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Dimmi che non può finire
Che cosa faresti se sapessi la data di scadenza di ogni cosa che ti capita: la vivresti lo stesso, con la certezza di perderla, oppure la eviteresti per non provare dolore? La storia di una donna, un uomo e un bambino che si riconoscono a vicenda. E riconoscendosi smettono di avere paura.«Al centro di Dimmi che non può finire, in fondo, si trova la vulnerabilità della condizione umana, quella fragilità che ci costringe spesso a fare i conti con la perdita o il rifiuto, con il sentimento di essere invisibili o il bisogno di essere riconosciuti». - Michela Marzano, Robinson– E quindi tu non vuoi essere felice perché poi finisce? E ti sembra una cosa buona? – domandò.Fui spiazzata da come era arrivato dritto al punto.– Se tengo a qualcosa, so quando finirà e anche che questo mi farà soffrire.Allora lui, con gli occhi che parevano quasi piú grandi, mi disse una frase che non avrei mai dimenticato: – Sí, ma tanto poi ricomincia.Fin da quando era piccola, Amanda crede di poter conoscere in anticipo il giorno in cui finirà ogni gioia che la riguardi: tutte le volte che una situazione la rende felice, le cifre arrivano in serie e puntuali a indicarne la data di scadenza. Cosí, per timore, lei gioca in difesa, sottraendosi a ogni possibilità di realizzazione e impedendosi di sognare. Non ha un fidanzato, abita in casa con la madre e non ha molti amici, a parte una soubrette tanto cinica quanto avvenente e una vicina che è anche la sua psicoterapeuta. Il giorno in cui perde l'ennesimo lavoro, Amanda accetta di occuparsi di un bambino di sette anni, sebbene i bambini non le piacciano, anzi, proprio per questo: se svolge un lavoro che non la soddisfa, allora quel lavoro non potrà perderlo mai. Samuele però le somiglia: è un po' disadattato, orfano di madre e bisognoso d'amore. Grazie al rapporto con lui e con suo padre, Davide, Amanda tenta di affrontare i nodi della propria esistenza, finché i numeri non la sfidano con una nuova data di scadenza. È il momento di scegliere se rinunciare ancora alla vita oppure, per la prima volta, rischiare. -
Il dono di Antonia
Libro candidato da Valeria Parrella al Premio Strega 2021Un magnifico romanzo su quel potere enorme che è dare la vita. Un potere cosí spaventoso, che dei nostri figli abbiamo sempre anche paura.Antonia vive a Bologna e ha una figlia adolescente, Anna, che da qualche tempo ha problemi di alimentazione. Il loro rapporto è teso e Antonia si domanda se, rifiutando il cibo, Anna non stia tentando di svincolarsi dalla sua devozione materna. Poi, un giorno, arriva la telefonata di un ragazzo americano e con lui il passato torna a galla. Ventisei anni prima Antonia viveva negli Stati Uniti e donò un ovulo a un'amica che desiderava diventare madre ma non poteva. Da quell'ovulo fu generato Jessie, che ha appena scoperto di essere nato anche grazie a lei, e perciò ha bisogno di conoscerla, di sapere perché lo ha fatto, e perché a un certo punto è scomparsa. Mentre sua figlia sembra volersi liberare di lei, qualcuno che non può chiamare figlio invece cerca Antonia, e la interroga sui motivi di quel dono offerto come un atto di generosità del quale poi non si è sentita all'altezza, un gesto da cui deriva una responsabilità che lei non può piú ignorare. Perché, per ciascuno di noi, la domanda «chi sei» implica sempre anche «di chi sei».Proposto da Valeria Parrella al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:rn«C’è un personaggio che non mi esce dalla testa ed è Antonia, la protagonista del romanzo di Alessandra Sarchi: Il dono di Antonia (Einaudi). Credo sia un’opera che possa portare grande arricchimento al Premio Strega perché racconta molto del nostro tempo e dà spazio ai grandi temi che si trovano al centro della riflessione e del dibattito culturale: è quella che io considero la missione più importante di un premio letterario. Il romanzo di Alessandra Sarchi lo fa attraverso il corpo di Antonia, che è madre di Anna, la figlia adolescente che vive con lei, ma anche madre biologica di Jessie, per la cui nascita venti anni prima aveva donato un ovulo a un’amica statunitense. La storia narrata da Sarchi pone quesiti di filosofia morale, e si traduce in un’indagine interiore dei personaggi, e con loro del lettore, su cosa sia la procreazione nel senso etimologico e in relazione alle possibilità aperte dalla tecnologia medica, e su come le posizioni che sosteniamo come individui non siano statiche né risolte una volta per tutte, bensì dialettiche.rnL’autrice accompagna il lettore attraverso questo viaggio, contemporaneo e antichissimo assieme, mediante una prosa implacabile. Precisa, cristallina, essa avanza: scandisce, descrive, sospende, abbandona.» -
Il complotto al potere
Il complotto è il dispositivo in cui il potere si articola, si esercita, si dissimula. È la maschera del potere nel tempo del potere senza volto.Il complottismo non è un delirio né una menzogna, non è un crampo mentale né un argomento fallace. Piuttosto è un problema politico. Questo libro, che su uno sfondo storico considera gli aspetti inediti di un fenomeno planetario, non si associa alla vulgata anticomplottista, ma propone una visione originale in cui il complotto è lo spettro di una comunità frantumata. Chi c'è dietro? Chi tira le fila? Il mondo, ormai illeggibile, ha un lato nascosto, un regno segreto, quello dello Stato profondo e del Nuovo Ordine Mondiale, dove si architettano piani, si manipolano informazioni, si controllano pensieri. Non è piú un singolo intrigo. Il complotto è la forma in cui si rapportano al mondo i cittadini che si sentono condannati a una frustrante impotenza, inermi di fronte a un dispositivo tecno-economico insondabile, manovrati da un potere senza volto. Ecco perché il complottismo, che mette allo scoperto il vuoto della democrazia, si rivela una temibile arma di depoliticizzazione di massa. -
Insultare gli altri
Gli insulti rappresentano il lato oscuro del linguaggio. Sono un fenomeno virale nelle conversazioni quotidiane, nel conflitto politico e nei social media. Studiare come e perché insultiamo può aiutarci a capire qualcosa di piú del modo in cui concepiamo il mondo e le persone che ci circondano.Il linguaggio verbale dispone di un vasto repertorio di espressioni deputate a svolgere una specifica funzione: insultare gli altri. Quasi tutte le lingue possiedono un arsenale di insulti che variano per quantità, contenuti e grado di volgarità. Illustrando i meccanismi psicologici e linguistici alla base della violenza verbale, questo libro analizza le ragioni che fanno dell'insulto e del linguaggio d'odio un fenomeno virale nelle conversazioni quotidiane, nel conflitto politico e, non in ultimo, nei social media. Gli insulti rappresentano il lato oscuro del linguaggio, un fenomeno deplorevole e maleodorante. La lingua parlata, tuttavia, merita attenzione in tutte le sue forme. Chi si occupa di linguaggio deve indagare tutte le possibilità espressive del linguaggio umano. Esaminare gli insulti può aiutarci a capire qualcosa di più del modo in cui concepiamo il mondo e le persone che ci circondano. -
La Russia, Grande Madre e piccoli padri
Storia e contemporaneità della grande Russia si squadernano qui, in un intenso viaggio, che racconta, nella lettura esperta dell’autrice, i risvolti psicologici dei grandi zar di ieri fino a Putin. rn«Tilde Giani Gallino riesce a scavare in profondità nell'anima russa». - Lucio Caracciolo Il libro non vuole essere una esposizione storica, di secolo in secolo, di una nazione come la Russia. L’intento dell’autrice è piuttosto quello di tracciare – in una prospettiva psicologica – un ritratto, o piú ritratti, dei luoghi e della stessa immensità di questo Paese, delle sue vicende millenarie, dei popoli e delle persone che vi sono nate e vissute, parte in territori sconfinati, parte nelle città via via costruite. Il quadro si fa piú affascinante, o inquietante, a misura che si presentano i protagonisti del passato, le leggende degli eroi, la brutalità dei tiranni, i vinti o i vincitori della storia. Come afferma Lucio Caracciolo nella Prefazione «Tilde Giani Gallino riesce a scavare in profondità nell’anima russa». -
L' umanità in pericolo. Facciamo qualcosa subito
Noi, la gente, per salvare il pianeta e l'umanità possiamo fare tantissimo. Dobbiamo sovvertire gli equilibri mondiali e le grandi lobby responsabili della catastrofe. Noi, la gente, possiamo farlo. Adesso. rnrn«Un saggio sul riscaldamento globale che non lascia spazio ai dubbi» - Paris Matchrnrn «Un libro di furiosa necessità» - Le Monde rnrn Per anni, le élite politiche e finanziarie hanno nascosto la verità. Senza una drastica riduzione delle emissioni di CO2, entro il 2100 fino al 75% degli abitanti del pianeta potrebbe essere annientata da ondate di calore. Cambiare non è solo auspicabile, spiega Fred Vargas, ma necessario. Dobbiamo modificare la nostra dieta per incidere sempre meno sul cambiamento climatico; ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e passare all'energia pulita. Lavorando insieme, riflettendo e immaginando soluzioni, l'umanità può ancora cambiare rotta e salvare sé stessa e il pianeta. -
L' inquietudine dell'Europa. Come la migrazione ha rimodellato un continente
Con le profonde trasformazioni successive alla fine della Seconda guerra mondiale, l'Europa è stata ininterrottamente attraversata da ondate di popoli in fuga dalle guerre, dalla povertà o dai regimi politici, in cerca di lavoro, dignità e una vita migliore. Quali le ragioni di tutto ciò? Come li accolsero i paesi ospitanti, quasi sempre divisi tra le strategie dello sviluppo economico e l'endemica avversione degli elettori? Nell'avvincente racconto delle migrazioni europee, la storia contraddittoria di un intero continente.rnrn«Un lavoro importante e attualissimo sulla sfida piú ardua dell'Europa di oggi». - Ian KershawrnIn fuga da guerre o povertà, in cerca di una vita migliore, i migranti sono sempre stati al centro degli eventi dell’Europa contemporanea. Questo libro raccoglie in un’unica prospettiva le mille migrazioni che hanno caratterizzato la storia dell’Europa contemporanea. Le narra in modo avvincente racchiudendole tra due periodi da incubo: le grandi convulsioni seguite alla caduta del Terzo Reich e i recenti tentativi di massa dei migranti di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa. L’autore considera sia i movimenti di milioni di persone (come le epiche ondate della migrazione tedesca, dei turchi e degli italiani), sia quelli di gruppi molto piú esigui, come i careliani, gli armeni, i molucchesi o gli «asiatici ugandesi». Un saggio che fa rivivere i numerosi e incredibili viaggi intrapresi da tantissime persone alla ricerca di lavoro, sicurezza e dignità, in ogni tempo. Un libro di riferimento su un argomento sempre piú imprescindibile. -
Io sono il castigo. Un caso per Manrico Spinori
Il primo protagonista seriale uscito dalla penna di Giancarlo De Cataldo. Magistrato in Roma, melomane incallito, Manrico Spinori della Rocca risolve i casi ascoltando l'opera lirica. Perché non esiste esperienza umana che il melodramma non abbia già raccontato. Delitto incluso.rnrnIl secondo atto si spense nel silenzio. Finalmente partí l’applauso. L’uomo dai capelli grigi si alzò e si diresse verso il foyer per un calice di vino. In quel momento gli vibrò il cellulare. Lesse il messaggio, sospirò, e scuotendo la testa uscí dall’edificio, avviandosi al vicino parcheggio di taxi. Il suo nome era Manrico Spinori, sostituto procuratore della Repubblica in Roma. Quel mercoledí era di turno ed era stato convocato in ben altro teatro.rnrnUn tipo eccentrico, cosí viene definito da chi lo conosce, il Pm Manrico Spinori della Rocca, Rick per gli amici, gentiluomo di antiche origini nobiliari, affascinante, un po' donnaiolo e con una madre ludopatica. Ma anche i piú scettici devono fare i conti con la statistica: nel suo mestiere è bravissimo. In piú non perde mai la calma, cosa che gli torna utilissima quando si trova a indagare sulla morte di Ciuffo d'oro, famoso cantante pop degli anni Sessanta poi diventato potente guru dell'industria discografica. Subito era parso un incidente stradale, ma non è cosí: qualcuno lo ha ucciso. Del resto, alla vittima, i nemici non mancavano, per il movente c'è solo da scegliere. Rick, coadiuvato dalla sua squadra investigativa tutta al femminile, si mette dunque al lavoro. E fra serate musicali, vagabondaggi in una Roma barocca e popolana, cene grottesche con aristocratici incartapecoriti, arriverà ancora una volta alla soluzione del mistero. -
Vite senza fine
Le imprese comuni e straordinarie di un piccolo eroe moderno, fondatore della piú grande ditta di ferramenta dei suoi tempi. Un'epopea dimessa e struggente cucita intorno ai sogni di un uomo che, con viti e bulloni, vuole tenere insieme il mondo.rnrnGio Magnasco alle soglie del Novecento, ancora ragazzino, gioca con un chiodo cavallottino e una rondella da quindici. È un segno del destino che lo attende e lo vedrà diventare un mago della ferramenta. Gio Magnasco è un homo faber , si porta dentro il mito della razionalità e del progresso. Ma si porta dentro anche una profonda malinconia, la sensazione di un desiderio che non potrà mai essere appagato. Come il suo amore per la figlia dell'armatore Perrone, che dura tutta una vita ma resta quasi sempre confinato tra i pensieri. Gio Magnasco connette gli opposti e li rende complementari, come chiavi e serrature, come maschi e femmine di un tassello. Per questo nel suo strano negozio si vendono viti e ganci ma anche bottoni, lacci, nastri: l'unico negozio al mondo di ferramenta-merceria. «Mi piace mettere insieme le cose, – dice. – E che ci restino». -
L' animale più pericoloso
Dora Holler ha tredici anni e le idee chiare su ciò che non va nel mondo. Adesso si è data una missione: salvare il nido di una lince. Perciò scappa di casa con Gert, uno che ha conosciuto su Internet. rnrnSolo che Gert è un adulto e, soprattutto, il movimento ecologista di cui dice di far parte non esiste. Gert le ha mentito; mente sempre, perfino a sé stesso. Una fuga che doveva essere un viaggio iniziatico si trasforma in un incubo, impigliandosi nelle maglie di un disegno spaventoso che parte da molto lontano. La ricerca di Dora scatena volontari armati di fucile, teste calde e lotte di potere. Per salvarla serve qualcuno che ha conosciuto da vicino l'essenza piú pura dell'orrore, un uomo «secco come un colpo di manganello e dallo sguardo come filo spinato». Il capitano dei carabinieri Viktor Martini, quello che in un'altra vita, a Roma, ha catturato lo Squartatore di Testaccio. E da allora non è piú lo stesso. -
L' arte del disegno
Manet, Pissarro, Cézanne, Morisot, Seurat, Gauguin, Van Gogh... insieme ad altri illustri pittori del periodo realizzarono alcuni dei disegni più belli della storia dell'arte. Questo libro inserisce l'uso di questa tecnica nel contesto artistico francese del tardo XIX secolo, spiegando perché tali opere rivestono un'importanza pari a quella dei dipinti nella rappresentazione della modernità. Nella Francia di fine Ottocento, mentre gli artisti d'avanguardia introducevano nelle loro opere scene di vita contemporanea, un nuovo approccio ai materiali e una maggiore possibilità di esporre nelle mostre conferirono un'inedita dignità al disegno. Per la prima volta, dipinti e disegni condividevano gli stessi principî stilistici, contrassegnati da spontaneità, maneggevolezza e una deliberata assenza di rifiniture. I pastelli di Degas, gli acquerelli di Cézanne, i disegni a penna e inchiostro di Van Gogh e le opere a tecnica mista di Toulouse-Lautrec potevano e dovevano essere considerati del tutto autonomamente, e ciò si dimostrò fondamentale per lo sviluppo dell'arte moderna. «Gli artisti hanno ora a disposizione un ventaglio più ampio di materiali che possono utilizzare in nuovi contesti e senza alcun obbligo di aderire a prassi consolidate. Ciò vale in particolare per i materiali più teneri come il gessetto, il carboncino, la matita Conté, la matita litografica, il pastello, l'acquerello, la tempera e la gouache, ora tutti più facilmente reperibili in forma sia naturale sia di produzione industriale. C'era anche una maggiore apertura mentale rispetto all'uso di strumenti più tradizionali come la matita, la penna e i pennelli: Van Gogh, per esempio, amava le matite da falegname, le cannucce e le penne d'oca. C'era poi un più grande desiderio di sperimentare, e molti disegni vengono eseguiti con tecniche miste la cui analisi può risultare estremamente complessa e che non escludono l'olio, normalmente riservato alla pittura. L'improvvisazione dà spazio a varie forme di manipolazione della superficie, che viene macchiata, sfumata, sollevata, modificata con cancellature, raschiata, bagnata o trattata con fissativi adottando alcune tecniche comuni alle incisioni. A seguito di questi sviluppi, linea e colore nell'arte d'avanguardia convergono a tal punto da rendere il disegno indistinguibile dalla pittura». Con 224 illustrazioni a colori. -
Il gesto di Caino
Il gesto di Caino, il sangue di Abele, la punizione di Dio. Prima dell'amore per il prossimo, lo scandalo dell'odio fratricida interroga la vita umana.«Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell'odio. È da questo gesto che la storia dell'uomo ha inizio. Sappiamo che l'amore per il prossimo è l'ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l'amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l'amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l'amore per il prossimo viene dopo l'esperienza originaria dell'odio». -
Sulla libertà
Con questo testo innovativo Cass Sunstein ci aiuta a ripensare il concetto di libertà. Per essere liberi, poter scegliere non è sufficiente. Dobbiamo anche essere in grado di orientarci. rnrnLe persone spesso hanno bisogno di strumenti che le aiutino a raggiungere i propri obbiettivi. Sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri i cittadini spesso non hanno idea di come raggiungere la destinazione che desiderano. Questo è il motivo per cui non sono liberi. Le persone spesso inoltre affrontano seri problemi di autocontrollo, in quanto prendono decisioni oggi che possono peggiorare la loro vita domani. E, in alcuni casi, saremmo felici anche con scelte alternative, con un differente partner, lavoro o luogo in cui vivere. Tutto questo solleva la difficile domanda su quale strada promuova meglio il nostro benessere. Sulla libertà è un libro accessibile e brillante, che si muove agevolmente tra diritto, scienze sociali, arte e religione. Esso esplora una dimensione cruciale della condizione umana che i filosofi e gli economisti hanno a lungo trascurato, mostrando che cosa significhi davvero raggiungere la libertà. La libertà di scelta non è abbastanza. Per essere liberi, dobbiamo anche essere in grado di navigare attraverso la vita. Le persone spesso hanno bisogno di una sorta di dispositivo GPS che le aiuti a giungere dove vogliono andare – si tratti di salute, denaro, lavoro, dei figli o delle relazioni. -
L' angelo di Avrigue-Vento largo-Attesa sul mare
«Mi piacciono gli emarginati, coloro che hanno una vita nuda, dove tutto è passaggio, transito, clandestinità.»«L'etica di Gregorio, di Varì, di Edoardo è la discrezione, l'attraversare i confini, la natura, le esistenze degli altri senza darlo troppo a vedere: da qui le pause, i silenzi, le omissioni, le vaghezze dei dialoghi, spesso privi di battute conclusive, che contrastano con la precisione scientifica, materica della natura, delle artemisie polverose, dei glomeruli, del capelvenere, degli anemoni di Caen, delle ducamela» - Paolo Di Stefano, la LetturaDue sono romanzi di terra e uno di mare, ma tutti i personaggi di questi tre libri, contadini o marinai, sono fatti della stessa pasta, che è quella di un'umanità in estinzione, come in via di estinzione sono i paesi sempre piú spopolati da cui provengono, nell'entroterra dell'estremo Ponente ligure. Tutti e tre i protagonisti, Gregorio, Varí e Edoardo, sono sfiorati da figure femminili misteriose, affascinanti quanto sfuggenti. Ma non sarà l'amore, in nessuna delle tre storie, a farli uscire dalla loro solitudine quasi metafisica. Biamonti è uno scrittore che ha anticipato molti temi oggi diventati di attualità: i migranti e chi li aiuta a passare i confini, il fascino e la storia dei paesaggi abbandonati... Il suo sguardo lirico, la lingua ellittica dei suoi personaggi, il camusiano impegno etico di fronte ai disastri della storia, sono tutti elementi che ne hanno fatto un «piccolo maestro» dallo stile inconfondibile, amatissimo e imitato. Prefazione di Carlo Boccadoro. -
Il danzatore dell'acqua
Hiram Walker è nato schiavo in una piantagione della Virginia. Quando un giorno precipita nel fiume gli manca il respiro, come se fosse spinto a fondo dalle sue stesse catene. Ma il misterioso potere di una luce azzurra lo salva dalla morte: è l'inizio di una storia di rabbia e passione destinata a cambiare la sua vita e quella del suo popolo. Ta-Nehisi Coates ha scritto l'epopea di una nazione soffocata, un romanzo di formazione irresistibile come un libro d'avventura, intimo come una storia d'amore, potente come la promessa di un mondo piú giusto.«Coates aspira all'epica e parte con il piede giusto. Ci racconta la Virginia segregazionista al tramonto di un'età (per alcuni) dorata» - Gabriele Romagnoli«Un grande romanzo popolare sulla storia degli schiavi neri che è anche un romanzo d formazione» – Alessandra Sarchi, La Lettura«L'oblio è la vera schiavitú, dice un personaggio del romanzo, l'oblio è la vera morte. È ciò che rende Il danzatore dell'acqua un'opera senza tempo, degna di essere annoverata tra i classici della letteratura contemporanea». – Rolling StoneNella piantagione di Lockless vive Hiram Walker: ha diciannove anni ed è nato schiavo, ma possiede qualcosa che lo rende unico. Il padre di Hiram è il proprietario della piantagione: come spesso accadeva all'epoca, ha messo incinta una schiava e l'ha poi venduta quando Hiram era solo un bambino. Della madre Hiram non ricorda niente, nonostante la memoria portentosa che, insieme alla sua intelligenza, gli ha permesso di lavorare a stretto contatto con i bianchi. Un giorno, quando Hiram ha diciannove anni, succede qualcosa di inspiegabile: gettato nelle acque tormentose di un fiume, il giovane scopre di possedere un misterioso potere. Un potere, una visione che si trasformerà in una missione, per sé e per tutto il suo popolo. La storia della sua fuga dalla piantagione e di come imparerà a controllare la «Conduzione» è la storia della sua presa di coscienza, individuale e collettiva. È la storia di un riscatto e di un amore: perché è la storia di una rivolta. Quando negli Stati Uniti è uscito Il danzatore dell'acqua di Ta-Nehisi Coates il mondo editoriale ha capito di essere di fronte a un evento storico: il primo romanzo dell'intellettuale invitato piú volte alla Casa Bianca da Obama ha esordito direttamente al primo posto nella classifica del «New York Times», è stato scelto da Oprah Winfrey per il suo Book Club, è stato nominato tra i migliori libri del decennio dalla rivista «Paste» e inserito tra i libri dell'anno nelle liste di «Time», «The Washington Post», «Chicago Tribune», «Vanity Fair», «Esquire», «Good House- keeping», The New York Public Library, «Kirkus Reviews», «Library Journal» e dalla National Public Radio. A distanza di mesi il libro, se possibile, appare ancora piú urgente: attraverso l'immaginazione letteraria e la sua magia, Coates ci dà la possibilità di credere per un attimo in un'altra Storia, piú clemente nei confronti di coloro che per secoli furono oppressi dalla schiavitú. Ma dura solo un istante, perché Il danzatore dell'acqua è soprattutto una riflessione... -
Contare le sedie
Di quante vite è fatta la vita di una donna? Troppe, per perdersi ad assecondare il desiderio degli altri. Qui c'è una ragazza che avvita la caffettiera con la stessa forza con cui soffoca i sentimenti, una bambina che salta sul letto forsennata per disfare le trecce troppo strette, una donna con le scarpe sporche di calce che dirige gli operai nel cantiere della sua casa. E c'è una voce personalissima, ariosa, piena di accensioni, che sa raccontare i piccoli e grandi smottamenti, gli spigoli e i cambi di passo con la levità delle grandi scrittrici.«Armanino costruisce una serie di racconti che a loro volta hanno l'unità compatta di un romanzo in forma di scene» – il manifesto«Sto per non essere carina. Sento che sta per succedere e che nessuno se lo aspetta da una sempre carina come me».L'esercizio piú difficile è trovare la forza di dire semplicemente «questa sono io», mettere insieme i pezzi, e riconoscersi intera. Sembra una cosa ovvia, ma ogni ragazza sa che è una conquista. La bambina la cui prima parola è stata «betoniera», la studentessa che si appassiona ai numeri per amore di un surfista, la donna che scopre il desiderio di maternità dopo un incontro con le orche – sono tutte istantanee parziali, capaci di catturare l'essenza. La vita di una donna possiamo guardarla come un fiume che corre, o fermarla in corsa per saggiare ogni volta la trasformazione. È quello che fa Ester Armanino in questo libro curioso nella struttura, profondamente caldo. Un tassello dopo l'altro, il quadro si compone e il ritratto che ne viene fuori è tenacemente vivo, tridimensionale, fatto di attese, fughe, perdite, incontri, capacità di costruire, solitudine, fondamenta. E cosí, come in quel gioco delle sedie che si faceva da bambini, sottraendo un pezzo alla volta, il dolore può diventare una sfida alla pari, l'amore di sé – di tutte le donne che abbiamo dentro – un po' screanzato e finalmente possibile. -
L'uomo con la vestaglia rossa
Chi è l'uomo con la vestaglia rossa che compare nel famoso dipinto di John Singer Sargent? Quel dandy «vergognosamente bello» è il dottor Samuel-Jean Pozzi, intraprendente ginecologo della noblesse parigina di fine Ottocento, instancabile uomo di scienza ed esteta decadente. È seguendo le sue tracce che Julian Barnes ci porta nella rutilante Belle Époque europea, fra le celebrità che la animano, da Gustave Flaubert a Oscar Wilde, da Sarah Bernhardt a Edmond de Goncourt. Un viaggio affascinante in un'epoca tanto simile alla nostra: «decadente, frenetica, violenta, narcisistica e nevrotica».«Uno dei suoi libri migliori [...] Un pezzo di bravura che regala autentico divertimento» – Evening Standard«Il romanzo è il frutto pregiato di un autore amabile e pettegolo in modo generoso e sublime» - Leonetta Bentivoglio, Robinson«L'uomo con la vestaglia rossa abbonda di piaceri [...] È geniale e sfida ogni convenzione» – The SpectatorNell'estate del 1885 tre francesi giungono a Londra per un viaggio di piacere. Pur eleganti e disinvolti, i tre formano «uno strano trio»: due sono aristocratici, uno è un borghese; due hanno «tendenze elleniche», uno è di un'esuberante eterosessualità; tutti e tre – il conte Robert de Montesquiou-Fezensac, il principe Edmond de Polignac e il dottor Samuel-Jean Pozzi – frequentano gli stessi salotti mondani della Parigi fin de siècle, e li influenzano al punto da meritarsi una trasposizione artistica, in forma letteraria o pittorica, ad opera di alcuni fra i piú grandi artisti loro contemporanei, da Marcel Proust a John Singer Sargent. Ma che ci fa un medico borghese fra individui di cosí alto lignaggio, in una società tanto rigidamente stratificata? Samuel-Jean Pozzi è il figlio di un pastore di provincia, ma diventa un chirurgo e ginecologo di fama per aver messo a punto tecniche pionieristiche nella sua specialità medica. Entra nelle grazie dell'aristocrazia parigina per averne curato un buon numero di esponenti femminili, e altrettante averne amate (una su tutte l'attrice Sarah Bernhardt, che coniò per lui il lusinghiero epiteto di «Docteur Dieu»). Ma soprattutto la sua affinità con i poeti, gli artisti e i pensatori piú celebri della Belle Époque è dovuta al suo fascino di uomo di scienza e al suo amore per la razionalità e il libero pensiero. A partire dalla sua vita e da quella dei suoi compagni, Julian Barnes tratteggia un quadro vivacissimo di un'intera epoca e delle monumentali figure che la animavano – Henry James, Richard Wagner, Gustave Flaubert, Edmond de Goncourt, Paul Valéry, Dante Gabriel Rossetti, Alma-Tadema, Oscar Wilde... un parterre eccezionale, fra le pagine di Julian Barnes – e lo fa servendosi di testimonianze, epistole, diari, atti processuali, articoli di giornale, inserti saggistici e splendide illustrazioni. -
L' impero irresistibile. La società dei consumi americana alla conquista del mondo
L'evento piú significativo del XX secolo è forse stato il trionfo della società dei consumi americana sulla civiltà borghese europea. È di questa rivoluzione globale che si occupa L'impero irresistibile, il brillante resoconto di Victoria de Grazia su come lo standard di vita americano abbia sostituito lo stile di vita europeo e raggiunto un'egemonia culturale su scala mondiale. Un impero del mercato che ha assoggettato i suoi sudditi con le armi dei consumi di massa, pacifiche e seducenti. rnCon una nuova introduzione dell'autrice.rnCapitolo dopo capitolo, assistiamo all'imponente campagna condotta per tutto il Novecento da insospettabili eroi dell'imprenditoria e della pubblicità a stelle e strisce per conquistare il Vecchio Continente, esportando prodotti innovativi e tecniche di marketing dirompenti, forme di sociabilità e film hollywoodiani, nuovi stili di vita e inediti desideri. Con lo scopo di aprire nuovi mercati previa l'imposizione di nuovi modelli culturali. E tentando di superare le enormi differenze sociali, politiche, di gusto e cultura che caratterizzavano un'Europa variegata, tradizionalista e profondamente segnata da due conflitti mondiali, dai totalitarismi e dalle perenni disunioni. Ne risulta una magistrale storia, che ci riguarda ancora oggi, dei rapporti tra Europa e America all'epoca dell'avvento della società dei consumi. -
Un male strano. Poesie d'amore. Testo catalano a fronte
Ausiàs March (1400-1459) è uno dei grandi poeti lirici del suo tempo. Rispetto a Petrarca la sua concezione dell'amore è piú assoluta, piú laica, in definitiva piú moderna. rnrnDal punto di vista della profondità di pensiero, March è un vero poeta filosofo con un'apertura di conoscenze che la cultura umanistica dei suoi tempi aveva arricchito enormemente rispetto al secolo precedente. Se March era cosí importante e famoso, come mai oggi è cosí poco conosciuto? La risposta è semplice: scriveva in catalano, una lingua che viene emarginata quando Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia hanno unificato la Spagna sotto un unico regno e scelto il castigliano come idioma ufficiale (1469). Solo tra Otto e Novecento il catalano risorge, tuttavia perseguitato durante il quarantennio franchista. La lunga minorizzazione linguistica ha emarginato March dal Parnaso della poesia europea riducendolo a oggetto di studio per specialisti. La scelta qui proposta dall'ingente corpus delle poesie di March (circa mille versi su oltre diecimila) vuole essere un modo per riportare il poeta a un pubblico piú largo. Con questo obiettivo, i curatori hanno approntato una traduzione che cerca di rispettare il piú possibile lo statuto poetico di questi testi anche usando qualche libertà, e un commento filologicamente rigoroso, che chiarisce la struttura di ogni poesia e ne suggerisce il senso piú profondo. -
Invisibile
Un libro sulla rabbia giovanile, sulla passione erotica, su un implacabile bisogno di giustizia.«La prima volta che gli strinsi la mano fu nella primavera del 1967. Ai tempi frequentavo il secondo anno di università alla Columbia: ero un ragazzo ignorante e affamato di libri che coltivava la fede (o l'illusione) di diventare un giorno così bravo da potersi definire un poeta.»Nel 1967, Adam Walker ha vent'anni e studia a New York; la sua unica aspirazione è diventare poeta. Durante una festa conosce l'enigmatico professore parigino Rudolf Born e la sua seducente fidanzata, Margot, con la quale ben presto instaura una relazione. Rudolf, scoperto il tradimento, caccia la donna senza tuttavia mostrare risentimento nei confronti di Adam che continua a frequentarlo sino a quando, una sera, non assiste alla criminale esplosione della sua aggressività. Consapevole di aver vissuto un'esperienza che lo segnerà per sempre, Adam trascorre l'estate in città con la sorella, ritrovando il legame che li unisce sin dall'infanzia. In autunno Adam dovrà partire per Parigi, la città in cui è tornato a vivere Born. Adam sa bene che difficilmente potrà evitare di incontrarlo e che si dovrà cosí confrontare con la parte piú nera e imperscrutabile della propria anima.