me, punto: una di quelle cose scritte nel destino. Dovevano essere piú consapevoli, piú forti, in grado di governare con piú criterio qualunque situazione. Ma arriva un momento in cui le parti si invertono o per lo meno si sovrappongono. Nel destino c'è scritto anche questo»rnrnQuando raggiungi l'età che avevano i tuoi genitori al tempo in cui eri un bambino, capisci quanto fossero giovani, e quanto inquieti fossero i loro cuori. In equilibrio tra nostalgia e speranza, Fabio Geda racconta con voce unica, commovente, una giornata che racchiude un'intera esistenza. Una storia che prima o poi ci attraversa, o ci sfiora, tutti. Un uomo che ha trascorso quarant'anni costruendo ponti in giro per il mondo, ed è da poco rimasto vedovo, ha preparato con cura un pranzo di famiglia. È la prima volta. Ma una nipote ha un piccolo incidente e l'appuntamento salta. Preoccupato, con addosso un po' di amarezza, l'uomo esce a fare una passeggiata. E conosce Elena e Gaston, madre e figlio, soli come lui. Si siederanno loro alla sua tavola, offrendogli la possibilità di essere padre, nonno, in modo nuovo. Trasformando una normale domenica di novembre nell'occasione per riflettere sulle imperfezioni dell'amore, sui rimpianti, sulla vita che resta. -
La montagna. Natura e cultura. Ediz. a colori
Maestosa e imponente, nulla eguaglia la vista di una montagna all'orizzonte.rnrn «Una storia culturale delle montagne profondamente originale. Ogni amante della montagna vorrà trovarle un posto accanto a Simon Schama o Robert Macfarlane nella sua libreria o nello zaino». rnrn In tutta la storia dell'umanità le montagne sono sempre state collegate con l'eterno, ci attraggono con le altezze vertiginose, ci sorprendono per la loro bellezza, e spesso sono per noi fonte di pericolo. Attraverso un viaggio avvincente verso vette sia reali sia immaginarie, questo libro esplora cosa la montagna rappresenti nella nostra storia, cultura e immaginazione. Veronica della Dora racconta i diversi modi in cui le montagne hanno funzionato spiritualmente come confine tra la vita e la morte, come ponte fra terra e cielo. Intrecciando scienza, cultura e religione, l'autrice sottolinea come la montagna sia un fenomeno geologico che ha profondamente influenzato l'immaginazione umana, plasmando la nostra coscienza ambientale e aiutandoci a comprendere il nostro, davvero piccolo, posto nel mondo. L'autrice esplora inoltre il loro significato in quanto oggetto di prodezze umane, premio di avventura e sport, e luogo di serena bellezza per i vacanzieri. Magnificamente illustrato, La montagna è un affascinante doppio ritratto di questa suggestiva espressione di natura e cultura. Con 137 illustrazioni, 99 a colori. -
Il caos e l'ordine. Le lingue romanze nella storia della cultura europea
Un percorso attraverso la cultura europea che culmina in una proposta di lettura della storia umana da un punto di vista linguistico. Non è la lingua a essere un oggetto storico. È la storia a essere nel suo insieme un fenomeno linguistico.rnrnUna iniziazione insolita allo studio delle lingue romanze, cioè discese dal latino (dall'italiano al portoghese, dallo spagnolo al francese, dal sardo al romeno), attraverso alcuni dei nodi fondamentali della riflessione occidentale sul linguaggio, sulle lingue e sulla letteratura. Da opposizioni concettuali ben presenti già nella cultura classica fino ai problemi che coinvolgono l'attuale dialogo tra linguistica, evoluzionismo e neuroscienze. Un percorso attraverso la cultura europea che culmina in una proposta di lettura della storia umana da un punto di vista linguistico. Non è la lingua a essere un oggetto storico. È la storia a essere nel suo insieme un fenomeno linguistico. -
Dieci
Incisi nella pietra con caratteri di fuoco, i comandamenti impongono all'uomo l'obbedienza e al tempo stesso esigono la libertà di trasgredirli: la legge divina ha senso solo se ammette la facoltà di non osservarla. rnrnNonostante siano il passo biblico piú conosciuto e citato al mondo, simbolo per eccellenza del monoteismo, i Dieci comandamenti hanno ancora molto da raccontare. Che cosa rappresentano oggi e che suggestioni nascono dalla loro (ri)lettura? La rivelazione della parola divina a Mosè sul Sinai è un dialogo fra terra e cielo ricco di chiaroscuri, fraintendimenti, emozioni che prendono il sopravvento, come quando, infuriato con il popolo d'Israele per il vitello d'oro, il profeta spezza le prime Tavole della Legge. Dall'analisi di Elena Loewenthal emerge che il principio di responsabilità – la consapevolezza che ogni azione o pensiero porta con sé delle conseguenze – è senz'altro la filigrana dei comandamenti. In questa breve sequenza di imperativi positivi o negativi si snodano la storia passata e le aspettative future. Ma malgrado una struttura apparentemente semplice, i due passi biblici che enunciano i comandamenti nascondono sottintesi, dubbi, difficoltà. Ed è proprio attraverso le aporie che si dipana la ricchezza di significati, che le infinite rifrazioni del testo si aprono alla lettura.