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Chiese chiuse
Migliaia di chiese sono oggi inaccessibili, saccheggiate, pericolanti. Altre sono trasformate in attrazioni turistiche a pagamento. Oggi non sappiamo cosa farcene, di tutto questo «ben di Dio», e bene pubblico: mancano visione, prospettiva, ispirazione. Ma è anche lí che si potrebbe costruire un futuro diverso. Umano.rnLe antiche chiese italiane ci chiedono di cambiare i nostri pensieri. Con il loro silenzio secolare, offrono una pausa al nostro caos. Con la loro gratuità, contestano la nostra fede nel mercato. Con la loro apertura a tutti, contraddicono la nostra paura delle diversità. Con la loro dimensione collettiva, mettono in crisi il nostro egoismo. Con il loro essere luoghi essenzialmente pubblici sventano la privatizzazione di ogni momento della nostra vita individuale e sociale. Con la loro viva compresenza dei tempi, smascherano la dittatura del presente. Con la loro povertà, con il loro abbandono, testimoniano contro la religione del successo. Possiamo decidere che anche questi luoghi speciali che arrivano dal passato devono chinare il capo di fronte all’omologazione del pensiero unico del nostro tempo. O invece possiamo decidere di farli vivere: per aiutarci a vivere in un altro modo. -
Dieci splendidi oggetti morti
Le carte stradali Michelin sono diventate navigatori gps;rni telefoni fissi sono silenziosamente scomparsi daglirningressi delle nostre abitazioni. Le cose, talvolta,rnsegnano distanze istantanee tra generazioni, per il resto,rnancora vicine.rnQuesto libro segue la traiettoria di dieci oggetti chernsono cambiati sotto i nostri occhi. Osserva chi lirnutilizza ancora e chi non li degna piú di uno sguardo. Sirndomanda cosa accada in quel passaggio. Se nelrnmomento in cui un oggetto diventa desueto qualcosarnche era in esso vada perduto; se qualcosa muti in noi,rndopo che lo abbiamo abbandonato: dalle mappe alrntelefono, dalla penna alla lettera, dalla macchinarnfotografica ai giornali. Cosí gli oggetti di uso comune,rnmolte delle tecnologie che utilizziamo ogni giorno,rnpotranno essere considerate come i punti cardinali surnuna bussola. Raccontano chi eravamo e chi siamorndiventati. -
Gabbiani nella tempesta
Febbraio 1959. Una tempesta violentissima si scatena al largo dell'isola di Terranova, una delle aree piú pescose del mondo. Quel tratto di mare generoso è diventato una trappola di ghiaccio: proprio lí naviga il peschereccio islandese Máfur con i suoi trentadue uomini a bordo. Soli, contro la forza della tempesta.«Kárason è il Faulkner islandese: narratore eccezionale, si è già guadagnato un posto d'onore nella letteratura europea» – Boken MagazineSublime è ciò che ci supera. Una vetta, una cometa, un'onda. Sublime è anche l'esperienza che ne facciamo. È sempre difficile trasformarlo in parola, racconto o immagine. Il terribile kitsch sta in agguato e non perdona. Per questo è cosí complicato scrivere di mare e di storie di mare. Einar Kárason, partendo da una storia vera e da una vera tempesta che travolse nel febbraio 1959 alcuni pescherecci islandesi al largo dell'isola di Terranova, c'è riuscito. Quasi sempre, nelle storie di mare, un'operazione di tecnica quotidiana diventa l'impresa impossibile. Perché la furia del mare si scatena o assoluta è la sua immobilità. In Gabbiani nella tempesta l'impresa impossibile è una semplice virata, che porterebbe in salvo il peschereccio Máfur e il suo equipaggio. Ma sull'Atlantico del Nord, appena a sud della Groenlandia, si è scatenata una tempesta mai vista, che dura piú di tre giorni e tre notti consecutive. Onde alte anche venti metri si abbattono sul peschereccio con una violenza inaudita e l'acqua, a contatto con il ponte dell'imbarcazione e con gli strumenti di pesca, si trasforma immediatamente in ghiaccio che tutto ricopre e appesantisce. La nave potrebbe rovesciarsi da un momento all'altro e in quell'acqua un uomo può resistere solo pochi minuti. Per cercare di scampare al loro destino, i marinai devono compiere un'operazione paradossale: distruggere quanto piú possibile del loro peschereccio senza affondare, anzi, per non affondare. Devono gettare fuori bordo tutto ciò su cui il ghiaccio si aggrappa: le gru per le reti da pesca, le scialuppe di salvataggio, i loro sostegni... E tutt'intorno arrivano al marconista segnali di emergenza da altri pescherecci che poi scompaiono nelle acque ghiacciate: nessuno può aiutare nessuno. Uomini e navi sono soli come gabbiani nella tempesta. I corpi sono sfiniti, gli animi sull'orlo della disperazione, ma con poche parole e con gesti essenziali, l'intero equipaggio, dal capitano al marinaio piú giovane, diventa un unico essere vivente. Caparbio, precario, questa volta immortale. -
Poesie giovanili
«Una scoperta che mette in luce, di un grande narratore del Novecento, la coerenza interna e la importante, singolare vena poetica dei suoi esordi» - Maurizio Cucchi, RobinsonI viaggi / non mi spaventano. / Anche se girassi / dietro la fortuna. / Farei solo dei passi. / Col piede / accanto a un sasso. / Ogni strada / ha un sasso / e una margherita. / Ed io vado / sasso per sasso / e colgo la margherita.Volponi è stato uno dei maggiori scrittori del dopoguerra, ma è nato come poeta e ha frequentato la poesia per tutta la vita. Prima dell'esordio in prosa con il famoso 'Memoriale' (1962), aveva pubblicato tre importanti libri di poesia: 'Il ramarro' (1948), 'L'antica moneta' (1955) e 'Le porte dell'Appennino' (1960, premio Viareggio). Le poesie inedite recentemente ritrovate fra le sue carte e ora qui raccolte risalgono alla seconda metà degli anni Quaranta, alle soglie del 'Ramarro', e si spingono fino ai primi anni Cinquanta, nei dintorni dell'Antica moneta. Dimostrano uno stile molto personale, più fisico e «corporale» che non lirico-astratto. Sono percorse da un filo rosso contrastante di eros e repulsione. Ansie e insoddisfazioni giovanili si nutrono di un immaginario percorso di sangue e gesti violenti e di una lingua che percorre la tradizione dell'invettiva. E anche gli elementi naturali, molto frequenti (fiumi, colline, alberi, animali, campi lavorati), non sono mai pacificanti ma partecipano di un tumulto interiore, tanto più forte quando il poeta non sa trovarne una ragione e un bersaglio prestabiliti. Queste poesie sono un laboratorio linguistico e sentimentale destinato a dare i suoi frutti più maturi in là nel tempo, ma già mostrano accensioni di grande forza espressiva. -
Storia economica d'Italia. Dall'Ottocento al 2020. Nuova ediz.
Questa edizione ripensa radicalmente gli eventi degli ultimi decenni aggiornando la trattazione alle sfide del 2020.Affermatasi a partire dal secondo dopoguerra fra le principali potenze industriali, l'Italia rappresenta un caso a sé stante nel quadro delle economie occidentali. Tanto differenti, rispetto a quelle di altri paesi europei, sono state, oltre alle matrici del capitalismo italiano, le risorse materiali, le condizioni strutturali e le caratteristiche sociali della nostra esperienza economica. Ed evidenti sono tuttora alcune sue rilevanti asimmetrie. Sullo sfondo delle vicende della finanza e del mercato internazionale, Castronovo ricostruisce il complesso itinerario dell'economia italiana, intrecciandolo sia agli eventi politici e agli orientamenti culturali sia alle trasformazioni di natura sociale. Vengono cosí rievocate, insieme all'opera dei principali attori della vita economica e delle diverse componenti del mondo del lavoro, le fasi piú significative di un processo di sviluppo e di modernizzazione che non fu né univoco né lineare, ma molto difforme dal punto di vista del territorio ed estremamente accidentato. Dopo aver compiuto rilevanti progressi economici, anche grazie al dinamismo di una miriade di piccole e medie imprese, senza colmare tuttavia il divario fra il Centro-Nord e il Mezzogiorno, l'Italia è oggi di fronte al problema del risanamento di un ingente debito pubblico nell'ambito dell'Unione monetaria europea, e a quello della crescente competitività di grandi paesi emergenti. Nell'epoca della globalizzazione, il nostro Paese si trova dunque a percorrere un tornante cruciale per il suo futuro. Questa edizione ripensa radicalmente gli eventi degli ultimi decenni aggiornando la trattazione alle sfide del 2020. -
Alla soglia dell'immagine. Da Narciso alla realtà virtuale
«Entrare nell'immagine: un desiderio che accompagna l'umanità dall'alba dei tempi, perdendosi nelle nebbie del mito. Un desiderio che nei secoli ogni cultura visuale ha cercato di realizzare con i mezzi di volta in volta disponibili. E che oggi le tecnologie di realtà virtuale promettono di soddisfare: l'immagine si fa ambiente immersivo, ci avvolge a 360 gradi, è presenza in carne e ossa. Saltano le cornici che la confinavano in un mondo a parte. Persino il medium in cui si concretizza sembra farsi trasparente. Una volta aperto il passaggio fra il mondo reale e il mondo iconico, dobbiamo però aspettarci un varco percorribile nei due sensi: penetriamo nel mondo dell'immagine, ma l'immagine esonda nel nostro mondo. Al desiderio si accompagna il timore per tale tracimazione. Questo libro esplora quel doppio movimento, e ricostruisce la storia di quel desiderio-timore, delle fantasie che ha innescato e delle strategie escogitate per corrispondervi: dal proto-immersivo Narciso ai caschi VR, passando per il trompe-l'œil e le sculture viventi, gli specchi e le architetture illusionistiche, i panorami e le fantasmagorie, l'arte-ambiente, il cinema in 3D. Indugiando sulla soglia che al contempo separa e congiunge quei due mondi, ne subiamo il fascino, e ne apprezziamo il rischio.» (Andrea Pinotti) -
Speranza e disperazione
La speranza è la passione del possibile, è ricerca del senso della vita. Diventa, quando il senso viene meno, il suo contrario: disperazione.La speranza ci consente di vedere la realtà con occhi non annebbiati e non oscurati dalle esteriorità e dalle consuetudini, dalle convenzioni e dalle ripetizioni, e ci consente di aprirci al futuro, liberandoci dalla ostinata prigionia del passato e del presente. Eugenio Borgna traccia un lucido percorso attraverso le tappe della letteratura, da una parte, e del suo lavoro di psichiatra, dall'altra, sul concetto di speranza. Essa è fragile ma è l'unica via per liberare l'essere umano dalla solitudine e dagli abissi dell'anima. In perenne ascolto dei suoi pazienti e in dialogo serrato con Cesare Pavese, ricostruisce l'esile figura di una delle forze più rivoluzionarie della vita. -
Devil Red. Un'indagine di Hap & Leonard
Hap e Leo hanno messo la testa a posto, sono diventati degli investigatori privati con tutte le carte in regola. Ma come c'era da aspettarsi il loro primo caso sarà tutt'altro che semplice: un misterioso assassino, i soliti scagnozzi della dixie mafia e un'organizzazione di killer mercenari che vuole la loro testa. C'è una cosa che Hap Collins e Leonard Pine non riescono mai a farsi bastare: i problemi. In un modo o nell'altro finiscono sempre col cacciarsi in situazioni in cui nessuno vorrebbe cacciarsi. Cosí quando il loro amico Marvin Harmon propone loro di occuparsi di un duplice omicidio irrisolto ci si buttano a capofitto. La faccenda però puzza di guai da lontano un miglio. Entrambe le vittime stavano per ereditare un bel gruzzolo e una delle due era invischiata in uno strampalato culto di adoratori di vampiri dall'aria tutt'altro che lecita. Come se non bastasse, dallo sfondo delle foto della scena del crimine emerge un dettaglio ancora piú inquietante: la testa di un diavolo, del colore del sangue, dipinta su di un albero... -
Bad Chili. Un'indagine di Hap & Leonard
Qui non siamo in una delle tante e pallide province dell'impero, qui siamo nel Texas, dove le cose se possono accadere accadono.rnrnDopo mesi di lavoro su una piattaforma petrolifera, Hap Collins è tornato a casa, determinato a cambiare vita. L'amico di sempre, Leonard Pine, è invece intristito per la fine della sua relazione con l'amato Raul. I guai veri e propri cominciano subito dopo. Un biker locale, soprannominato Cazzo-di-Cavallo, è trovato morto e Leonard pare coinvolto nell'omicidio. Tanto per non smentirsi, gli sbirri brancolano nel buio. Per aiutare l'amico, Hap non solo infrange la legge, la calpesta brutalmente. Tutto questo mentre perde la testa per Brett Sawyer, un'infermiera con un passato da dimenticare e due bellissime gambe, e i cadaveri continuano a saltar fuori nei posti piú impensati. Infine, ci sarebbe da chiarire la posizione di King Arthur, il re del chili, che pare coinvolto in un mare di attività, lecite o illecite. Se poi a qualcuno venisse in mente che in una storia del genere manca solo un tornado da Guinness dei primati, be', gli diremmo che è sulla buona strada. -
Piccole donne. I quattro libri: Piccole donne-Piccole donne crescono-Piccoli uomini-I ragazzi di Jo
Ormai adulti, i ragazzi di Jo ritorneranno dalle strade del mondo su cui si erano dispersi alla loro mai dimenticata scuola di vita.La storia di una famiglia sullo sfondo dell'America scossa dalla guerra di Secessione. Le quattro sorelle March - la giudiziosa Meg, l'impertinente Jo, la dolce Beth, la vanitosa Amy - si preparano alla vita vivendo sogni e speranze dell'adolescenza. Le piccole donne crescono e gli svaghi infantili vengono via via sostituiti dai legami del cuore e dai primi dolori che il destino riserva loro. E a questo punto che la storia di Jo balza in primo piano. Impulsiva, irrequieta e geniale la secondogenita incarna lo spirito progressista della Alcott educatrice: fonda la casa-scuola di Plumfield, aperta a studenti di età ed estrazione sociale diversa, protesa a un'educazione che stimoli la libertà, l'amore per la natura, la solidarietà, e dove i giovani ospiti diventano ""piccoli uomini""""."" -
Underland. Un viaggio nel tempo profondo
Cosa c'è sotto i nostri piedi? Segreti, schemi, connessioni, tracce. Sotto la superficie c'è la memoria del tempo, il segno lasciato dal lento susseguirsi delle ere geologiche e dall'indelebile intervento umano. Sottoterra si nascondono le paure, gli errori, le conseguenze. Underland è un viaggio nelle oscure profondità del pianeta, tra storia, mito e letteratura. Un viaggio nel passato e nel futuro della Terra.«Dalle catacombe a Parigi all'altopiano del Carso, spingendosi fino alle remote Isole Lofoten, Macarlane con una grande capacità descrittiva indaga il legame ineludibile tra ciò che è sopra e sotto la superfice terrestre e le implicazioni ambientali cruciali della nostra epoca» - Il Messaggero«Scoprire» è togliere ciò che serve a nascondere alla vista, riscattare dalle profondità ciò a cui era negata la luce. Partire dall'oscurità, allora, per comprendere piú chiaramente: è questo che si propone Robert Macfarlane quando decide di intraprendere i suoi viaggi di esplorazione nel sottosuolo. Girando il mondo alla ricerca dei luoghi piú nascosti, inaccessibili, straordinari, l'autore si è affidato a scienziati e guide locali per scendere nel ventre della Terra, e alla pagina scritta per riemergerne con nuove consapevolezze. Perché qui, sotto i nostri piedi, la mappa delle relazioni tra gli esseri umani e la natura si fa complessa, ma anche piú nitida e affascinante. E luoghi insospettabili si rivelano custodi di arcani segreti. Come le Mendip Hills – non troppo lontane da casa per Macfarlane – che sovrastano tumuli funerari dell'Età del bronzo, o Boulby, nello Yorkshire, dove in un laboratorio a quasi un chilometro sotto la superficie si registrano segnali della materia oscura dallo spazio. O la romantica Parigi che si sdoppia nell'inquietante città invisibile delle catacombe – in cui lo scrittore si cala sfidando coraggiosamente la claustrofobia –, oggi considerata meta di pellegrinaggio da chi pratica l' urban exploration. O l'altopiano del Carso, attraversato da fiumi sotterranei scavati nel calcare. O le remote isole Lofoten, animate da misteriosi danzatori rossi dipinti nelle grotte marine, o la Groenlandia, dove si può ascoltare il blu dei ghiacci sofferenti per i cambiamenti climatici. O ancora Olkiluoto, in Finlandia, dove i rifiuti nucleari vengono sepolti in un nascondiglio che potrebbe trasformarsi in un devastante vaso di Pandora per i posteri. Ogni avventura sotterranea di Macfarlane diventa un racconto speciale, affollato di personaggi autentici e appassionati e percorso dalle parole di poeti, scrittori, artisti, studiosi che hanno corteggiato le profondità della Terra prima di lui. E tra le stratificazioni del passato e del presente, Macfarlane scorge anche una speranza per il futuro: perché solo attraverso la conoscenza di ciò che è stato sarà possibile orientarsi negli abissi ignoti di ciò che verrà. E correggere la rotta prima che sia troppo tardi. -
Il parigino
Nel 1914 il diciannovenne Midhat Kamal lascia la Palestina per la Francia, carico di sogni, progetti e speranze per il futuro. È diretto a Montpellier, dove studierà Medicina. Qui s'innamora perdutamente di una giovane francese, e per la prima volta si scontra con il volto oscuro della cultura occidentale. Fuggito a Parigi, poi, vive il fermento della città, tra salotti intellettuali e donne bellissime. E quando torna in patria, a Nablus, per sempre e per tutti sarà il Parigino, elegante, sognatore e romantico. Soltanto molti anni dopo, Midhat scoprirà per caso la verità sul suo destino mancato.«""Il Parigino"""" è una lettura sublime: lieve, misurata, straordinariamente intelligente, di insolita compostezza e, in una parola, bellissima. È realismo nella tradizione di Flaubert e Stendhal. Isabella Hammad ha un talento raro e """"Il Parigino"""" è un prodigio» – Zadie Smith«""""Il Parigino"""" è un romanzo storico coinvolgente, una storia d'amore intensa e una saga familiare eccezionale. Ma, soprattutto, è un dono generoso. Esiste una gioia che non è puro piacere, ma anche lotta e malinconia. In questo libro si racconta di quella gioia, ed è la stessa che prova il lettore» – Jonathan Safran FoerOttobre 1914. A bordo di una nave che solca il Mediterraneo, Midhat vagheggia la futura vita in Francia. Di quel Paese, cosí lontano dalla sua Nablus in Palestina, non ha che immagini fumose, fantasie ricavate dai libri di scuola. Per volere di suo padre Haj Taher, ricco mercante di tessuti, Midhat frequenterà la facoltà di Medicina di Montpellier; qui sarà ospite di un professore di antropologia, il Docteur Molineu. Quando giunge nella città occitana, seppur pieno di aspettative, Midhat non può sapere che ad attenderlo c'è l'amore. Presto, infatti, incontra una giovane francese e, fin dai primi istanti, prova per lei un'attrazione speciale. Durante i mesi successivi, però, Midhat non riesce a capire se la confidenza dell'amata sia l'espressione di un sentimento ricambiato o piuttosto della rilassatezza dei costumi occidentali. Se dopo qualche tempo la possibilità di un avvenire insieme sembra finalmente a portata di mano, in seguito una terribile scoperta spinge Midhat, furioso e indignato, a lasciare Montpellier con il primo treno per Parigi. Nella capitale la sua vita cambia radicalmente: smette di studiare Medicina, frequenta i salotti dei suoi connazionali, tra discussioni filosofiche e commenti sulle crescenti tensioni in patria, e conosce molte donne, godendo appieno della libertà parigina. Ma la realtà torna a cercarlo quando, qualche anno dopo, rientra in Palestina e suo padre gli impone di rimanere. Per l'elegante, romantico, sognatore Midhat, ormai noto a tutti come il Parigino, riadattarsi a Nablus, integrarsi in quella comunità chiusa che lo considera uno straniero, è difficile quanto lo era stato acclimatarsi in Francia. Tanto piú che ora nuove responsabilità lo costringono a rinunciare per sempre alle speranze della sua giovinezza. Ma un giorno quel passato mitizzato abbandona i ricordi per tornare alla luce e rivelare una dolceamara verità. Attraverso le vicende di Midhat, personaggio ispirato alla figura del suo bisnonno, Isabella Hammad ripercorre gli eventi che hanno segnato... -
Noi, i sopravvissuti
Pochi chilometri separano il minuscolo villaggio dove vive Ah Hock dalle torri scintillanti di Kuala Lumpur. Pochi chilometri e interi universi. Eppure Ah Hock ha creduto al grande sogno malaysiano: nasci senza prospettive, ma con la pazienza e il duro lavoro puoi conquistarti il tuo pezzetto di benessere e forse anche di felicità. Poi un giorno ti trovi di fronte un uomo che ti assomiglia, ma è un diseredato senza diritti che minaccia il tuo sogno. E allora devi scoprire fino a che punto la violenza del mondo di fuori è ormai parte di te.«""Noi, i sopravvissuti"""" riesce in molte imprese insieme: è il grande romanzo che stavamo aspettando sul razzismo del nostro tempo, un magistrale affresco dell'Asia sud-orientale, e una storia meravigliosa» – Édouard Louis«In generale tutti pensiamo al razzismo in modo un po' semplicistico: bianchi e neri. Invece il punto è come il razzismo si mescola con le differenze di classi. Ed è qualcosa che in Asia si può vedere in modo molto chiaro» - Tash Aw per La LetturaQuesta è la confessione di un improbabile assassino. Si chiama Ah Hock e anni addietro, in un angolo buio sull'argine di un fiume, ha ucciso un uomo che non conosceva né odiava. Del suo efferato crimine sono note le circostanze materiali – l'identità della vittima, l'arma del delitto, l'entità e le conseguenze della pena – ma per spiegare i meccanismi spietati e inesorabili che hanno finito per armare il suo braccio, trasformando il bravo figlio di una madre sola, amico affidabile e poi marito fedele, in un omicida, non bastano le carte processuali. La storia di Ah Hock è una storia di piccoli passi e grandi speranze in un paese, la Malaysia, dove la lotta per sopravvivere ed emergere deve fare i conti con un tessuto di tremende contraddizioni economiche, razziali e sociali, e dove è facile restare incastrati negli ingranaggi di una modernizzazione a macchia di leopardo. Dal minuscolo villaggio di pescatori sulla costa occidentale in cui è nato, un puntino accanto a Kuala Selangor che nessun navigatore satellitare saprebbe trovare, il ragazzo si trasferisce con la madre su un pezzetto di terra tutto loro, su cui sudare e sognare come fosse l'Eden, perché «il mare era sempre agitato, sempre lí a contorcersi, deformarsi, rotolare via o sopraffarci. Non eravamo mai certi di niente col mare, ma il suolo, il nostro suolo, era solido». Però anche la terra tradisce, e allora è la volta della grande città, le luci di Kuala Lumpur, i mille lavori, la modesta ascesa, fino ad accorgersi che nella catena del potere esercitato e subíto non è piú lui l'ultimo anello. Quel posto ora è occupato da bangladesi, indonesiani, birmani, schiere di immigrati clandestini senza diritti né futuro, masse indistinte di povera carne spendibile, per alcuni, come il suo vecchio amico Keong, nient'altro che «carichi» da far pervenire vivi all'acquirente. Quando un rovescio di fortuna minaccia di fargli perdere tutto, Ah Hock deve decidere da che parte stare. A raccogliere la sua confessione un... -
Il povero leone. Ptocholeon. Testo greco bizantino a fronte
Testo greco bizantino a frontern«Nell'affascinante e spesso misterioso percorso che conduce da Suppāraka-Kumāra, vita anteriore del Buddha, a Guglielmo da Baskerville, la storia del Povero Leone costituisce un autentico crocevia, a metà tra lingua dotta e idioma popolare, tra intrattenimento e ammaestramento, tra reminiscenze letterarie e ispirazione orale, tra Oriente e Occidente. Si tratta, in questo senso, della perfetta espressione della cultura presso la quale la storia, come un seme trasportato dal vento, ha attecchito e germogliato: l'«ecotipo» bizantino di una antichissima detective story, forse la piú antica in assoluto». - dall'introduzione di Tommaso BracciniDivenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell'imperatore per la sua capacità di distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Prima le gemme, poi i cavalli, poi le donne, e infine la genealogia dello stesso imperatore (che non è figlio di chi crede): alla fine le sue expertises gli permetteranno di riscattare la libertà. Come già per la Storia di Barlaam e Ioasaf, la Bisanzio medievale si dimostra un crocevia di tradizioni narrative e sapienziali fra Oriente e Occidente. Anche il poemetto del ""Povero Leone (Ptocholeon)"""", inedito in Italia, è la rielaborazione di un anonimo monaco del XIV secolo di un'antica tradizione indiana di origine buddhista. Il racconto si incrocia con testi arabi, con """"Il Novellino"""", con la saga di Amleto narrata da Sassone Grammatico e arriva, con tutta la sua arguzia e saggezza, fino all'epoca moderna. """"I corvi mangiano di tutte le carogne le carni, di quadrupedi e volatili: allo stesso modo gli adulatori divorano i cuori degli stolti. Per questo ti ricordo: quanti non ti adulano né conoscono menzogne, ma tutta la verità dicono alla tua maestà, questi stimati autentici amici in ogni decisione o azione. Tienteli stretti, onorali e amali come conviene, mio signore""""."" -
La domanda della sete 2016-2020
«Abbiamo una poesia che sente, una poesia di sensi oltre che di pensiero. Infatti il libro si apre su una sezione tutta dedicata al corpo. Ma avanzando nel volume si capisce che c'è un disegno più complesso. La poesia si propone di penetrare la compattezza della materia, che le si oppone» - Daniele Piccini, la LetturaDove ti sei perduta / da quale dove non torni, / assediata / bruci senza origine. / Questo / fuoco / deve trovare le sue parole / pronunciare condizioni / di smarrimento dire: /«Sei l'unica me che ho / torna a casa».rnrn«Qualcuno è bravo con i nomi sa un nome per tutte le cose». Chandra Livia Candiani invece i nomi li confonde, li centrifuga, li riassegna dandogli piú forza. Essere in una stessa poesia cammello, seme di una mela, cane, fiamma e altre cose è rinominare il mondo con un'altra logica. La forte metaforicità di questa poetessa è tutt'uno con la ricerca di fermare in linguaggio il flusso incessante di sensazioni contrastanti ed entità che la attraversano, che ci attraversano. Se nell'atto del camminare dice di essere per metà uccello e per metà albero, non è solo un'analisi precisa della natura umana che tende contemporaneamente a staccarsi da terra e ad ancorarsi ad essa. Non è una semplice iperbole. È la condivisione della natura di uccello e di albero, che stanno dentro quella umana, perché tutte stanno insieme in un'«orchestra del mondo», fatta «di gridi e canti bisbigli e strepiti». Non sempre in perfetta armonia. I versi di Chandra, le sue parole, le sue metafore, vengono da quella partitura. -
Sogni di spiriti immondi. Storia e critica della ragione onirica
Quale tipo di rapporto tiene insieme la ragione e il sogno? E quali significati nelle diverse epoche la filosofia ha attribuito ai sogni e al fatto di sognare?Che mai accadrebbe se - grazie agli strumenti della fantasia e alle illusioni della parola - portassimo alle estreme conseguenze l'ipotesi del ribaltamento fra la veglia e il sogno, per affermare che la vita non può distinguersi da un'esperienza onirica, e che anzi, forse, è tale per davvero? L'apparente coerenza delle nostre esperienze e il mondo in cui ci muoviamo perderebbero improvvisamente consistenza: ed ecco che vorremmo almeno scoprire se il dramma della nostra vita abbia un regista, e quale sia effettivamente il palcoscenico su cui recitiamo la nostra parte. Una simile fiction è notoriamente assai più antica di Matrix . Nei discorsi di filosofi, scienziati e letterati dell'età moderna il sogno si delinea appunto come un artificio: un esperimento immaginato dalla ragione nell'intento di prendere le misure all'altro da sé e di consolidare l'autonomia del proprio giudizio. Questo grandioso tentativo di immunizzazione scettica del pensiero assume le forme più diverse, e appare quantomai efficace se a dettarlo è l'istanza di autonomia dall'autorità. Le sue conseguenze a lungo termine sono tuttavia assai ambigue, come suggerisce il titolo del celebre capriccio di Goya: El sueño de la razón produce monstruos. Ecco perché uno sguardo disincantato sulla vicenda della «ragione onirica» dei moderni può gettare qualche luce su un presente in cui appare sempre più incerto il confine tra reale e virtuale. Sommario: Prologo. Epimenide, tra Creta e Berlino. - Introduzione. Penso dunque sogno. - I. Dall'onirocritica alla critica della ragione onirica. - Primo intermezzo: Innamorate, donne angeliche, mogli pragmatiche. - II. Un mondo incerto. - III. I sogni di Monsieur Descartes. - Secondo intermezzo: Il sogno e le storie della follia. Una disputa. - IV. La derealizzazione. - V. Reality shows . - VI. Songes et Lumières. - Terzo intermezzo: Rêver à la Suisse. L'origine della nostalgia. - VII. Metafisica e Schwärmerei. - VIII. Il sogno di una cosa in sé. - Quarto intermezzo: Dormitat ra tio. Un capriccio di Goya. - IX. La notte del mondo. - Riferimenti bibliografici. - Indice dei nomi. Gianluca Garelli è ordinario di Storia della filosofia presso l'Università di Firenze. Per Einaudi ha pubblicato il saggio La questione della bellezza (2016) e ha curato scritti di Péter Szondi, un'edizione della Fenomenologia dello spirito di Hegel (2008), una traduzione dell' Antropologia di Kant (2010), nonché l'edizione italiana della Nuova storia della filosofia occidentale di Anthony Kenny (2012-13, 4 voll.). -
Uccidi i tuoi amici
Sesso, cocaina, avidità. E omicidi. John Niven fa a pezzi la scena musicale degli anni Novanta con ineguagliabile ferocia.«""American Psycho"""" incontra X Factor in un profluvio di cattiveria scintillante e gratuita. Probabilmente vi assorderà, ma sarete cosí impegnati a divertirvi che non ci farete caso» – The GuardianLondra, 1997. Il New Labour è al potere, il Brit-pop è al suo apice e l’industria discografica non è mai stata cosí bene. Forse. Steven Stelfox è un discografico di successo, alla costante ricerca della prossima hit. E non si ferma mai, grazie a una dieta fatta di cinismo, sesso e quantità smodate di cocaina. Del resto, stordirsi è l’unico modo per resistere in un ambiente pieno di colleghi incompetenti e spietati, per i quali la musica è l’ultimo degli interessi. Un posto dove i sogni degli altri bruciano nelle fiamme dell’inferno. Ma via via che i successi si fanno piú rari, e la scena musicale inizia a sentire i venti della crisi che la cambierà per sempre, Stelfox capisce che è tempo di prendere sul serio – anzi, alla lettera – il motto alla base del mondo degli affari: mors tua vita mea."" -
La paziente silenziosa
«Suspense, psicoanalisi, un delitto e una verità da svelare. Sono gli ingredienti del perfetto meccanismo a orologeria firmato da Alex Michaelides» - Francesco Pacifico, Robinson - la RepubblicarnrnSolo lei conosce la verità. Solo lui può farla parlare. Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un'artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri piú esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio. -
Il cipiglio del gufo
Con tenerezza, comicità, intelligenza, intensa compartecipazione, Tiziano Scarpa racconta come sfruttare le possibilità che si hanno, in diverse età della vita, per salvare sé stessi e gli altri, o per condannarsi da soli.«Un romanzo bello e armonioso in cui tre personaggi stanno varcando una soglia fra crisi e desideri, rivalsa e riscatto» – il Venerdì, la RepubblicaOcchi sgranati e muso corrucciato, il gufo ci guarda come se ci avesse colti sul fatto.Nella Venezia che attrae tutte le fisionomie del mondo si ritrovano un vecchio telecronista di calcio che sta perdendo l'uso della parola, un professore di liceo con ambizioni troppo grandi e un giovane dai molti talenti a caccia di anziane signore facoltose. Hanno una vendetta da compiere, una famiglia da salvare e tante delusioni da riscattare. Sono pronti a cambiare sé stessi per amore o per soldi. Si lanciano nelle avventure piú inattese, fanno scelte comiche e dolorose. Ma questo romanzo sa come seguirli. Con tenerezza, comicità, intelligenza, intensa compartecipazione, Tiziano Scarpa racconta come sfruttare le possibilità che si hanno, in diverse età della vita, per salvare sé stessi e gli altri, o per condannarsi da soli. -
Essere mortale. Come scegliere la propria vita fino in fondo
La caducità umana può essere un argomento infido. Si può innegabilmente provare una sorta di disagio ad affrontare temi che la riguardano. Ma se fossimo vittime proprio del nostro rifiuto di accettare l'inesorabilità del ciclo vitale?rnrn""Alice per la maggior parte del tempo portava vestiti dell'ospedale. Si svegliava quando glielo dicevano, si lavava e si vestiva quando glielo dicevano, mangiava quando glielo dicevano. Viveva con chiunque le dicevano che dovesse vivere. Alice si sentiva in prigione, come se l'avessero messa dentro per vecchiaia""""rnrnLa caducità umana può essere un argomento infido. Si può innegabilmente provare una sorta di disagio ad affrontare temi che la riguardano. Ma se fossimo vittime proprio del nostro rifiuto di accettare l'inesorabilità del ciclo vitale? E se ci fossero invece approcci migliori, proprio lì, davanti ai nostri occhi, che chiedono solo di essere riconosciuti? Sicuramente la qualità di vita di anziani e malati potrebbe migliorare. Atul Gawande presenta e discute le principali difficoltà incontrate nell'Occidente industriale dai servizi assistenziali per gli anziani, e propone alternative. Nel suo classico stile equilibrato, lucido e coinvolgente, mostra come, per provare a migliorare la qualità della vita di persone molto anziane a malate, occorra prima di tutto interrogarsi su che cosa ciascuno di noi intende per qualità della vita così da accorgersi che ciò che rende la vita degna di essere vissuta non coincide soltanto con sicurezza e salute. Molte altre sono le sfide da affrontare quando il medico vuole fare meglio, e vuole far andare meglio le cose, quando ha cioè cura di ascoltare il paziente...""